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Reciprocità e spontaneità sono due concetti che la grande maggioranza delle donne non sa neanche cosa siano. Per lo meno per quanto riguarda il rapporto con i maschi non dominanti (beta), cioè la grande maggioranza degli uomini, che è quello che a noi interessa.
Tradotto in parole ancora più povere, se gli uomini (beta) non si proponessero, non andassero di loro propria iniziativa verso le donne, l’incontro fra i due sessi non avverrebbe mai, non avrebbe neanche luogo. Detto in modo più rozzo ma forse ancora più efficace, se anche gli uomini adottassero gli stessi comportamenti delle donne, l’umanità si sarebbe estinta già da un bel po’ di tempo.
Questa, ad una prima rapidissima lettura, potrebbe sembrare un’affermazione sopra le righe. Ma in realtà così non è. Ed è il semplice buon senso, l’esperienza quotidiana e l’osservazione della realtà che ce lo dicono. Probabilmente saremo tacciati di scarsa scientificità ma francamente questa accusa o questa critica ci interessa molto poco, se non per nulla. Riteniamo infatti che nelle scienze sociali e soprattutto nelle questioni che attengono l’essere umano, di scientifico ci possa essere ben poco. Crediamo anzi che il presunto riferimento alla scienza che troppo spesso nella storia è stato fatto per dimostrare la validità di teorie filosofiche (in taluni casi anche valide, a nostro giudizio) sia stato per lo più strumentale e finalizzato a rafforzare la validità di quelle stesse tesi. Cosa che, a nostra modesta opinione, ha ottenuto il risultato opposto e contrario a quello che si voleva ottenere. E quelle stesse teorie che in questo modo si volevano rafforzare, ne sono uscite fortemente indebolite.
Con questo non vogliamo neanche, da una posizione speculare, esaltare il valore dell’ esperienza empirica e considerarla come la sola fonte di conoscenza. Preferiamo laicamente posizionarci su una posizione di equilibrio e di buon senso verificando, con gli strumenti di cui disponiamo, la nostra capacità analitica, la statistica, la ricerca sociologica e storica, l’osservazione lucida dei fatti, e naturalmente anche l’esperienza empirica, la veridicità o meno di questa o quella affermazione o teoria.
E sulla base di queste considerazioni testè fatte, ci sembra assolutamente verosimile confermare la tesi contenuta all’inizio di questo articolo: e cioè che nel rapporto fra uomini e donne non c’è alcuna reciprocità. Nella grande maggioranza dei casi sono gli uomini ad andare verso le donne. E’ molto raro che accada il contrario e quando ciò accade significa che l’uomo o gli uomini in questione sono maschi alpha, cioè uomini appartenenti alle elite dominanti. Ma questa è appunto l’eccezione che conferma la regola e la nostra analisi.
Noi riteniamo che questo aspetto dell’ontologia e/o della cultura e del modo di essere femminile, che normalmente viene considerato dalla grande maggioranza degli uomini come un fatto più o meno naturale, scontato e dato per acquisito, sia in realtà uno dei più significativi, e anche dei più gravi, del manifestarsi delle donne nel mondo.
Ma cosa nasconde l’incapacità/non volontà/riluttanza/diffidenza/fastidio/ e il più delle volte addirittura l’insopportabilità, per le donne, ad andare verso gli uomini?
Innanzitutto l’incapacità di relazionarsi con l’altro da una posizione di parità. Pretendere che sia sempre e solo l’altro a fare il primo passo significa porsi automaticamente in una posizione di potere nei confronti dell’altro. Se l’altro si muove è evidente che sta già manifestando un interesse nei confronti dell’altra e quindi le sta già di fatto conferendo un potere. Il fatto stesso che egli si muova per primo, manifestando di fatto il suo interesse, la pone in una posizione di vantaggio (e di potere) nei suoi confronti. Non solo. Nel momento in cui è l’uomo, sempre e comunque, a proporsi, è la donna che si trova oggettivamente nella posizione di chi decide. Di nuovo il concetto di potere, che torna sistematicamente e implacabilmente ogniqualvolta si affronta questa tematica. Ma accanto al concetto di potere entra in ballo in questo tipo di relazione anche quello di “dovere”. Inteso non nel senso più nobile del termine (come l’adesione ad un sistema di valori o di regole etiche) ma piegato e deformato alle esigenze del “potere”. Se infatti si dà per scontato e per acquisito, in base ad una sistema di regole non scritte ma universalmente riconosciute, che debba essere sempre e comunque l’uomo a proporsi, è evidente che il concetto di “dovere” viene a legarsi indissolubilmente a quello di “potere”. Quindi l’uomo deve proporsi, deve andare versus la donna. Se non lo fa è praticamente condannato alla solitudine affettiva (ammesso che su questi presupposti si possa veramente costruire una relazione autenticamente affettiva…) e alla totale assenza di vita sessuale.
Naturalmente non è affatto detto che proponendosi egli ottenga il risultato sperato, anche perché è la donna che dice l’ultima parola, né potrebbe essere altrimenti, date le circostanze.
Ma non è tutto. Non solo l’uomo ha l’obbligo (anche se non scritto) di proporsi ma lo deve fare anche secondo schemi e modalità gradite alla controparte. Deve insomma mettere in atto una serie di comportamenti al termine dei quali la donna, laddove valutasse tali comportamenti gratificanti e sufficienti, potrebbe decidere di concedersi, sempre secondo tempi e modalità che verranno da lei decisi e determinati.
Ma non è finita. Quali saranno i criteri di selezione che la donna, nella grande maggioranza dei casi, sceglierà di seguire per decidere un eventuale partner? Naturalmente quelli dell’ordine sociale dominante. E ci sentiamo di affermare con una notevole dose di certezza, sia pur empirica, che tra un uomo più vicino per una serie di caratteristiche di ordine sociale, economico o di provenienza familiare alla categoria dei dominanti (alpha), e un uomo decisamente appartenente alla categoria dei non dominanti (beta), ella sceglierà nella quasi totalità dei casi, il primo.
Naturalmente, in questo frangente specifico, non stiamo parlando di un maschio alpha doc, ma di qualcuno che nella scala gerarchica sociale, maggiormente gli si avvicina o gli assomiglia, anche se per difetto. Infatti, anche in questo caso, come abbiamo visto, stiamo parlando di un uomo che deve comunque proporsi.
Cosa che non avverrebbe mai se fossimo in presenza di uomini effettivamente dominanti (alpha). D’altronde, come abbiamo già avuto modo di analizzare nell’articolo “Natura e Cultura. Un nodo irrisolvibile”, in questo caso specifico il rapporto fra uomini e donne si inverte completamente in favore dei primi e la relazione fra i sessi viene a capovolgersi totalmente.
Ma il concetto di dovere è l’esatto contrario di quello di “piacere”, sul quale dovrebbe invece secondo noi fondarsi la relazione fra i generi. E’ evidente che se si fa una cosa per dovere, sarà assai difficile che la si faccia anche per piacere. Può succedere talvolta che ciò accada, ma certamente non è la regola. E in ogni caso, se la si fa innanzitutto per il proprio piacere, il concetto di dovere viene ad essere automaticamente disinnescato.
Ma può essere piacevole una cosa che si deve fare perché è stata aprioristicamente prestabilita secondo schemi e regole preconfezionate?
E cosa può esserci di spontaneo in questo? Nulla, dal momento che è uno schema prestabilito a priori. Se ci fosse spontaneità questo sistema di regole non esisterebbe affatto e gli uomini e le donne si incontrerebbero appunto spontaneamente, nel sereno, naturale, libero e reciproco gioco amoroso.
Ma è evidente che in questo modo i concetti di reciprocità e di spontaneità sono stati assassinati in favore di quelli di potere e di dovere.
Ma se la reciprocità e la spontaneità sono state assassinate, è altrettanto evidente che il delitto è stato perpetrato anche nei confronti della possibilità di una relazione autentica fra gli uomini e le donne. Che infatti al momento, tranne le solite rare eccezioni che confermano la regola, non esiste.
Se paradossalmente, applicassimo queste logiche anche all’altra grande questione umana, l’amicizia, avremmo commesso l’ennesimo delitto.
Ma l’amicizia, per nostra fortuna, è relativamente immune da queste stesse logiche. E questo perché l’amicizia, se è autentica, non può che fondarsi su di una scelta libera, spontanea, sull’empatia reciproca, sulla condivisione, sulla comune visione del mondo, sul piacere di stare assieme e di godere della presenza dell’altro/a in modo fine a se stesso. Ma nell’amicizia non è previsto lo scambio sessuale né lo scambio di alcun genere. Non vige insomma la regola del do ut des che è stata invece applicata alla relazione fra i generi.
Ma dal do ut des, cioè dallo scambio di fatto strumentale, non potrà mai scaturire amicizia, che può nascere solo da un rapporto all’insegna della reciprocità, della spontaneità e della autenticità fra gli individui.
Come vediamo, il circolo diventa sempre più vizioso/virtuoso, a seconda dei punti di vista dai quali lo osserviamo.
Come Movimento degli Uomini Beta, ci proponiamo di lavorare per combattere queste concezioni deviate e devianti ma purtroppo tuttora imperanti.
Il nostro orizzonte è quello di una società di uomini e donne liberi/e ed eguali, dove la relazione fra i generi sia libera da tutti questi legacci, condizionamenti e sovrastrutture e all’insegna della reciprocità, dell’autenticità, della spontaneità, della libertà, e del libero e sano gioco affettivo e sessuale.
Solo tornando a concepire la sessualità per quello che è e dovrebbe essere, cioè un gioco naturale e spontaneo, e non come uno strumento di gestione, controllo e dominio dell’altro, sarà possibile costruire una relazione sana ed evoluta fra gli uomini e le donne.
Il nostro appello è INNANZITUTTO rivolto a tutti gli Uomini Beta affinché prendano coscienza della situazione e adottino comportamenti conseguenti, tesi a modificare sostanzialmente anche i comportamenti femminili.
Ma ci rivolgiamo altresì alle donne non appartenenti alle elite dominanti, sollecitandole a riflettere sul ruolo che hanno scelto e scelgono di recitare, invitandole ad uno scatto di dignità e di amor proprio e al rifiuto di quelle logiche strumentali, avvilenti, aberranti e antiumane, che abbiamo descritto.
Le invitiamo a smettere di scimmiottare i modelli dominanti e ad allearsi con gli Uomini Beta per costruire assieme una realtà diversa.
Saremo felici, in questo caso, di averle con noi, al nostro fianco.
Fabrizio Marchi
862 Commenti
L’orgasmo femminile è più raro, è vero, anche perchè biologicamente è un orpello abbastanza inutile. E questo spiega molte considerazioni fatte. Ma chi l’ha detto che il sesso senza il botto finale sia da buttare?
Se c’è bene ma se non c’è pazienza, non credo che ci si sia fatti troppo male, tanto da dover dire di non dover desiderare più un incontro ravvicinato del terzo tipo
Boh.. credo che le sensazioni siano le più varie e difficilmente incasellabili in qualsiasi rapporto tra un uomo e una donna, almeno per quanto mi riguarda, e credo sia abbastanza limitativo considerare un uomo (così come una donna beninteso) soltanto come mezzo per un orgasmo o come aiuto per l’allevamento della prole. Questa è la natura e siamo d’accordo, ma la cultura?
Rita(Quota) (Replica)
Sono d’accordo con Rino. Quella posta da Maria (e da Sandro, da un punto di vista apparentemente speculare) è una questione reale di cui abbiamo peraltro già discusso, proprio con lei, come ricorderete, alcuni mesi fa, e che non può, a mio parere, essere liquidata con giudizi di tipo morale o peggio ancora moralistico.
Questo non significa giustificare eventuali comportamenti malsani dal punto di vista etico da parte di chicchessia ma solo affrontare il problema, come siamo abituati a fare, con un approccio laico,lucido e razionale, ai fini della sua comprensione. E da questo punto di vista le scomuniche o gli anatemi (che nessuno di noi ha lanciato, per la verità, per lo meno in questa occasione) non aiutano di certo.
La relazione fra sessualità ed erotismo da una parte e ciò che siamo abituati a definire come “sentimento” dall’altra, è estremamente complessa e contraddittoria, come ben sa chiunque non sia più un ragazzino di primo pelo, e riguarda sia gli uomini che le donne, in egual misura, anche se, ovviamente, con modalità e problematiche in parte diverse.
Non ci ritorno se non con brevissimi cenni appunto perché ne abbiamo già discusso e la mia posizione è nota (peraltro ho affrontato questa specifica questione all’interno di un capitoletto del mio libro dal titolo “Sessualità e leggi di mercato indissolubilmente legate: la genialità del sistema”).
In quel passo spiego anche come la totale e assoluta sovrapposizione fra questi due grandi aspetti dell’umano(Erotismo e Amore), sia stata e sia una forzatura ideologica di derivazione in parte religiosa ma non solo, che ha provocato e continua a provocare danni enormi sotto diversi punti di vista, dal momento che va a condizionare pesantemente la vita delle persone in uno degli aspetti più intimi e delicati della loro vita: la sessualità, con tutte le innumerevoli e diverse implicazioni di ordine psicologico che questa comporta.
Oggi, come sappiamo, è stata effettuata una seconda e ancor più pervasiva (e soprattutto perversa) sovrapposizione (da un punto di vista concettuale e psicologico prima ancora che pratico) che è andata ad aggiungersi a alla precedente: quella fra Erotismo, Amore e Ragione Strumentale. Dirò di più. Il secondo fattore della proposizione (l’Amore) è stato ridotto a trade union necessario tra i primi due. L’Amore (si fa per dire, in questo caso…) è ciò che giustifica e rende possibile e soprattutto praticabile l’Erotismo (condizionamento di derivazione “religiosa”), il quale però è stato a sua volta indissolubilmente legato (anche se ufficialmente negato) alla Ragione Strumentale (anche questo aspetto è stato affrontato dal sottoscritto in due capitoli del summenzionato libro:”Quando le religioni e il capitalismo si sposano” e “Il cattolicesimo e la sessualità: il “giudice interno”).
In questa maniera sia l’Erotismo che l’Amore (due aspetti fondamentali dell’Umano che possono convivere, se si è fortunati, ma non necessariamente…) sono stati ridotti al rango di ancelle della Ragione Strumentale la quale, contestualmente, è riuscita in un’altra grande operazione, quella cioè di piegare alla sua logica anche il condizionamento (comunque ipocrita perché falso) di derivazione religiosa.
Insomma, fino ad una sessantina di anni fa vigeva questa legge:”Te la do perché mi ami (sottinteso: “Altrimenti per il puro piacere di dartela te la puoi pure scordare) e soprattutto perché mi sposi con tutti i sacramenti. Il “do ut des” era già in vigore, come vediamo, sotto un certo profilo, ma la Ragione Strumentale non era ancora entrata ufficialmente e prepotentemente sulla scena. Lo sfondo era ancora quello del vincolo religioso o pseudo tale. Quest’ultimo, pur nella sua ipocrisia, perché sappiamo tutti che la “psico-chimica” marcia su binari del tutto autonomi e al limite paralleli rispetto ad altri (anche se questi a volte, come già detto, possono incontrarsi), manteneva lo scambio all’interno di un ordine morale (moralistico?…) dominante. Questo schema è stato solo in parte superato. Come dicevo poc’anzi, è stato molto intelligentemente (e strumentalmente) inglobato in un altro che ha preso il sopravvento ma che continua ad avere grande necessità del primo perché non può apertamente manifestare il suo vero volto e la sua vera natura. Se lo facesse il re sarebbe nudo e molto probabilmente entrerebbe in coma; comunque si buscherebbe una bella polmonite dagli esiti molto incerti…
E’ costretto quindi, per sopravvivere (e per dominare), a negare apparentemente la struttura nascondendosi dietro alla sovrastruttura, la quale però continua a giocare un ruolo fondamentale (per cui diventa sempre più difficile stabilire quale dei due sia il prius).
Il discorso diventa a questo punto estremamente lungo e complesso e naturalmente mi fermo qui (ci torneremo comunque più e più volte come del resto abbiamo già fatto). Volevo solo sottolineare che la questione posta ancora una volta da Maria, evidentemente da lei (come dal sottoscritto e secondo me da tutti) molto sentita,, ci rimanda inevitabilmente ad una discussione molto ampia che non può essere secondo me elusa (quello che normalmente viene fatto dai più) o frettolosamente bollata con atteggiamenti giudicanti che il più delle volte tendono a ricadere, prima o poi, su noi stessi.
Fabrizio
P.S. come ha giustamente sottolineato Rino anche in questo caso, la questione, per la sua estrema complessità e contraddittorietà, mette di fronte posizioni, come quelle di Maria e di Sandro, entrambe condivisibili, per quanto mi riguarda, anche se possono sembrare opposte e contrarie, se non inconciliabili. Può sembrare paradossale, e forse lo è, ma per me è così. E vi assicuro (mi conoscete…) che non è un improbabile tentativo di mediazione…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vorrei fare qualche precisazione su quanto ho scritto sopra.
Non ho nulla in contrario a che le donne vadano trombando con chi gli pare e piace.
Io sono tendenzialmente allergico ai vincoli, quindi per me va più che bene.
Il problema che rilevo è che il vincolo sono loro a volerlo: come si concilia, questo, con il voler trombare con chi gli pare?
Non è opportunismo alla terza potenza, questo? Prima si parano il culo stampando un figlio al primo fesso che trovano, assicurandosi così prole e copertura economica, poi a lui non la fanno più vedere manco in cartolina, per andare trombando in giro con chi gli va più a genio, lasciando al pollo di cui sopra i conti da pagare.
Vorrei ricordare che matrimonio e figli rappresentano un’ opzione, non una necessità.
Tanto di cappello a quelle donne che fanno la scelta del sesso libero da qualsiasi vincolo, sono le beniamine del genere maschile. Un esempio di coerenza: si prendono tutto, onori ed oneri, e questo fa loro onore e fa meritare loro il mio rispetto, così come lo meritano quelle che fanno fino in fondo la scelta matrimoniale, rispettando gli obblighi e i sacrifici che questa comporta.
Le uniche (che purtroppo sono la maggioranza) che non meritano nessuna forma di rispetto, piuttosto, un profondo disprezzo, sono quelle che si comportano nella maniera che ho descritto sopra: quelle che si parano il culo a spese di un povero disgraziato, profittando della sua dabbenaggine, stampandogli un figlio ed esigendo, conseguentemente, il matrimonio, (che ancora molti purtroppo non si rendono conto esser diventato, da una sorta di assicurazione sulla propria vita sessuale che era, una vera e propria forma di sudditanza sessuale, nonché di schiavitù economica)
per poi respingere, forti del fatto che, in questo paese, il vincolo matrimoniale è regolato da una legislazione di merda, tutta dalla parte loro, qualsivoglia responsabilità o dovere, non ultimo quello di garantire al coniuge un’ adeguata vita sessuale (di fatto L’UNICO motivo che possa indurre un uomo alla scelta matrimoniale), tenendosi ben stretti però, magari utilizzando pure i figli all scopo, tutti i vantaggi economici.
