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Da tempo mi interrogo su quella forza oscura e occulta che paralizza psicologicamente gli uomini impedendogli di prendere consapevolezza della loro condizione di subalternità al “femminile”, qui ed ora, nell’attuale contesto storico e sociale. Molte le ipotesi e le risposte che mi sono dato: senso di colpa, paura di infrangere un tabù, anzi, il tabù, di essere conseguentemente emarginati ed esposti al pubblico ludibrio. E poi ancora vergogna, subalternità congenita al genere femminile, dipendenza sessuale e affettiva.
E penso che tutte abbiano la loro validità. Tuttavia c’era ancora un tassello che mi sfuggiva per comporre il famoso puzzle. “Non mi tornava la quadra”, come si suol dire. E forse solo ora, dopo lunga riflessione, ho scovato l’arcano, e non è stata una bella scoperta, per la verità, ma tant’è, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Affonda le sue radici in quello che comunemente viene chiamato “machismo”, cioè il volto più ottuso e grottesco del “maschile” ma, al contempo, anche la sua parte paradossalmente (e neanche tanto) più fragile.
Vediamo un po’ di raccapezzarci qualcosa.
In linea di massima il “machismo” è ritenuto un fenomeno in via di estinzione, comunque fortemente indebolito. In realtà così non è, perché esistono ancora due forme di “machismo”. La prima, la più banale, sulla quale non vale neanche troppo la pena soffermarsi, e la seconda, che invece è il vero busillis della questione e che merita una riflessione assai più approfondita.
La prima: è quella tradizionale che si estrinseca negli atteggiamenti “maschilisti” di sempre. Metaforicamente parlando, potremmo dire il “gonfiarsi il petto” dei maschi, che può tradursi in diverse modalità, a seconda della tipologia maschile in questione. Può essere l’ostentazione di una posizione sociale raggiunta, vera o presunta e spesso inventata o camuffata, l’esposizione di un corpo “palestrato”, oppure ancora l’ostentazione di forza (sia in senso fisico che metaforico) o di potere.
In tutti questi casi siamo di fronte ad una fragilità anche molto evidente, paradossalmente camuffata dietro ad atteggiamenti di presunta forza e virilità. In realtà, più questi vengono posti in essere dagli uomini, più è evidente la loro fragilità e loro subalternità al “femminile”. Più cresce in potenza e in potere il “femminile” e più aumenta in modo direttamente proporzionale il “machismo”. Quest’ultimo infatti si caratterizza proprio per questa ostentazione (grottesca, né potrebbe essere altrimenti) di forza e sicurezza. Un “maschile” relativamente (l’esseri gettati nel mondo crea di per sé una condizione di insicurezza e angoscia costante…) solido e “baricentrato” non ha alcuna necessità di ostentare alcunché.
Ma questa forma di “machismo” è solo una reazione di impotenza. La psicologia che sta dietro a questa modalità di essere ed esistere al mondo di molti maschi è più o meno questa:”Non conto e non decido nulla nella relazione con l’altro genere, l’unica possibilità che ho è quella di cercare di farmi notare in qualche modo e di essere scelto”.
Ma come abbiamo già spiegato, queste sono forme reattive, impotenti e psicologicamente velleitarie, l’approdo finale di un processo di frustrazione che ha origini più profonde. Effetti, insomma, non cause prime.
Cosa determina allora la paralisi psichica degli uomini in questa fase storica? Arriviamo al secondo aspetto del “machismo”.
Gli uomini contemporanei stanno vivendo una contraddizione spaventosa, non ancora portata alla luce. Giace nel pozzo più profondo della loro psiche. Sono sottomessi e subordinati al femminile, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma non sono in grado di riconoscerlo, di ammetterlo a loro stessi. Perché? Perché se lo ammettessero dovrebbero riconoscere di essere più deboli delle donne, cioè di un genere che da sempre sono stati educati a percepire come più fragile, addirittura da difendere e da preservare. Non solo, in alcuni casi, dobbiamo essere onesti con noi stessi e osservare la realtà senza veli, molti uomini (nel passato, ovviamente, la parte più retriva, certo, ma c’è stata anche questa…) sono stati allevati ed educati a concepire il genere femminile addirittura come “inferiore”. Naturalmente (e fortunatamente) quest’ultimo aspetto è già morto da tempo e, se non lo è, è senz’altro moribondo. Non il primo (la presunta fragilità femminile) che invece sopravvive, anche se in modo estremamente contraddittorio.
E’ ovvio che stiamo parlando di archetipi radicati nella psiche maschile che hanno radici antiche e talvolta antichissime.
Ora, gli uomini si trovano nella condizione di doversi ribellare ad un potere, quello femminile, che non riescono a riconoscere e ad accettare proprio per le ragioni di cui sopra. Sono attraversati e lacerati da una strana miscela di incredulità e sgomento al tempo stesso. Non riescono ad accettare il fatto di essere stati sottomessi. Accettare questa realtà significherebbe ammettere di essere stati soggiogati. Ma come si può accettare il fatto di essere stati schiacciati proprio da coloro che sono sempre state considerate più deboli? In altre parole dovrebbero riconoscere di essere più deboli dei “deboli”, i quali, o meglio le quali, in realtà non lo sono affatto, se mai lo sono state, e tanto meno “inferiori”…
Questa situazione ha provocato e provoca nella psiche maschile una sorta di corto circuito. Un paradosso, peraltro non portato alla luce, non emerso, ma lasciato sedimentare nell’anfratto più oscuro del pozzo più profondo della psiche.
E’ ovvio che solo RICONOSCENDO al 100% la controparte (come facciamo noi) si può essere in grado di ammettere la propria condizione di subordinazione e di conseguenza anche la possibilità e il diritto di ribellarvisi. E’ quindi questo “machismo” residuale ma ancora attivo a livello psichico profondo (e in larghissima parte inconscio) che impedisce agli uomini di prendere atto della loro condizione di subalternità. Se a questo aggiungiamo il senso di colpa che è stato loro scientificamente instillato, essendo stati accusati, tutti, di essere da sempre gli oppressori del genere femminile, più la dipendenza sessuale e affettiva, il gioco è fatto.
Qual è l’ennesimo apparente paradosso, a questo punto? Che proprio il “machismo”, cioè apparentemente il nemico pubblico numero uno del femminismo e del femminile nel suo complesso, finisce con l’essere il loro più prezioso alleato, quello che da maggior forza ad entrambi. Se gli uomini fossero in grado di riconoscere e disinnescare completamente l’archetipo del “machismo” radicato dentro di loro a livello inconscio, sarebbero immediatamente in grado e soprattutto avrebbero la forza interiore per poter riconoscere la loro attuale condizione di subordinazione, riconoscendo allo stesso tempo anche coloro che li tengono in siffatta condizione.
Ma c’è un ulteriore paradosso che questa volta riguarda noi per primi, uomini consapevoli. E cioè che proprio noi veniamo accusati di maschilismo, machismo, sessismo, quando in realtà, alla luce di quanto poco sopra detto, le cose stanno messe in modo diametralmente opposto. Proprio noi, in virtù di un percorso che abbiamo compiuto, siamo in grado di riconoscere la nostra condizione appunto perché siamo in grado di RICONOSCERE l’avversario. E invece, agli occhi di tutti/e, proprio coloro che “osano” criticare pubblicamente il “femminile” (quindi riconoscendolo A PIENO TITOLO E OGGETTIVAMENTE) sono pubblicamente derisi e tacciati di sciovinismo maschilista…
Pensate che genialità c’è stata in questo gigantesco processo avvenuto negli ultimi quarant’anni in quella che noi definiamo come “psicosfera”, cioè l’ambito della sfera psichica più profonda degli individui trasformata però anche in sfera psicologica collettiva, immaginario collettivo, dove diventa sempre più difficile distinguere tra psiche individuale e psiche collettiva.
Che genio c’è stato in tutto questo! E le donne, dobbiamo ammetterlo (anche se non da sole, come sappiamo bene…) sono state protagoniste di tutto questo. E non c’è dubbio che alcune di loro ci abbiano messo più che lo zampino…
Se gli uomini beta (perché è a loro e non ad altri che spetta questo storico compito) non saranno in grado di sviluppare un pensiero altrettanto forte e, mi viene da dire, epistemologico, se non saranno capaci di costruire una consapevolezza e una forte autonomia di genere, saranno destinati a millenni di subordinazione.
Siamo appena all’inizio. Altri verranno. Dobbiamo lavorare in questa direzione.
Studiare, studiare, e ancora studiare, e organizzarsi, come diceva un tizio.
199 Commenti
A proposito di false denunce di violenza contro i padri vedi di seguito il link all’articolo di Annamaria Bernardini de Pace su IL Giornale del 29 giugno a pag. 17:
http://nascitaedintorni.blogspot.com/2011/06/quei-papa-mostri-costruiti-tavolino.html
In merito l’ultimissima vicenda di oggi 27 luglio 2011: in galera per stupro inventato da una ragazza dopo averlo letto sul libro di Melissa P “Cento colpi di spazzola”:
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/27-luglio-2011/violenza-sembra-copiata-melissa-p-scarcerato-allenatore-volley-1901185115475.shtml
cesare(Quota) (Replica)
Molto bene.
Ottima l’immediata liquidazione del machismo, che è maschera della debolezza, della dipendenza e impedimento all’autodifesa.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Segnalo questa vecchia discussione.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=11748814
Daniele(Quota) (Replica)
L’ “esserci” in video e in voce di Fabrizio Marchi su questi temi è esattamente il contrario di quella diserzione e di quel passo indietro che il femdominismo qualifica come il comportamento dovuto e richiesto al maschio corretto e beneviso.
E’ il “prendere posizione” con il proprio corpo e la propria anima dentro lo spazio e il tempo, presupposto necessario di ogni comunicazione e di ogni testimonianza di verità e di riscatto che voglia essere credibile.
E’ il dovere inelubibile e maschile di dare corpo e voce all’Universale. Quel dovere che una femdominista ha dichiarato essere la colpa ineludibile dell’essere maschi (frase già pronunciata verso gli Ebrei da Reinhard Heydrich il Gruppenfuhrer governatore per conto di Hitler del Protettorato di Boemia e Moravia. Per inciso a lui ci pensò poi la resistenza cecoslovacca ).
Siamo a un punto di non ritorno: torneremo in massa ad onorare la tomba di Antonello di Colfosco, il bravissimo ragazzo, il giovane sposo annientato il giorno prima delle nozze dai comportamenti anticostituzionali dello Stato etico femdominista. In nome di tutti i maschi e i padri massacrati, umiliati e distrutti. In lui nessuna vittima di questo regime di menzogna e violenza sarà dimenticata.
Nello spazio e nel tempo, stanno entrando, ogni giorno sempre più maschi consapevoli di sè e capaci di aver ragione dell’incubo angoscioso e violento alla Matrix consolidatosi in questi decenni in primis per una malintesa cavalleria maschile, tradottasi di fatto in una concretissima quanto applaudita diserzione dal proprio dovere di maschi e di padri di fronte all’arbitrio femdominista.
cesare(Quota) (Replica)
Ciao Fabrizio,
sono mesi che leggo tutti gli articoli e gli interventi pubblicati su Uomini Beta – e non solo – e devo dire di condividere in toto tutta la filosofia della Questione Maschile. Alcune frasi da te riportate su questo video io personalmente le vado ripetendo da anni (soprattutto quando parli degli attacchi – vigliacchi ed ipocriti – delle donne e dei maschietti loro “complici” a chi fa notare loro che la maggior parte di noi uomini qui in Italia ha una qualità di vita pessima soprattutto in relazione a quella femminile e soprattutto a causa degli atteggiamenti femminili verso gli uomini stessi) ma mi è sempre sembrato di parlare da solo. Grazie a voi devo dire di sentirmi oggi meno solo nell’esprimere questi concetti in una società come questa (e in un paese come questo..) dove se non sei omologato alla massa dei decerebrati vieni subito bollato come “strano”. Dal canto mio preferisco vivere da solo il resto della mia vita (ho 38 anni..) piuttosto che continuare a raccontarmi un mucchio di fesserie sull’odierno rapporto uomo-donna all’unico scopo di essere (apparentemente?) accettato dal (gentil?) sesso e dai loro kapò. Grazie ancora e a presto
Andrea F(Quota) (Replica)
Grazie Andrea F., mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato le mie parole…
E’ giunta l’ora di uscire allo scoperto e, come vedi, abbiamo cominciato a farlo. In questi giorni abbiamo raddoppiato il numero dei visitatori e triplicato quello delle visite. Ciò conferma che quella della comunicazione diretta è la strada da seguire.
