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11 Feb 2024  |  1 Commento

Teresa Mannino e le formiche tagliafoglie

Anche se ci chiudessimo dentro casa per quattro giorni e spegnessimo tutto, televisore, cellulare, computer e quant’altro, l’eco della superkermesse nazionale in grado di concentrare l’attenzione di tutto il paese arriverebbe comunque in qualche modo alle nostre orecchie. Massacro in Palestina, guerra in Ucraina, agricoltori in rivolta contro l’UE? Tutto per il momento archiviato perché il Belpaese è incollato davanti alla tv a vedere il Festival di Sanremo. E va bè, ci sta, è anche giusto concedersi un po’ di svago, io personalmente non riesco a vederlo neanche per mezzo secondo (il solo vedere Amadeus mi fa venire l’orticaria, peggio di lui soltanto Floris e Fabio Fazio…) ma degustibus non disputandum est, come si suol dire, e ci mancherebbe altro.

Dedicherò alla kermesse un altro articolo in cui approfondirò alcuni aspetti perché, a mio parere, rispetto alle edizioni degli ultimi anni ci sono delle novità su cui riflettere con attenzione.

Per ora mi limito a segnalare l’immancabile monologo femminista (leggi sessista e antimaschile) questa volta inscenato da Teresa Mannino, la quale ad un certo momento comincia a tessere l’elogio delle formiche tagliafoglie la cui struttura sociale interna si fonda sulla totale marginalizzazione dei maschi che servono soltanto a fecondare quando serve. A capo della società delle formiche tagliafoglie – ha spiegato – c’è naturalmente una regina che decide quando i maschi devono essere chiamati per assolvere a quella che  è la loro unica e sola funzione. E’ per questo – ha soggiunto – che quella società funziona tanto bene da centocinquanta milioni di anni fra l’altro rispettando l’ecosistema. E giù applausi, ovviamente, di tutta la sala – zeppa peraltro di vip – perfettamente ammaestrata, allineata e coperta.

C’è ben poco altro da aggiungere se non l’invito a capovolgere le cose. A parti invertite, se un uomo, sul palcoscenico di Sanremo, si fosse prodotto in una simile performance sostenendo che in una società ideale – a capo della quale deve esserci un re, è scontato – le donne dovrebbero essere adibite alla sola funzione procreativa e al limite sessuale, cosa sarebbe accaduto (peraltro giustamente, aggiungo io…)?


1 Commento

Angelo 9:02 am - 17th Agosto:

Leggo tardi, ma decido di contribuire, indegnamente, in merito.
Sconcerto è un eufemismo per descrivere quello che, fortunatamente per me, non ho visionato direttamente in quanto la manifestazione così tanto elogiata sembra aver perso ogni valore artistico e culturale.
Concordo sul fatto che se un uomo avesse fatto una considerazione e/o riferimento anche un centesimo più mitigati sul paragone “essere umano-essere animale” di quanto celebrato dalla Mannino, nel suo vaneggiamento, perché di quello si tratta, sarebbe stato crocifisso, additato al pubblico ludibrio ed arrestato e condannato senza appello almeno per: istigazione alla violenza, sessismo, misoginia…e chi più ne ha più ne metta!
Ma la Mannino non può essere tacciata di misandria, ma assurge al ruolo di eroina a salvaguardia dei diritti delle donne. E pesare che mi piaceva la sua ironia, e anche il sarcasmo a volte…!
Ora riscuote solo disprezzo. Come si fa a paragonare l’umanità alle formiche? Ma seguiamo la sua logica distorta: se le formiche hanno una società così evoluta e opposta alla nostra, allora anche loro hanno la loro filosofia ed i loro rappresentanti. Citiamo ad esempio con il concetto di “Bellum omnium contra omnes” e “Homo homini lupus”, che hanno trovato riscontro nel campo dell’antropologia politica: anche le formiche avranno il loro Hobbes. Cosa avranno deciso? Di accettare tali teorie come dato di fatto oppure stabilire codici e leggi che garantiscano la comune sopravvivenza? Citiamo ancora Giambattista Vico con il suo “Verum esse ipsum factum” e soprattutto con il concetto dei “Corsi e ricorsi storici”, che registra e spiega i cicli storici attraverso i quali le società sorgono e cadono. in tal caso dobbiamo aspettarci una rivoluzione nella società delle formiche, un momento catarchico in cui i maschi prenderanno coscienza della loro condizione e insurgeranno per stravolgere lo status quo facendo crollare i dettami fondamentali della attuale organizzazione sociale a beneficio del loro genere.
Pertanto Mannino, e tutte le nazi-femministe al seguito, compresi i maschietti anagrafici, siate accorti: i “corsi e ricorsi storici” funzionano, e la stessa storia, dalle guerre mondiali in poi, ha insegnato che il periodo immediatamente successivo non è certo condito con perdono ed indulgenza.

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