C’è un termine che le dipinge meglio di qualunque altro:
TROIE.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro, al di là delle espressioni a volte eccessivamente “colorite” (che personalmente non mi disturbano affatto) che caratterizzano i tuoi interventi, mi sento di condividere senz’altro il tuo ultimo post che però, a mio avviso, sposta l’oggetto della discussione.
Mi pare che la questione sollevata da Maria fosse sostanzialmente un’altra, e cioè la complessità e la contraddittorietà, forse insanabile, della relazione tra erotismo e amore (o sentimento, bene profondo, affetto, ciascuno lo chiami come preferisce), con tutti i risvolti che ne conseguono, sul piano etico, psicologico, relazionale (di coppia, familiare e non solo),e chi più ne ha più ne metta.
Questione di estremo interesse ma, al contempo, per quanto mi riguarda, di difficilissima soluzione. Ciò non significa che non debba essere affrontata e discussa e certamente non rimossa (come per comodità, quieto vivere e opportunismo accade oggi).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
C’e solo una cosa che mi lascia perplessa nei post di Sandro. Immaginare questi uomini che vagano spauriti tra le cosce delle donne come dei cappuccetto rosso in balia del primo ovulo tentatore. Io che amo frequentare uomini molto piu’ adulti di me vi posso assicurare che alla paternita’ ci tengono quanto le donne e se qualcuno e’ senza figli..sarebbe disposto a fare follie per averne uno (e a volte le fa..). Specie in un uomo maturo gli occhi tendono a brillare in pochissime occasioni e una e’ sicuramente quando parla del proprio ragazzo..E non sto parlando di figli avuti con l’inganno malefico di pseudovergini che dicevano di prendere la pillola..ma di sogni inseguiti a lungo e aspettati in due. La vita e’, come giustamente sottolinea Fabrizio, qualcosa di molto piu’ complesso di semplici scelte dicotomiche. Difficile che a 20 anni..alzandoci dal letto decidiamo esattamente cosa fare per il resto della nostra esistenza…e quando a 40 anni incontriamo qualcuno che ragiona come tanti anni prima..qualche dubbio ci viene. E poi la casa. il nido (leggi matrimonio, convivenza, albero di natale, bimbi che sbavano dalla gioia perche’ papa’ e’ tornato) piacciono molto anche agli uomini. Un menage che funziona..rassicura..rinfranca..dà un senso alla vita specie quando e’ difficile trovarne altri. Non sto dicendo che dobbiamo percorrere tutti delle strade comuni..dico solo che siamo adulti e coscienti di cio’ che vorremmo, di cio’ ci manca..e di cio’ che compensa.
maria(Quota) (Replica)
“Mi pare che la questione sollevata da Maria fosse sostanzialmente un’altra, e cioè la complessità e la contraddittorietà, forse insanabile, della relazione tra erotismo e amore (o sentimento, bene profondo, affetto, ciascuno lo chiami come preferisce), con tutti i risvolti che ne conseguono, sul piano etico, psicologico, relazionale (di coppia, familiare e non solo),e chi più ne ha più ne metta”
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Io trovo che la parola “amore” sulla bocca di una donna, se riferita ad un soggetto diverso dalla propria prole, sia una pura e semplice presa per il culo.
E’ la foglia di fico dietro la quale nascondono tutte le porcate che fanno subire agli uomini:
“Quello l’ ho sposato perché lo amo, con quell’ altro ci trombo perché mi fa sentire donna”
Lo ama o lo prende semplicemente per il culo?
E qui si torna alla divisione di cui sopra: i trombatori e i polli da spennare. Tertium non datur.
Se si innamorano si innamorano del trombatore, mica del pollo. Riferito a quello, l’ espressione “lo amo” altro non è che la maniera elegante per dire “lo sfrutto”.
sandro(Quota) (Replica)
Scendo un pò più nel dettaglio per chiarire un punto:
Il trombatore è in linea di massima un alfa.
In quel caso, se la donna si innamora, non si innamora dell’ uomo, bensì dell’ alfa. Ovvero, di ciò che lui rappresenta nella società.
Tant’è che, nel momento in cui trova uno “un pò più alfa”, tendenzialmente si innamora di questo e smolla quell’ altro.
E’ questo che conta, l’ individuo non conta un cazzo.
Io credo che sta cosa la facciano a livello istintivo: ce l’ hanno scritta nel dna.
Questo ha, tra l’ altro, una serie di implicazioni notevolissime a livello socioeconomico, implicazioni che qui dentro ben conosciamo e delle quali si è parlato a lungo.
Per questo sostengo che la parola “amore” sulla bocca di una donna, o è riferita alla propria prole o è essenzialmente una presa per il culo.
Una foglia di fico messa lì ad uso della dabbenaggine maschile.
sandro(Quota) (Replica)
L’orgasmo femminile è più raro
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infatti le donne dovrebbero soddisfare sopratutto i desideri maschili (se siamo tutti d’accordo che per un motivo o un altro le donne hanno meno bisogno di sesso), ma qui viviamo in un contesto sociale (cristiano) dove la famiglia è un valore e l’uomo è colpevole solo perché desidera le donne. Dice che la religione non fa più presa su queste cose…
Leonardo(Quota) (Replica)
“Io che amo frequentare uomini molto piu’ adulti di me vi posso assicurare che alla paternita’ ci tengono quanto le donne e se qualcuno e’ senza figli..sarebbe disposto a fare follie per averne uno (e a volte le fa..)”
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Non sarà proprio perché sono vissuti in un contesto un pò diverso da quello attuale?
Io che principalmente frequento miei coetanei tutti sti entusiasti del matrimonio e della prole non li vedo, anzi.
sandro(Quota) (Replica)
L’orgasmo femminile è più raro
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Più che raro è diverso. Ci vuole più tempo per raggiungerlo rispetto a quello maschile, ma dura di più rispetto a quello maschile e inoltre può essere multiplo, mentre quello maschile no.
Silent Hill(Quota) (Replica)
@ Silent Hill – In tema di voglie sessuali, esistono differenze qualitative, non quantitative come molti antifemministi credono.
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Francamente, mi chiedo come tu faccia ad affermare ciò, in base a quale distorto assunto e soprattutto mi domando quali esperienze tu abbia avuto con le donne. Mah… Ad esempio, quando avevo ancora 20-25 anni, se avessi potuto mi sarei scopato centinaia di donne, e t’assicuro che lo stesso avrebbero fatto molti miei amici e conoscenti, se solo fosse stato loro possibile.
Ti dirò di più: nella maggior parte dei casi ho conosciuto donne a dir poco problematiche…
Marco(Quota) (Replica)
@ maria – La donna no. Siccome in un contesto extraconiugale si sente piu’ libera..e’ molto piu’ naturalmente assertiva, propositiva, piena di fantasie, istintivamente…predisposta. La stessa donna che col marito rende zero…coll’amante e’ fantastica.
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Guarda che anche questo è un discorso relativo.
Per esempio, con le donne con le quali mi è capitato di avere delle relazioni sentimentali, io non ero sciolto quanto invece lo sono stato nei confronti di donne separate o sposate con cui mi è capitato di avere occasionalmente delle brevi storie di sesso.
Questo perché quando verso una donna si prova solo attrazione fisica, è molto più facile trattarla da “troia” (in senso buono) e dire anche delle parolacce durante il rapporto, che a me, come a tanti altri uomini, eccitano moltissimo. Si tratta sostanzialmente di situazioni, stati d’animo, emozioni diverse, che fanno “rendere” di più dal punto di vista sessuale.
Marco(Quota) (Replica)
Più che raro è diverso. Ci vuole più tempo per raggiungerlo rispetto a quello maschile, ma dura di più rispetto a quello maschile e inoltre può essere multiplo, mentre quello maschile no. (Silent Hill)
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Scusa ma tu credi di poter spiegare l’orgasmo femminile a una donna?
Andrea(Quota) (Replica)
Silent Hill
“Più che raro è diverso. Ci vuole più tempo per raggiungerlo rispetto a quello maschile, ma dura di più rispetto a quello maschile e inoltre può essere multiplo, mentre quello maschile no”
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guarda, secondo me oltre che sicuramente diverso (e su questo non ci piove) è proprio più raro. E francamente sulla durata mi asterrei. C’è un crescendo e un acme del piacere.. che è un attimo. Ora magari sarà perchè, come dice Marco, le donne sono più problematiche, sarà perchè biologicamente è inutile, sarà perchè non si trova il punto G , sarà perchè l’aspettativa crea ansia e, francamente, con tutti gli pseudo-articoli sui misteriosi orgasmi multipli, sulla capacità e sulla potenzialità sessuale femminile, secondo me non è da sottovalutare anche una certa influenza sociale collettiva.
Quando ne parlano in maniera diretta e senza filtri (magari protette dall’anonimato di un forum) non mi pare – perlomeno a “spanne” come si dice – che ci sia una così stretta corrispondenza con quanto descritto in genere sui media.
Si trovano ragazze e ragazzine, quasi angosciate da questa “storia degli orgasmi multipli” che chiedono alle altre “come si fa ad averne” … altre che dichiarano di averne ma comunque a distanza (e non certo in successione), altre ancora che sono lì che continuano a chiedersi la differenza fra orgasmo vaginale e clitorideo e discutono di tecnicismi e mappe per raggiungere i punti G etc. etc.
Cioè di tutto e di più, in sostanza.
Boh, mi sbaglierò, ma non mi pare che, (almeno in rete) visto che è l’unico posto in cui si puo’ avere un minimo di polso generale, ci siano così tante discussioni fra ragazzi sul “come avere l’orgasmo”
Cioè.. voglio dire, per quanto puo’ valere, mi sembra che se una cosa la cerchi è perchè è rara..
Rita(Quota) (Replica)
Si trovano ragazze e ragazzine, quasi angosciate da questa “storia degli orgasmi multipli” che chiedono alle altre “come si fa ad averne” … altre che dichiarano di averne ma comunque a distanza (e non certo in successione), altre ancora che sono lì che continuano a chiedersi la differenza fra orgasmo vaginale e clitorideo e discutono di tecnicismi e mappe per raggiungere i punti G etc. etc.
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Secondo me sono una massa di cavolate per coprire il solito squallore.
Più che altro mi interessa l’eiaculazione femminile che si vede in alcuni video porno, tra l’altro ne parlava De Sade nei suoi romanzi scellerati e lo chiamava sperma, come quello maschile ( nel diciottesimo secolo).
Leonardo(Quota) (Replica)
Più che altro mi interessa l’eiaculazione femminile che si vede in alcuni video porno, tra l’altro ne parlava De Sade nei suoi romanzi scellerati e lo chiamava sperma, come quello maschile ( nel diciottesimo secolo). (Leonardo)
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Secondo me, questo è un altro mito creato dagli uomini, ai quali piacerebbe relazionarsi con donne “sessualmente mascoline”, ossia capaci di vivere il sesso in maniera maschile. Ascolta, io un po’ di donne le ho conosciute, ma a tutt’oggi non ne ricordo nemmeno una capace di eiaculare… Al tempo stesso ho memoria di donne che fingevano l’orgasmo…
Fabio C.(Quota) (Replica)
Concordo con Fabio, mi ha tolto un po’ le parole di bocca, diciamo che personalmente questi discorsi confermano il fatto che la sessualità femminile è un po’ come il bosone di Higgs: tutti ne teorizzano l’esistenza dagli effetti ma non è stata mai osservata direttamente
http://it.wikipedia.org/wiki/Bosone_di_Higgs
Ora che esistano ghiandole nell’apparato femminile atte a produrre una sorta di liquido lubrificante è vero, però è significativo questo generale interesse sia degli uomini che delle donne verso i meccanismi dell’eccitazione femminile mentre non si riscontra un analogo interesse verso i meccanismi dell’eccitazione maschile.
Rita(Quota) (Replica)
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/ricerca-donne-sesso/ricerca-donne-sesso/ricerca-donne-sesso.html
I risultati di una ricerca della britannica Durham University
Il maschio è più predisposto per trarre piacere da relazioni occasionali
Sesso “casuale”, roba da uomini
alle donne piace il sentimento
Secondo lo studio, la donna apprezza più la qualità che la quantitàe ha un atteggiamento negativo nei confronti delle “one night stands”
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – Alcuni diranno di averlo sempre saputo, ma ora c’è anche la prova scientifica: il sesso “casuale”, ovvero l’avventura senza legami affettivi, piace più agli uomini che alle donne. Il maschio è stato biologicamente predisposto per trarre piacere anche da relazioni occasionali, mentre la donna apprezza più la qualità della quantità: e la ragione, sei i due sessi oggi ragionano così, è che l’evoluzione della specie ha favorito in entrambi uno sviluppo di questo genere. A sostenerlo è uno dei primi studi accademici condotti sull’argomento: una ricerca effettuata dalla professoressa Anne Campbell della Durham University, ora pubblicata dalla rivista Human Nature, di cui il quotidiano londinese Independent pubblica un’anticipazione.
Studiando le reazioni di uomini e donne al sesso occasionale, la psicologa della Durham University ha concluso che l’evoluzione ha sviluppato nelle donne un atteggiamento negativo verso relazioni come le cosiddette “one night stands”, le avventure che durano una sola notte. Altrimenti le donne esprimerebbero pareri positivi su questo genere di rapporti, anziché dire che si sentono usate o non lo rifarebbero.
La studiosa basa le sue conclusioni su un sondaggio condotto su internet di 1783 uomini e donne che ammettono di avere avuto, appunto, “one night stands”: l’80 per cento degli uomini esprime sensazioni positive, dicendo di essere contenti, di avere avuto piena soddisfazione sessuale e di sentirsi fisicamente meglio; mentre solo il 54 per cento delle donne esprime sensazioni simili.
“L’evoluzione spesso agisce attraverso emozioni positive o negative che ci spingono ad un certo comportamento o a rifiutarne un altro”, osserva la professoressa Campbell. “Di fatto le emozioni ci spingono su un cammino che si è dimostratto vantaggioso per i nostri antenati. Se le nostre progenitrici avessero tratto vantaggi dalle relazioni di sesso casuale, oggi le giudicherebbero positivamente come fanno i maschi”.
La studiosa spiega così una simile scelta evolutiva: “Erano le donne a dover allevare i figli ed era perciò nel loro interesse scegliere attentamente un partner e agire in modo da assicurarsi che questi non pensasse che il figlio che portavano in grembo era di un altro uomo, né che esse potessero tradirlo, così egli avrebbe continuato a proteggere il focolare domestico e la famiglia”.
Ma anche questo approccio si sta, è il caso di dire, evolvendo, come ammette la medesima ricercatrice: “Recentemente, nuovi studi nel campo della biologia affermano che le donne potrebbero avere vantaggi dal fare sesso con svariati uomini anziché con uno solo. Ciò aumenterebbe, infatti, la diversità genetica dei figli. E se l’uomo di buona qualità a un certo punto, indispettito, decidesse di andarsene, loro avrebbe comunque conservato i suoi geni per un figlio”.
Insomma, bisogna concludere che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, oppure entrambe le specie abitano lo stesso pianeta, con comportamenti oggigiorno sempre più simili? L’Independent sottolinea che un sondaggio, da cui risulta che l’80 per cento degli uomini e il 54 delle donne apprezza le “one night stand”, può anche portare a una conclusione opposta a quella della succitata ricercatrice: la maggioranza di uomini e donne, si è tentati di dire, vede di buon occhio le avventure di sesso. Se poi c’è dentro anche un po’ d’amore, tanto meglio.
(26 giugno 2008)
Sergio(Quota) (Replica)
Ascolta, io un po’ di donne le ho conosciute, ma a tutt’oggi non ne ricordo nemmeno una capace di eiaculare…
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Fabio, non è che non ricordi, è che proprio non esistono donne capaci di eiaculare, poichè è una caratteristica prettamente maschile. L’orgasmo maschile ha il suo clou con l’eiaculazione, quello femminile no.
Silent Hill(Quota) (Replica)
“alle donne piace il sentimento”
http://www.youtube.com/watch?v=SqECwSsOgAQ
(minuto 4.00)
sandro(Quota) (Replica)
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sandro 3:33 pm – 9th gennaio:
(…) Sulla base di tale considerazione, appare evidente come cercarne una in Italia non abbia molto senso: peggio del classico ago nel pagliaio. Tra l’ altro le nostre connazionali sono molto brave nel fingersi agnellini per adescarti, salvo poi mettertelo nel culo senza pietà alla prima occasione: in questo, sono delle autorità indiscusse a livello planetario, dunque con esse il rischio è molto elevato e, per quanto uno possa essere scafato, non vale la pena correrlo. (…)
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Andrea 12:47 am – 10th gennaio:
(…) Lo ripeterò fino alla noia: sfatiamo la leggenda urbana secondo la quale le donne straniere sarebbero migliori delle italiane, perché non è affatto vero.
Trattasi soltanto di luoghi comuni. La natura femminile, al pari di quella maschile, è la medesima ovunque.
Che poi esistano delle differenze educative/culturali/religiose è pacifico, ma, mi ripeto, evitiamo di far credere che l’erba (femminile…) del vicino sia sempre più verde.
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Colgo questa occasione (scusatemi se tardiva) per salutare tutti/e i/le partecipanti al forum che, grazie ai vostri contributi, opinioni ed esperienze, trovo sia più che utile nell'analisi e la comprensione delle problematiche trattate e che ci accomunano.
Per mia esperienza, la differenza tra la donna italiana e quella straniera (occidentale) esiste eccome. Non conosco le realtà degli altri Paesi latino-europei ma in quelli germanici e anglosassoni la donna non è mai stata venerata ed ossequiata, cosa che invece si può osservare qui da noi in quasi ogni momento della vita quotidiana. Non è la femmina italiana ad essere salita sul suo piedistallo – vi è stata innalzata, con tanto di fanfare, dall'odierno "maschio" nostrano. A questa differenza "anomala" si deve aggiungere il fattore determinante del come il risultante predominio femminile è stato da loro gestito: non con un minimo di intelligenza e saggezza "do ut des" (nemmeno per i risvolti pratici), ma con la furbizia, astuzia e inibita presunzione che le caratterizza, come si evince dai loro atteggiamenti e dalle "richieste" ormai quotidiane, rivolte alle varie Istituzioni e delle quali abbiamo potuto apprezzare alcune "perle" anche in questo sito. E' normale, quindi, che si stiano formando gli anticorpi… beta.
Un'altra differenza determinante tra l'Italia e gli altri Paesi sopra citati, riguarda il distacco materno del maschio post-adolescente: in Italia egli può vivere tranquillamente in casa con i propri genitori anche se ha superato i 30, 40 o 50 anni e non solo per questioni economiche, ma sopratutto per comodità. Questo comporta nella maggior parte dei casi un mancato senso di responsabilità (che si manifesterà anche nel futuro rapporto famigliare con la sua compagna o moglie e figli). Cioè tenderà a voler essere "accudito" da loro, come era stato abituato per decenni dalla propria madre.
Negli altri Paesi questo succede raramente, perchè appena raggiunti i 18 anni, un figlio (ma anche una figlia) viene spinto dai genitori a trovarsi una sistemazione propria, qualora non lo avesse già deciso da se.