Ma c’è un altro aspetto molto importante. Abbiamo dimostrato che rompere la gabbia, spezzare l’accerchiamento e uscire dalla “clandestinità”, è possibile. E a questo punto anche doveroso. E’ questo il passaggio fondamentale che la quasi totalità dei maschi non riesce a fare, per mille ragioni che abbiamo tante volte spiegato.
Questo piccolo passo è in realtà molto grande. Perché, come spiegavano sia Cesare che Rino, la voce e l’immagine di un uomo in carne ed ossa hanno una potenza comunicativa (al di là delle capacità personali di questo o quello) che la parola scritta (relativamente alla rete, sia chiaro…) non ha.
Continueremo su questa strada, naturalmente senza abbandonare l’elaborazione teorica e il dibattito nel blog che continuano ad essere fondamentali per il prosieguo del nostro lavoro.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ho appena visto e ascoltato i tre video. Ottimi e ben fatti, anche oltre alcune differenze d’impostazione. Credo che se adeguatamente diffusi saranno molto utili. Sono esposti in modo chiaro e capibile da parte di tutti e toccano argomenti con cui l’uomo normale si trova in contatto ogni giorno.
armando
armando(Quota) (Replica)
La domanda che mi pongo è se il volto di Breivik il Killer dell’isola norvegese è il volto disvelato di ciò che “paralizza psicologicamente gli uomini impedendogli di prendere consapevolezza della loro condizione di subalternità al “femminile”, qui ed ora, nell’attuale contesto storico e sociale”.
A parte il monopolio delle armi, perchè Breivik ha avuto il monopolio della energia psichica di centinaia di giovani maschi per cui nessun maschio ha fatto un gesto di reazione?
Breivik si è presentato vestito da poliziotto ovvero con le insegne del potere statale norvegese, lo Stato fra quelli in cui la violenza antimaschile dell’ideologia femdominista e della sua copertura polically correct si è meglio incarnata.
E’ il volto del sequestro statale femdominista di energia psichica vitale maschile?
Mi viene sempre in mente il protagonista del Film Fight Club, Tyler Durde, e la sua rivolta contro un sistema in cui i maschi sono stati “educati dalle donne”: lunghissimo il processo di recupero della propria maschilità
Breivik è il contrario di Tyler Durden: Breivik è il volto del potere castrante della Grande Madre che ha passivizzato il maschile. Breivik appare vestito da poliziotto e coerentemente invoca la guerra ai maschi di un’altra civiltà: è il castrato morto dentro che esporta e infligge la morte. Il secondo ha capito da dove viene la violenza e reagisce.
Se invece che solo sulle solite litanie politically correct della socialdemocrazia norvegese, i giovani socialdemocratici avessero anche riflettuto sulla vicenda narrata in Fight Club, probabilmente quei raggazzi, il Killer vestito da tutore dell’ordine femdominsta, lo avrebbero affrontato in modo più virile e sarebbero ancora vivi.
Se l’esito delle scuole di partito socialdemocratiche è farsi fare a pezzi senza batter ciglio, nfinitamente meglio la scuola di strada dei quartieri popolari di una volta: il macellaio Breivik sarebbe rimasto in piedi solo per qualche minuto.
cesare(Quota) (Replica)
Se l’esito delle scuole di partito socialdemocratiche è farsi fare a pezzi senza batter ciglio, nfinitamente meglio la scuola di strada dei quartieri popolari di una volta: il macellaio Breivik sarebbe rimasto in piedi solo per qualche minuto. (cesare)
>>
Sono del parere che in certe situazioni bisognerebbe sempre trovarcisi, perché un conto è parlare e scrivere davanti ad un pc, ed un conto è avere di fronte uno psicopatico che ti spara in faccia.
Ma al di là di questo, credo che un gruppetto di adolescenti afghani basterebbe e avanzerebbe per accoppare tipi come il macellaio norvegese.
Per maggiori informazioni chiedere agli statunitensi, navy seals compresi.
Andrea(Quota) (Replica)
“Sono del parere che in certe situazioni bisognerebbe sempre trovarcisi, perché un conto è parlare e scrivere davanti ad un pc, ed un conto è avere di fronte uno psicopatico che ti spara in faccia”. (Andrea)
Non c’è dubbio, Andrea, tuttavia in quello che dice Cesare c’è senz’altro del vero.
Anche un atto terribile come quello, può provocare una risposta adeguata all’evento stesso. Se non altro per impossibilità a fare altro; o la va o la spacca, come si suol dire, comunque meglio che lasciarsi trucidare come polli. In quel caso invece c’è stata solo la fuga, il terrore; più che giustificato, sia chiaro, e però la totale assenza di una sia pur minima reazione fa riflettere.
“A mali estremi, estremi rimedi”, recita un vecchio detto. E infatti è così. Non credo che nessuno di noi abbia l’ardire di mettersi a pontificare su cosa si poteva o non si poteva fare e, come dici tu, bisogna trovarcisi nelle situazioni, per poter parlare. Tuttavia credo anch’io (e non lo dico per enfatizzare chissà chi o cosa ma solo per cercare di comprendere gli accadimenti) che se quel folle nazista, invece di un gruppo di giovani socialdemocratici politicamente corretti educati alla non violenza sempre e comunque (concetto di per sé assolutamente saggio facendo salve le dovute straordinarie eccezioni), si fosse trovato davanti una torma di giovanotti vecchio stile di Primavalle o San Basilio (due quartieri della capitale dove una volta non era facile per nessuno entrare e fare i propri comodi, neanche per due battaglioni della Celere…), è lecito avanzare l’ipotesi che probabilmente un abbozzo (e forse anche qualcosa di più) di reazione ci sarebbe stata. Per una serie di ragioni che sono quelle stesse che Cesare spiegava.
Come ripeto, non si tratta certo di fare il verso al “machismo” (ce ne guardiamo bene…) che pure, ne sono ben cosciente, scorreva a fiumi nelle vene di quei giovanotti romani “poveri ma belli”. Tuttavia è anche vero che in quella vecchia “scuola” che era la borgata di una volta, dove la sezione del Partito si contendeva spazi e consensi con la Parrocchia, entrambe interpretate di fatto come due vere e proprie istituzioni (una cinquantina di anni fa il segretario della sezione e il parroco del quartiere erano praticamente due autorità morali nel codice e nel linguaggio non scritto delle persone), determinati valori, alcuni dei quali riconducibili anche ad una sana maschilità, esistevano ancora. Oggi sono pressoché spappolati. Il problema, naturalmente, non riguarda certo i soli giovani scandinavi…
Nessuna nostalgia per il passato, sia chiaro (forse un pochino, lo ammetto…), però la liquefazione di qualsiasi tessuto sociale ed umano e di qualsivoglia interconnessione umana, culturale e valoriale fra le persone, è un dato evidente, forse il più evidente della società contemporanea. Tutto ciò non può non provocare un indebolimento anche della psiche individuale e collettiva delle persone.
Sia chiaro, quei giovani socialdemocratici erano ragazzi fondamentalmente sani, da un certo punto di vista. Anzi, il fatto di essere impegnati politicamente dimostra anche il loro livello di coscienza e responsabilità sociale (in un contesto dove spesso i giovani sono dediti all’alcool e alla droga).
E tuttavia l’assenza di una sia pur minima reazione può essere un elemento su cui riflettere; senza naturalmente gettare la croce addosso a nessuno, sia chiaro.
Se qualcuno (oltre all’esecutore dell’insano gesto) deve essere accusato di quanto accaduto è proprio quella cultura razzista e xenofoba che lo ha psicologicamente e ideologicamente armato. Una cultura molto più diffusa di quanto si pensi, anche nel nostro paese e che, guarda caso, prolifera proprio in assenza di valori forti…
Meditiamo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Credo anch’io che Cesare abbia colto nel segno. Ovvio che nessuno sa come reagirebbe personalmente in una situazione del genere, tanto meno io, tuttavia so che se non reagissi (ed è anche probabile), dopo mi sentirei un vile pauroso. Tanto basta per illustrare una realtà mortificante per gli uomini. Di fronte a se stessi prima di tutto, ma anche di fronte alle donne, nei confronti delle quali occorre assolutamente smettere di credere a tutte le sciocchezze che dicono senza nemmeno sapere cosa dicono. In buona sostanza, se un uomo sente che è giusto reagire in un certo modo, lo deve fare, piaccia o meno a chicchessia.
Ma cazzo, guardiamo a cosa accade in questi giorni a Londra come accadde a Parigi tempo addietro. Non dico che quei ragazzi abbiano ragione a mettere a ferro e fuoco un quartiere. Dico però che sono ragazzi con enormi energie compresse e mortificate, a cui non è stata offerta nessuna speranza e possibilità di impiegarle in modo sano, giusto, a beneficio di tutta la comunità. Ed ora esplodono incontrollate, ed ora saranno bollati come i soliti maschi violenti e tutta la stantia solfa del politicamente corretto. Dobbiamo metterci in testa una cosa. Quando il maschile è colpevolizzato, quando è compresso, quando le energie e la forza e il coraggio fisico, e la voglia di rischiare maschili non sono valorizzate, incanalate, gestite, sono cavoli e quella civiltà in cui ciò accade è destinata al tramonto, prima o poi. Si certo, potrà anche accadere che l’ideologia politcamente corretta e femminista trionfi, che tutta la società si orienti a quei principi, ma poi esploderà tutto quanto. E saranno dolori, perchè la reazione sarà tanto più esplosiva quanto più a quelle energie è stato messo un coperchio.
In questo, “progressisti” e “conservatori” hanno in comune che per tutti i giovani maschi sono un pericolo. Gli uni li vogliono rieducare al credo P.C., gli altri li vogliono in galera, me nessuno capisce l’origine del problema,e quindi neanche la soluzione.
armando(Quota) (Replica)
“In questo, “progressisti” e “conservatori” hanno in comune che per tutti i giovani maschi sono un pericolo. Gli uni li vogliono rieducare al credo P.C., gli altri li vogliono in galera, me nessuno capisce l’origine del problema,e quindi neanche la soluzione”. (Armando)
Sottoscrivo senz’altro.
Siamo di fronte ad una classica rivolta sociale (sono molto ricorrenti in GB) delle fasce più marginali della società, molto ampie e diffuse in quel paese. In Inghilterra ormai da molto tempo, marginalità sociale e immigrazione tendono di fatto a sovrapporsi (non solo in GB, ovviamente, ma lì per ragioni storiche il fenomeno è molto più massiccio che non altrove). Peraltro moltissimi immigrati sono ormai di seconda e spesso terza generazione, sono nati in Inghilterra e si sentono (e sono) inglesi a tutto tondo. Questo fa crescere in loro un surplus di rabbia, ovviamente, (a mio parere del tutto giustificata) perché sentono di essere (e sono, di fatto) considerati come dei cittadini di serie B.
Come al solito, come è sempre stato e sempre sarà in tutte le ribellioni sociali, in prima fila ci sono i giovani maschi. E inevitabile: chi altri o altre se non loro?
Come vediamo, ancora una volta abbiamo la dimostrazione pratica che l’elemento di classe e quello di genere tendono a sovrapporsi .
