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23 Feb 2011  |  302 Commenti

Una nuova stagione del femminismo (e non ce ne eravamo accorti)

Bighellonando sulla rete mi sono casualmente imbattuto in questo faccia a faccia tra Luisa Muraro, considerata una delle massime ideologhe del femminismo italiano  e Ida Dominijanni, giornalista e anch’essa esponente di punta del femminismo più militante. Insomma il gotha del pensiero femminista. Il tutto durante una trasmissione radiofonica condotta dalla stessa Dominijanni  su Radio 3, “Faccia a faccia”, esattamente il 9 luglio 2009.

In linea di massima non è corretto estrapolare degli stralci da un intervista o da uno scritto perché si rischia, soprattutto se chi lo fa è in malafede, di deformare il significato di quelle parole, però non posso fare altrimenti perché è veramente troppo lunga.  Vi garantisco sul mio onore che le parti che riporto e sottopongo alla vostra attenzione non vanno a modificare  in alcun modo  il contenuto complessivo del loro colloquio.

Dominijanni:”Lei ha scritto un articolo quando Veronica Lario annunciò la sua intenzione di divorziare, in cui parlava di una nuova figura di libertà femminile, non etichettabile nei termini a cui eravamo abituati anni fa, anche ai tempi del primo femminismo”.

Muraro:”Sì, perché quello che vediamo sulla scena internazionale sono leader, quasi tutti uomini,, accompagnati da first lady. Il posto di Veronica Lario sarebbe stato quello lì, ma lei non ha fatto questa parte. Perché in definitiva  la figura della first lady è subordinata ad un protagonismo maschile. La accettiamo ma è una vecchia figura. Fuori da questo c’era la femminista, che invece non accettava ruoli subordinati, in funzione del protagonismo maschile. La Lario non è nè l’una né l’altra cosa. Non è first lady e non è femminista. E’ – può sembrare paradossale, essendo la moglie di un uomo ricchissimo, dunque ricchissima lei stessa – una donna comune. E ha parlato in effetti con accenti di una donna comune, più di una volta”.

Dominijanni:”Cosa pensa invece delle altre figure femminili che sono emerse in questa vicenda? Anche quelle più controverse, la giovane Noemi, Letizia, la escort di Bari, Patrizia D’Addario, che tra l’altro sta rilasciando una serie di interviste di un certo interesse, oppure le amiche della D’Addario, queste giovani ragazze che contrattano, diciamo, le loro prestazioni, anche quando non sono prestazioni sessuali ma semplici prestazioni di accompagnamento…

Muraro:”Non è la prima volta che queste figure che vengono messe al servizio della sessualità maschile, poi si ribellino. Lo fanno con i mezzi che hanno, però si ribellano a vivere in funzione unicamente di questo. Hanno una loro contrattualità e se l’altra parte non sta al contratto tacito o esplicito sono pronte a rivoltarsi. L’unica cosa che mi dispiace di loro è che danno questa immagine di donne che vivono in funzione di. Che il loro desiderio, il loro piacere, la loro gioia di vivere è tutta ingabbiata dentro a quello che è …

Dominijanni:”Lo sguardo maschile”.

Muraro:”E il potere maschile”.

Dominijanni:”Un’ascoltatrice di Roma scrive”Perché le donne italiane non si ribellano più e accettano che l’immagine di veline senza cervello diventi la nostra bandiera?

Muraro:”Disapprovo che si usino espressioni come “veline senza cervello”: sono giovani donne che in un mercato del lavoro che è piuttosto scarso scelgono quella strada lì. Io non so se questa strada le porterà dove desiderano ma vanno rispettate nella misura stessa in cui loro si comportano con correttezza professionale, come fa la più parte di loro”.

Dominijanni:”Sì, certo. E’ un problema che è emerso attraverso questi scandali che c’è un mercato del lavoro che offre poco alle giovani donne, e spesso offre una strada di realizzazione che passa soltanto per l’industria dell’immagine. Questo è un problema che io penso vada preso in considerazione, proprio per la vastità e l’ovvietà ormai di questo canale”.

Muraro:”Sì, sì”.

Il colloquio prosegue toccando altri argomenti e poi si torna alla vicenda Lario…

Muraro:”Ho visto i commenti di certi commentatori e politologi sulle parole di Veronica Lario: erano tutti sballati, completamente fuori tiro, non capivano che lei stava facendo un intervento di alto valore politico, stava dicendo dal suo punto di vista di moglie, vicinissima al potere ma distaccata dal potere, quello che capitava. Questa incarnazione del potere politico che stava andando fuori dei binari, lei lo ha detto con parole semplici…L’intervento di Veronica Lario ha scombussolato un assetto profondo. Mi riferisco al rapporto con il potere. Questi che l’hanno ascoltata avevano a loro volta la coda di paglia. Lei ha detto”E’ indecente che il potere politico serva a fini sessuali (invece  il potere sessuale utilizzato per fini di potere è altamente educativo – aggiungo io (Fabrizio Marchi) – scusate ma non  ce la faccio a non commentare…),  in questione non c’è solo il capo del governo. Certo lui lo fa in maniera plateale…ma comunque lei è andata a mettere il dito sulla piaga di un certo uso del potere politico”.

Dominijanni:”Un’ascoltatrice, Luciana, scrive ”Cosa abbiamo sbagliato noi, ora che abbiamo sessant’anni, che dai venti in poi abbiamo lottato per la dignità delle donne, mentre le nostre figlie si realizzano solo seguendo lo sguardo maschile?”

Muraro:”Cara Luciana, il suo sguardo vuole la perfezione. E’ naturale, vuole che arriviamo a una dignità e libertà di donne senza problemi e senza intoppi, completa, esauriente. No. Anche le giovani donne devono lottare e farsi strada. Non è che le nostre figlie adesso vivono sotto lo sguardo degli uomini, io insegno all’università e le assicuro che non è così. Solo che non tocca a noi misurare il modo con cui loro si conquistano la libertà. Ma ripeto e le assicuro che sono giovani donne che hanno un’idea molto chiara della propria realizzazione e hanno un’aspirazione a fare bene e a contare nella società di oggi”.

Ora, nessuno da queste parti, è uso distinguere le donne in sante e puttane. Al contrario, riteniamo che questa sia una suddivisione artificiosa e  moralistica tipica di una società ipocrita come la nostra, fondata da un lato sull’esaltazione sistematica della mercificazione sessuale a tutti i livelli, e dall’altra dalla sua altrettanto ipocrita condanna.   Non v’è dubbio quindi che, sotto questo profilo, esistano comportamenti ben più gravi di quelli di una prostituta d’alto bordo, di una escort  o di un’”accompagnatrice”. Anzi, queste hanno per lo meno il merito di non fare mistero della loro professione e di vivere alla luce del sole la loro scelta di vita. Si mercificano ma lo fanno consapevolmente , senza ipocrisie.

Da questo però a considerarle, non dico una sorta di eroine della rivoluzione femminile e femminista, ma di donne che si sono ribellate al sistema perché al momento del pagamento post prestazione, la parcella concordata (tacita o esplicita, parole della Muraro) non è stata loro del tutto corrisposta come da accordi convenuti,   mi sembra quanto meno  esagerato, per usare un eufemismo. Naturalmente la mercificazione viene, neanche a dirlo, interpretata a senso unico. E’ sempre e solo l’uomo che mercifica e la donna che subisce passivamente. Superfluo sottolineare (sempre perché gli avvoltoi stanno costantemente in agguato) che non stiamo parlando di “schiave del sesso”, cioè extracomunitarie sfruttate e in numerosi casi sbattute con la forza sulla strada dai racket criminali, ma di professioniste del sesso che consapevolmente scelgono di intraprendere il “mestiere”. Donne che “guadagnano”, anzi che fatturano in nero mediamente dai 20 ai 30mila euro mensili (cioè quello che un lavoratore o una lavoratrice dipendente in molti casi guadagnano in due anni di lavoro) e alle quali, se non siamo ipocriti, non gli passa neanche per la testa di fare un lavoro “normale” come milioni di altre donne e uomini.

E invece (ancora più grave, deresponsabilizzante, giustificazionista  e assolutorio  il commento delle due “leader maxime” del femminismo) questa scelta sarebbe motivata dal fatto che il mercato del lavoro sarebbe talmente scarso (cosa vera ma questo è un altro discorso…) da obbligare queste donne a questi percorsi che, se potessero, eviterebbero volentieri. Come a dire che se qualcuno proponesse un posto di lavoro fisso in un’ azienda come operaia o impiegata alla D’Addario o anche a qualsiasi aspirante velina, showgirl, attrice e via discorrendo, queste farebbero i salti di gioia e getterebbero alle ortiche la “professione” (nel caso della D’Addario e di quelle come lei) e i sogni di successo  e di gloria nel caso delle seconde.

Il discorso diventa ancora più grottesco quando si passa ad analizzare la vicenda della Lario. Una ex attricetta di quart’ordine (questo era, se qualcuno ricorda dei film di Kubrik o di Scorsese  da lei interpretati, lo dicesse) che ad un certo punto della sua vita si rende ben conto che non diventerà Marlene Dietrich e che a quel punto si fa due calcoli, si sposa l’uomo ricco e di successo (altrimenti non se lo sposava) dal quale ora decide di divorziare e dal quale si farà mantenere, vita natural durante, con un assegno di qualche milione di euro al mese.

Questa donna (insieme alle altre di cui sopra), sempre secondo l’interpretazione della Muraro e della Dominijanni,  diventa l’esempio di una nuova ribellione al potere maschile. Non l’altra faccia della medaglia, cioè di quel potere di alcuni maschi (alpha), ma una nuova figura della libertà, della specificità  e del  protagonismo femminile.

Di fronte a tutto ciò, devo essere onesto, e ripeto, stiamo parlando del sancta sanctorum del pensiero femminile e femminista, alzo le braccia. A questo punto tutto è possibile, tutto e il contrario di tutto può essere vero e non vero. Quando si arriva a tali interpretazioni, tutto può essere affermato e negato e la difesa del genere, comunque sia, purchessia,  assume dei contorni, per quanto mi riguarda, assolutamente inquietanti.  Non solo, un simile atteggiamento conduce alla degenerazione del concetto di parzialità (di cui pure sono fiero sostenitore) che, se assunto al 100% in modo totalmente acritico e aprioristico, è destinato inevitabilmente a degenerare nel dogmatismo e nel totalitarismo.

Il mistero da svelare, per lo meno per chi la vede come il sottoscritto, è come una interpretazione fondamentalmente sessista, interclassista, di fatto razzista (perché una forma di pensiero che individua in un solo genere la ragione prima di tutti i mali, non saprei come altro definirla), abbia potuto fare breccia in quella che una volta si chiamava sinistra. Ciò che a tutti/e oggi sembra normale, a me non lo sembra affatto. Al contrario, ritengo che sia stata una usurpazione, una gigantesca operazione mistificatoria, alla luce dei fatti e della storia. Per il semplice fatto che a me, ma credo a nessun uomo (ma neanche a nessuna donna) ragionevole, verrebbe mai in mente di assumere la difesa di uno dei due generi aprioristicamente, sempre e comunque. Se lo facessimo noi uomini, saremmo inevitabilmente tacciati di maschilismo, sessismo, razzismo e anche di ottusità (e sarebbe giusto, laddove lo facessimo).

Fabrizio Marchi


302 Commenti

Luke Cage 11:35 pm - 1st Aprile:

@Silver:
In questa fase gli insulti delle papere zoppe sono più che auspicati.
La nomea di sfigati è il marchio dell’infamia che all’epoca,come dice Fabrizio Marchi (che è il fondatore del Movimento Uomini Beta e non è Paolo Barnard,così qualcunA capisce..) veniva rivolto alle femministe che “si occupavano di politica perchè frustrate dalla mancanza di c..zzo”.
Stesso tipo di ignoranza,mancanza di sensibilità e becerume.
Ma d’altronde,l’attuale clima politico e culturale ci regala questo e ben altro.

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Icarus.10 11:36 pm - 1st Aprile:

Per Silver:

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GB-DONNE-AL-FRONTE-HANNO-IL-DOPPIO-DEI-DISTURBI-MENTALI/news-dettaglio/3765536

Le donne che “combattono al fronte”..questa sì che è bella laugh

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Silver 3:07 pm - 2nd Aprile:

Leggete (in estrema sintesi) ‘sta roba qui (intendiamoci, niente di nuovo sotto il Sole, eh!), pubblicata oggi, 2 aprile 2010, su Il Messaggero, cronaca dell’ UMBRIA, pag. 38.
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“TROPPI POSTI SICURI AGLI UOMINI”
“Caporetto rosa: Paola Binetti lascia il posto in Regione a Sandra Monacelli ma se il “capo” è donna, in consiglio ci saranno solo altri quattro seggi al femminile”
di Vanna Ugolini
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… E dire che le donne, già per il solo fatto di esistere, fanno risparmiare un sacco di soldi alla collettività. Non spaccano gli stadi, ad esempio, non fanno spendere migliaia di euro in ordine pubblico per controllare le tifoserie. Non comprano prestazioni sessuali, evitando, così di dare soldi alla criminalità. Fanno meno incidenti stradali. Solo per questo meriterebbero, perlomeno, di pagare meno tasse. Senza contare il lavoro di cura che fa risparmiare un sacco di soldi alla sanità. Ma in Umbria siamo lontani anni-luce dai discorsi sui bilanci economici allargati al sociale. E dieci anni di governo di Maria Rita Lorenzetti, va detto, non hanno prodotto mezza legge, anzi nemmeno mezzo intervento sulle questioni di genere. Nemmeno quella legge contro le violenze sessuali (sempre in gestazione e mai in sala parto) e le discriminazioni sui luoghi di lavoro: cose che qui servirebbero come l’aria.

[…]

… Il problema se l’è posto anche Fiammetta Modena, ma ha anche trovato una risposta:”Primo, la preferenza unica è terribile, aumenta la concorrenza in maniera esponenziale. Secondo, noi credo che siamo stati molto seri. Abbiamo rispettato la legge, mettendo donne in lista e lasciando fuori fior di candidati che ci avrebbero portato più voti. Berlusconi ci ha sostenuto. Le candidate governatrici erano donne. La politica è così, estremamente competitiva”.
E’, ora, lasciatela lavorare. Come un uomo. Più di un uomo.
[…]
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P.S. Ieri, su LIBERO, è stato pubblicato un articolo di Maria Giovanna Maglie, intitolato:”ALLA SINISTRA NON PIACE LA GNOCCA”…
Signori, la misandria esiste, eccome se esiste.
Soprattutto nei confronti dell’uomo bianco occidentale, cioè “il negro del XXI secolo”.

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Silver 3:11 pm - 2nd Aprile:

Icarus
“Le donne che “combattono al fronte”..questa sì che è bella”
Sì, fa ridere anche i sassi che, notoriamente, non ridono mai…
Di più: come mai “il vero sesso forte” ha più disturbi mentali “del vero sesso debole” ?
Forse perché ‘sto presunto sesso forte femminile è tale solo nelle chiacchiere e nelle leggende metropolitane propagandate ad arte dai mass media?
Ehh… Goebbels non avrebbe saputo fare di meglio.

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Silver 3:16 pm - 2nd Aprile:

“Donne e politica”, di seiper1 (=iulbrinner).
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653

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Silver 3:55 pm - 2nd Aprile:

Leggete pure questa roba qui…
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CORRIERE DELL’UMBRIA, 15 GENNAIO 2010, Cultura & Spettacoli
:”LAURA E L’ORGOGLIO DI ESSERE DONNA”
“CHIATTI: SONO MOLTO PROTETTIVA CON GLI UOMINI PERCHE’ SONO ESSERI INFERIORI”
Domanda del giornalista Claudio Bianconi.
“L’altra sera, sei apparsa nel salotto di Vespa ‘Porta a porta’ e hai parlato di donne. Cosa intendi quando dici che le donne non hanno colpe?”
Risposta di Chiatti.
“Anche se abbiamo lottato per la parità dei sessi, questo non significa che ci si debba addossare tutte le colpe. Ormai sembra un luogo comune che se un anziano si innamora della sua badante è perche’ la moglie gli ha fatto mancare qualcosa. Se un uomo decide di andare a trans e’ perche’ la donna gli ha fatto mancare qualcosa. Mi sembra una irresponsabile colpevolizzazione delle donne”
Domanda di Bianconi.
“Però mi sembra che tu sia anche particolarmente protettiva nei confronti degli uomini che, sostieni, vanno assecondati per farli sentire più sicuri di sé…”
Risposta di Chiatti:
“Sì, in effetti sono molto protettiva nei confronti degli uomini perché penso che sotto certi punti di vista siano inferiori alle donne, a livello intellettivo e a livello di evoluzione biologica. Però è giusto riconoscere qualità e valori diversi”.
Domanda di Bianconi.
“Ecco l’ uomo deve essere sicuro di sé, mentre alle donne é concessa qualche debolezza. Come indossare i tacchi alti per sentirsi più sicura’”
Risposta di Chiatti.
“Ma no, è semplicemente un fattore estetico. Credo che la donna debba dimostrare eleganza e femminilità e credo che una scarpa con un tacco alto possa contribuire ad esprimere questo. Certo, un tacco a spillo non può colmare le insicurezze…”.

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Leo 7:11 pm - 2nd Aprile:

Strider: tu ti senti fisicamente potente con i muscoli e il pene, questa potenza le donne non la hanno. La sessualità non è solo il rapporto fisico sul momento ma è tutta la vita: per questo le donne fanno tanto le misteriose sulla loro sessualità mentre l’uomo e ridotto solo alla penetrazione, questo è il debole dei maschi essere solo dei peni da infilare. La donna ha la sua potenza sessuale a comandare sui peni, senza questo sarebbe la sua fine…sentire che tutti gli uomini sono ai suoi piedi e “schiavi” usiamo questo termine.
Io non sono un boxer, tralasciando l’infanzia, le donne hanno cercato di aggredirmi più di una volta perché distratto e disubidiente.
Ripeto la sessualità non è solo il rapporto, la sveltina: altrimenti davvero staremmo qui a discutere solo perché non infiliamo.

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Strider 5:53 pm - 3rd Aprile:

Leo
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Strider: tu ti senti fisicamente potente con i muscoli e il pene, questa potenza le donne non la hanno.
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Infatti le femmine non hanno la potenza dei maschi.
Credo vada ribadito, nonostante l’ ovvieta’, che l’ uomo e’ fisicamente superiore alla donna.
Per esempio, seppure molto raramente, mi e’ capitato di fare i guanti con delle pugilesse: giuro, mi veniva da ridere, anche perche’ pesando 99 kg (fino a poco tempo fa ero a 105 – a breve dovro’ scendere di altri 5-6 kg, per essere piu’ rapido ed esplosivo, quindi piu’ “letale”), ed avendo un collo largo quasi 49 cm, i loro “pugnetti” mi facevano un baffo, mentre io dovevo sempre contenermi e di molto…

Leo
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La donna ha la sua potenza sessuale a comandare sui peni, senza questo sarebbe la sua fine…sentire che tutti gli uomini sono ai suoi piedi e “schiavi” usiamo questo termine.
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Si’, ma questo discorso vale soprattutto per quelle giovani e belle, perche’ non credo proprio che le racchie, le ciccione o le tardone esercitino tutto questo potere sugli uomini. Certo, se poi ti riferisci alle belle fiche, non c’e’ alcun dubbio che finche’ sono relativamente giovani e piacenti abbiano un potere enorme sugli uomini.

Leo
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Io non sono un boxer, tralasciando l’infanzia, le donne hanno cercato di aggredirmi più di una volta perché distratto e disubidiente.
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Scusa Leo, ma cosa intendi dire di preciso con “distratto e disubbidiente” ? Guarda che le donne, di norma, se arrivano ad aggredire un uomo e’ perche’ lo stesso ha creato intorno a se’ il terreno fertile per essere aggredito. Senno’, codarde come sono, le femmine quasi mai si permetterebbero di aggredire un uomo. Ti chiedo: ma tu come ti poni verso di loro ?
E fisicamente che tipo sei ? Alto, basso, magro, grasso, grosso o cosa ?

