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Reciprocità e spontaneità sono due concetti che la grande maggioranza delle donne non sa neanche cosa siano. Per lo meno per quanto riguarda il rapporto con i maschi non dominanti (beta), cioè la grande maggioranza degli uomini, che è quello che a noi interessa.
Tradotto in parole ancora più povere, se gli uomini (beta) non si proponessero, non andassero di loro propria iniziativa verso le donne, l’incontro fra i due sessi non avverrebbe mai, non avrebbe neanche luogo. Detto in modo più rozzo ma forse ancora più efficace, se anche gli uomini adottassero gli stessi comportamenti delle donne, l’umanità si sarebbe estinta già da un bel po’ di tempo.
Questa, ad una prima rapidissima lettura, potrebbe sembrare un’affermazione sopra le righe. Ma in realtà così non è. Ed è il semplice buon senso, l’esperienza quotidiana e l’osservazione della realtà che ce lo dicono. Probabilmente saremo tacciati di scarsa scientificità ma francamente questa accusa o questa critica ci interessa molto poco, se non per nulla. Riteniamo infatti che nelle scienze sociali e soprattutto nelle questioni che attengono l’essere umano, di scientifico ci possa essere ben poco. Crediamo anzi che il presunto riferimento alla scienza che troppo spesso nella storia è stato fatto per dimostrare la validità di teorie filosofiche (in taluni casi anche valide, a nostro giudizio) sia stato per lo più strumentale e finalizzato a rafforzare la validità di quelle stesse tesi. Cosa che, a nostra modesta opinione, ha ottenuto il risultato opposto e contrario a quello che si voleva ottenere. E quelle stesse teorie che in questo modo si volevano rafforzare, ne sono uscite fortemente indebolite.
Con questo non vogliamo neanche, da una posizione speculare, esaltare il valore dell’ esperienza empirica e considerarla come la sola fonte di conoscenza. Preferiamo laicamente posizionarci su una posizione di equilibrio e di buon senso verificando, con gli strumenti di cui disponiamo, la nostra capacità analitica, la statistica, la ricerca sociologica e storica, l’osservazione lucida dei fatti, e naturalmente anche l’esperienza empirica, la veridicità o meno di questa o quella affermazione o teoria.
E sulla base di queste considerazioni testè fatte, ci sembra assolutamente verosimile confermare la tesi contenuta all’inizio di questo articolo: e cioè che nel rapporto fra uomini e donne non c’è alcuna reciprocità. Nella grande maggioranza dei casi sono gli uomini ad andare verso le donne. E’ molto raro che accada il contrario e quando ciò accade significa che l’uomo o gli uomini in questione sono maschi alpha, cioè uomini appartenenti alle elite dominanti. Ma questa è appunto l’eccezione che conferma la regola e la nostra analisi.
Noi riteniamo che questo aspetto dell’ontologia e/o della cultura e del modo di essere femminile, che normalmente viene considerato dalla grande maggioranza degli uomini come un fatto più o meno naturale, scontato e dato per acquisito, sia in realtà uno dei più significativi, e anche dei più gravi, del manifestarsi delle donne nel mondo.
Ma cosa nasconde l’incapacità/non volontà/riluttanza/diffidenza/fastidio/ e il più delle volte addirittura l’insopportabilità, per le donne, ad andare verso gli uomini?
Innanzitutto l’incapacità di relazionarsi con l’altro da una posizione di parità. Pretendere che sia sempre e solo l’altro a fare il primo passo significa porsi automaticamente in una posizione di potere nei confronti dell’altro. Se l’altro si muove è evidente che sta già manifestando un interesse nei confronti dell’altra e quindi le sta già di fatto conferendo un potere. Il fatto stesso che egli si muova per primo, manifestando di fatto il suo interesse, la pone in una posizione di vantaggio (e di potere) nei suoi confronti. Non solo. Nel momento in cui è l’uomo, sempre e comunque, a proporsi, è la donna che si trova oggettivamente nella posizione di chi decide. Di nuovo il concetto di potere, che torna sistematicamente e implacabilmente ogniqualvolta si affronta questa tematica. Ma accanto al concetto di potere entra in ballo in questo tipo di relazione anche quello di “dovere”. Inteso non nel senso più nobile del termine (come l’adesione ad un sistema di valori o di regole etiche) ma piegato e deformato alle esigenze del “potere”. Se infatti si dà per scontato e per acquisito, in base ad una sistema di regole non scritte ma universalmente riconosciute, che debba essere sempre e comunque l’uomo a proporsi, è evidente che il concetto di “dovere” viene a legarsi indissolubilmente a quello di “potere”. Quindi l’uomo deve proporsi, deve andare versus la donna. Se non lo fa è praticamente condannato alla solitudine affettiva (ammesso che su questi presupposti si possa veramente costruire una relazione autenticamente affettiva…) e alla totale assenza di vita sessuale.
Naturalmente non è affatto detto che proponendosi egli ottenga il risultato sperato, anche perché è la donna che dice l’ultima parola, né potrebbe essere altrimenti, date le circostanze.
Ma non è tutto. Non solo l’uomo ha l’obbligo (anche se non scritto) di proporsi ma lo deve fare anche secondo schemi e modalità gradite alla controparte. Deve insomma mettere in atto una serie di comportamenti al termine dei quali la donna, laddove valutasse tali comportamenti gratificanti e sufficienti, potrebbe decidere di concedersi, sempre secondo tempi e modalità che verranno da lei decisi e determinati.
Ma non è finita. Quali saranno i criteri di selezione che la donna, nella grande maggioranza dei casi, sceglierà di seguire per decidere un eventuale partner? Naturalmente quelli dell’ordine sociale dominante. E ci sentiamo di affermare con una notevole dose di certezza, sia pur empirica, che tra un uomo più vicino per una serie di caratteristiche di ordine sociale, economico o di provenienza familiare alla categoria dei dominanti (alpha), e un uomo decisamente appartenente alla categoria dei non dominanti (beta), ella sceglierà nella quasi totalità dei casi, il primo.
Naturalmente, in questo frangente specifico, non stiamo parlando di un maschio alpha doc, ma di qualcuno che nella scala gerarchica sociale, maggiormente gli si avvicina o gli assomiglia, anche se per difetto. Infatti, anche in questo caso, come abbiamo visto, stiamo parlando di un uomo che deve comunque proporsi.
Cosa che non avverrebbe mai se fossimo in presenza di uomini effettivamente dominanti (alpha). D’altronde, come abbiamo già avuto modo di analizzare nell’articolo “Natura e Cultura. Un nodo irrisolvibile”, in questo caso specifico il rapporto fra uomini e donne si inverte completamente in favore dei primi e la relazione fra i sessi viene a capovolgersi totalmente.
Ma il concetto di dovere è l’esatto contrario di quello di “piacere”, sul quale dovrebbe invece secondo noi fondarsi la relazione fra i generi. E’ evidente che se si fa una cosa per dovere, sarà assai difficile che la si faccia anche per piacere. Può succedere talvolta che ciò accada, ma certamente non è la regola. E in ogni caso, se la si fa innanzitutto per il proprio piacere, il concetto di dovere viene ad essere automaticamente disinnescato.
Ma può essere piacevole una cosa che si deve fare perché è stata aprioristicamente prestabilita secondo schemi e regole preconfezionate?
E cosa può esserci di spontaneo in questo? Nulla, dal momento che è uno schema prestabilito a priori. Se ci fosse spontaneità questo sistema di regole non esisterebbe affatto e gli uomini e le donne si incontrerebbero appunto spontaneamente, nel sereno, naturale, libero e reciproco gioco amoroso.
Ma è evidente che in questo modo i concetti di reciprocità e di spontaneità sono stati assassinati in favore di quelli di potere e di dovere.
Ma se la reciprocità e la spontaneità sono state assassinate, è altrettanto evidente che il delitto è stato perpetrato anche nei confronti della possibilità di una relazione autentica fra gli uomini e le donne. Che infatti al momento, tranne le solite rare eccezioni che confermano la regola, non esiste.
Se paradossalmente, applicassimo queste logiche anche all’altra grande questione umana, l’amicizia, avremmo commesso l’ennesimo delitto.
Ma l’amicizia, per nostra fortuna, è relativamente immune da queste stesse logiche. E questo perché l’amicizia, se è autentica, non può che fondarsi su di una scelta libera, spontanea, sull’empatia reciproca, sulla condivisione, sulla comune visione del mondo, sul piacere di stare assieme e di godere della presenza dell’altro/a in modo fine a se stesso. Ma nell’amicizia non è previsto lo scambio sessuale né lo scambio di alcun genere. Non vige insomma la regola del do ut des che è stata invece applicata alla relazione fra i generi.
Ma dal do ut des, cioè dallo scambio di fatto strumentale, non potrà mai scaturire amicizia, che può nascere solo da un rapporto all’insegna della reciprocità, della spontaneità e della autenticità fra gli individui.
Come vediamo, il circolo diventa sempre più vizioso/virtuoso, a seconda dei punti di vista dai quali lo osserviamo.
Come Movimento degli Uomini Beta, ci proponiamo di lavorare per combattere queste concezioni deviate e devianti ma purtroppo tuttora imperanti.
Il nostro orizzonte è quello di una società di uomini e donne liberi/e ed eguali, dove la relazione fra i generi sia libera da tutti questi legacci, condizionamenti e sovrastrutture e all’insegna della reciprocità, dell’autenticità, della spontaneità, della libertà, e del libero e sano gioco affettivo e sessuale.
Solo tornando a concepire la sessualità per quello che è e dovrebbe essere, cioè un gioco naturale e spontaneo, e non come uno strumento di gestione, controllo e dominio dell’altro, sarà possibile costruire una relazione sana ed evoluta fra gli uomini e le donne.
Il nostro appello è INNANZITUTTO rivolto a tutti gli Uomini Beta affinché prendano coscienza della situazione e adottino comportamenti conseguenti, tesi a modificare sostanzialmente anche i comportamenti femminili.
Ma ci rivolgiamo altresì alle donne non appartenenti alle elite dominanti, sollecitandole a riflettere sul ruolo che hanno scelto e scelgono di recitare, invitandole ad uno scatto di dignità e di amor proprio e al rifiuto di quelle logiche strumentali, avvilenti, aberranti e antiumane, che abbiamo descritto.
Le invitiamo a smettere di scimmiottare i modelli dominanti e ad allearsi con gli Uomini Beta per costruire assieme una realtà diversa.
Saremo felici, in questo caso, di averle con noi, al nostro fianco.
Fabrizio Marchi
862 Commenti
“la Prima Guerra Mondiale è stata un affare privato fra ricchi dove a morire sono stati spediti i poveri (per conto dei ricchi…)”
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Esatto. E non solo in quella.
E aggiungo che gli antichi romani, che tutto erano fuorché dei coglioni, solevano dire:
“si vis pacem, para bellum”
sandro(Quota) (Replica)
Ho finto di non capire del tutto in quanto, effettivamente, temo che qualcosa mi sfugga.
Quello che mi pare di capire è che Ckkb ipotizzi la presenza profonda di una condizione originaria
prestorica, costitutiva della maschilità stessa, come fonte di una “missione universale del maschile” che in quanto tale non si realizza ma anzi viene tradita dai conflitti e dalle divisioni (tra cui quella di classe) di cui pure la storia è intessuta e persino – direi – strutturata. Una chiamata metafisica alla collaborazione il cui fine è la costruzione del mondo stesso, delle forme di tutto ciò che esiste (che, in effetti, senza forma, non può esistere). Una fondamentale vocazione cui tutti i maschi sono chiamati al di là e oltre ogni divisione e conflitto in ogni tempo e luogo.
In questa prospettiva mi pare di poter leggere al tempo stesso una sfida e un pericolo.
La sfida – positiva e solare – consiste nel ricordare agli UU il valore specifico del loro modo di essere, non vicariabile dal femminile, segnalando che il mondo senza di essi non sarebbe mai esistito e non potrà esistere. Con ciò si annuncia alle nuove generazioni quel che a nessuno di noi era stato neppure suggerito: non c’è mondo senza gli UU. Affermazione tanto vera da sempre. quanto “scorretta” oggi e perciò tanto più necessaria. Ragioni, forme, origini, contenuti, condizioni e limiti di quella vocazione specifica all’universale dovranno essere chiarite (sul tema prenoto un posticino a tavola). Ma vi vedo anche un pericolo.
Creazione/distruzione e conflitti.
Di fatto sul pianeta si è sviluppata una storia. Ovvero, per dirla apertamente “vi è stato e vi è qualcosa anziché il nulla” il che indica che la costruzione ad opera di M (con la conservazione che è opera di F) ha prevalso sulla distruzione che è l’altra faccia di M (e sull’incuria che è l’altra faccia di F). Sino ad oggi l’esistente ha prevalso sull’inesistente. Dunque la missione maschile non è (sin qui) stata tradita. Ma la storia è stata un susseguirsi di conflitti (o forse è addirittura conflitto in se stessa) latenti o conclamati Conflitti verticali, tra etnie, culture e religioni (= sistemi simbolici), élites, sistemi economici etc. e conflitti orizzontali tra quelle che chiamiamo classi sociali. Due piani (verticale/orizzontale) spesso intrecciatisi ma per lo più separati in quanto potenzialmente antitetici (virtuali negazioni l’uno dell’altro)*. E qui risiede il pericolo in quanto la natura conflittuale della storia, in particolare nel suo taglio orizzontale, non può essere né negata né offuscata. Nel senso che ogni negazione e dissimulazione di questo conflitto è essa stessa parte del conflitto, giacché opera come accecante rimozione di una realtà universale che tocca direttamente anche la QM, secondo la formula che essa QM colpisce tutti gli uomini ma non tutti nello stesso modo e alla stessa profondità**.
Non credo che questo sia negli intendimenti di Ckkb, ma è una possibilità interpretativa che interessatamente qualcuno potrebbe adottare.
Meno ancora penso che egli intenda avanzare l’ipotesi di una condizione umana (e maschile) intrinsecamente aconflittuale, irenica, che confliggerebbe con il significato simbolico del Peccato Originale (che a Ckkb certo non sfugge), con l’insegnamento che esso ci dà relativamente alla irriducibilità del male negli esseri umani, alla impossibilità di eradicarlo, male di cui la divisione in classi è espressione (una delle tante). La quale, in quanto a origine, deve bensì essere assegnata a condizioni sistemiche storiche che trascendono le intenzioni di singoli e gruppi, ma il cui persistere millenario e la cui accettazione/difesa storica ininterrotta devono nondimeno essere attribuite all’indifferenza umana per il male inflitto agli altri. Indifferenza alla sorte altrui: come dire, la definizione stessa del male.
Rn
* Chiarirò in futuro il senso di ciò che intendo.
**Altra cosa è stabilire oggi le appartenenze alle diverse classi, nella nostra società e/o tra la nostra e le altre. Stabilire ad esempio (guardando al solo piano economico, delle sicurezze, delle garanzie etc.) se appartenga alla classe privilegiata l’imprenditore di Noale che brucia tutto nel fallimento della sua piccola impresa e si suicida, o non piuttosto la vedova del funzionario del catasto morto anzitempo, che vive da signora con 2.000 al mese con la fondata speranza di superare i 90, assistita da un sistema e da una tecnologia sanitarie – gratuite – che neanche Ramsete II … Etc. etc. Se ne può discutere (a mio parere se ne dovrà discutere).
Rino(Quota) (Replica)
Certo, Fabrizio, su questo non discuto. Mi riferivo semplicemente a quanto è ritenuto evidente e naturale che un uomo sia carne da cannone, a prescindere da quello che può fare per l’umanità. E quindi mettiamo un lanciafiamme in mano al poeta, mandiamo lo scienziato alla carica con la baionetta. In fondo sono soltanto uomini.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
X Ermenegildo
Scusa se dissento, e mi scusino pure gli altri, ma io mi sono veramente rotto di questa leggenda urbana – propagandata da tanti uomini italiani – secondo i quali le donne straniere sarebbero “una razza superiore”, pertanto “nettamente migliori delle italiane”. Non sto asserendo che le italiane siano delle “donne magnifiche”: tutt’altro. Trovo però insopportabile che si voglia far passare l’idea che all’estero sia “tutto meraviglioso” e che le donne di altri paesi siano “dolci, facili e sempre disponibili”.
Ma basta, per favore! Guarda che non parlo per sentito dire, bensì per esperienza diretta, dato che pure io ho viaggiato un po’ in questo schifoso mondo. Ti rammento che la natura femminile è la medesima ovunque (così come lo è la natura maschile).
Andrea(Quota) (Replica)
(Ermenegildo)
@
Tutti gli uomini dovrebbero osservare e seguire scrupolosamente l’deale di fare un figlio con una bella donna, e come tutti sappiamo le italiane tutto sono (in negativo) ma non belle, ricordate le tante leggi dello scenziato Mendel?…una di queste così riassunta citava:
– da una donna brutta nascerà un figlio/a brutto, basso, debole, predisposto a malattie, ecc..
l’importanza di fare un figlio con una bella donna è fondamentale, la nostra razza è propriamente inferiore, proprio per la cattiva abitudine di procreare tra noi, la nostra razza non si è mai e dico mai migliorata.
Un bambino che nascerà da una donna di razza superiore, (Russa/ polacca, ucraina/ svedese/ finlandese/lappone ecc..) avrà piu’ successo nella vita, perchè sarà bello, avrà piu’ opportunità di trovare un buon lavoro, di avere tante donne..
allora mi chiedo perchè stiamo qui a discutere , quando quello che dovreste fare tutti voi è.. ESPATRIARE..
@
Ermenegildo, una domanda: tu sei un bell’uomo? Te lo chiedo perché suppongo che dovresti essere italiano come tutti noi, e pertanto nato da una madre italiana (sto sempre supponendo) sicuramente brutta, essendo la suddetta di “razza non ariana”… Ragion per cui tutto puoi essere tranne che bello come un finlandese, uno svedese o un russo…
http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/mengele.htm
Sicché, essendo esteticamente sgradevole come tutti noi, non avrai avuto successo in ambito lavorativo e consequenzialmente con le donne…
O no?
Simone M.(Quota) (Replica)
http://www.cinziaricci.it/resistenze/galleria06-note.htm
EUGENETICA
Con il termine eugenetica ci si riferisce a quella disciplina pseudoscientifica volta al perfezionamento della specie umana attraverso lo studio, la selezione e la “promozione” dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi (eugenetica positiva) e la rimozione di quelli negativi.
L’eugenetica ha una storia antica, a Sparta i bambini nati con malformazioni venivano gettati dal monte Taigete, ad Atene venivano abbandonati, nell’antica Roma esistevano pratiche simili. Platone, nella Repubblica utopica da lui descritta, vuole che non siano curati e allevati (quindi lasciati morire) bambini che nascano privi delle qualità ottimali, come pure che i malati inguaribili non vengano più curati dal medico perché non farebbe altro che “rendere lunga e penosa la vita dell’uomo”. Lo storico francese Jean Dumont descrive gli eccidi eugenetici di prostitute e di ritardati mentali, perpetrati nelle prigioni rivoluzionarie francesi del 1792. C’è stato un crescendo che ha avuto nell’epoca recente una recrudescenza di vaste proporzioni, un’idea terribilmente sbagliata di cui gli uomini ancora oggi non si sono liberati.
Negli anni sessanta dell’Ottocento l’eugenetica comincia ad affermarsi grazie a Francis Galton (cugino di Charles Darwin) che teorizzò il miglioramento progressivo della razza secondo criteri analoghi a quelli dell’evoluzione biologica. Galton ideò anche il termine, traendolo dal greco classico.
Ad inizio Novecento, anche grazie all’impegno di soggetti come la Fondazione Rockefeller e la Massoneria di Rito Scozzese, l’Inghilterra divenne il centro della diffusione delle teorie eugenetiche. Nel 1912 si tiene a Londra il primo congresso internazionale, con la presenza di una folta delegazione di “scienziati” italiani, ispirati anche dalle teorie degenerazioniste di Cesare Lombroso.
Le società di eugenetica sociale nate in Europa e negli Stati Uniti, come la Britain’s Eugenics Society e l’American Eugenics Society, aderirono tutte al paradigma ereditarista, rafforzato dal diffondersi del mendelismo. Promossero l’istituzionalizzazione dell’eugenica come nuova teoria sociale, il cui scopo era la salvaguardia e il miglioramento del patrimonio biologico della specie umana. Tra i primi paesi ad applicare la sterilizzazione forzata c’è gli Stati Uniti dove nel 1898 lo Stato del Michigan esaminò la proposta di legge per la castrazione di malati mentali, epilettici e criminali recidivi. W. Duncan McKim, nel suo libro Heredity and Human Progress del 1899, propone di sopprimere quanti non erano degni di procreare impiegando il gas dell’acido carbonico.
Molti genetisti rinomati sostenevano l’eugenetica negli USA. Intorno al 1906 e 1915, la maggior parte dei genetisti erano attivi nella divulgazione come, per esempio, tutti i membri del primo comitato editoriale della principale rivista scientifica “Genetics”. L’eugenetica divenne una disciplina scientifica a tutti gli effetti. Gli scienziati cominciarono a parlarne anche in riviste di larga diffusione come “Popular Science” che negli anni ’10 riportava molti di questi articoli; in una relazione sulle “psicopatologie degli ebrei”, il Dottor Wilson affermava che essi sono fra le razze più promiscue e predisposte alle psicopatologie e li poneva al secondo posto nella lista degli immigrati per “inferiorità mentale”.
Nel 1910 Charles B. Davenport (tra i fondatori dell’ecologia) fondò il più importante centro americano per la ricerca e la diffusione della dottrina eugenetica, l’Eugenics Record Office che promosse la sterilizzazione dei “non idonei” alla riproduzione perché portatori di tare ereditarie. Nel 1924, con il “Johnson Act” (Immigration Restriction Act) l’America, in armonia con i principi del movimento eugenetico americano, limitava i flussi d’immigrazione per difendere la propria purezza razziale dai popoli dell’area del Mediterraneo e dell’Europa dell’Est, per una presunta inferiorità biologica. Theodore Roosevelt, membro del del circolo di Osborn e cofondatore del Boone and Crockett Club (B&C, Club fondato dall’evoluzionista e convinto razzista Henry Fairfield Osborn, la prima associazione ambientalista degli Stati Uniti) , 26esimo Presidente degli USA disse: «(…) il primo dovere di ogni buon cittadino, uomo o donna, di giusta razza, è quello di lasciare la propria stirpe dopo di sé nel mondo; e non è di alcun vantaggio consentire la perpetuazione di cittadini di razza sbagliata… spero ardentemente che agli uomini disonesti sia impedito del tutto di procreare (…)».
In oltre mezzo secolo la California ha sterilizzato 60 mila malati di mente. Questa pratica riguardava non solo i malati mentali ma anche delinquenti recidivi, violentatori, alcolisti, prostitute, malati cronici, poveri, portatori di tare ereditarie – in generale, persone ritenute deboli, inutili, indesiderate. È del 1907 la prima legge che autorizza la sterilizzazione forzata nello stato dell’Indiana, segue nel 1909 la California, che, con una legge ulteriore del 1913, prevede la sterilizzazione degli ospiti degli ospedali psichiatrici e delle prigioni. L’esempio dell’Indiana e della California è seguito da più della metà degli stati fino agli anni trenta.
In fondo Hitler ha applicato quanto gli americani avevano già da tempo teorizzato e fatto, in particolare s’ispirò al libro dell’antropologo razzista Madison Grant The Passing of the Great Race (1916) che considerava la sua Bibbia.
Alcuni stati si sono distinti per un maggior impegno in tal senso, con una legislazione eugenetica non solo positiva, mirante cioè ad indirizzare le scelte riproduttive (vedi Progetto Lebensborn), ma anche negativa, ovvero tesa alla rimozione forzata dei caratteri considerati negativi.
Ecco il numero di vittime i cui “caratteri negativi” sono stati rimossi forzatamente:
• Germania, 1933-1941: oltre 400.000
• Stati Uniti, 1899-1979: circa 65.000
• Svezia, 1934-1976: 62.888
In Svezia, tra il 1935 e il 1996, sono stati sterilizzati circa 230.000 tra handicappati, malati mentali e asociali, delinquenti, minoranze etniche, indigeni di razza mista e prostitute, tutti accusati di pesare sull’assistenza pubblica e di essere portatori di malattie e di stili di vita dagli alti costi sociali. La sterilizzazione coattiva è rimasta in vigore fino al 1976, anno in cui una nuova legge rende obbligatorio il consenso degli interessati. Nel maggio del 1999, il Parlamento svedese ha deciso di indennizzare le vittime della politica di sterilizzazione forzata condotta dal 1934 al 1975. La Svezia è stato il primo paese a fondare, nel 1921, un Istituto statale di biologia razziale.