La risposta del “sistema”, in tutte le sue “diramazioni “ politiche, è e sarà quella già descritta da Armando: manganello, carcere e “rieducazione”…
Fino alla prossima rivolta…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Di fronte a se stessi prima di tutto, ma anche di fronte alle donne, nei confronti delle quali occorre assolutamente smettere di credere a tutte le sciocchezze che dicono senza nemmeno sapere cosa dicono (armando)
>>>
E’ giusto quel che dici, però quello che un quarantenne come me (sono del ’71) si chiede, è: per quale ragione io, uomo del XXI secolo, devo continuare a fare l’eroe per chi sostanzialmente mi deride e mi disprezza? Perché devo rischiare la vita per delle donne che non fanno altro che denigrare gli uomini, dalla mattina alla sera?
Per chi e per che cosa dovrei farlo?
Voglio dire: ma perché la vita di una donna dovrebbe valere più di quella di un uomo?
Perché io, uomo, devo rischiare la vita per chi afferma di avere “una marcia in più” e di essere “superiore in ogni ambito della vita” ?
Lo dicono solo per provocare? Ci credono veramente? O tutte e due? Non ho una risposta sicura, ma di certo so che io non rischierei mai la vita per una sconosciuta donna qualunque.
Al massimo potrei farlo per un uomo.
Andrea(Quota) (Replica)
In realtà non sappiamo con certezza se qualcuno di quei ragazzi non abbia reagito senza avere successo. In ogni caso, mi sembra che l’idea dei giovani smidollati abbia scarso fondamento viste le modalità dell’aggressione ( i giovani sono stati presi completamente di sorpresa, anzi, diciamo pure a tradimento) l’età (erano molto giovani e impreparati ad un simile evento), il sesso (c’erano anche molte ragazze) e l’inevitabile panico (che l’elevato numero di persone può avere accentuato).
Quello che mi sembra sia mancato in quel raduno sono le figure adulte maschili che forse avrebbero potuto proteggere i figli da chi si è presentato come una “falsa autorità paterna” travestendosi da poliziotto.
Paolo(Quota) (Replica)
e di tutto questo “machismo”,il ministro Sacconi che sta riscuotendo un tam tam mediatico senza precedenti
http://www.youtube.com/watch?v=AvF0-x8qktw
francamente di uomini cosi ,ne possiamo fare a meno
mauro recher(Quota) (Replica)
La “barzelletta” di Sacconi è 1) inqualificabile in sè e 2) dannosissima per la QM.
In terzo luogo dimostra come al vertice ci siano uomini assolutamente incapaci di capire/sentire l’aria che tira. Sembra che vivano su un’altra galassia.
Lo stesso dicasi per DSK che – in questo senso – è colpevole anche se innocente (ammesso che sia innocente).
La spirale nera.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Andrea, leggo solo ora il tuo post del 9 agosto.
La risposta è semplice, almeno a parole (nei fatti ciascuno si trova davanti a se stesso e al suo coraggio). Perchè nel momento della necessità suprema un uomo dovrebbe sentire l’istinto di difendere chi in quel momento è più debole, senza altri calcoli. Uomo o donna, nero o giallo o bianco, etero o gay o trans, comunista o fascista, ateo o credente, quando una persona è in stato di debolezza e ingiustamente soggiogata, scatta (dovrebbe scattare) l’istinto maschile alla difesa. Chiaramente non sempre è stato così e casi opposti ci sono sempre stati. Ma oggi più di ieri, ed è questo il punto. L’istintualità maschile si va perdendo (non solo in questo) e la sua energia diminuendo perchè, anzichè essere riconosciuta e indirizzata al bene, viene colpevolizzata e demonizzata. Ma secondo me non è aderendo al modello dell’uomo calcolante che il maschio riconquista se stesso.
armando(Quota) (Replica)
La “barzelletta” di Sacconi è 1) inqualificabile in sè e 2) dannosissima per la QM.
In terzo luogo dimostra come al vertice ci siano uomini assolutamente incapaci di capire/sentire l’aria che tira. Sembra che vivano su un’altra galassia. (Rino)
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Sono d’accordo con i punti 1) e 2), sul terzo mah…
nel suo caso secondo me non si tratta di capacità/incapacità di percepire l’aria che tira.
Ha un obiettivo da raggiungere e lo fa con ogni mezzo, fregandosene di tutte le conseguenze. Perchè un obiettivo Sacconi lo ha conseguito. Che gli sia riconosciuto o meno.
Adesso tutti a parlare della sua “stronzata”. Distogliendo l’attenzione dall’affossamento dello statuto dei lavoratori (argomento vero).
La verità è che sanno come giocare con i media. Secondo me anche la scelta della “barzelletta” è stata ponderata. Sapeva il polverone che si sarebbe alzato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
A mio parere invece, relativamente alla vicenda Sacconi, ha ragione Rino, purtroppo (e sottolineo, purtroppo, perché se fosse stata un’uscita consapevole sarebbe stata meno grave, da un certo punto di vista…)anche se non c’è dubbio che alcuni degli effetti della sua maldestra battuta siano quelli descritti da Luigi.
Anche questa maldestra boutade testimonia della condizione di assoluta non consapevolezza e inadeguatezza in cui versa la grande maggioranza degli uomini che non hanno capito o non hanno voluto capire ciò che è avvenuto negli ultimi quarant’anni, hanno messo la testa sotto la sabbia e peggio ancora, continuano a mettercela. E questo vale naturalmente anche per la classe politica.
E’ ovvio che nel vuoto pressoché totale di presenza (nel senso di coscienza) e di consapevolezza maschile, le conseguenze non possono essere che queste.
Molto spesso improbabili e maldestri atteggiamenti “machistoidi”, il più delle volte non consapevoli, sono la risposta più o meno conscia o inconscia di molti uomini al loro profondo malessere.
Un esempio, credo, efficace. Alcune settimane fa, un mio carissimo amico, mio vecchio compagno di partito e dirigente di una importante struttura pubblica, che sostanzialmente la vede come noi e forse è anche più duro nel suo giudizio sull’universo femminile attuale (ma si guarda bene dal palesarlo pubblicamente), durante una cena conviviale presso la sua abitazione con sua moglie e alcuni esponenti politici di un partito di sinistra, sia uomini che donne , durante una discussione, probabilmente esasperato da colate di “politically correct” che è sstato costretto a cibarsi, è sbottato con una battuta oggettivamente impropria e fuori luogo e intrisa di “cultura” machista. A quel punto ovviamente si è scatenata l’ira di Dio e qualsiasi tentativo da parte sua di riprendere in mano la situazione è fallito, né poteva essere altrimenti. Ovviamente si è dovuto cibare le inevitabili accuse di maschilismo, sessismo ecc. ecc. (con la moglie che ci metteva il carico da undici…)
Ne abbiamo parlato e lui stesso ha ammesso di avere sbagliato. Non si possono approcciare argomenti così delicati con delle battutacce o con degli atteggiamenti sbruffoneschi. “Ma come? – gli ho detto – un politico navigato di vecchia scuola come te mi scivola come un bambino su una buccia di banana?”.
In realtà non c’era alcuna sorpresa da parte mia. So perfettamente perché ciò è accaduto nel suo caso e perché accade normalmente a tanti altri. Nel momento in cui non c’è consapevolezza da parte degli uomini (che vivono in una condizione di sostanziale rimozione più o meno conscia), tutto ciò che essi reprimono è destinato prima o poi a fuoriuscire generalmente e non casualmente nelle occasioni e con le modalità meno opportune.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
purtroppo ,anche se non è bello fare la spia ,ma in altri ambienti di QM la “barzelletta” di Sacconi ha preso punti ed è piaciuta …concordo con Rino , Luigi e naturalmente Fabrizio ,queste cose fanno male alla questione maschile
anche se una cosa giusta l’hanno detta ,se fosse stato una barzelletta al rovescio ,non ci sarebbe stato questo putiferio …….
mauro recher(Quota) (Replica)
Ne parlano anche su la27ora.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-proposito-della-barzelletta-del-ministro-sacconi/#comments_list
Leggete i commenti.
Marco(Quota) (Replica)
Un’osservazione frivola.
Avete notato che, 27 ora a parte, sui siti dei grandi giornali, Repubblica, Corriere, etc. … sempre più spesso quando esce un’articolo, il più delle volte scritto da una giornalista, che affronta in maniera “femminista” tematiche di genere (in parole povere: quando parlano di noi uomini alla loro maniera) i commenti dei lettori sono disabilitati?
A me personalmente è capitato parecchie volte di voler commentare incocciando nella dicitura: “non è possibile inviare commenti a quest’articolo”.
Secondo voi, a cosa è dovuto?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Fabrizio >>>>> Nel momento in cui non c’è consapevolezza da parte degli uomini (che vivono in una condizione di sostanziale rimozione più o meno conscia), tutto ciò che essi reprimono è destinato prima o poi a fuoriuscire generalmente e non casualmente nelle occasioni e con le modalità meno opportune.
*********************************************************
Quoto…
Ethans(Quota) (Replica)
@@ Luigi –
A me personalmente è capitato parecchie volte di voler commentare incocciando nella dicitura: “non è possibile inviare commenti a quest’articolo”.
@@@@@@
A parte la solita censura verso chi è controcorrente, credo dipenda anche dall’interesse che l’articolo suscita nei lettori (che può essere pure scarso) e nel fatto che, per forza di cose, a un certo punto i commenti vanno “stoppati”.
Marco(Quota) (Replica)
http://www.paternita.info/lettere/uomo-vittima/
non so se questo articolo è già stato postato ,ripete ,a dire il vero ,più o meno quello che scriviamo su questo sito da tempo ,ma trovo emblematica e davvero coinvolgente la foto che ,forse ,vale più di mille parole
mauro recher(Quota) (Replica)
Bella foto: l’ombra lo schiaccia.
Leonardo(Quota) (Replica)
ho fatto leggere ad un mio amico sia di facebook che ,nella vita reale l’articolo sopra linkato ,e mi ha risposto in questo modo ,interessante a mio modo di vedere
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ho letto…
continuo a non sentire l’esigenza di affermare la parità tra uomini e donne
o meglio.. io penso che, indipendentemente dal sesso, ognuno dimostra di essere una buona o cattiva persona da come si comporta..
poi ci sono le scorciatoie..
chi si afferma come “superfiga” o “supermacho” sfrutta le doti più basse
le fortune che ci sono piovute addosso dalla nascita
senza dover impegnarsi più di tanto
credo nella meritocrazia ed in buona parte questa viene applicata nella società moderna
o almeno viene applicata dalla parte migliore, della quale avrei piacere di ottenere la stima
sinceramente non mi definisco un maschio dominante, ma allo stesso tempo non mi va di farmi inscatolare in una definizione che trovo riduttiva: “uomo beta”
tutto quà, non ho rimorsi o rancori per non essere un “vincente” in assoluto.. un leader.. ma ho anzi l’ambizione di migliorare e di poter ottenere i miei successi in futuro.. grazie ai miei sforzi e al mio impegno
mauro recher(Quota) (Replica)
Dopo l’incontro con quel giovane rumeno conosciuto casualmente durante l’attesa in un ufficio postale, di cui vi ho fatto cenno alcuni giorni fa, un’altra piccola ma secondo me significativa testimonianza, questa volta di una donna, rumena anche’essa.
Da qualche settimana questa signora sui cinquant’anni, originaria di Costanza, sul Mar Nero, viene a rassettarmi la casa. E’ una bravissima donna, seria, onesta, lavoratrice, madre di tre figlie, costretta dagli eventi (il crollo del regime comunista di Ceaucescu con il conseguente sconquasso economico-sociale, l’avvento del liberismo più sfrenato, la perdita del lavoro e delle sicurezze sociali che quello stesso regime, come mi ha spiegato lei stessa, comunque garantiva) come tanti altri suoi e sue compatrioti/e, ad emigrare per poter tirare avanti e assicurarsi una minimo di sicurezza per il futuro. Diciamo una “madre di famiglia”, con un’impostazione tradizionale, una che si rimbocca le maniche e contribuisce assieme al marito a tirare avanti la carretta. Insomma una “donna d’altri tempi, di quelle da prendere per moglie, senza troppi grilli per la testa”, avrebbe detto mio padre…
Tra una chiacchierata e l’altra mi domanda perché non mi fossi sposato ed io, tra il serio e il faceto, le rispondo che oggi in Italia per un uomo sposarsi equivale a mettersi da solo un cappio al collo aspettando che qualcuno tiri via lo sgabello. Lei annuisce molto seriamente e mi dice:”E’ vero, questa è la cosa più brutta del vostro paese” (invito a riflettere su questa sua immediata e istintiva risposta). E aggiunge:” Da noi in Romania non era e non è così. Quando due persone si separano la legge prevede che la casa si venda nel più breve tempo possibile e si divida il ricavato sulla base di quanto ciascuno dei due coniugi ha investito. Nessuno dei due è costretto ad abbandonare la casa finchè non sia stata risolta questa situazione”.