Leo
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Ripeto la sessualità non è solo il rapporto, la sveltina: altrimenti davvero staremmo qui a discutere solo perché non infiliamo.
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Leo, guarda che lo so…

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ilmarmocchio 8:44 pm - 3rd Aprile:

Strider ha ragione. La donna picchia l’uomo se trova terreno fertile, altrimenti se ne guarda bene. Un uomo di taglia media e’ fuori portata per una donna. Se ci provano e’ perche’ piu’ che altro contano sulla non reazione, e sopreatutto sulla sudditanza dell’uomo in questione. Altrimenti, a nche se mingherlino, se ne guardano bene

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Silver 12:01 am - 4th Aprile:

Poiché un po’ di giorni fa, Rino aveva fatto cenno alla questione della meritocrazia, segnalo qui questo interessante articolo,
http://www.lostraniero.net/archivio-2010/116-aprile-n-118/295-linganno-della-meritocrazia.html
in cui si fa anche riferimento a MICHAEL DUNLOP YOUNG, che nel 1958 scrisse un libro intitolato:
“The Rise of Meritocracy”.

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Silver 9:36 am - 5th Aprile:

Chi mi conosce, sia personalmente che virtualmente, sa bene che non sono mai andato in brodo di giuggiole per Massimo Fini, così come per nessun altro intellettuale italiano (mi riferisco a quelli “famosi”, non a quelli sconosciuti ai più, come Rino; lo stesso Fabrizio è una piacevole eccezione, più unica che rara, nel disastrato e smidollato panorama italiano). Questo perché quando si va a stringere su, non solo non ce n’è uno che abbia i coglioni per portare avanti a muso duro le proprie legittime opinioni, ma non ce n’è neanche mezzo che non ripeta come un mantra le solite cazzate secondo le quali ” la femmina è meglio, molto più vitale del maschio. È lei, che procrea, la protagonista del gran gioco della vita (quello reale, non quello virtuale) mentre il maschio è un fuoco malinconico e transeunte animato da un oscuro istinto di morte”.
Detto francamente, non se ne può più di questa generazione di intellettuali falliti, privi di idee, smidollati e perennemente genuflessi di fronte a “Sua Maestà La Femmina”. Mi auguro di cuore che le future generazioni maschili non debbano mai più conoscere simili castrati mentali, come invece è toccato a noi.
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P.S. Io, naturalmente, non sono un intellettuale, oltre a non avere alcuna conoscenza “lassù, in alto”.
Per campare faccio tutt’altro.

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battibecco
VIVA LE DONNE
di Massimo Fini

Ho scritto che le donne “sono una razza nemica”. Non mi sono mai sognato di dire che siano inferiori a chicchessia. Se la lettrice Cristina Di Bortolo avesse letto il mio articolo con “un minimo di cervello” avrebbe capito che, al contrario, considero la donna, meglio: la femmina, molto più vitale del maschio. È lei, che procrea, la protagonista del gran gioco della vita (quello reale, non quello virtuale) mentre il maschio è un fuoco malinconico e transeunte animato da un oscuro istinto di morte (“La donna è orgiastica, baccante, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale”). La donna è la vita, l’uomo è la legge, la regola, il rigore, la morte (il contrasto tra Antigone e Creonte in Sofocle). Non a caso nella tradizione kabbalistica, e peraltro anche in Platone, quando l’Essere primigenio, dopo la caduta, si scinde in due la Donna viene definita “la Vita” o “la Vivente” mentre l’Uomo è colui che “è escluso dall’Albero della Vita”. È per riempire questo vuoto, per sopperire a questa impotenza procreativa (“l’invidia del pene” è una sciocchezza freudiana), che l’uomo si è inventato di tutto, la letteratura, la filosofia, la scienza, il diritto, il gioco regolato e il gioco di tutti i giochi, la guerra, che però oggi ha perso quasi tutto il suo fascino perché affidata alle macchine e anche perché in campo han voluto entrare pure le stronzette che pretendono di fare i soldati e vogliono fare, con i loro foularini, le corrispondenti di guerra (Ma state a casa, cretine, a fare figli. L’interesse della donna per la guerra è una perversione degli istinti. La donna, che dà la vita, non ha mai amato questo gioco di morte, tipicamente maschile. Ma ormai così è: le più assatanate guerrafondaie di questi ultimi anni sono state la Albright, Emma Bonino e quella pseudodonna e pseudonera di Condoleezza Rice). Della vitalità della donna fa parte anche la sua curiosità. Che può avere conseguenze catastrofiche. Ma è mai possibile che con tutte le mele che c’erano lei sia andata a mangiare proprio quella che Domineiddio aveva proibito? (da lì sono cominciati tutti i nostri guai, porca Eva). Comunque sia è vero che da quando si sono “liberate” si sono appiattite sul maschile, diventandone una parodia, e insieme alla femminilità hanno perso anche il loro fiore più falso e più bello, il pudore, per il quale valeva la pena, appunto, di corteggiarle. Han perso la sapienza delle loro nonne alle quali bastava far intravedere la caviglia. Rivestitevi, sciocchine. All’uomo non interessa la vostra nudità, ma scartocciare, lentamente, la colorata e inquietante caramella anche se, alla fine, c’è sempre la solita, deludente, cosa. In quanto a Lisistrata, cara Truzzi, il suo sciopero del sesso fallì completamente. Perché le spose dei guerrieri continuarono a fare i consueti lavori di casa. Essere accuditi senza nemmeno avere l’obbligo di scoparle: l’Eden ritrovato. Inoltre ogni maschio bennato di fronte alla scelta fra la donna e la guerra non ha dubbi: sceglie la guerra (e persino il calcio, che ne è una metafora). La lettrice Roberta Pesole mi confonde con quei nove milioni di uomini che, dice, vanno a puttane. Posso rassicurarla, nel mio “Di(zion)ario erotico-Manuale contro la donna a favore della femmina” ho scritto “pagare una donna per fare l’amore, c’è qualcosa di più insensato? Ma come, io faccio la fatica di scoparti e ti devo pure pagare? Ma siamo diventati matti?”. Infine nella mia vita ho conosciuto molte donne intelligenti, ironiche e anche autoironiche. Ma nessuna che non fosse permalosa. Come la valanga di insulti che mi è stata rovesciata addosso dimostra.

http://www.ilribelle.com

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Silver 10:25 am - 5th Aprile:

Aggiungo dell’altro.
L’incapacità di vedere il lato luminoso della maschilità e non sono quello oscuro (lato, quest’ultimo, che al pari del primo esiste anche nel femminile; qualora questi signori non ne fossero al corrente…), riguarda anche gli intellettuali al di fuori dei nostri confini. Fra questi Eric Zemmour, autore del libro:”L’UOMO MASCHIO”.
In merito riporto un vecchio commento di Rino.
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Caro C. Nemo, è chiaro che non sei uno sprovveduto. Ad es. hai fatto chiarezza sul significato del termine “essenzialista” che da un po’ di tempo circola nel mondo femminista. In esso non vi è nulla di misterioso, benché sia stato adottato appositamente per confondere le idee e al tempo stesso trastullarsi con una parola di alto rimando “filosofico”. Significa semplicemente “naturale”.

Quanto al libro di Zemmour in esso si trovano davvero affermazioni e intuizioni notevoli. La sua uscita e il suo successo (per ora in Francia) indicano che qualcosa sta maturando. Al tempo stesso però vi si trovano elementi regressivi, manifestazione del fatto che l’autore non ha ancora maturato un quadro coerente dello stato delle cose. Si potrebbero definire sbandamenti, ma purtroppo c’è di peggio. E il peggio viene verso la fine.

Egli ad es. fa sua acriticamente la tesi dei minori redditi femminili a parità di
lavoro e quella secondo la quale le donne vengono ammesse a quelle forme e gradi di potere che sono abbandonati dagli uomini perché ormai scatole vuote. I maschi, dandosi di gomito, in una tacita ma universale intesa criminosa, lasciano alle femmine le posizioni di potere apparente. Ma il peggio risiede nel fatto che egli non è in grado di presentare la virilità se non nelle forme precisamente descritte dal femminismo. “…la forza, la violenza, la guerra, la morte, la virilità.” E’ un refrain.

Si dimostra perciò incapace di individuare nello specifico del maschile la parte luminosa e così rende un formidabile servizio alla campagna di calunnia degli uomini.
Non è il solo.
La saggistica maschile sul maschile è in fase di sommovimento. A ritmo continuo escono trattati e trattatelli sul padre e sul maschio. Molti di essi vengono recensiti come testi capitali in grado di scandalizzare e scuotere “le femministe” i cui attacchi vengono riportati e sottolineati a suggello della novità e dell’originalità del contenuto e del coraggio dell’ autore. I titoli, poi, sono spesso lusinghieri.

Così si è portati a credere che si stia aprendo finalmente una nuova stagione, che intellettuali di diversi paesi e orientamenti abbiamo finalmente incominciato a fare il loro mestiere: pensare autonomamente. I critici del femminismo infatti assumono spesso quei lavori come testi di riferimento e si corre allora ad acquistarli per vedere cosa bolle in pentola. Quasi sempre arriva la mazzata.

Valga per tutti il caso di A. Naouri con il suo “Padri e madri, l’ordine dei ruoli in famiglia.” Einaudi . Eu. 15,50; di cui parlano bene avversari espliciti, e non sprovveduti, del femminismo.

Ebbene, vogliamo sapere chi e che cosa è il maschio per Naouri?

“Dunque non ha mai smesso di essere questo, questo e nient’altro: un uomo, nient’altro che un uomo, un maschio egoista e chiuso a priori a tutto quanto è estraneo alla sua preoccupazione principale, pronto ad usare senza indugi la forza fisica per ottenere i propri scopi. Un bruto! Un bruto che con il passare del tempo si è certamente evoluto – giusto un pochino! – un bruto che si è un po’ – molto poco! – dirozzato, un bruto che indubbiamente ha acquisito strumenti culturali, intellettuali, e le buone maniere, un bruto che ha messo in gioco la propria intelligenza, un bruto che si è senz’altro interessato ad altri campi di attività, ma non per generosità e altruismo, caratteristiche che gli sono sempre state profondamente estranee, no, solo per calcolo – cosa che si suole definire con il bel nome di sublimazione – per eventualmente accrescere il proprio potere di seduzione, moltiplicando così le occasioni per soddisfare i propri bisogni.” (pag. 163).

“E’ sempre stato così. Tutto muscoli e niente cervello, come del resto si continua a dire, in maniera un po’ sbrigativa, non senza un pizzico di impietoso intenerimento. La formula, tuttavia, mi sembra troppo riduttiva. Infatti, la testa di un uomo, quella di tanto tempo fa come quella di oggi, per quanto raffinata e civilizzata sia divenuta, non è vuota come si dice.

Al contrario è piena. Piena fino all’orlo, perfino. Piena di un organo, il più importante ai suoi occhi, che si tratti di un contadino, di un operaio, di un
funzionario d’azienda, di un professore universitario, di uno studioso, di un prete, e via discorrendo: il suo sesso! E quando si è valutato questo, si è praticamente capito tutto della tragedia che vive” (pag. 164).

Questo è Aldo Naouri, uno degli araldi della maschilità rinascente, elaboratore del nuovo pensiero maschile, impietoso antifemminista, maestro delle presenti generazioni maschili. (“Pediatra da 40 anni ha costruito la sua opera intorno alle relazioni familiari. I suoi lavori sono divenuti punti di riferimento in materia…”)

Vigiliamo insieme, con mille orecchi e diecimila occhi.
Stiamo attenti ai falsi profeti, essi possono ingannare anche gli eletti.
Riprecipitare nel sonno i Risvegliati.

Rino

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Silver 10:28 am - 5th Aprile:

Ed anche quest’altro, risalente al 24 aprile 2007.
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Caro Sebastiano, (e possiamo senz’altro darci reciprocamente del tu) non è possibile argomentare su tutte le osservazioni che sollevi perché ne hai presentate davvero molte. Ad es. bisogna rimandare ad altro luogo-momento ogni valutazione del contributo che i classici (e quindi anche Aristotele e Platone) ci possono dare nella comprensione di ciò che sta accadendo. E quello che accade oggi non è mai stato congetturato razionalmente né ha mai figurato nei più fantastici sogni/incubi di chicchessia prima che accadesse (ad es. l’inutilità maschile in campo riproduttivo, la clonazione, la partenogenesi come possibilità materiale/reale non erano prevedibili prima che …diventassero realtà). Per valutare il contributo dei classici nello specifico (la QM) bisogna però mettere in discussione, almeno parzialmente, l’interpretazione/valutazione che noi diamo della filosofia occidentale. Magari prendendo spunto dall’affermazione di Nietzsche laddove disse (tirandosela un po’) che prima di lui la psicologia non esisteva. Se questa affermazione fosse vera bisognerebbe chiedersi: “Di cosa si sono dunque occupati i filosofi che lo precedettero?”.

Vengo al dunque.

E’ vero che sarebbe inammissibile se, nell’enucleare le specificità maschili, individuassimo quelle e solo quelle elencate dal femminismo, per giunta dandone in blocco la medesima valutazione derogatoria/denigratoria senza considerare il carattere ambivalente che possono avere tutte le qualità di chicchessia.
In tal senso finiremmo, simmetricamente, con il celebrare nei maschi quelle qualità che …non hanno e che dovrebbero prendere in prestito dalle femmine. Che è appunto il programma femminista.

E’ dunque necessario analizzare il contenuto dei termini che si associano alla maschilità e quindi al significato complessivo dell’idea stessa di “virilità”. Oltre a ciò è cmq necessario tenere presente il significato che essi hanno oggi nella società, perché, errato e deformato che sia, quello è e quello resta e solo sui tempi lunghissimi si può pensare di modificarlo.
Forza, potere, gerarchia, guerra – tra gli altri – sono concetti comunemente riferiti alla polarità maschile e nessuno di essi gode oggi di popolarità, lo prova il fatto che appunto quelli vengono assegnati agli uomini dalla propaganda femminista, con lo scopo che sappiamo.
E’ poi vero che gli autori di testi sugli uomini quasi mai si danno la pena di metterne in luce l’ambivalenza, di mostrarne la parte luminosa e positiva neppure agli occhi dei loro lettori. Si lascia che il significato veicolato da quei termini sia semplicemente quello comune oggi, e quindi sempre quello negativo.

Si prenda la problematica della guerra. Essa richiede, esercita e manifesta virtù di polarità maschile (non sto ad elencare quali, per brevità). E’ però anche vero che la guerra se non è sempre il massimo dei mali (la schiavitù può essere peggiore) è pur sempre uno dei più grandi. Anzi, con lo sviluppo moderno di armi di distruzione di massa, essa ha cambiato aspetto per diventare una condizione in cui le qualità maschili sono divenute secondarie. O irrilevanti. Ma vi è di più, perché la guerra, quasi sempre, è uno scontro tra chi offende e chi si difende. Tra il predatore e il rapinato. Dunque bisogna essere prudenti nel considerarla in modo avalutativo, come scontro tra due ragioni eguali e due eguali eroismi. Alla generosità di una parte si deve infatti contrapporre la rapacità dell’altra, in una alternanza di ruoli che ha coinvolto da sempre quasi tutti i popoli e gli stati. Questo fatto è così eclatante che, se non inquadrato nel piano generale della vita (delle forme viventi), rende difficile contrastare l’affermazione femminista secondo cui: non vi sarebbe bisogno di generosi eroi maschi che ci difendano se non esistessero vili predatori maschi che ci aggrediscono. Davanti ad ogni patriota che muore per la sua terra/cultura c’è un altro “patriota” che aggredisce terre e culture altrui. Il fatto che individualmente possano essere entrambi valorosi non toglie nulla al carattere maligno della guerra. E se essa è intesa come opera degli uomini allora non si potrà opporre nulla a chi afferma che prima scompare e meglio è. Ma la guerra è opera dei soli uomini? Chi agisce è anche colui che promuove? Il genere femminile è pacifico per natura o è corresponsabile dei conflitti pur non essendo agente?

Analogo rapporto tra apparenza e realtà riguarda il potere. Il potere è cosa maschile. Ma cosa intendiamo per “potere”? La poltrona, il fucile, il denaro? Le strutture gerarchiche? E’ tutto qui il potere? E qui la sua parte decisiva? Ad esso poi si associa la sottomissione di altri. E chi può accettare oggi di essere sottomesso? Se la sottomissione fosse cosa accettabile, potremmo semplicemente accettare di essere noi i sottomessi. Con ciò ogni problema sarebbe risolto.
Potere: anche in questo caso la sua attribuzione al maschile torna vantaggiosa nella campagna planetaria di men-pushing.

Bisogna distringuere, analizzare e svelare la realtà dietro l’apparenza. Cosa che però non viene (quasi) mai fatta e così si lascia che il significato di quanto affermato resti quello acritico, immediato, comune, ormai del tutto modellato dalla propaganda femminista.

Al tempo stesso, altri caratteri specifici della maschilità, quali ad es. la frugalità, non vengono mai richiamati. Eppure si vede bene come la valorizzazione sociale di un simile tratto sarebbe giovevole alla società del consumismo, dello spreco (e delle discariche). Utile oggi come mai prima nella storia. Su questo invece, silenzio assoluto.

Chiudo così, non perché il tema sia esaurito (hai voglia!) ma per esplicitare le ragioni delle mie critiche a quasi tutti gli autori di opere sugli uomini che abbia potuto avvicinare. E’ vero che io per scelta vado alla immediata ricerca dei limiti e della parte regressiva dei loro scritti. Ma non pretendo che la mia lettura sia asettica e imparziale. E’ ogni volta un’autopsia.
E nelle autopsie si va a cercare la causa del decesso. Nel nostro caso quella del mancato risveglio.

Rino

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Silver 10:33 am - 5th Aprile:

«Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve allargarle e provocarne di nuove. Un libro deve essere pericoloso»
E. Cioran

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Fabrizio Marchi 11:31 am - 5th Aprile:

Caro Silver, mi onora che tu mi definisca un “intellettuale” ma sono costretto a sconfessarti, e non certo per falsa modestia smile
Sono solo un uomo che pensa e che ha il coraggio di esprimere le proprie opinioni. Proprio come te e come altri che sono qui.
Nulla più e nulla meno.
Fabrizio

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Davide 12:57 pm - 5th Aprile:

Ma non vi accorgete che siete affetti dalla stessa malattia di Berlusconi, ovvero l’ossessione per le gnocche giovani e l’avversione per le donne mature?
Leggetevi quello che scrive Paolo Guzzanti sull’odio di Berlusconi verso le tardone e vi ci riconoscerete subito.

Voi non vi confrontate con donne vere con i loro difetti anche fisici ma siete ossessionati da un patetico lolitismo. Le ragazzine vi snobbano e per questo voi sterminereste il genere femminile. Anche noi uomini invecchiamo, sapete? Però troviamo donne che ci amano lo stesso, nonostante la pancia e la calvizie.
Se posso darvi un consiglio, con le donne bisogna essere simpatici, divertenti, i musoni e gli ex-sessantottini rancorosi non hanno mai successo.
Il più grande errore che possiamo fare è scaricare la nostra insicurezza credendo che invecchino solo donne e fissandoci sulle lolite. E’ evidente che solo quelli carichi di soldi potranno riuscire a conquistarne una. Se invece vi accontentaste di mirare più in basso, di guardare in modo diverso la collega, oppure vostra moglie, il che vuol dire magari scoprire donne meravigliose anche se con le tette naturali e il culo un pò grosso, vi passerebbero tante paturnie. Non mi scandalizza il femminismo anche se da certi radicalismi sono infastidito ma anche la vostra misoginia paludata da movimentismo fa venire voglia di buttarsi a destra dove almeno si è maschilisti con maggiore cognizione di causa.