• Finlandia, 1935-1970: 58.000
• Norvegia, 1934-1977: 40.891
• Danimarca, 1929-1967: 11.000
• Canada, 1928-1972: circa 3.000
• Francia: circa 15.000, quasi esclusivamente donne considerate pazze e internate nei manicomi
• Svizzera, 1928-1985: circa 1.000
In Svizzera, inoltre, tra il 1926 e il 1972, oltre seicento bambini jenisches (zingari) sono stati sottratti forzatamente alle loro famiglie dall’Opera di soccorso “Enfants de la grand-route” che aveva il compito di sradicare il nomadismo. Questi bambini sono stati collocati presso famiglie affidatarie, negli orfanotrofi, incarcerati o internati in ospedali psichiatrici. Furono praticate anche sterilizzazioni forzate. Vi erano 35.000 jenisches, ne sono rimasti 5.000. In Europa 500.000 zingari sono stati sterminati durante la seconda guerra mondiale.
Le leggi eugenetiche furono votate pressoché ovunque a stragrande maggioranza. Le forze politiche di ogni orientamento furono concordi sull’utilità delle pratiche di sterilizzazione, per il miglioramento della razza, o per motivi demografici ed economici. In particolare in Svezia e Finlandia la gestione del welfare state portò a scegliere interventi di questo tipo per ridurre il carico degli assegni di maternità. Negli Stati uniti ad essere sterilizzati era chi veniva dichiarato debole di mente, pazzo, idiota, imbecille, criminale-nato, o addirittura epilettico, moralmente degenerato o sessualmente pervertito.
Oltre alle sterilizzazioni vi erano le politiche che miravano a favorire la riproduzione tra soggetti “adeguati”, ad esempio il divieto di matrimonio tra “adatti” e “inadatti”. Misure eugenetiche positive più o meno blande sono state prese pressoché ovunque. Negli Stati Uniti, la violazione delle regole sul matrimonio era punita con fino a 10 anni di reclusione.
Il regime fascista, nonostante la vicinanza con alcuni scienziati sostenitori dell’eugenetica, non prenderà mai misure sostanziali di questo tipo. Solo alcuni provvedimenti legati alla politica di espansione demografica hanno tentato di proporre una disciplina morale che portasse al “miglioramento della razza”. Posizione perfettamente in sintonia con il parere della Chiesa, che non vedeva di buon occhio i provvedimenti eugenetici ma apprezzava la proposta di igienizzazione “morale” al fine del “miglioramento razziale”.
Dopo la caduta del fascismo e proprio per la mancanza di normative specifiche, in Italia si è praticata la sterilizzazione di alcune categorie sociali e in particolare si è intervenuti su giovani donne con handicap mentale. Il professor Pinkus, coordinatore del gruppo di lavoro sulla sterilizzazione del Comitato Nazionale per la Bioetica, stima che tra 1985 e il 1999 (anno di pubblicazione del documento del CNB) siano stati sterilizzati almeno 6.000 disabili psichici.
STERILIZZAZIONE COATTA (1933 – 1939)
L’attuazione della «Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie») prevedeva la sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di malattie ereditarie – o supposte tali – tra le quali schizofrenia, epilessia, cecità, sordità, corea di Huntington, deficienza mentale e alcoolismi cronico. I candidati erano individuati nelle case di cura, negli istituti psichiatrici, nelle scuole per disabili e nelle prigioni. Speciali Erbgesundheitsgerichten («Tribunali per la sanità ereditaria») formati da tre membri (due medici e un giudice distrettuale), avevano il compito di esaminarli e giudicarli per avviarli alle sale operatorie. I responsabili degli istituti (medici, direttori, insegnanti, ecc.) avevano l’obbligo di riferire ai funzionari dei Tribunali, in palese violazione del codice deontologico, il nome di chi rientrava nelle categorie da sottoporre a sterilizzazione. Nonostante le numerose proteste, si stima che tra il 1933 ed il 1939 siano state sterilizzate 200.000 – 350.000 persone. La legge fu utilizzata, in alcuni casi, a scopo punitivo contro donne considerate colpevoli di prostituzione e, nonostante la mancanza di senso logico, furono anche sterilizzate persone affette da disabilità non ereditarie. Martin Bormann, stretto collaboratore e successivamente segretario privato di Hitler, fece circolare una direttiva nella quale era specificato che in una diagnosi di debolezza mentale era necessario tener conto del comportamento politico e morale della persona esaminata, una chiara allusione alla possibilità di colpire i nemici del Partito attraverso il provvedimento e di soprassedere invece nel caso opposto. La Chiesa cattolica, pur deplorando il provvedimento, si tenne in disparte limitandosi a chiedere che i medici cattolici fossero dispensati dall’applicazione della legge.
IL CASO SVEDESE
I paesi dell’area scandinava potevano vantare, agli inizi del Novecento, una delle principali comunità di eugenisti presenti nel panorama mondiale. Tra di essi Lundborg, il cui attivismo aveva portato nel 1922 alla costituzione, a Uppsala, dell’Istituto svedese di Biologia Razziale, un’istituzione nel suo genere unica al mondo fino a quel momento, ed il norvegese Mjøen, a lungo massima autorità europea in materia di eugenetica. Le politiche di sterilizzazione, varate tra il 1929 ed il 1935 in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, negli anni successivi avranno tra loro parecchie similitudini, a loro volta determinate dalla condivisione di un medesimo modello culturale, sociale ed economico. In tutti i casi si cercherà di legittimare le teorie pseudoscientifiche sulla degenerazione, ma nella realtà saranno le ragioni del Welfare State a prevalere. Tra questi paesi, la Svezia è probabilmente il caso più eclatante, considerando il posto che ha occupato, nell’immaginario collettivo, in relazione a presunti archetipi di “progresso” e “civiltà”.
Anche in Svezia il motivo della bonifica dagli elementi biologicamente tarati rimarrà in seguito ridondante nella propaganda eugenetica, ma il ricorso alle retoriche degli svedesi “di serie A” servirà da mero pretesto, mascherando un intervento repressivo di ordine socio-economico che teneva in considerazione, molto più che fattori razziali, un paradigma di “buona cittadinanza” plasmato nel rispetto di un’etica calvinista e puritana. Le pressioni esercitate in tal senso dall’ala riformatrice guidata da Gunnar ed Alva Myrdal furono decisive nel dare un taglio ‘socialdemocratico’ all’eugenetica svedese. Nel 1934 è varata la prima legge svedese per la sterilizzazione eugenetica, poi estesa nel 1941 a nuove categorie di marginali. L’obiettivo era di eliminare dal ciclo riproduttivo gli individui moralmente ed economicamente incapaci di assicurare ai propri figli un’educazione “appropriata”.
La macchina sterilizzatoria svedese ebbe come suo principale, quasi esclusivo bersaglio, le donne. L’eccessiva prolificità venne stigmatizzata sia come deleteria per l’ethos collettivo, sia per il bilancio pubblico, prevedendo il Welfare-State un sistema di assegni di maternità. Delle oltre 60.000 sterilizzazioni effettuate in Svezia tra il 1934 ed il 1976, anno in cui la legge eugenetica venne definitivamente accantonata, circa il 95% riguardano donne. Risentire di uno stato depressivo, alzarsi tardi al mattino, avere amicizie maschili, parlare liberamente in pubblico della propria vita sessuale, seguire svogliatamente le lezioni scolastiche o le funzioni religiose, o semplicemente andare a ballare, divennero atteggiamenti potenzialmente destabilizzanti. Atteggiamenti da stigmatizzare e reprimere attraverso la sterilizzazione, la cui necessità era decretata da compiacenti diagnosi di “schizofrenia”, “devianza”, “irresponsabilità morale” opportunamente formulate dai medici al servizio dell’organigramma normalizzatorio svedese.
PROGETTO LEBENSBORN
Il Progetto Lebensborn (eugenetica positiva) fu uno dei diversi programmi avviati per realizzare il folle proposito di preservare e/o fondare una società composta esclusivamente da individui di “pura razza ariana”. Solo a conclusione della seconda guerra mondiale è stato possibile scoprire che tale programma consisteva nel creare residenze segrete dove far accoppiare individui umani “razzialmente puri” al fine di allevarne la progenie. La maggior parte delle donne selezionate a questo scopo, erano coniugate con i soldati della Wehrmacht, della Luftwaffe o della Kriegsmarine – gli uomini erano ufficiali.
Il progetto ebbe inizio nel 1935 e fu concepito inizialmente per assistere le mogli delle SS durante la gravidanza, ma si trasformò ben presto in un processo di selezione razziale. A partire dal 1938 la sua direzione venne affidata al Persönlicher Stab RFSS, in pratica all’ufficio centrale del personale delle SS. In questo senso il suo ruolo fu modificato. Le sedi del “Lebensborn Eingetragener Verein” (Società Registrata Fonte di Vita) divennero il punto di incontro tra ufficiali delle SS e donne tedesche “razzialmente pure”. Scopo ultimo era la messa al mondo di figli di puro ceppo germanico. Dopo la nascita i bambini venivano separati dai loro genitori e affidati all’organizzazione delle SS che si prendeva cura della loro educazione. Non tutti gli ufficiali delle SS facevano parte al Progetto Lebensborn: l’adesione era volontaria.
All’inizio del 1940, con l’occupazione della Danimarca e, soprattutto, della Norvegia nell’Operazione Weserübung, la Germania nazista ebbe a disposizione i territori sui quali realizzare il progetto. Vennero costruite strutture apposite, ospedali geriatrici e case di degenza, in cui le puerpere potevano portare avanti la gravidanza e partorire i figli in condizioni di vita eccellenti.
Vennero creati istituti in Germania (inclusa l’Austria) a Bad Polzin, Bofferding bei Luxemburg, Gmunden, Hohenhorst, Klosterheide, Nordrach, Pernitz, Schalkhausen, Steinhoering, Wernigerode e Wiesbaden; in Belgio a Végimont; in Danimarca a Copenaghen; in Francia a Lamorlaye; nel Governatorato Generale a Cracovia, Otwock e Varsavia; nei Paesi Bassi a Nijmegen; e in Norvegia a Bergen, Geilo, Hurdalsverk, Klekken, Os, Oslo, Stalheim e Trondheim.
Si stima che i bambini ariani nati nel periodo di occupazione nazista siano stati qualche decina di migliaia. Dopo la fine del conflitto, essi e le loro madri furono ripudiati dal resto della popolazione che li isolò facendoli oggetto di scherno ed odio.
Nell’ambito del Progetto Lebensborn, inoltre, si calcola che siano morti non meno di 5.000 bambini tra il ’39 e il ’44. Oltre agli accoppiamenti selettivi tra persone con caratteristiche razziali ottimali, l’operazione comportò il rapimento di bambini dai territori occupati: 200.000 in Polonia, 50.000 in Ucraina, 50.000 nella regione baltica, un numero imprecisato in Norvegia e Francia e i superstiti del massacro di Lidice in Ceccoslovacchia. Questi bambini furono affidati a famiglie ariane. Coloro che non avevano abbastanza sangue ariano o che non riuscivano ad adattarsi, furono sterminati in Polonia nel campo di Kalish.
IL PROGETTO LEBENSBORN IN NORVEGIA
“Lebensborn” (Sorgente di vita), fu un progetto segreto ideato nel 1935 da Heinrich Himmler per “arianizzare” la popolazione del Reich attraverso l’unione pianificata tra “perfetti esemplari della razza ariana” e donne, anche straniere, che offrivano sufficienti garanzie di “purezza”. La Norvegia era considerata terra “ariana” d’elezione. Al momento dell’invasione, i militari nazisti furono incoraggiati in prima persona da Hitler a fare il maggior numero di figli con le donne del luogo. Dopo la conquista, non meno di 350 mila soldati tedeschi considerati l’elite della purezza “ariana” entrarono in Norvegia ed ogni donna norvegese incinta di uno di essi, purché fosse in grado di provare le origini “ariane” del bambino, aveva diritto ad essere sostenuta finanziariamente e riceveva un trattamento privilegiato. Tra il 1940 e il 1945, nacquero dai 10 ai 12 mila bambini figli di donne norvegesi e soldati nazisti, 6 mila dei quali ospitati in istituti speciali preposti ad allevarli. Qui ricevevano un’alimentazione particolare e venivano educati alla mentalità nazista. Dal 1941 in poi, i bambini nati in seguito al progetto Lebensborn divenivano automaticamente cittadini tedeschi così da poter essere trasferiti in Germania dove avrebbero portato una massiccia dose di purezza nordica. Sarebbero divenuti i superuomini del nazismo, incarnazione perfetta della follia hitleriana. Ma con le prime sconfitte della Wehrmacht e la rabbia crescente della popolazione scandinava nei confronti degli occupanti, il progetto perde importanza. Poco prima della fine del conflitto, migliaia di documenti riguardanti i “Lebensborn” furono distrutti e andarono perdute molte delle carte che legavano i bambini alle loro famiglie di origine. A pagare sono prima di tutto le donne: inserite nelle liste pubbliche di «traditrici della Patria», sono abbandonate dalla famiglia, perdono il lavoro, diventano oggetto di inaudite violenze. Da subito, il governo norvegese non le tutela, anzi: a fine maggio del 1945 sono circa mille le arrestate nella sola Oslo, rinchiuse in campi di concentramento e smistamento. Ma l’esecutivo fa di più: nell’agosto dello stesso anno approva una legge retroattiva secondo la quale ogni donna «sposatasi nei cinque anni precedenti con un nemico tedesco, perderà immediatamente la cittadinanza». E i sondaggi di opinione confortano il legislatore: tre cittadini su quattro sono favorevoli a una loro punizione, caldeggiata anche dalla maggior parte dei media. Dopo la guerra, una commissione norvegese stabilì che i bambini dovevano rimanere in Norvegia. Qui, a causa del “vergognoso” atteggiamento delle madri che si erano accoppiate con soldati nazisti, i “Lebensborn Kinder” subirono ogni sorta di abuso e discriminazione. I bambini già trasferiti in Germania rimasero con le famiglie di adozione e molti di loro non conobbero mai la verità, altri furono restituiti alle madri, alcuni ebbero una sorte drammatica, furono trasferiti in orfanotrofi, in ospedali psichiatrici, picchiati e maltrattati. Almeno il 90 per cento degli ex bambini di Lebensborn non ha mai conosciuto i propri genitori biologici.
Nel marzo del 2007, 154 norvegesi, 4 svedesi ed un tedesco, hanno presentato ricorso contro il governo Norvegese alla Corte europea dei diritti dell’uomo accusandolo di Violazione dei diritti umani, in quanto, non solo non li avrebbe tutelati dopo la guerra, ma si sarebbe comportato nei loro confronti in modo pesantemente discriminatorio, in taluni casi addirittura persecutorio. Chiedono 250 mila euro come risarcimento per i danni subiti. In passato, il governo avrebbe offerto loro limitati risarcimenti, senza mai ammettere la propria responsabilità. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo si è pronunciata nel 2007 in appoggio al governo norvegese, ponendo fine ai ricorsi giudiziari.
ESPERIMENTI SU CAVIE UMANE
Durante la Seconda guerra mondiale, in alcuni campi di concentramento nazisti e in altre strutture, venivano effettuati degli esperimenti di presunto carattere scientifico sui deportati e gli internati. In qualche caso il fine dichiarato era quello di verificare la resistenza umana in condizioni estreme, più spesso gli obiettivi erano riconducibili alla perversione degli operatori medici.
L’EUGENICA E LE STERILIZZAZIONI FORZATE NEL XX e XXI SECOLO
• Nel 1979 la Cina emana una normativa denominata “Legge eugenetica e protezione salute” con la quale intende risolvere il problema della sovrappopolazione. Essa prevede che una coppia non possa avere più di un figlio. La nascita di una femmina è considerata una maledizione perché comporta l’estinzione della propria dinastia. E’ per questo che in Cina spariscono milioni di bambine. Sono uccise appena nascono, molte donne incinte vengono arrestate e costrette ad abortire, poi vengono sterilizzate. Le madri che si rifiutano di perdere le loro bambine vengono minacciate dalla polizia, possono perdere il lavoro, essere isolate dalla comunità e cacciate dai parenti. Le famiglie ricche possono avere più bambini pagando una tassa sui figli. La tassa corrisponde, per il secondo figlio, a tre volte il reddito annuo della coppia. Molte famiglie non iscrivono le figlie all’anagrafe rendendole di fatto inesistenti. Queste bambine non godono di alcun diritto o tutela, sono respinte dagli ospedali, non possono curarsi, sono vittime di ogni abuso e violenza che resta impunito. La maggior parte di esse sono vendute come schiave. Negli anni ’90 il governo cinese ha allentato la pressione sulle famiglie. In caso di nascita di una femmina, la famiglia è autorizzata ad avere un secondo figlio, ma ovviamente il problema è tutt’altro che risolto.
• Normative che permettono la sterilizzazione coatta sono emanate anche in Spagna dove la Corte Costituzionale ha ammesso la sterilizzazione coatta dei malati psichici nel 1994. in Giappone la sterilizzazione a scopo eugenico è legalizzata nel 1948 e revocata nel 1996, tra il 1949 ed il 1995, 16.520 donne handicappate sono state sterilizzate senza il loro consenso. Attualmente, in Austria, dove non ci sono norme in materia, risulta che il 70% delle donne con handicap psichico è normalmente sterilizzato.
• In Brasile, almeno al 45% delle donne sono state legate le tube, spesso senza il loro permesso o senza che fossero informate sulla irreversibilità dell’intervento. Ciò è avvenuto con il sostegno finanziario degli Stati Uniti e delle istituzioni economiche internazionali che hanno elargito 32 milioni di dollari attraverso vari enti tra i quali l’International planned parenthood federation, il Population council, l’International federation for family life promotion, la Ford foundation, la Rockefeller foundation e la Banca mondiale. Sette milioni e mezzo di donne brasiliane sono state minorate in 5 anni, nonostante la sterilizzazione sia vietata.
• Nel Messico si usa la sterilizzazione chimica che consiste nell’introdurre 7 pillole nell’utero delle donna. Le pillole, costituite di una sostanza chiamata quinacrina, brucia l’utero e le ovaie provocando cicatrici. L’Istituto Statale Messicano della Salute (IMSS) impianta spirali nell’utero delle donne senza il loro consenso.
• Si stima che oltre 10.000 donne siano state sterilizzate nei paesi in via di sviluppo (Vietnam, Cina, Bangladesh, Filippine, Marocco).
• In Tibet, dopo l’occupazione militare cinese, sono morte circa un milione e mezzo di persone, una pulizia etnica accompagnata ancora oggi dalla sterilizzazione di massa e dagli aborti forzati eseguiti sulle donne tibetane. Solo nel 1997 si è avuta notizia di ben 883 casi. Dopo il primo figlio, le donne tibetane sono costrette a fuggire all’estero per partorire, poi tornano in Tibet lasciando il bambino orfano in India o in Nepal.
• Il Centro per i diritti alla Riproduzione (CRR) di New York ha pubblicato un rapporto sulla sterilizzazione forzata di 110 zingare in Slovacchia dal 1989 ad oggi.
• La Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH) segnala in Chiapas il sequestro di bambini indigeni e la sterilizzazione forzata di donne nelle zone con forte presenza dell’esercito. Il direttore di Pro-Vida, Jorge Serrano Limon, ha documentato nel 1996 più di 300 casi di sterilizzazione forzata effettuati in istituti medici governativi.
• 1976-2002. Programmi di sterilizzazione coatta e di massa vengono realizzati, col supporto di agenzie Onu, in India, Cina, Perù e in altri paesi del Terzo Mondo.
• In Perù più di 300.000 donne sono state sottoposte a sterilizzazione forzata dal 1996 al 2000 durante il secondo governo dell’ex presidente Alberto Fujimori.
STERILIZZAZIONI FORZATE NEGLI USA DAL 1907 AL 1940
Di seguito è indicato lo Stato, tra parentesi la data di promulgazione della legge eugenetica, le categorie colpite e il numero di interventi
Alabama (1919) – Deboli di mente: 224
Arizona (1929) – Internati in istituzioni per squilibrati: 20
California (1909) – Deboli di mente, criminali abituali, pazzi, idioti: 14.568
Connecticut (1909) – Deboli di mente, pazzi, idioti, imbecilli, criminali-nati: 418
Delaware (1923) – Deboli di mente, pazzi, epilettici: 610
Georgia (1929) – Deboli di mente: 127
Idaho (1925) – Epilettici, imbecilli, pazzi, criminali abituali, persone moralmente degenerate: 14
Indiana (1907) – Deboli di mente, pazzi ereditari, epilettici: 1.033
Iowa (1911) – Imbecilli, sifilitici, pazzi, criminali abituali, persone moralmente degenerate: 336
Kansas (1913) – Deboli di mente, pazzi, criminali abituali: 2.404
Maine (1925) – Deboli di mente: 190
Michigan (1913) – Pazzi, deboli di mente: 2.145
Minnesota (1925) – Pazzi, deboli di mente: 1.830
Mississippi (1928) – Persone con forme ereditarie di pazzia, epilessia, idiozia, cretinismo: 523
Montana (1923) – Deboli di mente, pazzi, epilettici: 186
Nebraska (1915) – Pazzi, deboli di mente: 388
New Hampshire (1917) – Deboli di mente ed altri mentalmente degenerati: 430
New York (1912) – Deboli di mente, rapitori, criminali: 42
North Carolina (1919) – Mentalmente tarati: 1.017
North Dakota (1913) – Imbecilli, pazzi, epilettici, criminali abituali, persone moralmente e sessualmente pervertite: 534
Oklahoma (1931) – Criminali abituali, idioti, epilettici, imbecilli, pazzi: 470
Oregon (1917) – Imbecilli, pazzi, epilettici, criminali abituali, persone moralmente e sessualmente pervertite: 1.450
South Carolina (1932) – Idioti, epilettici, imbecilli, pazzi: 35
South Dakota (1913) – Deboli di mente: 577
Utah (1925) – Criminali abituali, idioti, epilettici, imbecilli, pazzi: 252
Vermont (1931) – Idioti, imbecilli, malati di mente, pazzi: 212
Virginia (1924) – Idioti, imbecilli, deboli di mente, pazzi, epilettici: 3.924
Washington (1909) – Imbecilli, pazzi, epilettici, criminali abituali, persone moralmente e sessualmente pervertite: 667
West Virginia (1929) – Idioti, imbecilli, malati di mente, pazzi, epilettici: 46
Wisconsin (1913) – Deboli di mente, pazzi, persone epilettiche e criminali: 1.156
Totale 35.878
Simone M.(Quota) (Replica)
L’ eugenetica?
In un certo senso mi trova d’ accordo: boicottare la riproduzione di un certo tipo di donne lo considero un dovere verso la società. Le stronze non devono riprodursi, diffondono geni dannosi.
Non condivido affatto, tuttavia, il selezionare le più belle esteticamente, la trovo una cosa inutile e crudele.
Sono altre le caratteristiche degli individui la cui riproduzione va boicottata.
sandro(Quota) (Replica)
Rino sottolinea l’evidenza del conflitto nella Storia. Infatti oggi il conflitto è più che mai presente:
(da http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1282872)
“Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale: è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) che ha sede a Helsinki. Il più vasto studio sulla ricchezza personale mai intrapreso indica anche che nel 2000 l’1% degli adulti più ricchi possedeva da solo il 40% della ricchezza mondiale, e che il 10% ne deteneva il l’85%, mentre la metà più povera della popolazione adulta del mondo doveva spartirsi soltanto l’1%)”.