Inoltre (con mia grande sorpresa) mi spiega che dal momento in cui ci si separa legalmente, non si hanno obblighi di natura economica nei confronti del coniuge, anche se questi non avesse un’occupazione stabile (dobbiamo tenere conto che parliamo di un contesto, in qualche modo pur sempre figlio di quel “socialismo reale”, dove per le donne era assolutamente normale e scontato lavorare e non esisteva la cultura della “donna a casa e del marito al lavoro”, come è stato da noi per molto tempo) ma solo nei riguardi dei figli. Insomma, per farla breve, una volta che ci si è separati, ciascuno va per la propria strada.
“Qui in Italia – ha proseguito – per voi uomini la situazione è diventata intollerabile, non è possibile andare avanti così, la gente non si sposa più, non si fanno più figli, i rapporti fra donne e uomini sono incattiviti e le donne non hanno più voglia di fare nessun sacrificio. Nelle famiglie dove vado a lavorare (come collaboratrice domestica) le donne non fanno nulla perchè hanno voglia di fare nulla, i mariti sono sicuramente molto più collaborativi e disponibili”. E insiste:”Non è bello così, le donne qui da voi hanno troppo potere, fanno tutto quello che vogliono, sono troppo arroganti, e la colpa è anche degli uomini che non si oppongono”.
Ora, è vero che si tratta di una donna non più giovanissima, cresciuta ed educata secondo valori tradizionali (lavoro, casa, cura dei figli e della famiglia), che noi siamo figli di un’altra cultura, di un’altra mentalità, di un altro modo di concepire la relazione MM/FF e via discorrendo. Però, al di là di questo, è evidente che lei stessa ha percepito la condizione di profondo disagio e sofferenza degli uomini italiani.
Insomma dopo il giovane rumeno che mi spiega che le donne italiane sono inavvicinabili, una donna, rumena anch’essa, che si esprime in questo modo.
Casuale?…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
mi piace molto l’approccio dell’amico di mauro recher. Pragmatico, onesto, costruttivo. .
dia(Quota) (Replica)
@Dia:
Non avevo dubbi che tu fossi daccordo.. meglio non svegliare le coscienze e annuire sullo sdoganaree protrarre comportamenti soporiferi per le menti umani maschili.. can che abbaia.. non morde..
a mio avviso, Dia.. tu sei una nuova classe di Borg.. per usare un paragone hollywoodiano.. sei il T1000 della saga terminator..
Cosa ci sia di pragmatico nella citazione dell’amico di Mauro nei contesti espressi in questa sede è tutto da verificare.. Un pragmatista, in altre parole, sarà interessato a questioni di metodo o di fine nella misura in cui la loro risoluzione porta ad agire con profitto ed efficacia, attraverso un continuo rimando a premesse e circostanze concrete, tralasciando le sottigliezze meramente verbali. Al concetto tradizionale di verità teoretica come criterio di scelta tra diverse dottrine si sostituisce dunque la pratica utilità, intesa in senso ampio (fecondità per la vita religiosa e morale come per la scienza).(fonte Wikipedia) ora.. dove stia il nesso logico, dinanzi alla questione espressa è dato da ricercare nelle tue esclusive sinapsi.. inoltre di onesto c’è solo un menefreghismo egoistico che vede molti ometti zerbino e/o addormentati dal sistema di potere e dal nazifemdominismo attori compiacenti e non..
e per concludere.. cosa ci sia di costruttivo nel mantenere le proprie egoistiche opinioni è tutto da chiarire.. se tale dato fosse veritiero, molte persone qui non scriverebbero.. e Fabrizio Marchi sicuramente non avrebbe fondato questo sito..
Damien(Quota) (Replica)
Alcuni usano il termine di “approccio pragmatico” per descrivere l’atteggiamento di chi, per esempio, di fronte alla alluvione, sostiene che è un problema di scarpe asciutte o bagnate. Atteggiamento molto “andreottiano” e, come il “grande Giulio” ha dimostrato, segnala di solito che almeno lui, bene o male, nel disastro generale non ci sta così male: infatti lui è all’asciutto e ciò basta. Lo chiamerei con un altro termine però.
cesare(Quota) (Replica)
mi sembrava un commento sincero, quello citato da mr. Immagino che esistano uomini di vario tipo. Spero che non ne esista un solo tipo “giusto”, che si assume il compito di rieducare tutti gli altri. In realtà non c’era nessuna polemica nel mio breve intervento, scritto senza pensare. Scusate.
Borg? T1000? Non ho visto terminator quindi non ho colto il riferimento ma mi sa che è meglio così.
dia(Quota) (Replica)
@damien
infatti è quello che cerco di fare con gli amici più stretti ,risvegliare le coscienze ..prendiamo in esame l’amico in questione ,lo conosco da una vita ,abbiamo fatto le elementari insieme , lo chiamiamo “archimede” per la sua mente brillante ,sta sempre a fare esperimenti .sopratutto con gli strumenti musicali ,visto che la musica è la sua grande passione … per dire si è costruito dal niente una batteria ,lo stesso con una chitarra quasi fracassata , oltre si è costruito un telescopio ,ha distillato la birra ,insomma si da da fare ,eppure un tipo cosi ,con le donne ,non batte chiodo ,un pochino perchè complessato dalla sua altezza (anche se ,sicuramente ,non è un nano),da questo esempio si vede come il maschile oggi sia veramente in difficoltà , con le donne di oggi ,a mio parere ,si deve sempre dimostrare qualcosa e ,anche chi ha una mente brillante e ingegnosa come il mio amico ,davanti ad una donna ,non si trova a proprio agio …che Fabrizio abbia aperto questo sito e solo un tassello di una strada ancora molto lunga purtroppo ,il femminismo su questo ,certo non da una mano
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Fabrizio , non credo molto alla casualità di solito si dice che una voce è un sospetto ,due sono una certezza ,tanto per fare un esempio pratico ,alcuni sondaggi femministi dicono che il 95 % degli uomini non sa far funzionare una lavatrice ,sarà che sono fortunato ,tra i miei conoscenti tutti sanno come si fa …
mauro recher(Quota) (Replica)
come donna, mi dà fastidio, per esempio, quando leggo altre donne che mi dicono come dovrei pensare se non fossi “omologata”, “traviata”, “condizionata” ecc. da forze esterne (maschilismo) nemiche di tutte le donne.
Potrebbero esistere – mi chiedo – uomini che, pur non essendo ricchi, belli, potenti o alfa in qualsiasi altro modo, non si sentono “beta” ? Vi remano contro? Sono un male? Sono “sbagliati”?
dia(Quota) (Replica)
Dia, credo che sia necessario capirci sul concetto di uomo beta” che, per lo meno nella nostra accezione, non significa “sfigato”, frustrato, represso o “segaiolo”, ma semplicemente un uomo che per una serie di ragioni (magari anche diverse fra loro ma riconducibili allo stesso concetto) non appartiene alla categoria dei cosiddetti maschi dominanti.
Ne abbiamo parlato più volte ma evidentemente, essendo tu approdata solo in un secondo momento in questo sito, potresti non averlo colto nel significato che noi gli attribuiamo.
Il mio professore di filosofia del liceo era un uomo estremamente preparato e intelligente e ha lasciato un segno (positivo) sul sottoscritto e sicuramente su tanti altri suoi allievi. Ma era un uomo “beta”, nonostante la sua intelligenza, la sua cultura e il suo aspetto fisico assolutamente normale. Quindi era tutt’altro che un mediocre; al contrario, è riuscito a far appassionare agli studi filosofici tanti ragazzi, alcuni dei quali, probabilmente, si sono anche affermati nella vita quando sembrava che fossero invece destinati ad un futuro mediocre, subalterno se non addirittura marginale o violento.
In questa società quell’uomo lì è un “beta” (e soprattutto è considerato un “beta”, ma in una accezione diversa dalla nostra, cioè un poveraccio, uno che non è riuscito a fare di meglio che raccontare quattro frottole a un gruppo di studentacci che neanche lo stanno a sentire, un fallito da 1.500 euro al mese…) mentre un Francesco Totti o un Raoul Bova (cioè dei cazzoni avariati ma ricchi, famosi e pieni di soldi) sono degli “alpha” (e considerati come tali).
Spero che il mio solito banalissimo esempio (sono un campione in esempi banali, l’ho scoperto da quando ho fondato questo sito-movimento) sia sufficientemente chiaro ed esaustivo.
Di conseguenza, il considerarsi degli uomini “beta”, non è una diminutio; tutt’altro. E’ la fiera rivendicazione di un’appartenenza sociale e di genere che nulla ha a che vedere con i concetti di mediocrità e di, non so come chiamarla, “sfigataggine” (a parte il fatto che non ci sarebbe e non c’è nulla di male ad essere “sfigati”, anche nell’accezione più classica e volgare di questo termine), né tanto meno con quelli di omologazione o massificazione.
Per questa ragione non convincono neanche me le parole di quell’amico di Mauro, perché mi sembrano più che altro il tentativo a livello individuale di “chiamarsi fuori”, di rivendicare la propria alterità, la propria “diversità” (ma nella maniera sbagliata, a mio parere), pensando in questo modo (più che altro illudendosi) di non essere comunque parte di quel contesto sociale al quale tutti, piaccia o meno, apparteniamo (il che non significa condividerlo). Pensando (o appunto sperando) di poter vivere una sorta di unicità, di condizione “altra” rispetto a quella di tutti gli altri. A mio parere è una difesa a livello psicologico e, come ripeto, il tentativo di poter “volare sopra” la realtà, illudendosi che questa possa essere bypassata.
Quindi sbaglia profondamente il nostro amico (che nel 90% dei casi è un uomo beta) nel sentirsi “inscatolato” in una definizione che lui stesso dice di trovare riduttiva. Mi sento presuntuosamente di dire che forse non ha colto nel modo appropriato ciò che intendiamo affermare con il termine “uomini beta”. Quando non si sentirà più “inscatolato” vorrà dire che sarà un po’ più libero e allora accetterà molto più serenamente di considerarsi un “uomo beta”…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Dia@”Potrebbero esistere – mi chiedo – uomini che, pur non essendo ricchi, belli, potenti o alfa in qualsiasi altro modo, non si sentono “beta” ?”
Il maschiopentito (http://www.maschiselvatici.it/archivio/accadeoggi/pentito.htm) è il prototipo del poveraccio che si fa zerbino entusiasta della “liberata” e di cui scrissi sul finire del secolo scorso. Il poveraccio che per istinto ha sempre piegato la testa davanti al potere come unica via per stare a galla: per non perdere il lavoro, i figli, la donna, la casa, l’immagine pubblica, la libertà stessa. E non può che autoconvincersi di vivere nel migliore dei mondi possibile. Suo paradigma è lo zio Tom. E sono la stragrande maggioranza. E non lo sanno. Sono loro che a suo tempo e anche oggi suscitano nei maschi di cuore e di ragione l’impulso alla ribellione e al soccorso in favore di tutti quelli ai quali chi ha il potere ha rubato e ruba prima di tutto la dignità. Per poi rubare il resto, vita compresa, come nella Storia è sempre successo. E alle masse di maschi impoveriti e senza lavoro del Mondo, da parte delle elites al potere in Occidente, oggi si sta facendo di tutto; anche contro il loro spirito, la loro identità. Ripeto: si sta facendo scientemente di tutto, persino fin sui banchi di scuola, dalla più tenera età, affinchè, intimiditi,colpevolizzati, degradati e disorientati, possano essere massa di manovra sottomessa ed espropriata di qualsiasi capacità critica e di resistenza. Io mi impegno per loro perchè conosco e riconosco il dolore maschile e perchè so che per quanto da sempre non abbia limiti è il dolore che abita da sempre il silenzio.