P.S.:
Si è fatto tardi e sto perdendo sempre più spesso il filo, comunque spero di non aver contribuito solo con un doppione – non ho letto ancora tutto il blog…
P. Leo
P. Leo(Quota) (Replica)
Condivido senz’altro, ma con alcune osservazioni, a mio parere necessarie, quanto detto da P.Leo su entrambi i punti da lui affrontati.
Non c’è alcun dubbio che le donne italiane siano molto più viziate e pretenziose di quelle nordeuropee, senza con questo voler mitizzare queste ultime, sia chiaro. E’ però evidente, per chiunque abbia avuto esperienza in tal senso, che la loro relazione con gli uomini è generalmente più disinibita e disinvolta rispetto alle donne latino-mediterranee e italiane in particolare. Ciò è dovuto ad una serie di ragioni di ordine storico-culturale che abbiamo affrontato più volte. Aggiungo anzi che il mito della donna romagnola considerata mediamente più disinibita rispetto alle altre donne italiane, ha una sua veridicità, data dal fatto che questa donna deve misurarsi costantemente con la “concorrenza” di milioni di ragazze svedesi, danesi, olandesi, tedesche e ormai anche e soprattutto russe che si riversano a milioni ogni estate sulle spiagge della Riviera e che, in quei pochi giorni di vacanza, non si fanno di certo troppi problemi…
Diciamo quindi che offerta e domanda, in questo caso, tendono ad avvicinarsi, e questo “obbliga”, in un certo senso, le donne locali ad assumere necessariamente un diverso atteggiamento nei confronti dei loro conterranei, che si trovano in una condizione di minor dipendenza nei loro confronti…
Come ripeto, questo non significa che la relazione fra i sessi nei paesi del nord Europa sia idilliaca. Tutt’altro. Si tratta di contesti dove gli uomini (beta) vivono da tempo una condizione di subalternità diffusa e pesante, sotto alcuni profili anche peggiore di quella nostrana. Tuttavia non c’è dubbio che le donne nord europee abbiano un approccio con il sesso mediamente molto meno problematico delle donne italiane, comunque non scevro da tutta una serie di condizionamenti che abbiamo più volte affrontato. Diciamo che quelli sono in parte gli stessi ma in un contesto di molta maggiore liberalità dal punto di vista sessuale.
Sono d’accordo anche sul secondo punto che riguarda un tema fondamentale che non abbiamo ancora affrontato in modo adeguato, e cioè la relazione con il “materno” e il ruolo, spesso nefasto, che questo gioca nella formazione psicologica dei maschi (e nella loro dipendenza psicologica dalle femmine). Questo aspetto rimanda ad una riflessione ben più approfondita che volutamente preferisco non affrontare in poche righe ripromettendomi di farlo da qui a breve (benvenuti e auspicabili, naturalmente, i contributi dei più “esperti” in materia – so per certo che ci sono anche alcuni psicologi fra i lettori – e anche e soprattutto delle donne che frequentano questo sito).
La questione (quella della prolungata permanenza dei figli nella famiglia d’origine) è molto complessa e coinvolge diversi aspetti, sia sociali che psicologici e culturali. C’è anche da dire che in Italia, a differenza appunto dei paesi del nord Europa, è molto più difficile per ragioni oggettive (livello dei salari, degli affitti, la difficoltà a trovare un’occupazione stabile che possa garantire una dignitosa autonomia, assenza di uno stato sociale evoluto ed efficiente) , affrancarsi dalla tutela materna e paterna. Per un giovane nord europeo è tutto estremamente più facile, da questo punto di vista (onde evitare facili quanto inopportune dissertazioni sul presunto “giuggiolonismo” dei giovano nostrani…).
Tuttavia non c’è alcun dubbio che i risvolti culturali e psicologici giochino una loro importante partita in tutta la vicenda, e sarebbe profondamente errato non riconoscerlo. Da questo punto di vista non c’è altrettanto dubbio che i concetti di paternità e maternità, e soprattutto le funzioni che concretamente questi dovrebbero essere chiamati ad assolvere (a questo punto tutte da ridefinire, data la situazione), specie alla luce dei rivolgimenti degli ultimi decenni, siano fra le cause di questo preoccupante fenomeno rappresentato appunto dalla sempre più crescente difficoltà dei giovani di conquistarsi una vita pienamente autonoma sotto tutti i punti di vista.
Ci torneremo senz’altro.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabio, non è che non ricordi, è che proprio non esistono donne capaci di eiaculare, poichè è una caratteristica prettamente maschile. L’orgasmo maschile ha il suo clou con l’eiaculazione, quello femminile no. (Silent)
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Silent, ma tu lo conosci il significato del termine “IRONIA” ?
Veramente credi che io, all’età di 38 anni, non sappia che le donne NON eiaculano? La favola delle donne che eiaculano altro non è che un mito del porno, quindi uno dei tanti miti sulle donne inventati dagli uomini.
Ma poi, visto e considerato che non hai senso dell’umorismo e che pontifichi continuamente, potresti dirmi quanti anni hai e soprattutto quali esperienze hai avuto con le donne?
Fabio(Quota) (Replica)
“Negli altri Paesi questo succede raramente, perchè appena raggiunti i 18 anni, un figlio (ma anche una figlia) viene spinto dai genitori a trovarsi una sistemazione propria, qualora non lo avesse già deciso da se”
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Va pure detto che lì non si trova a dover pagare un affitto di 500 euro con uno stipendio di 600.
Quelli non ti pigliano per il culo come qua: se lavori ti pagano.
Facciamo la stessa roba pure qua, poi vediamo se la gente preferisce stare a casa dei genitori.
Sono proprio curioso.
sandro(Quota) (Replica)
Fabio, non è che non ricordi, è che proprio non esistono donne capaci di eiaculare, poichè è una caratteristica prettamente maschile. L’orgasmo maschile ha il suo clou con l’eiaculazione, quello femminile no.
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Non mi sembra una grande scoperta, Silent…
Andrea(Quota) (Replica)
“Negli altri Paesi questo succede raramente, perchè appena raggiunti i 18 anni, un figlio (ma anche una figlia) viene spinto dai genitori a trovarsi una sistemazione propria, qualora non lo avesse già deciso da se”
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Va pure detto che lì non si trova a dover pagare un affitto di 500 euro con uno stipendio di 600.
Quelli non ti pigliano per il culo come qua: se lavori ti pagano.
Facciamo la stessa roba pure qua, poi vediamo se la gente preferisce stare a casa dei genitori.
Sono proprio curioso.
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guarda ,proprio oggi ho compiuto 41 anni e sono ancora con i miei ,inutile dare alla società tutta la colpa ,delle colpe c’è l’ha pure il sottoscritto,di certo quello che dice Sandro non aiuta in questo caso …
resta il fatto e che sei arrivato in avanti con l’età e ti sembra di non aver fatto nulla ,di perdere la mia vita ,come un senso di impotenza
mauro recher(Quota) (Replica)
Come prima cosa, caro Mauro, ti faccio tanti auguri di cuore.
Non so se possa consolarti ma le domande che ti poni tu sono quelle che più o meno ci poniamo un po’ tutti, chi più chi meno: cosa ci stiamo a fare in questo mondo, cosa facciamo, dove andiamo, cosa abbiamo combinato di positivo, se la nostra vita abbia un senso, se non stiamo sprecando il nostro tempo, e così via…
Domande più o meno ricorrenti che tutti, a fasi alterne, ci facciamo. Stai pur tranquillo, che non sei certo il solo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Differenze fra paesi mediterranei o nordici. Ho l’impressione che dalla padella si cada nella brace. Sono i paesi nordici (e anglosassoni) ad aver inventato le quote rosa (anche nei Cda), ad aver emanato le prime leggi sulla prostituzione che colpiscono solo i clienti. Da lì sono venute le proposte di tassare i maschi dalla nascita etc. etc. e non mi pare che i maschi siano particolarmente felici (e apprezzati). Lì si tende ad una completa omologazione culturale. Per contro è vero che c’è meno mammismo spicciolo che da noi, forse anche perchè è la società in sè ad essere diventata una grande mamma che a tutto provvede. Fra parentesi, il tasso di suidici (al solito in prevalenza maschili) sono più alti che da noi a testimoniare di una grave perdita di senso. Non c’è dubbio che un rapporto troppo stretto in senso piscologico col materno diventa un handicap gravisssimo per un maschio che tenderà a riprodurlo con la moglie/fidanzata, coi guasti che ciò comporta. Ma questo rimanda al ruolo e alla funzione del padre, e ciò coinvolge tanto il nord che il sud dell’Europa. O meglio coinvolge ormai tutta la cività occidentale, in piena e secondo me inarrestabile decadenza. In questo contesto la maggiore disponbilità sessuale delle donne nordiche, che assumo senz’altro come vera, non mi sembra il punto più importante o dirimente.
armando
armando(Quota) (Replica)
Purtroppo non lo dico io ma gli avvocati matrimonialisti: le suocere incidono su un divorzio su tre. Con questo non voglio deresposabilizzare nessuno ma in Italia il culto della madre e la dipendenza dalla famiglia di origine sono realta’ molto sentite. E’ vero che la nostra economia e il mancato rispetto delle leggi sono un cancro italiano..ma le mamme spesso difettano nel loro primario compito parentale: aiutare i figli a diventare autonomi, spingerli ad uscire di casa perche’ la vita e’ bella se e’ lontana da quella che altri vorrebbero impormi. Se non sperimento..come faro’ a capire cosa e’ fatto per me?Ma la mamma lo sa sempre..o così in Italia si suol dire..e i danni che fa una donna incapace di vivere la sua vita senza strumentalizzare quella dei figli sono immensi. In questi giorni di festa ho deciso di vedere al pc qualche film insieme ai miei figli, niente di impegnativo..tanto da potermi alzare e salutare gli amici all’occorrenza. Abbiamo deciso di mandare maschi contro femmine e femmine contro maschi. Sono commedie leggere ma il titolo non e’ poi così banale e poi gli attori non sono niente male. Sono rimasta colpita dalla violenza riportata nei dialoghi e nelle “gag” contro gli uomini. Le mogli, fidanzate, compagne..discettavano da uno…stronzo, imbecille, inutile..ti caccio di casa..scegli o me o quegli stronzi dei tuoi amici, non devi piu’ andare a vedere la partita, mentre loro..nel cercare di scusarsi e comprendere sono arrivati a dire: triste, spenta, accusatrice. La Littizzetto, profittando dell’amnesia del marito, riesce a farlo stirare, cucinare e servire a tavola, mentre la sua amica le dice”perche’ fai perdere agli uomini il loro diritto di fare schifo?” L’ho trovato di una volgarita’ immensa. Sono commedie, ma denunciano il clima dei nostri tempi. Il grande torto degli uomini del film? Il desiderio di sesso (sempre con inviti e corteggiamenti), la voglia di frequentare gli amici, di condividere altro che non fosse la famiglia come la musica e lo sport. Insomma, tutto quello che non vedeva Lei al centro del mondo..era da maledire. Purtroppo la gente vede il film..e ride perche’ pensa che così debbano andare le relazioni; e’ come se fossimo assuefatti agli squilibri. Lo so che questo e’ un sito per uomini..ma se le donne non si rendono conto dei lori errori e di quanto prevaricano..difficilmente le cose cambieranno.
maria(Quota) (Replica)
Non ho visto quei film ma immagino perfettamente le scene. Comunque, se è vero quel che dici sulle donne, cara Maria, dobbiamo anche chiederci perchè gli uomini in qualche modo stanno al gioco. Anzichè rivendicare quello che sono, con dignità, si scusano perchè non sono come le donne vorrebbero fossero (ammesso e niente affatto concesso che lo sappiano veramente). Il punto è che i “valori” e i “modi di pensare” femminili sembrano gli unici validi ed ai quali aderire se si vuole approvazione sociale. Se così è, non dalle donne può venire il cambiamento, ma solo dagli uomini e dai padri che decidano di riconsiderare se stessi non quali stupidotti superficiali etc. etc. etc. ma persone con u valore in sè non minore di quello delle donne, e che quindi non accettino nessuna offesa o messa in ridicolo del loro essere uomini.
armando(Quota) (Replica)
maria:
vedere al pc qualche film insieme ai miei figli, niente di impegnativo..tanto da potermi alzare e salutare gli amici all’occorrenza. Abbiamo deciso di mandare maschi contro femmine e femmine contro maschi. Le mogli, fidanzate, compagne..discettavano da uno…stronzo, imbecille, inutile..ti caccio di casa..scegli o me o quegli stronzi dei tuoi amici, non devi piu’ andare a vedere la partita, mentre loro..nel cercare di scusarsi e comprendere sono arrivati a dire: triste, spenta, accusatrice
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Poverini, gli potevi far vedere la Passione di cristo di Mel Gibson? Cosi imparano i valori cristiani…
Leonardo(Quota) (Replica)
Stimolato dal commento di Armando sulle differenze tra paesi nord europei e mediterranei (che condivido in larga parte) mi sento di fare alcune precisazioni. Vado per punti:
1) La maggior libertà sessuale di quei contesti ha ben poco a che vedere con il concetto di libertà sessuale di cui abbiamo parlato spesso noi sul sito (e di cui sono convinto sostenitore, pur nella necessaria considerazione delle differenze tra i sessi) e che Paolo Barnard, da questo punto di vista, ha molto ben esplicitato nei suoi articoli (sesso ludico, giocoso, spontaneo e privo di qualsiasi condizionamento).
E’ invece piuttosto il risultato di un acquisito dominio femminile in tutti gli ambiti, e quindi anche quello sessuale. Mi spiego meglio. Il “sentire” della donna in questione è più o meno questo:”Sono il soggetto dominante in ambito politico, economico, familiare, nella società, nel mondo della cultura, in azienda, sul posto di lavoro, la legislazione è tutta in mio favore (non parliamo di quella relativa ai reati sessuali, il caso Assange è emblematico), lo Stato, i servizi sociali (welfare state) sono tutti organizzati in funzione del mio benessere e delle mie esigenze, e via discorrendo…E’ quindi logico e conseguente che in simile contesto mi trovi a disporre degli uomini a mio piacimento, quindi anche dal punto di vista sessuale. Ciò significa che quando un tizio mi piace me lo rimorchio, me lo scopo e lo butto di fuori di casa il giorno seguente se non la sera stessa”.
Insomma, un capovolgimento in salsa rosa del famoso concetto di “donna-oggetto”, applicato però ai maschi. Né più e né meno. Nulla a che vedere con la “cultura del sorriso”, con il gioco reciproco e spontaneo, con il dono, ma solo una ennesima dimostrazione di dominio che si traduce in un atteggiamento di (solo apparente) spregiudicatezza sessuale che viene dai più scambiata per libertà. In realtà, come ripeto, ciò che sta alle spalle di questo comportamento ha poco a che vedere con il concetto di libertà e molto con quello di dominio. Incredibilmente, anche se la cosa può apparire paradossale ma forse neanche tanto (e chi vi parla ha avuto la fortuna e la possibilità di viaggiare per il mondo), l’atteggiamento delle donne caraibiche e sudamericane (e in particolare di quelle cubane) è molto più genuino, libero e sicuramente molto meno aggressivo (e molto più “femminile”)di quello delle donne scandinave, nonostante in quegli stessi paesi ci sia una prostituzione e soprattutto una semiprostituzione di massa molto diffusa.
In buona sostanzia quindi, attenzione a non confondere libertà e potere, anche e soprattutto quando quest’ultimo veste i panni della prima…
2) L’elevato tasso di suicidi nei paesi scandinavi è antecedente al dominio femminista in quelle società. Il tema è naturalmente molto complesso e rimanda ad altro. Circa venticinque anni fa, durante un soggiorno a Copenaghen, ebbi modo di affrontare l’argomento con un cittadino danese, parente di un mio amico. Egli (nella vita era un ufficiale responsabile delle macchine sulle navi, sia mercantili che civili, uomo comunque molto istruito e attento alle dinamiche sociali) sosteneva che il fenomeno era dovuto al fatto che in Danimarca e in generale nei paesi scandinavi le persone non erano ancora abituate a gestire, soprattutto dal punto di vista psicologico, quella “massa” di tempo libero creato da una società evoluta e avanzata dal punto di vista economico e sociale, produttivo e organizzativo. “Per la prima volta –spiegava – le persone si trovano a dover fare i conti con una realtà a loro sconosciuta. Paradossalmente ciò che per tutti gli uomini e le donne del pianeta costituisce un sogno, una specie di miraggio, cioè la liberazione dalla schiavitù del lavoro, nel nostro paese, dove in parte questa situazione è stata realizzata, proprio questa rappresenta la causa prima di quel malessere che porta tanti alla depressione e alcuni di questi addirittura al suicidio. Insomma – continuava – non siamo ancora abituati a questa nuova dimensione dell’esistenza; liberi o parzialmente liberi dall’obbligo, non abbiamo ancora gli strumenti per affrontare questa nuova condizione esistenziale. Ci vorrà tempo e fatica”.
Naturalmente questa è solo un’interpretazione (ci sono ovviamente anche altre cause), tuttavia non mi sembra affatto campata per aria.
3) “O meglio coinvolge ormai tutta la civiltà occidentale, in piena e secondo me inarrestabile decadenza”. (Armando)
Sono d’accordo con una precisazione importante, per lo meno dal mio punto di vista. E’ in crisi la cultura occidentale, la civiltà, appunto. Penso alla cultura dei diritti, della tolleranza, delle libertà individuali, dello stato sociale, della democrazia e in generale di tutti quei valori positivi espressione del più autentico pensiero liberale. E questo è un danno, direi anche molto grave.
E’ singolare, ma solo apparentemente paradossale (per lo meno dal mio punto di vista) che tutto ciò avvenga proprio nel momento della massima espansione capitalista sul pianeta (dominio assoluto). Ciò dimostra ciò che personalmente sostengo ormai da tempo (senza nessuna presunzione, sia chiaro, mi ritengo solo un uomo che pensa con la propria testa e nulla più) e cioè che non è affatto vero che liberalismo e capitalismo siano indissolubilmente legati, come sembrava e come è stato sostenuto per ragioni ideologiche (e anche di realpolitik). Questo è un altro dogma che sta gradualmente crollando (e che per la verità sarebbe già dovuto crollare da un pezzo ma proprio la realpolitik lo impediva) e proprio il declino della nostra civiltà lo dimostra, contestualmente all’affermarsi di un “altro”capitalismo, quello asiatico (non mi riferisco solo a quello cinese e soprattutto non uso questo termine solo dal punto di vista geografico ma soprattutto concettuale), dove la separazione fra cultura dei diritti (libertà democratiche di vario genere ecc.) e sviluppo economico è la regola. Il capitalismo globale che si sta affermando nel mondo si fonda proprio sul modello autoritario “asiatico” (sempre nell’ampia accezione di cui sopra, cioè culturale e concettuale). Mi sconforta constatare che pochissimi e forse nessun pensatore liberale “classico” se ne siano ancora avveduti, per lo meno per ciò che è di mia conoscenza.