Certo la Storia è conflitto e il conflitto è anche pars construens, anche se non necessariamente: potremmo finire tutti nella distruzione termonucleare. La Storia è frutto dell’impeto creativo maschile: la Storia è nostra figlia. E’ la chiamata all’essere, il nostro dono. Ed è maschile. La Storia è anche frutto poi dell’autonomo vivere di questa figlia (per es.: le grandi migrazioni o guerre per esaurimento delle risorse). E anche le lotte di classe ( i conflitti orizzontali) in fin dei conti vanno a metà combinati tra volontà umana e sviluppo delle forze produttive. Assumere che c’è una struttura del profondo della soggettività maschile che è per tutti ed è il luogo dove: “Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo giacerà col capretto; il vitello, il giovin leone e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà” (Isaia cap.11), significa porre un dato ma anche necessariamente un progetto atteso e pertanto elemento di radicale trasformazione e quindi di creazione/conflitto nella Storia. Ma, e questo ma è decisivo, con la capacità di prospettare per tutti un’approdo al conflitto così che tolga ogni motivo di conflitto e quindi sia desiderabile per chiunque ascolti le profondità strutturali del proprio essere. E’ quello che una volta era chiamato la capacità di avere un progetto egemone, ovvero capace di interpretare il cuore di ognuno purchè fosse cuore autentico: del resto le trasformazioni storiche furono tutte opera di elites critiche delle classi dominanti di appartenenza. Ecco io penso che “Ragioni, forme, origini, contenuti, condizioni e limiti di quella vocazione specifica all’universale (che, ndr) dovranno essere chiarite” (Rino) siano rintracciabili “lungo la strada del profondo”, e costituiscano “il” progetto, e un progetto con capacità egemone (universale) e siano dato strutturale della soggettività maschile. Non è pertanto l’adunata degli scontenti che ci farà vincere, ma l’evocazione in noi di ciò che è già strutturalmente in tutti noi (scoprire ciò che c’è) ed è motivo di vitale e gioiosa spinta creativa. Ciò che ci rende capaci di entusiasmare uomini e donne: ci fa essere progetto incarnato e credibile. Il mio richiamo alla comune appartenenza ad una struttura del profondo non implica pertanto la negazione o la rimozione del conflitto, bensì l’assunzione di un punto di vista e di un’ipotesi di lavoro che proprio perché dà risolto all’inizio il conflitto, ne è il principale motore al fine di risolverlo. E penso che se nella Storia ha prevalso la “creazione” sulla “distruzione” è perchè nel cuore maschile c’è strutturalmente un progetto, una vocazione alla Paternità, con la p maiuscola: a chiamare alla vita, dal non essere all’essere. E in tal modo chiarisco anche che nulla di irenico è nella mia visione della Storia: nulla di più conflittuale di chi crede che il male esista e di chi sa di questa lotta per il bene come vocazione irredimibile del cuore umano. E’ proprio l’irredimibile e insopprimibile nostalgia della dignità di figli del Padre che impedisce la pace. Dice un testo sapienziale sulla figura di Giobbe che il vero contenuto del contendere di Giobbe verso Dio, non è che da ricco e potente fosse finito in condizioni miserevoli, ma che Dio non gli permettesse di dimenticarsi la sua dignità di figlio di Dio, il che gli rendeva impossibile adeguarsi alla sua miseria e alla sua sconfitta: “perchè non Ti dimentichi di me e mi lasci in pace?”.
Perché non ci dimentichiamo della nostra originaria dignità maschile e paterna e non ci abituiamo al male che questa civiltà fa agli uomini mascherandolo sotto ogni forma di buone ragioni e intenzioni?
ckkb(Quota) (Replica)
Attento Sandro. Ciò che oggi tocca gli altri, domani tocca anche noi, in una spirale senza fine.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Ciò che oggi tocca gli altri, domani tocca anche noi, in una spirale senza fine”
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Ma guarda che io non parlavo mica di sterilizzazioni di massa.
Sostenevo l’ opportunità di non favorire la procreazione delle donne stronze, ergo di non trombarle (quelle rimengono incinte in un nanosecondo, manco le precauzioni bastano, conosco chi ne sa qualcosa).
Del resto loro l’ eugenetica la mettono già in pratica: fanno riprodurre solo quelli di noi da un certo reddito in su.
Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?
Abbiamo solo da guadagnarci.
sandro(Quota) (Replica)
I dati riportati da Simone benché, privi di fonti e di indicazioni biblio, sollevano il problema dell’estensione e delle origini dell’ “eugenetica”. Nell’articolo confluiscono dati eterogenei riferiti ad aspetti diversi e a prospettive disparate in un coacervo di connessioni che dovrebbe venire districato. Sono poi dati per scontati fatti che sono tutti da verificare (ad es. la politica del figlio unico in Cina: è reale o immaginaria?).
Cmq quei dati sull’eugenetica (palese e occulta) sollevano il problema della vastità e delle forme di un delitto capitale contro l’umanità (e contro l’umanesimo cmq inteso).
Perciò leggo le parole di Sandro come una violenta provocazione derivante dalla sua esacerbazione.
Non posso fare altrimenti.
Rn
Rino(Quota) (Replica)
Sono convinto che quella di Sandro sia stata solo una provocazione come ne fa spesso e che non ci sia nessun intento razzista (che sicuramente non gli appartiene) nelle sue parole. E infatti mi pare che nel suo post successivo si evinca proprio questo…Fare del sarcasmo, a volte se vogliamo un po’ troppo ruvido, fa parte del suo modo di essere.
Sono certo che sarà lui stesso a confermare quanto dico.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Curiosità: Frankentein fu scritto nel 1816 da una scrittrice donna: Mary Shelly.
Il primo adattamento cinematografico sonoro (c’e n’erano stati due muti prima: uno italiano andato perduto) del 1931 e il seguito La moglie di Frankenstein del 1935 che rimangono i migliori (per me) sono del regista “omosessuale” James Whale.
Questo è anche per dire che la genetica può portare a mostri, tra l’altro disadattati come già lo era nel romanzo e nel film.
Non per accusare Sandro e neanche Mary e James, ma solo perché si parlava di genetica.
Certo nasciamo maschi e femmine predisposti all’accoppiamento, ma poi la vita ci riserva molte sorprese e condizionamenti.
Leonardo(Quota) (Replica)
Non posso che ribadire quanto ho già scritto:
“loro l’ eugenetica la mettono già in pratica: fanno riprodurre solo quelli di noi da un certo reddito in su.
Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?”
Selezioniamo le meno stronze e trombiamo solo quelle.
Le altre, se vogliono procreare, si facciano ingravidare da un homeless e si tirino su il figlio da sole, senza “aiutini”.
sandro(Quota) (Replica)
“Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?”
Selezioniamo le meno stronze e trombiamo solo quelle”. (Sandro)
Non posso che sottoscrivere.
Ciò detto, colgo l’occasione per fare gli auguri di Buon Anno a tutti gli/le amici/che che frequentano il nostro sito e naturalmente a tutti gli uomini beta, che sono quelli che mi stanno a cuore (anche le donne beta, quando non si mettono dalla parte degli/delle alpha, cioè purtroppo molto spesso… )
Uomini Beta di tutto il mondo, unitevi! (era da tanto che volevo dirlo…) E’ un po’ troppo declamatorio , lo so, però è l’ultimo dell’ anno, e una volta tanto un po’ di sana enfasi non guasta…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?”
Selezioniamo le meno stronze e trombiamo solo quelle”. (Sandro)
>>>>>>
Il problema e’ che e’ difficile capire a priori quali siano le donne stronze e quali per bene. All’ inizio qualcuna di queste si mostra carina, interessata… ti illude, ti mostra delle simpatie particolari, ma appena nota qualcosa di te che non le va a genio o si distrae da qualcun’ altro con altre caratteristiche ecco che comincia a tirartela e la fiducia che avevi riposto in lei comincia a venir meno. Questa e’ la verita’.
Buon Anno a tutti ragazzi vi leggo sempre con enorme piacere.
Mizio(Quota) (Replica)
@ sandro –
Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?”
Selezioniamo le meno stronze e trombiamo solo quelle.
@@@@
Premesso che io lo faccio già da qualche anno, c’è però un particolare da evidenziare: noi uomini beta, a differenza delle donne (beta e non), arriviamo a certe conclusioni solo nel tempo; ossia dopo aver speso i migliori anni della nostra vita a rincorrere sfuggenti donzelle che dettano le regole “di tutto”: dal cosiddetto “corteggiamento” (dal mio punto di vista, una delle cose più idiote, e spesso umilianti, che un uomo sia costretto a fare nel corso della vita), al momento di fare sesso, eccetera.
Questo non perché siamo “intrinsecamente deficienti”, come parecchia gente sostiene in giro e sul web, ma perché per motivi sia naturali che culturali siamo subordinati alle donne (non mi riferisco ai super belli o ai ricconi, ma a noi, comuni mortali; e cmq non è una regola che vale per tutti, ma per la grandissima maggioranza, sì); pertanto costretti ad inseguirle in un contesto sociale che al tempo stesso colpevolizza i nostri istinti. Per esempio: se non ci provi sei tonto o frocio; se ci provi sei un maiale-pervertito, passibile di denunce per molestie o per violenza sessuale. A questo si aggiunga che nasciamo e cresciamo in una società dove i padri ed i maschi adulti in genere, non ci insegnano sostanzialmente nulla dell’altro sesso, salvo le solite cazzate sul “come rimorchiarle e scoparle”, sul “saperci fare”, ed altre amenità del genere.
Di serio e di reale non c’è praticamente niente. Se ci si pensa bene il nostro rapportarci con le donne è una “navigazione a vista”, una continua improvvisazione, anche perché il “gentil sesso” ?? non muove mai il culo (checché se ne dica), tantomeno si preoccupa di mettere a proprio agio quegli uomini che “si fanno avanti” (altra terminologia che odio).
Spesso mi chiedo se in altre culture – per esempio, fra i tibetani – sia diverso; ovvero se i giovani maschi di quei luoghi ricevano insegnamenti di ben altro spessore, dai loro padri e maestri. Cmq sia, di certo so che mio padre – oggi 67/enne – così come tutti gli altri uomini con i quali mi sono relazionato nel corso della mia vita, non mi hanno insegnato proprio niente. Quello che so sulle donne, l’ho capito e imparato da solo, dopo migliaia di incazzature. Credo proprio che la “materia donne” sia la più falsa che sia mai stata “spiegata” e raccontata (perlomeno nel mondo occidentale; altrove non saprei).
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p.s.: auguri di buon anno a tutti.
Marco(Quota) (Replica)
sandro
Del resto loro l’ eugenetica la mettono già in pratica: fanno riprodurre solo quelli di noi da un certo reddito in su.
Se loro selezionano, perché non dovremmo farlo pure noi?
Abbiamo solo da guadagnarci.
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Magari fosse così semplice…purtroppo abbiamo a che fare con maschietti zerbini che amano questo genere di donne ( e ricordate che sono gli stessi che disprezzano le “libertine” ) . Sono questi che danno potere alle stronze . Se ci fossero uomini come noi, le stronze non esisterebbero
Silent Hill(Quota) (Replica)
Marco:
se non ci provi sei tonto o frocio; se ci provi sei un maiale-pervertito, passibile di denunce per molestie o per violenza sessuale. A questo si aggiunga che nasciamo e cresciamo in una società dove i padri ed i maschi adulti in genere, non ci insegnano sostanzialmente nulla dell’altro sesso, salvo le solite cazzate sul “come rimorchiarle e scoparle”, sul “saperci fare”, ed altre amenità del genere
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Silent Hill:
Sono questi che danno potere alle stronze . Se ci fossero uomini come noi, le stronze non esisterebbero
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Infatti la genetica conta solo in parte: l'ambiente e la personalità delle donne (sia genetica che acquisita) dettano le regole, finché saremo in minoranza. Buon anno nuovo.
Leonardo(Quota) (Replica)
“c’è però un particolare da evidenziare: noi uomini beta, a differenza delle donne (beta e non), arriviamo a certe conclusioni solo nel tempo; ossia dopo aver speso i migliori anni della nostra vita a rincorrere sfuggenti donzelle che dettano le regole “di tutto”
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Ma infatti tra quelle da scartare ci sono proprio quelle che dettano le regole.
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“Il problema e’ che e’ difficile capire a priori quali siano le donne stronze e quali per bene. All’ inizio qualcuna di queste si mostra carina, interessata… ti illude, ti mostra delle simpatie particolari, ma appena nota qualcosa di te che non le va a genio o si distrae da qualcun’ altro con altre caratteristiche ecco che comincia a tirartela e la fiducia che avevi riposto in lei comincia a venir meno. Questa e’ la verita’”
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Difficile? Mica tanto: basta metterle alla prova, tipo buttar lì qualche argomento tipo quelli di cui si parla qui e osservare attentamente le sue reazioni.
Se comincia col piagnisteo vittimista del cazzo, o, peggio ancora, reagisce in modo aggressivo, fuori dai coglioni.
Se ne salvano poche? Fa niente. Meglio soli che male accompagnati. E poi c’è tutto il mondo, mica solo l’ Italia, se proprio uno vuole.
L’ importante è non legarsi, anzi, fregarsene, e prendersi un bel pò di tempo, tipo una decina d’ anni, prima di pensare a figli, e accantonare qualsiasi velleità matrimoniale.
La buona fede sta a loro dimostrarla, se sono in grado di farlo.
sandro(Quota) (Replica)
inutile spendere ancora parole ,posso solo quotare gli ultimi commenti e augurare un buon anno a tutti
mauro recher(Quota) (Replica)
“Uomini Beta di tutto il mondo, UNITEVI! (era da tanto che volevo dirlo…)”
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Certo che messa così è un pò ambigua…
P.S. Buon anno a tutti
sandro(Quota) (Replica)
sandro
prendersi un bel pò di tempo, tipo una decina d’ anni, prima di pensare a figli, e accantonare qualsiasi velleità matrimoniale.
La buona fede sta a loro dimostrarla, se sono in grado di farlo
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Sicuramente il matrimonio, ora come ora, non è il massimo della pensata.
Quanto ai figli, dipende : se conosci e inizi a convivere ( la convivenza è il miglior modo per conoscere una persona ) a 30 anni e passa, non so se si ha molta voglia di fare figli dopo 10 anni cioè 40 e passa. Personalmente fare un figlio a 40 anni la vedo come una scocciatura , perchè avvelenarsi a 56 anni ( quando tuo figlio ne ha 16 – ma sono cose normali quando sei in età adolescenziale ) non è il massimo, a differenza di quando sei più giovane. Opinione personale, ci mancherebbe .
Silent Hill(Quota) (Replica)
A questo si aggiunga che nasciamo e cresciamo in una società dove i padri ed i maschi adulti in genere, non ci insegnano sostanzialmente nulla dell’altro sesso (Marco)
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Beh insomma non e’ proprio cosi. Il problema vero e’ che stiamo parlando di due generazioni completamente diverse. I nostri genitori sono cresciuti in un epoca dove per relazionarsi all’ altro sesso non c’ era bisogno di avere tutti questi requisiti, c’ era un livello di istruzione medio-basso, le donne non erano cosi impegnate negli studi e nella vita professionale come lo sono adesso, per cui avevano piu’ tempo libero per dedicarsi alle relazioni e alla ricerca di un partner. Uomini alpha e beta avevano le stesse possibilita’ di trovare una donna con cui relazionarsi nel tempo. Oggi invece e’ diverso: assistiamo a uno spostamento della ricerca femminile tutto verso gli uomini alpha lasciando gli altri all’ asciutto. Questo inevitabilmente fa si che gli alpha riescono ad avere piu’ relazioni nella vita mentre i beta (proprio per la maggior selettivita’ delle donne) fanno fatica a trovare una compagna e alcuni di loro sono condannati alla solitudine affettiva. Ma questo i nostri padri non lo capiranno mai, si straniscono quando gli parli di determinati comportamenti che assumono le donne, come se il problema fosse solo del maschile ma non e’ cosi (anzi magari !!! il che vorrebbe dire che anche il maschio ha una sua dose di potere da esercitare).
A proposito di selettivita’ femminile: circa un mese fa ho partecipato a uno speed-date dove si fanno dei mini incontri a turno con le partecipanti al gioco (media 20-25 partecipanti per ogni sesso). A fine gioco il responso dei consensi donne/uomini verso l’ altro sesso e’ stato pari a 1/5 ovvero in media ogni donna ha ricevuto 5 consensi e gli uomini soltanto uno. Questa e’ la dimostrazione chiara, limpida e tangibile di come le donne siano cosi selettive ed esigenti. A fine serata una ragazza ha addirittura commentato il gioco dicendo: “Mamma mia che delusione questi uomini, ho dato un solo SI ma giusto cosi per simpatia”, per contro gli ho lanciato questa frecciatina: “Ecco perche’ voi donne siete sempre piu’ sole, perche’ volete rimanerci”.
Dunque che dirvi ? I nostri padri possono insegnarci stili e metodi comportamentali che pero’ restano confinati a 30 anni prima, ma alla fine e’ il nostro vissuto, quel che viviamo e vediamo che ci fornisce il bagaglio di esperienza personale e ci aiuta ad adottare comportamenti che riteniamo piu’ idonei alle situazioni che si presentano davanti a noi.
Mizio(Quota) (Replica)
Beh insomma non e’ proprio cosi. Il problema vero e’ che stiamo parlando di due generazioni completamente diverse. I nostri genitori sono cresciuti in un epoca dove per relazionarsi all’ altro sesso non c’ era bisogno di avere tutti questi requisiti, c’ era un livello di istruzione medio-basso, le donne non erano cosi impegnate negli studi e nella vita professionale come lo sono adesso, per cui avevano piu’ tempo libero per dedicarsi alle relazioni e alla ricerca di un partner. [Mizio]
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Secondo me avete ragione entrambi, ossia è vero quel che dici te ma c’è pure molta verità in quello che ha scritto Marco. Vedi, che gli uomini raccontino da secoli un mucchio di frottole sulle donne, è evidente a chiunque non chiuda gli occhi e non si tappi le orecchie. Non mi riferisco solo ai padri, che, tra l’altro, un tempo NON parlavano mai di queste cose con i figli, bensì agli uomini in genere e soprattutto a coloro che Rino Della Vecchia ha giustamente definito “i Cattivi Maestri”.
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Uomini alpha e beta avevano le stesse possibilita’ di trovare una donna con cui relazionarsi nel tempo.[Mizio]
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Non concordo, perché se è vero che la società è molto cambiata negli ultimi trenta-quarant’anni, è pur vero che gli alpha avevano maggiori possibilità anche nel passato.
Sennò che alpha sarebbero stati?
Luca(Quota) (Replica)
è pur vero che gli alpha avevano maggiori possibilità anche nel passato
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Sicuramente, ma non c’ era tutto questo divario negli anni passati proprio per le condizioni socio-economiche culturali di cui ho parlato per cui anche il “beta” aveva le sue occasioni. Oggi invece queste differenze si sono notevolmente accentuate: gli alpha sono sempre piu’ alpha e i beta sempre piu’ beta, ed ecco che le donne vanno tutte da una parte (gli alpha).
Mizio(Quota) (Replica)
Oggi invece queste differenze si sono notevolmente accentuate: gli alpha sono sempre piu’ alpha e i beta sempre piu’ beta, ed ecco che le donne vanno tutte da una parte (gli alpha). (Mizio)
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Non c’è dubbio che queste differenze si siano accentuate; del resto negli ultimi dieci anni anche i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Ma trovo esagerato il sostenere che le donne vadano tutte da una parte: i motivi sono i seguenti.
1. La gran parte delle donne non è composta da “mega-fiche”, bensì da donne esteticamente “normali”, e in molti casi pure bruttine.
2. Anche le donne invecchiano (e prima di noi uomini), ragion per cui il loro potere è circoscritto ad un certo periodo della vita. Poi pure per loro cominciano i “cazzi amari”, e pertanto gli tocca accontentarsi del “primo beta che passa”.
Tra l’altro, in tutta sincerità, io stesso (che non sono certamente un alpha) non sono interessato alla gran parte delle donne che incontro in giro, soprattutto se si tratta di italiane. Non tanto per una questione di carattere e di mentalità (alla lunga le donne si somigliano un po’ tutte), ma di estetica. Da questo punto di vista (solo questo…) molto meglio le donne dell’Europa dell’est.
Luca(Quota) (Replica)
luca .ti sei dimenticato di un punto , rispetto ad anni fa le donne sono molto più indipendenti, del punto di vista economico e molte ,non avendo trovati l’alpha dei sogni, restano anche da sole ….
mauro recher(Quota) (Replica)
luca .ti sei dimenticato di un punto , rispetto ad anni fa le donne sono molto più indipendenti, del punto di vista economico e molte ,non avendo trovati l’alpha dei sogni, restano anche da sole (mauro recher)
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Sì, mauro, questo è vero; ma stai tranquillo che quelle donne indipendenti che non hanno trovato l’uomo dei loro sogni, soffrono, e pure parecchio. La realtà è che al di là della maschera da dure che le donne odierne amano indossare, ci sono dei fragili esseri umani, con tutte le loro insicurezze e paure. Ad esempio, neanche io, arrivato all’età di 41 anni, ho trovato la cosiddetta donna dei sogni; ed infatti non mi sono mai sposato – né mai mi sposerò. Nonostante ciò non è che sia felice di questo: semplicemente ho scelto “la soluzione meno peggio”.
Diciamo pure che quelle odierne sono realmente delle generazioni fallite, sentimentalmente e sessualmente parlando. Ma tant’è.
Luca(Quota) (Replica)
Leggete questo pezzo scritto da un “seduttore”…
C’è veramente da piangere.
Che pena.
http://www.seduction.net/riv1a000833.htm
Le ragazze finlandesi “premiano” i veri seduttori
Helsinki – La guida completa del seduttore
L’uomo finlandese non è un macho ma neppure i pappagalli nostrani seducono
di Agente 007
Introduzione
Non ci si può aspettare, in questo paese dall’inverno così lungo e freddo, che le ragazze siano sorridenti e solari tutto il giorno e camminino per le strade con allegria e voglia di vivere. Capita spesso di vedere belle fanciulle dagli occhi di ghiaccio che mettono per così dire in soggezione il maschio nostrano che, in cerca di sorrisi compiacenti, si sente spiazzato di fronte a tanta indifferenza nello sguardo e nelle espressioni. Le ragazze sono comunque socievoli. Specialmente le giovanissime che sono dinamiche e aperte… quindi non lasciatevi intimidire dalla prima impressione.
Le donne finlandesi hanno una concezione dello spazio totalmente diversa dalla nostra. Se cammini per il centro sei una “non-persona” e come tale non dai fastidio e non susciti interesse. Nelle strade non è normale che un ragazzo finlandese fermi una ragazza con un complimento ecc… come succede ad ogni angolo delle nostre città. I tentativi di approccio per le strade e nei supermarket possono essere scambiati per un’invadenza dello spazio personale. Ma si possono provare, si deve usare tatto… meglio se la ragazza è ferma su una panchina, o rilassata. Se passeggia è già più difficile.
L’approccio per la strada in inverno è sconsigliato: soffia il vento del Baltico, piove e fa freddo, e ogni tentazione di passeggiare disinvoltamente vi passerà. Il clima non mette nello stato d’animo giusto tutte le persone che vedrete imberrettate, ecc… Nei luoghi al chiuso invece potrete fare conoscenza più facilmente. Specialmente se la fanciulla è da sola e sorseggia un caffè.
In estate tutto cambia.
Se la ragazza cammina con occhio di ghiaccio, non fare schiamazzi da dietro come fanno tutti gli italici tamarri che, col tentativo di attirare l’attenzione, infastidiscono. Lei ti ha già visto prima ancora che cominci a far finta di guardare altrove, parlare al telefono, ecc… come ho visto spesso, e questo atteggiamento non porta a niente. Meglio attacco diretto ad un tavolino. La sera è propizia per gli incontri, il giorno meno.
Meglio da soli ovunque. Va bene anche in due nei locali, ma mai per strada. Tre sono troppi. Meglio dividersi se si è in un locale! Non è come in Italia che le ragazze girano in grupponi e magari si tengono per mano!
Le Italiane, quando sono in gruppo, sono abituate ai codazzi di uomini che le corrono dietro, e magari sono anche compiaciute, le finniche non sono un po’ infastidite.
N.B. In genere l’80% delle persone ha fatto almeno una volta un viaggio in Italia e a tutti piace molto la lingua italiana.. Ma se la fanciulla è carina ha già incontrato nella nostra patria i tamarri – pappagalli e li conosce.
Essere Italiano qua non equivale a dire bello figo e scopa passere. Prima era considerato quasi a questo livello, poi ci siamo del tutto sputtanati! In genere l’italiano medio che ho visto qui è sul genere ”sono sfigato-voglio una passera-vengo qui perché in patria anche il più cesso se la tira”. E glielo si legge negli occhi, e cerca di attirare l’attenzione in tutti i modi. Questo sistema non funziona.
Se torniamo indietro di 6-7 anni fa, di italiani a Helsinki non se ne vedevano molti, specialmente in primavera. Anche perché i prezzi erano alti in confronto ai nostri. E quelli che venivano erano anche più apprezzati. Successivamente le orde di pappagalli (magari fossero solo quelli) e di sfigati genere ”tamarro” che fa casino e rompe le palle, hanno reso l’aria pesante e infastidito”.
Si può dire che la nostra reputazione ce la siamo rovinata da soli!
Finlandesi in “cazzeggio” a Raekoja Plats
Capire l’uomo finlandese
L’uomo finlandese ha tanta gnocca disponibile, e quindi non ha sviluppato in lui il senso del corteggiamento come lo intendiamo noi, e nessuna qualità che lo avvicini al seduttore.