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cesare(Quota) (Replica)
Diciamo che per quello che mi riguarda, l’uomo beta si contrappone benissimo alla nazi femminista, cioè un uomo subordinato alla donna dominante, che può essere inteso anche al di fuori dalla posizione sociale (che comunque conta moltissimo). In fondo a me, play boy come Califfano, Gerry Calà o Giggirizzi mi sembrano patetici quando si vantano di aver avuto tante donne, e pure Berluska con queste escort mi sembra un pupazzo con il sorrisetto del maschio che è figo perché scopa…
Leonardo(Quota) (Replica)
grazie a fabrizio, per il necessario chiarimento sulla definizione di “beta”.
riguardo al commento dell’amico di mauro, in fondo la mia domanda era un’altra però. Riguardava il suo “continuo a non sentire l’esigenza di…”. Ed era: “Se un uomo non vive come una minaccia l’attuale stato di cose, e quindi non sente l’esigenza di un movimento che lo difenda, o lo aiuti a prendere consapevolezza, o comunque vogliamo riformulare gli obiettivi di un movimento di questo tipo, è automaticamente in errore (se non peggio, un nemico); oppure è un uomo che ha cercato e trovato strumenti diversi per affermarsi (alcuni li elenca – creatività, intraprendenza sperimentazione, ecc.)?”
E’ necessariamente “delusional” (un povero illuso a cui è stato fatto il lavaggio del cervello)?
Io mi sono riconosciuta nelle sue parole, ma forse sono anch’io una povera illusa – direbbero le femministe – che non mi accorgo di come sono discriminata!
dia(Quota) (Replica)
il 95 % degli uomini non sa far funzionare una lavatrice.
EMBE’?
Il 95% delle donne non sa cambiare una gomma alla macchina.
Vediamo quale delle due competenze sarà più utile quando capita di bucare a notte fonda in una periferia deserta.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
“…oppure è un uomo che ha cercato e trovato strumenti diversi per affermarsi (alcuni li elenca – creatività, intraprendenza sperimentazione, ecc.)?” (Dia, riprendendo le parole dell’amico di Mauro…).
E questo cosa significa? Forse che noi siamo per deprimere la creatività, l’intraprendenza e la sperimentazione?…
Con un pizzico di presunzione mi sento di affermare che questo movimento è proprio il risultato di quella creatività, intraprendenza e sperimentazione (non solo del sottoscritto, sia chiaro, ma di tutti coloro che lo animano con il loro contributo di idee e di intelligenza) di cui parli tu. Se non fossimo intraprendenti, creativi e amanti della sperimentazione non saremmo qui a fare quello che facciamo. Piuttosto faremmo il verso alla vulgata dominante. Non trovi?
Ciò detto, Dia, noi non pretendiamo di essere i detentori della Verità Assoluta. L’unica “pretesa” che abbiamo, se così vogliamo definirla, è quella di poter esprimere le nostre opinioni e spiegarle agli altri che sono naturalmente liberi di accettarle, confutarle o rigettarle.
Poi se mi chiedi cosa penso di quegli uomini (beta) che dicono che “non sentono l’esigenza di un movimento che li difenda, o li aiuti a prendere consapevolezza perché non vivono l’attuale stato di cose come una minaccia, oppure perché hanno cercato e trovato strumenti diversi per affermarsi”, come dici tu, io ti rispondo che secondo me si prendono per i fondelli, consapevolmente o meno, che questa è una tipica operazione di autodifesa psicologica che invece palesa, per chi la vuole e la sa leggere, una grande fragilità. Ma questa è appunto la mia opinione.
A mio parere l’amico di Mauro è uno di quei tanti uomini “beta” che cerca di fuggire psicologicamente la propria condizione attraverso un percorso di tipo individualistico che solo apparentemente è il risultato di una elaborazione soggettiva, mentre in realtà è una sorta di via di fuga che il “sistema” gli lascia (e al quale è del tutto funzionale).
Mi spiego meglio. Sai quanti uomini mi dicono:”Ma io non sono né un alpha né un beta, sono un gamma, sono un omega ecc. ecc. e non mi sento di “inscatolarmi” in questa o in quella categoria”. Guarda caso tutti quelli che ragionano in questa maniera sono uomini beta. Non troverai mai un uomo “alpha” che non rivendichi il fatto di essere tale; anzi, ne va fiero.
C’è bisogno che continui nella spiegazione o l’esempio può essere sufficiente?
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
può essere sufficiente, credo.
dia(Quota) (Replica)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/11/12/visualizza_new.html_640160985.html
Leggere questo articolo mi ha fatto riflettere. Un uomo è stato distrutto psicologicamente da un cosiddetto scandalo sessuale, o meglio dall’accusa di una presunta violenza sessuale rivelatasi poi infondata. Poche settimane sufficienti però a distruggerlo. Ricordo quando fu tradotto in manette in carcere davanti alle telecamere di tutto il mondo. Non sarebbe accaduto con la stessa esposizione mediatico-scenografica, se fosse stato incriminato per bancarotta fraudolenta, per appropriazione indebita o per qualsiasi altro reato legato al suo incarico, neanche se con i soldi dell’FMI avesse finanziato un colpo di stato in qualche paese del mondo.
La sua reazione psicoemotiva sarebbe stata la stessa se fosse stato incriminato per i suddetti reati? Non credo. Avrebbe continuato serenamente la sua vita di sempre, cercando di risalire la china, di recuperare il terreno perduto, magari riaffacciandosi sulla scena politica. E invece è stato devitalizzato, spappolato psicologicamente. Lui stesso ora ammette, anche se in camera caritatis, di essere “malato”. Bah, ne conosco veramente tanti che hanno la sua stessa malattia, ma veramente tanti …
Sia chiaro, non mi stanno a cuore le sorti dello Strauss-Kahn esponente (ormai ex) del mondo bancario e della finanza internazionale, è evidente, ma dello Strauss-Kahn uomo. Perché, come ho già detto nel video, per un DSK ci cono centinaia di migliaia, milioni di uomini che rischiano di fare e spesso fanno la stessa fine. Con conseguente ben peggiori delle sue che comunque è uno che casca in piedi. Ma per la maggior parte degli uomini non è così.
Ricordo un bel film di Sidney Pollack dal titolo “Non si uccidono così anche i cavalli?”. Mi viene da dire:”Non si uccidono così anche gli uomini?”
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
il 95 % degli uomini non sa far funzionare una lavatrice.
Però sono i maschi i padri degli elettrodomestici e di tutte le scoperte che hanno permesso la robotizzazione delle attività domestiche.
cesare(Quota) (Replica)
E’ l’immortale punto di vista soggettivo.
Io non ho l’Aids, quindi l’Aids non è un problema.
Non sono sotto tortura, quindi la tortura non esiste.
Non mi hanno mai giustiziato, perciò la pena di morte non c’è. Non sono una balena quindi la scomparsa delle balenottere non mi interessa…
.
Ho già sottolineato questo fatto un gran numero di volte.
Ti puoi interessare di qualsiasi cosa, nessuno la butterà sul soggettivo (“Si occupa di paleontologia: probabilmente è uno zombie…).
Ti occupi di QM? Vuol dire che hai qualche “problemino”, Io non ho “problemini” quindi la QM non esiste.
.
E’ dura.
.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Lavatrici: il 100% dei maschi single sa usare perfettamente la lavatrice.
Io ne ricaverei un qualche grave insegnamento…
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Fabrizio@”Non si uccidono così anche gli uomini?”
La delegittimazione scientifica del nemico da un lato e la legittimazione scientifica dei propri delitti dall’altro, è la via maestra dei regimi e delle idoelogie criminali. Vedi il ‘900. Il femminismo, nella sua involuzione femdominista, sta seguendo la stessa strada: quando l’imposizione della cieca volontà e interesse di parte richiede la mistificazione di ogni principio di civiltà, la scienza è la prima “in vendita” cui si può chiedere aiuto.
cesare(Quota) (Replica)
un commento di facebook
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xxxxxxxxxxx la cosa più sorprendente è che gli uomini stiano ancora zitti di fronte a questa guerra di maschi contro tutte e tutti. Solo noi abbiamo sempre qualcosa da ridire GIUSTAMENTE. Ma gli uomini sono davvero dei vigliacchi. Escono dalla porta di servizio, come il silvio
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se diciamo qualcosa o siamo censurati o siamo dei maniaci , e ci prendono pure per vigliacchi (senza contare il solito paragone con il Silvio nazionale sei un operaio o un ,muratore ,in quanto uomo ,sei uguale a Silvio) ,proprio vero Fabrizio ,cosi si uccidono gli uomini
mauro recher(Quota) (Replica)
@-
e ci prendono pure per vigliacchi
@@@
Il bue dice cornuto all’asino…
Bah…
Marco(Quota) (Replica)
Tuttavia il livello di stupidità che raggiungono certi “uomini”, è superiore anche a quello della più cretina delle femministe.
>>
http://27esimaora.corriere.it/articolo/ministri-donna-si-competenti-e-un-uomo-allistruzione/#comments_list
Il vero sessismo…
14.11 | 21:02 valerio01
E’ denigrare le quote rosa. Che non sono uno strumento per mettere “una donna incompetente al posto sbagliato”. Ma per permettere alle donne competenti, più competenti dei loro colleghi maschi, di lavorare e far carriers, nonostante la pressione del maschilismo che le vuole sempre a casa o in ruoli subordinati e che se non corretto con iniziative di affirmative action, potrerebbe a non dare mai una chance a una donna, indipendentemente dalla sua competenza.
Andrea(Quota) (Replica)
sì, il commentatore valerio lo ricordo. Se la 27ora ha un ufficio stampa, lui è il capo. La 27ora mi ha sorpreso. Ha lasciato che pubblicassi diversi commenti sulla violenza delle donne, dimostrando una notevole (per me commovente) apertura. Poi, alla fine, forse per sfinimento (posso sfinire, a volte) non ha passato quello col link a violenza-donne. Comunque, lì ci sono persone (donne in questo caso) che lavorano sodo, e a mezzanotte trovano il tempo di scrivere a un’utente per spiegarle perché uno dei suoi commenti non è comparso. E’ già molto.
Purtroppo, lì come su Terragni, ci sono uomini che intervengono a raffica, postando cento commenti – cento sui 150 che il thread riceve, per esempio – pieni non di insulti ma di grida e punti esclamativi. Questi uomini non aiutano quelal che legittimamente sentono come una “causa”. (Il commento vale anche per me, che a volte dovrei controllare il mio impulso a intervenire.)
dia(Quota) (Replica)
p.s. quella sull’ufficio stampa era una battuta.
dia(Quota) (Replica)
nonostante la pressione del maschilismo che le vuole sempre a casa o in ruoli subordinati e che se non corretto con iniziative di affirmative action, potrerebbe a non dare mai una chance a una donna, indipendentemente dalla sua competenza.
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Questo è un altro che crede alle favole per adulti che ci racconta quotidianamente mamma tv.