Il capitalismo si è molto spesso politicamente accompagnato e declinato con le più abominevoli tirannie della Storia Moderna (America Latina, Sudafrica dell’apartheid, Filippine, Indonesia, Sud est asiatico, monarchie saudite e simili) così come, al contempo, in altri contesti (Europa) ha visto invece crescere e svilupparsi la cultura dei diritti e della tolleranza come mai prima nella Storia. Questa apparente contraddizione (e questa diseguale declinazione politica dello stesso sistema economico) era favorita, a mio parere, proprio dall’esistenza del Comunismo e del sistema sovietico. Dove era possibile (leggi l’Europa per condizioni storiche e culturali), si è andati verso la costruzione di società molto evolute dal punto di vista sociale e delle libertà individuali e democratiche. Anzi, proprio la competizione con il sistema sovietico ha favorito questo processo (senza dimenticare il ruolo svolto dal Movimento Operaio e delle culture che da questo sono scaturite, e come questi abbiano condizionato lo sviluppo della nostra civiltà). Dove invece non sussistevano quelle condizioni, si è andati scientemente nella direzione opposta; tutto era possibile pur di mantenere il dominio capitalista, anche le peggiori brutture, anche i regimi politici più sanguinari e illiberali.
Oggi, dopo la fine del Comunismo reale, sempre in modo apparentemente paradossale, questi due “estremi” tendono gradualmente ad avvicinarsi. Per una ragione semplicissima: non c’è più bisogno né dell’uno né dell’altro. Il nuovo modello che si sta affermando è appunto quello di un capitalismo globale autoritario figlio di una cultura altra rispetto a quella liberale classica. Potremmo forse cominciare a parlare di Capitalismo Postmoderno e Postliberale ma naturalmente il discorso ora si amplierebbe troppo…
Mi è sembrato però giusto entrare nel merito e spiegare, sia pur molto superficialmente, la mia opinione, perché il concetto di declino della civiltà occidentale ricorre spesso in ambito Momas (movimento maschile), secondo me con analisi e con approcci interpretativi completamente scentrate (difesa dell’Occidente dall’Islam e comunque dal presunto assalto di culture altre rispetto a quella occidentale). La questione è a mio avviso ben più complessa e meriterebbe una riflessione assai più approfondita e non da crociata pseudo ideologica (e anche intellettualmente molto rozza, diciamocelo…)
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Purtroppo non lo dico io ma gli avvocati matrimonialisti: le suocere incidono su un divorzio su tre. Con questo non voglio deresposabilizzare nessuno ma in Italia il culto della madre e la dipendenza dalla famiglia di origine sono realta’ molto sentite”
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E’ ovvio che sia così: per la maggior parte degli uomini, soprattutto qui da noi, l’ unica donna non ostile nei loro confronti è la propria madre, che spesso capisce di che pasta è fatta la propria nuora con largo anticipo rispetto al proprio figlio (e di solito ci prende, è una donna pure lei).
L’ uomo non è tendenzialmente ostile nei confronti della donna, anzi. La donna è tendenzialmente ostile verso tutti gli uomini che non fanno parte della propria prole.
E non parliamo di due entità distinte: le suocere, a suo tempo, sono state nuore.
E sfatiamo pure il mito che le madri vogliano i figli a casa vita natural durante: arrivate ad una certa età, la maggior parte di loro vuole tirare il remo in barca e godersi i nipoti, non i figli.
L’ unica cosa, da quello che ho potuto vedere finora, che generalmente alle madri non piace, è che il proprio figlio vada a vivere da solo nel vero senso della parola (cioè da single).
Condizione che, secondo me, allo stato attuale è la migliore possibile, condizioni economiche permettendo.
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“non è affatto vero che liberalismo e capitalismo siano indissolubilmente legati, come sembrava e come è stato sostenuto per ragioni ideologiche”
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Ma è ovvio. E’ un’ altra porcata come sostenere che il femminismo sia di sinistra, quando si tratta di una delle ideologie più reazionarie e razziste che attualmente siano in circolazione.
Il capitalismo è totalitario, non prevede la possibilità di scegliere (fatta eccezione per una ristretta élite di individui), pertanto non può essere liberale, così come non lo era il comunismo in Unione Sovietica.
sandro(Quota) (Replica)
Concludo il ragionamento aggiungendo quella che è la mia idea di capitalismo e di comunismo:
– comunismo significa, nei fatti, “tu rinunci alla tua libertà individuale in cambio di una TEORICA (non PRATICA) perequazione di condizioni socioeconomiche tra gli individui” (Unione Sovietica docet)
– capitalismo significa, nei fatti, “tu rinunci alla perequazione di condizioni socioeconomiche tra gli individui in cambio di una TEORICA (non PRATICA) libertà individuale che nei fatti non esiste (una roba tipo “voi siete perfettamente liberi di fare quello che decido io”)”
La stessa identica inculata, soltanto vista allo specchio: in entrambi i casi, alla fine in sostanza non hai né libertà individuale né perequazione socioeconomica, la differenza sta nel fatto che nel primo caso ti illudono sbandierando un’ egualitarismo socioeconomico che nei fatti non c’è (Breznev, Tito, Ceasusescu e compagnia cantante avevano un tenore di vita paragonabile a quello di un ricco magnate occidentale, e le loro classi dirigenti ne avevano uno perfettamente sovrapponibile a quello della borghesia agiata occidentale), nel secondo ti illudono sbandierando una libertà che nei fatti non c’è (vedasi, come esempio fresco fresco, la storia del referendum sul nucleare: l’80% della gente è contraria, ma se ne fregano e le centrali le faranno lo stesso, semplicemente annullando la prevista consultazione referendaria, e di esempi di questo tipo ne posso fare a centinaia, ad esempio il parlamento fatto di nominati dai capipartito e non da eletti e che quindi fanno quello che vogliono i capipartito e non quello che vogliono gli elettori, oppure il fatto, ampiamente dimostrato negli ultimi 20 anni, che se uno ha abbastanza soldi, di fatto ha la possibilità di sottrarsi alla giustizia e quindi l’ articolo tre della costituzione appartiene agli auspici piuttosto che alle regole, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.).
Furbi, eh?
Questi su come metterlo nel culo agli altri ci studiano su tutta la vita, e i risultati si vedono.
sandro(Quota) (Replica)
Sicuramente vi sono delle differenze nel modo di approcciare il sesso da parte delle donne del nord Europa rispetto a quelle dell’area mediterranea. E’ altrettanto vero che ovunque siamo lontani da quella reciprocità e spontaneità nel rapporto sentimentale-sessuale tra uomini e donne che sarebbe davvero rivoluzionario se si verificasse. Le ragioni che non consentono che questo accada sono molteplici e ci vorrebbe un trattato per sviscerarle tutte, anche se alcune di queste sono emerse ogni tanto nel dibattito su UB. Forse occorerebbe una vera e propria educazione sentimentale-sessuale degli individui, autenticamente laica e progressista,svincolata dalla visione consumistico-tradizionalistica-clericale, che al giorno d’oggi è ancora, fatte salve le differenze di latitudine, dominante. In un certo senso, al di là delle chiacchiere mediatiche e delle fandonie da bar, si può dire che la sessualità, non mercenaria, non si è praticamente mai emancipata, mai liberata da tutti i condizionamenti che si sono sedimentati nel corso dei secoli e che la vogliono sempre merce di scambio per arrivare a qualcos’altro, fosse questo denaro, carriera o anche solo una relazione stabile. E’ chiaro che a volerla così è più la donna dell’uomo, fermo restando i condizonamenti di natura culturale che ostacolano una più libera concezione della sessualità da parte femminile. In un certo senso potremmo affermare che l’uomo, consapevolmente o meno, finisce per adeguarvisi, sottostando a ciò che la donna stabilisce. L’uomo deve sempre offrire qualcosa che vada al di là della sua presenza fisica, e se questo quid in più è di gradimento dell’altra parte, allora forse si può combinare qualcosa, altrimenti nisba. Questa in soldoni la realtà. C’è sempre qualcuno che stabilisce le regole del gioco e in questo caso non è certamente l’uomo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Bè, veramente, Sandro, il Comunismo non dovrebbe essere proprio quella roba lì che descrivi tu,…
Però nella pratica è difficile darti torto perché le cose sono andate proprio come le hai raccontate…
La tua analisi, da un certo punto di vista non fa una grinza. Non per fare la parte di quello che “da quel dì che lo dicevo…”, però, personalmente, è da molto tempo ormai (forse da sempre, dal momento che appartengo ad una generazione per la quale il mito dell’URSS era già morto da un pezzo) che ero arrivato a determinate conclusioni. Rimando, a tal proposito, alla lettura del mio articolo “Capitalismo liberista e di stato” dove, anche se con altre parole, sostengo la tua stessa tesi e soprattutto giungo alle tue stesse conclusioni.
Ahinoi, un nuovo orizzonte per quella che chiamiamo Sinistra (tanto per capirci) deve essere ancora inventato. Prima o poi lo sarà. La Storia non si ferma, questa è l’unica cosa certa…
In fondo (e senza in fondo) anche noi, nel nostro piccolo (ma sarà poi così piccolo vista l’entità della questione che stiamo affrontando?…) stiamo dando un contributo in questa direzione. Anche se la “sinistra” ufficiale ne farebbe volentieri a meno…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Simone 6:56 pm – 18th gennaio:
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(…)Quando gli umani erano cacciatori e raccoglitori, le donne (specie quando erano incinte) non potevano correre veloci quanto gli uomini, quando venivano attaccate dai predatori.(…)
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Aspettavo uno spunto come questo, per esprimere una mia opinione sull'origine del cosidetto "mestiere più antico del mondo" o meglio, la mercificazione sessuale in senso lato, come corredo genetico femminile.
Se non proprio già dai tempi di "Lucy", le specie di Homo che si sono successivamente evolute, diventarono anche sempre più abili come cacciatori, per la necessità di assicurarsi tra l'altro, un maggiore apporto proteico. Considerando sopratutto la struttura e le loro dimensioni fisiche, se l'abbattimento di una preda era già un'impresa per un gruppo di maschi, allora le femmine, ancora più esili di loro, ne erano praticamente escluse. Come fare per "accaparrarsi" il miglior pezzo di preda possibile, per sfamare se stessa e la prole?
Appunto deviando gli "appetiti" del maschio (Alpha?) dal suo cibo a quelli sessuali.
Questa dinamica dovrebbe però, secondo me, presupporre alcune condizioni, come per esempio:
1. Un concetto di "famiglia" assente o meno strutturato di quello odierno (le "corna" non erano gradite neanche ai nostri antenati).
2. Periodi di fertilità simili o in evoluzione verso quelli della femmina umana attuale (non dipendenti dalle stagioni, come nelle altre specie animali, altrimenti il maschio verrebbe stimolato sessualmente solo durante le brevi fasi di estro femminile).
Non so se questa ipotesi possa stare in piedi, ma come si spiegherebbe altrimenti la radicata predisposizione femminile, identica in ogni parte del pianeta, nell'uso ed abuso della loro sessualità in cambio di qualcos'altro? Non potrebbe essere anche una chiave di lettura sulla riluttanza se non addirittura l'incomprensione da parte delle donne verso il concetto del "sesso ludico"?
Spero che tra gli altri lettori del blog ci sia anche un/a esperto/a in antropologia sociale o altro, per eventualmente confermare o smentire, parzialmente o del tutto, quanto sopra esposto.
Almeno per una semplice curiosità.
P. Leo
P. Leo(Quota) (Replica)
Fabrizio:
>>
Questa apparente contraddizione (e questa diseguale declinazione politica dello stesso sistema economico) era favorita, a mio parere, proprio dall’esistenza del Comunismo e del sistema sovietico
>>
Prima che il Muro crollasse non ci avrei creduto, adesso mi pare chiaro che abbiamo paradossalmente beneficiato della sua esistenza in senso strutturale. La socialdemocrazia liberale è stata la risposta europea al comunismo. Finito questo tramonta progressivamente anche quella. In questo trend l’Italia è all’avanguardia. La distruzione delle conquiste liberalsocialdemocratiche è sotto i nostri occhi ogni giorno. Evidentemente non erano tanto conquiste quanto effetti di una (a noi) favorevole combinazione geopolitica.
Il Muro che ci separava dall’Est, a nostra insaputa ci proteggeva dall’Ovest.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Fabrizio: sul punto 1) convengo con te nella sostanza, ovvero nella distinzione fra libertà e potere e dunque nel fatto che quella dei paesi nordici è libertà camuffata.
Nel punto 2) tocchi temi assai complessi, davvero difficili da spiegare in poche righe. Intanto una considerazione a partire dalla fine del tuo post. La crisi della civiltà occidentale ha, secondo me, cause interne e non esterne quali Islam, immigrazione etc. So di non essere popolare quì richiamando una tesi di Benedetto XVI, secondo il quale le altre civiltà non ci rimproverano tanto di essere cristiani, ma piuttosto il contrario, ovvero di aver abbandonato la concezione cristiana. Per me è così. Si può essere in disaccordo con tante cose della Chiesa, ma sulla critica alla mercificazione dell’esistenza, e dunque al materialismo spicciolo e pratico senza principi che non siano le merci (ben diverso dall’ateismo sofferto che si interroga anche senza arrivare a una risposta, o dando una risposta opposta), non può non esserci concordanza. Questo argomento si lega con quella interessante teoria sui suicidi nelle ricche società nordiche che hanno risolto i problemi primari dell’esistenza. Dice il cittadino danese “Paradossalmente ciò che per tutti gli uomini e le donne del pianeta costituisce un sogno, una specie di miraggio, cioè la liberazione dalla schiavitù del lavoro, nel nostro paese, dove in parte questa situazione è stata realizzata, proprio questa rappresenta la causa prima di quel malessere che porta tanti alla depressione e alcuni di questi addirittura al suicidio. Insomma – continuava – non siamo ancora abituati a questa nuova dimensione dell’esistenza; liberi o parzialmente liberi dall’obbligo, non abbiamo ancora gli strumenti per affrontare questa nuova condizione esistenziale. Ci vorrà tempo e fatica”.
Ora, poichè le società nordiche sono anche quelle dove il processo di secolarizzazione è più avanzato, sono cioè le più “laiche”, questo testimonia di una dimensione umana che necessita di qualcosa che vada oltre le cose materiali, che riesca cioè a dare un senso alla vita di ciascuno. Quando le persone non sono più costrette a lottare per la sopravvivenza, questi bisogno di “spirito” riemerge prepotente perchè la dimensione religiosa (o chiamiamola come si vuole, comunque spirituale), a mio avviso, è costitutiva dell’uomo e non un retaggio dell’arretratezza e della povertà. In Urss, dopo la dissoluzione del settantennale ateismo di stato l’elemento religioso è riapparso immediatamente, e secondo me anche perchè in fin dei conti il marxismo è stato vissuto come religione secolarizzata, e in questa veste era riuscito a svolgere, prima delle degenerazioni che sappiamo, la funzione di dare un senso alla vita prima esercitata dalla religione.
Sulla questione del legame fra capitalismo e liberalismo, ti dirò che ho un po’ cambiato idea. Anche io, ad un certo punto, ero convinto che il nesso fosse strettissimo e destinato a produrre conseguenze ineluttabili sul piano politico e sociale. Ma effettivamente così non sembra essere. La qual cosa non può non interrogarci sul significato e sul contenuto di quei termini. Se, ad esempio, è vero che il Capitalismo è compatibile con una struttura politca autoritaria, è anche vero che non si può concepire il liberalismo solo come “democrazia politica” e “diritti civili e sociali” . Se il liberalismo ha al suo centro la “libertà individuale”, essa non può prescindere dalla proprietà privata, piaccia o non piaccia. Ma una proprietà privata letta come principio assoluto, produce non il suo allargamento a strati vasti di popolazione, piuttosto la sua concentrazione in poche mani. In altri termini il “mercato” e la libera concorrenza come feticci intoccabili scivolano negli oligopoli e nei monopoli, dapprima di natura diciamo così personale nella fase industriale del Capitalismo, poi impersonali e sovranazionali come nella fase attuale del capitalismo finanziario e globalizzato. Oligopoli e monopoli in grado di controllare e dirigere anche il potere politico. E’ quello che Tremonti definisce col termine di “mercatismo”, un mix di mercato e comunismo inteso come interventismo statale più o meno mascherato. Un bel rebus dunque, che si aggroviglia ancora di più quando si va a parlare di espansione delle libertà e dei così detti dirittti civili, ossia della loro globalizzazione a tutti i paesi. In termini culturali è del tutto evidente che questo processo, verso cui le sinistre spingono come fosse la soluzione delle soluzioni, significa omologazione di stili di vita, usi, costumi, credenze etc., etc, ossia le condizioni preparatorie all’avvento di un grande mercato unico mondiale in cui le multinazionali possano piazzare indifferentemente i loro prodotti. Il cerchio sembra così richiudersi nuovamente, e di nuovo un contenuto del liberalismo ri-diventa funzionale al capitalismo.
In fin dei conti, cosa rappresentano le “guerre umanitarie” , che pure abbattono i tiranni?
Siamo, mi sembra, in presenza di una contraddizione insolubile con gli strumenti di analisi a cui siamo usi, compreso il marxismo che pure ha indubbi meriti nell’individuare alcuni meccanismi di funzionamento delle società capitalistiche. Ho l’impressione, allora, che la soluzione sia altrove, che le nostre categorie interpretative non siano più adatte, se mai lo sono state interamente, e che le contraddizioni di cui è intessuto l’essere umano (perchè di questo si tratta infine) necessitino di approcci diversi, molto pazienti e che facciano leva su un aspetto dell’umano diverso da quello dell’interesse e dell’utilitarismo, peraltro senza illudersi di forgiare “l’uomo nuovo”.
armando
armando(Quota) (Replica)
Tornando un pò fuori del seminato, anche se molto interessante, di Fabrizio e Armando…Ieri ho voluto tastare il terreno, ho provato a parlarne con due mie amiche di questo sito e di queste tematiche (tenete presente che queste due amiche sono sempre in conflitto con uomini che le fanno soffrire, i famosi “dannati”, ed io e mio fratello a fare gli amici “spugna”, cosa che gli uomini beta credo sappiano bene…)
Avete presente lo sbarco degli alieni?? Praticamente le espressioni erano le stesse
mauro recher(Quota) (Replica)
“Siamo, mi sembra, in presenza di una contraddizione insolubile con gli strumenti di analisi a cui siamo usi, compreso il marxismo che pure ha indubbi meriti nell’individuare alcuni meccanismi di funzionamento delle società capitalistiche. Ho l’impressione, allora, che la soluzione sia altrove, che le nostre categorie interpretative non siano più adatte, se mai lo sono state interamente, e che le contraddizioni di cui è intessuto l’essere umano (perchè di questo si tratta infine) necessitino di approcci diversi, molto pazienti e che facciano leva su un aspetto dell’umano diverso da quello dell’interesse e dell’utilitarismo, peraltro senza illudersi di forgiare “l’uomo nuovo”.(Armando)
Sono (in parte) d’accordo, Armando, purchè questa oggettiva difficoltà nel trovare delle soluzioni alle contraddizioni di cui sopra (che nessuno ha mai trovato né, a mio parere, potranno mai essere trovate in termini assoluti per la semplice ragione che non esisterà mai un punto di vista filosofico onnicomprensivo e capace di interpretare il reale nella sua interezza) non trovi risposta in atti di fede o nell’adesione a questa o a quella confessione religiosa, con la pretesa di aver finalmente trovato la chiave di volta se non addirittura “quella” categoria interpretativa che cercavamo da tempo e che ci mancava per chiudere il cerchio… .