Per l’uomo finlandese è molto facile prendere una donna. Se il ragazzo in questione è giovane e fa sport (hokey in genere) ha un bel fisico, alto (l’altezza fa la differenza), atletico con lineamenti gentili, e spalle piuttosto larghe, non avrà certo difficoltà a trovare una donna… Anche perché se non è lui che si avvicina, sarà lei a fare il primo passo… e tra loro i finlandesi si cercano e sono socievoli. Ma ci sono tanti sfigati, quindi anche la concorrenza è limitata.
Come tutte le donne, anche la donna finnica, specialmente vicino ai trenta vuole la stabilità. In autunno inverno soffre della solitudine e malinconia (anche se non lo ammetterà), quindi preferirà un partner meno occasionale e che magari stia con lei tutto l’inverno per farle compagnia. Loro vivono da soli già a 18 anni, e anche se amano l’indipendenza, se sono single a 30, vogliono un compagno, o almeno lo cercano.
L’uomo non ha grazia nei modi, la sua capacità di capire la donna è meno di zero, il look = modello barbone da fotomodello che si vede a Milano, cioè maglietta trasandata, jeans che toccano per terra per 10 cm, scarpe senza stile e vestiti orrendi che:
1) se sei bello tipo alto 1,80 spalle larghe e fisico allenato: ti sta bene tutto.
2) se non fai sport: ciccione, barbone, non curato: fai schifo al c…!
I discorsi che fanno i ragazzi con le ragazze, nei locali per rimorchiare, sono ad un livello così basso e stupido che c’è da stupirsi se le donne non sono scappate dalla Finlandia. Ma l’alcol ha qui un ruolo fondamentale.
Alle donne finniche piace prima il portafoglio e il c… Se hai il c… grosso e il portafoglio pieno si legano per una relazione. Qui in Italia invece basta il portafoglio pieno… non preoccupatevi. Il c… lo usate fuori del nostro paese che lo apprezzano di più (eh! eh!).
Il maschio finlandese ha interessi che non coinvolgono la donna: hokey, bere, play station, computer, pesca, calcio, pattinaggio, guarda molta TV (programmi spazzatura in genere) beve tanto (anche le donne), non corteggia, non è galante, non si preoccupa della donna se fa tardi, non ama il contatto fisico fuori dalla stanza da letto (a parte nel pub ubriaco…), ed è meno vivace della donna.
Questo è il tipico normale finnico… poi c’è il ricco con i soldi e il benessere, che fa un bel lavoro da professionista, magari che fa sport e questo se è anche un po’ curato si prende tutte le donne che vuole. Ne ha così tante che è sempre rilassato. Non le deve mantenere come facciamo noi italiani (vedi scroccone oche comuni milanesi che sanno solo mangiare a sbafo e succhiare c…).
Spesso belle ricche le vedi con tipi belli ricchi e belle povere le vedi con cani e porci! Triste ma vero! Lo sfigato finnico può trovare una donna.
Statisticamente in Finlandia sono 50% uomini e 50% donne. Ma in giro vedrete più donne che uomini. Le ragazze si vogliono divertire, escono anche da sole, sono più socievoli e predisposte all’avventura. Sono più aperte e indipendenti delle nostre “donne sfigate”. Non hanno paura di quello che vogliono e se lo prendono senza problemi, a differenza delle nostre che a casa fanno le snob del ca… e qua sono molto disponibili. D’altronde la donna italiana e una gran zocc… solo fuori casa sua! In genere le italiane sono qui per studiare, e senza i condizionamenti sociali si concedono senza problemi, anche un po’ per il gusto di assaggiare quel senso di libertà che a casa non hanno.
Un altro fattore importante sono i lineamenti degli uomini e il loro colore così bianco della pelle… il finnico è l’antitesi del macho! Per quanto possa essere bello, un finnico resta sempre un finnico… non avrà mai il sangue latino. Senza peli, senza barba scura, perde il fascino del maschio.
Il fattore lineamenti e colore capelli-pelle è importante sia per gli uomini che per le donne, anche gli uomini finnici preferiscono le scure. Ho sentito addirittura dire da uomini finnici che le nostre italiane sono più belle e non riusciva a capire la nostra attenzione per le loro donne! Mentre pronunciava la tal frase il finnico in questione indicava una ragazza italiana all’aeroporto, modello faccia da topo tutta scura ricciolina, capelli neri e sopracciglia scure alla “Elio e le storie tese”, che a me, alla vista di tutto quel pelo veniva solo un senso di nausea misto vomitino…
Una finlandese doc
Capire la donna finlandese
Ora c’è da dire che la donna finlandese è sessualmente attirata dall’esatto opposto dell’uomo finnico: dall’idea del macho!
La finlandese è indipendente, come tutte le scandinave:
1) Nella seduzione la donna prende in mano la situazione. E’ lei che corteggia e che può permettersi di cercare il sesso. Il maschio ha un ruolo più passivo.
2) Nei pub non è difficile fare conoscenza. Se tu vai dritto dalla donna e lei resta a parlare con te, ed è contenta hai il 50% di possibilità di passare la notte con lei. Se lei viene da te sai già che le interessi. La possibilità è del 90%. A meno che non fai il coglione.
3) La cosa più importante è cogliere l’attimo al volo, non perdere tempo, non sperare nel “ti lascio il numero ci sentiamo domani”, o cagate del genere…
I tempi sono più corti che da noi, non ci sono tanti tentennamenti. Se ti vuole ti prende, se non ti vuole subito è difficile che lo faccia domani.
4) Helsinki non è la Finlandia! Helsinki è snob. La gente è più fredda, meno disponibile, così come in tutte le altre capitali.
5) Sfatiamo il mito che nordica ci sta con l’italiano! Sono tutte cagate che sento in giro da una vita. E di certo non aspetta l’italiano a gambe aperte come dicono tutti i coglioni che “hanno sentito dire da un amico di un amico ecc.. “e in genere vanno in bianco…
A 30 anni la donna finnica ha visto già le orde di pappagalli che hanno invaso le loro terre. E’ già stata in Italia e quindi ti conosce. Regolati di conseguenza.
Le donne sotto i 30 sono la maggior parte belle, si incontrano le sfigate ma il livello di sfigata è un po’ diverso dal nostro, in Italia le “donne cesso da fare schifo” si atteggiano a top model, in finn no! Le donne più mature perdono il fascino con l’età.
La ragazza tra i 20 e 25 ha molte prospettive ed entusiasmo, si diverte è più aperta, e cosa molto importante non si fa tante seghe mentali.
La città è internazionale, quindi ci sono molti stranieri. Non basta essere straniero per attirare l’attenzione, (come ho sentito dire dagli sfigati di turno)… anzi con tutti gli extracomunitari che girano sei quasi uno di loro.
La sfigata, dopo i 30 anni prende lo straniero, bisognoso di permesso di soggiorno, in genere egiziano, turco, o negro.
6) La donna finnica non è infedele ma neanche fedelissima. Può baciare qualcuno se è ubriaca alla sera (cosa facile), ma per lei non è un gran che. Può fare il sesso se è in vacanza con l’amica (sono gettonate le crociere Helsinki Stoccolma) e tornare dal suo uomo e far finta di niente. Al lavoro, le grosse compagnie e le banche, organizzano sempre 2-3 volte l’anno una crociera dove combinano quello che vogliono, sia uomini che donne, entrambi lo sanno ed è un tacito accordo. Se la donna ti lascia andare in crociera da solo (in genere è gelosissima) lei sa cosa farai!… e lo farà anche lei!
Questo può succedere, e può anche succedere che se è innamorata non fa proprio niente, o almeno non se lo va a cercare, perché è impegnata a tenere sotto controllo il suo uomo. In genere la donna coglie l’occasione al volo… poi non ci pensa più.
7) Se ti capita un’ avventura notturna, il giorno dopo non ti conoscono, e se ti vedi in centro diventi una “non persona”. Sei già passato e tu non hai nessun motivo di salutarla. Lei non ti saluta e tu non la saluti, specialmente se accanto ad uno dei due c’è il rispettivo partner. Non ci sono neanche segnali di intesa o ammiccamenti vari con gli occhi. Quello che è successo è già passato.
8) Mancano assolutamente le relazioni extraconiugali durature.
La figura dell’amante che dura nel tempo (ed è sempre accanto a te e al tuo partner) non esiste. Nel senso che difficilmente trovi una finnica che ha il fidanzato a casa, e una lunga relazione col collega di lavoro (uno a caso) come fanno le nostre troiettine italiane, che ti dicono che ti amano mentre scopano con il loro capo, e restano con te perché piene di complessi e sensi di colpa, paura dell’abbandono e cazzate del genere. Se le persone non vogliono stare insieme non ci stanno… quindi regolati… se speri di trovare la casalinga frustrata che ammicca per essere scopata a dovere, perché il marito non la caga (preferisce la collega che è più zocc…), a Helsinki non trovi la casalinga!
L’uomo finlandese non è macho
Importante
La lingua è importantissima. Altrimenti non combini niente. Resta al bar dello sport e continua a parlare di calcio, tv, sfigati dello spettacolo, ecc… Devi parlare inglese! Quindi se vuoi andarci d’estate comincia a studiare in autunno. La loro pronuncia è perfetta!
Se parli finlandese è un buon punto! Anzi passi di livello… anzi di più. Se parli poco poco finnico è un buon segno di apprezzamento della cultura.
Se sai dire giusto due parole di finlandese (che è una lingua impossibile da imparare) meglio stare zitti… ti scambiano per il coglione di turno che vuole fare il figo e si sentono presi in giro, oppure per lo straniero fidanzato che fa sempre il coglione…
Essere uno straniero non è sempre un vantaggio, però a molte fa anche schifo l’uomo finlandese… quindi…
Dove andare.
Con il cambiare delle stagioni cambiano le regole della seduzione, di conseguenza cambiano anche i luoghi.
Autunno-Inverno
Al mattino è sempre un buon inizio andare per il centro (tranne la domenica mattina che non cammina neanche un cane). La città è viva: andate a fare un giro nei due grandi centri commerciali del centro Stokkman e Sokos, ci sono tante donne sole che hanno bisogno di un po’ di allegria… ricordo che l’umore non è molto alto in sto periodo…
Ci sono due caffè sopra i centri commerciali e spesso ci sono ragazze sole. Dalla parte opposta a Sokos c’è Forum, altro centro con all’interno caffè e qualche posto per mangiare. Meglio i centri commerciali ai supermercati… ma non il venerdì pomeriggio… troppo casino.
La mattina è l’ideale per una seduzione rilassante, se poi ha nevicato è c’è il sole (cosa frequente in inverno) la giornata mette così di buon umore che è meglio approfittare del sole mattutino…
Alexanderinkatu la mattina e il giorno va bene, ci sono caffè e negozi. Vicino Esplanadi ci sono dei caffè carini poi c’è Teatteri, un locale molto snob (detto da loro) se siete abituati all’atmosfera di Milano lo troverete molto soft, però questo è anche un ristorante che alle 11.30 si riempie di persone che fanno pausa pranzo. Buono l’orario dalle 15.00 in poi, dove si fermano per un una birra dopo il lavoro.
Se c’è il sole ancora meglio perché c’è una terrazza che da su Esplanadi: il viale alberato che arriva fino al porto. Il target alla sera è sopra i trenta, e le donne sono in genere belle e vestite bene. Sembrano altezzose e ma è solo l’apparenza. Bello e elegante, e molto positivo che non ci sono rompipalle extracomunitari (non è per essere razzisti, ma rompono davvero le palle).
Evitate tutti pub che hanno le slot machine, sono piene di ubriaconi e niente più, o Somali che cercano spunti per litigare, qualche vecchia sfigata.
Al mattino consiglio tutta la zona del centro.
Alla sera nella zona del centro da evitare: è lo storico pub Mollys Malones, molto carino dove fanno musica dal vivo: ma in questi ultimi due anni si è riempito di extracomunitari. Era un locale internazionale fino a qualche tempo fa, ma ora è diventato invivibile. Le sfigate ci vanno per trovare il turco o egiziano di turno che le promette amore eterno e ha bisogno del permesso di soggiorno, e si fa poi mantenere. In genere le denuncie fatte da donne finlandesi verso mariti extracomunitari che si accorgono del “matrimonio truffa”, cominciano tutte così: ” … ci siamo conosciute in un pub del centro che si chiama Mollys Malones…”. Poi però questi individui vengono pescati e rispediti al loro paese! Al sabato si riempie anche di gente comune, perché la musica è davvero bella. Ma se un posto è pieno di sta gente anche le ragazze di Helsinki che “meritano” tendono a stare lontane. On the Rox è di fronte alla stazione, ha una bella sala sotterranea con pista da ballo. Fanno musica dal vivo Rock molto spesso. Io non lo consiglio se si incentra la seduzione sulla comunicazione. Però ho visto delle gran fighe vestite in pelle nera che meritano un tentativo… anche due…
Un altro locale vicino on the rock e Baarikaarpanen.
Sfortunatamente da quest’inverno si sta riempiendo di gentaglia come turchi e africani che… fanno veramente schifo. E le belle ragazze con un po’ di stile tendono a scartarlo. Durante la settimana è frequentato da studenti.
The Club è una bella discoteca. Molto grande e al fine settimana c’è tanta gente.
Il mercoledì in genere le discoteche del centro sono frequentate solo da studenti. Età media molto bassa, sui 20. Durante il fine settimana sotto i 22-24 anni in molti locali di Helsinki non si può entrare quindi gli studenti fanno casino il mercoledì, e in genere quelli un po’ più snob, o a circolo chiuso, vanno nelle discoteche del centro. Quindi evitate, perché si conoscono tutti, fanno cameratismo, maschi e femmine, hanno i loro intrighi e non entri nel gruppo… non hai senso li.
Se vuoi una discoteca durante la settimana, meglio zone come Sornainen, che è una delle zone più brutte di Helsinki, non lontana dal centro, piena di ubriaconi, ma nelle discoteche c’è tanta f…
In genere, le disco di periferia vanno bene tutta la settimana, le disco del centro vanno il fine settimana.
Molto bello è Amarillo: qualche extracomunitario ma non troppi. E non sono molto cagati… ha la zona disco al piano di sopra e la zona ristorante bar al piano di sotto. Ogni tanto fa offerte di birra a prezzi bassi entro le 24.00. Quindi si trova tanta gente e tanta gnocca. Durante la settimana ci possono essere feste private e balli latino americani ecc… non ci trovate nessuno.
La zona di Sornainen, nei pub non ci trovate molto. È la zona dove il prezzo della birra è più basso. Ma è frequentata da ubriaconi, qualche skinedz, e in genere ragazze non interessanti.
Helsinki Club, qualche anno fa andava di brutto, ma ora pieno di turchi, ecc.. Va comunque bene. Ci sono africani ecc.. però si riesce a trovare qualche cosa comunque.
Di fronte a Helsinki club c’è un locale di ghiaccio Ice Pub. E’ costoso entrare e non c’è la gnocca. Molto pubblicizzato ma frequentato da turisti a caccia di novità o da coppiette.
Le discoteche in genere costano sui 2-3 euro l’ingresso e guardaroba obbligatorio in inverno (altri 2 euro). Spesso sono gratis, e si paga il biglietto dopo la mezzanotte.
Il costo di una birra è circa di euro 4,50 cosi come un drink è sui 6 max 7.
In Estate
E’ uno spettacolo, trovi donne ovunque, in ogni luogo, specialmente nei parchi e nelle spiagge… In primavera e estate in genere si registra il maggior numero di separazioni tra coppie, perché tutti vogliono divertirsi e scopano di brutto, stanno liberi.. in poche parole fanno i c … loro… In questo periodo dell’anno ci sono i concerti nei parchi che sono un’ottima occasione. Ci sono le terrazze dei locali del centro che si riempiono dal pomeriggio fino a notte.. poi il sole c’è anche la notte, e favorisce una certa attività dello spirito o meglio del corpo..
Quando arriva l’autunno si registra il maggior numero di fidanzamenti! E’ molto semplice!
Così semplice che non sembra neanche vero!
Le ragazze finlandesi sono pragmatiche
Questo è da Top Secret:
Il fine settimana tutte le discoteche e i locali del centro sono pieni. Il venerdì sera e il sabato Il centro di Helsinki si riempie di ragazzi che si ubriacano e puoi trovare di tutto… Le ragazze ubriache sono più facili.
A Helsinki nelle discoteche si rimorchia! Più ci si sposta dalla grande città e più è facile rimorchiare. L’ est è meglio dell’ovest perché a ovest si sentono mezzi Svedesi e sono più snob… inoltre a est sono simpatici. A nord è meglio del sud. Evitare Joensu e Imatra.
Buono il locale che c’è sul lato sinistro dove trovi On The Rox… devi girare l’angolo e scendere le scale… al fine settimana le donne vanno li per rimorchiare perché ci vanno i Pompieri finnici che hanno un bel fisico… ma guarderanno anche te… non lo conoscono in molti… soprattutto gli stranieri. E facciamo che resti un posto limitato…
Il lunedì in inverno non c’è mai in giro nessuno. Il che è positivo perché se trovi la fanciulla con la amica il lunedì o il martedì, nel locale è una buona preda.
Il capodanno a Helsinki è una figata. Fa freddo ma tutti sono in giro ubriachi e le discoteche non aumentano il biglietto come qua. Entri pagando al guardaroba i soliti 2 euro, magari 5 euro l’ingresso (se va male) e il costo dei drink resta invariato. Non hai bisogno di prenotazione!
Look
E’ importante. Meglio un look curato ma non troppo. Meglio un look che esalta il tuo fisico e ti rende macho…
Va bene anche il tipo trasandato a patto che sia rilassato: il finlandese trasandato con spalle larghe e bel fisico sta bene, è a suo agio, appare naturale e piace. L’italiano finto trasandato, un pò lampadato, con le sopracciglia rifatte, e “impettito” che vedi per le strade di Milano (vedi corso Como) qui è uno sfigato. Almeno secondo me che lo vedo convinto di essere figo in discoteca con la faccia stupita perché non rimorchia! Non è trasandato-naturale ma tamarrazzo-milanese da locali milanesi, che va bene appunto solo nei locali milanesi dove trova la ragazza ideale: gne-gne ecc.. Da evitare lo stile “bravo borghesoccio” (che va tanto di moda a Milano… tanto per cambiare) cioè la camicettina ordinata, col tuo bel maglioncino della Lacoste, col tuo bel pantalone con le pens e risvolti, scarpettine del cazzo tipo Timberland anni ’80, tutto firmato di buona qualità… ma che fa la forma del fisico buffo… e vorrei dire sfigato-vecchio… Eppure gli italiani li vedi vestiti così. Meglio il made in italy che veste figo al made in Italy che veste da babbo.
Simone M.(Quota) (Replica)
Luca
Sì, mauro, questo è vero; ma stai tranquillo che quelle donne indipendenti che non hanno trovato l’uomo dei loro sogni, soffrono, e pure parecchio
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Confermo : a parte qualche eccezione, la maggioranza soffre veramente senza l’uomo dei suoi sogni
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La realtà è che al di là della maschera da dure che le donne odierne amano indossare, ci sono dei fragili esseri umani, con tutte le loro insicurezze e paure.
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Vero anche questo.
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Ad esempio, neanche io, arrivato all’età di 41 anni, ho trovato la cosiddetta donna dei sogni; ed infatti non mi sono mai sposato – né mai mi sposerò. Nonostante ciò non è che sia felice di questo: semplicemente ho scelto “la soluzione meno peggio”.
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Infatti è sbagliata la soluzione del “purchè respiri” . Me ne sono reso conto dopo poco tempo.
Silent Hill(Quota) (Replica)
Se c’e’ spazio per la citazione latina, anche un mito greco allora puo’ starci. E senza farlo apposta, il mito di Amore e Psiche, calza a pennello, a mio avviso, con il vostro sito. Amore aveva promesso a Psiche che sarebbe andato a trovarla ogni notte per amarla con passione fino a quando le tenebre avessero tenuto nascosto il suo volto. Psiche infatti avrebbe continuato a godere del piacere perfetto a patto di non scoprire mai l’identita’ di Amore. Ma la dolce e inquieta fanciulla si fece convincere dalle sorelle a vedere il viso del suo amante mentre dormiva..alla luce di una debole fiamma. Putroppo una goccia di olio cadde sul petto di Amore che, svegliatosi, abbandono’ all’istante l’ingrata…Secondo me i greci avevano capito molto in fatto di erotismo mentre le religioni e le pseudomorali cercano da sempre di imbrigliare quella che e’ in assoluto l’energia piu’ potente:il sesso. L’eros,oltre a nascere dal mistero, non vuole nè premesse nè promesse perche’ il piacere in quanto tale e’ fine a se stesso. Le donne con po’ di cervello e onesta’ intellettuale (connubio vincente e raro) sanno che solo quando smettono di cercare l’amore con tanto di puntelli e garanzie..incontrano l’Amore che le inonda di benessere e vitalita’. Ma perche’ cio’ accada occorre provare a rimettersi in gioco con Spontaneita’ e Reciprocita’.. Spesso leggendo il vostro blog ho pensato a come questo mito , in fondo, conferisca un’aurea..quasi classica alla vostra posizione che per quanto tesa..tradisce sempre la rabbia per un’intesa “comune” perduta o svilita. Psiche tradisce tutti i difetti femminili..e’ inutilmente curiosa, instabile, umorale, insoddisfatta, immatura, impaziente..non merita l’Amore. Donne..e’ ora di crescere.
maria(Quota) (Replica)
Ho letto l’ articolo con interesse, ma non gli
innumerevoli commenti. E’ vero, i rapporti tra i
sessi non sono reciproci, anche se non so se sia
più colpa degli uomini o delle donne. Comunque
il sottoscritto si ritiene vittima di questa società.
Per capire perchè vi riporto un’ intervento ritagliato
dal sito di Fobiasociale.com, con la precisazione
che il mio caso è peggiore:
Registrarsi FobiaSociale.com > I forum di FobiaSociale.com > Presentazioni
Solitario, asociale… e allora? Sto bene così!
Questa e’ la discussione Solitario, asociale… e allora? Sto bene così! nel forum Presentazioni.
Salve a tutti! Ma che bello, non pensavo esistesse un forum così, tutto dedicato a “noi”. Sono un ragazzo di … Nome utente Ricordati?
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24-05-2010, 20:13 #1 (permalink)
Stasüdedòs
Avanzato
Registrato dal: May 2010
ubicazione: Sul picco centrale di un cratere lunare
Messaggi: 393 Solitario, asociale… e allora? Sto bene così!
——————————————————————————–
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Ma che bello, non pensavo esistesse un forum così, tutto dedicato a “noi”.
Sono un ragazzo di 28 anni, e se sono qui, ovviamente è perchè abbiamo parecchio in comune… ho letto molte discussioni e molti messaggi è come se li avessi scritti io!.
Nei messaggi che seguiranno vi elencherò un po’ le mie caratteristiche…
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24-05-2010, 20:14 #2 (permalink)
Stasüdedòs
Avanzato
Registrato dal: May 2010
ubicazione: Sul picco centrale di un cratere lunare
Messaggi: 393 Re: Solitario, asociale… e allora? Sto bene così!
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– Sto bene, troppo bene da solo, solo con me stesso e il mio mondo, fatto di cose semplici ma che mi bastano e appagano!.
Anche con persone che conosco da una vita non mi sento perfettamente bene e/o a mio agio come quando sono da solo.
Mi sento invece pienamente in sintonia in mezzo alla natura… un giro in bici tra le campagne, o un’escursione in montagna non hanno prezzo.
– Ho avuto pochissimi amici: 2 alle elementari nel mio paese, 3 alle superiori a Milano… oggi, ho perso i contatti con tutti e 5… è stato un processo graduale ma inevitabile, oserei dire naturale: strade sempre più diverse e distanti (loro quelle tradizionali di un giovane comune), crescente incompatibilità caratteriale, mentale, ideologica, ecc.
– Da sempre, parlo poco, pochissimo… da piccolo era più per timidezza, adesso molto meno, semplicemente non mi vengono le parole, gli argomenti, faccio proprio FATICA, non so come spiegare… per me, rimane un mistero come facciano le persone a parlare ininterrottamente per ORE di chissàcosa in scioltezza, mentre io già farei fatica a superare i 2-3 minuti di conversazione.
Probabilmente è anche una questione di sotto-sviluppo dell’area del cervello dedicata alla parola, mai stata abituata o allenata ai “veri” dialoghi con le persone.