Alessandro(Quota) (Replica)
nonostante la pressione del maschilismo che le vuole sempre a casa o in ruoli subordinati
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Se la donna fa i figli deve stare pure un pò in casa, credo. Ma per chi vuole il sesso ludico e non figli è il vero problema, è inutile che si lamentano. Poi dicono che le donne quando hanno smesso di lavorare devono sbrigare pure le faccende di casa, è un contraddirsi continuo. Queste sono davvero schizofrenogene (termine che sta ad indicare “chi provoca schizofrenia agli altri”)
Leonardo(Quota) (Replica)
Il giornalista Andrea Romoli nella rubrica Costume e società, di martedì 15 novembre 2011, TG 2 delle 13.00, firma l’ultimo servizio in rubrica. Un bel servizio. Il servizio propone la rievocazione storica del viaggio in treno che i soldati compivano dalla stazione di Nova Goriza a Caporetto per poi inoltrarsi al fronte nei massacri della prima guerra mondiale. Ecco in video il treno a vapore che carica i soldati nelle divise di allora, ecco la stazione: tutto come un tempo,il commento è affettuoso e solenne, e un pò mi commuove la memoria di questo terribile sacrificio della vita di tanti giovani maschi. Finchè ecco, arriva la frase che mi fa restare di stucco: a commento del viaggio della memoria della tradotta militare Andrea Romoli dice che “rivive la storia straordinaria e tragica degli uomini e delle donne che combatterono la prima guerra mondiale”. Delle donne!? e quando mai donne finirono da soldati nelle trincee di qualunque guerra? Invece secondo questa nota di Romoli, nella prima guerra mondiale la tradotta trasportava al fronte le donne e gli uomini.
Domanda: il TG2 prevede una sezione distaccata del Ministero della Verità anticipato da Orwell nel romanzo “1984”? Andrea Romoli come il protagonista del romanzo Winston Smith, ha il compito di riscrivere i documenti storici censurando qualunque informazione che non rispecchi la linea imposta dal regime, oggi femminista? Quanti media italiani, si stanno attrezzando per aprire sezioni del Ministero della verità femminista?
Vedi al minuto 13, e 30 secondi del video all’inidirizzo seguente
(http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/RUBRICHE/PublishingBlock-ca75d386-ac8b-479f-bb73-7dfd4cd43d8d.html)
cesare(Quota) (Replica)
Cesare, non c’è nulla da fare! La smania di accreditarsi come politicamente corretti agli occhi dei padroni del vapore è troppo forte. Non importa se si ribalta la verità, non importa che finisce che i ragazzi ci credono davvero, anzi importa perchè è così che vogliono sia riscritta la storia. Come fece Stalin nel suo libro “La storia del partito comunista sovietico” , con le parole e con le foto. Celebre quella dalla quale fu cancellato Trotsky che invece era accanto a Lenin su un palco. Così è.
armando
armando(Quota) (Replica)
Lo metto qui: su ciò oche paralizza gli uomini:
http://www.repubblica.it/scienze/2012/01/26/foto/il_volto_del_male-28794347/1/
Va bene che è una di quelle ricerche universitarie che di solito dicono fesserie. Raffigura la ricostruzione del volto di una bella ragazza che rappresenterebbe lo psicopatico assoluto; dopo una lunga ricerca…
Non confondere “psicopatico” con “psicotico”: il primo è un delinquente, il secondo un malato.
Leonardo(Quota) (Replica)
Questa è una risposta data altrove al sottoscritto, da un appartenente (?) al sesso maschile.
Risposta che la dice lunga (non che ce ne fosse bisogno, eh…) sul pietoso stato in cui versa la massa maschile. Del resto, non a caso, mi chiedo da anni chi me lo faccia ancora fare di perder tempo per dei simili idioti. Ma va beh, lasciamo perdere e tiriamo avanti.
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mi dia pure del lei, non sia mai il suo tono confidenziale faccia credere a persone ignare che io e lei ci conosciamo… meglio mantenere le distanze, non crede? É veramente esilarante… io non ho bisogno di far bella figura davanti a nessuna donna, esprimo solo il mio pensiero. Ora credo seriamente lei abbia qualche problemino… ma dov’è cresciuto nella giungla? Io non mi sono mai posto il problema di chi sia più intelligente, più in gamba o più abile tra uomo e donna… io con loro mi completo, mi diverto, e loro si divertono con me… è uno scambio più che equo. Sono le donne ad offendere? Io qui ho solo letto offese da parte di un tale **********, ed ho trovato i commenti di tutte queste donne piuttosto pacati… ma per favore, si risparmi pure il “sapevo che sarebbe arrivato il cavaliere” lei scrive un sacco di STRONZATE..
Copio il testo: (“La storia ci insegna che ci sono state grandi donne che hanno saputo, non solo tener testa ai ruoli relegati ai soli uomini, ma addirittura superarli”.
Ma la storia insegna soprattutto il contrario, caro amico; anzi, quasi esclusivamente il contrario.)
Ribadisco che non siamo amici. Certo che si che spesso, la storia, ha dimostrato il contrario, perché gli uomini come lei non hanno dato mai possibilità di emergere, cercando di schiacciarle con la forza, nonostante ciò, ce ne sono state, e ce ne sono ancora, di grandi femmine… altroché: Indira Gandhi; Margaret Thatcher; Sara Simeoni; Rita Levi-Montalcini; Deborah Compagnoni; Irene Pivetti; Angela Merkel; Joanne Kathelen Rowling; Valentina Vezzali; Margherita Hack… potrei citarne tante da far scomparire, per lunghezza, i suoi articoli…
Bisogna anche considerare che in passato, per le donne era molto più difficile dimostrare la propria intelligenza, la chiesa aveva soprattutto un ruolo politico, e si sa… la chiesa è maschilista per eccellenza. Preferisco non immaginare che fine facevano le donne intelligenti nel medio evo.
Le donne sono una bellissima invenzione… ma dico: ha mai provato a toccarne una? Guardi che è molto piacevole… 😉
Ce ne sono di donne stupide, ne ho conosciute, così come, ho conosciuto donne scaltre, leggendo i suoi post e le risposte delle donne qui, non posso far altro che confermare la tesi che le donne stanno sostenendo in questo gruppo. Lei è un autolesionista.
P.S. mi scuso per la risposta poco celere, le notifiche non mi arrivano, forse vengono filtrate in base all’importanza.
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Dico, ce ne fosse uno di questi poveri idioti, che non se ne esca fuori con simili puttanate.
Hanno il cervello letteralmente atrofizzato.
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Le donne sono una bellissima invenzione… ma dico: ha mai provato a toccarne una? Guardi che è molto piacevole… 😉
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Sandro2(Quota) (Replica)
Dico, ce ne fosse uno di questi poveri idioti, che non se ne esca fuori con simili puttanate.
Hanno il cervello letteralmente atrofizzato.
(Sandro2)
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Anni fa non l’avrei mai detto né scritto, ma ultimamente mi sto ricredendo anch’io sugli uomini, nel senso che sto prendendo amaramente atto del fatto che la stragrande maggioranza degli uomini è realmente limitata e succube delle donne, e non credo si tratti solo di un qualcosa di indotto dalla società capitalista o dall’ideologia femminista.
claudio(Quota) (Replica)
Tanto per allietarvi la giornata, eccovi un rapido scambio di battute con un mio “amico” (si fa per dire) di Facebook.
“amico”: (affermazione senza importanza con aggiunta di disprezzo per il “maschile”, in generale)
MP: “amico”, io non capisco questa tua insistenza a voler sminuire il genere a cui appartieni. Se essere un uomo ti fa schifo, be’, sono affari tuoi. Ma a me non fa schifo per niente, anzi. E quindi quando dici certe cose sul “maschile”, in generale, stai parlando anche di me e non mi piace. Io non ho nessuna colpa per il solo fatto di essere un uomo. Forse è il caso di cominciare a dirlo, altrimenti si rischia di prendere delle derive che non portano a niente di buono.
“amico”: Caro Marco Pensante, pensaci bene: se uno nasce a Napoli, solo per questo è un mariolo? Sto parlando anche di te? Ma, se non ti conosco, come posso parlare di te? Così come ci sono cani e cani, ci sono uomini e uomini. Poi, c’è un contesto storico-sociale. Nell’attuale contesto italiano, essere maschi, come dici tu, è una vergogna. Ma, questo non significa essere contro i maschi. Pensante, pensaci.
MP: Addirittura una vergogna? E di cosa dovrebbero vergognarsi, tutti e circa 30 milioni di maschi italiani?
“amico”: Di non vergognarsi.
Io non ho intenzione di proseguire il discorso, anche perché sono senza parole.
Però mi sono fotografato dopo aver letto l’ultima risposta:
Marco Pensante(Quota) (Replica)
http://cache.ohinternet.com/images/thumb/7/73/JeanLucPicardFacepalm.jpg/615px-JeanLucPicardFacepalm.jpg
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Grande Marco, se ti raccontassi tutto quello che vedo e che sento dire dai nostri colleghi di genere…lasciamo perdere, va, che è meglio…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
..ometti zerbino… jean luc Picard.. le naziborg.. a quando un film
ecco questi zerbini sono al gunzaglio delle naziborg.. e sono i perche avremo da lavorare parecchio.. i loro pensieri sono frutto dell azione femminaziborg.. nulla di nuovo.. eroico il tuo intento a portarlo verso lumi di ragione che difficilmente potra’ rivedere..
Damien(Quota) (Replica)
ma infatti la vergogna di appartenere al genere maschile è la prima pietra verso il volere delle femministe,d’altronde con la gran cassa mediatica che ogni volta ti ricorda che maschio è cattivo ,un pochino mi ricorda la scena di 1984 di Orwell con la televisione sempre sintonizzata su un unico canale e non si poteva spegnere …
sia chiaro che ,in definitiva ,il vergognarsi del genere di appartenenza è un azione di difesa ,per dire io sono diverso da loro ..usano lo stratagemma del “lecchino” ,beh io amo usare un altro metodo che è quello del confronto ,si passa da sfigati ,ma pazienza
mauro recher(Quota) (Replica)
Giustissimo Mauro, il sottinteso è sempre “ma IO sono diverso, IO sono l’unico uomo buono in mezzo a questi porci”. Gratta tutti i discorsi politicamente corretti dei paladini, dei maschiliplurali e compagnia, e ci troverai un semplice messaggio: “Donne, non datela a LORO, datela A ME.”
Marco Pensante(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/03/04/maschi-pentiti-crescono/
mauro recher(Quota) (Replica)
secondo me se lavorano uomini e donne ci saranno coppie che lavoreranno e altre senza occupazione senza contare che il se lo fanno le stesse donne che non vogliono sposare un disoccupato o uno con uno stipendio inferiore al loro e poi quelle coppie che vanno contronatura perchè non vogliono figli o a malapena solamente un figlio/a peccato se muore addio si rimane soli
pietro(Quota) (Replica)
a proposito di maschi pentiti ,mi sto gustando un simpatico duetto tra due “pentiti” (anche se sicuramente uno meno ,tanto meno ,dell’altro ) sul solito blog ,qualche volta fanno anche sorridere ,chissà il perchè ,ma questo mi ha fatto venire in mente una vignetta ,vista su “cuore” tanti ,tanti anni fa (si diventa vecchi;( )
Praticamente c’erano Fini e la Mussolini (erano insieme a quell’epoca) che prendevano la rincorsa per spostare i confini nazionali e quindi dovevano pure spostare le montagne della Slovenia ,che in risposta gli dicevano:”Dei confini non ci interessa niente, ma vedere due fascisti che si rompono le ossa ,è sempre un bel vedere ” …
non so ,ma vedere due maschi pentiti che litigano è sempre un bel leggere …peccato che non si rendano conto che li stanno prendendo per il naso tutti e due …
mauro recher(Quota) (Replica)
quello che paralizza gli uomini, è la paura dell’isolamento da parte degli maggioranza degli uomini stessi, che preferiscono atteggiamenti gattopardeschi di affiliazione femminista, piuttosto che un confronto leale e magari conflittuale con l’altro sesso.
basta dare un’occhiata all’agenda politica per farsene un idea…
Immagino poi che ciascuno di noi abbia toccato l’argomento con amici o provato a pubblicare questi temi in ambiti pubbilici con il solito risultato:
– qualche femminista che reagisce violentemente negando fatti e tirando fuori rivendicazioni
– la quasi totalità di uomini che sviano la discussione pur di non esprimere opinion politicamente scorrette
– uno/due maschietti che si ergono a difensori (cavalieri senza cavallo) della causa femminile pur di guadagnare consenso
In ogni caso vi giro alcuni links molto interessanti per chi mastica un po’ di inglese, e vi consiglio di iscrivervi.
ciao
http://www.youtube.com/user/girlwriteswhat/
http://www.avoiceformen.com/
http://antimisandry.com/
http://www.angryharry.com/
fabrizio(Quota) (Replica)
quello che paralizza gli uomini, è la paura dell’isolamento da parte degli maggioranza degli uomini stessi, [fabrizio]
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Sì, in linea di massima è vero quanto evidenzi, ma se parliamo di uomini comuni e non appartenenti alla categoria dei giornalisti, dei magistrati, dei politici o degli intellettuali, va evidenziato (una volta di più) che all’origine della “paralisi” maschile c’è una TOTALE inconsapevolezza in merito a certe questioni, in almeno il 99,999% dei casi.