Voi non volete un dialogo con le donne perchè siete incapaci di confrontarvi perfino con i vostri simili. Appena uno si discosta dalla vostra rancorosa invidia (solo in questo siete di sinistra) scattate come molle.
Auguri per il vostro movimento.

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Silver 4:52 pm - 5th Aprile:

Davide
“Ma non vi accorgete che siete affetti dalla stessa malattia di Berlusconi, ovvero l’ossessione per le gnocche giovani e l’avversione per le donne mature?
Leggetevi quello che scrive Paolo Guzzanti sull’odio di Berlusconi verso le tardone e vi ci riconoscerete subito.

Voi non vi confrontate con donne vere con i loro difetti anche fisici ma siete ossessionati da un patetico lolitismo. Le ragazzine vi snobbano e per questo voi sterminereste il genere femminile. Anche noi uomini invecchiamo, sapete? Però troviamo donne che ci amano lo stesso, nonostante la pancia e la calvizie.”
Complimenti, hai veramente capito tutto.
Trenta e lode.

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Alessandro 5:24 pm - 5th Aprile:

Bè Davide, lascia che te lo dica, ma questo tuo intervento lascia molto a desiderare. Non capisco ma questa ossessione per il sesso da dove scaturisce? Perchè io non la vivo proprio. Forse ti riferisci al sesso ludico di Barnard. Credo che il sesso cosidetto ludico sia altamente auspicabile, ricorda un pò il progetto delle Comuni anni Settanta, che non dispiacevano poi tanto, a chiacchiere, neanche alle femministe di allora, quando affermavano di voler anche liberare la sessualità. Abbiamo scoperto poi che era tutta una finzione e ciò di cui andavano in cerca era semplicemente il potere e il revanscismo. La sua applicazione avrebbe delle ricadute positive su uomini e donne, ma non siamo sufficientemente maturi nè gli uni nè le altre per poterlo veramente realizzare in questo momento.
Invece che cosa mi dici sui privilegi di genere nella società italiana odierna? Trovi che ne esistano per gli uomini o per le donne? Se non sei ferrato in materia, e visto il silenzio mediatico su questi temi saresti ampiamento giustificato nella tua ignoranza, prova a informarti un pò e poi rispondi a queste mie domande, se ti va. Perchè vedi, non si vive di solo sesso.

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Roberto 6:08 pm - 5th Aprile:

@Se posso darvi un consiglio, con le donne bisogna essere simpatici, divertenti, i musoni e gli ex-sessantottini rancorosi non hanno mai successo.
>>
Innanzitutto sappi che in questo blog scrivono anche uomini di destra (uno sono io), poi ti informo che avendo il sottoscritto quasi cinquant’anni, ed essendo altresì divorziato e padre di un ragazzo di diciannove anni, non accetto lezioni da giovanotti o comunque da persone che della vita sanno ancora molto poco.
>>
@Ma non vi accorgete che siete affetti dalla stessa malattia di Berlusconi, ovvero l’ossessione per le gnocche giovani e l’avversione per le donne mature?
>>
Essere di destra non significa avere quella che tu definisci “la malattia di Berlusconi”. Cosa vuoi che me ne faccia, alla mia età, di una venticinquenne? Cosa vuoi che mi racconti, considerando che potrei essere suo padre? Amico mio, io convivo con una donna che di anni ne ha quarantaquattro. E tu?

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Roberto 6:19 pm - 5th Aprile:

E’ la prima volta che leggo quei pezzi di Rino Della Vecchia, segnalati da Silver: devo dire che sono realmente interessanti, di un gradino superiori a quelli di Massimo Fini, che su alcuni punti è anche condivisibile ma che poi si perde per strada scrivendo sciocchezze come questa:” Inoltre ogni maschio bennato di fronte alla scelta fra la donna e la guerra non ha dubbi: sceglie la guerra (e persino il calcio, che ne è una metafora) “.
Ridicolo.

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Fabio 10:57 pm - 5th Aprile:

La lettrice Roberta Pesole mi confonde con quei nove milioni di uomini che, dice, vanno a puttane. Posso rassicurarla, nel mio “Di(zion)ario erotico-Manuale contro la donna a favore della femmina” ho scritto “pagare una donna per fare l’amore, c’è qualcosa di più insensato? Ma come, io faccio la fatica di scoparti e ti devo pure pagare? Ma siamo diventati matti?”. (Massimo Fini)
**************************************
Ecco il classico ultra-sessantenne che non sarebbe mai stato a puttane e che quindi, secondo lui, non avrebbe mai pagato una donna. Come se una fidanzata, una moglie o una amante fossero gratis.
Ma ancora più significativo è il fatto che nemmeno lui capisca perché milioni di uomini pagano le prostitute.
Inoltre, leggendo attentamente entrambi gli articoli, mi viene da pensare che Fini sia anche un bel doppiogiochista, nonché un uomo senza attribuiti (come ha già fatto notare Silver).

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Leo 10:08 am - 6th Aprile:

Ritorno al discorso sulla presunta o reale minore esigenza sessuale delle femmine, a cui ho cercato di dare una spiegazione con la loro inferiorità e invidia. L’organo femminile è passivo, deve aspettare l’erezione maschile, questo penso sia frustrante pel le ragazze e spiega tutto il veleno che hanno.
Per le aggressioni che ho visto fare anche ad altri, intendevo quando allungano il braccio inviperite e afferrano la maglia davanti tirando verso se stesse con evidente desiderio del pene, non per avere rapporti sul momento ma per sollecitare l’attenzione dell’uomo ad essere servite, perché loro hanno il buco dove il pene deve entrare, e quello deve essere l’unico interesse del maschio. Più la donna si nega più l’interesse del maschio aumenta e più il potere femminile sale ( e a me più fanno schifo ste perfide) non è una strategia raggionata, quando una donna si rende conto che l’uomo ha il pene è una reazione naturale.
ilmarmocchio: la donna picchia l’uomo se il terreno è fertile….lo è.
Se ricordate e l’ avete vista la lite Sgarbi Mussolini in televisione, tutti contro di lui: se non era un linciaggio quello poco ci manca. Non guardo più la televisione, ma quando capita noto molta arroganza nelle donne.
Riguardo al potere delle giovani e “belle” ci sono donne di mezza età, grasse o rinsecchite che comandano gli uomini a bacchetta, subentra il rispetto…. potrebbe essere tua madre. Per esempio l’inverno trascorso andando in montagna, un uomo di età e corporatura media stava montando le catene all’automobile, con dentro la moglie in sovrappeso che sbraitava con aria seccata.

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Fabrizio Marchi 11:08 am - 6th Aprile:

Caro Leo, te lo dico in assoluta amicizia e serenità. Fermo rimanendo che questo è un luogo libero e quindi resti liberissimo di esprimere le tue opinioni in assoluta libertà (sempre nel rispetto delle regole civiche ed etiche), il mio parere è che sono proprio post come alcuni dei tuoi che attirano gli strali dei nostri avversari, ai quali, in mala fede, non gli sembra vero di poter prendere un pezzetto di un post di qua, un altro pezzetto di là, scritto da un utente qualsiasi, per poi andare sui loro siti a gettare merda su di noi…
Naturalmente, come ripeto, tu sei libero di continuare a dire ciò che pensi, però io mi vedo in qualche modo “costretto” a fare questo genere di precisazioni. Perchè, lo ripeterò all’infinito, tutto quello che viene detto e scritto anche sul blog, può essere utilizzato contro di noi. E infatti alcuni tuoi post (non solo i tuoi) sono stati proprio fra quelli utilizzati per tentare di sputtanarci con la solita solfa dei “maschilisti, sessisti, invidiosi, sfigati, razzisti, omofobi, frustrati, bruttarelli, mezzi ometti ecc. ecc. ecc….”. Sia chiaro, ci direbbero comunque queste imbecillità, però perchè offrirgli l’occasione su un piatto d’argento?
Quindi, signori avvoltoi che svolazzate nel web in cerca di bocconcini prelibati da portare al vostro nido, sia chiaro che Leo (in questo caso), come altri, è un utente del blog. A noi fa molto piacere (sinceramente) che lui sia qui a partecipare al dibattito e a contribuire con le sue idee (così come altri), ma è bene sottolineare che quelle che esprime sono le SUE idee, non quelle del Movimento degli Uomini Beta.
Spero che sia chiaro per tutte/i anche se credo che saremo costretti a ribadirlo di volta in volta nel corso del tempo.
Fabrizio Marchi

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Leo 11:59 am - 6th Aprile:

Quello che dico è mio; e di personaggi più illustri di me.
Non ho letto l’altro topic: ma se si arrabiano vuol dire che ho centrato il bersaglio.
Perché non rispondono alle mie spiegazioni?…Di solito lo fanno con insulti.
Mi è stato chiesto anche come sono di fisico: sono sempre stato di bell’aspetto, 1,75 di altezza.
Quindi gli insulti: bruttarelli, mezzi ometti..sono senza fondamento. Io dico solo quella che per me è la verità.
Non ho insultato nessuno mi sembra.

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Fabrizio Marchi 12:32 pm - 6th Aprile:

Leo, non ho detto che hai insultato qualcuno. Ho solo detto che, a parer mio (fermo rimanendo che è nel tuo pieno diritto esprimere le tue opinioni) alcuni concetti da te espressi possono scoprire il fianco ad attacchi nei nostri confronti.
Ad esempio più d’una volta hai parlato di presunta “inferiorità femminile”. Questo è un concetto che, oltre a non appartenere sotto ogni profilo al nostro orizzonte culturale e concettuale (essendo il nostro un Movimento, come scriviamo nella nostra Carta dei Principi, che lavora per il superamento di ogni discriminazione, sia essa di genere, di razza, di classe o di appartenenza religiosa), è una di quelle argomentazioni che ci espone maggiormente agli attacchi, del tutto strumentali ma giustificati, in questo caso, dei nostri avversari.
Naturalmente io lascio esprimere tutti, per quanto è possibile, in totale libertà. Peraltro se non lo facessi i miei avversari (conoscendo le mie idee e la mia formazione politica-culturale) mi accuserebbero di essere uno stalinista. Allora, anche e non solo per questo (sono lontano dallo stalinismo anni luce), cerco di non censurare nessuno, per quanto è possibile. D’altro canto, lasciando piena libertà di espressione, mi espongo ed espongo il Movimento a possibili strumentalizzazioni.
Come vedi, siamo (e sono) in una posizione delicata. Ahimè, questo sono i rischi del mestiere, cioè lo scotto che si paga, come si suol dire, quando si fanno delle scelte e si decide nella vita di assumere una posizione.
Sta all’intelligenza di tutti capire la delicatezza e l’importanza del progetto a cui stiamo lavorando, per cercare di farlo crescere, come si fa con la pianta più bella del nostro giardino alla quale teniamo molto e che non vorremmo mai far appassire…
Fabrizio

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Leo 1:34 pm - 6th Aprile:

Ti ringrazio Fabrizio che mi sopporti.
Inferiorità: purtroppo a volte bisogna dire le cose come stanno, posso dire che tante donne sono superiori a me in molti campi: nello sport, in matematica, in cucina, e in tantissime altre cose…e ben vengano; però hanno una personalità in generale che ho già detto molto negativa.
Comunque non sono razzista, ne fascista…e roba simile.

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Davide 2:53 pm - 6th Aprile:

Soccia, ma sapete che siete molto nervosi?
Ad Alessandro rispondo che non sono ossessionato dal sesso. Io il sesso lo faccio e mi ritengo soddisfatto. Posso dire che a volte mi diverto molto. Però, scusate, io sono un po’ all’antica, le donne mi piace corteggiarle. Provateci anche voi, in genere con un mazzo di rose, qualche complimento e una bella cenetta si riesce a far colpo.
Quella storia della Comune è roba vecchia, sono passati i tempi in cui le donne la davano gratis ai compagni. Si sono fatte furbe perchè quelli erano di solito tirchi da far paura, me li ricordo. Non bisogna essere tirchi con le donne e nemmeno con gli uomini.
A Roberto invece dico: grazie per il giovanotto. Di anni ne ho 57 ma sono un tipo sportivo che si mantiene bene. Sono single, bisex ed ho un sacco di amiche ed amici. Per fortuna non ho avuto matrimoni falliti alle spalle ma non è vero che gli sfortunati sono sempre gli uomini. Conosco casi di uomini che hanno preso il loro trentuno e sono scappati come lepri alla prima difficoltà, per esempio la nascita di un figlio down.
Non generalizziamo, per favore.

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Silver 11:12 pm - 11th Aprile:

Zapatero censura i classici per l’infanzia
GIAN ANTONIO ORIGHI
Via le sessiste Biancaneve, Cenerentola e la Bella addormentata nel bosco. L’iperfemminista ministero dell’Eguaglianza del premier socialista spagnolo José Luis Zapatero, insieme con il sindacato degli insegnanti Fete-Ugt, hanno lanciato «Educando nell’uguaglianza»: è una crociata rosa in 42 mila opuscoli, distribuiti al corpo docente, che smonta la visione patriarcale della società trasmessa – sostengono – da queste favole da sempre «maschiliste». Non solo: l’offensiva zapaterista propone, invece dei classici amati da tutti i bimbi di tutto il mondo, la novella «La principessa differente», la storia di una nuova eroina politicamente corretta. Ma la polemica è stata immediata. «Per il momento il governo ha salvato solo Cappuccetto Rosso per il colore del suo copricapo», ha ironizzato lo scrittore e giornalista conservatore Alfonso Ussía. «Il nostro opuscolo vuole cercare favole non sessiste, visto che fiabe come quelle di Charles Perrault sono di solito piene di stereotipi. E quasi tutte collocano le donne e le bambine in una situazione passiva, in cui il protagonista, generalmente maschile, deve realizzare diverse imprese per salvarle», ha tuonato Laura Seara, direttrice dell’«Istituto della Donna», battagliero ariete del ministero dell’Uguaglianza, presentando la clamorosa iniziativa.

L’opuscolo dedicato ai bambini (ma è previsto anche un secondo volumetto rivolto agli studenti delle scuole medie) è di 27 coloratissime pagine, piene di disegni, ed è scaricabile online dal sito http://www.educandoenigualdad.com. «Le favole formano la mente, come ha già dimostrato Bruno Bettelheim in “Psicoanalisi delle fiabe”», spiega l’editrice femminista Felicidad Orquín. E Rosa Fontaiña, presidente della galiziana «Red de Mujeres», incalza: «Le novelle per pargoletti come quelle di Perrault devono essere ritirate, perché i racconti di principi azzurri che salvano le principesse sono sorpassati e contribuiscono a condizionare i più piccoli». Ma l’obiettivo di un’istruzione pubblica che spinga all’uguaglianza tra bambini e bambine, aiutando a prevenire la violenza sulle donne, e che azzeri tanti capolavori non solo in forma di libro, ma continuamente rilanciati al cinema e in tv, non convince tutti. Anche a sinistra. «Benché il contenuto sessista di molte favole classiche sia ovvio, vietarle non è la soluzione piú indovinata – sostiene Elena Rodríguez, responsabile del dipartimento dell’Uguaglianza del sindacato filo-comunista “Comisiones Obreras” -. Non possiamo cancellare il passato. Quelle fiabe formano parte della nostra vita e devono continuare ad esistere. Soltanto che bisogna spiegare all’infanzia che la realtà non è più così». Il ministero dell’Uguaglianza, diretto dalla beniamina di Zapatero, la 33enne Bibiana Aidó (che vuole tra l’altro introdurre, in tutte le università, obbligatoria, la nuova materia «Femminismo»), tira dritto. «Quando raccontiamo le fiabe, regaliamo parole, e le parole sono un alimento tanto importante come il cibo e il sonno – esordisce l’opuscolo socialista -. Le novelle sono anche loro parte della cultura e attraverso le loro avventure si trasmettono valori maschilisti».

La perla femministicamente corretta arriva a pagina 14 e ha come traguardo «insegnare a leggere in forma critica le fiabe che usano stereotipi sul ruolo di donne e di uomini». Sono appena 23 righe, ma capovolgono i classici. La protagonista di «La principessa differente» è Alba Aurora. La fiaba esordisce così: «Non molto tempo fa c’era una principessa che si chiamava Alba Aurora, delicata ed amabile, ma anche molto agile e sportiva e a cui piaceva, tutti i sabati, scalare montagne o fare camping in spiaggia». Anche qui c’è il principe azzurro, ma rimane al palo: un giorno bussa alla finestra di Alba Aurora, offrendole di riscattarla da un mago malvagio o da un orco enorme. «Io non ne conosco – è la risposta sprezzante -. Ma se così fosse, avrei trovato da sola il modo di liberarmene». Il principe, tristissimo, se ne sta per andare, quando Alba Aurora gli propone di visitare la Muraglia Cinese in moto. Lui accetta entusiasta e la ragazza gli prende un braccio, lo fa ballare, lo abbraccia. Poi montano sul bolide «e diventarono buoni amici…».

(…)

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Silver 11:36 pm - 11th Aprile:

Davide
“Però, scusate, io sono un po’ all’antica, le donne mi piace corteggiarle. Provateci anche voi, in genere con un mazzo di rose, qualche complimento e una bella cenetta si riesce a far colpo.”
Abbi pazienza, ma qui in gran parte scrivono uomini che non sono esattamente di “primo pelo”.
Io stesso sono nato nel 1965, Rino è del ’55, Fabrizio, se non vado errato, è del ’58, Armando mi risulta che avesse 20-21 anni nel ’68 (ricordo di averlo letto nella mailing list di U3000, nell’Anno Domini 2002), perciò fai due conti e dimmi come puoi pensare che nessuno di noi abbia mai corteggiato una donna, regalato rose ed offerto cene. Spiegami come puoi credere che nessuno di noi sia mai stato fidanzato, sposato, amante o “amico intimo” di qualcuna…
Per quanto mi riguarda, sappi che pur non essendomi mai sposato (né mai lo sarò), non ho un passato da “bravo ragazzo tutto casa e chiesa”. Anzi, la mia è stata una vita molto sregolata, dal punto di vista sessuale, tanto è vero che se dovessi fare il conto delle donne con le quali ho fatto sesso (sesso, non storie d’amore…), non saprei dirtelo con precisione, visto che con le sole eccezioni di gay e trans, ho “frequentato” un po’ di tutto, puttane e spogliarelliste comprese.
Ma il punto non è questo. Il punto è un altro, ed è ben evidenziato negli articoli scritti da Fabrizio e Rino.