– A questa mia scarsa loquacità, contribuisce anche una oggettiva difficoltà di linguaggio orale, con occasionali e imprevedibili blocchi (balbuzie), solo su certe parole (imprevedibili anche quelle, a parte una: il mio cognome :-(((((((( era ed è ancora un dramma doverlo dire ad altri quando serve, e sempre solo al primo tentativo, poi potrei ripeterlo all’infinito normalmente, ma intanto la figura di merd* è già stata fatta….).
…continua…
24-05-2010, 20:15 #3 (permalink)
Stasüdedòs
Avanzato
Registrato dal: May 2010
ubicazione: Sul picco centrale di un cratere lunare
Messaggi: 393 Re: Solitario, asociale… e allora? Sto bene così!
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– Rispondere al telefono (a uno sconosciuto) o fare una qualsiasi telefonata anche a parenti è un grosso ostacolo psicologico, anche se (pur con fatica) riesco a superarlo quando non se ne può fare a meno.
Non è dovuto a timidezza, se non in minima parte ormai, ma principalmente alla consapevolezza dei miei problemi di conversazione orale e anche il pensiero di poter disturbare chi sto chiamando.
– Fisicamente potrei definirmi più che accettabile dal collo in giù, ma nettamente cesso dal collo in su (inoltre dimostro 5-10 anni più di quelli effettivi fin da quando avevo 16-17 anni)… e anche questo non è stato un punto a favore, anzi, mi ha causato parecchi problemi dalle scuole medie in poi, con quotidiane prese per il cul* per 5 lunghi anni (sia per l’aspetto che per il carattere), che di conseguenza hanno totalmente escluso ogni possibilità di socializzazione (nonostante io fossi ben disposto, almeno inizialmente, non avendo avuto problemi simili alle elementari).
Ma nonostante la situazione psicologicamente difficile, riuscivo comunque ad essere sempre tra i migliori della classe come voti e rendimento (anzi ero proprio il migliore alle superiori).
– Mai avuto alcun bisogno o necessità di uscire in compagnia per andare in locali, bar, discoteche, party, concerti ecc., che non mi attraggono proprio, visto che anzichè divertirmi, mi annoio, o ne ricavo solo un mal di testa. Sto troppo bene nel relax di casa mia.
Molti pensano “stai buttando la tua gioventù, non sai cosa ti perdi”, ma è gente che non riesce a capire (perchè dovrebbe ESSERE me, invece si limita a giudicare col suo metro e la sua vita) che io sto benissimo anche così, e che posso tranquillamente fare a meno di molte cose e divertimenti irrinunciabili per tutti gli altri “normali”!!.
Quindi, perchè dovrebbe essere una “perdita”, se non provo alcun interesse per quelle cose?. Non è che mi auto-escludo, per qualche motivo, pur avendo una voglia matta di fare questo o quello, o di andare di là o di quà… (in tal caso avrebbero ragione) semplicemente, è un “mondo” a me totalmente estraneo e incompatibile, che non mi ha mai riguardato o attratto.
– Ho passioni, hobby e interessi del tutto insoliti, particolari (per ora non intendo rivelarli nemmeno qui, cmq niente di pervertito o moralmente discutibile, tranquilli ), che ovviamente, quelle rarissime volte che li ho dichiarati a qualcuno (errore mai più commesso), hanno solo peggiorato la mia già compromessa situazione per i motivi sopra elencati, rendendomi ancora più “alieno” in mezzo agli altri.
… continua…
24-05-2010, 20:15 #4 (permalink)
Stasüdedòs
Avanzato
Registrato dal: May 2010
ubicazione: Sul picco centrale di un cratere lunare
Messaggi: 393 Re: Solitario, asociale… e allora? Sto bene così!
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– In questo quadro tragicomico, non è difficile immaginare come anche il mondo delle relazioni affettive/amorose/sentimentali non abbia MAI fatto parte della mia vita… MAI una storia, una relazione con una ragazza, MAI un bacio, mai avuta nemmeno una semplice amicizia (i pochi amici avuti erano tutti maschi)… nessuna mi ha mai cercato (e te credo, al massimo potrei destare solo curiosità e nulla più,.. non avendo oltre alla bellezza fisica, nè il carisma, il carattere o la personalità per “compensare” le mancanze fisiche… a me manca TUTTO!), e non mi ha mai sfiorato l’idea di provarci con qualcuna, per lo stesso motivo (con chi poi, non uscendo mai e non avendo compagnie?).
– Anche il fatto di rimanere single a vita, è una cosa che ho accettato serenamente, non più in maniera passiva come qualche anno fa, ma nella piena consapevolezza che, oltre a stare bene da solo a prescindere, non è oggettivamente possibile pensare di poter creare una relazione affettiva nelle mie attuali condizioni, e/o che qualcuna possa realmente interessarsi a me (se non come caso umano da studiare :-D)… se poi penso che non sono in grado nemmeno di fare nuove amicizie e di mantenere quelle poche già avute, figuriamoci………. servirebbe un miracolo, un autentico miracolo, una totale trasformazione del mio essere.
– Mai preso farmaci o fatto sedute da psicologi… non ne sento il bisogno, visto che sto bene così, ho la salute, un lavoro fisso, indipendenza economica e mi accetto per come sono, nel bene e nel male (anche perchè i VERI cambiamenti interiori non arrivano MAI a comando, ma solo se devono arrivare, in un preciso momento, per destino… e di questo ne ho avuto una dimostrazione a livello personale, 12 anni fa… un evento imprevisto e molto intenso, che mi ha migliorato un po’, altrimenti ora sarei in condizioni ancora peggiori).
– Genitori a parte, nessuno (a ragione) mi ha mai potuto apprezzare per ciò che sono, ma mi hanno sempre apprezzato molto per quello che ho fatto o dato, dalla scuola al lavoro (mettendoci sempre un buon rendimento, disciplina, costanza, precisione, attenzione, correttezza, disponibilità…),… queste sono le mie qualità, ne sono ben consapevole e su queste devo puntare per il futuro.
Basta così, come vedete a scrivere non ho gli stessi problemi che ho nel parlare, ahahah
Ciao, a presto.
Redshift(Quota) (Replica)
RedShift
il sottoscritto si ritiene vittima di questa società.
Per capire perchè vi riporto un’ intervento ritagliato
dal sito di Fobiasociale.com, con la precisazione
che il mio caso è peggiore:
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Quello che ha scritto le parole che hai riportato è una rarità (*) , una rarità senza dubbio molto buona. Magari moltissimi uomini fossero come quello ( indipendentemente dal fatto di avere o no relazioni con una donna ) . Se così fosse, la dinamica dei rapporti uomo/donna sarebbero totalmente diversi . Una curiosità : posso sapere perchè il tuo caso sarebbe peggiore e perchè ti senti vittima della società ?
(*) in realtà mi è parso di vedere me stesso nello scritto di quella persona che hai linkato . Anche se la mia situazione è, invece , meno “””peggiore””” , perchè a conti fatti di amici io ne ho, anche se trovati solamente negli ultimi due anni, e di viso non dimostro affatto più anni di quanti ne ho, ma di meno .(**)
(**) Personalmente ritengo che dimostrare di meno è peggio di dimostrare di più, ma è solo un’opinione personale .
Silent Hill(Quota) (Replica)
Silent Hill:
Mi ritengo peggiore dell’ uomo che ho
linkato per tre motivi: primo, non ho la sua
stessa indipendenza economica, ma per una
serie di motivi sono in una situazione precaria;
secondo, sono più anziano di età; terzo, e forse
è il peggio, non affronto la solitudine con la sua
stessa serenità. Sento la mancanza di una
relazione intima, con qualcuna con cui essere
ovviamente in sintonia, sia dal punto di vista
mentale (e devo dire che questa è la mancanza
principale) che fisico. So che è una condizione
difficile da capire, ma ci sono degli uomini, e so
benissimo che siamo una piccola minoranza, che
pur desiderandole non riescono ad avere relazioni.
La nostra società procede ad una selezione, e noi
siamo gli esclusi. Credo che in questo caso si
realizzi davvero la famosa contrapposizione,
notata da Rousseau, tra natura e cultura. Una
cultura distorta. E mi sembra anche che la nostra
epoca, da questo punto di vista, sia peggiore di
quelle precedenti. A me costa molto dire tutto
questo, e riesco a farlo soltanto perchè sono
protetto dall’ anonimato. Non credo proprio di
potermi esporre di più.
Redshift(Quota) (Replica)
Redshift, non vedo proprio perché tu debba sentirti “peggiore” di altri,solo perché vivi una condizione di disagio psicologico, sociale, professionale o quant’altrto. Mi sembra che il tuo giudice interno (al servizio di quello esterno…)stia lavorando troppo e male. A mio parere è giunta l’ora di metterlo a tacere. Questo “giudice” è quello che ci inchioda, che ci impedisce di decollare, di vivere secondo i nostri desideri, secondo la nostra libera volontà. E’ colui che ci dà dei parametri, dei “modelli” di riferimento. E se non riusciamo a corrispondergli comincia a pontificare, a giudicare. ,
E’ una trappola, ficcatelo bene in testa. . Tu esisti in quanto uomo nel mondo e hai tutto il diritto a viverci in dignità e in serenità indipendentemente da qualsiasi giudizio e da qualsiasi possa essere la tua condizione personale. Chi ha stabilito che un uomo deve essere in un modo anziché in un altro? Chi ha deciso che se ha un lavoro fisso e ben remunerato è un uomo di valore e che se è precario e mal pagato non ne ha o ne ha meno? Chi ha deciso che un uomo socialmente affermato “vale di più” rispetto a un uomo che non lo è? Chi ha deciso che un uomo non bello o anche brutto vale di meno di un uomo attraente? E chi ha deciso che un uomo vale di più se ha una bella donna accanto a sè oppure una meno bella oppure ancora non ne ha nessuna?
Chi ha stabilito questi parametri? Tu? Noi? Non mi pare. Li ha stabiliti il sistema (e i vari sistemi, nel corso della storia), che ha tutto l’interesse a mantenere gli uomini beta in una condizione di perenne senso di inadeguatezza, per poterli controllare e dominare, soprattutto dal punto di vista psicologico.
E’ una truffa, una spirale subdola e maligna alimentata ad arte, che dobbiamo prendere a calci nel sedere una volta per tutte, in favore di una scelta di libertà, autonomia e autodeterminazione.
Dobbiamo essere noi a costruire il nostro percorso valoriale e umano, a stabilire i nostri valori, quelli per cui vale la pena stare al mondo, gettare alle ortiche una volta e per sempre il “giudizio”. E’ questo che fa i danni più grandi. Ci è stato instillato da sempre proprio per farci sentire nel modo in cui ti senti tu (e in cui ci siamo sentiti più o meno tutti noi), per ricordarci che non valiamo niente, che non siamo nessuno se non riusciamo a stare al passo con i parametri stabiliti per noi da altri. Come se questi “altri” fossero migliori di noi.
Balle. E di proporzioni gigantesche. Dobbiamo invertire la rotta, iniziare un nuovo percorso. Anche per questo siamo qui.
Ti do il benvenuto fra noi e voglio fare con te una scommessa. Nell’arco di un anno non ti sentirai più come ti senti ora. L’esperienza con gli Uomini Beta ti aiuterà a cambiare, ne sono certo.
A presto!
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“La nostra società procede ad una selezione, e noi
siamo gli esclusi”
_____________
Caro amico, la nostra società seleziona i peggiori, non i migliori: basta vedere la classe dirigente di questo paese.
Essere esclusi da una selezione di questo tipo è un punto d’ onore, non un handicap.
Per essere premiato dalla società devi essere fondamentalmente uno stronzo, le capacità contano poco o addirittura niente: devi essere lecchino e servile con chi ha potere e uno squalo con gli altri.
Un consiglio mi sento di dartelo anch’ io: impara a fottertene, degli altri, che siano uomini o donne.
I giudizi altrui non sono quasi mai imparziali, è una forma di manipolazione.
Farti sentire una nullità serve a renderti inoffensivo: la psicologia è l’ arma di distruzione di massa del terzo millennio nonché la principale forma di autodifesa di chi è “arrivato”, e funziona molto meglio della coercizione.
sandro(Quota) (Replica)
Grazie dei consigli, effettivamente ora mi sento
meglio. Quello che mi dite è in realtà ciò che ho
sempre pensato. Ma probabilmente, a causa dello
stress, a volte cado in una specie di depressione.
Io in realtà nel mio piccolo, almeno a livello
professionale, sono anche un pò stimato da chi
mi conosce. Mi trovo in difficoltà per motivi
essenzialmente estranei al mio modo di
lavorare. Me ne fotto del giudizio altrui, eppure
a volte non riesco a non averne paura.
Questo movimento è interessante, ed in effetti
ho intenzione di contattarvi, ma non adesso, perchè
sono particolarmente occupato in questo momento.
Mi rifarò vivo con voi appena potrò.
Grazie di tutto.
Redshift(Quota) (Replica)
Navigando in rete ho trovato uno stralcio prelevato da un sito di seduzione che mi piacerebbe analizzare con voi. A parte il corso di seduzione che e’ un aspetto secondario che al momento non mi interessa analizzare vi riporto questo stralcio dal sito laseduzione.altervista.org.
Titolo: corso di seduzione per uomini timidi che vogliono rapportarsi positivamente con le donne.
Programma (ed ecco lo stralcio):
Il primo consiglio che ti posso dare e’ di differenziarti dalla massa.
Per la donna e’ solo un problema di scelta (in special modo se e’ carina), devi
essere tu a proporti in un modo diverso da tutti gli altri che le ronzano
intorno in modo da attirare la sua attenzione e la sua curiosita’ su di te.
Come dice il proverbio la curiosita’ e’ femmina e non e’ raro che una donna
inizi una amicizia o un rapporto per curiosita’.
La tua arma deve essere il fascino (che non necessariamente e’ legato alla
bellezza esteriore), belli si nasce, affascinanti si diventa.
Ricorda inoltre che quasi tutte le donne cercano in un legame principalmente un
rapporto affettivo, e’ raro che si abbandonino al classico colpo di fulmine.
Alla donna piace essere corteggiata, e’ una tappa obbligatoria per la conquista.
Ma soprattutto ricorda che la donna e’ come una farfalla che vola libera nel
cielo in cerca di un fiore su cui posarsi, non cercare di catturarla perche’
lei scappera’ o rimarra ferita, deve essere lei a posarsi sul tuo
fiore perche’ e’ piu’ bello e piu’ profumato degli altri.
Continui a sentirti dire dalle donne che ti attraggono “Voglio che rimaniamo solo amici”?
Sei il tipo comprensivo a cui scroccano cene, regali, da cui si fanno scarozzare in giro
e a cui raccontano tutti i loro guai sentimentali, ma da cui non si fanno toccare neanche
con un dito?
Be’, sappi la ragione, non ha niente a che vedere coi soldi o l’aspetto fisico:
Semplicemente non hai imparato a creare nelle potenziali partner lo stato
emotivo che le porta a desiderare ardentemente di concedersi sessualmente a te.
le donne vogliono vivere emozioni, spesso anche emozioni non condivisive dalla loro sfera logica.
impara a fare vivere ad una donna emozioni particolari ed inevitabilmente si innamorerà di te
Potrai finalmente seduure le donne che ti piacciono, ottenerla senza chiederla..
RICORDA: CHI CHIEDE è PERDENTE, CHI SA OFFRIRE EMOZIONI è VINCENTE
>>>>>>
Sono veramente questi i modi per suscitare interesse nelle donne ? Che ne pensate ? Parliamone.
Mizio(Quota) (Replica)
@
Be’, sappi la ragione, non ha niente a che vedere coi soldi o l’aspetto fisico:
@
Ecco, questa è veramente una stupidaggine, di cui, francamente, non se ne può veramente più.
Sarebbe il caso di ricordare a questi signori “esperti in seduzione”, che la capacità di essere spigliati, estroversi, divertenti, ecc., ha MOLTO a che vedere con l’aspetto fisico in gioventù, ed altrettanto con la posizione sociale in età adulta.
Inoltre ha poco senso dire che “chi chiede è perdente”, perché questo è quello che fanno quasi tutti gli uomini, e la ragione è la seguente: noi abbiamo un valore sessuale decisamente inferiore a quello femminile.
Tutto il resto sono inutili chiacchiere che servono solo a confondere ancora di più le idee a tutti quegli uomini che già hanno una caterva di problemi con l’altro sesso.
Tanto “se piaci piaci”, “se non piaci non piaci”, pertanto c’è ben poco da fare.
Marco(Quota) (Replica)
Sottoscrivo tutto quanto scritto da Fabrizio e Sandro poco sopra. Chi più chi meno, abbiamo tutti attraversato periodi di abbattimento, sconforto, ma mai pensare che la propria condizione, perchè non rispondente alle richieste del “sistema”, sia da “vinti” o “emarginati” ecc..Anzi, andare fieri della propria individualità se moralmente ineccepibile. Misurarsi attraverso i parametri del pensiero dominante apre la strada alla depressione. Non a caso l’Occidente è il paradiso delle case farmaceutiche.
Arriviamo poi al discorso “relazione con l’altro sesso”, che è poi spesso la ragione principale di questo disagio. Mizio ha postato uno dei tanti consigli degli “esperti” di seduzione. Chiariamo un aspetto: la donna dai 25-30 anni in su, nella maggior parte dei casi, cerca un uomo per costruire un nucleo stabile insieme, che potrebbe anche allargarsi ad altri membri, i figli. Cercherà quindi un uomo che garantisca a lei ed eventualmente alla prole un futuro tranquillo. Ricercherà, perciò, nel partner una condizione economica soddisfacente, prestanza e cura fisica, nonchè un carattere forte e affidabile. Tanto più si incarneranno ai suoi occhi queste caratteristiche tanto più “successo” si otterrà. Per il resto, tutti i consigli in materia di seduzione sono marginali, secondari, non incidono più di tanto nella scelta. Ma c’è un’altra considerazione che va fatta: vale la pena recitare la parte del seduttore? Casanova è un mito; in verità il seduttore è un povero diavolo che per ottenere qualche misero risultato deve appiattirsi sulle richieste altrui. Non è forse meglio cercare di essere se stessi e accada ciò che deve accadere? Teniamo in considerazione che l’amore di una donna, quello duraturo, l’abbiamo già conosciuto ed è quello che ci ha destinato e ci destinerà chi ci ha dato la vita. Il resto è un fuoco di paglia.
Alessandro(Quota) (Replica)
lo letto il post di mizio e sono in parte d’accordo ,in alcune cose ha ragione in altre sicuramente meno ….
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Ma soprattutto ricorda che la donna e’ come una farfalla che vola libera nel
cielo in cerca di un fiore su cui posarsi, non cercare di catturarla perche’
lei scappera’ o rimarra ferita, deve essere lei a posarsi sul tuo
fiore perche’ e’ piu’ bello e piu’ profumato degli altri
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vero …non so chi abbia detto questa frase (forse oscar wilde) “l’uomo sceglie la donna che lo ha scelto”……niente di più reale ,l’ultima parola ,in fatto di conquiste spetta sempre alla donna
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Continui a sentirti dire dalle donne che ti attraggono “Voglio che rimaniamo solo amici”?
Sei il tipo comprensivo a cui scroccano cene, regali, da cui si fanno scarozzare in giro
e a cui raccontano tutti i loro guai sentimentali, ma da cui non si fanno toccare neanche
con un dito?
Be’, sappi la ragione, non ha niente a che vedere coi soldi o l’aspetto fisico:
Semplicemente non hai imparato a creare nelle potenziali partner lo stato
emotivo che le porta a desiderare ardentemente di concedersi sessualmente a te.
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falso ….. se non attrai con qualcosa di importante ,puoi sudare le sette camicie ma la risposta sarà sempre un due di picche ,questa frase è di circonstanza per dare ancora speranza agli “sfigati ” della situazione , che non fa altro che aumentare la rabbia ,ma se ci pensate è pure normale che le donne ,in questo caso come gli uomini, devono trovare attraente quello che si trova davanti ,solo che le donne usano l’ipocrita scusa del caratterre (che loro vedono per primo) per sentirsi superiori a queste “bestie” di uomini…
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le donne vogliono vivere emozioni, spesso anche emozioni non condivisive dalla loro sfera logica.
impara a fare vivere ad una donna emozioni particolari ed inevitabilmente si innamorerà di te
Potrai finalmente seduure le donne che ti piacciono, ottenerla senza chiederla..
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che vogliono vivere emozioni ,mi sembra fuori discussione ,ma prima bisogna abbattere il muro dell’aspetto fisico che è molto più importante per la donna che per l’uomo,solo che ,sempre in maniera ipocrita, ti fanno credere il contrario
mauro recher(Quota) (Replica)
http://www.ilgiornale.it/interni/tremonti_quellantipatico_che_piace_donne_vota_il_sondaggio/09-01-2011/articolo-id=498464-page=0-comments=1
di Valeria Braghieri
Le donne, quando si scelgono gli amori, sembrano pazienti psichiatriche in vacanza non autorizzata dall’assunzione di litio. Evitano gli affetti praticabili come la peste, optano secondo senso di dedizione e fitte di impazienza, che sono una pessima miscela. Puntano cieche sulle promessa di guai, filtrano la realtà col dismorfismo, scommettono sulla redenzione della «causa persa». Per questo, quando si tratta di scegliere un amore, o anche solo un maschio, è quasi impossibile si concentrino su quel tizio bonario, adorante e gratificante, che fin dal primo appuntamento ha lasciato loro intendere la pacifica possibilità di fantasticare sul colore degli occhi della propria progenie o sulle tranquille, noiosissime serate sprofondate in un divano Ikea. Per questo e per la possibilità, irrinunciabile per qualsiasi femmina, di lamentarsi un domani, del destino beffardo e incontrollabile: «Ma tutte a me?!». Non è che succedono tutte a te, stella. È che te le cerchi. Quando ci invaghiamo, noi donne siamo tutte intellettualmente disoneste. Il tipo che assicurerebbe gli occhi blu ai nostri bambini e il salotto componibile a noi, lo scartiamo a prescindere, questa è la perversa verità. Vuoi mettere un uomo che ti ricambia con un’occhiata di ringhiante disprezzo? Vuoi mettere uno di quei maschi indomabili che offrono sdegno anche in un sorso di caffè? Esemplari perfetti della cosa che desideri non desiderare, oppressori di tempo, ladri di cortesie, spietati flagelli dei deboli. In una parola: antipatici. È lì che puntiamo noi, diciamo la verità. In un particolare tripudio chimico che ci orienta verso le «carogne». L’antipatico tira e attira.Perché al suo cospetto abbiamo già il considerevole problema di riuscire a farci salutare senza un corredo di insulti, senza che i suoi occhi ci pesino in pochi attimi come farebbe una bilancia, trovandoci scarse. Figuriamoci che cosa significherebbe, per noi,donne e quindi incliniall’autopunizione, lanciarci in una trafila di benedette mortificazioni pur di riuscire a farli innamorare? In politica il miglior esempio lo offre il ministro Giulio Tremonti. Che tiene a distanza colleghi, avversari e perfino Bruno Vespa. Che ci manda di traverso la Befana spiegando da Parigi che la crisi è tutt’altro che finita, che ci fa intendere, accanto al suo titanico impegno per risollevare l’economia del Paese, una vita di minestrine monacali dalla quale vorremmo tanto sottrarlo, che non si fa mai vedere in compagnia di signore facendoci venir voglia di essere quell’unica signora, che instilla, in quanti conosciamo, una soggezione mista ad ammirazione, che ci fa venir voglia di vederlo in vestaglia dal momento che sembra in cravatta anche quando è in costume da bagno, che pare emani talmente tanta corrente, da farci ambire di apparire aggrappate al suo braccio: a distanza di non sicurezza. Dimostrando al mondo che sì, noi e solo noi possiamo, stargli attaccate «scaricando a terra». Perché lui è una presa di corrente perfetta solo che, rispetto ai più, ha un’altra spina. E perché, in noi donne, il contatto con intelligenze bellicose scatena un’asma mentale che va dritta ai sensi. Quelli più bassi. Perché è una sfida la micidiale naturalezza con cui certi uomini (gli antipatici, appunto) cercano di annientarti, perché non li ama nessuno e allora sentiamo che tocca a noi doverlo fare, perché sono costituzionalmente ostili al concetto di gruppo e allora vogliamo essere quelle che del gruppo non fanno parte, perché ci lasciano compiere gli anni senza registrare l’evento, perché sanno farci dimenticare (non è il caso di Tremonti) perfino gli strati di grasso che drappeggiano i loro sforzi di apparire in forma perfetta, perché ci confondono talmente tanto da far sbandare i nostri pensieri a rallentatore, perché gli antipatici, di solito, sono prede difficili e allora smette di essere importante perfino l’aspetto: l’importante è che sia antipatico. E quindi inaccessibile ai più. La migliore sfida per una donna, specie se viziata dall’attenzione di troppi uomini. Guardate Giulio Tremonti: un uomo pieno di perché, oltre a quelli politici… Come Marco Travaglio, o Renato Brunetta, o Oscar Giannino, o Piero Fassino, o José Mourinho, o Gad Lerner, o Michele Santoro o Bruno Vespa stesso o Pierluigi Bersani… Che però no. Quello è troppo antipatico perfino per una donna.