Ad esempio, gli unici uomini che si interessano di QM, che io abbia mai conosciuto, “risiedono” proprio qui, sul web, ma nella vita di tutti i giorni non mi è MAI capitato di incontrarne uno che sia uno.
Ed anche i pochi con i quali mi è capitato di trattare certi argomenti (in maniera limitata…), è stato solo perché sono stato io a portarceli, ma di loro NON tiravano fuori assolutamente nulla.
Ci credo che poi le donne prendono sempre più piede: nel quotidiano, a scuola, sul lavoro, in famiglia, non esiste un reale contraddittorio.
E questo è anche il motivo principale per cui ho sempre preferito starmene per conto mio, proprio perché so chi e cosa sono gli uomini (e le donne) odierni.
Troppo lunga (per me) la strada da fare.
Fabio C.(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/04/04/gruppi-di-uomini-pentiti-nascono/
credo che qui sia la sezione più adatta …
mauro recher(Quota) (Replica)
Ho suggerito ad un mio amico Maltese. che fa tatuaggi, di proporne uno particolare a questa tipologia di “clientela”, da tatuare sulla schiena:”WELCOME!” carattere Verdana o Sans Serif.. size 30 o piu’…o uno piu’ piccolo, sobrio: “WW” (Welcome Women), da non confonderlo con la famosa casa automobilistica tedesca,da tatuare in altre parti del corpo.. un figurone sicuramente..
Visti gli sviluppi, la penuria di Uomini e la nascita di siffatti movimenti, credo che sia un buon suggerimento per i futuri affari…
Damien(Quota) (Replica)
Ivo il Tardivo:
Siiii che bello!
Finalmente noi maschietti potremmo parlare con le divine donne da cui attingere a piene mani ogni sapere! finalmente potrò avere tutte le conoscienze per diventare un ometto perfetto! che gaudio! che tripudio! che soave sensazione!
Alla gogna questi maschilisti che non capiscono le donne, vere fautrici del nuovo millennio, coloro che donano la vita, che sanno fare piu’ cose insieme.. io le ammiro estasiato, peccato sono nato uomo.. mi sarebbe piaciuto essere donna, ma almeno adesso, grazie a questa associazione, potrò servirle ed ammirarle come si confà ad un vero ometto..
Grazie Gabriele&Jacopo, mi avete dato speranza di un futuro migliore, per un ometto migliore.
Anzi! se posso, vorrei sponsorizzare in qualche modo questa iniziativa che trovo FA-VO-LO-SA!! basta che mettiate il link del mio nome nel vostro sito web!
Ciao a presto e augurissimissimi… W le donne!
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Questa è terribile, per me suona come fantascienza; capisco perché non sono mai riuscito a rapportarmi con le donne. Secondo voi sto Ivo il tardivo lo fa apposta sperando che qualcuna gli faccia l’elemosina con qualche bacio o qualcosa di più?
Perché quando mi trovo a parlare con altri uomini non mi è mai capitato di sentire simili leccate spregevoli, al limite un esagerata passione per la dea fica…
Leonardo(Quota) (Replica)
a dire il vero Leonardo .sembra una presa per i fondelli ,più che altro lo spero , se tutto fosse vero sarebbe ,come dici te,da “fantascienza ” ,perchè se siamo a questi livelli ,altro che strada in salita
mauro recher(Quota) (Replica)
@Leonardo e Mauro:
Devo dire che mi sono meravigliato molto come voi, non pensavo che si fosse arrivati a tali punti.. ma credetemi.. questo ivo il tardivo è stato fantastico… una presa per il qlo fatta ad arte..
Il sito sicuramente avrebbe censurato il suo commento, ma il tipo sembra sapere il fatto suo..
Avete letto che dice? c’è un passo importante:
“…modo questa iniziativa che trovo FA-VO-LO-SA!! basta che METTIATE IL LINK DEL MIO NOME nel vostro sito web!”
dico.. avete provato a lasciare il puntatore del mouse sul nome “ivo il tardivo”??. ora provate a cliccare il suo nome..
Avete capito? il tipo sa il fatto suo! ha gabbato la moderatrice femminista facendo passare indenne il suo messaggio, a presa di fondelli…ovvero gli ometti ZERBINI!! UN GENIO!
Damien(Quota) (Replica)
Bravo, Ivo il tardivo, quando si dice pubblicità subliminale (e ironica presa per i fondelli)
Leonardo(Quota) (Replica)
Ecco un altro vecchio fallito, perennemente impegnato a leccare il culo alle femmine e ad attribuire loro pensieri e capacità che le suddette non hanno, e che albergano solo nelle menti malate di questi succubi.
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http://carta.ilmessaggero.it/viewrubrmsgr.php?file=/WGERVASO.inc&type=STANDARD&keyword=
Martedì 17 Luglio 2012 Chiudi chiudi finestra
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Caro signor Gervaso, dato che lei di donne sa tutto, non potrei chiedere ad altri questo: cosa si regala all’amante? Benché abbia occasionalmente tradito mia moglie, non ho mai avuto un’amante prima d’ora che mi trovo a vivere un grande amore, all’età di 56 anni, per una ragazza speciale. È stato difficile sedurla, e molto difficile è trattenerla, anche se lei dice di amarmi. Vivo questa situazione con tutto l’imbarazzo e l’imbranataggine del caso, commettendo un errore dopo l’altro. Non faccio che renderla scontenta e farla soffrire perché non le dedico abbastanza tempo. Per il resto, non mi chiede nulla, mentre io vorrei darle tutto, ma ho moglie, figli e una professione che non mi consente fughe. Non so cosa fare. Tra poco sarà il suo compleanno e vorrei farle una sorpresa, renderla felice. Con un regalo? Vorrei una bacchetta magica per offrire una svolta a noi due. Ma quale?
E. T.- Firenze
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Caro amico, chi le ha detto che in fatto di donne io sappia tutto? Io non ne so niente. Le ho finalmente capite quando ho capito che erano incomprensibili, come sfingi. Sfingi con segreti che si rivelano solo fra di loro. La forza delle donne è l’indecifrabilità, l’arte, ineguagliabile, di simulare e dissimulare. È più facile capire cosa pensi Veltroni che cosa pensi una donna. Chi dice che le donne non pensano, è un imbecille o un illuso. Pensano a tutto e a tutto il suo contrario. Io le ho definite «demoni senza i quali la vita sarebbe un inferno». Ma è un infermo anche con loro, come per loro lo è con noi. Il matrimonio ci insegna tante cose. Soprattutto che potevamo farne a meno. Se pochi ne fanno a meno è perché nella convivenza suggellata dal crisma sacerdotale o civile temono di perdere la libertà. Ma è un calcolo sbagliato, ché il matrimonio non è solo una gabbia, ma anche un rifugio. E, ciò che più conta, ci dà l’ineffabile piacere dell’adulterio che può essere una salutare evasione (e mi sta bene) o un’altra schiavitù (e mi sta malissimo). Il fedifrago è un uomo che ama i paragoni, ma anche un uomo condannato ai lavori forzati.
L’amante è sempre più esigente, gelosa e possessiva della moglie, come mia moglie, di cui sono diventato il misirizzi. Pretende l’impossibile e, se non l’ottiene, ti chiede tutto il resto. Non sono mai stato uno stinco di santo, considero la fedeltà un forte prurito con la proibizione di grattarsi e l’adulterio, purché saltuario, la più deliziosa delle evasioni. Per fortuna gli uomini fedeli e le donne fedeli non si sposano mai fra di loro e questo, soprattutto oggi, con la globalizzazione, favorisce il tradimento.
Lei ha 56 anni e la invidio. Un po’ meno invidio i suoi sforzi per legare sempre più a sé la «ragazza speciale». Le ragazze «speciali» sono pericolosissime perché, se non sei speciale anche tu (mi auguro che lei lo sia) ti tengono sulla corda. Una corda senza rete, più tirannicamente di quelle «normali». Capisco il suo imbarazzo e la sua imbranataggine. È difficile essere se stessi quando si è innamorati. Si perde ogni disinvoltura, si diventa goffi, si scoprono involontariamente le carte che non siamo più noi a distribuire o a truccare, ma lei, la nostra spasimata. La sua è scontenta e soffre, e lei soffre ancora di più. Un gran brutto impasse, un vicolo cieco, dal quale deve assolutamente uscire. Si ricordi, se ancora non ha perso la memoria, che Eva, dacché mondo è mondo, vuole Adamo tutto per sé. Salvo, a sua insaputa, ingannarlo con un altro.
La «ragazza speciale», proprio perché speciale, non si rassegna ad essere l’altra. Vuole essere la sola. Per appagarla e risparmiarsi le sue reiterate querimonie, tagli la testa al toro, prima che sua moglie tagli un bene non meno prezioso a lei. Scelga: o resta con la sua legittima compagna o si separa, divorzia da lei. Valuti bene i pro e i contro e poi decida. La passione, più forte dell’amore, compreso quello coniugale, è meno duratura di questo. Prima o poi si spegne o, comunque, si stempera. Basta avere pazienza, virtù rara quando siamo usciti di senno e crediamo che i sogni si avverino e i miracoli del cuore si compiano.
Nell’attesa, in mancanza di una bacchetta magica, vediamo cosa regalare alla «ragazza speciale». Cosa le piace? Se le piace leggere, e ancora non l’ha letto, le consiglio l’Ars amandi di Ovidio e il Kamasutra di Vatsyayana, due maestri dell’Eros, e l’indiano anche geniale suggeritore di posizioni. Alcune sono acrobatiche e gliele sconsiglio (la più ardita mi fece finire al Pronto Soccorso con una prognosi di trenta giorni, salvo complicazioni. Bei tempi). La più raccomandabile e la più «frequentata», è quella del missionario, ovvia, se vuole, ma esente da repentagli. Auguri, e anche condoglianze, Roberto Gervaso.
atupertu@ilmessaggero.it
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Le ho finalmente capite quando ho capito che erano incomprensibili, come sfingi. Sfingi con segreti che si rivelano solo fra di loro. La forza delle donne è l’indecifrabilità, l’arte, ineguagliabile, di simulare e dissimulare. È più facile capire cosa pensi Veltroni che cosa pensi una donna. Chi dice che le donne non pensano, è un imbecille o un illuso. Pensano a tutto e a tutto il suo contrario. Io le ho definite «demoni senza i quali la vita sarebbe un inferno».
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Voglio dire: chi è che indirettamente conferisce ancor più potere alle femmine? Cagate simili sono il parto di menti maschili e non femminili, nonché figlie di una cultura idiota in materia di femmine; una cultura che mitizza realmente l’altro sesso.
Personalmente mi auguro che le future generazioni maschili non debbano mai più conoscere certi cattivi maestri, che definire dei poveri imbecilli è un complimento.
Daniele(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/08/22/ancora-sulle-pussy-riot/
mie considerazioni su un acceso dibattito tra femminismo a sud e il gruppo “militant”
mauro recher(Quota) (Replica)
trovato questo articolo interessante
https://homodus.wordpress.com/2012/11/28/benvenuto-schiavo/
mauro recher(Quota) (Replica)
Certo che quel che affermi fa comodo al Sistema.