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Fabrizio Marchi 7:34 am - 12th Aprile:

Ottimo lavoro, Silver…
La cosa sconcertante non è tanto il fatto di valutare negativamente alcune favole. Personalmente sono convinto che molte di queste abbiano dei contenuti non condivisibili. Anche perché le stesse favole, piaccia o no, sono il risultato di una determinata cultura che scaturisce da un altrettanto determinato contesto storico, sociale e culturale. Ad esempio credo che il celebre “Pinocchio” di Collodi, forse la fiaba nostrana (è più un racconto fantastico per la verità) per eccellenza, che io ho letto e straletto da ragazzo, contenga un messaggio subliminale (e neanche tanto) molto normativo e prescrittivo. Il messaggio a mio avviso è molto chiaro:”Devi essere obbediente, devi rispettare le regole, sempre e comunque, non devi dare ascolto ai “cattivi maestri”. Il tutto naturalmente è camuffato sotto metafore anche molto intelligenti, sia chiaro. Personalmente, su quel filone, trovo molto più educativo e formativo il libro “Cuore” di De Amicis, dove i valori della solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno, della lealtà, dell’amicizia, dello studio, del rispetto del lavoro, dell’impegno, vengono proposti in un modo a mio parere forse un pochino meno precettivo ma sicuramente più efficace.
Insomma, se mi passate la battuta (so che ci capiamo…), trovo che “Pinocchio” sia un po’ più di “destra” e “Cuore” un po’ più di sinistra…
Ma non è questo il punto. Il punto è che un conto è porsi in una posizione critica rispetto ad una determinata opera letteraria e confutarla con la propria critica oppure, meglio ancora, attraverso la lettura anche di altre opere, portatrici di un messaggio diverso se non alternativo (l’esempio che ho portato poc’anzi citando “Pinocchio” e “Cuore”), e un altro è oscurare una storia per proporne un’altra, di fatto inventata di sana pianta. Ripeto, è una questione di metodo, non (o non solo) di contenuti.
In ultima analisi, gira che ti rigira, siamo sempre lì. L’operazione non è finalizzata ad una corretta ed equilibrata educazione e formazione dei giovani (in libertà) ma ha come obiettivo quello di rimodellare e plasmare gli animi pro domo di chi comanda. Cambiano i direttori d’orchestra ma la musica è sempre quella…
Fabrizio

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Alessandro 9:11 am - 12th Aprile:

In un mio precedente intervento parlavo di “clima da inquisizione” presente in molte parti d’Europa condotto da femministe e femmnisti vari, i quali spulciano qualsiasi cosa, come i tragici inquisitori di un tempo, alla ricerca di tutto ciò che si presume offenda l’intero genere femminile. Sicuramente la Spagna è in prima linea in questa nuova crociata, come giustamente viene definita nell’articolo, che mi sembra abbia saputo ironizzare bene sulla faccenda. Perchè in effetti, leggendo simili castronerie, non si può che sorridere, considerando il tutto come una delle tante risibili inziative di quattro esaltate. Purtroppo però non è così. Come giustamente sottolineato da Fabrizio, dietro queste iniziative c’è la volontà di riproporre, ancora una volta, quel modello di educazione di tipo eterodiretto che è uno strumento assai potente per plasmare menti e visioni del mondo. E se la televisione è oramai utilizzata a questo scopo, perchè non fare altrettanto con la scuola? Non proporre quindi, come sarebbe auspicabile, varietà di opinioni e testi, bensì esclusivamente quelle opinioni e quei testi politicamente corretti graditi alle elitè dominanti . A quando in Spagna L’indice dei libri proibiti oppure il rogo dei medesimi? smile
Devo dire che in Italia rispetto alla’estremismo zapateriano siamo ancora un passo indietro, ma non so ancora per quanto. Questo episodio è un tassello che s’inserisce in un quadro ben più ampio. Il sessismo in Spagna è una pratica oramai sdoganata e dilagante, ampiamente appoggiatata da questo politicante, che crede di fare le rivoluzioni a suon di quote rosa, duro con i deboli e debole con i forti. Povera sinistra e poveri uomini beta spagnoli, i quali mi sembra dormano sonni ancora più profondi degli italiani. Il successo di Zapatero è inoltre dovuto al fatto che il suo premierato, se così si può definire, è coinciso con “gli anni d’oro” dello sport spagnolo, praticamente una superpotenza che ce le suona di santa ragione quasi in tutti gli ambiti sportivi, ahinoi. Sappiamo quanto l’individuo comune confonda i vari piani di cui si compone la sua vita. Lo sa perfettamente anche Silvio Berlusconi, il quale mai ha voluto cedere il suo Milan, conscio che ci saranno sempre tanti ingenui che gli daranno il voto solo per quello. La grande ascesa spagnola in ambito economico sembra poi un’altra bufala raccontata dai media, visto che le ultime ce la danno con un tasso di disoccupazione da far paura e appena meno scricchiolante della Grecia. Che anche per Zapatero non sia venuto il tempo di togliere il disturbo? Lo spero, anche se sull’intelligenza dell’elettorato a qualsiasi latitudine nutro sempre grandi perplessità. Tenendo in considerazione che questo rappresenterebbe poi il ritorno dei darwiniani sociali. Insomma davvero c’è da stare poco allegri in Spagna.

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Leo 10:11 am - 12th Aprile:

Vi siete dimenticati la strega cattiva, di solito queste favole sono la lite tra due donne, dove il principe azzurro arriva solo per mettere a posto le cose: salvare la buona dalla cattiva. Quindi il più stereotipato è il principe che non ha personalità, serve solo a far felice la protagonista bella e buona.
Comunque non ci toccate le favole….

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Rino 11:47 am - 12th Aprile:

Zapatero sta trasformando le aule scolastiche spagnole in altrettante camere a psicogas del regime feminazi.

Si è posto all’avanguardia.

“…l’intendance suivra”

Le truppe cammellate seguiranno…

RDV

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armando 12:00 pm - 12th Aprile:

Zapatero & co. sono l’esempio più chiaro ed eclatante di ideologia femminista che vuole ribaltare il passato e anche il presente, dando della realtà una rappresentazione falsa.
Perchè ancora oggi, e lo sarà anche domani, sempre quando c’è qualcuno in pericolo lì c’è un maschio che salva. Vigile del fuoco, protezione civile, carabiniere o privato cittadino che sia. Sempre!! E mai una femmina, salvo si tratti dei figli. Ed è anche giusto così. Altro che balle.
E’ questo che rosica a Zapatero e al femminismo rancoroso e irriconoscente, ed è per questo che hanno bisogno di falsificare la storia e la realtà e di fare, loro si, il lavaggio ideologico del cervello ai bambini e alle bambine. Rosicano, non accettano la verittà che sono i maschi che fanno e che rischiano sulla loro pelle. Sostanzialmente sono impotenti e rabbiosi, e vogliono distruggere tutto con violenza. Perchè quella è violenza, al pari di aver eliminato dal codice civile spagnolo i termini padre e madre e marito e moglie, al pari di quell’altra famigerata legge che aumenta la pena per un reato se a commetterlo è un maschio.
Però dico anche: ma come è possibile che per due legislature gli spagnoli abbiano votato Zapatero, a cui va riconosciuto una cosa. Ha fatto quello che diceva di voler fare. Vabbè che l’altra parte non era poi così diametralmente diversa, ma che fine hanno fatto i terribili “machi” spagnoli?
armando

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ilmarmocchio 1:50 pm - 12th Aprile:

La trovata di zapatero conferma che da un certo albero non possono venire che certi frutti. Il nemico di zapatero & C. non e’ il sessismo ma la fantasia, e il libero sviluppo secondo natura dei bambini. E’ l’autoritarismo mascherato da ugualitarismo che vuole condizionare le menti dei fanciulli alle sconcezze del politicamente corretto. Il ruggito del coniglio, vile al tempo dell’attentato e criminale con i clandestini ai quali fece sparare a casa loro ( Ceuta e Melilla )

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ckkb 3:18 pm - 12th Aprile:

Nello zapaterismo, come nel femminismo, c’è comunque un’ involontaria straordinaria vena umoristica, tipica di ogni ideologia totalitaria: pare ci sia un progetto di legge per conferire dignità di persona alle scimmie. Il che ci può anche stare. Basta che non si modifichino anche le fiabe e questa volta al Principe azzurro non tocchi baciare una scimmia.

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armando 3:37 pm - 12th Aprile:

x Leo. Dimentichi però due cose. La prima, direi evidente, è che il principe azzurro facendo felice la buona fa felice anche se stesso. O credi che per un uomo “buona” o “cattiva” siano la stessa cosa?
Ma c’è molto di più. Il principe azzurro rappresenta il maschile che mette ordine, che dà “forma”, che dirime fra bene e male. Ti sembra uno stereotipato privo di personalità propria? A me pare il contrario.
armando

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Fabio 5:43 pm - 12th Aprile:

Il Messaggero
Lunedì 12 Aprile 2010

di FRANCESCA FILIPPI

ROMA – Manager è bello. Se donna è meglio. In Italia si sta abbattendo una storica barriera che voleva solo gli uomini negli incarichi di più alta responsabilità nell’industria e nel settore pubblico. Ma ora l’avanzata delle donne sembra irresistibile, a tal punto che hanno iniziato a sfondare il cosiddetto tetto di cristallo.
Lo dice un’indagine di Federmanager (che rappresenta 84.000 professionisti) che mette a confronto il punto di vista di 1000 tra donne e uomini, tutti dirigenti in piccole, medie e grandi aziende del Paese. Le dirigenti italiane – tra l’altro più giovani, più istruite e con un’anzianità aziendale inferiore a quelle dei colleghi uomini, hanno meno di 45 anni – qualche passo avanti lo hanno fatto, soprattutto in termini di retribuzione: guadagnano ancora un 12% in meno dei colleghi ma la parità è quasi raggiunta, e a volte superata, per quanto riguarda i benefit, in particolare per polizze assicurative (70,2% contro il 65,3%) stock options (16,7% contro 13,2%) e borse di studio (3,6% contro 1,5%).
Non è tutto rose e fiori, però. Nelle aziende il rapporto tra dirigenti è ancora di 1 donna ogni 6 uomini, ma fra i “quadri” la proporzione cresce in favore della componente femminile che però stenta a fare carriera. I principali limiti? Maternità e dimensioni dell’azienda: è tanto più difficile essere nominata dirigente nelle piccole realtà. Le donne, a differenza dei colleghi maschi, sono poi convinte di dover “risultare molto più preparate e dedite al lavoro per poter diventare dirigenti” (86,6% contro il 40,8% degli uomini) e che dopo la nomina sia molto difficile andare oltre un certo livello (80% contro 37,7% degli uomini), e che le probabilità di subire mobbing per loro aumentino notevolmente (41,9% contro 9,4%). La crisi economica? Preoccupa entrambi i sessi, ma solo le manager temono riduzioni di stipendio o licenziamenti. L’introduzione di una legge sulle quote rosa nei Cda? Interessa solo il 52,7% delle intervistate. Meglio valorizzare le differenze tra uomo e donna, invece di perseguire l’uguaglianza (79% e 63,4%) e sull’utilità di aumentare il numero delle dirigenti, purché sia il vero merito il criterio di riferimento, per le donne come per gli uomini (67,6% e 68,6%). Difficile conciliare lavoro e famiglia: il 64,8% delle intervistate sono sposate (contro l’86,1% degli uomini) e il 65,9% hanno figli (i colleghi papà sono l’85,2%).«Siamo ancora distanti dagli altri Paesi Ue – analizza il presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni – ma diminuisce seppure lentamente il gap retributivo tra i due sessi. Le donne, poi, oltre a primeggiare nei settori marketing, ricerca, gestione delle risorse umane e servizi legali, sono più sensibili a questioni come merito, responsabilità sociale ed etica, valori fondamentali per aiutare il Paese ad uscire da una crisi pesante».

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Luke Cage 6:31 pm - 12th Aprile:

“Le donne, poi, oltre a primeggiare nei settori marketing, ricerca, gestione delle risorse umane e servizi legali, sono PIù SENSIBILI A QUESTIONI COME MERITO,RESPONSABILITà SOCIALE ED ETICA…”

Ma per piacere….passi per la responsabilità sociale,ma sull’etica e il merito lascerei perdere..

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Fabio 8:51 pm - 13th Aprile:

http://www.seduction.net/riv1a002160.htm

“I Grandi Seduttori” che sono attratti dalle “donne con le palle”, cioè le soldatesse.

Da far venire il latte alle ginocchia…

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Fabio 8:53 pm - 13th Aprile:

Scrivono i “Seduttori”,
“Katrina ha ricevuto una medaglia al valore per il suo comportamento a Bassora. Mentre i suoi compagni di battaglione portavano un guerrigliero alla base militare il loro mezzo subì un incidente, e mentre il prigioniero approfittando della confusione tentava di prendere due fucili Katrina lo ha immobilizzato lanciandosi disarmata in un corpo a corpo. Altro che violenza sulle donne!
Qualcuno ha scritto che Katrina ricorda Demi Moore in «Soldato Jane». Può darsi, ma qui siamo nella realtà, Katrina non è un film. E’ il nostro sogno della realtà: la “Bella con le Palle”.
*****************

Madonna mia, che epoca folle…

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armando 11:40 pm - 13th Aprile:

“E’ il nostro sogno della realtà: la “Bella con le Palle”.”
Infatti i trans vanno di gran moda, pare.
Proprio un’epoca folle, della quale l’ideologia zapaterista è segno ed effetto.
armando

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ckkb 8:26 am - 14th Aprile:

Per la cronaca: la vicenda di Katrina è stata una bufala giornalistica poi smascherata tanto che Katrina dovette dimettersi dall’esercito. Le donne con le palle sono fantasie maschili, ed oggi è la fantasia maschile prevalente. Nella civiltà indiustriale avanzata tutto si sopporta tranne la femminilità e la maternità, ovvero la donna.

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ckkb 10:46 am - 14th Aprile:

E sulla difficoltà che l’identità femminile incontra a sussistere nel mondo moderno una conferma amarissima la si trova a questo indirizzo:
http://www.piuvoce.net/newsite/articolo_opinionista.php?id=165

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Strider 12:23 pm - 14th Aprile:

ckkb
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Le donne con le palle sono fantasie maschili, ed oggi è la fantasia maschile prevalente.
>>>>>>>>>>>>>
Concordo al cento per cento. Del resto anche le “amazzoni” sono una fantasia maschile, cosi’ come lo sono le “femmine picchiatrici” o le “donne sessualmente aggressive”. Altro che “fantasie figlie del femminismo”, come mi e’ capitato di leggere in passato…
La realta’, che ad alcuni appartenenti ai movimenti maschili non piace, è che molti nostri simili sono degli autentici coglioni, a prescindere dall’ ideologia femminista.

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Animus 1:13 pm - 14th Aprile:

>Ckkb
Nello zapaterismo, come nel femminismo, c’è comunque un’ involontaria straordinaria vena umoristica, tipica di ogni ideologia totalitaria: pare ci sia un progetto di legge per conferire dignità di persona alle scimmie.
.
Bellissima questa.
La metto coem firma. :-))

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Luke Cage 3:05 pm - 14th Aprile:

@Strider
“è che molti nostri simili sono degli autentici coglioni, a prescindere dall’ ideologia femminista.”

Concordo in parte,ma secondo me sei un pò drastico.
Cioè sulla coglionaggine (anche se secondo me è più spesso codardia ) di molti è fuori discussione,ma sull’aggressività femminile e sulla violenza psicologica e sempre più spesso fisica messa in atto da molte donne ci sono studi,articoli e testimonianze che vengono opportunamente occultate e/o liquidate come eccezioni che confermano la regola non scritta che la violenza è maschile..
L’aggressività sessuale femminile invece è una cazzata da film porno…quasi mai trovato analogie nella realtà…forse giusto alcune 40enni..se va (a loro) bene..

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ilmarmocchio 5:44 pm - 14th Aprile:

Animus : Nello zapaterismo, come nel femminismo, c’è comunque un’ involontaria straordinaria vena umoristica, tipica di ogni ideologia totalitaria

verissimo. Un tratto distintivo, in contrasto con la presunta grandezza degli obiettivi che queste deleterie ideologie vorrebbero raggiungere

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ilmarmocchio 6:14 pm - 14th Aprile:

Armando : Ma c’è molto di più. Il principe azzurro rappresenta il maschile che mette ordine, che dà “forma”, che dirime fra bene e male
R – infatti. E questo da molto fastidio, anzi e’ in totale contrasto con il mainstream odierno, che ci vuole liberi per tutto . naturalmente , per finta

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Silver 7:38 am - 18th Aprile:

Società – La mia generazione ha combattuto la battaglia per la parità tra i sessi e l’aborto. Oggi l’appiattimento ha cancellato le identità
Il femminismo non ha liberato le donne
Tutti i messaggi si concentrano sul corpo: siamo passati dall’angelo del focolare alla mistica della seduzione

Società – La mia generazione ha combattuto la battaglia per la parità tra i sessi e l’aborto. Oggi l’appiattimento ha cancellato le identità

Il femminismo non ha liberato le donne

Tutti i messaggi si concentrano sul corpo: siamo passati dall’angelo del focolare alla mistica della seduzione

Appartengo alla generazione che ha combattuto, negli anni della prima giovinezza, la battaglia per la libertà sessuale e per la legalizzazione dell’aborto. La generazione che nei tè pomeridiani, tra un effluvio di patchouli e una canna, imparava il metodo Karman, cioè come procurarsi un aborto domestico con la complicità di un gruppo di amiche. Quella generazione che organizzava dei voli collettivi a Londra per accompagnare ad abortire donne in uno stato così avanzato di gravidanza da sfiorare il parto prematuro. È difficile, per chi non li ha vissuti, capire l’eccitazione, l’esaltazione, la frenesia di quegli anni. La sensazione era quella di trovarsi sulla prua di una nave e guardare un orizzonte nuovo, aperto, illuminato dal sole di un progresso foriero di ogni felicità. Alle spalle avevamo l’oscurità, i tempi bui della repressione, della donna oggetto manipolata dai maschi e dai loro desideri, oppressa dal potere della Chiesa che, secondo gli slogan dell’epoca, vedeva in lei soltanto un docile strumento di riproduzione. Erano gli anni Settanta.

Personalmente, non sono mai stata un’attivista, ma lo erano le mie amiche più care e, per quanto capissi le loro ragioni, non posso negare di essere stata sempre profondamente turbata da questa pratica che, in quegli anni, si era trasformata in una sorta di moderno contraccettivo. Mi colpiva, in qualche modo, la leggerezza con cui tutto ciò avveniva, non perché fossi credente — allora non lo ero — né per qualche forma di moralismo imposto dall’alto, ma semplicemente perché mi sembrava che il manifestarsi della vita fosse un fatto così straordinariamente complesso e misterioso da meritare, come minimo, un po’ di timore e di rispetto. Come sono cambiate le cose in questi quarant’anni? Ho l’impressione che anche adesso il discorso sulla vita sia rimasto confinato tra due barriere ideologiche contrapposte. La difesa della vita sembra essere appannaggio, oggi come allora, solo della Chiesa, dei vescovi, di quella parte considerata più reazionaria e retriva della società, che continua a pretendere di influenzare la libera scelta dei cittadini. Chi è per il progresso, invece, pur riconoscendo la drammaticità dell’evento, non può che agire in contrapposizione a queste continue ingerenze oscurantiste. Naturalmente, un Paese civile deve avere una legge sull’aborto, ma questa necessaria tutela delle donne in un momento di fragilità non è mai una vittoria per nessuno. I dati sull’interruzione volontaria di gravidanza ci dicono che le principali categorie che si rivolgono agli ospedali sono le donne straniere, le adolescenti e le giovani. Le ragioni delle donne straniere sono purtroppo semplici da capire, si tratta di precarietà, di paura, di incertezza—ragioni che spingono spesso ormai anche madri di famiglia italiane a rinunciare a un figlio, ragioni a cui una buona politica in difesa della vita potrebbe naturalmente ovviare.

Ma le ragazze italiane? Queste figlie, e anche nipoti delle femministe, come mai si trovano in queste condizioni? Sono ragazze nate negli anni 90, ragazze cresciute in un mondo permissivo, a cui certo non sono mancate le possibilità di informarsi. Possibile che non sappiano come nascono i bambini? Possibile che non si siano accorte che i profilattici sono in vendita ovunque, perfino nei distributori automatici notturni? Per quale ragione accettano rapporti non protetti? Si rendono conto della straordinaria ferita cui vanno incontro o forse pensano che, in fondo, l’aborto non sia che un mezzo anticoncezionale come un altro? Se hai fortuna, ti va tutto bene, se hai sfortuna, te ne sbarazzi, pazienza. Non sarà che una seccatura in più. Qualcuno ha spiegato loro che cos’è la vita, il rispetto per il loro corpo? Qualcuno ha mai detto loro che si può anche dire di no, che la felicità non passa necessariamente attraverso tutti i rapporti sessuali possibili? Chi conosce il mondo degli adolescenti di oggi sa che la promiscuità è una realtà piuttosto diffusa. Ci si piace, si passa la notte insieme, tra una settimana forse ci piacerà qualcun altro. I corpi sono interscambiabili, così come i piaceri. Come da bambine hanno accumulato sempre nuovi modelli di Barbie, così accumulano, spinte dal vuoto che le circonda, partner sempre diversi. Naturalmente non tutte le ragazze sono così, per fortuna, ma non si può negare che questo sia un fenomeno in costante crescita.