___________
Marco
@@@
ed altrettanto con la posizione sociale in età adulta.
@@@
…
Marco(Quota) (Replica)
Io di tecniche di seduzione ne ho sentite e lette tante, ma quando le ho messe in pratica hanno sempre fatto acqua da tutte le parti. Non esistono tecniche di seduzione standard o un fascino standard per tutti. Ci sono tante variabili che entrano in gioco. Ma a parte questo vorrei analizzare piu’ nel dettaglio queste affermazioni:
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Sei il tipo comprensivo a cui scroccano cene, regali, da cui si fanno scarozzare in giro
e a cui raccontano tutti i loro guai sentimentali, ma da cui non si fanno toccare neanche
con un dito?
>>>>>>
Ma le donne non vogliono proprio questo ??? Io posso anche pagarle una cena ma questo semplicemente perche’ fa piacere a me, e mi fa piacere donarle qualcosa di mio e perche’ mi fa piacere stare con lei e tutto questo senza secondi fini. Ma quando sento aria di approfittamento me ne sono sempre lavato le mani e non mi interessa sapere se lei fa l’ offesa oppure no.
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le donne vogliono vivere emozioni, spesso anche emozioni non condivisive dalla loro sfera logica.
impara a fare vivere ad una donna emozioni particolari ed inevitabilmente si innamorerà di te
Potrai finalmente seduure le donne che ti piacciono, ottenerla senza chiederla..
RICORDA: CHI CHIEDE è PERDENTE, CHI SA OFFRIRE EMOZIONI è VINCENTE
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Qui praticamente si e’ risposto da solo con la frase “non condivisive dalla loro sfera logica” per cui a questo punto mi domando: come si fa a regalare emozioni a una donna ? Come si fa a sapere se una donna prova certe emozioni oppure no ? Che tipo di emozioni cerca e vuole vivere una donna ??? Si perche’ porsi in modo cosi generico e’ troppo facile signori mostri seduttori, ma quando si entra nel dettaglio dei singoli casi anche loro si perdono in un bicchier d’ acqua. Le emozioni non si danno e non si regalano, le emozioni si provano. Io a una donna posso regalarle una cena a lume di candela nel piu’ bel castello medievale dell’ Umbria o in una villa romana dell’ Appia Antica o portarla nel piu’ bel paese esotico che ha sempre sognato e desiderato, ma se non prova emozioni in tutto questo, tutte le tecniche di seduzione messe in campo da questi grandi sapienti mostri di seduzione vanno a farsi benedire. Io magari posso provare una certa emozione per una donna che porta un ciuffo particolare, mentre per una star del cinema o della musica non provar nulla. E’ un po’ come la comicita’, magari un grande comico non mi fa ridere, pero’ se leggo una stupida battuta fatta da un utente di Facebook comincio a lacrimar dal ridere. Troppo spesso noto troppa superficialita’ e generalita’ in quel che si dice in materia di tecniche di seduzione e giustamente come ha fatto notare Mauro l’ aspetto fisico come la capacita’ di una certa sicurezza economica e’ la prima cosa che si nota e che fanno battere il cuore alle donne. Tutto il resto e’ solo fuffa con lo scopo di spillare soldi agli sfigati per guadagnarci di loro. Vorrei proprio poter interloquire con il seduttore che ha scritto questo testo e aprire un confronto…
Mizio(Quota) (Replica)
“Teniamo in considerazione che l’amore di una donna, quello duraturo, l’abbiamo già conosciuto ed è quello che ci ha destinato e ci destinerà chi ci ha dato la vita. Il resto è un fuoco di paglia”
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Questa è una delle verità più scomode ed occultate dall’ umanità.
Posto che un uomo, per divenire tale, deve emanciparsi dalla dipendenza affettiva nei confronti della propria madre, ciò non toglie che, per un uomo, l’ unica forma di affetto sincero da parte di una donna, è rappresentata, nella STRAGRANDE maggioranza dei casi, dall’ affetto della propria madre (qualora questa ne provi, non sempre questo accade, anzi, sempre meno).
Per il resto, si parla semplicemente di opportunismo più o meno consapevole (nella maggior parte dei casi ESTREMAMENTE consapevole).
Questa è la considerazione sulla base della quale ho impostato la mia vita affettiva.
Realismo e consapevolezza: da una donna diversa dalla propria madre non ci si può aspettare amore, al massimo, con una che possegga uno straccio di qualità morali, si può arrivare ad un patto di reciproca assistenza, per garantire ad entrambi una vita un pò più decente.
Tenendo comunque presente che quelle “papabili” da questo punto di vista, almeno in Italia, sono davvero poche: in mezzo alle altre, rappresentano una diluizione oscillante tra il ch1 e il ch2.
Sulla base di tale considerazione, appare evidente come cercarne una in Italia non abbia molto senso: peggio del classico ago nel pagliaio. Tra l’ altro le nostre connazionali sono molto brave nel fingersi agnellini per adescarti, salvo poi mettertelo nel culo senza pietà alla prima occasione: in questo, sono delle autorità indiscusse a livello planetario, dunque con esse il rischio è molto elevato e, per quanto uno possa essere scafato, non vale la pena correrlo.
Sarebbe come ingoiare uranio impoverito sperando che non ti venga il cancro.
Si badi bene, altrove non c’è affatto il paradiso, ma che qui, da questo punto di vista, sia un girone dantesco, è fuori da ogni dubbio.
Sarebbe interessante indagare sulle possibili cause di tale peculiarità.
sandro(Quota) (Replica)
Dimenticavo questo passaggio: “Per la donna e’ solo un problema di scelta (in special modo se e’ carina)”
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Una donna carina come la metti la metti aspirera’ sempre all’ uomo alpha di turno e non a un betuncolo qualunque. Se sei un beta il corso proposto dal dott. Massimo ti puo’ aiutare nella seduzione ma non ti fara’ diventare un alpha.
Mizio(Quota) (Replica)
Sulla base di tale considerazione, appare evidente come cercarne una in Italia non abbia molto senso: peggio del classico ago nel pagliaio. (sandro)
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Lo ripeterò fino alla noia: sfatiamo la leggenda urbana secondo la quale le donne straniere sarebbero migliori delle italiane, perché non è affatto vero.
Trattasi soltanto di luoghi comuni. La natura femminile, al pari di quella maschile, è la medesima ovunque.
Che poi esistano delle differenze educative/culturali/religiose è pacifico, ma, mi ripeto, evitiamo di far credere che l’erba (femminile…) del vicino sia sempre più verde.
Andrea(Quota) (Replica)
Vorrei fare un’osservazione come madre di figli maschi. Quel processo di separazione e di emancipazione da colei che ci ha generato (il piu’ delle volte con scarsa consapevolezza) a cui spesso e giustamente si fa riferimento e’ largamente preparato e condizionato dalla stessa madre. Sara’ lei per prima a dover credere nell’alterita’ del figlio, nella sua unicita’, nella sua autonomia..se vogliamo sperare nella riuscita del vero parto di una nuova persona. Diversamente..tutto remera’ contro nella vita di un uomo che molto spesso, per eccesso di bonta’, dovra’ barcamenarsi tra le rivendicazioni isteriche di donne che lamenteranno ingrati abbandoni e incomprensibili solitudini. Ho sempre detto ai miei ragazzi: nessuno potrebbe nuocervi quanto me e il fatto di non esserne consapevole non mi giustificherebbe quindi..fatemi capire dove sbaglio perche’ io ho grande stima di voi. La prima forma di rispetto parte dalla madre e puo’ essere un ottimo modello comportamentale a cui attingere in occasione di altre relazioni. Ma l’esperienza mi insegna che madri adulte e equilibrate non sono frequenti e se non ci si puo’ fidare dell’amore viscerale di colei che ci ha generato..dovremmo credere in quello profano e sensuale di una donna?No, ma non perche’ le donne siano sbagliate, semplicemente perche’ le aspettative riposte sono esagerate. E’ stato scritto: l’essere umano scambia felicita’ in cambio di sicurezza..e’ così. Puo’ esistere un profondo rispetto, una grande stima,un’autentica ammirazione, la passione, un particolare feeling, una condivisione ideale e sensuale…ma attenzione a come li eticchettiamo. La delusione e’ degli illusi. Sono tante e tali le variabili che condizionano la nostra esistenza che non mi permetto di giudicare le scelte degli altri pero’..neanche di impietosirmi.
maria(Quota) (Replica)
Andrea: Lo ripeterò fino alla noia: sfatiamo la leggenda urbana secondo la quale le donne straniere sarebbero migliori delle italiane, perché non è affatto vero.
Trattasi soltanto di luoghi comuni. La natura femminile, al pari di quella maschile, è la medesima ovunque.
Che poi esistano delle differenze educative/culturali/religiose è pacifico, ma, mi ripeto, evitiamo di far credere che l’erba (femminile…) del vicino sia sempre più verde.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
E’ proprio l’aspetto culturale che fa la differenza, Andrea. La natura è simile ovunque, ma la cultura differisce e questo cambia l’approccio ai nostri simili. Premettendo che si generalizza, non possiamo non cogliere differenze tra le donne anglosassoni, quelle scandinavo-tedesche, quelle dell’est europa e le latine, così come fra gli uomini appartenenti alle medesime aree geografico-culturali, per rimanere in ambito europeo-nord americano. Perfino tra le latine, per esempio tra le italiane e le spagnole ci sono differenze, e in questo caso io preferisco sicuramente le nostre, figuriamoci tra donne cresciute in un sistema di stampo comunista e uno clericale-tradizionalistico-capitalista. In questo momento le donne latine sono tra le meno attraenti, e non parlo dal punto di vista fisico. Laddove femminismo, consumismo e retaggi tradizionalistico-religiosi si fondono, come nel mondo latino attuale, ne scaturisce un mix molto pesante e assai poco affascinante. Se non sei un uomo ideologizzato, di destra o di sinistra, con un’idea della relazione tra i sessi tradizionalistica nel primo caso o ridicolmente progressista nel secondo caso, è chiaro che ti trovi spiazzato, perchè tutta la teorizzazione di stampo progressista e conservatore non trova riscontro in una pratica che va in tutt’altra direzione. In ogni caso, l’uniformizzazione culturale in atto ridurrà ai minimi termini, entro non molti anni, anche buona parte di quelle differenze che possiamo ancora cogliere. Anche nell’ambito della relazione tra i sessi, così come in quello più strettamente economico, si va verso una forma di americanizzazione, che vedrà decrescere l’aspetto più tradizionalistico-religioso, in che è anche un bene, e accrescersi invece quello competitivo-conflittuale, tipico di quella società, e aspetto molto negativo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Con la premessa che non sono un addetto ai lavori (psicologo, psicoanalista ecc.) mi sembra di poter osservare, Maria, che gli uomini vivono, tra le altre, una grande contraddizione, destinata a rimanere irrisolta. Conoscono fin da bambini l’amore totale, assoluto e senza condizioni della madre, e passano la vita nella vana speranza di ritrovarlo.
In qualche modo, se vogliamo, è proprio questo amore materno che “fotte” i maschi e li rende più fragili nei confronti del femminile (oltre, naturalmente, l’asimmetria sessuale di cui abbiamo ampiamente trattato).
E’ questo imprinting che hanno fin dalla tenera età e che forgia la loro personalità. Naturalmente ci sono tantissimi casi di madri nevrotiche o psicotiche, anaffettive o al contrario iperprotettive, morbose e molto spesso anche invasive e violente. Naturalmente anche questi comportamenti generano dei danni incredibili sulla psiche dei maschi. Lascio però che siano gli “esperti” ad affrontare questi aspetti nel modo più opportuno.
Personalmente scelgo di soffermarmi sulla prima questione. Quante volte abbiamo ascoltato delle donne che ci hanno ripetuto testualmente:” Non dovete cercare in noi la madre ma la donna”.
Quasi nessun uomo tende a riflettere su queste parole. Cosa vuol dirci una donna quando si esprime in questa maniera? Si, certo, che lei vuole essere apprezzata nelle sue qualità di donna (quindi anche di femmina), nella sua sensualità, capacità seduttiva, personalità, ecc. Ed è ovvio che tutto questo non può avere nulla a che fare con la forma di affetto profondo che si nutre nei confronti di una madre. Tuttavia vuole dirci anche qualcos’altro. E’ come se ci volesse avvertire, se ci lanciasse un messaggio cifrato, che più o meno è questo:”Mettetevi bene in testa che nessuna donna vi amerà mai come vi ha amato vostra madre, cioè senza condizioni e senza quel “do ut des” (non sto parlando, in questo caso, di uno scambio mercantile in senso stretto, è ovvio, ma in senso psicologico-metaforico) che più o meno incontrerete sempre nella vostra vita. Insomma, per farla breve, l’”amore” di una donna che non sia vostra madre non sarà mai incondizionato e assoluto. Essere donna e essere madre sono due cose completamente diverse, distinte e separate che corrispondono anche ad un modo di sentire e di relazionarsi con l’altro completamente diverso”.
Ecco, credo che mentre nei maschi la cesura tra l’essere uomini ed essere padri (concettualmente parlando)sia molto ma molto meno marcata, nelle donne sia invece decisamente più netta. E per quanto mi riguarda, devo essere onesto, è una delle caratteristiche del “femminile” che meno apprezzo e che, sempre in grande onestà, una volta scoperta (per lo meno così credo), mi ha lasciato una certa qual amarezza e disillusione (ma forse è proprio e anche questa la sua funzione)…
Sono ovviamente consapevole di stare esprimendo un concetto assai scomodo, molto poco “politicamente corretto” e anche un po’ troppo “ontologista” (rispetto al mio modo di interpretare le cose), ma è ciò che penso (con le dovute eccezioni, naturalmente, queste ci sono sempre e fanno parte, fortunatamente, dell’irriducibilità umana).
Se in quanto affermo c’è del vero (non dico del tutto, non ne sono sicuro al 100% neanche io, ma in larga parte), non c’è da stupirsi se quel messaggio ci viene inviato dalle donne in modo più o meno cifrato e non palese…Non è difficile capire il perché…
Fabrizio
P.S. Vorrei tanto che questa mia riflessione non corrispondesse al vero e sarei il primo a rallegrarmi di essere in errore…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sono completamente d’accordo con quanto affermi nel tuo ultimo post, Alessandro, e in particolar modo con questo passaggio:” Laddove femminismo, consumismo e retaggi tradizionalistico-religiosi si fondono, come nel mondo latino attuale, ne scaturisce un mix molto pesante e assai poco affascinante”.
Non c’è assolutamente dubbio che sia più che vero quanto dici. Quando ragione strumentale, consumismo, capitalismo, femminismo, tradizionalismo e retaggi religiosi si fondono assieme, come nel nostro caso, la miscela è devastante.
Questa è la ragione per la quale la situazione italiana è forse la peggiore rispetto a qualsiasi altro contesto mondiale (con l’esclusione del mondo musulmano, che è tutta un’altra storia e non sono possibili paragoni).
Senza voler alimentare la favola che all’estero ci sia il bengodi (perché è una balla), non c’è però altrettanto dubbio che la realtà nostrana sia forse la peggiore, o comunque una delle peggiori.
Mi pare che proprio alcuni giorni fa qualcuno fra noi si e ci chiedeva le ragioni di questa situazione. Ecco, credo che la risposta l’abbia data Alessandro e sia senz’altro da individuare nella miscela perversa di cui sopra.
Il retaggio pseudo moralistico religioso serve come alibi per coprire la ragione strumentale che sta dietro ai comportamenti psicologicamente e concettualmente mercantili di gran parte delle donne. Il femminismo (ormai post-femminismo) costituisce invece l’alibi ideologico e politicamente corretto. Ma dietro c’è sempre la suddetta ragione strumentale.
Eh, cari ragazzi, l’avversario è molto intelligente e astuto…lo sostengo da sempre.. Sono stati molto in gamba, lo dobbiamo riconoscere, ce ne vorrà per aprire gli occhi agli uomini…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“ce ne vorrà per aprire gli occhi agli uomini”
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Per rendersi conto di quanto hai scritto, basterebbero un paio di biglietti low cost: man mano che ci si allontana dal mar mediterraneo, le cose migliorano. Non in maniera eclatante, ma comunque evidente. Il registratore di cassa in mezzo alle gambe è una peculiarità delle nostre connazionali: solo qui per trombare ti devi stampare il 740 sulla maglietta.
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“per quanto mi riguarda, devo essere onesto, è una delle caratteristiche del “femminile” che meno apprezzo e che, sempre in grande onestà, una volta scoperta (per lo meno così credo), mi ha lasciato una certa qual amarezza e disillusione”
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L’ importante è rendersene conto, perché questo influisce pesantemente sulla necessità da parte maschile di rapportarsi al femminile: in soldoni, è quella cosa che rende il rapporto col femminile per niente irrinunciabile.
Se realizzi questa cosa qua, delle donne semplicemente non te ne frega più niente: le necessità sessuali sono un alibi, il nocciolo della questione è questo qua.
E qui la colpa dei padri nei confronti dei figli è enorme.
sandro(Quota) (Replica)
Questa è la ragione per la quale la situazione italiana è forse la peggiore rispetto a qualsiasi altro contesto mondiale (con l’esclusione del mondo musulmano, che è tutta un’altra storia e non sono possibili paragoni). (Fabrizio)
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Fabrizio, mi scuserai se ti faccio notare che per fare un’affermazione del genere, bisognerebbe aver vissuto in tutti i luoghi del mondo. Per esempio, te conosci bene la situazione del nord est asiatico o dell’Oceania, per asserire con siffatta certezza, che l’Italia (mondo musulmano a parte) sarebbe il peggior posto del pianeta, per quanto concerne il rapporto fra i due sessi? E dell’Europa dell’est cosa mi dici? Sicuro che la realtà della Romania e della Russia (tanto per citarne due), ovvero Paesi con un’altissima percentuale di prostitute, sia migliore della nostra? Io, al tuo posto, avrei dei serissimi dubbi in merito.
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Il registratore di cassa in mezzo alle gambe è una peculiarità delle nostre connazionali: solo qui per trombare ti devi stampare il 740 sulla maglietta. (sandro)
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Falso, non fosse altro per il fatto che l’atteggiamento delle donne di altri Paesi, cambia anche in base a chi hanno di fronte. Ossia, come è vero che l’italiana che se la tira con il proprio connazionale è molto più disponibile con lo straniero, è altrettanto vero che la texana schizzinosa col texano, lo è assai di meno col cubano…
Ed inoltre c’è da dire che ovunque le donne hanno un loro prezzo (intrinseco e indotto).
Andrea(Quota) (Replica)
Andrea, ti riporto quanto da me affermato nel precedente post:” Senza voler alimentare la favola che all’estero ci sia il bengodi (perché è una balla), non c’è però altrettanto dubbio che la realtà nostrana sia forse la peggiore, o comunque una delle peggiori”.
Mi pare abbastanza evidente ciò che volevo dire. Sono contrario, come te del resto, a mitizzare altri contesti. Nondimeno penso che, per le ragioni che abbiamo tentato di spiegare sia io che Alessandro, nel nostro paese (e non solo nel nostro) la relazione fra uomini e donne sia una delle più complesse e problematiche al mondo. Sicuramente una delle più condizionate proprio da quella miscela di fattori che abbiamo evidenziato.
Ho girato in lungo e in largo per il pianeta, una cinquantina di paesi di tutti i continenti ad eccezione dell’Oceania, e non posso che confermarti quanto sopra, per lo meno dal mio punto di vista. Paragonabili all’Italia sono la Francia, la Grecia, la Spagna (quest’ultima decisamente in meglio), gli USA (con le dovute differenze da regione a regione, ovviamente, trattandosi di un grande paese). Quindi, come vedi, paesi per lo più dell’area mediterranea, USA a parte, dove è appunto molto marcata la compresenza di quei fattori di cui parlavamo (anche in America).
Il riferimento alla prostituzione che fai tu è ben altro discorso, che esula completamente rispetto a quello che si stava facendo e che riguardava la facilità o meno da parte degli uomini di allacciare una relazione con una donna (e con le donne in generale), stabile o episodica che sia, o semplicemente di avvicinarla.
E non c’è alcun dubbio, per lo meno per la mia esperienza diretta, che in Italia, per le ragioni suddette, sia molto più complicato che altrove.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Un’altra cosa che frega i maschi è l’educazione (e l’atteggiamento femminile) che fa avvertire il proprio organo sessuale come un qualcosa di sporco, brutto, che infanga la grazia femminile; e anche come un qualcosa che deve essere usato con potenza verso le donne, per dimostrare chissà quale virilità. Poi vediamo invece il servilismo da una parte e lo stupro dall’altra.
In Romania, quando ci sono stato io (e c’era lui), le ragazze ci davano spago solo perché eravamo dell’Europa occidentale (soldi).
Leonardo(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
>>
Quante volte abbiamo ascoltato delle donne che ci hanno ripetuto testualmente:” Non dovete cercare in noi la madre ma la donna”.
>>
Fabrizio, non so te o gli altri, ma io NON ho mai cercato un’altra madre in un’altra donna, ed i motivi sono i seguenti:
1) Di madre ce n’è solo una.
2) Verso una madre si può provare un grande affetto, ma, di certo, nulla che somigli minimamente all’attrazione fisica e al sesso (perlomeno questa è la norma).
E per me una donna deve essere anzitutto erotica e attraente. Viceversa, con una donna che percepissi come una “seconda madre” (mai successo…), non riuscirei MAI ad avere un’erezione.
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Fabrizio Marchi
>>
Insomma, per farla breve, l’”amore” di una donna che non sia vostra madre non sarà mai incondizionato e assoluto.
>>
In realtà neanche quello di tanti uomini verso le “proprie” donne è un amore incondizionato e assoluto.
Trattasi di un discorso vario e ben più complesso.
Inoltre trovo che molto spesso, e soprattutto in questa epoca, si abusi molto della parola “amore”.
Luca(Quota) (Replica)
FAbrizio: “:”Mettetevi bene in testa che nessuna donna vi amerà mai come vi ha amato vostra madre, cioè senza condizioni e senza quel “do ut des” (non sto parlando, in questo caso, di uno scambio mercantile in senso stretto, è ovvio, ma in senso psicologico-metaforico) che più o meno incontrerete sempre nella vostra vita. Insomma, per farla breve, l’”amore” di una donna che non sia vostra madre non sarà mai incondizionato e assoluto. ”
Vero, verissimo. Ma c’è anche il significato opposto, ossia che una femmina apprezza di più, alla fine, il maschio indipendente, che sa farsi le sue cose senza dipendere da lei e senza chiederle il permesso. Ossia che la fa “aspettare quel tanto da indurre in lei desiderio che torni. magari brontola, sbuffa, protesta perchè lui va al calcetto con gli amici, in montagna, non l’accomp0agna allo shopping etc. etc, ma chissenefrega! L’importante è che l’uomo sappia che diventare tipo “zerbino” appaga la di lei onnipotenza solo nel breve periodo, ma poi perde stima di lui e si stanca.
In altri termini, la coppia simbiotica soffoca. Così come è soffocante il troppo e incodinzionato amore materno, che in quanto troppo diventa sospetto nonchè condizionante.
Basterebbe, ed è questo il difficile, che le donne si rendessero conto delle loro contraddizioni e che gli uomini, cosa ormai altrettanto difficile, non prendessero alla lettera tutte le lamentele femminili, ossia che sapessero che spesso la donna dice una cosa deisderando nel suo intimo un’altra.
armando
armando(Quota) (Replica)
Luca, non ho mai sostenuto di stare cercando una seconda madre in una donna nè che la cerchino altri uomini. Mi dovrei anche seriamente preoccupare se così fosse, specie alla mia ormai non più tenerissima età…
Ho espresso un concetto profondamente diverso. E cioè che gli uomini conoscono l’assolutezza dell’amore materno e vorrebbero ritrovarlo. E’ cosa ben diversa dal cercare una seconda “mamma”. Questo non toglie che ci siano tanti uomini che per ragioni diverse, ricerchino nelle donne un sentimento che assomigli a quello materno. Così come esistono tante donne che, per ragioni simili oppure spesso opposte e speculari, tendono a cercarsi un uomo che gli faccia da padre.
In questi due casi, a mio parere, siamo di fronte a dei comportamenti nevrotici, che possono essere causati da diverse motivazioni : carenza di affetto materno o paterno oppure l’aver vissuto una difficile relazione con i propri genitori ecc.