Stiamo parlando in questo caso di scelte rispettosissime che hanno a che fare con il foro interiore, la domanda di senso, il bisogno e la ricerca di spiritualità di ciascuno di noi, ma che non sono e non potranno mai essere assunte, al pari delle altre, come categorie interpretative del reale, inteso come conoscibile (ma anche come inconoscibile, anche se è improprio, ovviamente, in questo caso, continuare a definirlo in questo modo), per lo meno, come ripeto, in termini assoluti.
E questo è secondo me il significato autentico del concetto di laicità, che il più delle volte viene maldestramente confuso con quello di ateismo (concetto filosofico da rispettare, come altri, e non certo una bestemmia).
Quindi, ciò che vale per il marxismo o per il liberalismo, così come per il capitalismo o il comunismo (e per tutte le altre filosofie), come tu stesso hai evidenziato, vale, per quanto mi riguarda, anche per le religioni, che sono anch’esse delle filosofie (non è affatto una diminutio, per lo meno dal mio punto di vista), anche se vanno a toccare la sfera spirituale delle persone.
Laddove invece le religioni, come purtroppo il più delle volte accade (specie quando si fanno Stato ma non solo) pretendono di sostituirsi a quel paziente (e senza fine) lavoro di indagine e di ricerca a cui tu stesso facevi riferimento, e di porsi come Verità Vere, in contrapposizione o in sostituzione di quelle categorie interpretative, fallaci e limitate per definizione , si sconfina inevitabilmente nell’integralismo e nel dogmatismo (che è l’esatto contrario del concetto di laicità).
Credo che ormai sia finita, fortunatamente, l’epoca in cui la condivisione di una determinata filosofia (o religione), comportava automaticamente una sorta di adesione acritica e totalizzante alla stessa.
Personalmente ritengo ,non certo per dogma ma per convinzione (del resto anche autorevoli pensatori non di formazione marxista, come lo stesso Tremonti, che tu stesso hai citato, stanno ampiamente rivalutando, dal loro punto di vista, che non è il mio, l’opera di Marx ), -che il marxismo resti ancora uno strumento, anzi, uno degli strumenti fondamentali non solo per la comprensione della realtà ma anche per indicare una possibile strada, un percorso di marcia, una possibile via d’uscita (non la sola e, come sottolineo, non in termini assoluti e certamente non dogmaticamente finalistici). Ma questa convinzione non mi impedisce affatto di avere una mia vita spirituale né tanto meno di interrogarmi, non senza una notevole dose di “pathos” (con il suo carico di inquietudine e angoscia, ma anche di compassione e partecipazione), su tutti quegli aspetti (che sono costitutivi dell’umano e ne sono parte inscindibile) che sono appunto la ricerca spirituale, la fede (o al contrario, l’assenza di fede), la relazione con l’assoluto, il sacro (che è un altro aspetto ancora).
L’afflato religioso dunque, non è in sé “l’oppio dei popoli” ma può diventarlo e il più delle volte lo è diventato (tralascio di spiegare le ragioni di questo fenomeno, per ragioni di tempo e spazio ma anche perché credo che sia superfluo, nel caso specifico).
Naturalmente questo fenomeno degenerativo (anch’esso, lo dobbiamo onestamente riconoscere, è inevitabilmente legato all’istanza religiosa la cui struttura profonda contiene i germi da cui nasce quella degenerazione) può valere anche per le filosofie, specie quando vengono appunto ridotte, guarda caso, a religioni secolarizzate, anche se il processo avviene con modalità in gran parte differenti (il fine però è il medesimo…).
Ciò spiega, in larga parte, quello a cui facevi cenno anche tu, cioè la riscoperta del “sacro” e più specificamente dell’elemento religioso, in quei paesi dove l’ideologia (che è cosa diversa dalla filosofia), sostituitasi alla religione ufficiale ma divenuta essa stessa religione secolarizzata, era crollata. Ma, dal mio punto di vista, questo è solo un meccanismo compensativo, comprensibile ma assolutamente speculare all’altro, e che comunque non può certamente costituire un valore aggiunto ai fini della comprensione della realtà e soprattutto del superamento delle sue contraddizioni.
Ci sarebbero naturalmente tante altre cose da aggiungere. Peraltro nel tuo commento in giustapposizione al mio, hai toccato anche altri argomenti, ma mi fermo qui per non farla troppo lunga e non uscire troppo dal seminato.
Fabrizio
P.S. sul tema dell’elevato tasso di suicidi nei paesi scandinavi ci tornerò perché è molto interessante.. In realtà la questione che sollevava quell’amico danese non era tanto rivolta all’aspetto religioso quanto a quello sociale, psicologico ed esistenziale (anche se indubbiamente anche quello fa parte del problema, alla luce di quanto abbiamo detto poc’anzi) e alla difficoltà da parte delle persone di riposizionarsi di fronte a nuovi scenari e nuove situazioni che la realtà (sociale, culturale ecc.) gli pone dinanzi. Anche quando questi sono potenzialmente molto positivi e forieri di nuove possibilità e opportunità.
Ci torneremo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il mio pensiero è che quando si tenta di espellere la dimensione spirituale dalla vita umana facendo come se non ci fosse, o riducendola ad un fatto meramente individuale, ci si preclude la possibilità di spiegazione di molti fatti anche sociali e politici.
O meglio, si piega ciò che non rientra entro gli schemi dell’utilitarismo e del materialismo, come arretratezza, suggestione, magia etc. etc. Se ci pensiamo un attimo, ciò significa dare dignità unicamente al pensiero unico della modernità, e finire per sentire il dovere di imporlo anche a chi non ne vuole sapere. Nè più nè meno di una religione imposta per legge. Si può dire allora che dopo lo stato teocratico e dopo quello ateo esiste anche uno stato laicista, in cui la neutralità è solo apparenza. Mi fermo anch’io quì perchè il discorso sarebbe lungo, quantunque interessante, e non voglio uscire dal seminato. Aggiungo solo, a proposito dei suicidi, che la tesi dell’amico danese era chiarissima. Sono stato io a sottolineare che quelle difficoltà psicologiche e sociali ad adattarsi alla nuova situazione nascono da una mancanza di senso complessiva, e a meno che si pensi che il senso alla vita sia dato solo dalle necessità materiali, allora ecco che spunta all’orizzonte la carenza di spirito nelle società ricche e secolarizzate. Opinione personale naturalmente ,ma dedotta dai fatti.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Ahinoi, un nuovo orizzonte per quella che chiamiamo Sinistra (tanto per capirci) deve essere ancora inventato”
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Ma figuriamoci.
Avevano già detto tutto i padri nobili del socialismo cento anni fa.
Bakunin scriveva:
« Nessuno stato, per quanto democratiche siano le sue forme, foss’anche la repubblica politica più rossa, popolare solo nel suo falso significato noto con il nome di rappresentanza del popolo, sarà mai in grado di dare al popolo quello che vuole, e cioè la libera organizzazione dei suoi interessi dal basso in alto, senza nessuna ingerenza, tutela o violenza dall’alto, perché ogni Stato, anche lo stato pseudo-popolare ideato dal signor Marx, non rappresenta in sostanza nient’altro che il governo della massa dall’alto in basso da parte della minoranza intellettuale, vale a dire quella più privilegiata, la quale pretende di sentire gli interessi ideali del popolo più del popolo stesso »
Il socialismo è perfettamente coniugabile con la libertà: quello che sicuramente non lo è, è il governo dall’ alto verso il basso, sia che si tratti del politburo piuttosto che delle lobby affaristiche.
sandro(Quota) (Replica)
non mi intendo di biologia, di ormoni, di cromosomi, di testosterone e quant’altro, percio’ le mie considerazioni si basano in primis sul vissuto personale nonche’ di amici e conoscenti, e in secundis su quanto ho letto e ascoltato su quotidiani, settimanali, mensili e tv.
be’, per quanto riguarda il sesso, sono del parere che in gioventu’ esistano realmente delle differenze piu’ che marcate fra maschi e femmine, con i primi sicuramente piu’ vogliosi delle seconde, per quanto concerne il sesso fine a se stesso.
un ragazzo che a quell’ eta’ ha poca voglia di far sesso, ha sicuramente problemi personali, derivanti anzitutto dall’essere poco attraenti e conseguenzialmente vergini (o quasi).
scrivo questo perche’ quando un maschio e’ nel pieno della propria potenza sessuale, e fa regolarmente del sesso, ha sempre piu’ voglia di farlo – al contrario si diventa sempre piu’ apatici e spenti, spesso depressi
(non ho scritto che e’ sempre cosi’, ma molto spesso si’).
questo perche’ il sesso da’ un’ energia immensa, se vissuto bene e al tempo giusto.
poi, sempre secondo me, le cose cambiano nel tempo, quando si passano i 40-45 anni, ed anche le voglie maschili diminuiscono (quelle femminili possono scomparire del tutto dopo la menopausa).
ecco, in questo periodo della vita, credo proprio che uomini e donne siano piu’ simili (ho scritto simili, non uguali…) in fatto di sesso, perche’ i primi perdono gradualmente la forte pulsione sessuale di un tempo, mentre le seconde si dimostrano sicuramente piu’ disinvolte di quando erano giovani.
io stesso, che di anni ne ho 48, non sento piu’ gli stimoli dei bei tempi, e in diverse occasioni ho dovuto fare ricorso al viagra e al cialis, al pari di altri milioni di uomini.
claudio(Quota) (Replica)
premiato ai Davide di Donatello 2011
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/nessuno-mi-puo-giudicare-clip-6/28679590
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/nessuno-mi-puo-giudicare-clip-2/28679606
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/nessuno-mi-puo-giudicare-clip-5/28679597
maria(Quota) (Replica)
http://www.seduction.net/riv1a002434.htm
@ – Da Deveraux
Inviato il 16 aprile 2011
II parte
Mi soffermero’ adesso su alcuni particolari:
Un seduttore in Romania parte con un vantaggio fittizio non indifferente, perche?
1) Gli uomini romeni non sono per niente belli, anzi detto da diverse mie amiche belle fanno proprio schifo
2) 80% degli uomini e’ alcolizzato
3) Il più importante, per un romeno una 30enne e’ anziana! Si capito bene ANZIANA, vi assicuro che di 30enni up level ce ne sono parecchie.
In Romania praticamente tutti capiscono quello che dite in italiano, voi non capite che dicono loro, per cui occhio, a volte ho visto bruciarsi chance solo per non aver tenuto la bocca chiusa nel momento giusto.
La tecnica di seduzione migliore per me e’ [secretato per i GS nel forum riservato].
Le ragazze vanno matte per [secretato per i GS nel forum riservato].
A differenza delle donne italiane che guardano solo uomini e donne (in tv su canale 5), alle donne romene piacerete anche qualche kg in più, anzi, se troppo esili vi prenderanno per effeminati o con poca salute.
Il look più giusto secondo me e’ [secretato per i GS nel forum riservato].
Il miglior periodo e’ giugno e luglio in assoluto (le ragazze sono praticamente già nude).
Le serate giuste giovedì e venerdì a volte il sabato, la domenica in estate per le strade non ce un cane.
Non bevete alcolici, rischiate grosso con la patente ed in più non e’ che fa più fichi con determinate tipo di ragazze.
C’e’ molto tradimento in Romania per cui, se ci sapete fare… risultato assicurato!
I migliori agganci li ho sempre fatti [secretato per i GS nel forum riservato], tenetelo presente!
Individuate una città, studiatela da internet prima di andarci, non intendo che dovete chattare, e’ una cosa da zerbini, dovete semplicemente avere info sulla città, eventuali feste o concorsi di bellezza, ogni città ha il suo giornalino online. Una volta arrivati, scegliete il centro della città e da qui fate partire la vs seduzione!
In bocca al lupo!
Deveraux
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In questi ultimi due anni della mia vita, cioè da quando ho iniziato a prendere coscienza della QM, mi sono convinto sempre di più che:
1. l’uomo medio italiano è un autentico coglione.
2. nascere maschi è veramente una disgrazia, perché, nei fatti, siamo uno zero assoluto in rapporto alle donne.
Sempre costretti a rincorrerle, sempre obbligati a competere e a disprezzare gli altri uomini (italiani o stranieri che siano), sempre sospinti ad accumulare denaro (e debiti) per farsi belli con le donne, ecc ecc.
Forse ha ragione chi sostiene che il maschio è un errore della natura (quindi pure io).
Marco(Quota) (Replica)
Altro che reciprocità e spontaneità…
http://27esimaora.corriere.it/articolo/sono-femminista-ma/#comments_list
Sandro2(Quota) (Replica)
davoerzog docet, su la 27ora:
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Io la mia ragazza la rispetto in quanto individuo, e se verso di lei ho un atteggiamento di riguardo superiore cel’ho perché so in che mondo di cacca una donna e costretta a muoversi, fra maschi schifosamente schifosi e donne che vivono in un mondo fatti di NIENTE!!! Io la mia ragazza la ascolto e cerco di cogliere ogni minima sfumatura della variazione del suo carattere perché è cosi che con TUTTE LE PERSONE SI DOVREBBE FARE, ossia dispiegare empatia, affabilità e l’essere concilianti. Io se sto con la mia ragazza sono un tutt’uno con lei, e con lei sono un’entità risuonante. Per questo quando vado a cena fuori vorrei pagare a metà, oppure ognuno per se!!! Se io trasporto un peso vorrei che la mia ragazza mi aiutasse a trasportarlo, viceversa lo stesso: se lei ne trasporta uno pesante, io le do una mano!!!! Cioè ma vogliono davvero vivere felice e vivere di condizionamenti culturali??? Possibile poi che anche voi non vi rendiate conto che l’uomo che voi ritenere galante si comporta cosi, fa questo per raggiungere lo scopo, per accontentarvi, per tenervi calme??? È TUTTO FALSO!!!!NESSUNO CI CREDE IN QUESTO!!! GLI UOMINI LO FANNO perché VOI ESIGETE CHE SIA COSI, SENNO NON VI VA BENE!!! AVETE MAI ASSISTITO ALLE DISCUSSIONI CHE IN PRIAVATO I VOSTRI TANTO FORTI E MASCHI COMPAGNI FANNO GLI AMICI??? EBBENE COSA MAI SUCCEDEREBBE VOI DONNE UDISTE LA MESCHNITà, LA CATTIVERIA , L’IPOCRISIA E FALSITà DEL 90% DEGLI UOMINI ACCOPPIATI!!!!Ecco la dimostrazione di quanto dicevo!!!! O si incomincia a comportarsi da esseri umani mettendo da parte il MATERIALISMO SENTIMENTALE oppure non cambierà mai nulla!!! O meglio, CI SARANNO SEMPRE Più DONNE INSODISFATTE, FRUSTRATE E UOMINI MISOGINI, ARIDI E CATASTRIFICAMENTE MIOPI!!!!!! Spero di essere stato abbastanza chiaro!!!
P.S.1: Per fortuna ho intravisto qualche commento di essere umano femmina che riconosce quell’ammasso di stronzate.
P.S.2: Ho 27 anni e non mi sento per niente bene…
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…
Sandro2(Quota) (Replica)
Sandro2:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/sono-femminista-ma/#comments_list
Alla luce di tutto questo, vorrei rispolverare quei gesti base che anche le “femministe” del Terzo Millennio si aspettano ancora dal perfetto gentiluomo.
Io accenno le prime cinque voci, a voi il compito di continuarla.
1) Conto. Ok, sono autosufficiente, ma se lui m’invita al ristorante deve pagare il conto. Una contabilità minuziosa lascia presagire l’incapacità, anche di donare con il cuore. Poi, la volta successiva, lo inviterò io. Forse.
2) Passaggio. Apprezzo l’uomo che ti apre la porta d’ingresso e ti fa salire in auto. Lo ritengo il gesto che fa la differenza. E quando viene a prendermi deve scendere dall’auto. Non trovate un po’ cafone lo squillo col telefonino?
3) Tavola. Un gentleman versa sempre l’acqua, il vino o lo champagne. E’ una regola minima di educazione. Anche alla Sagra della birra.
4) Il primo passo. Confesso, per me è quasi impossibile fare il primo passo, ma le giovani lo ritengono giustamente una cosa normale. Anche se poi riconoscono che in questo modo i maschi si sono ulteriormente intimoriti o impigriti (lo confermate, ragazze?).
5) Solido. Mi piace l’idea che l’uomo sia solido e più coraggioso di me. Non potrei accettare un uomo che ha paura del buio o che cerca protezione in una donna. L’uomo mi deve dare sicurezza. Aggiunge Sara: “E se sullo zerbino trovo un topolino, regalo del mio adorato gatto, mi aspetto di non dovermene liberare io”.
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Vuoi pure un una fetta di culo vicino all’osso?
La chiamano galanteria ma è solo desiderio di potere, se questo non è nazi-femminismo-dominatore, altro che gentiluomo: uno schiavo.
Leggendo queste cose mi viene solo la voglia di darmela a gambe davanti ad una donna…
Leonardo(Quota) (Replica)
Ma su, è ovvio: io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io io. Chi ci crede più alle puttanate delle “esperte di relazioni” della 27ma ora o di Io Donna? Solo i fessi.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Io, invece, con tipe del genere farei volentieri una sessione di guanti in palestra…
Per quanto mi riguarda, molto meglio pagare una puttana rumena, giovane e fica, che stare a perdere tempo con frustrate del genere, capaci, alla lunga, solo di scatenare il lato violento dell’uomo.
Ma che si fottano.
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elenabby
Parere di una femministaccia cattiva: la cavalleria è per donnine che non vogliono sporcarsi la manina e quindi l’uomo deve aprirgli la portierina, omini che non sanno porsi in maniera audace quindi si adattano allo schemino del versare l’acqua, scusate ma io la penso così… E un uomo da cosa deve proteggerci quando siamo le più forti sulla terra? O meglio ci proteggeremo a vicenda di volta in volta che c’è un VERO pericolo… Parlavo con mia madre di questa storia della protezione e anche lei non ha saputo dirmi “da cosa” l’uomo deve proteggerci. Mi ha detto: se non lo capisci è inutile che te lo spieghi. Io ho preso l’iniziativa con mio marito quando ci siamo conosciuti, siamo paritari, per forza di cose guadagno meno (lui ha un’azienda di famiglia) ma mi mantengo dignitosamente. Soprattutto per anni non ha mai pagato per me e mi andava benissimo anzi in gruppo pagavo la mia pizza/… Mostra tuttobibita, e quando da sposati ha iniziato a pagare per entrambi devo dire che ho dovuto superare la cosa… mi sembra sempre di essere quella che si fa comprare perchè l’uomo paga per lei… Ditemi cosa ne pensate!
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P.S. Ah, dimenticavo: loro sono “le più forti della terra”…?!?
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele:
molto meglio pagare una puttana rumena, giovane e fica,
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Meglio ancora pagarsi una bella vacanza dalle parti della Romania…
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La Tipa dice:
3) Tavola. Un gentleman versa sempre l’acqua, il vino o lo champagne. E’ una regola minima di educazione. Anche alla Sagra della birra.