Sono più felici, mi chiedo, sono più libere le ragazze di adesso rispetto a quarant’anni fa? Non mi pare. Le grandi battaglie per la liberazione femminile sembrano purtroppo aver portato le donne ad essere soltanto oggetti in modo diverso. Non occorre essere sociologi né fini pensatori per accorgersi che ai giorni nostri tutti i messaggi rivolti alle bambine si concentrano esclusivamente sul loro corpo, sul modo di offrirsi agli altri. Si vedono bambine di cinque anni vestite come cocotte e già a otto anni le ragazzine vivono in uno stato di semi anoressia, terrorizzate di mangiare qualsiasi cosa in grado di attentare alla loro linea. Bisogna essere magre, coscienti che la cosa che abbiamo da offrire, quella che ci renderà felici o infelici, è solo il nostro corpo. Il fiorire della chirurgia plastica non è che una tristissima conferma di questa realtà. Pare che molte ragazze, per i loro diciotto anni, chiedano dei ritocchi estetici in regalo. Un seno un po’ più voluminoso, un naso meno prominente, labbra più sensuali, orecchie meno a vela. Il risultato di questa chirurgia di massa è già sotto ai nostri occhi: siamo circondate da Barbie perfette, tutte uguali, tutte felicemente soddisfatte di questa uguaglianza, tutte apparentemente disponibili ai desideri maschili. Sembra che nessuno abbia mai detto a queste adolescenti che la cosa più importante non è visibile agli occhi e che l’amore non nasce dalle misure del corpo ma da qualcosa di inesprimibile che appartiene soprattutto allo sguardo.

Siamo passati così dalla falsa immagine della donna come angelo del focolare, che si realizza soltanto nella maternità, alla mistica della promiscuità, che spinge le ragazze a credere che la seduzione e l’offerta del proprio corpo siano l’unica via per la realizzazione. Più fai sesso, più sei in gamba, più sei ammirata dal gruppo. Nella latitanza della famiglia, della chiesa, della scuola, la realtà educativa è dominata dai media e i media hanno una sola legge. Omologare. Ma questo lato apparentemente così comprensibile, così frivolo — voler essere carine o anche voler mitigare i segni del tempo — che cosa nasconde? Il corpo è l’espressione della nostra unicità ed è la storia delle generazioni che ci hanno preceduti. Quel naso così importante, quei denti storti vengono da un bisnonno, da una trisavola, persone che avevano un’origine, una storia e che, con la loro origine e la loro storia, hanno contribuito a costruire la nostra. Rendere anonimo il volto vuol dire cancellare l’idea che l’essere umano è una creatura che si esprime nel tempo e che il senso della vita è essere consapevoli di questo. La persona è l’unicità del volto. L’omologazione imposta dalla società consumista—e purtroppo sempre più volgarmente maschilista — ha cancellato il patto tra le generazioni, quel legame che da sempre ha permesso alla società umana di definirsi tale. Noi siamo la somma di tutti i nostri antenati ma siamo, al tempo stesso, qualcosa di straordinariamente nuovo e irripetibile. Cancellare il volto vuol dire cancellare la memoria, e cancellare la memoria, vuol dire cancellare la complessità dell’essere umano. Consumare i corpi, umiliare la forza creativa della vita per superficialità e inesperienza, vuol dire essere estranei dall’idea dell’esistenza come percorso, vuol dire vivere in un eterno presente, costantemente intrattenuti, in balia dei propri capricci e degli altrui desideri. Senza il senso del tempo non abbiamo né passato né futuro, l’unico orizzonte che si pone davanti ai nostri occhi è quello di una specchio in cui ci riflettiamo infinite volte, come nei labirinti dei luna park. Procediamo senza senso da una parte, dall’altra, vedendo sempre e soltanto noi stessi, più magri, più grassi, più alti, più bassi. All’inizio quel girare in tondo ci fa ridere, poi col tempo, nasce l’angoscia. Dove sarà l’uscita, a chi chiedere aiuto? Battiamo su uno specchio e nessuno ci risponde. Siamo in mille, ma siamo sole.

Susanna Tamaro

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17 aprile 2010

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armando 2:33 pm - 6th Maggio:

Che ne dite di questa citazione?
“L’importanza fondamentale della donna nella vita, la donna portatrice e fonte della vita, è la credenza professata e profonda di tutto il mondo bianco..Quasi tutti gli uomini accettano tale principio. Quasi tutti gli uomini, nel momento stesso in cui impongono i loro egoistici diritti di maschi padroni, tacitamente accettano il fatto della superiorità della donna apportatrice di vita. Tacitamente credono nel culto di ciò che è feminile. tacitamente sono d’accordo nell’ammettere che quanto vi è di produttivo, di bello, di appassionato e di essenzialmente nobile nel mondo è la donna. E per quanto possano reagire contro questa credenza, detestando le loro donne, ricorrendo allle prostitute, all’alcol e a qualsiasi altra cosa,, in ribellione contro questo grande dogma ignominioso della sacra superiorità della donna, pure non fanno ancor sempre che profanare il dio della loro vera fede. Profanando la donna, essi continuano, per quanto negativamente, a concederle il loro culto.. Lo spirito della virilità è scomparso dal mondo..Gli uomini (di oggi) non potranno mai unisrsi a combattere la buona battaglia, perchè non appena una donna si fa avanti coi suoi figli, troverà un esercito di pecoroni pronto a difenderlòa e a soffocare la ribellione”
D.H. Lawrence da Aaron’s rod.
Io trovo che illustri davvero bene il mondo d’oggi e soprattutto gli uomini di oggi, che oscillando fra il disprezzo e la genuflessione verso il femminile, in realtà ne sono succubi.
armando

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Alessandro 6:20 pm - 18th Maggio:

Mi sembra un’ intervista un pò demenziale. Innanzi tutto il titolo “non ci azzecca nulla”, direbbe qualcuno, con il contenuto dell’articolo. In secondo luogo non fa che ribadire ovvietà: che alle donne piaccia l’uomo con il portafogli pieno lo sanno oramai anche i bambini. In terzo luogo è tristissimo celebrare dei personaggi quali i calciatori o i piloti, per citare gli “sportivi” più pagati, che nulla offrono di utile, perlomeno con la loro “attività professionale”, alla causa collettiva. Arrivare a celebrare un allenatore è poi, a mio parere, abbastanza ridicolo. Chiunque abbia giocato a calcio sa che il ruolo di un allenatore è marginale nel determinare i successi o gli insuccessi di una squadra. Inoltre questo stesso allenatore, premetto che del calcio professionistico e dei suoi divi, qualsiasi maglia indossino, non me ne frega niente, ha affermato in un’occasione che i suoi giocatori, dopo una partita, “erano stati degli eroi”. E’ chiaro che parlava di eroi in termini sportivi, almeno me lo auguro, però io quando sento parlare di eroi penso, per esempio, agli operai di Chernobyl che sacrificarono la propria vita immergendosi in un liquido radiattivo per chiudere delle valvole di quella centrale nucleare. Bisognerebbe imparare a utilizzare certe parole con la dovuta parsimonia. E’ comunque ciò che più fa tristezza sono le migliaia di uomini beta che si ritrovano, talvolta anche in piena notte, per festeggiare i loro “eroi”, che non stringerebbero loro neppure una mano.

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armando 8:59 pm - 18th Maggio:

Bertold Brecht pronunciò una frase diventata celebre, “beati i popoli che non hanno bisogno d’eroi”. A mio parere è una frase disgraziatissima e femminilissima nel suo senso. I maschi e i popoli, al contrario, hanno bisogno di eroi come cibo spirituale, allo stesso modo in cui hanno bisogno del cibo materiale. E’ vero che senza eroi si campa lo stesso, ma la vita diventa vegetativa, smorta, senza slancio e ideali. In questo modo il maschio diventa esanime, muore spiritualmente, in altri termini si femminilizza. Nell’eroe il maschio si identifica, e l’identifcazione in un personaggio non è questione di soldi, ma di ciò che rappresenta nell’immaginario. Dico nell’immaginario, sia chiaro, poi come spesso accade con gli eroi sportivi, nel reale è magari tutt’altra faccenda. Ma anche quando è così, quell’immagine simbolica ha una funzione altamente positiva, perchè l’eroe per un maschio è un simbolo di trasformazione. Avete visto il film “Il mio amico Eric” che parla della funzione positiva nella vita di un uomo beta di Eric Cantonà, l’ex calciatore francese del Manchester United?
Va da sè che l’atto degli operai di Chernobil è incomparabilmente superiore e più eroico di un gollazzo perchè fu un dono di sè in senso letterale, però è anche vero che con molta probabilità quegli stessi operai che hanno dato la vita per i propri compagni e per il popolo dell’Ucraina, nel loro intimo si identificavano con qualche personaggio, e questa identificazione eroica maschile ha contribuito a dar loro l’incommensurabile forza che hanno dimostrato. Che fu forza fallica, non dimentichiamolo mai.
Ogni tempo ha i suoi, di eroi, e certo quelli attuali non sono i migliori. Però anche questi “eroi” di oggi conservano la capacità di unificare l’immaginario al di là dell’età, delle condizioni sociali e delle idee.
Il Che, ad esempio, è stato un eroe oltre l’ideologia, ha rappresentato un simbolo anche per molti che non erano dalla sua parte, per il coraggio di difendere le sue idee mettendosi totalmente in gioco, per aver sposato fino in fondo la sua causa. Molti altri se ne potrebbe trovare, magari con idee opposte, ma che hanno saputo interpretare al meglio la loro funzione.
Ragazzi, il maschile è questo, non altro. E pazienza se tanti uomini beta festeggiano uno scudetto. Non sono quei festeggiamenti a nuocere. Quando ricchi e poveri, operai e imprenditori, beta e alfa, si ritrovano a festeggiare insieme un avvenimento o un “eroe” (mettiamoci pure le virgolette per non inflazionare il termine come Alessandro giustamente chiede), vuol dire che c’è qualcosa che unifica il maschile oltre tutte le differenze. E non è da sottovalutare il fatto che stuzzichi anche l’immaginario femminile. Anch’esso non guarda solo ai soldi, ma ad una dimensione del maschile che semmai trova oggi nei soldi, purtroppo, il suo coagulo principale. Ma non dimentichiamo che ciascuno di noi, nel suo piccolo, può essere un eroe. Ed è “eroico”, oggi, anche avere opinioni politicamente scorrette, anche avere il coraggio di sostenerle a viso aperto contro l’opinione standardizzata dei più. Faccio un esempio sperando di non essere accusato di ruffianeria. Quando Fabrizio è andato controcorrente a dire le sue idee in una platea del tutto ostile, non solo ha offerto agli altri maschi un’opportunità di identificarsi e trovare il coraggio di uscire allo scoperto, ma sono convinto che anche le donne che più lo hanno osteggiato, nel loro intimo hanno apprezzato il suo coraggio fallico e maschile, mentre i leccaculo che davano mostra di essere dalla loro parte li utilizzano ma li disprezzano.
armando

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Strider 11:04 pm - 18th Maggio:

armando
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ma sono convinto che anche le donne che più lo hanno osteggiato, nel loro intimo hanno apprezzato il suo coraggio fallico e maschile, mentre i leccaculo che davano mostra di essere dalla loro parte li utilizzano ma li disprezzano.
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Lo penso anch’ io. Tuttavia, devo dirti che questo genere di atteggiamenti ipocriti femminili, non e’ che aumentino la mia stima verso di loro, anzi…
Dico, ma come si fa ad apprezzare chi ti combatte quotidianamente, bollandoti come maschilista e misogino, ma che poi, nel proprio intimo, rimane colpita da chi ha il coraggio di andare controcorrente ?

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Alessandro 8:49 am - 19th Maggio:

Sono in parte d’accordo con te Armando. La tua è un’interpretazione interessante del fenomeno. Non avevo mai pensato al ruolo che l’eroe possa avere nella formazione della personalità maschile. Ciò non toglie che un “eroe” non può valerne un altro. E’ più “eroe” uno spazzino che tutte le notti porta via la nostra spazzatura oppure uno dei tanti viziati e spocchiosi personaggi del mondo del calcio o della formula uno? Io non ho dubbi in proposito. D’altronde partecipo a un forum che si chiama Uomini Beta non per caso. E’ tempo di ritornare a dare a cesare quel che è di cesare. Devono essere, però, gli Uomini Beta a iniziare. Il calcio rimane uno sport bellissimo, che io consiglio vivamente di praticare, ma quello che noi guardiamo in televisione non è altro che una delle tante espressioni della decadenza dei nostri tempi. Sono parole forti, che chiaramente in tanti non condivideranno. Comunque io, uomo beta, adulto, mi potrò certamente guardare la partita, ma non festeggerò mai il padrone, chiunque sia, e non contribuirò certamente a ingrassare i privilegiati.
Come mi è già capitato di scrivere in altre occasioni, il Comunismo ha sicuramente avuto tante colpe, ma mai avrebbe tollerato che degli sportivi, che come attività esercitano ciò che altri svolgono per svago, potessero mettere insieme tutti questi soldi sottraendoli alla collettività. Oggi però ciò che è giusto o sbagliato lo stabilisce il ” libero mercato” e noi ci adeguiamo.

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Damien 9:22 am - 19th Maggio:

Strider 11:04 pm – 18th maggio:
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Lo penso anch’ io. Tuttavia, devo dirti che questo genere di atteggiamenti ipocriti femminili, non e’ che aumentino la mia stima verso di loro, anzi…
Dico, ma come si fa ad apprezzare chi ti combatte quotidianamente, bollandoti come maschilista e misogino, ma che poi, nel proprio intimo, rimane colpita da chi ha il coraggio di andare controcorrente ?
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Quando hai il potere uterino, l’unico modo per mantenerlo e’ comportarsi in modo irrazionale, e per molte donne questo e’ pane quotidiano, chiaro che poi nella propria intima visione c’e’ sempre il macho, se cosi non fosse, molte di queste emancipate della vulva abdicherebbero ben volentieri ai tanti maschi pentiti/zerbini che gli gravitano intorno, non ti pare?

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Fabrizio Marchi 9:31 am - 19th Maggio:

Armando, io ti ringrazio tanto per l’attestato di stima, peraltro dato pubblicamente, e la cosa può anche gratificarmi a livello personale, però sono costretto a dirti che non sono d’accordo o solo in parte, con quanto dici, non solo per ciò che riguarda il sottoscritto ma anche in generale.
Intanto non sono un eroe ma semplicemente un uomo che ha il coraggio di portare avanti le sue idee. E quello che faccio io possono farlo non dico tutti (perché altrimenti qualcuno mi accuserebbe di fare demagogia per ragioni ideologiche, e avrebbe ragione in questo caso) ma comunque molti. Sarebbe un errore celebrare l’atto di un singolo come qualcosa di unico, irripetibile, appunto “eroico”. Diciamo che una serie di circostanze sia di ordine generale e contestuale che personale hanno fatto sì che il sottoscritto abbia sviluppato una notevole dose di autonomia intellettuale e anche una certa predisposizione al confronto e alla lotta. Poi bisogna vedere come io stesso mi sarei comportato in un contesto in cui a rischiare fosse non solo la mia immagine pubblica ma la mia vita stessa. Mi sarei comportato nello stesso modo? Oppure avrei chinato la testa come tanti, ma non come tutti? Non lo so, nessuno può dirlo e non avrebbe neanche senso domandarselo.
Ma questo non significa certo essere dei “superman”. Perché questo è il significato che si attribuisce al termine “eroe”, diciamo la verità. E questo è un significato negativo, dal mio punto di vista, non positivo.
Gli eroi non scelgono mai di essere tali. Non ci pensano prima di diventarlo, o meglio, prima che gli altri li rendano tali, facendone un simbolo. Non si decide di intraprendere la “carriera di eroe” e in genere quelli che lo decidono a priori sono degli invasati. Questo modo di pensare (ora so che molti se la prenderanno ma è così) è tipico dell’ ideologia di una certa “destra”. Ma è una truffa.
Gli eroi sono “solo” uomini che in un dato momento o fase della loro vita decidono che comunque è giusto fare ciò che avevano già deciso di fare e che le circostanze della vita sembrerebbero impedirglielo. Oppure sono semplicemente uomini che scelgono di compiere il proprio dovere fino in fondo. Questo vale per tutti e in tutti i campi, per gli operai di Chernobil come per quelli che hanno preferito farsi bruciare vivi piuttosto che rinunciare alle proprie idee, per i grandi rivoluzionari della storia come per coloro che si gettano tra le fiamme per salvare una vita umana, per i guerrieri e per i contadini, vale per Spartaco e Che Guevara (Leonida o Garibaldi, Salvador Allende o Martin Luther King e chi più ne ha più ne metta…) così come per tanti uomini “oscuri” e rimasti ignoti che hanno salvato un loro compagno dopo la frana di una miniera oppure si sono caricati sulle spalle il corpo di un amico ferito durante i combattimenti in mezzo alle pallottole e alle bombe. Oppure ancora hanno portato avanti fra mille stenti e privazioni una famiglia e che anche se tante volte sono stati presi dalla tentazione di fregarsene e mandare all’aria tutto, comunque hanno scelto di tirare avanti, di non mollare.
Però noi ricordiamo solo quelli famosi, quelli diventati celebri. Ma nessuno di questi, sia chiaro, sia i pochi celebri che i tanti ignoti, avrebbe mai pensato di diventare un “eroe”. Anzi, se glielo avessero chiesto un momento prima si sarebbero fatti un risata oppure avrebbero alzato le spalle.
Ecco, se questa è la definizione di “eroe”, questi per me sono eroi. Uomini, non “superuomini”. Anche Ulisse, visto che te, Armando, sei appassionato (e fai bene) di epica, era “solo” un uomo (anche se con raccomandazioni in alto…); era questa la sua grandezza. E infatti, per rimanere in tema, diciamo la verità, Achille (con le dovute differenze, sia chiaro, spero che mi perdonerete e capirete il messaggio) è un personaggio accostabile a Superman o all’Uomo Ragno. Non credo che abbia mai affascinato nessuno come il primo…
Ciò detto, ha ragione Alessandro a dire quello che dice a proposito dei calciatori o dei personaggi dello spettacolo, falsi eroi dell’era postmoderna, pagliaccioni bambocci viziati eretti a nuovi idoli delle masse e per le masse. Facciamo bene attenzione perché altrimenti nel tentativo di esaltare a tutti costi la maschilità rischiamo di fare una bella confusione. La funzione di quel circo mediatico è tutt’altra e non certo quella di infondere valori positivi nelle persone. Se mai quella di “distrarli” e di impedirgli di prendere coscienza della propria condizione, quella di massa informe e indistinta destinata ad alimentare quello stesso circo che senza di loro non esisterebbe neanche. E invece esiste eccome, purtroppo, e se quella gente che festeggia per uno scudetto vinto o per un calcione rifilato ad un altro calciatore si riversasse nelle piazze per ben altri motivi, le cose andrebbero in modo molto diverso da come vanno.
Non mescoliamo le carte, non facciamo “fumo”. Siamo qui per diradare la nebbia, non per contribuire ad infittirne la densità. Nelle piazze festanti per un campionato vinto non c’è il trionfo dei valori del “maschile”. C’è il trionfo del sistema. Quando l’Argentina vinse i mondiali di calcio nel ’78, in quel paese c’era una dittatura sanguinaria ma milioni di persone scesero nelle piazze per mesi per festeggiare la vittoria… Non lo dimentichiamo. Badate che chi parla è un appassionato di calcio, sia chiaro, ma questo non c’entra nulla…
Sbagli a dire che quando ricchi e poveri (quindi alpha e beta) festeggiano insieme è comunque positivo perché non è così. Se il povero festeggia con il ricco vuol dire che il ricco sta vincendo e il povero sta perdendo. Perché se il povero esiste è perché il ricco esiste. Perché se il povero non esistesse neanche il ricco esisterebbe.
Ma tutto questo con l’eroismo e con i valori dela “maschilità” non c’entra proprio un bel niente, caro Armando. C’entra con un’altra storia che comincia fin dai tempi antichissimi, fin dai tempi di Gesù Cristo e anche prima, forse da sempre. Ma in fondo, anche Cristo era un “eroe” e ha sudato sangue come tanti altri uomini nelle sue circostanze. E io non sono affatto convinto che avesse tutta questa voglia di finire sulla croce. Tuttavia quando gli è stata data la possibilità di rinnegare le sue idee e di risparmiarsi la croce, ha scelto di non cedere e di andare avanti, qualsiasi fosse il prezzo da pagare.
E ti dirò di più; non sarebbe stato affatto contento nel vedere ricchi (ma non era più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago?…) e poveri festeggiare insieme per uno scudetto. Sono certo che li avrebbe cacciati tutti dal tempio…i primi per ipocrisia, i secondi per coglioneria…
Fabrizio
P.S. Relativamente a Cantonà, in quanto a eroi, bè, se devo scegliere, io mi tengo stretto Mohammed Alì, se permetti. Anche se tu dirai che a livello simbolico non cambia nulla, per me la differenza è abissale. E anche questo ha il suo peso. Ma non era questo il punto della questione…

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Leo 1:01 pm - 19th Maggio:

Arthur Schopenhauer 1788-1860( metto la data perché in quell’epoca non c’era la televisione e niente, e neanche il femminismo, ma più o meno siamo alle solite.)
Quando la natura spaccò il genere umano in due metà, il taglio non fu fatto proprio nel mezzo….
La differenza fra polo positivo e negativo non è soltanto qualitativa, ma anche quantitativa.Gli antichi e gli orientali hanno considerato le donne in questo modo, e perciò hanno riconosciuto la posizione loro adeguata molto meglio di noi con la nostra galanteria francese all’antica, con la sciocca venerazione per il sesso femminile, fiore supremo della stupidità cristiano-germanica, che è servito soltanto a rendere le donne arroganti e sfacciate, tanto che vengono in mente le scimmie sacre del Benares, le quali, consce della propria santità e inviolabilità, si permettono di tutto.
Le donne sono il secondo sesso; bisogna aver riguardi per la debolezza della donna, ma è oltremodo ridicolo attestare venerazione alle donne: essa ci abbassa ai loro stessi occhi.