Ma questo è un altro discorso rispetto a quello che facevo io e che riguardava l’intensità del sentimento, che per essere tale, a mio parere, deve essere incondizionato (cioè senza condizioni). Il sentimento, di qualsiasi genere possa essere, è e deve essere un dono. Nel momento in cui è condizionato (“ti voglio bene se…”) perde la sua autenticità per diventare altro, cioè scambio concettualmente e psicologicamente mercantile.
Laddove non siamo in presenza di disturbi nevrotici o psicotici di varia natura (spesso è così), il sentimento di una madre (così come quello di un padre, ovviamente) nei confronti del proprio figlio è assoluto e privo di condizioni. In parole ancore più povere al “Ti voglio bene se…” dobbiamo togliere quel “se”. Così facendo rimane solo:”Ti voglio bene”, che è il sentimento autentico e genuino che vive qualsiasi genitore nei confronti del proprio figlio o figlia, indipendentemente da qualsiasi altro fattore o accadimento. Questo è quello che possiamo definire un sentimento assoluto. Naturalmente si può provare non solo nei confronti del proprio figlio o di un parente stretto ma anche nei riguardi di un amico.
E’già molto più complicato che questo possa verificarsi fra un uomo e una donna appunto perché entrano in ballo, insieme allo scambio sessuale, tutta una serie di fattori a questo intimamente legati (possesso, gelosia, appartenenza, competizione, invidia, e chi più ne ha più ne metta) che rendono assai difficile la possibilità di un reciproco e autentico sentimento fra una donna e un uomo.
A mio avviso, ma tengo a sottolineare che è un’ opinione del tutto personale, ritengo che mentre gli uomini, per varie ragioni, siano in grado (anche se non sempre naturalmente) di provare un sentimento assoluto sia nei confronti del proprio figlio che della propria donna (non è detto che questa debba necessariamente essere la madre dei loro figli…), questo sia più difficile e più raro da riscontrare nelle donne. E questo perché, nonostante tutto, la maternità viene da queste vissuta come un fine rispetto al quale l’uomo tende in ultima analisi ad essere considerato come uno strumento. E’ ovvio, naturalmente, che su questa diversità il sistema ci ha lavorato alla grande…
Ovviamente quanto dico non è generalizzabile, tanto meno ha nulla di scientifico nè può essere considerata una posizione ufficiale del MUB. Tuttavia in uno dei brevi capitoli del mio pamphlet mi sono occupato anche di questo tema.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il rapporto con la madre nella prima infanzia viene dimenticato crescendo, la madre è il simbolo della donna a quell’età, la mamma ci allatta: un rapporto cosi fisico le bambine non ce l’hanno con il padre.
Tutti da bambini facciamo una scelta nostro malgrado, a seconda degli eventi e dell’educazione, entriamo in un ruolo che recitiamo tutta la vita.
Leonardo(Quota) (Replica)
Ma questo è un altro discorso rispetto a quello che facevo io e che riguardava l’intensità del sentimento
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Io invece parlavo di sincerità del sentimento.
Quello di una madre verso un figlio è affetto sincero, almeno nella maggior parte dei casi.
Lo stesso non si può dire negli altri casi, nei quali sarebbe molto più corretto e veritiero parlare di opportunismo.
Le donne sono tendenzialmente egocentriche, tranne in un caso soltanto: riguardo i propri figli.
E manco sempre. Anzi, sempre meno.
sandro(Quota) (Replica)
Dire “l’uomo è uno strumento” significa sintetizzare in una formula una verità (amarissima) dalle mille ricadute, capace di spiegare un’infinità di dettagli della relazione.
Verità che in molti potrebbe alterare radicalmente l’approccio, disossato da ogni illusione. Un terremoto.
Questo spiegherebbe il motivo per cui questa verità – che pur dovrebbe venir insegnata alle superiori – non appaia in nessun libro di testo né formi materia di alcun esame.
Sorge il sospetto che appartenga a quel gruppo di verità che devono essere occultate per consentire alla vita di proseguire. Si lascia che vengano scoperte più avanti, quando non possono più produrre danni sociali.
Ma è anche un occultamento che i giovani si aspettano, travolti come sono, dal turbine degli ormoni.
I maestri insegnano quelle bugie che gli alunni esigono.
E la frittata è fatta.
Rn
Rino(Quota) (Replica)
“Sorge il sospetto che appartenga a quel gruppo di verità che devono essere occultate per consentire alla vita di proseguire. Si lascia che vengano scoperte più avanti, quando non possono più produrre danni sociali”
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I danni sociali li producono se non vengono scoperte, non il contrario.
sandro(Quota) (Replica)
Mi chiedo: ma perché tanti uomini sono così stupidi?
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http://www.asiatour.com/italian/women-want.htm
Quello che le donne vogliono (What Women Want)
By Sam Zanahar
Version 2.9, Heidelberg, 26. July 2010
Il comune buon senso dice che gli uomini vogliono sesso, mentre le donne vogliono mezzi finanziari e relazioni stabili.
I biologi evoluzionisti hanno condotto degli studi basati su questionari in molti paesi del mondo, ed hanno riscontrato che questo e’ un modello universale.
La saggezza della tradizione, pensa che questo sia nella natura delle donne ed asserisce che le stesse siano semplicemente meno interessate al sesso.
E la biologia evoluzionista ha concluso che la preferenza che le donne hanno verso sicurezza finanziaria e relazioni stabili, così come un ridotto interesse verso il sesso, siano parametri geneticamente codificati.
Io ho un grande rispetto per la biologia come scienza, e ascolto spesso la saggezza della tradizione.
Ma quando si tratta di sessualità femminile, le conclusioni della sopraccitata tradizione e della biologia evoluzionista sono solo stupidaggini.
Le donne hanno bisogno dell’appagamento sessuale tanto quanto gli uomini. E per donne atee con un alto grado di coscienza di sé, l’appagamento sessuale è come per gli uomini il solo ragionevole fine per cui valga la pena vivere.
Allora perchè la tradizione e la biologia evoluzionista si sbagliano tanto sulla sessualità femminile?
Le parole chiave in ogni risposta a questo interrogativo sono : sicurezza, rischio e valore di mercato in campo sessuale.
Un basso livello di sicurezza e un alto livello di rischio hanno un effetto enormemente depressivo non sul desiderio sessuale, ma sul comportamento sessuale.La stessa cosa è vera per le circostanze che causano un rapido declino del proprio valore di mercato in campo sessuale.
Le donne non sono meno “sessuali” degli uomini. Sono solo diventate esperte nel nascondere e sopprimere la propria sessualità, poiché per le donne, per millenni, l’ ambiente naturale e sociale è sempre stato meno vantaggioso che per l’uomo.
Le donne hanno sempre avuto, ed hanno tuttora, più bisogno di protezione.
Quando gli umani erano cacciatori e raccoglitori, le donne (specie quando erano incinte) non potevano correre veloci quanto gli uomini, quando venivano attaccate dai predatori.
Quando gli umani vivevano durante le più antiche civiltà, ed inventarono le armi, le donne erano meno capaci di difendersi da sole.
E nelle società moderne ad alto grado di criminalità, le donne hanno molte più probabilità di essere attaccate e violentate.
Se dovessimo collocare gli uomini in condizioni ambientali con un livello di rischio corrispondente, anche il modello della sessualità maschile cambierebbe. Gli effetti di una mancanza di sicurezza sono gli stessi per uomini e donne: una preferenza per relazioni monogame che procurino sicurezza, in aggiunta, o persino invece del piacere sessuale.
Ma non è solo il timore di essere attaccate (da leoni, soldati nemici, o bande di stupratori) ad avere un forte impatto sulle preferenze sessuali delle donne.
Per le donne di tutte le epoche, fare sesso è sempre stato associato al rischio della gravidanza. Persino da un incontro di una sola notte potrebbero restare incinte, ed il corso della loro vita potrebbe venire completamente modificato dalle conseguenze di questo solo singolo incontro sessuale. L’uomo, nello stesso incontro, potrebbe solo dimenticare un’ora dopo l’accaduto.
Ma la gravidanza ha un grande impatto non solo perché la donna si deve caricare del peso di un bambino. La gravidanza causa anche un rapido declino del valore di mercato in campo sessuale della donna, giacchè questa porta a molti cambiamenti fisici del proprio corpo, che indubbiamente riducono la sua bellezza e il suo sex appeal.
Tuttavia un altro aspetto che porta le donne ad essere più attente con i rapporti sessuali, è la pressione che sentono per la propria reputazione. In molti paesi, le donne vengono punite severamente perché vivono apertamente la propria sessualità con rapporti occasionali. Nella maggior parte degli altri paesi, si parla male delle ragazze e delle donne che lo fanno.
La maggior parte degli uomini, persino molti di provata saggezza e scienziati, sono degli stupidi che non riescono a capire le donne. Dovrebbero immaginarsi di essere nella stessa situazione di rischio delle donne, e seguirne gli effetti sulla propria condotta sessuale. La facilità con cui ricercano avventure sessuali scomparirebbe.
Il fatto è che le donne hanno un enorme appetito sessuale, non solo da sposate o sulla trentina, ma anche da teen agers. Le ragazze e le donne hanno un appetito sessuale paragonabile facilmente a quello dei ragazzi e degli uomini.
Io sono sempre stato un femminista. Ho sempre sostenuto qualsiasi misura politica incline a creare delle società più sicure, in modo che le donne non abbiano bisogno di certi uomini come protettori. Ho sempre sostenuto il diritto delle donne a non rimanere incinte. Ho sempre difeso le donne dal fatto di essere additate come dissolute perché cercano delle avventure sessuali.
E tutto ciò non perché sarebbe stato, ed è, politicamente corretto, ma per un motivo molto pratico: la liberazione sessuale della donna mi arrecherebbe un gran beneficio.
Non ho paura di competere con altri uomini per donne di più alto livello nelle società in cui le stesse possono scegliere l’uomo basandosi sull’attrazione sessuale.
Sono gli uomini di basso livello a favorire ordini sociali in cui le donne sono collocate secondo tradizioni religiose, o in cui l’espressione sessuale femminile è un comportamento ad alto rischio. Gli uomini di basso livello sono contro la libertà sessuale della donna perché non verrebbero mai presi in considerazione.
Simone(Quota) (Replica)
Per Maria sul rapporto madre/figli maschi. Senza ovviamente generalizzare, tuttavia è un fatto accertato che l’istinto materno primario è quello di “trattenere” il figlio a sè. Consapevolmente o meno, poco importa. Si tratta in ogni caso di “amore” che soffoca e/o castra, indipendentemente dalla volonta cosciente. Certamente possedere da parte della madre questa conoscenza dei meccanismi istintuali e dunque incosci del materno è importante per l’educazione dei figli, tuttavia senza la figura paterna che operi il distacco, che imprima al figlio (ma anche alla moglie) la dolorosa ferita del distacco, ci sono enormi possibilità che il ragazzo rimanga invischiato in un rapporto non adultoò E’ quello che viene chiamato il maschio “matrizzato”. E’ per questo che la svalutazione del padre della sua funzione ben oltre i suoi eventuali demeriti, è statp ed è un processo culturale, sociale e giuridico che non esito a definire “criminale” e letale per tutto il genere maschile condannato ad una matrizzazione di massa. Ma alla fine, dopo l’effimero senso di onnipotenza dovuto al constatarsi più autonome i indipendenti degli uomini, una disgrazia per le stesse donne. Le quali non a casi finiscono per implorare di essere amate come donne e non come mamme.
armando
armando(Quota) (Replica)
E’ tanto vero che molte donne non si accorgono della loro relazione costitutiva di madri verso i figli, che fra le innumerevoli artefici dell’innarrestabile diluvio di accuse ai maschi a cui si dedicano da decenni, non ce n’è una che si sia semplicemente accorta che questi “insopportabili” maschi hanno vissuto in posizione di dipendenza affettiva come loro figli, o alunni, dalla più tenera età ai diciott’anni.
ckkb(Quota) (Replica)
Vero, Ckkb.
A tal proposito, alcune settimane fa una mia carissima e intelligentissima amica, molto vicina alle nostre posizioni, che nella vita fa la psicologa, ha organizzato una specie di gioco relazionale presso la stessa associazione dove c’è stata quella riunione fra uomini di cui vi ho messo al corrente e di cui vi parlerò in seguito.
Il gioco consisteva in questo. Gli uomini dovevano scrivere, rimanendo nell’anonimato, una seri e di aggettivi per descrivere il “femminile”; altrettanto dovevano fare le donne, a parti invertite.
La finalità era capire il tasso di pregiudizio presente sia nelle donne che negli uomini nei confronti dell’altro sesso.
L’aggettivo più “negativo che i maschi hanno espresso nei riguardi delle femmine è stato “imprevedibili”. Il più positivo è stato “meravigliose”. Fra questi due più o meno tutta una serie di luoghi comuni abbastanza scontati: irrazionali, sensuali, erotiche, e via discorrendo.
L’aggettivo più positivo delle donne nei confronti degli uomini è stato: banali. Gli altri non ve li sto neanche a raccontare e ve li lascio immaginare. Sono certo che con un piccolissimo sforzo ci arrivate da soli…
Al top quindi della “benevolenza” c’erano “meravigliose” da una parte e “banali” dall’altra.
Dopo di ciò si apre il confronto (si fa per dire perché è stato un monologo femminile). Il senso era più o meno questo:”Noi siamo evolute, voi non riuscite a stare al nostro passo, siete del tutto inadeguati, siete inferiori a livello intellettivo (parole testuali di una delle donne presenti, la più aggressiva),privi di interessi culturali, “pensate sempre a quella cosa”, siete incapaci di tutto ecc. (non vale neanche la pena di proseguire perché questo è il senso)”.
Dall’altra parte totale passività, neanche un accenno ad un timido balbettio di risposta.
Io ero volutamente spettatore in tutto ciò e presentato dal presidente dell’associazione come il fondatore di un’associazione che si occupa di queste questioni ecc.
Avrei preferito restare in questo ruolo di osservatore ma non ce l’ho fatta. Ho cercato quindi di stimolare i maschi presenti ad una reazione (se l’avessi fatto io era scontato e non era quello il senso dell’incontro), cercando di far leva se non altro sul loro amor proprio. “Vi stanno massacrando – ho detto – avrete pur qualcosa da dire”.
A quel punto ci sono state due sole reazioni tra circa la decina di uomini presenti. Uno è in effetti intervenuto (gli ho quasi messo un peperoncino nel culo per farlo parlare…) per sostenere che il femminismo è stato un bluff e che le donne continuano in realtà a vivere secondo le logiche con cui hanno sempre vissuto. Stava rispondendo ad una di quelle che sosteneva che la parità ci vuole per quanto riguarda i i diritti civili, sociali, , la sfera economica, del lavoro, politica e quant’altro ma che per quanto concerne la sfera privata “l’”omo” ha da esse’ “omo” e la “donna ha da esse’ donna” (hai capito che “furbacchiona”…), invitando pubblicamente un’altra donna presente “a non darla mai la prima sera che esce con qualcuno e neanche la seconda perché i maschi se la DEVONO sudare”. Questo esemplare di evoluzione femminile è peraltro un’ iscritta al Partito Democratico…
In quel momento, con tutta la buona volontà, non ho potuto fare a meno di risponderle. E così fra lei e il sottoscritto è scoppiata una inevitabile polemica, anche perché non mi sono trattenuto a quel punto dal dirle “Sei una troglodita – (quando “ce vò, ce vò” (“quando ci vuole, ci vuole) si dice a Roma) – e questi sarebbero i risultati dell’evoluzione femminista, complimenti. Parità quando vi conviene in un senso e mantenimento dei vecchi privilegi quando vi conviene in un altro”.
A quel punto scatta inevitabile (e ormai da me ampiamente prevista) la reazione di un “macho tradizionale” (non un “maschio pentito”, che è una specie diversa, questi ultimi sono di “sinistra”, i primi di “destra”).
Si alza di scatto, rosso in volto come una bottiglia di Barbera e mi urla contro:” Stai rompendo i coglioni con una marea di stronzate, falla finita ecc. ecc.”.
Il tizio era un uomo di circa 65 anni, anche se ben portati, per me del tutto innocuo, e naturalmente ho lasciato correre. Il suo messaggio in codice era:”Vi difendo io dall’Orco, scegliete me che vi proteggo, non dategli retta, vi difendo io dal drago”. Ovviamente, al di là dei contenuti della discussione, sono scattate in lui, in quel contesto, le solite dinamiche competitive che esplodono nella testa dei maschi non evoluti quando ci sono di mezzo delle femmine. Il tizio è stato peraltro anche un po’ patetico, a mio parere, perché ha scelto di misurarsi con un uomo molto più giovane di lui, su un terreno di competizione tradizionale che lo avrebbe visto inevitabilmente soccombere. Molto probabilmente intuiva o sapeva che non ci sarebbero state reazioni (per ovvie ragioni) da parte del sottoscritto. Io l’ho lasciato sfogare in attesa che sbollisse la rabbia e che terminasse la sceneggiata.
Posso però assicurarvi che ogniqualvolta mi trovo ad affrontare queste discussioni in contesti pubblici le reazioni più veementi e talvolta anche violente sono proprio quelle degli uomini. C’è da riflettere…
Ciò detto, questa è la situazione. Naturalmente non può essere una riunione di una ventina di persone, sia uomini che donne, a costituire un campione esatto. Tuttavia credo che possa comunque costituire un utile indicatore.
Dopo una raffica di insulti e derisioni,escludendo il sottoscritto che non sarebbe neanche dovuto intervenire, otto uomini su dieci sono rimasti silenti, uno solo è riuscito a balbettare qualcosa di critico nei confronti delle donne e un altro ha giocato la parte del macho e del cavalier servente.
Mi pare di poter dire che questa è la situazione. C’è ancor più da riflettere…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi: Posso però assicurarvi che ogniqualvolta mi trovo ad affrontare queste discussioni in contesti pubblici le reazioni più veementi e talvolta anche violente sono proprio quelle degli uomini. C’è da riflettere…>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
Credo che dipenda sempre dalla cronica mancanza di soddisfazioni sentimentali-sessuali, di tipo non mercenario, che caratterizza l'uomo italiano e non solo, direi latino in genere. Ogni occasione pare giusta per ingraziarsi l'altro sesso, nella speranza di ottenere almeno un minimo di considerazione. Poi c'è il caso anche dell'uomo che crede alla vulgata corrente come a un vangelo, e che crede di prendere le difese del debole di turno, sentendosi in questo modo un paladino delle libertà e dei diritti civili. Questi ultimi sono davvero patetici.
Comunque il blocco psicologico che gli uomini occidentali incontrano nelle occasioni pubbliche, quindi presenti fisicamente, laddove si parla dei temi da te esposti è davvero sorprendente, forse senza eguali nella storia, anche perchè nessuno "impone" loro di concordare sempre e comunque con quanto espone l'altra parte. Pare quasi di rompere un tabù sacro, da far venire le vertigini. Ancora una volta stupore per quanto il "sistema", in maniera "indolore", è in grado di produrre.
Alessandro(Quota) (Replica)
Mi è capitato a pranzo tra intimissimi di reagire alla geremiade universale (tra cui il classico: ne muoiono più x mano maschile che x malattie ecc. ecc.) contro i maschi pronunciata da una amica carissima e molto, ma molto in gamba. (Nota bene: tutti i maschi presenti impegnati, a favore delle loro donne e famiglie, alla creazione di imprese economiche da far tremare i polsi). Dico all’amica: “Ti rendi conto che stai delirando? tutti i dati da te citati sono una colossale menzogna per questo e questo motivo”.Nel silenzio maschile, partono, incazzate, quasi tutte le donne a precisare che non sono per niente d’accordo con il mio giudizio. Mi accorgo che se prima il delirio era individuale adesso è diventato a due e poi a tre: è collettivo. Ragionare con chi delira significa consentire al delirio e far precipitare nell’angoscia più nera il delirante. Pertanto, responsabilmente, mi sposto sul piano dei fatti e della volontà: “Signore mie, libere di pensare quello che volete ma c’è un fatto: quello che pensate è affar solo vostro perchè a me non importa un c…z.o!”
Sguardi di consenso dai maschi fra cui uno precisa a tu per tu: “ma c’è bisogno di dirgli che delirano? che noi crepiamo da sempre per loro? noi lo sappiamo, loro no. E non possono saperlo! E non dirmi che ti senti aggredito e deluso da queste sciocchezze: amico mio è lo scontato, eterno femminino”. Le carissime amiche? dopo una stupita breve protesta verbale, una percepibilissima corrente emotiva di affetto, femminil seduzione e profondo consenso verso di me: un grazie senza parole.
ckkb(Quota) (Replica)
Credo che dipenda sempre dalla cronica mancanza di soddisfazioni sentimentali-sessuali, di tipo non mercenario, che caratterizza l’uomo italiano e non solo, direi latino in genere. Ogni occasione pare giusta per ingraziarsi l’altro sesso, nella speranza di ottenere almeno un minimo di considerazione. __________________________________________
Più di una volta nella mia vita, trovandomi in compagnia di amici non accoppiati e desiderosi di donne, alle mie ragioni hanno risposto: se la pensi così non scoperai mai.
Un ‘altra cosa che pensavo ultimamente è che sono stanco di stare con persone che ogni volta che passa una vestita in modo appariscente esclamano: che figa! C’è una zingara dalle mie parti, alta e mora e di solito vestita che si vede che è Rom, un paio di giorni fà è passata vestita attillata e truccata: tutti a suonare con il clacson della macchina st’imbecilli, mi piacerebbe vedere la faccia che farebbero i più sapendo che una zingara del campo nomadi.
Leonardo(Quota) (Replica)
Fabrizio
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Il senso era più o meno questo:”Noi siamo evolute, voi non riuscite a stare al nostro passo, siete del tutto inadeguati, siete inferiori a livello intellettivo (parole testuali di una delle donne presenti, la più aggressiva),privi di interessi culturali, “pensate sempre a quella cosa”, siete incapaci di tutto ecc
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Storia vecchia. Tuttavia, stai pur sicuro che se quelle “gentili donzelle” avessero avuto di fronte a loro degli uomini di colore o extracomunitari, ci avrebbero pensato un milione di volte prima di fare simili sparate.
Il motivo ? La paura di essere bollate come razziste.
Del resto che le femmine siano delle grandissime vigliacche, capaci di “espandersi” solo dove sanno di potersi “espandere”, non e’ certamente una novita’.
Loro ti rispettano solo se ti fai rispettare, senno’ non c’e’ verso. Ed infatti il problema principale degli uomini sono gli stessi uomini, che non reagiscono mai, mandandole a cacare come si deve.
Daniele(Quota) (Replica)
credo che la parola chiave ,come detta da Leonardo sia “considerazione”
l’uomo che sbraita davanti a Fabrizio e quelli che gridano “che figa” non sono poi molto diversi ,vivono solo nell’essere considerati dall’altro sesso .come se il consenso femminile li portasse ad un piano più alto come dire “vedete sfigati ,come si fa??” strano a dirsi che ,di solito ,questa tecnica non è poi molto reddittizia ,se non si è uomini alpha …
mauro recher(Quota) (Replica)
Noi siamo evolute, voi non riuscite a stare al nostro passo, siete del tutto inadeguati, siete inferiori a livello intellettivo (parole testuali di una delle donne presenti, la più aggressiva),privi di interessi culturali, “pensate sempre a quella cosa”, siete incapaci di tutto ecc. (non vale neanche la pena di proseguire perché questo è il senso)”.
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Beh, che gli uomini siano dei tarati mentali, imbecilli hanno ragione , perchè rispondere a quelle parole avvelenate è una cosa semplicissima. Bastava solo dire (se ci fossi stato io l'avrei fatto ) :
A parte il fatto che gli scienziati più grandi del passato erano uomini, a parte il fatto che molti uomini possono vivere tranquillamente da soli altro che incapaci di fare tutto ( che poi magari queste che parlavano non sanno veramente fare una ceppa), come mai se siete così evolute non andate a combattere in guera, a lavorare nelle fabbriche, miniere eccetera ? Dai voi siete più efficienti, andate avanti . Aggiungendoci pure " la vostra arroganza sta stufando moltissimi uomini" . Nient'altro da aggiungere
Silent Hill(Quota) (Replica)
@ Ckkb : bene, è come allora dicevo io nell’ultimo pezzo…l’arroganza di alcune donne sta stufando gli uomini .
Silent Hill(Quota) (Replica)
Daniele
Storia vecchia. Tuttavia, stai pur sicuro che se quelle “gentili donzelle” avessero avuto di fronte a loro degli uomini di colore o extracomunitari, ci avrebbero pensato un milione di volte prima di fare simili sparate.