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Alla Sagra della birra o te la danno alla spina o sai che ridicolo versare la birra nel boccale di una donna? Davvero galante! Non ci toccate la birra.
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4) Il primo passo. i maschi si sono ulteriormente intimoriti o impigriti (lo confermate, ragazze?).
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Te lo confermo io: sì, sono intimorito ed impigrito. Lino Bani diceva: sono arrapeto ed ingrifito ed anche un po rincoglionito.
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5) Solido. Mi piace l’idea che l’uomo sia solido e più coraggioso di me. Non potrei accettare un uomo che ha paura del buio o che cerca protezione in una donna. L’uomo mi deve dare sicurezza. Aggiunge Sara: “E se sullo zerbino trovo un topolino, regalo del mio adorato gatto, mi aspetto di non dovermene liberare io”.
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Inquietante.
Certo, lo zerbino si deve alzare e togliersi il topolino da solo e poi magari mangiare e dormire in giardino, mentre i gatto pranza e dorme con la signora.
Leonardo(Quota) (Replica)
P.S.: mi salta ora all’occhio: “un uomo che ha paura del buio”? Ma quando mai? Ma dove sarebbero? Ma come se le inventano certe scemenze, le “giornaliste”? Sarà che scrivono perché hanno un computer, come certa gente parla perché ha la bocca? Oppure è l’ennesima proiezione a ore dodici? Oppure le femministacce cattive, più che di protezione, hanno bisogno di curarsi? Proprio vero che l'”universo femminile” è misterioso.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Concordo con molti di voi, tuttavia sono sempre piu’ convinto che gli uomini vengono da marte e le donne da venere..
Leggendo nel pomeriggio tutti i nuovi interventi, dico la mia..
Personalmente, ho risolto vedendo le donne come un extraterrestre! ..immaginate.. come vi comportereste con un alieno che ha un’arma di DISTRAzione di massa?
Cautela, amor proprio, rispetto, ricerca del dialogo, conoscenza il tutto in CHIAVE di reciprocità e spontaneità.. alla pari.. se cio’ non accade.. se solo voi aveste tali presupposti.. che se ne ritorni su venere!..
Si vive lo stesso, la mia vita, i miei sentimenti, la mia persona non devono dipendere e/o essere valutati da una vagina! da un alieno egocentrismo! dall’arma di cui sopra!
Vivo la mia effimera esistenza senza masturbazioni mentali su come, dove, quando, quanTo DEVO, DOVREI all’alieno.. che si fotta.. ho una vita sola, troppo breve per simili incontri ravvicinati del LORO TIPO, mi rammarico che la società non mi abbia istruito prima a scoprire me stesso e il mio valore in quanto essere umano e non ad essere servo silente dell’alieno.. che nel frattempo si prostra al sistema!
..e guarda caso.. guarda caso.. le cose vanno a gonfie vele.. suscito interesse.. carismatico mi dicono…
mi chiedo.. sarà un caso? e che caso!!
Damien(Quota) (Replica)
“…e non ad essere servo silente dell’alieno.. che nel frattempo si prostra al sistema!” (Damien)
Secondo me è più corretto dire “che nel frattempo è diventato alleato, complice e asse portante del sistema…”.
E’ amaro il solo pensarlo e ancor di più dirlo, ma è ciò che purtroppo penso…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tutte le regole delle buone maniere e galanteria descritte dall’amica, mostrano come le donne invece di venirci incontro nell’accompiamento ci mettono i bastoni tra le ruote. Mostrano quanta devozione i maschi hanno e il sacrificio che sono disposti a pagare per le donne.
Purtroppo io non ho ne la devozione ne il coraggio per affrontare simili alieni…
Leonardo(Quota) (Replica)
1)Conto:
Di solito, se offro il caffè o un drink ad un amico/a lo faccio per il GESTO CORDIALE, in quanto so che a)il mio amico/a ha soldi per pagarseli da sè ed apprezza il GESTO CORDIALE b) il mio amico/a NON NE ABUSA, tiene in conto il GESTO CORDIALE e contraccambia con lo stesso piacere (leggasi Reciprocità e Spontaneità, cosa che il “FORSE” finale della nazifemdominista non lascia presagire sia per capacità di intendere il GESTO CORDIALE sia che comprenda che lei è tenuta a fare altrettanto se ci tiene a MANTENERE una condotta sociale equa e priva di zavorre oggetive che non vadano ad intaccare l’innocenza del GESTO CORDIALE stesso! farcendolo di altri presupposti (leggasi devi pagarmi sennò poi non te la do!) e poi se le chiami “diversamente puttane” si incazzano pure! sono talmente insicure che pensano che ad un uomo interessi solo la vagina e quindi solitamente pensano “Tela devi GUADAGNARE” se una professionista mi dicesse “bocca fica ristorante e drink” suonerebbe lo stesso un pagamento o no? e poi.. ma come mai quando sono insieme alle amiche e arriva il conto, ognuna paga per se senza problemi senza stare li a vedere te hai organizzato quindi te paghi? oppure te guadagni di piu’ quindi te paghi? eh? aaaah vero.. li non ci sono uomini sottomessi al ficapower.. vero..
2)PASSAGGIO:e certo che lo si ritiene un gesto che fa la differenza.. la sottomissione camuffata da galanteria è sempre cosa proprizia per le femministe che, da un lato urlano di essere superiori, ma dall’altro non hanno neanche la forza di aprirsi una portiera.. tale gesto non E’ DOVUTO! è un piacere che un uomo puo’ concedersi di fare o meno! e non per questo deve avere un voto alla lavagna vaginale! ora.. visto che vogliono la parità per quale motivo io dovrei attuare comportamenti da “sottomesso” da “zerbino galante” per farmi compiacere, se poi alla fine magari sono una esimia testa di pene? farebbe la differenza? e certo che si! ecco perchè è facile fottere le donne, loro non capiscono altro che questi stupidi giochetti di sottomissione per dire che il loro uomo è UOMO e non una normale persona che puo’ fare quello che gli pare nel reciproco rispetto, che si fotta lei e tutta la pletora di nazifemdoministe! e la cosa che trovo piu’ stupida è attendere in macchina che lei finisca! se mi dai un orario cerca di essere puntuale! oppure mi avvisi, sms, cell, quello che ti pare! ma che io attenda 20 minuti sotto casa perchè scenda la regina dal piedistallo.. fai prima a prenderti uno zerbino! la puntualità serve nella vita, nel lavoro e nelle relazioni con gli altri! parla di noi, di quanto siamo seri in cio’ che promettiamo agli altri e del rispetto che abbiamo verso gli altri! se una donna ti fa attendere senza un motivo valido, senza avvisarti, semplicemente non ha rispetto di te, quindi ingrana la prima e mandala a quel paese! (e se hai bisogno di piu’ tempo nessuno ti obbliga a dire si va bene alle 20 ci vediamo, dimmi 21 e va bene lo stesso!)
ecco la cafonata femminile, altro che squillo di cellulare!
3)che l’essere “uomo gentile” significhi versarti l’acqua puoi stare fresca! io lo faccio se mi va.. se sto bene con te.. se mi fai stare bene.. il galateo serve solo a pulirsi l’ano dopo aver defecato oggi come oggi! l’uomo gentile si legga come coglione pagante sottomesso alla regina Vulva XI, io sono una persona, tu sei una persona, possiamo mangiare e ridere insieme senza pensare alla fica? se poi VOGLIO e mi fa PIACERE te la verso l’acqua.. ma le carinerie si fanno in due SE c’è reciprocità, altrimenti chiama il cameriere e fattela versare l’acqua, e visto che ci sei, ordina il conto e paga la tua parte, se vuoi uno schiavo zerbino vattelo a trovare altrove!
6)la donna sacrifica il lavoro per amore? che è? una battuta de La Settimana Enigmistica, sezione Risate a Denti Stretti? se lo fa significa che il marito la puo’ sostenere facendosi un mazzo tanto e quando torna a casa deve anche aiutarla sai senno che 2 bolas? senza contare che quando non le aggrada piu’ la situescion, puo’ sempre giocare all'”OK IL DIVORZIO E’ GIUSTO!” e vincere premi come una casa, alimenti e la rinnovata liberta da condividere (nuovamente) col vicino arrapato!
7) questa è l’apoteosi dell’ilarità! che una donna non accetti che l’uomo guadagni di piu’ non giustificherebbe come mai loro ambiscano sempre al DANARO, anzichè ai sentimenti che professano ogni dove, non a caso bifolchi calciatori, stupidi attori, tossicomani cantanti vengono osannati dalla pletora nazifemdoministe che copulerebbero senza problemi dentro il loro camerino! (e lo fanno.. lo fanno) senza contare tutti i punti già ivi esposti in altri articoli.. che si fottano!
e poi la ciligienina sulla torta della nazivaginofemdominista:”Ovviamente sono invitati a partecipare anche i MASCHI”
Maria Teresa Veneziani: HEIL VAGINA!!
Damien(Quota) (Replica)
uomini, mentre voi scrivete scrivete scrivete, le donne che vorreste sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi.
😉
paola(Quota) (Replica)
“uomini, mentre voi scrivete scrivete scrivete, le donne che vorreste sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi” (Paola).
Ecco un’altra Alice nel Paese delle Meraviglie…
Paola, ti sei dimenticata del cinguettio degli uccellini…Ma vedrai che con un piccolo sforzo, magari aiutandoti con un libro di Francesco Alberoni riuscirai ad ascoltare il loro canto anche nel bel mezzo del traffico romano…
Si comincia così e poi non si sa mai dove si va a parare. Vai a sapere…Magari anche tu riesci a parlare con gli uccelli, come Totò su “Uccellacci e uccellini”…
Comunque grazie della visita, ci serviva un intervento illuminante e analitico come il tuo, per aiutarci a scrutare la realtà da un diverso punto di osservazione…Altrimenti rischiamo di diventare autoreferenziali…
Grazie ancora…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Paola –
uomini, mentre voi scrivete scrivete scrivete, le donne che vorreste sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi.
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Quando leggo frasi del genere, non so se ridere o incazzarmi, perché mi viene subito da chiedermi se sono io ad avere una visione distorta della realtà o se magari il Lazio fa storia a sé.
Me lo chiedo perché pur non essendo vecchio (ho 37 anni), pur non facendo esteticamente schifo (anzi) e pur vivendo non molto lontano dal mare (dove sono stato pure ieri), le uniche donne che vedo (a volte) sorridere a “uomini semplici”, sono le prostitute dell’est che mi capita di incontrare per strada e che a volte mi invitano pure a fermarmi… *
Ma per il resto, nella quasi totalità dei casi, vedo solo donne “distanti”, per niente spontanee, con le quali bisogna pure stare attenti a parlare, perché frequentemente “mozzicano” e il rischio di essere derisi e mandati affanculo è sempre alto.
Alla faccia della tanto sbandierata “iniziativa femminile” (ma cos’è? qualcuno di voi l’ha mai vista?) e e della famelica “voglia di cazzo” delle donne.
@@@
* Proprio ieri, mentre stavo tornando a casa dal mare in compagnia di un vecchio amico, ho dovuto assolutamente caricarne una della Romania, sui vent’anni, perché avevo due palle così e dovevo a tutti i costi scaricarmi.
Lo stesso ha fatto il mio amico, che da poco si è lasciato con la ex convivente.
Il fatto significativo, è che in spiaggia ci abbiamo provato pure con i sassi (ieri come la settimana scorsa), ma ne avessimo trovata una disponibile a farsi una scopata al volo.
Più tempo passa è più mi girano i coglioni, perché al di là delle diverse esigenze sessuali esistenti fra maschi e femmine, non è possibile che nel 2011 un uomo – se non ha una relazione fissa – sia costretto a pagare delle puttane provenienti da altri paesi, per fare del puro e semplice sesso, ovvero un qualcosa di naturale, che dovrebbe essere normale come il mangiare e il bere.
Marco(Quota) (Replica)
paola
uomini, mentre voi scrivete scrivete scrivete, le donne che vorreste sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi.
😉
http://www.youtube.com/watch?v=AbqqTQI-Cr8
Leonardo(Quota) (Replica)
Sono grato a Paola perchè le sue due poetiche righe hanno evocato, con una descrizione illuminante, il termine con cui indicare il nuovo tipo di maschio, il figlio del “maschiopentito, ovvero il “pony-man”.
In due righe ha infatti perfettamente e credo inconsapevolemente illustrato la beata inconsapevolezza maschile e la fredda lucidità femminile quando dice che… “le donne sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi”.
Parole poetiche ma che confermano in toto la fondatezza del terrore e sconforto dei padri ( e delle madri) per i loro, oggettivamente e soggettivamente, incautissimi figli maschi, a rischio di diventare “pony-man” delle donne che “sono in giro a sorridere” ai loro occhi magnetici. E se Paola conosce bene il suo cuore sa che i padri hanno perfettamente ragione; e se fosse una madre sono sicuro raccomanderebbe suo figlio maschio alla protezione di tutti i Santi, affinchè oltre che magnetici gli occhi, tenesse in allerta e informato il cervello. Cosa nè di destra nè di sinistra, ma, se il privato è politico, politicamente strutturale.
Mi si stringe il cuore ogni volta che vedo questi giovani maschi che abbracciano “la sorridente” in questione: stanno stringendo al cuore una qualche centinaiata di articoli di codice civile e penale a loro sfavore e a completa ed arbitraria disposizione della “sorridente” perfettamente consapevole che li può usare come e quando vuole per sottometterli e rovinarli. Il monopolio della forza, attributo del Leviatano, oggi è nientedimeno che a sua disposizione ad assecondare ogni suo arbitrio: è la cavalleria moderna, risultato del grande impegno dell’ordine cavalleresco dei “maschipentiti” .
Perchè “la sorridente” sorride è pertanto chiarissimo: perchè lei tutto questo lo sa e “il magnetico” no. E lei tiene il “magnetico uomo semplice”, un tempo detto detto “sempliciotto”, oggi tragico “ponymen”, per la cavezza.
Compito urgente dei padri di oggi dare ai figli maschi piena consapevolezza delle implicazioni giuridiche a loro esclusivo danno che ha l’aprire un qualsiasi rapporto affettivo con una donna. Una indispensabile consapevolezza a tutela della vita: un preservativo giuridico.
cesare(Quota) (Replica)
Delle “donne che sorridono a uomini semplici”
Da Il Giornale , Lunedì 27 giugno 2011, pag. 17 Cronache
Articolo di Anna Maria Bernardini de Pace, (a suo tempo nota militante nel fronte del pestaggio morale antimaschile e antipaterno, oggi un pò più disponibile a vedere le cose come stanno).
Titolo: “Quei papà-mostri costruiti a tavolino”
Sottotitolo: “la denuncia di tre PM (tutte donne): la maggior parte delle accuse di violenze presentate dalle mogli durante le separazioni sono false. Lo denuncia il fatto che le denunce vengono poi ritirate ad accordo raggiunto”
Occhiello: “I Numeri:
8 su 10: dice la PM Carmen Pugliese di Bergamo che l’80% delle denunce di maltrattamenti nelle separazioni a danno di mogli e figli sono false;
tra 70% e 95%: dice la PM Pezzuolo di Firenze che a Firenze le querele contro il partner artificiosamente costruite oscillano tra il 70% e il 95%;
anche a Genova dice la PM Bresci si ricorre alla falsa querela per spuntare assegni cospicui”
Ad oggi, ma questo la Berrnardini de Pace non lo dice, queste denunce sono nella maggior parte delle procure ritenute rigorosamente per vere, anzi oro colato, e inserite come dati scientifici ad uso e consumo dell’ISTAT a trazione femmidominista e delle sue farsesche campagne antimaschili e antipaterne.
Il potere femmidominista nasce non dalla “punta del fucile” ma dalla punta delle false denunce prese per vere da una magistratura che non accerta e giudica i reati effettivamente commessi ma sostiene e propaganda una ideologia. E’ l’italica magistratura miitante.
cesare(Quota) (Replica)
Ma e’ cosi difficile non rispondere a Paola ? Alla fine con due righe e’ riuscita a ottenere le attenzioni che voleva con chilometriche reazioni da parte degli uomini. Se non fosse per le vostre risposte io a Paola non avrei neanche risposto anche perche’ quando scrive frasi tipo: “sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi” e’ evidente che si tratta di una sana e bella provocazione 😉
Mizio(Quota) (Replica)
Ma e’ cosi difficile non rispondere a Paola ? Alla fine con due righe e’ riuscita a ottenere le attenzioni che voleva con chilometriche reazioni da parte degli uomini. Se non fosse per le vostre risposte io a Paola non avrei neanche risposto anche perche’ quando scrive frasi tipo: “sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi” e’ evidente che si tratta di una sana e bella provocazione 😉
>>>>>>
Neanch’io le ho risposto, perché non ne avevo voglia.
Però, scusa se te lo faccio notare, non è che si può continuare a ragionare così ogni volta che una donna provoca, perché come altri hanno già scritto anni fa (trattasi di parole che ho letto altrove, da un anno a questa parte), è proprio grazie al silenzio maschile che le donne hanno preso sempre più potere.
sergio(Quota) (Replica)
paola 7:15 pm – 25th giugno:
uomini, mentre voi scrivete scrivete scrivete, le donne che vorreste sono in giro e sorridono a uomini semplici, vivi, che emanano una spontanea magnetica luce negli occhi.
😉
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Sarà il lucicchio al sole di una “nutrita” carta di credito?
😛
luigi c(Quota) (Replica)
Riguardo a Candy Candy: siamo cresciuti con quei modelli di donne dolciastre (o ninfomani) che, se una donna ci maltratta pensiamo che è nostra la colpa, in più la solita solfa femminista della donna vittima e dell’uomo colpevole e la frittata è fatta.
Leonardo(Quota) (Replica)
Prego notare che sorridono, mica niente di più. Capirai che invidia.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
@Paola:
Il tuo illuminante contributo di ben 2 righe scivola inesorabilmente sul muro della mia indifferenza..
..auguro semplicemente a te, ed a quelle come te, di rinascere nel 1970 come UOMO, farti tutta la trafila di ingiustizie e di dovute devozioni per la regina vulva XI, ed arrivare ai giorni nostri precario e nella medesima situazione..
della serie: troppo facile parlar di fame a pancia piena o, se preferite, fare i gay col culo degli altri!
Damien(Quota) (Replica)
beh ,Damien sono nato nel 1970 anch’io ,anche se non sono precario , ma si vede che siamo sfortunati e incontriamo donne di questo tipo
http://www.youtube.com/watch?v=Ff6eB7UuPvU
mauro recher(Quota) (Replica)
Ho pubblicato nello spazio degli “articoli” questa ennesima e preziosissima chicca segnalataci da Mauro Recher (che fa un lavoro egregio), cioè il video dal titolo “Non uscirei mai con un operaio”. Ho pensato che fosse giusto immortalarlo per sempre.
Mi sono limitato ad aggiungere qualche considerazione, anche se non ce n’era certo il bisogno…
Certo che è veramente dura oggi per una donna sopravvivere in un mondo costruito a misura di uomini.