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armando 1:17 pm - 19th Maggio:

Caro Fabrizio, non è necessario essere d’accordo su tutto, meglio la diversità nella chiarezza. Per esempio, io concordo sulla prima parte quando parli dell’eroe che non sceglie di essere tale ma che tale si rivela per le circostanze della vita. E’ così, ed è anche vero però che esiste un eroismo minimalista della vita quotidiana, alla portata di molti, che non va taciuto, Anche quel piccolo gesto di coraggio fa parte della categoria “eroismo” in un mondo che celebra la vigliaccheria e la prudenza ad ogni costo. Anzi, ti dico che bisognerebbe partire prprio da quì. Nè ho mai detto che gli eroi del calcio sono la stessa cosa di altri tipi d’eroe. Però incarnano un bisogno insopprimibile del maschile di superare prove, superare se stessi, diventare punto di riferimento per la comunità in cui vive. Sono cioè portatori di un simbolismo che va oltre la loro figura umana, spesso meschina o istericamente poco maschile nella slealtà come ho benissimo presente.
Che siano loro è un segno dei tempi, ma se non ci fosse nessun “eroe sarebbe peggio, per me.
Ora devo andare ma se c’è occasione ne riparleremo.
armando

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armando 5:13 pm - 19th Maggio:

Strider: “Lo penso anch’ io. Tuttavia, devo dirti che questo genere di atteggiamenti ipocriti femminili, non e’ che aumentino la mia stima verso di loro, anzi…””
Il punto è che spesso non si tratta di ipocrisia consapevole, ma di un modo d’essere intimamente contraddittorio e di un modo di ragionare circolare, l’opposto di quello lineare del logos maschile. Secondo me è inutile pensare di far ragionare la femmina come un maschio. Non ne arriveremo mai a capo. Quando siamo su due piani diversi la discussione non ha senso. L’indipendenza emotiva è anche questo. Meglio tagliare ed agire indipendentemente da lei, oppure, se le circostanze lo permettono, abbracciarla e baciarla con passione. Si acquieterà.
Aggiungo un’altra cosa per Fabrizio, anzi due. Borghese o proletario, ricco o povero, possidente o salariato, quale maschio non ha avuto, almeno da ragazzo ma anche da adulto, un “eroe” di riferimento che ci sarebbe piaciuto emulare? Magari anche un “eroe” negativo, ma se ci pensiamo mai contrassegnato dai soldi e neanche per forza dall’essere un guerriero in armi. Sicuramente però un guerriero interiore. Per me furono Mazzinghi (pugile), W. Bonatti, Messner, Moser, il Che. Anche eroi perdenti, dunque. Può essere per uno scudetto o per Alì o per altre circostanze, e sicuramente il ricco e il povero tali rimangono. Ma che c’entrano l’ipocrisia e la coglioneria?
Un eroe vero, Guido Rossa, arrampicava in montagna col presidente della Confindustria genovese, un nemico di classe. Ma ciò non gli impediva di fare il sindacalista secondo la sua visione, e per questo fu assassinato.
Voglio dire che esiste un qualcosa di vitale che riesce ad accomunare gli uomini al di là e nonostante tutte le differenze. Io penso che se perdiamo la consapevolezza di ciò che ci accomuna in quanto maschi e nonostante tutto, perdiamo qualcosa di importante, e temo che ne sarà compromessa anche l’opera che, ciascuno per la sua parte e a suo modo, stiamo tentando di fare.
armando

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Luke Cage 11:09 pm - 19th Maggio:

Armando:”Il punto è che spesso non si tratta di ipocrisia consapevole, ma di un modo d’essere intimamente contraddittorio e di un modo di ragionare circolare, l’opposto di quello lineare del logos maschile. Secondo me è inutile pensare di far ragionare la femmina come un maschio”

Trovo forzosa tale tua interpretazione Armando.
Questo carattere femminile di cui tu parli si trova in parte anche in molti maschi, come d’altronde ci sono molte donne che hanno caratteri e mentalità (nel senso proprio di processi mentali) più mascolini di molti uomini.
L’unico aspetto su cui mi trovo d’accordo è il recupero dell’indipendenza emotiva: ma per quel che riguarda le modalità le cose sono molto più complicate.
Certe prerogative sia maschili che femminili oramai appartengono al passato.
Ad un passato che per quel che mi riguarda è bene che rimanga tale.
La sfida per gli uomini d’oggi secondo me è il recupero dell’autostima e il valore della propria maschilità che passa comunque per un percorso personale.
Le carte oggi sono moooolto rimescolate.
Tu continui a sopravvalutare e non è la prima volta la relativa buina fede delle donne d’oggi (atteggiamento tra l’altro vagamente paternalistico nel senso negativo del termine)
“Ipocrisia inconsapevole”..per piacere. Ripeto: l’inganno più astuto del diavolo è aver convinto il mondo di non esistere.

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giovanni 11:58 pm - 19th Maggio:

Sono completamente in accordo con te credo che siano proprio questi i “fondamentali” su cui noi maschi dobbiamo riflettere e in qualche modo riscoprirci la nostra situazione e complessa e certo molte cose andrebbero soppesate ma in generale credo che dobbiamo proprio riscoprire anche nell’era moderna quelli che sono stati i nostri peculiari specifici tratti distintivi e parlo come genere se ci pensate noi in fondo anche al netto delle influenze culturali siamo ancora quello che eravamo siamo stati x migliaia di anni cacciatori e guerrieri e questo ha connotato il nostro modo d’essere sino al dna un uomo che e un uomo non puo vivere “appeso” a una donna ma ricercare e perseguire una propria “missione” nella vita che puo essere qualunque cosa purche’ (almeno x me) ci assicuri l’impulso chiamato sfida e da questa, la cosa che veramente ci tiene in vita e ci realizza e cioe il confronto la competizione la lotta il combattimento non + fisicamente verso un proprio simile ma finalizzato a superare e vincere le difficolta che si frappongono al nostro fine in questo senso credo che trovi anzi ritrovi pieno compimento lo stato naturale dell’uomo maschio
niente di nuovo lbasta continuare a storia l’arte la scienza la politica sono state fatte da uomini cioe da maschi che al mondo si sono destinati a qualcosa di + un dongiovanni qualsiasi buono solo x gli “attributi” che si porta appresso

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armando 7:08 pm - 20th Maggio:

Luke cage: sopravvalutazione? fede buina nelle donne?
Ma guarda che quello che penso è il contrario. Chi mente sapendo di mentire può cambiare o “pentirsi”, chi mente non rendendosene conto non lo farà mai.
Gli uomini hanno sempre esitato di fronte al lamento femminile, hanno sempre abbozzato di fronte al pianto femminile. Allora delle due l’una. O sono incomparabilmente stupidi da non accorgersi di quell’ipocrisia consapevole, e il discorso può chiudersi qui. Oppure esiste qualcos’altro, quello appunto che rende le donne sincere e insincere nello stesso momento senza che se ne rendano conto, cosa che gli uomini percepiscono in qualche modo e che li “paralizza”.
E’ ciò che dobbiamo imparare a conoscere come sapevano fare gli antichi, che dunque sapevano comportarsi di conseguenza meglio di noi senza con ciò odiare le donne o vederle come il nemico astuto e ipocrita da battere in guerra o da cui guardarsi fuggendole. Perchè queste sono le sole alternative di fronte a un ipocrita mentitore consapevole. La guerra senza quartiere o la fuga.
Così la vedo, senza pretendere che altri siano d’accordo.
armando

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Luke Cage 10:28 pm - 20th Maggio:

Per carità.
Rispetto il tuo punto di vista Armando.
Non vedo dove io abbia scritto che le donne vadano fuggite o combattute.
Io ho sottolineato che oggi rispetto all’antichità a cui ti richiami ci sono delle differenza sostanziali che hanno reso i rapporti fra i generi più complessi.
Se pensi però di continuare a battere il martello con gli stessi argomenti sperando che io oppure Fabrizio ci stanchiamo di farti da contrappunto bè, mettiti pure comodo.

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Luke Cage 10:51 pm - 20th Maggio:

p.s. Armando Ermini, le idee che promuovi sul sito del MUB sono esposte in maniera brillante e chiara sul sito e sul blog dei Maschi Selvatici.
Dal momento che sei consapevole delle differenze di vedute che separano MS dal MUB, a mio avviso giochi abusando dell’ospitalità che il buon Fabrizio tende ad accordare a chiunque, spernacchiando (buina stava per buona) chi come il sottoscritto, aderente al movimento di cui questo sito è strumento, cerca di ricordarti tali differenze.
Se proprio devi continuare ad intervenire sul NOSTRO sito mi piacerebbe se ti impegnassi ad affrontare la QM cercando di essere un pò meno subdolo ed evitando di fare propaganda in casa altrui.
Te lo dico io perchè Fabrizio è troppo educato e sono certo che mi richiamerà facendomi presente la tua buona fede di cui dubito già da un pò, siccome coglione non sono smile

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Fabrizio Marchi 8:17 am - 21st Maggio:

Caro Luke, che Armando non sia un ingenuo, nel senso che utilizza tutti gli spazi che ha, quindi anche e soprattuto il nostro, per portare avanti le sue idee e il movimento di cui fa parte, non c’è alcun dubbio. Armando “la sa lunga” (come noi del resto), ha fatto politica (la QM è innanzi tutto una vicenda politica sia pur in senso lato), quindi possiede determinati strumenti, e non c’è dubbio che il suo obiettivo sia quello di portare acqua al suo mulino. E’ legittimo, sia chiaro.
Ha perfettamente compreso, e ha ragione, che il nostro Movimento rappresenta una novità assoluta nell’ambito del movimento maschile, e che se c’è una possibilità che la causa maschile faccia dei passi in avanti, sarà grazie alla nostra capacità di “sfondare” (questo non lo ammetterà mai ma noi sappiamo che una parte di lui e di quelli sulle sue posizioni lo pensano). Naturalmente ci accuseranno di presunzione ma questa secondo me è la situazione. Non c’è alcuno spazio possibile per la QM se non quello prospettato dal nostro Movimento. Siamo gli unici in grado di far esplodere le contraddizioni reali. E non è certo promuovendo seminari sulla “rivalutazione del fallo” o sugli archetipi junghiani (comunque argomenti interessanti, sia chiaro, mi peremtteranno qualche stoccatina visto che loro ce ne fanno molte…) che queste esploderanno…Del resto la situazione degli altri movimenti maschili, a dieci anni o più dalla loro nascita, è quella che è, e mostra tutti i segni di una crisi profonda e strutturale.
Da qui il suo tentativo di utilizzare (anche) questo spazio pro domo sua. E’ un uomo convinto delle sue idee, come è giusto che sia, così come lo siamo noi.
E noi siamo talmente forti e convinti (non per dogma ma per convinzione profonda) delle nostre che non temiamo certo la sua presenza critica sul blog che talvolta, quando non è animata da un eccesso di vis polemica, è in grado di dare un contributo reale al dibattito. E questa è sempre una cosa positiva.
Ciò detto, non credo però che volesse “spernacchiarti”. Non è nel suo costume. Ha altri difetti :-)), come noi abbiamo i nostri, ma non quello di mancare di rispetto o di insultare il prossimo…
Comunque sarà lui stesso eventualmente a darti una risposta.
Fabrizio

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armando 8:24 am - 21st Maggio:

1) Se esporre le proprie idee in contraddittorio significa fare propaganda in casa altrui non mi faccio problemi. Tacerò.
2) Se pensare che più punti di vista non servano a offrire spunti di riflessione che potrebbero interessare tutti, ma solo essere di disturbo, non c’è problema. Tacerò.
Basta dirlo con chiarezza.
Quello che non accetto assolutamente è l’accusa di essere subdolo e in mala fede.
Non ti ho mai spernacchiato, come mai ho fatto con nessun altro. Buina è un tuo errore, bene. Rileggendo il tuo post ci credo. Il mio errore è stato quello di non aver capito il tuo.
Bastava chiarirsi.
Per cui le accuse te la reingoi per intero, caro mio. Piuttosto stai attento a non vedere negli altri qualcosa di tuo.
Come Dorian Gary nel suo ritratto.
armando

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armando 8:47 am - 21st Maggio:

Un solo chiarimento su quello che ha scritto Fabrizio. I MS sanno benissimo di essere un movimento che non sarà mai di massa, diciamo così. E non per disprezzo verso le masse, ma perchè abbiamo deciso di affrontare la QM da un punto di vista prima di tutto archetipico (il simbolismo del fallo non è certo un tema “popolare”), che per noi precede e fonda anche la questione sociologica. Il mio scopo dichiarato fin dall’inizio, quindi, è esprimere idee che, hai visto mai, potrebbero far riflettere qualcuno. Non è quello di fare concorrenza a chicchessia sul piano dei numeri o degli aderenti. Chi mi conosce lo sa benissimo.
Non l’ho mai fatto neanche quando era importante farlo (in CGIL), figurati se lo faccio quì.
Al di là della differenza di approccio e di idee, quindi, non ho difficoltà alcuna ad ammettere che, nelle circostanze date e nel breve periodo, UBeta, come a suo tempo U3000, ha molte più possibilità di “sfondare” il muro della QM. E se accadrà sarà un fatto assolutamente positivo e deflagrante. E’ il motivo per cui ho sempre augurato a Fabrizio di avere successo. Poi, chi vivrà vedrà.
armando

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ckkb 11:40 am - 21st Maggio:

Volendo ridefinire un’orizzonte di liberazione maschile e, cosa che a mio avviso ne consegue, di liberazione per tutti, di fronte alla complessità e alla novità dei problemi sul tavolo e l’evidenza della attuale inadeguatezza delle chiavi interpretative utilizzate storicamente, la voce di chi presenta un’altro approccio, come quello per esempio dei MS, la considererei un contributo prezioso. Infatti il rischio di girare senza accorgersi sempre dentro le medesime categorie di pensiero, rassicurati ma anche a rischio di esserne prigionieri, è sempre all’ordine del giorno per chiunque progetta il futuro. Bene fa dunque Fabrizio a tenere finestre e porta di casa aperte. Del resto lo fanno anche tutti coloro che comunque partecipano a queste discussioni pur pensandola assai diversamente. Dal punto di vista teorico, mi sembra che non abbiamo poi molto di più di un buon cucchiaio in mano e il mare, per fortuna, è più grande. E, come a me pare è sempre successo nella Storia, è il cuore solidale dei maschi quanto è davvero necessario per aver ragione del mare. O no?