Gli estremi ci sono tutti per la creazione di una società fortemente individualista.
Renzoni(Quota) (Replica)
Renzoni, non ho capito. In che senso quello che affermo fa comodo al Sistema?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Non credo che ce l’avesse con te, Marco…si riferiva ad un commento di Mauro…forse l’ha preso da un tuo commento, non so…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
questo è quello che ho scritto io e poi c’è risposta di Marco …..anch’io come Marco faccio fatica a capire “che fa comodo al Sistema” ..ma .magari abbiamo frainteso e comunque attendo spiegazioni, senza polemica sia chiaro,siamo qui per confrontarci e, appunto ,ci sfugge qualcosa
mauro recher(Quota) (Replica)
Nessun problema, è che proprio non ho capito. A meno che non sia lo zerbino quello che fa comodo, nel qual caso direi che sono d’accordo. Ma io dicevo un’altra cosa, quindi chiedevo chiarimenti.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Voglio chiarire:
Purtroppo sarà stato un problema col sistema di quoting,dicevo quello che deunciava Marco Pensante,cioè il modus operandi che hai il “piacione” che rinnegherebbe persino la sua categoria pur di far emergere il suo Io.
Renzoni(Quota) (Replica)
Si,volevo scrivere ciò che affermi.
Per il resto,per carità,io sono una persona che ho sempre odiato esprimere giudizi sugli altri,e ancor di più su internet.
Renzoni(Quota) (Replica)
Il comico racconta una barzelletta (oggi su un canale nazionale TV). Eccola:
“Fine del Mondo, spianata dove tutti i risorti attendono il giudizio di Dio e sono allineati in file ognuna x tipologia di peccato o merito. C’è la fila dei golosi, la fila dei lussuriosi, e, nuovo tipo di peccato, anche la interminabile fila dei mariti succubi delle mogli; e poi,fra le file dei meritevoli, c’è quella dei mariti non succubi che però è brevissima perchè è costituta da un solo marito. Al che l’Onnipotente, stupito della cosa, si rivolge a lui e gli domanda: “e tu com’è che sei qui?”. Risposta: “Non ho idea: è stata mia moglie a dirmi di mettermi qui”.
cesare(Quota) (Replica)
Suppongo si tratti di una barzelletta rivolta solo agli italiani e agli occidentali in genere.
Dubito che possa riguardare gli arabi o gli iraniani…
Andrea(Quota) (Replica)
Leggete un po’ di schifezze, scritte dai soliti maschi.
@
http://www.seduzionepratica.com/miglioramento-le-donne-percepiscono-subito-i-vincenti/#
@
http://www.seduzionepratica.com/miglioramento-come-conquistare-una-donna-attraente/
Marco(Quota) (Replica)
cesare,
Con il termine maschiopentito mi fai venire in mente persone come Luca Giurato, o giornalisti come Roberto Gervasi.
Paradossalmente il perggiore di tutti è il maschio alfa Umberto Veronesi che ha scritto pure un libro sulle prove scientifiche della superiorità femminile, augurandosi un governo di donne.
Gianluca(Quota) (Replica)
Guardate l’ articolo sottoindicato, uno spunto di riflessione sulla colpa delle donne madri, e sulla loro paura di rendere autosufficienti e indipendenti i figli soprattutto se maschi, sul fatto che i figli sono considerati oggetto di proprietà.
Il capitalismo assoluto fine a se stesso nella crescita illimitata della produzione e del profitto,
ha inculcato nell’ inconscio individuale e collettivo,
la mercificazione, reificazione, ogettificazione degli individui, facile a penetrare nella persone insicure, come le madri moderne e i loro rispettivi figli, che essendo dalla nascita gettati in questo mondo,
sono più vulnerabili e indifesi, perchè la madre essendo adulta, anche se ha la stessa dipendenza
emotiva e affettiva dai figli, come i figli da lei, approfitta della sua maggior esperienza e della sua autosufficienza per rendere i figli più dipendenti, considerandoli come una proprietà, solo perchè escono dal suo corpo, portandoli per 9 mesi dentro di sè.
Come se non bastasse, la maggior dipendenza di tutti dai beni di consumo porta a considerare tutto merce, per l’ effetto dell’ esserci gettato di ognuno di noi nel mondo, come se passassimo dal liquido amniotico del ventre materno, al liquido amniotico del capitalismo assoluto della società globalizzata.
Da quì la considerazione dei figli come bene di consumo permanente che dura a vita, come surrogato degli altri beni di consumo che danno soddisfazione provvisoria.
Medidate tutti.
L’amore delle madri che imprigiona i figli
di MICHELA MARZANO
ESISTONO ormai in tutto il mondo blog e diari online tenuti dalle mamme. Luoghi di discussione e di dibattito che permettono a tante madri di condividere non solo esperienze e problemi personali, ma anche proposte politiche e riflessioni profonde sulla condizione femminile.
Luoghi di crescita e di confronto quindi. A meno che la maternità non si trasformi in una nuova prigione – non solo per le madri, soprattutto per i figli – come sembra accadere in un blog tutto italiano, Io e mio figlio, la cui pagina Facebook è seguita da più di 500.000 persone. “Mio figlio è il regalo più bello che il cielo mi ha fatto”. “Ricchezza è sapere che tuo figlio non ti lascerà mai”. “Solo una mamma può capire! Quel bambino è diventato un uomo, ma per te resterà sempre il tuo piccolo”.
E così via di seguito, come se i bambini fossero una proprietà; come se la maternità legasse per sempre a questi figli che, invece di avere il diritto di vivere poi la propria vita, non potessero mai essere “altro” che figli! Certo, commuove vedere tanto affetto e tanta devozione. Certo, la maternità cambia la vita di ogni donna costringendola a fare i conti con chi non ha chiesto niente e dipende in tutto da lei. Ma i figli non hanno soprattutto bisogno di essere accompagnati verso l’indipendenza per diventare autonomi? Non c’è altrimenti il rischio di trattare i bambini come oggetti, il cui compito sarebbe quello di colmare il proprio vuoto interiore?
Essere genitori, come spiega chiaramente il pedopsichiatra D. W. Winnicott, significa permettere ai figli di crescere e di imparare ad arrangiarsi da soli. È per questo che si ha il dovere di accogliere i propri bimbi per come sono e di accettarne le specificità, senza trattarli semplicemente come degli oggetti a propria disposizione. L’amore è sempre amore della differenza. E non c’è amore più grande di quello che lascia liberi. Altrimenti, si tratta solo di una parola vana che nasconde l’impotenza di chi, incapace di accettare la differenza altrui, strumentalizza i figli per sentirsi onnipotente.
Gianluca(Quota) (Replica)
Ho letto anche altri squallori.
Certo che non ne mancano di uomini che sanno dare grandi soddisfazioni alle femministe.
Renzoni(Quota) (Replica)
Andrea F,
Come ti capisco.Io ho qualche anno meno,e sono oltre dieci anni che non sono fidanzato.
Ma ho paura di intraprendere un nuovo rapporto come una donna per timore che sia un rapporto alimenta dalla dipendenza.
Paura che per via della mia educazione e troppa tolleranza,finisca per farmi comandare.
Soffro la solitufine,ma ripensandoci a volte,quest’ultima sembrerebbe fare rima con beatitudine.
Renzoni(Quota) (Replica)
La Marzano pianga sulle sue colpe. Se la madre imprigiona i figli (maschi ma non solo) è perchè e solo perchè non c’è più il padre la cui funzione è proprio quella di rompere la simbiosi mortifera. E se non c’è più quel padre grande responsabilità porta il femminismo (e quindi anche l’ineffabile Marzano) che hanno fortissimamente voluto il suo annientamento psicologico ed hanno accusato i padri (patriarchi padroni) di ogni ignominia ed oppressione verso donne e figli. Questo è quanto, il resto è girare intorno al problema, è non voler prendere atto della realtà vera, è fare sogni impossibili, in sostanza è complicità con ciò da cui si vorrebbe prendere le distanze.
armando
armando(Quota) (Replica)
Credo anch’io che non sia da sottovalutare il fatto che l’italia e’ il paese piu’ mammone al mondo e questo crea sicuramente un pregiudizio positivo di base.
Aggiungerei anche che la filosofia del “paladino” attrae consensi e permette di atteggiarsi a intellettualoidi ed oggi la fame di consensi e’ elevatissima.
fabKL(Quota) (Replica)
http://misogeno.myblog.it/
la piu’ grande raccolta di barzellette sulle donne
fabKL(Quota) (Replica)
So solo che in quest’epoca,un uomo è un povero cristo.
Provo talmente invidia,da voler rinascere donna nella prosima reincarnazione,per un motivo;
in campo sentimentale,la donna gode di una posizione molto più avvantaggiata tanto da permettersi di snobbare un uomo anche se lei è una befana.
Perchè anche se è una befana,qualcheduno le viene sempre dietro e anche la nostra befana può permettersi illusso dell’inerzia.
Un uomo non proprio bello,deve invece darsi molto da fare…arrivando persino ad un corteggiamento basato sulla ruffianeria pur di “conquistarla”.
Tony(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/08/07/colpe-che-spaventano/
Mauro Recher(Quota) (Replica)
un pochino sulla stessa linea del mio post sopra
http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/08/08/contro-il-femminismo-radicale-siamo-figlie-della-lotta-di-piazza/
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
e tutti:
Pero`. Non ci possono credere. Scritte da una parafemminista, sebbene fuori dal coretto, queste cose suonano incredili. Leggete che roba. Qualcuno si sta svegliando, forse.
“Da brave sacerdotesse tuttavia accolgono chiunque al loro cospetto purché abbandonino l’idea che la differenza di classe sia un problema perché l’obiettivo è quello di fermare il patriarcato e pur di fermarlo le avete viste e le vedrete allearsi con le peggiori capitaliste e fasciste sulla faccia della terra.”
“Sono donne in guerra (con propaganda d’assalto) alla sconfitta di un patriarcato che vedono quasi dappertutto, sfere magiche e fondi del caffè inclusi, giacché lo vedono pure in mio fratello o nel mio amico, proletari, poverissimi, che non hanno mai torto un capello ad una donna e che pure dovrebbero timidamente chiedere perdono, a me in quanto donna, perché qualcuno dice loro che godono di qualche privilegio.”
“L’approccio alla questione della violenza sulle donne è mistico. La donna è inviolabile. Talmente inviolabile che non può farsi violare neppure per scelta. Retorica vuole che il maschio sia un nemico, la stessa penetrazione sarebbe un atto di guerra ed è così che la sessualità ha subito ulteriori spinte normative entro le quali le donne dovrebbero muoversi ”
“Queste sono solo alcune delle caratteristiche di un femminismo che nel tempo è diventato non “utile” alle donne ma “utile” a disegni guerrafondai, neoliberisti, funzionale, per davvero, a logiche patriarcali, autoritarie, reazionarie, che sono diventate un ulteriore mezzo di controllo (con l’alibi della “tutela”) per schiacciare l’autodeterminazione delle donne.”
“A margine, in Italia, questo genere di approccio lo trovate nelle proposte di censura (con galera e sanzioni economiche forti) di quelle che oggi vogliono il rogo per una immagine sessista, per una pagina facebook, domani per un blog, dopodomani per un libro, e via di seguito. La loro modalità è quella di fare lobby, allearsi con chiunque consenta loro di realizzare piani che sembrano fantastici, andare a fare ronda moralizzatrice, simil movimento per la vita, presso i blog altrui per dire loro, dal pulpito, cosa sarebbe giusto scrivere e cosa no, ostracizzare, mobbizzare, organizzare raduni per fingere partecipazione dal basso su decisioni, mozioni, già prese dall’alto, partecipare, organizzare, eventi e gruppi che hanno come obiettivo primario la sconfitta dell’etero/maschile e la vittoria dell’etero/femminile.”
Pappagallutulinulus(Quota) (Replica)
Pappagallutulinulus,
scusa Pappagallus, non ho ben capito chi è che ha scritto quel pezzo…Forse Eretika?…
Fammi sapere…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)