Questo video è lì a ricordarcelo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Bè, ma quanti saranno in realtà gli uomini
ricchi e forti su cui possono contare le donne?
In realtà sono una piccola minoranza. La logica
vorrebbe che fossero loro, poichè sono più forti,
ad aiutare gli uomini. Ma il mondo non è logico.
Poichè i numeri non tornano, o le donne restano sole oppure si accoppiano con uomini che fingono di essere ciò che non sono, con tutte le inevitabili complicazioni che esplodono dopo. Personalmente
ritengo che sia meglio starne alla larga. Per quanto riguarda il lato fisico, esistono delle valide compensazioni. E per il resto, cosa in realtà più seria (cioè i sentimenti, l’ affetto) è meglio un amico.
Fedorov(Quota) (Replica)
“Personalmente
ritengo che sia meglio starne alla larga. Per quanto riguarda il lato fisico, esistono delle valide compensazioni. E per il resto, cosa in realtà più seria (cioè i sentimenti, l’ affetto) è meglio un amico”. (Fedorov)
Caro Fedorov, intanto, anche se con un po’ di ritardo, benvenuto fra noi. A giudicare dalle tue parole credo che andresti senz’altro d’accordo con Sandro, un altro nostro amico, assiduo frequentatore del blog, anche se sono parecchi giorni che non si fa più vivo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vabbè, non so, sono intervenuto altre volte
con altri nomi. Ora mi piace Fedorov per la sua
filosofia del bene comune, anche se preferisco
filosofi più razionali. Comunque interverrò altre
volte.
Fedorov(Quota) (Replica)
Personalmente ritengo che nel nostro contesto sociale, non solo non esista alcuna spontaneità e reciprocità da parte femminile, ma che in realtà i rapporti fra i due sessi siano basati esclusivamente sui desiderata femminili.
Basti dire che ci si fidanza se lo vogliono loro, si fa sesso se lo vogliono loro e come dicono loro, si va a ballare perché a loro piace ballare mentre agli uomini piace scopare. Oggi come duemila anni fa, sono gli uomini che pagano le donne e non il contrario (i quattro gatti dei gigolò fanno poco testo in confronto ai milioni e milioni di prostitute), fra i quali ce ne sono moltissimi che arrivano pure a indebitarsi per “conquistare” una donna o per frequentare night e prostitute.
Viceversa, non solo le donne non si indebitano mai per un uomo, ma, anzi, ci si arricchiscono nel frequentarli. Ora non ricordo chi scrisse per la prima volta, su U3000, che “!nascere maschi è una disgrazia”, ma credo che per molti aspetti avesse proprio ragione.
Fabio(Quota) (Replica)
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te……
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/67726/
cesare(Quota) (Replica)
Devo dire che questo video, Cesare, è forse ancora più rivoluzionario di quello che ho appena pubblicato sulla homepage, forse varrebbe la pena di inserirlo come un vero e proprio articolo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In effetti Rompicoglioni è più comprensibile a tutti, e non è una pubblicita che sfrutta il corpo delle donne, al limite si lamenteranno i cani ad essere sfruttati dai loro amorevoli padroni.
Leonardo(Quota) (Replica)
grandissimo video …niente da aggiungere
poi che io adoro cani e gatti (più i gatti a dire il vero ,e non perchè sono di Vicenza )
mauro recher(Quota) (Replica)
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110427125432AASEpd4
Domanda risolta
Altra domanda »
Perche’ i maschi ti riempiono di complimenti solo per portarti a letto?
pensano davvero che questo funziona e che noi siamo cosí stupide da non accorgercene????…ma tipo cercare di conquistarci fcendoci ridere e divertire non sarebbe meglio? e’ cosí ovvio che quando uno comincia a dirti sei bellissima ecc…e’ per portarti a letto….cioe’…ma risparmiatevelo!!!
>
pallina pallina
Miglior risposta – Scelta dal Richiedente
perchè hanno un solo cervello e non si trova nel cranio!!! ma tu davveo non riesci a capire quando ti prendono per ****???gli uomini andrebbero estinti sono tutti porci!!!
>
Commento del richiedente:
ahahahhahaXD si e’ vero…sono tutti dei porci;)
>>>>>>>>>>
Ma perché le femmine sono così idiote…?
Daniele(Quota) (Replica)
Questo è un post pubblicato su la27ora…
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antropologia del maschietto italico
18.08 | 16:21 frecciadalnord
Poveri bamboccioni italiotti. Sono persino così ingenui da riconoscere che vogliono nel loro intimo che sia la domma (sorta di mamma cattiva/buona) a commandare tra le mura domestica ma dovrebbe essere così abile (falsa) da fare credere con dolcezza sciropposa al piccolo maschio mediterraneo che è lui il grande capo!
Poveretti: confermo quanto detto in precedente mail: evviva la vera virilità dei maschi nordici: non saranno esperti delle sviolinate e dei complimenti (a vomitate! : “bella, bellissima”….) però almeno sono maschi sicuri di se che non hanno bisogno di finte sttomesse ma di donne alla pari
Marco(Quota) (Replica)
Vi confesso che arrivato a 37 anni, mi sto convincendo sempre di più che per quanto squallido sia, è molto meglio pagare una delle tante ventenni rumene che “lavorano” sulla Salaria.
Marco(Quota) (Replica)
Girando per i vari blog e forum dedicati alla questione maschile, ho trovato queste parole, scritte da un uomo di quasi dieci anni più “vecchio” di me.
@@@@@
Quando ero ragazzo io, dal punto di vista di un maschio, le femmine erano erotizzanti da morire, senza mostrare nemmeno una caviglia. Ti desideravano e te lo facevano capire. Poi hanno insegnato loro a odiarci e a considerarsi superiori a noi …
@@@@@
Siccome la mia personale esperienza, così come quella di numerosi miei coetanei è parecchio diversa, vorrei chiedere a Fabrizio, Rino, Cesate, Armando, eccetera, se si riconoscono in quelle parole oppure no. Ossia, ai vostri tempi le donne mostravano veramente desiderio verso gli uomini? Oppure siete del parere che anche in ambito momas, alcuni uomini tendano a romanzare la propria giovinezza?
Marco(Quota) (Replica)
Al liceo mostravano più interesse perché a quell’età si sta più insieme tra ragazzi, per il resto il tipo dice cavolate, ognuno trova erotizzanti le donne come gli pare e hanno sempre odiato il maschio perché è nella loro natura
Leonardo(Quota) (Replica)
“ai vostri tempi le donne mostravano veramente desiderio verso gli uomini? Oppure siete del parere che anche in ambito momas, alcuni uomini tendano a romanzare la propria giovinezza?” (Marco)
Opto decisamente per la seconda ipotesi, naturalmente senza generalizzare (cosa sbagliata per principio).
Devi anche considerare che negli ultimi sessant’anni, cioè più o meno dal dopoguerra ad oggi, ci sono state diverse fasi che hanno portato ad una trasformazione anche in parte dei costumi sessuali. Come abbiamo già spiegato più volte, prima del trionfo della ragione strumentale (ideologia capitalista) era il condizionamento religioso a farla da padrone, insieme, nel nostro caso, ad una cultura piccolo borghese ultraprovinciale finta-moralista e bigotta tipicamente italiota (ma non solo, sia chiaro).
Quindi i costumi sessuali sono in parte cambiati contestualmente al modificarsi dei contesti.
Il sottoscritto compirà 53 anni il prossimo 9 novembre, quindi, essendo nato nel ’58, ha vissuto la sua giovinezza nel pieno degli anni ’70, e in quella fase i costumi sessuali erano in parte diversi da quelli delle generazioni precedenti (in particolare quella antecedente al ’68) ma anche di quelle successive.
Ciò detto, sfatiamo il mito del sesso facile. Tranne un brevissimo periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e poco prima della fine della seconda metà degli anni ’70 dove i costumi erano relativamente più allentati per ragioni ideologiche, la musica è stata più o meno sempre la stessa. Con la fine del “sogno”, delle utopie e dell’assalto al cielo (e comunque anche in quel periodo la sinfonia per i maschi era sostanzialmente la stessa…), e soprattutto con la fine anticipata del ‘900, e con il trionfo del capitalismo assoluto, la sessualità viene ad essere ingabbiata all’interno delle logiche strumentali dominanti (naturalmente parliamo sempre da un punto di vista psicologico, concettuale, culturale e non esclusivamente pratico).
Ma abbiamo trattato più volte questo argomento. Il minimo comun denominatore è costituito dal fatto che, seppur con modalità differenti, pressoché tutti o quasi i sistemi politici-economici-culturali dominanti nel corso della storia hanno in qualche modo (più o meno esplicitamente) represso e canalizzato la sessualità entro determinati binari (fermo rimanendo, ovviamente, le differenze di ordine naturale-ontologico fra i sessi che nessuno nega), per lo meno se parliamo del mondo cosiddetto sviluppato. Le ragioni di ciò le ho personalmente affrontate nel mio libro “Le donne: una rivoluzione mai nata” e sarebbe troppo lungo tornarci ora.
Naturalmente, oltre ad una spiegazione di ordine storico-politico e culturale, ce n’è anche un’altra, diciamo così, di ordine psicologico-antropologico (ma anche culturale) che è il famoso “machismo”. Il giorno che tutti gli uomini, o quanto meno la grande maggioranza di essi, cioè quelli che devono sudarsi la pagnotta anche se fanno finta di averne in abbondanza e a loro piacimento, smetteranno di vanagloriarsi e di raccontarsi balle e riusciranno a portare alla luce la verità vera che è dentro di loro, sarà stato compiuto un ENORME passo in avanti verso la consapevolezza e di conseguenza verso la trasformazione della relazione fra maschi e femmine.
Sulla base di queste considerazioni il motto è: diffidare delle balle che gli uomini o una gran parte di essi raccontano. E’ una forma di spavalderia (spesso anche in buona fede) necessaria per la loro sopravvivenza (così credono, i meschini, e lo dico nel senso proprio del termine, non in senso dispregiativo).
Per non parlare del ricorso ai “bei tempi che furono”: stronzate di proporzioni galattiche. Ai tempi di mio padre (prima ancora non ne parliamo neanche ) si scopava solo al casino o se ci si sposava.
Quindi prendiamo con grande, grandissimo, beneficio di inventario coloro che raccontano di mitiche “età dell’oro”, a mio parere mai esistite. Una cosa è certa, in tutte le epoche e praticamente in tutti i sistemi, per i maschi alpha dominanti (tutti, aristocratici, preti, latifondisti, vassalli, monarchi, mercanti, capitalisti, calciatori o rockstar) è valsa la legge dell’abbondanza, anche e soprattutto in campo sessuale, mentre per i maschi beta quella della scarsità.
Le leggi dell’economia politica (ma anche della critica dell’economia) sono spietate e anche un po’ fredde, se vogliamo … ma di certo fanno tabula rasa di tutti i millantatori.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mi sembra che l’intervento di Fabrizio fotografi in maniera impeccabile la situazione presente e quella del passato più recente in Italia. Religione e tradizionalismo in passato, femminismo, machismo senza dubbio, una vera e propria zavorra, e ragione strumentale oggi, fanno sì che la situazione, secondo me, non sia mutata più di tanto, nonostante siano cambiati i “protagonisti” in campo, anche se non sono in grado di provarlo per esperienza diretta. Abbiamo ricordato molto spesso che l’umanità ha compiuto tante rivoluzioni, l’unica che ancora non ha sperimentato è proprio la liberazione della sessualità, e forse non a caso, in quanto questa sarebbe in grado di sovvertire l’ordine costituito, o comunque di modificare non poco la nostra concezione del mondo e quindi della società in cui viviamo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Per rispondere a Marco:
Si intrecciano secondo me più questioni.
Intanto è vero, e perfino ovvio, che ciascuno di noi tenda a romanzare il passato, se non altro perchè la giovinezza non torna più e un ricordo bello è meglio di uno spiacevole. Detto questo:
1)Per erotizzare un maschio non è affatto necessario mostrare tutto, anzi. Alla fine l’esposizione continua stanca, come stanca ogni trasgressione che diventa normalità. Quindi su questo ha ragione quello che scrive il tipo.
2)Ciò non significa, però, che ai miei tempi, sono over 60, il sesso fosse più facile. Quale che sia la ragione, repressione sessuofobica o altro, portare a letto una ragazza non era, in linea di massima, la cosa più semplice del mondo, naturalmente con le dovute eccezioni di ragazze così dette “facili” e di ragazzi più “abili” e che incontravano di più.
3) Ciò non significa, e credo sia ancora così nonostante tutto, che la femmina non provasse desiderio sessuale. Esisteva però una sorta di “autoregolazione”, per la quale era sconveniente “darla” con troppa facilità. Dico sconveniente in senso lato, ossia rispetto al costume sociale ed anche rispetto alla convenienza in senso materiale stretto. Delle due accezioni di sconveniente, è chiaramente rimasta in piedi sola la seconda, anzi essa si è accentuata a dismisura, come ben argomenta Fabrizio. Rimane l’interrogativo, secondo me senza risposta, se crollando anche la convenienza materiale, tutto si risolverebbe nella reciprocità e spontaneità. Qualche dubbio per me esiste, perchè il sesso è forza tanto potente e potenzialmente distruttiva che tutte le società hanno in qualche modo sentito la necessità di “regolarlo” per il superiore interesse di una convivenza sociale possibile. E’, credo, sul modo di regolarla che dovrebbe vertere la discussione, più che sul “liberi tutti” di una rivoluzione sessuale integrale (alla Reich, per intendersi), sulla quale ripeto di nutrire dubbi di fattibilità reale.
Di queste dinamiche parla molto bene Steven Rhoads in “Uguali mai”. Ciò nonostante non è che il sesso non fosse praticato. Lo era, e magari, in quanto più raro e più trasgressivo di ora, anche più soddisfacente in senso lato.
4) Per quanto mi risulta, le ragazze di allora non si sognavano neanche di disprezzare, o peggio di odiare, i maschi. Sapevano che eravamo diversi, ecco tutto, e si regolavano di conseguenza. Questa storia della superiorità e quindi del disprezzo, è tipicamente contemporanea. Forse per ribaltare un precedente opposto pregiudizio (o almeno perchè così era percepito, secondo me sbagliando), ora è di moda esaltare il femminile a prescindere, leggendolo “migliore” in tutto. E’ quel potere di giudizio morale, alla lunga il più micidiale che ci sia, di cui abbiamo discusso molte volte.
armando(Quota) (Replica)
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Quando ero ragazzo io …le femmine erano erotizzanti da morire, senza mostrare nemmeno una caviglia. Ti desideravano e te lo facevano capire. Poi hanno insegnato loro a odiarci e a considerarsi superiori a noi …
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Si parla di un’età dell’oro che non è mai esistita. Si può forse dire che vi fu una stagione (alcuni anni) in cui i rapporti erano meno strumentalizzati, quella immediatamente successiva al ’68. Più che liberazione vera forse fu adesione ad una moda, la necessità socialmente sanzionata di mostrarsi libere, moderne, emancipate etc. Anni in cui la domanda “sei ancora vergine?” poteva imbarazzare un certo numero di FF che erano perciò indotte a …rimediare al problema. Cmq durò poco.
Quanto al “Ti desideravano e te lo facevano capire” non ho notato mutamenti in tal senso, da allora ad oggi.
E lo smutandamento non è cosa recente. In Tv nei ’60-’70 non ve n’era, questo è vero, ma per il resto non c’era gran differenza.
Noto dunque che gli UU favoleggiano di condizioni che, in sostanza, non sono mai esistite.
Sul tema la vedo quasi totalmente come Fabrizio.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Sulla base di queste considerazioni il motto è: diffidare delle balle che gli uomini o una gran parte di essi raccontano. ( Fabrizio)
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Totalmente d’accordo ed in più è anche salutare, fa crescere l’autostima.
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Questa storia della superiorità e quindi del disprezzo, è tipicamente contemporanea (Armando)
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Superiorità di chi? Le donne (e qualcuna me lo ha anche detto) si sentono svantaggiate dalla natura per ovvi motivi: basta solo il fatto di dover partorire.
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Abbiamo ricordato molto spesso che l’umanità ha compiuto tante rivoluzioni, l’unica che ancora non ha sperimentato è proprio la liberazione della sessualità, e forse non a caso, in quanto questa sarebbe in grado di sovvertire l’ordine costituito, o comunque di modificare non poco la nostra concezione del mondo e quindi della società in cui viviamo. (Alessandro)
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Vero, cosi ognuno potrà farsi erotizzare da chi gli pare e come gli pare, senza divinizzare le donne e tutte le chiacchiere…
Leonardo(Quota) (Replica)
concordo con gli ultimi interventi ,anche se credo che in queste cose conti molto anche la fortuna (conta sempre, comunque) di trovarsi in certi posti al momento giusto.
Sono in sintonia sopratutto con Fabrizio e il punto del machismo ,che condivido in pieno. Tanto per fare un esempio ,racconto un episodio. Ero in macchina con un mio zio acquisito ,avevo 15 anni all’epoca ,quindi in piena esplosione ormonale ,facciamo una strada e lui comincia:”Qui avevo 2 ragazze ,alla prossima casa ne avevo un altra ,per farla breve ne ho contate 10 in 3-4 chilometri ,una vera e propria via dell’oro ,ovvio che mi voleva impressionare grazie alla mia giovane età ,ma credo che questo sia solo un male perchè porta gente con problemi di relazione a sentirsi inadeguati e credo che non ne valga la pena …
Sono d’accordo con Armando sopratutto sul punto 1 ..e sul punto 4 . Esaltare il femminile ,spesso a sproposito ,porta solo danni ,non è meglio una bella critica costruttiva? Sbagliano gli uomini ma sbagliano pure le donne, che male c’è a dirlo ?
mauro recher(Quota) (Replica)
Fantastico. A parte il fatto che si intende dimostrare che un’esperienza empirica di una persona dovrebbe dunque valere di più di una scienza (quale ad esempio potrebbe essere la psicologia sociale), ma questa tesi equivale a dire che SICCOME con TE non ci provano, non c’è reciprocità. Da me sono venute, e sono beta fino nel midollo. Ugualmente tu non vai certo a cercare reciprocità con donne che non trovi gradevoli. Già questo mina tutto il costrutto successivo. Insomma, va bene argomentare, ma una crosta con una bella cornice fa schifo lo stesso.
Gas(Quota) (Replica)
Che vuoi farci, Gas, sarà perché non ho il fascino che forse hai tu… Sentivamo la mancanza di un intervento come il tuo, sincero, soprattutto costruttivo, forse un pizzichino machista (o no? ma se anche fosse, che problema c’è?…) che ci spiegasse che la QM non esiste, è un’invenzione malata e rancorosa della nostra mente di “malriusciti” e che tutto è riconducibile solamente a “problemi” (sfiga?…) di ordine strettamente personale…
Ma guarda un po’, non ce lo aveva mai detto nessuno, ma proprio nessuno prima d’ora… A te la danno e a me no, questa è la verità vera, quella che io nego a me stesso …e vabbè….