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Red. 12:06 am - 24th Maggio:

@Fabrizio:
Non c’è alcuno spazio possibile per la QM se non quello prospettato dal nostro Movimento.
———–
Caro Fabrizio, ad essere sincero, se si parla di “spazio” inteso come dibattito pubblico, cioè come QM che sale agli onori della cronaca nei suoi punti veri, ebbene penso che non vi sia spazio per nessun Movimento.
La questione a mio avviso è troppo scabrosa, scottante, inconcepibile, pericolosa, esplosiva.
Siamo un pò come poliziotti che si riuniscano in corteo per protestare indignati contro il trattamento cui sono sottoposti, ma non gli è concesso manifestare portando le armi e nemmeno è loro concesso far troppo rumore, e neppure di ritrovarsi in tanti. Subito si cerca di sedare la cosa; chi di dovere si preoccupa di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma soprattutto deve ad ogni costo evitare che la botte esploda.
Quando ero ragazziono esisteva un gioco di cui non ricordo il nome, che consisteva nel sagomare delle figure nel polistirolo per mezzo di un archetto cui era collegato un sottile filo rovente. Ebbene, a guardare con attenzione, il filo e il polistirolo non entravano quasi mai in contatto poichè questi si ritirava prima, sotto l’effetto -invisibile- del calore.
Ecco, secondo me questo è anche l’effetto, forse l’unico, ancorchè molto importante, che potrà avere un movimento “quemmista” sulla società, sulla politica, etcetera.
Nella fattispecie, tornando alla analogia con i poliziotti che protestano, UB ha il grosso merito di portare i manifestanti proprio sotto uno dei Palazzi che più dovrebbe ascoltare le loro voci.
Poi è anche scontato che , più voci ci sono, più si faranno sentire…

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Silver 9:26 pm - 26th Maggio:

ITALIANS
___________

È ora di dimenticare il termine «casalinga»
Caro Beppe, in riferimento alla email di Raffaele Pisani (http://www.corriere.it/italians/10_maggio_01/Un-monumento-alla-casalinga-nelle-piazze-italiane_68ee928c-5472-11df-a5b5-00144f02aabe.shtml), non nascondo il mio fastidio nel leggere tali ovvietà fuori dal tempo.
Capisco che la famiglia è cambiata molto negli ultimi anni, e questo ha sicuramente sconvolto una parte della popolazione, ma cerchiamo di essere obiettivi. Trovo che sarebbe opportuno smetterla di pensare che la scomparsa della famiglia da Mulino Bianco sia la causa di tutti i mali della società. Non è così. Il mondo è cambiato, per tanti motivi. E a cambiarlo sono stati proprio i figli delle mamme casalinghe. Rassegnatevi. La donna rassicurante in grembiule e con le mani sporche di farina non farà più parte della nostra vita.
Caro Raffaele, oggi non sono «le casalinghe» a dover fare anche le lavoratrici, sono «le donne».È diverso. Si lavora in due quasi in tutte le famiglie, quindi è ora di dimenticare il termine «casalinga» quando ci si riferisce a chi lavora fuori casa. La casalinga si occupa solo della casa, senza percepire alcuno stipendio, senza ferie e malattie pagate, senza diritti, spesso offesa addirittura. Le persone (non le casalinghe) che lavorano fuori, siano esse uomini o donne, devono occuparsi anche della casa e dei figli (se non possono permettersi un aiuto a pagamento). Quindi, nel mondo di oggi, cari maschietti, è ora che impariate a usare una lavatrice, a lavare i piatti, a stendere i panni, a stirare, a occuparvi dei bambini (che non vuol dire solo giocare con loro la domenica). Insomma, se volete rendere onore alle casalinghe che vi hanno cresciuti così bene, quale modo migliore se non diventare un po’ casalinghi anche voi, contribuendo alla gestione e alla pulizia della casa senza farvelo chiedere dalle vostre compagne?
Saluti a tutti.
Eliana Lamberti

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Silver 9:36 pm - 26th Maggio:

ITALIANS
____________
Tempo libero, 80 minuti al giorno di differenza tra uomini e donne
Caro Beppe, so che le discussioni tediose tra le stesse persone annoiano ma provo a rispondere alla lettera di Marco Casale-Rossi («Uomini casalinghi: non siamo una sparuta minoranza», 28 aprile). Dopo la mia lettera, mi sono arrivate alcune email di uomini offesi perché nonostante si occupino della casa, io non li apprezzerei. Vorrei solo chiarire che non ho scritto che TUTTI gli uomini non fanno il loro dovere a casa. Ho scritto che purtroppo quelli che lo fanno senza sentirsi eroi sono una piccola minoranza.
È possibile che se si parla di una regola, arriva fuori l’eccezione offesa e dice «no, io sono la regola». Nella mia vita faccio molte attività in cui ci poche donne: faccio politica, vado allo stadio a vedere il Milan e sono in un ramo di ricerca in cui gli uomini saranno circa l’80%. Non mi sogno di negare la realtà e dire che ci sono un sacco di donne in politica, negli stadi e nel mio dipartimento. Prendo atto dello squilibrio e cerco di cambiare le cose (più sulla prima e la terza cosa, la seconda de gustibus). I dati confermano quello che ho detto. In Italia c’è una differenza di tempo libero di 80 minuti al giorno tra uomini e donne quando in Norvegia è quasi zero. L’occupazione femminile è al 46%, la seconda più bassa in Europa.
Io credo che questi dati siano troppo pesanti per essere la conseguenza di una presunta maggior voglia delle donne italiane a stare a casa. Molte rinunciano per le pressioni sociali che le convincono che casa e famiglia è roba loro, per la scarsa rete di sostegno all’infanzia e anche per le discriminazioni sul posto di lavoro, di cui si è detto molto su Italians. Altre hanno poca voglia di lavorare e si sentono autorizzate a non farlo (anche questa cosa si deve cambiare). Io non ho nessun marito da rieducare per «farmi aiutare in casa», nella vita non faccio l’educatrice di bambini oversize. Quando mai metterò su famiglia, posso assicurare che sarò dolcissima e serena, perché la metterò su con qualcuno la pensa come me. Magari un bel norvegese, chissà.
Anna Missiaia

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Marco 12:44 am - 27th Maggio:

Il risentimento, il disprezzo femminile verso gli uomini è impressionante. Sempre più spesso mi chiedo che senso abbia, ormai, relazionarsi con donne del genere.

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Alessandro 12:12 pm - 27th Maggio:

L’occupazione preferita della donna italiana e in genere occidentale è quella di dire all’uomo che cosa deve fare, come deve essere, che cosa deve pensare…Ora, l’uomo occidentale è cambiato radicalmente per avvicinarsi alle richieste femminili, non sempre nel bene lo sappiamo tutti, ma ancora si continua con le lamentele. Insomma non va mai bene nulla. Ho l’impressione che si voglia un “cagnolino” da gestire a piacimento. Non sarò io di certo.

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Strider 12:14 pm - 27th Maggio:

armando
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Il punto è che spesso non si tratta di ipocrisia consapevole, ma di un modo d’essere intimamente contraddittorio e di un modo di ragionare circolare, l’opposto di quello lineare del logos maschile.
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Armando, te lo dico col massimo rispetto, ma questa e’ una visione stereotipata e ingenua delle donne. Credo che nessuno, in questa sede, metta in dubbio il fatto che le suddette pensino e agiscano in maniera differente dagli uomini, ma da qui a pensare che non siano consapevoli della loro estrema malafede ce ne passa. Anzi, stando a quello che vedo e ascolto tutti i giorni, posso affermare che quando si tratta di queste cose, le femmine sono molto piu’ lucide dei maschi (eccezioni a parte), solitamente ottenebrati dal desiderio e dalle stupide leggende che circolano sulle femmine, da qualche millennio a questa parte.

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Luke Cage 4:39 pm - 27th Maggio:

Sono completamente in sintonia con quanto ha detto Strider.
Chi non si rende conto del cinismo della maggior parte delle donne d’oggi vive beato su un’isola felice che è riuscito a ritagliarsi. Non senza doverosi compromessi, s’intende.

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armando 5:45 pm - 27th Maggio:

x Strider. Ognuno ha le sue opinioni. Va bene così. A sostegno della mia cito “o credo che questi dati siano troppo pesanti per essere la conseguenza di una presunta maggior voglia delle donne italiane a stare a casa. Molte rinunciano per le pressioni sociali che le convincono che casa e famiglia è roba loro, per la scarsa rete di sostegno all’infanzia e anche per le discriminazioni sul posto di lavoro, di cui si è detto molto su Italians.” frase di tale Anna letta poche mail indietro.
Lei, mi sembra chiaro, è convinta di quello che scrive, ma non si accorge del suo pregiudizio ideologico. Le pressioni sociali, sono tutte per convincere la donna a lavorare fuori di casa, non il contrario. Io non sono un sostenitore della donna casalinga, ma la ritengo una scelta altrettanto rispettabile di quella di lavorare fuori. E non si accorge neanche che in questo modo finisce per considerare le donne come minus habens facilmente manipolabili. La lucidità di cui dici è vera, ma è lucidità e accanimento che nasce da convinzione. E guarda che in questo modo non intendo assolvere nessuno, anzi. Spesso le cose peggiori si fanno quando siamo in “buona fede” (alias cattiva coscienza). Il malandrino che sa di esserlo, può avere anche un ripensamento, perchè nel fondo del suo animo qualcosa gli può sussurrare di essere stronzo. Chi crede di essere nel giusto non ha alcuna remora.
Tutto quì.
armando

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Rino 7:33 pm - 27th Maggio:

Da una parte è difficile negare che le DD sappiano ciò che fanno. Di converso sono pure io convinto (sulla linea di Armando) che tutto si svolge in buona fede sia a livello di massa che sul piano individuale. Ciò da sempre e ovunque e oggi per le DD in modo ancor più perfetto, giacché sono state “imparate” che non pensano mai abbastanza a se stesse, che sono ancora semischiave in via di liberazione e che hanno diritto al “risarcimento”.
All’egoismo naturale di tutti e perciò anche di tutte, si somma quanto sopra e la convinzione che davvero il sentire di lei è il parametro del bene per tutti. Mariti, padri & figli.
Ad es. la moglie che impone la continenza al marito (un sacrificio terribile, paragonabile ad una tortura) lo fa tenendo conto solo dei propri sentimenti perché ogni considerazione dell’altro comporterebbe un costo che in aggiunta oggi viene percepito come dovere da schiava. Lo stesso dicasi per la separata che porta via tutto ciò che può all’ex marito e che lo ricatta con i figli.
Lo stesso rancore che quasi sempre la separazione porta con sé, viene vissuto come sentimento di giustizia.
A noi (al marito) sembra che sia un ricatto, dal suo punto di vista è giustizia, equità etc.

Ci sono poi considerazioni di diverso ordine, che toccano un punto delicato e che per questo non ho mai sollevato.
Quando usiamo il termine “coscienza” crediamo di dire la stessa cosa per gli UU e per le DD, ma forse sbagliamo. Forse vi sono due tipi di coscienza.

Sulla base di questa ipotesi è ora di prendere in considerazione l’idea che le DD siano davvero innocenti.

Ovviamente si tratta di una prospettiva sconvolgente, carica di conseguenze estreme.

Non entrai nella QM sulla base di questa ipotesi, che anzi avrei considerato folle e inaccettabile. Ma a furia di sbattere il muso contro l’incomprensibile ho dovuto considerare la possibilità che sia vera.

Forse le specie umane sono due. Se ci sono due forme di coscienza questo è inevitabile: due specie.

Non credo di essermi mai spinto così lontano nelle mie uscite pubbliche. Si vede che sta maturando per me una nuova stagione.

On en parlera.

RDV

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Rita 8:56 pm - 27th Maggio:

sulla continenza imposta ai mariti o comunque sul sesso: è difficile, per me, pensare che un tempo fosse diverso da oggi. C’era il dovere coniugale è vero, ho un libro scritto per le “giovani spose” che risale agli anni ’50, in cui più o meno a proposito del sesso, l’autrice (cattolica) scrive imbarazzata: ” te lo devo dire mia giovane amica? tu non senti gli stessi impulsi che senti tuo marito ma fatti carico anche della sua anima perchè non abbia a cercare fuori casa nel peccato etc. etc.”. E’ difficile per me non pensare che mia nonna si è sempre vantata ed è sempre stata orgogliosa del fatto che “nemmeno mio marito mi ha mai vista nuda”. Si dirà e si dice: è colpa della religione che le ha represse impedendole di esprimersi liberamente perchè altrimenti erano condannate e la religione è stata creata dai maschi.
Mia nonna mi pareva convinta, molto convinta. Non ho mai conosciuto mio nonno, ma dubito che fosse una sua scelta imposta alla moglie quella di far l’amore al buio e senza spogliarla. Sarà stata colpa del padre, del prete o di un altro uomo? Questo si dice… e continua a parermi strano…smile

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armando 10:36 pm - 27th Maggio:

Forse, scrive Rino, ci sono due tipi di coscienza. Credo sia così, anche se naturalmente stiamo parlando per grandi linee, in senso simbolico, e che in ciascuno di noi sono presenti anche aspetti che caratterizzano simbolicamente l’altro genere. E’ così quando diciamo che il maschile è Logos, cultura, e che il femminile è natura, inconscio. Ma natura e inconscio, per definizione, non distinguono bene e male se non in funzione del proprio bene e del proprio male. IL logos, la coscienza, distinguono in funzione di un concetto astratto e tendenzialmente universale, cioè morale, di bene e male. Tendenzialmente la donna uccide e si fa uccidere per il bene proprio o dei figli che vuole salvare, l’uomo uccide e si fa uccidere, sempre tendenzialmente, anche per una idea di giustizia o di bene. E’ per questo che i grandi stravolgimenti storici sono opera maschile, così come le idee che hanno cambiato il corso dell’umanità. Il difetto del maschile è che può isolarsi e inaridirsi nella troppa astrattezza, quello del femminile di non avere slanci ideali, e dunque di essere stagnante, psicologicamente mortifero o regressivo.
Un solo esempio, letto da qualche parte sul web o su un libri di cui non ricordo titolo e autore: Vi si diceva di un giovane che, insieme ad altri, congiurava contro un tiranno. La madre, venutolo a sapere, con l’intento in piena buona fede di salvare il figlio, svelò il complotto col patto che suo figlio non venisse ucciso. Così andò, ma quando il figlio venne a sapere la verità non ebbe altra strada, per salvare il proprio onore, che suicidarsi.
Illuminantissimo.
armando

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Luke Cage 12:28 am - 28th Maggio:

http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_24/sciacca.shtml

Possiamo addentrarci in tutte le analisi psicologiche che volete.

“Tendenzialmente la donna uccide e si fa uccidere per il bene proprio o dei figli che vuole salvare, l’uomo uccide e si fa uccidere, sempre tendenzialmente, anche per una idea di giustizia o di bene.”
Nulla di personale, ma non condivido.
Finchè rimaniamo sul piano simbolico, ammettendo “che in ciascuno di noi sono presenti anche aspetti che caratterizzano simbolicamente l’altro genere” condivido.
Quando cominciamo ad attribuire all’uomo o alla donna comportamenti “tipici” diventa tutto molto opinabile.

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armando 4:30 pm - 31st Maggio:

ma sai Luke, la tipicità è riscontrabile nelle statistiche. Quando c’è da salvare qualcuno in pericolo, in mare o nelle fiamme, c’è di solito un uomo che accorre, non una donna. Quando si tratta di salvare un figlio, anche la donna si sacrifica. Gli omicidi al femminile, in maggioranza avvengono nell’ambito familiare, non così quelli al maschile. Le rivoluzioni, anche quelle incruente, ghandiane, sono sempre opera maschile, così come le idee che le hanno fatte nascere. A tutto ciò la donna è, tendenzialmente, meno interessata.
Si potrà discutere perchè ma non, mi sembra, che sia così.

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Leonardo 11:20 am - 6th Giugno:

@Rita: tenere gli uomini in astinenza è stato sempre il potere delle donne, lo sappiamo bene qui, poveri i nostri nonni: lavorare e mantenere una donna che si offre poco, poi ci si chiede perché i maschi muoiono prima.
Che ne pensi del minore desiderio sessuale delle donne?
Io penso che sia una mossa tattica naturale che nella nostra cultura viene elevata all’inverosimile, retaggio del cattolicesimo sulla virtù della verginità femminile. Che potrebbe però cambiare in parte con un tipo di mentalità diversa.
Oggi ho cambiato nick, mi sono firmato con il nome intero Leo-nardo

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ilmarmocchio 8:16 pm - 6th Giugno:

Forse sbaglio, ma credo ci sia un equivoco. Quando si dice che la donna decide con l’inconscio e l’uomo con la logica, si sottointende che il ragionamento logico sia quello migliore, anzi , l’unico.
Questo e’ un errore tragico che se non viene corretto, detrminera’ la costante sconfitta delle istanze maschili.
Gli esseri umani, sia maschi sia femmine, non prendono le decisioni in base alla logica, intesa in senso formale o matematico. Il riagionamento intuitivo, scaturito dall’inconscio, la fa da padrone.
Non solo, ma esso e’ alla pari, e spesso piu’ efficace nei risultati.
E con un costo molto minore e una semplicita’ di applicazione molto maggiore.
la donna spesso decide in base alla proma impressione, o in base all’unica opzione migliore ( prendi la migliore).
Lungi dall’essere semplicistico, tale tipo di ragionamento e’ assai funzionale. Diro’ di piu’ :
le scelte politiche e di mercato vengono valutate tramite tali vie mentali.
per finire, se si pensa di sconfiggere il femminismo con analisi sottili, piene di distniguo, la rovina e’ assicurata.
Ora e sempre

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Strider 12:38 am - 7th Giugno:

Leonardo
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o penso che sia una mossa tattica naturale che nella nostra cultura viene elevata all’inverosimile, retaggio del cattolicesimo sulla virtù della verginità femminile.
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Secondo me i retaggi del cattolicesimo non c’ entrano nulla, se si fa riferimento alle ventenni o alle donne della mia generazione. Ancora di meno c’ entra il suddetto cattolicesimo se ci si riferisce alle rumene o alle donne dell’ est in generale, di cui ormai l’ Italia e’ piena. Donne notoriamente “maestre” nell’ “arte” della prostituzione. Ad esempio, dalle mie parti (in Umbria), quando ero adolescente (dieci-quindici anni fa), c’ era una vera e propria invasione di prostitute provenienti dalla Bosnia, dalla Serbia, dall’Ucraina e dalla Russia. Ricordo di averne viste alcune, fra Spoleto e Trevi, di una bellezza spaventosa. Oggi, invece, dominano le rumene. Insomma, tutte giovani femmine che certi condizionamenti non sanno neppure dove siano di casa. La realta’ e’ che maschi e femmine sono irriducibilmente diversi, ed al massimo ci si puo’ mettere una pezza.

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Strider 12:48 am - 7th Giugno:

ilmarmocchio
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E con un costo molto minore e una semplicita’ di applicazione molto maggiore.
la donna spesso decide in base alla proma impressione, o in base all’unica opzione migliore ( prendi la migliore).
Lungi dall’essere semplicistico, tale tipo di ragionamento e’ assai funzionale. Diro’ di piu’ :
le scelte politiche e di mercato vengono valutate tramite tali vie mentali.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Concordo, ma sai che c’e’ ? Che la crescita e la vita di un uomo e’ piu’ complicata di quella di una donna.
La stessa maschilita’ e’ in parte un costrutto culturale, mentre la femminilita’ e’ quasi esclusivamente un dato naturale. Pertanto e’ normale che l’ uomo sia piu’ portato ad analizzare e ad agire secondo logica.

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ilmarmocchio 11:40 am - 7th Giugno:

@ Strider : infatti. Si puo’ dire che partiamo in svantaggio. Svantaggio relativo, perche’ l’uomo possiede tali doti di intuito. Il problema e’ che, specialmente dall’illuminismo, ci siamo messi intesta che la logica sia la facolta’ raziocinante suprema.
Con tale convinzione , saremo sempre sconfitt. Riappropriamoci delle nostre capacita’ naturali, mettendo da parte costrutti culturali perdenti. L’uomo ha la forza? la deve usare. L’uomo ha l’intuito ?
Lo deve usare. le donne scendono in basso per averla vinta ?
Noi scenderemo ancora piu’ in basso.
Io preferisco una partita vinta 1-0 giocando “male”, ad una persa 1-0
giocando “bene”

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Leonardo 12:07 pm - 7th Giugno:

@ Strider: si oggi è meno sentita la religione, ma guarda caso una volta c’erano i bordelli in Italia.
Nell’ Europa dell’est la religione non è stata debellata dal comunismo: la badante di una mia zia aveva riempito la casa di santini.
I bordelli esistevano anche nell’antica Roma, ma il cristianesimo forse voleva i bordelli proprio per salvaguardare il matrimonio, la verginità della ragazza e il lavoro dei maschi.

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armando 2:13 pm - 7th Giugno:

Vero quello che scrive Marmocchio sui diversi sistemi di “ragionamento” o decisionali. Non si tratta di stabilire la superiorità di uno ma di sapere alcune cose.
Entrambi sono utili ma se non sono integrati divnetano pericolosi.
Se si crede che ogni ns decisione sia presa solo in base alla logica razionale, non ci accorgiamo di quanto l’inconscio invece ci influenzi. E se non lo sappiamo vedere e comprendere sarà l’inconscio a decidere, anche quando in apparenza non è così.
Se invece diffidiamo di ogni logica e ci affidiamo puramente all’intuito e all’emozione, non solo si incorre in contraddizioni insopp’rtabilili, ma lasciamo anche campo libero ai manipolatori della psiche. Come nel marketing e nella pubblicità, che non per caso si rivolgono sempre alla parte inconscia ed emozionale di noi, e sempre non per caso si rivolgono prevalentemente ad un pubblico femminile, per le ragioni note.
Conscio e inconscio vanno integrati, conosciuti dentro di noi. Solo così un individuo diventa autonomo veramente.
Dunque, un maschio deve saper attingere alla sua “anima” o parte controsessuale, così come una femmina al suo “animus”.Ciò non rende il maschio meno maschio e la femmina meno femmina, ma più integralmente maschi e femmine.
armando

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Leonardo 4:28 pm - 7th Giugno:

Io penso che l’inconscio vada integrato con il conscio per liberarci di tutta l’educazione, le prime esperienze di vita, le falsità che ci hanno inculcato sin da bambini e soprattutto come abbiamo conosciuto le donne e gli uomini, a volte sbagliando da bambini.
Perché quelle cose nascoste alla coscienza ci influenzano la vita senza saperlo.

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Strider 7:09 pm - 7th Giugno:

Leonardo
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@ Strider: si oggi è meno sentita la religione, ma guarda caso una volta c’erano i bordelli in Italia.
Nell’ Europa dell’est la religione non è stata debellata dal comunismo: la badante di una mia zia aveva riempito la casa di santini.
I bordelli esistevano anche nell’antica Roma, ma il cristianesimo forse voleva i bordelli proprio per salvaguardare il matrimonio, la verginità della ragazza e il lavoro dei maschi.
>>>>>>>>>>>>>>>>
Abbi pazienza, Leonardo, ma certe volte non ti seguo proprio. La prostituzione esiste “da sempre”, in ogni epoca e in ogni luogo del pianeta Terra. Mi risulta che esista anche fra alcune specie animali…

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Leonardo 10:04 pm - 7th Giugno:

Io parlavo di bordelli aboliti con la legge Merlin nel 58 qui in Italia, non la prostituzione qualunque, che le donne non fanno niente per niente è risaputo.

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Leonardo 12:24 pm - 8th Giugno:

@Strider: è vero che la prostituzione è sempre esistita, però il mio discorso era su come viene vista, più precisamente come viene visto il sesso. Ho preso l’antica Roma perché a quel tempo la sessualità almeno come ce la raccontano era più libera, questo anche in Grecia.
In Italia prima della Merlin c’era l’ipocrisia: non si fa, ma se non lo fai sei fesso.
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/lupanare-pompei/1.html

Alla prostituzione degli animali ti riferisci ai Bonobo?
Secondo me quelle scimmie hanno molto di umano, saranno nostri parenti di sicuro.
Altrimenti ci sono pervertiti/e che piace fare sesso con animali.

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Silver 3:46 pm - 26th Giugno:

Sempre a proposito di cloni femminili, riporto i pareri di alcune donne “famose”, pubblicati su PANORAMA, del 13 gennaio 1995 (pag. 108-109).
___________

“SIGNORA, LEI CI PROVA?”
“LE MOLESTIE FEMMINILI SECONDO SETTE DONNE FAMOSE”
di Antonia Matarrese
________

Donne che molestano gli uomini: possibile? E in che modo si manifesta questa sottile forma di violenza? Lo abbiamo chiesto a sette donne famose. Ecco le loro risposte.
MARINA SALAMON, imprenditrice:
“Margherita Buy ha dichiarato in un’intervista di essersi ispirata a me per il suo personaggio nel film “Prestazione straordinaria”. Sinceramente, non mi identifico proprio in quel tipo di donna. Di più, penso che le donne non siano capaci di vere molestie sessuali; semmai corteggiano. Le storie che oggi si recitano sul grande schermo mi sembrano, quindi, altamente improbabili. Se l’emancipazione della donna deve passare attraverso queste tipologie femminili, allora mi viene solo da sorridere”.
ALESSANDRA GRAZIOTTIN, sessuologa:
“Storie di molestie femminili sono possibilissime. Certo, molto più negli Stati Uniti che in Italia. Lì, infatti, la donna in carriera tende a copiare il modello maschile. La donna italiana, per fortuna, non ha fatto suoi i lati peggiori dei ruoli maschili. Ha saputo mediare molto bene carriera e famiglia”.
DACIA MARAINI, scrittrice:
“Donne che molestano gli uomini? Sì, è credibile e probabile. E non solo nella fiction. Anche se poi, nella realtà accade quasi sempre il contrario: sono ancora gli uomini che molestano le donne. In Italia, le donne manager rappresentano una percentuale minima. Sono molti di più gli uomini con relative segretarie. Raccontare sullo schermo una situazione ribaltata, mi sembra, dunque, una provocazione lecita”.
CATHERINE SPAAK, conduttrice televisiva:
“Le molestie femminili sono un fenomeno molto raro, non paragonabile a quelle maschili. Solo le donne che hanno un certo tipo di potere e sono molto disinibite possono concedersi questo tipo di atteggiamento. Che, in ogni caso, resta una conquista sbagliata. Quanto a me, per carattere non molesterei mai un uomo. Piuttosto, mi preoccupa l’aumento dei casi di violenza sulle donne”.
MARA VENIER, conduttrice televisiva:
“Situazioni del genere possono verificarsi. Certo, non arrivano mai alle violenze che gli uomini esercitano sulle donne. Ma in giro ci sono molte donne che cercano di circuire gli uomini con abili strategie. Io non sono tra queste, anche perché sono una tranquilla di natura. E poi, credo ancora che debba essere l’uomo a compiere il primo passo”.
LINA WERTMULLER, regista:
“Non fa parte della mia natura molestare gli uomini. Molte lo fanno, e con discreti risultati. Del resto, la storia è piena di esempi: mi viene in mente Caterina di Russia che aveva potere di scelta sui suoi ussari. Quindi il fenomeno è sempre esistito, soprattutto ad alti livelli. Il personaggio della donna che usa e getta gli uomini, descritto nel film “Prestazione straordinaria”, incarna un nuovo soggetto sociale. Ma la storia è vecchia. Prima certe cose venivano taciute, ora se ne parla troppo”.
SABRINA FERILLI, attrice:
“Se molesterei un uomo? Sicuramente, se mi piace. Ma non in modo arrogante. Gli farei capire carinamente che mi interessa: un’occhiata, una battuta a doppio senso o, perché no, una sana palpata. Fino ad ora, però, non mi è mai capitato. Non credo, poi, che solo le donne potenti provino certe tentazioni. Come non credo che ci siano categorie femminili più a rischio di altre”.

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paperino 11:11 pm - 11th Marzo:

La Sindrome da zerbino è una diffusa patologia che colpisce una certa quota di uomini fidanzati e non, i quali si ritrovano irrimediabilmente sottomessi all’incommensurabile potere della passera

LEGGI DELL’UOMO-ZERBINO

PRIMA LEGGE
«Un pelo di f*ga tira più di un carro di buoi.»
Postulato un tempo ritenuto universalmente valido, negli ultimi anni è stato messo in crisi dalle correnti marrazziane.

SECONDA LEGGE
Altresì definita legge dell’assorbimento delle finanze, è la legge della donna che ordina e dell’uomo zerbino che esegue. Secondo questa legge in breve tempo la donna viene mantenuta dal malcapitato. Un essere dotato al massimo della personalità di un calzascarpe… in questione usufruendo di tutti i suoi beni patrimoniali e in casi estremi ipotecando anche la sua anima.

COME RICONOSCERLO
Riconoscere un uomo-zerbino è molto semplice:
* Risposta affermativa a tutte le domande della propria partner
* Obbligo permanente di telefonarle a orari precisi e più volte al giorno
* Smette di uscire con i propri amici per dedicarsi completamente all’adorazione della passera in questione
* Crede ciecamente a ogni scusa improbabile ideata dalla sua padrona
* Invecchiamento precoce
* Comparsa della scritta Welcome sulla fronte
* È solito accompagnare la propria partner al centro commerciale, anche più volte nello stesso giorno
* Si fa spiare nelle sue cose personali: PC, portafogli, documenti, telefonino
* Incassa scenate di ogni tipo dalla propria partner senza reagire in alcun modo

POSSIBILI TERAPIE
L’unica soluzione possibile risulta essere la soppressione, ma molti discutono sulla moralità di questa pratica.

CURIOSITA’
• I gay sono immuni da questa sindrome.
• Tutti i femministi sono affetti da Sindrome da zerbino.
• Il 50% degli uomini-zerbino perde la verginità in media verso i 30 anni.
• L’altro 50% non la perde mai.

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mauro recher 8:18 pm - 4th Maggio:

da “il corpo delle donne ” una certa bacche rosse scrive

Altro problema di rapporto con l’uomo italiano medio: se non sei bella,

semplicemente sparati. Ma questo è un altro discorso…
———————————————————————-
Ma siamo proprio sicuri che questa affermazione corrisponda al vero, o è
più facile che sia l’inverso?
Da buon “sfigato” ho seguito vari siti e forum che parlano dell’argomento. Or
bene questi forum sono per la grande maggioranza frequentati da uomini,
il che è un controsenso. Viviamo in un mondo maschilista (sic) e con il
potere dato agli uomini dovrebbe essere il contrario, cioè zeppo di donne disperate…
Come mai questo non succede, anzi ci sono molti uomini che si lamentano
perchè vengono presi in giro per il loro aspetto fisico, cosa che succede anche
alle donne, ma credo che nessuna venga picchiata, come è successo al ragazzo
protagonista della storia che ho postato tempo fa…..
Non è che questo “ti voglio bella” corrisponda a “ti voglio bello e se
pieno di soldi è ancora meglio ??”
D’altronde femminismo a sud aveva le idee chiare sull’ l’uomo brutto

—————————————————————————-
parte prima

C’era una volta un uomo, tanto ma tanto brutto. Quando dico brutto mi
riferisco alla bruttezza che emanava. Era anche sovrappeso, con le chiazze di
sudore alle magliette, ma questo non sarebbe stato importante in fin dei conti.
La bruttezza è una caratteristica complessiva e quest’uomo era proprio
brutto.
Io invece ero, non dico bella, ma carina, un bel tipo, un po’
complessata perché non ero la fotocopia spiccicata di una fotomodella ma me ne ero fatta una
ragione già a suo tempo e andavo avanti con divertita strafottenza.
Quando lo incontrai mi fece tenerezza, era intelligente, almeno a prima
vista, e poi era di quelli che tentano in tutti i modi di compensare la bruttezza
con la profondità del pensiero metafisico della peppa. Sanno essere profondi e
simpatici questi uomini brutti, tra una manciata di sudore e l’altro, ti
dicono frasi che si sono sentiti in dovere di imparare per sembrare qualcosa in
più di quelli che non hanno bisogno di parole per desiderare e farsi desiderare.
Non sapevo allora che dietro lo stereotipo dell’uomo brutto e apparentemente
sensibile ci può comunque sempre essere un vero stronzo.
Mi presentai, Silvietta, e accettai un appuntamento al chiaro di luna.
Gira che ti rigira facemmo l’alba. Lui parlava un sacco, ma quanto parlava. Poi
gli dissi di riaccompagnarmi e conclusi la serata con il mio gatto e sul mio letto.
La sera dopo mi richiamò per dirmi che era stato tanto bene e che voleva
ripetere l’esperienza. Gli dissi di no, perché avevo un altro impegno e
ce l’avevo davvero, giuro, fissato almeno una decina di giorni prima.
Lui si sentì offeso e mi dichiarò guerra. Gli uomini brutti possono essere tanto
aggressivi e guerrafondai, sappiatelo.
Non compresi subito il suo tono acido. Avrei dovuto capire già da
allora.
Invece, come una scema, uscii con lui il giorno dopo. Era riuscito a
farmi sentire in colpa. Gli uomini brutti sanno farti sentire in colpa perché
fanno spesso le vittime, sappiate anche questo.
La serata andò abbastanza di merda perché lui si rivelò ripetitivo. Il
suo era un copione senza possibilità di replica. Risultava noioso già alla
prima performance. Era un uomo finto. Di vero c’era solo la sua bruttezza, la
sua rabbia nei confronti del genere umano, il suo acidume verso le donne in
generale che secondo lui lo facevano sentire inadeguato.
Mi sarebbe bastato vedere chi fosse realmente invece di tutta quella
montagna di menzogne che avevo dovuto sorbirmi per ore. Mi sarebbe bastato che mi
avesse detto “sai, sono un uomo come gli altri, stronzo, superficiale,
machista, però devo fare finta di essere tenero, intelligente, profondo e sensibile
perché non posso dirti subito che ti voglio trombare”. Mi sarebbe bastato. Lo
avrei apprezzato di più. Gli avrei comunque detto di no ma avrei conservato un
po’ di stima nei suoi confronti.
Invece cominciò a esercitarsi su di me come si fa con un compagno di
box.
Mi riempì di insulti. Ma come ti vesti, ma come ti trucchi, ma che scarpe
che hai messo, ma che trucco che hai, che profumo, che risata, che modo di
parlare. Poco mancò per darmi della cretina perché il suo scopo a quel punto era solo quello
di insultarmi.
Gli uomini brutti, dentro e fuori, se non possono averti ti insultano,
sappiatelo.
Fu una serata assurda, di quelle che non puoi dimenticare facilmente
perché resti lì a chiederti chi cazzo te l’ha fatto fare, che ci fai lì con
uno stronzo, perché mai non scendi e non te ne vai.
Così feci. Aprii la portiera e mi piazzai per la strada ad aspettare un
passaggio. Lui fece passare qualche minuto, poi si avvicinò per dirmi
che mi avrebbe riaccompagnato, senza problemi.
Gli credetti. Feci quell’errore. L’alternativa sarebbe stata
aspettare su una strada provinciale un altro estraneo e la mia amica in possesso di
automobile non rispondeva al telefono.
Fece alcuni chilometri e poi si fermò. Di nuovo. Mi disse che io non ero
stata gentile e che lo avevo offeso. Dunque si meritava almeno un pompino, uno
di quelli da documentare per poter esigere un credito a futura memoria.
Lo guardai incredula: certi uomini brutti fanno le vittime per poter pretendere
quello che altrimenti non sarebbero in grado di chiedere. Certi uomini
brutti sanno ottenere una prestazione sessuale solo con il ricatto psicologico,
la minaccia, lo stupro.
Conclusi il lavoro per pagarmi il passaggio verso casa. E poi dicono che
sono le donne a voler fare le puttane.
Lo lasciai con una battuta amara. Un mio pompino valeva certamente di
più di un suo passaggio. Mi lanciò dei soldi dal finestrino. Li lasciai per terra.
Lo mandai a quel paese. Tornai a casa, dal mio gatto, a riflettere sulla
sostanziale cattiveria di alcuni uomini brutti.
Il giorno dopo lo beccai su una chat pubblica. Stava dicendo che gli
avevo fatto un lavoro di bocca.
Certi brutti usano il computer e lo usano male, sappiatelo.
Da quel momento non mi lasciai più impietosire. Nessuna commozione,
nessuna tenerezza. Nessuna ingenuità e una grande avversione per gli stereotipi.
Ci sono uomini che brillano solo di luce riflessa. Ti appaiono gentili
fintanto che tu li fai sentire apprezzati. Quando tornano alla loro indole, quella
che non si ama e non si apprezza però hanno bisogno di disprezzare te
perché odiano profondamente se stessi.
Ci sono uomini che brillano di luce propria e non c’entra l’aspetto
fisico.
C’entra il fatto che non hanno bisogno di essere compiaciuti, di avere
accanto
donne sottomesse, che li facciano stare “meglio”, perché le donne
non sono una droga e se qualcuno le considera tali è anche ovvio il fatto che passato
l’effetto la bruttezza ritorna e assieme a quella anche la violenza
contro le
donne.

Ci sono uomini…

parte seconda ……………………

Prendo spunto da un post in cui si parlava tra l’altro di bruttezza
maschile, esteriore e interiore.
Condivido quanto scritto da una lettrice circa l’aridità di spirito che
si traduce spesso in un aspetto poco gradevole.
Anche la sofferenza gioca questo scherzo un pò crudele. Basti pensare
alle occhiaie provocate da un pianto accorato, alla scomparsa di quella luce
negli occhi che può seguire un evento triste, alla pelle che appare spenta
dopo una notte spesa in pensieri e preoccupazioni, nonchè alla facilità di
incorrere nei malanni più disparati a causa dell’abbassamento delle difese
immunitarie, conseguenza di forte stress.
Ma questi sono effetti transitori, e sicuramente vengono socialmente
accettati con maggiore facilità quando si presentano in un uomo piuttosto che in
una donna.
Di uomini dall’aspetto mestamente sgradevole ce ne sono a profusione, e mai la
loro esteriorità, che non è certo un dono per lo sguardo, ha rallentato o
osteggiato la loro carriera e la loro affermazione sociale. Quando si parla di
uomini brutti in fin dei conti ci si aspetta che gli altri uomini semplicemente
si astengano dal fare considerazioni in merito, e che le donne invece
sappiano “guardare oltre”.
Pena l’essere considerate superficiali, poco sensibili, mentre in un uomo
tale miopia è fatta rientrare nella norma.
La bruttezza maschile è qualcosa a cui accennare solo di sfuggita,
accessorio scomodo che non deve comunque essere d’impaccio nel considerare le
qualità interiori, le caratteristiche della personalità, lo spessore dell’anima.
E viene sovente messa in secondo o terzo piano da altri aspetti, come la
disponibilità economica, il successo professionale, lo humor arguto,
l’intelligenza sopraffina, mal che vada una particolare bontà
d’animo…una gentilezza fuori dal comune, che ne so.
La bruttezza femminile non ha possibilità di redenzione invece.
Si viene analizzate, sezionate, giudicate sin da piccole. Si viene
crudelmente schernite dagli altri bambini, spesso non in quanto effettivamente di
aspetto non gradevole, ma poichè non aderenti ad un certo ideale di bellezza che
viene
imposto a partire dalle illustrazioni dei libri scolastici.
E dopo, sopravvissute più o meno indenni al girone infernale della scuola
dell’obbligo, non è che la situazione migliori.
Ci vengono propinati su tutti i piani possibili immagini di donna non
arrivabili e fuori dalla realtà (per fuori dalla realtà intendo dire ad esempio che
le indossatrici sono più magre del 98% della popolazione femminile mondiale),
slanciati a realizzare una bellezza assai opinabile, di plastica, immobile,
priva di espressione e individualità, mutevole solo agli imperativi del gusto
maschile.
Purtroppo a fare simili considerazioni spesso si arriva quando i danni
sono già
stati prodotti: taglie perse anche quando non necessario, disturbi
alimentari
sfiorati o vissuti per intero, sudore e fatica, rinunce e perenne senso
di inadeguatezza, con tutte le conseguenze che questo può portare sulla
socializzazione e l’affermazione di sè come individui.
Non c’è spazio per la diversità, per la personalità, in sintesi non
c’è spazio per le donne che siamo, solo per quelle che dovremmo essere, secondo
canoni creati dagli uomini, occhiali deformi indossati purtroppo ormai anche da
buona parte delle donne.
Non se ne esce, possiamo essere persone che sanno fare poco o niente
oppure che al contrario eccellono nella professione o negli studi, possiamo essere
mediocri o intelligentissime, un pò stronze o buone, qualsiasi cosa facciamo o
diciamo, certi uomini si lasceranno sempre andare a squallide considerazioni (loro
le chiamano battute) sul nostro aspetto fisico. E nel momento in cui rispondi
a tono diventi quella con la coda di paglia, che non sa stare allo scherzo.
Ma vaffanculo.
E ripenso a Simone, Danilo, e Roberto, a quanto fossero brutti dentro e
fuori, e alla loro non invidiabile capacità di essere leader piccoli piccoli in una
classe di pecorelle.
E ripenso a Serena, isolata al primo banco da invisibili barriere
costruite con un resistente materiale di cui non rischieremo mai l’esaurimento: la
stupidità.
——————

Come si vede da queste due lunghissimi storie, prima lo fanno passare per
un depravato, poi rincarano la dose, oltre alla bruttezza c’è anche la
stupidità.
Vuoi mettere un Raul Bova ( o chi per lui) stupido?? A Roma direbbero:
“Non se pò vede” :)??
Mauro

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Fabrizio Marchi 9:33 am - 16th Marzo:

“Rivoluzionarie” di professione…(a 1000 euro al giorno…)
http://www.ilfoglio.it/soloqui/17354

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