Non ti sfiora neanche l’anticamera del cervello che il sottoscritto si senta invece psicologicamente solido e consapevole (della sua forza e anche della sua fragilità, come qualsiasi uomo evoluto e consapevole) al punto tale di permettersi il lusso e la libertà di esporsi pubblicamente? … Tu l’hai questa forza?…
Non entro nelle vicende di ordine personale, sarebbe anche fin troppo facile per me, ma dovrei posizionarmi sul tuo stesso livello, ed evito accuratamente di farlo…
Ti consiglio comunque di vedere anche l’altro video dal titolo “Ciò che paralizza gli uomini”. Se lo avessi visto forse ti saresti risparmiato l’onere di scrivere questo post, perché lì spiego esattamente quello che mi hai appena detto tu, cioè quello che ciascun attivista del movimento maschile si sente ripetere da quando è iniziato il suo impegno:”Parla per te sfigato!”.
Me lo sarò sentito ripetere qualche migliaio di volte però ci voleva qualcuno che me lo ricordasse, casomai me ne dimenticassi. Grazie Gas…
Cari amici, oltre alle irruzioni delle femministarde che ci danno dei cavernicoli trogloditi, ora abbiamo anche quelle dei “machetti” di turno, quelli che sono beta (per loro stessa ammissione) ma rimorchiano come superalpha perché sono tanto svegli e paraculi…
E vabbè, andiamo avanti…
Fabrizio
P.S. x Marco Pensante: Marco, che facciamo, glielo chiedi tu a Gas se sa cucinare, o vale solo per le femmine?…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il fatto è che gli uomini sono il principale problema degli uomini, a prescindere dal femminismo e quant’altro. Lo sono perché gli uomini – eccezioni a parte – NON sono assolutamente empatici verso gli altri uomini (in verità non lo sono neanche le femmine – ma vabbè…), i quali vengono regolarmente percepiti come dei nemici da combattere (homo homini lupus…). Se poi ci sono di mezzo le femmine, apriti cielo, perché si rimbecilliscono totalmente.
Daniele(Quota) (Replica)
Purtroppo, caro Daniele, ciò che affermi corrisponde spesso amaramente al vero . Non è un caso che uno dei primi video che ho deciso di realizzare è proprio quello dedicato al “machismo” (“Ciò che paralizza gli uomini”), il principale alleato del femdominismo, anche se i coglionazzi che lo assumono come modello comportamentale non se ne rendono conto.
Ed è sempre per questa ragione che scelgo di pubblicare commenti come quello di quel poveretto di Gas.
L’aspetto su cui dobbiamo riflettere è che a parti invertite nessuna donna, mai, in un simile contesto (dove cioè si discute di relazione di genere, sia esso una chat, un blog, una conferenza pubblica, un convegno, un dibattito televisivo o una semplice chiacchierata al bar),dividerebbe il fronte, diciamo così, e si rivolgerebbe ad un’altra donna dandole della “sfigata”. Questo perché, dobbiamo riconoscerlo, le donne hanno raggiunto una notevolissima compattezza e consapevolezza di genere, e questo, piaccia o meno, è forse il più grande successo del femminismo. La grande maggioranza degli uomini invece, da questo punto di vista, dobbiamo purtroppo ammetterlo, è ancora allo stadio primitivo.
Facciamo attenzione. Non dobbiamo scambiare la naturale competizione fra donne per primeggiare, per essere più attraenti o per ricevere attenzioni da questo o quell’uomo rispetto ad una loro amica o collega, per divisione interna. Queste sono frattaglie che riguardano o possono riguardare la vita quotidiana di questa o quella donna. Ma quando si tratta di difendere il genere tutte le donne, nessuna esclusa, fanno fronte comune. Avete mai visto o sentito una donna che in simili circostanze si rivolge ad un’altra che magari sta parlando di oppressione maschilista, dicendole“Tu dici queste cose perché sei una sfigata e gli uomini non ti cagano”. Mai visto né sentito. Ripeto, può accadere in un litigio o in una micro competizione interna fra due donne ma mai in frangenti dove è in discussione la questione di genere.
Non è un caso che batta su questo tasto e che non smetterò mai di batterlo. Perché la QM (Questione Maschile) è INNANZITUTTO una questione di consapevolezza, che prima di ogni altra cosa riguarda il foro interiore degli uomini, la loro condizione psicologica e il loro livello evolutivo.
Questo è il vero grande scoglio che dobbiamo affrontare. Fino ad ora ciascuno di noi si è “risvegliato” autonomamente, attraverso un percorso interiore, personale e individuale. E’ importante, certo, ma non sufficiente. Dobbiamo riuscire a far sì che questo percorso diventi collettivo. Questa è la grande sfida. Le donne, va riconosciuto, lo hanno compreso ben prima degli uomini (e non è un caso che siamo nelle condizioni in cui siamo). Da questo punto di vista abbiamo tutto da imparare da loro. Molte ritualità (così le consideravamo, e sbagliavamo) e pratiche femministe sono state spesso irrise, penso ad esempio alle cosiddette sedute di autocoscienza. Errore madornale! Proprio quella pratiche (e non solo, ovviamente) sono risultate vincenti e hanno contribuito a costruire quella coscienza di genere di cui al momento gli uomini sono ASSOLUTAMENTE SPROVVISTI.
I risultati sono quelli che vediamo…Quanti milioni di Gas ci sono in circolazione?
Abbiamo un lavoro molto duro davanti a noi. Ma questo già lo avevamo preventivato… (insieme agli inevitabili dileggi… )
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Leonardo: Vero, cosi ognuno potrà farsi erotizzare da chi gli pare e come gli pare, senza divinizzare le donne e tutte le chiacchiere…
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Esattamente. Come più volte emerso, per gli uomini beta la subalternità al femminile nasce, principalmente, dal non riuscire ad appagare con relativa facilità i propri bisogni sessuali, che possono trovare soddisfazione solo attraverso tutta una trafila emotivamente, psicologicamente e, non ultimo, economicamente snervante, che poi si definisce zerbinismo. La liberazione della sessualità in senso lato, che io concepisco come emancipazione della sessualità dalla ragione strumentale odierna e dalle tante incrostazioni ideologiche che la tengono in ostaggio, riportandola alla sua “naturalità”, che non esclude, ma anzi necessita, di un approccio culturalmente evoluto, avrebbe in buona parte risolto diverse problematiche di cui qui si discute.
Perciò non capisco tutti i timori di Armando, i quali potevano essere validi fino a metà del secolo scorso, ma oggi mi paiono superabili. Ribadisco che non parlo di una sessualità animalesca, anche perchè da un essere evoluto qual è quello umano, non si può pretendere, ne sarebbe auspicabile, di vivere superficialmente un momento così delicato qual è quello dell’incontro fisico e intimo tra due persone. Ma in Occidente in questo momento si fa sempre più strada la repressione sessuofobica ad ampio raggio, dalla vita sociale, ai media, alla televisione, che mi pare allontani sempre di più questo obiettivo. Fa ancora eccezione internet, ma anche qui verrà tra non molto sferrata una forte campagna di repressione in nome dei soliti “grandi ideali”. Certo questo è uno dei tanti aspetti di cui si compone quella che è stata definita “questione maschile”, ma non credo possa essere definità di secondaria importanza.
Alessandro(Quota) (Replica)
Sottoscrivo completamente il tuo ultimo intervento, Alessandro. Il contesto sociale e culturale attuale potrebbe essere potenzialmente (ho detto potenzialmente…) pronto per un salto di qualità dal punto di vista del modo di concepire e vivere la sessualità e sono ASSOLUTAMENTE CONVINTO che questo sia uno dei nodi centrali della QM, perché costituisce uno dei crocevia principali, se non il principale, attraverso il quale si realizza quel “matrimonio” strategico fra una parte dell’ontologia femminile di cui parlo anche nel video e la ragione strumentale dominante (per Rino: questo termine l’ho mutuato da Pietro Barcellona, ma non solo, che lo utilizzava correntemente nei suoi testi per definire appunto l’ideologia capitalista dominante).
La vera rivoluzione le donne la faranno (si fa per dire, nessuno farà mai una rivoluzione contro se stesso o per indebolire il proprio potere e la propria posizione di dominio…) il giorno in cui decideranno una volta e per sempre di smettere di avere come baricentro del loro essere e stare nel mondo, nell’ambito della relazione con gli uomini, la loro sessualità. Il giorno in cui l’approccio sessuale sarà un evento naturale, sereno, spontaneo, giocoso, diretto, ludico, tranquillo, libero da qualsiasi altro condizionamento (se mai ci sarà…), come dice Paolo Barnard nei suoi articoli. Il giorno in cui un uomo potrà approcciare con assoluta serenità una donna seduta ad un bar proponendole di fare del sesso, come fosse la cosa più normale del mondo, e soprattutto il giorno in cui una donna sarà capace di fare altrettanto , allora sarà stata fatta una vera rivoluzione.
C’è una scena di un film di qualche anno fa di Woody Allen, dal titolo Vicki Cristina Barcelona, dove il protagonista, nella vita reale l’attore Javier Bardem, si avvicina a due donne sedute ad un ristorante, e le propone, con apparente candore (sicuramente in modo estremamente sincero e diretto) di andare a casa sua per passare il fine settimana “per mangiare, bere, ascoltare buona musica, stare in allegria e fare del sesso”. Una delle due, quella più intraprendente e disinibita, è immediatamente incuriosita dalla proposta dello sconosciuto, anche se in un primo momento non si esprime. L’altra, più tradizionale (finiranno entrambe per innamorarsi di lui), reagisce invece stizzita e gli risponde ringhiosa:”Ma come si permette lei che è anche uno sconosciuto di venire qui con questa faccia tosta a proporci certe cose? Ma non si vergogna? …”. E l’uomo le risponde candidamente e semplicemente:”Non vedo cos’altro potrei fare, vi sto proponendo il meglio di me…”.
Ecco, naturalmente si tratta di un film però, come vedete (e Woody Allen, può piacere o non piacere, ma non è certo un idiota) il tema è sul tavolo…
Naturalmente ora qui si potrebbe riaprire l’ennesima interminabile discussione, con tutte le sue inevitabili e oggettive contraddizioni, sulla relazione fra natura, cultura, ontologia, diversità di genere, condizionamenti, sociali, religiosi, culturali, economici, diversi contesti ecc. . Propongo di lasciar perdere, soprattutto ad Armando 🙂, anche perché ne abbiamo fatte a sufficienza (poi, ovviamente, fate come volete…).
Però, indipendentemente da come la si pensi, NON C’E’ DUBBIO, e ha ragione Alessandro a sottolinearlo, che questa è una questione FONDAMENTALE. E’ il nodo dei nodi, anche perché è il punto dove il femminile tiene incatenato il maschile, come un cane al guinzaglio, con tutti i risvolti di ordine psicologico del caso (ed è evidente che non è un problema circoscritto alla sola sfera sessuale). Negarlo non avrebbe senso.
E’ questa la madre di tutte le battaglie, insieme al percorso di consapevolezza interiore maschile necessario e propedeutico alla trasformazione della realtà, quindi anche dei comportamenti femminili. .
Una cosa è certa. Ferme rimanendo le diversità di natura ontologica fra MM e FF che esistono ed esisteranno sempre, solamente una forte consapevolezza maschile, capace di tradursi in comportamenti concreti, sarà in grado di condizionare e trasformare (sia pure in parte) il modo di essere e di porsi del femminile. Su questo non c’è alcun dubbio. E’ una legge fisica. Volendo fare uno dei miei soliti banali esempi, se io abbandono degli spazi, è matematico che qualcun altro li occuperà, con le sue leggi e le sue regole. Il compito maschile (beta) è oggi quello di riconquistare quegli spazi. O meglio di conquistarli, perché non li ha mai veramente avuti e gestiti…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, la domanda vale solo per le signore. Con i signori bisogna ragionare in un altro modo. Però Gas usa una tattica molto femminile (o femminista? boh, considerato l’eterno solipsismo della mente femminile direi che la seconda qualificazione deriva dalla prima) per esprimere il suo dissenso. Vale a dire: SICCOME A ME QUESTA COSA DI CUI PARLI NON SUCCEDE, ALLORA NON ESISTE; QUINDI TUTTO IL DISCORSO CHE FAI TU E’ SBAGLIATO. Con due corollari che riguardano i soggetti del discorso.
1)IO sono unico e speciale, quindi tu non puoi generalizzare (traduzione: ti nego ogni diritto di parlare) perché se c’è anche solo una eccezione al tuo discorso (e io sono l’eccezione, perché lo dico io), tutto il tuo discorso è sbagliato;
2)TU fai questo discorso perché sei invidioso, rancoroso, intimidito, impaurito, non te la danno mai e comunque, sia chiaro, risulta evidente da quello che dici che CE L’HAI PICCOLO.
Probabilmente Gas, come dici tu, è un machista di quelli che non devono chiedere mai, di quelli che “con le donne bisogna saperci fare”, e allora i casi sono due: o mente dicendo di essere un beta, oppure è davvero un beta, nel qual caso si illude se pensa che le donne arrivino da lui perché “ci sa fare”.
Però il suo atteggiamento mi fa pensare a un altro aspetto di quel retaggio, quel modo di pensare e sentire, che tu ben descrivi nel video e nell’articolo su ciò che paralizza gli uomini. Ed è la convinzione secolare, secondo me del tutto sputtanata, di dover “difendere” le donne. Dico sputtanata perché ormai le donne sanno difendersi benissimo da sole, ma in più esigono la protezione della forza fisica degli uomini senza per questo ritenersi in alcun modo debitrici: così, per diritto divino. Il “machista” è (fra le altre cose) l’altra faccia del linguaggio della vergogna così ben usato dalle femdoministe. E’ la faccia attiva, quella a cui se sei uomo devi fare attenzione ogni volta che esci per strada. Il braccio armato del partito femdominista. Una faccia che negli ultimi tempi si è vista molto bene in azione: quella che prende a bottigliate in testa un altro uomo in un bar o una discoteca, se crede che quell’altro abbia fatto un apprezzamento sulla sua fidanzata. Oppure quella faccia che accorre quando la sua fidanzata dice a un altro uomo “ti uccido”, com’è successo a quel poveraccio che col suo taxi ha investito (per disgrazia, ovviamente) il cane di una stronza. Cosa succede? Lei dice “ti uccido”, il fidanzato arriva e lo uccide.
Uomini che fanno esattamente quello che le donne vogliono: intervengono a loro beneficio. Nominalmente le “difendono”, com’è atavico dovere dell’uomo; in realtà compiono violenza su commissione. Di cui le donne sono mandanti. Non dovrebbe esserci il carcere anche per il mandante di un omicidio, oltre che per l’esecutore materiale?
Vabbe’, sto divagando.
Per tornare a Gas, il fatto che da lui le donne vengano non significa che il problema non esista per una quantità statisticamente significativa di altri soggetti. Inoltre non si capisce cosa c’entri l’obiezione sulle persone sgradevoli. E’ abbastanza evidente che la questione della reciprocità/spontaneità presuppone che le persone coinvolte si trovino reciprocamente gradevoli, e non in termini assoluti, ma ciascuna rispetto all’altra. Se io fossi guercio e gobbo, e per un caso fortuito della vita incontrassi qualcuno a cui piacciono i guerci gobbi, rimarrebbe comunque il problema della reciprocità/spontaneità. Probabilmente dovrei comunque corteggiare e riempire di complimenti questa ipotetica appassionata di guerci gobbi, nella speranza di cuccare.
O magari no. Se fossi guercio, gobbo e beta, ma ci sapessi fare come Gas, cuccherei comunque. E QUINDI questo sito e tutte le discussioni che comprende non servono a niente.
Vero o no?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Sono reduce da un incontro imprevisto e casuale con un amico, responsabile in una organizzazione di volontariato, che mi ha detto quanto segue:
“Sai quali sono i casi di sofferenza umana fra i più gravi, numerosi e difficili che oggi siamo chiamati a risolvere? quelli dei maschi ( e delle loro famiglie) che sposano una certa tipologia di donne (straniere e non) le quali si muovono ormai appoggiandosi a studi legali specializzati nel costruire rapporti/matrimoni di rapina. Non hai idea quali livelli di preparazione giuridica queste ragazze, apparentemente ingenue, si preoccupano di raggiungere quando si prospetta la possibilità di avere rapporti sessuali con un maschio. Tra le femmina e il maschio non c’è partita. Sono ormai presenti uffici legali che hanno come finalità aiutare queste femmine ad espropriare e fare legalmente a pezzi i maschi (e le loro famiglie di origine). Ormai, quando uno si presenta a noi chiedendo aiuto perchè distrutto da una situazione del genere, non ha nemmeno bisogno di parlare: sappiamo già prima che apra bocca le procedure rigorosamente legali che sono state applicate a suo danno e l’esproprio e/o la galera che ne è conseguito”.
Beppe(Quota) (Replica)
Avete mai visto o sentito una donna che in simili circostanze si rivolge ad un’altra che magari sta parlando di oppressione maschilista, dicendole“Tu dici queste cose perché sei una sfigata e gli uomini non ti cagano”. Mai visto né sentito. Ripeto, può accadere in un litigio o in una micro competizione interna fra due donne ma mai in frangenti dove è in discussione la questione di genere(fabrizio)
vero nella stragrande maggioranza dei casi ,però qualche crepa la si vede pure li …seguendo anche i blog femministi ,mi sono imbattuto in questa diatriba tra le “sexy car wash!”(praticamente quelle che si strusciano sulle automobili) e le femministe ,e non sono state molto tenere ,anzi per niente ,se per l’uomo si usa spesso lo sfigato e il segaiolo ,per le donne è la zitella circondata da gatti ,senza contare l’invidia di non avere il fisico adatto a quel ruolo …..http://comunicazionedigenere.files.wordpress.com/2011/08/offese2.png
spero si veda la discussione …..
non è un male ,a mio avviso ,queste “diatribe” tra donne ,perchè cosi si rompe un muro ,quello che tentiamo di fare noi ,parlando di questione maschile ..
piu consapevolezza degli uomini ,meno omertà delle donne ,potrebbe essere un buon inizio
mauro recher(Quota) (Replica)
Fabrizio
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Non dobbiamo scambiare la naturale competizione fra donne per primeggiare, per essere più attraenti o per ricevere attenzioni da questo o quell’uomo rispetto ad una loro amica o collega, per divisione interna. Queste sono frattaglie che riguardano o possono riguardare la vita quotidiana di questa o quella donna. Ma quando si tratta di difendere il genere tutte le donne, nessuna esclusa, fanno fronte comune. Avete mai visto o sentito una donna che in simili circostanze si rivolge ad un’altra che magari sta parlando di oppressione maschilista, dicendole“Tu dici queste cose perché sei una sfigata e gli uomini non ti cagano”. Mai visto né sentito. Ripeto, può accadere in un litigio o in una micro competizione interna fra due donne ma mai in frangenti dove è in discussione la questione di genere.
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E’ proprio così.
Infatti, a differenza degli uomini che generalmente sono molto empatici verso le donne ma pochissimo verso i propri simili, le donne non sono quasi per niente (spesso per niente) empatiche verso gli uomini ma MOLTISSIMO nei confronti delle proprie “sorelle”.
Daniele(Quota) (Replica)