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Su FB ho avuto spesso feroci discussioni con alcune tarate che dicevano più o meno le stesse cose che ha elencato fabrizio…beh la classica risposta è “misogino” oppure più frequentemente ancora ” secondo me hai avuto problemi con le donne” . Inutile rispondere a chi fa simili affermazioni : gli indichi la luna e guarda il dito . Però la soddisfazione di averle smontate bene bene c’è…
Silent Hill(Quota) (Replica)
“Il tizio era un uomo di circa 65 anni”
…..e hai detto tutto.
Io sono sempre più dell’ idea che la questione maschile sia una costola della questione generazionale.
sandro(Quota) (Replica)
Capita, quando conosco un uomo, che durante i primi approcci il signore in questione si premuri di trovare un’occasione per dire una cosa a cui tiene molto..”Sai, io sono uno che rispetta molto le donne..” Premetto che si tratta di persone normalissime, incontrate in ambiti tranquilli, con un lavoro e magari una moglie..cosa che li rende ancora piu’ normali. Eppure, specie se hanno qualche interesse per una donna, tengono a precisare qualcosa di cui non sento assolutamente bisogno. Perche’? La cosa e’ ancor piu’ stridente se pensiamo che mai una donna penserebbe di fare altrettanto. Il meccanismo sotteso non e’ complicato da decifrare: ti garantisco che sono rispettoso, non sono come gli altri, puoi fidarti di me, prova a darmi fiducia..non ti deludero’. A me la cosa non e’ mai piaciuta perche’ non mi fa sentire in un contesto paritario e fondamentalmente mi priva del piacere di un confronto libero, maturo, consapevole..adulto. Le donne tendono a interpretare la cosa come..una sorta di omaggio ma fraintendono una cornice in realta’ poco lusinghiera. Solo un diversamente abile deve peroccuparsi di sapere in anticipo quali percorsi e che tipo di barriere incontrera’.. In genere un normodotato va a sciare, a ballare, a nuotare in compagnia..e ride alle novita’. Quello che piu’ dispiace e’ lo sfondo umano e sociale che tende a giustificare i modelli comportamentali come questo. Se un pregiudizio(gli uomini sono esseri moralmente inferiori) e’ condiviso da entrambi…come puo’ cambiare? Di solito, quando un uomo comincia a sciorinare le sue garanzie..rispondo:”Io ho conosciuto solo uomini estremamente corretti..e tu..che tipo di donne?”
maria(Quota) (Replica)
Silent Hill
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Beh, che gli uomini siano dei tarati mentali, imbecilli hanno ragione ,
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Questo lo sostengo da un bel pezzo pure io, solo che ritengo sia il caso di precisare un paio di cose:
1. Non e’ che le femmine siano delle aquile; anzi…
1. Le tare mentali degli uomini italiani/occidentali, dipendono soprattutto dal fatto di nascere, crescere, vivere e morire in una cultura che fin da piccoli li “addestra” a pensare che le femmine abbiano una marcia in piu’.
Sostanzialmente la nostra e’ una societa’ che “nasce male”. Di certo un tempo erano meno sprovveduti di oggi.
http://www.comunicazionedigenere.com/2010/10/09/la-vera-causa-della-caduta-dellimpero-romano/
Daniele(Quota) (Replica)
@ckkb
considerazione: l’ha detta Alessandro e io l’ho sottolineata.
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L’aggettivo più “negativo che i maschi hanno espresso nei riguardi delle femmine è stato “imprevedibili”. Il più positivo è stato “meravigliose”. Fra questi due più o meno tutta una serie di luoghi comuni abbastanza scontati: irrazionali, sensuali, erotiche, e via discorrendo.
L’aggettivo più positivo delle donne nei confronti degli uomini è stato: banali. Gli altri non ve li sto neanche a raccontare e ve li lascio immaginare. Sono certo che con un piccolissimo sforzo ci arrivate da soli…
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Certo: ci hanno abituati a considerarci brutti, animali, e che le donne ci sopportano. Qui gioca un ruolo fondamentale anche la natura che le ha munite delle loro vocine e pochi muscoli; dispotiche, ma che non te ne accorgi.
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“l’”omo” ha da esse’ “omo” e la “donna ha da esse’ donna” (hai capito che “furbacchiona”…), invitando pubblicamente un’altra donna presente “a non darla mai la prima sera che esce con qualcuno e neanche la seconda perché i maschi se la DEVONO sudare”.
A quel punto scatta inevitabile (e ormai da me ampiamente prevista) la reazione di un “macho tradizionale” (non un “maschio pentito”, che è una specie diversa, questi ultimi sono di “sinistra”, i primi di “destra”).
Si alza di scatto, rosso in volto come una bottiglia di Barbera e mi urla contro:” Stai rompendo i coglioni con una marea di stronzate, falla finita ecc. ecc.”.
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Quanto veleno hanno in corpo queste donne!? In più ci vedo una volontà distruttiva a mettere gli uomini uno contro l'altro.
Leonardo(Quota) (Replica)
strano a dirsi che ,di solito ,questa tecnica non è poi molto reddittizia ,se non si è uomini alpha …
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Ma guarda che il successo degli uomini alpha è dovuto al loro essere alpha, non alla tecnica…
anzi secondo me attira di più un uomo che, quando gli dici che sei inferiore intellettualmente e altre belinate varie da storie fantascientifiche, ti manda a quel paese in un nanosecondo…
Silent Hill(Quota) (Replica)
Nota : quando al mio commento precedente ho detto che un uomo che si fa rispettare attira di più, era sia una provocazione sia un mio reale pensiero…
Daniele
Le tare mentali degli uomini italiani/occidentali, dipendono soprattutto dal fatto di nascere, crescere, vivere e morire in una cultura che fin da piccoli li “addestra” a pensare che le femmine abbiano una marcia in piu
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Bene, questo è il problema principale ma sono convinto che chi dice così le considera solamente oggetti sessuali, insomma dice quelle cose ” per trombarle prima”. Chi le considera come persone, non si considera inferiore . Vallo a far capire alle femmine. In un paese normale se tu non mi rispetti come uomo sloggia dal mio campo di vista alla svelta.
Silent Hill(Quota) (Replica)
Per Maria.
..anche perchè, diciamocelo, una donna in genere non sa che farsene della “correttezza” e del “rispetto” maschili quando significano rinuncia all’approccio assertivo, e non soltanto, il che dovrebbe essere ovvio, che l’approccio non sia violento o troppo insistente di fronte a evidenti dinieghi. Ci sono però altri due aspetti da considerare.
Il primo è che, per quanto mi riguarda fermi restando i così detti ruoli tradizionali, se al maschio spetta “intraprendenza” alla femmina spetta di rispondere in modo spontaneo e veritiero, senza cioè tenerlo ad arte “sulla corda”, ossia senza gli ormai classici “giochetti di potere” .
Il secondo, che deriva dal primo, è una riflessione sul perchè di quel mettere le mani avanti da parte maschile_ “io sono corretto e rispettoso” , che sa tanto di “excusatio non petita”. Voglio dire che oggi, ormai, non ovviamente un approccio violento, ma un qualsiasi approccio maschile: a) Può essere occasione di derizione e soprattutto b)può essere oggetto di denuncia per molestie con tanto di presunzione di colpevolezza. E ciò perchè la “molestia” non è più oggettivamente definita dalla legge, ma la sua esistenza o meno è lasciata alla percezione della donna avvicinata, tanto che anche un mazzo di fiori regalato o uno sguardo non disattento possono divenire “molestie” per la legge.
Così stando le cose diventa quasi ovvio che un uomo si premuri di allontanare preventivamente da sè qualsiasi possibile sospetto, e che diventi oltremodo circospetto. Il risultato, alla fine scontenta entrambi, come è ovvio che sia.
Insomma, ci siamo infilati in un vicolo cieco al termine del quale alle donne è stato conferito un potere immenso ma che non le soddisfa se non nell’immediato come segno di potenza e potere sull’altro. Tanto che quelle stesse donne che a ciò hanno contribuito sono ora a lamentarsi che “non ci sono più i maschi di una volta”. Eggrazzie, viene da dire. Li avete “castrati” psicologicamente!
Allora, come se ne esce? Prima di tutto facendo piazza pulita sul piano culturale di quella presunzione di superiorità morale a cui anche tu accenni, che in definitva significa non riconoscimento della diversità e volere che l’altro da sè , in questo caso il maschio, abbia meccanismi psicologici e comportamenti identici ai propri, pena il bollarlo con i mille epiteti dispregiativi che conosciamo. Sparita questo falso pregiudizio, l’atteggiamento maschile non sarà più guardato con sospetto e malevolenza, ma come comportamento “naturale” a cui altrettanto naturalmente si può rispondere positivamente o negativamente. E tutto questo nel “rispetto” spontaneo, ossia non forzato da stereotipi imposti culturalmente, della differenza di genere.
In secondo luogo occorre che le leggi recepiscano anch’esse questi presupposti culturali. Il che non significa imporre modelli, Dio ci scampi, ma limitarsi a regolare e normare comportamenti definiti oggettivamente. Per cui, ad esempio, una molestia occorre si sostanzi di qualcosa di concreto (anche cento chiamate al cellulare possono esserlo) e non della sola percezione psicologica, uno stupro sia la forzatura concretamente violenta della volontà femminile. Ma si lasci il resto alla libera espressione della maschilità e della femminilità, riservandosi eventualmente di valutare caso per caso situazione controverse.
armando
armando(Quota) (Replica)
@ Fabrizio –
Stava rispondendo ad una di quelle che sosteneva che la parità ci vuole per quanto riguarda i i diritti civili, sociali, , la sfera economica, del lavoro, politica e quant’altro ma che per quanto concerne la sfera privata “l’”omo” ha da esse’ “omo” e la “donna ha da esse’ donna” (hai capito che “furbacchiona”…), invitando pubblicamente un’altra donna presente “a non darla mai la prima sera che esce con qualcuno e neanche la seconda perché i maschi se la DEVONO sudare”. Questo esemplare di evoluzione femminile è peraltro un’ iscritta al Partito Democratico…
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Magari è pure una delle tante che in passato fu fautrice del “sesso libero”…
Nondimeno, mi tornano in mente certe parole di Rino postate qualche mese fa su UB, in cui, nel rispondere a non ricordo chi, sosteneva che forse uno dei motivi per cui i saggi del passato (pur peccando di ingenuità su certi punti), non l’hanno mai raccontata tutta sulle donne, sia da ricercare nel fatto che la Verità è anti-vitale.
Secondo me Rino la dice giusta, perché basandomi anche su me stesso, sto scoprendo, ogni giorno di più, che la consapevolezza di quello che realmente è il rapporto fra i due sessi, anziché rendermi più desiderabile l’altro sesso me lo fa “sentire” sempre più distante e poco attraente.
Molto probabilmente in queste cose c’è una forte componente soggettiva, che varia da persona a persona, ed altrettanto probabilmente in questo incide anche il fatto di essere stati cresciuti con determinate idee sulle donne, rivelatesi successivamente false; ma resto dell’opinione che Rino abbia centrato il punto.
Marco(Quota) (Replica)
che ci siano uomini e donne intelligenti e non ,credo che sia fuori discussione ,però ,nel mio personale e girovagando per internet ho sempre letto di donne che si sentono migliori degli uomini e mai viceversa ….magari qualche “vanitoso” c’è. ma fino ad ora ,mai letto questa espressione ,di solito questa è una miscela esplosiva ,cioè credersi migliori e sentirsi succubi di si crede inferiore …….per questo motivo la descrizione migliore per noi è “banale” (non oso pensare la peggiore) ,io continuo a ribadire che se ne esce fuori solo con la “parità” ma la parità reale fatta si di diritti ,ma anche di doveri
mauro recher(Quota) (Replica)
“Questo esemplare di evoluzione femminile è peraltro un’ iscritta al Partito Democratico…”
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….. e hai detto tutto pure stavolta.
sandro(Quota) (Replica)
“sto scoprendo, ogni giorno di più, che la consapevolezza di quello che realmente è il rapporto fra i due sessi, anziché rendermi più desiderabile l’altro sesso me lo fa “sentire” sempre più distante e poco attraente”
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Embé?
Quale sarebbe il problema?
Che si fanno meno figli?
Tanto di guadagnato: meno siamo, meglio stiamo.
sandro(Quota) (Replica)
sandro
Io sono sempre più dell’ idea che la questione maschile sia una costola della questione generazionale
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Pure io.
Infatti la maggioranza dei miei coetanei ragiona in tutt’altro modo . Molti gruppi di Facebook lo dimostrano.
Silent Hill(Quota) (Replica)
@ sandro –
Embé?
Quale sarebbe il problema?
Che si fanno meno figli?
Tanto di guadagnato: meno siamo, meglio stiamo.
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Senti, Sandro, non prendertela ma questo tuo “modo di porti” altamente nichilista mi ha un po’ stufato, anche perché nasconde una buona dose di ipocrisia.
Tu sei un altro di quelli che dice di fregarsene delle donne: stranamente, però, sei sempre qui a parlarne.
Ora, siccome qui siamo su uomini beta e non su seduttori.com o maschio cento x cento, ho voluto semplicemente esternare un mio stato d’animo. Punto.
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@ Silent Hill
Pure io.
Infatti la maggioranza dei miei coetanei ragiona in tutt’altro modo . Molti gruppi di Facebook lo dimostrano.
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Silent, io di anni ne ho 37, perciò non conosco bene la realtà dei ventenni. Nonostante ciò trovo veramente assurdo sostenere che “la maggioranza dei tuoi coetanei ragioni in tutt’altro modo”, solo perché “molti gruppi di facebook lo dimostrerebbero”.
Credo sia il caso di uscire dal virtuale, di andare un po’ più in giro, per bar, pizzerie, discoteche e quant’altro; beh, ti accorgerai che la realtà è molto diversa da quella di facebook (vera e propria droga virtuale).
Questo tanto per dirti che, in base alla mia esperienza, ho potuto constatare che gli uomini più giovani sono altrettanto succubi delle donne.
Altro che questione generazionale…
Marco(Quota) (Replica)
sto scoprendo, ogni giorno di più, che la consapevolezza di quello che realmente è il rapporto fra i due sessi, anziché rendermi più desiderabile l’altro sesso me lo fa “sentire” sempre più distante e poco attraente
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Il mondo come volontà e rappresentazione: scoprire la triste verità, viene meno la volontà, quella che fin dalla adolescenza ci fa soffrire per correre dietro alle donne.
Leonardo(Quota) (Replica)
“Senti, Sandro, non prendertela ma questo tuo “modo di porti” altamente nichilista mi ha un po’ stufato, anche perché nasconde una buona dose di ipocrisia.
Tu sei un altro di quelli che dice di fregarsene delle donne: stranamente, però, sei sempre qui a parlarne”
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Magari il problema lo si potesse risolvere semplicemente ignorandole.
In quel caso sarei a posto.
Pararsi il culo a livello individuale risolve una parte, pur importante, del problema, ma non il problema.
E io voglio risolvere il problema.
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“Altro che questione generazionale”
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Questi problemi, chi è che li ha creati?
Tu che hai 37 anni?
Io che ne ho 35?
Non trovi che sia io, che te, questa situazione qua non abbiamo affatto contribuito a crearla?
Non trovi che l’ Italia di oggi sia una fotografia di una generazione di individui che non è la nostra?
sandro(Quota) (Replica)
Marco
Nonostante ciò trovo veramente assurdo sostenere che “la maggioranza dei tuoi coetanei ragioni in tutt’altro modo”, solo perché “molti gruppi di facebook lo dimostrerebbero”.
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Edit : ho dimenticato di omettere che anche i miei coetanei conosciuti dal sottoscritto ragionano come me , di solito io non mi baso solo su internet o facebook . Le altre generazioni non le conosco e quindi non posso giudicare . Ora non so con quanti ventenni hai avuto a che fare, ma tutti quelli che conosco io non sono affatto , a parte qualche eccezione, succubi delle donne.
Silent Hill(Quota) (Replica)
“Ora non so con quanti ventenni hai avuto a che fare, ma tutti quelli che conosco io non sono affatto , a parte qualche eccezione, succubi delle donne”. (Silent Hill)
Non ne sarei così sicuro. Anzi, credo che sia esattamente il contrario. Anche e soprattutto a vent’anni la nostra mente è molto abile nel raccontarci fischi per fiaschi e nel nasconderci la verità delle cose. Siamo forse più bravi o più allenati nell’ assumere atteggiamenti apparentemente un po’ più spavaldi, ma ciò che conta è la nostra condizione interiore sulla quale agiscono contemporaneamente e prepotentemente fattori diversi, in particolar modo in quella fascia d’età. Sono stato giovane anche io e so di cosa sto parlando. E’ vero che sono passati una trentina d’anni da allora (che non sono pochi), ma non credo che in questo lasso di tempo si siano determinate quelle condizioni necessarie e sufficienti per sostenere che le giovani generazioni maschili siano fuori dalla dipendenza e da una condizione di subordinazione psicologica nei confronti del femminile.
In ogni caso, se così fosse, sarei ovviamente il primo a rallegrarmene (permettimi, però, di essere molto scettico …).
Ho due nipoti ventenni gagliardi e tosti, come si dice a Roma,decisamente svegli e “non addormentati , con i quali ho un rapporto molto intenso, e posso assicurarti che il loro racconto è ben diverso dal tuo. Sono molto evoluti per la loro età, specie il più grande che ha 22 anni, frequenta l’università e, fra le altre cose, è anche un “sostenitore attivo di Uomini Beta che ha provveduto a segnalare a tanti suoi amici e coetanei.
Indipendentemente dalle vostre differenti opinioni in merito alla condizione giovanile maschile, chiedo a te di fare la stessa cosa e cioè di adoperarti per diffondere il nostro sito proprio presso quei giovani che conosci, certamente in gran numero.
Comunque sia, non gli farà certo del male (al contrario) entrare in contatto con un maschile adulto che può fornirgli importanti indicazioni in materia. Forse proprio quelle che i loro padri non gli hanno dato, men che meno quelli dagli ultimi trent’anni a questa parte…
E francamente, se è vero che gli uomini e i padri delle ultime generazioni sono stati psicologicamente spappolati, vedo altamente improbabile che i loro figli possano trovarsi in una condizione migliore.
Sempre augurandomi di essere in errore, ovviamente…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“francamente, se è vero che gli uomini e i padri delle ultime generazioni sono stati psicologicamente spappolati, vedo altamente improbabile che i loro figli possano trovarsi in una condizione migliore”
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Una cosa comunque va detta: i ragazzi si sposano sempre meno.
E io questo lo vedo come un buon segno.
Del resto, a livello individuale non è che si possa fare molto di più.
sandro(Quota) (Replica)
Di ritorno da una trasferta per lavoro, in auto con un collega:
– “Sai che penso? noi maschi istintivamente desideriamo proteggere e felicitare le donne e oggi il femminile che viene rappresentato e interpretato dalla maggioranza delle donne, prende i maschi a sputacchi e calci neo coglioni. E’ questo che non mi va giù. Mi basterebbe che tacessero o almeno dicessero un grazie”.
– “Collega: pensa un pò! ci stanno uccellando da qualche milione di anni così che le serviamo in tutto, e noi siamo pure contenti e non desideriamo altro!”
-“Stai dicendo che il mio desiderio di proteggerle e felicitarle è dovuto al fatto che mi son fatto uccellare? che io stesso sono espressione di due milioni di anni di astutissimo far fessi i maschi da parte delle donne?”
“Collega: proprio così!”
“Ne deriverebbe che oltre a prenderci oggi a calci nei coglioni queste signore ci stanno uccellando da qualche milione di anni? mazziati e cornuti? così siamo?”
“Collega: esatto!”
“Se questa doppiezza c’è davvero, allora però le donne corrono il rischio che il loro trattar male i maschi, susciti nei maschi la consapevolezza che le donne li stanno facendo anche fessi: a me non basterebbe più nemmeno che smettessero di dir peste e corna dei maschi nè che tacessero o mi dicessero grazie: mi guarderei dal desiderio di proteggerle e di felicitarle come dalla illusione di uno sciocco. Il Cielo non voglia che sia così! è uno sguardo davvero amaro, a me insopportabile.Non è così!”
“Collega: dici? il silenzio è d’argento, la gentilezza e la riconoscenza sono d’oro? e allora, vaglielo a spiegare alle donne!”
ckkb(Quota) (Replica)
http://www.roma2013.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1735&Itemid=64
Leonardo(Quota) (Replica)
Con riferimento all’ultimo post di Leonardo, pur ribadendo la mia totale distanza da Berlusconi (e dall’intero attuale ceto politico, nessuno escluso), mi dissocio completamente da questo squallido spettacolo mediatico da bassissimo impero a cui stiamo assistendo in questi giorni dove “megafoni” e pennivendoli di regime (ma della parte opposta a Berlusconi) fanno gossip e intervistano escort e “fanciulline inconsapevoli” in diretta nei loro salotti (più che altro dei “saloon”, ormai…) per cercare di sputtanare il primo ministro (che merita di essere non solo sputtanato ma allontanato, ma per ben altre ragioni…).
Mi sento di poter affermare che l’articolo a mia firma dal titolo “Destra e Sinistra” si rivela decisamente fondato. Spero di non apparire presuntuoso perché non è certo questo il mio intento.
Non esiste ormai più da molto tempo in questo paese una vera dialettica politica fondata su progetti, idee di società, programmi e valori realmente alternativi , ma solo gruppi di potere in competizione fra loro: industriali, banche, finanza, gruppi editoriali, Massoneria, Logge varie e trasversali, Opus Dei, mafia,nomenclature di partito (anche e soprattutto i grandi quotidiani e gruppi editoriali fanno parte di questi ultime, anzi, direi che sono proprio loro a gestire i partiti politici, copia sbiadita di ciò che erano i grandi partiti di massa nei tempi in cui la Politica era ancora una cosa seria).
Ora ci si è messa anche la Magistratura. Mi dispiace doverlo ammettere ma è così. E non lo dico certo per compiacere il premier e i suoi amici…
Nel vuoto politico e culturale assoluto le uniche due “identità” (mi viene da ridere solo a definirle tali…) rimaste in campo sono il “berlusconismo” da una parte e “l’antiberlusconismo” dall’altra. Cioè a dire una pseudo destra stracciona e cialtronesca da una parte e una pseudo sinistra (che ormai va da Fini a Vendola, da Casini a Di Pietro, da Buttiglione a Emma Bonino) altrettanto cialtronesca (anche se “politicamente corretta” e in doppio petto) e ora anche giustizialista, dall’altra.
Tutto molto pericoloso. Soprattutto la scelta di abdicare alla Politica e di farsi scudo della magistratura che sta pericolosamente, a mio parere, acquisendo un ruolo e una funzione che non dovrebbero competergli.
E’ probabile che “godremo” i frutti di questa scellerata e impolitica scelta più avanti nel tempo, quando la scure dei magistrati non sarà più chiamata ad abbattersi su Berlusconi, Previti o qualche altro “simpaticone” della loro stessa risma, ma sui lavoratori, gli operai o i precari, (magari pure mariti e padri separati) tratti in arresto per ragioni di ordine pubblico durante manifestazioni di protesta (sacrosanta) , per adunata sediziosa, per essersi azzuffati con la polizia o per aver tirato un sasso contro la vetrina di una filiale di quei benefattori dell’Umanità della Goldman Sachs…
Ciò detto, per ragioni di mera realpolitik e null’altro, mi auguro che l’era Berlusconi sia giunta al termine.
In questo modo anche tutti gli altri, senza più alibi di nessun genere, saranno così costretti a calare la maschera e a manifestarsi per quello che sono: un pezzo di questo sistema di potere fondato sulla subordinazione, la messa all’angolo e la discriminazione di milioni e milioni di persone, in primis gli uomini beta. Nulla più e nulla meno.
A quel punto, si potranno forse creare le condizioni per smascherare quest’altra massa opposta (solo formalmente) e speculare di cialtroni mestieranti e servi dei cosiddetti “poteri forti” , per ricostruire, dalle macerie, una vera opposizione politica e culturale (e soprattutto autentica) degna di questo nome.
Per arrivare a questo obiettivo è necessario “muovere la classifica”, cioè superare l’attuale quadro politico.
Non si tratterà di certo di chissà quale “liberazione democratica”, come tentano di spiegarci i già citati cialtroni di cui sopra (qualche puttanata per portare alle urne la gente la devono pur raccontare…) ma solo l’inizio di un cammino ancor più faticoso e in salita (anche perché la Goldman Sachs e tutti i suoi amici e compari sono decisamente più potenti del Berluska…).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non sono d’accordo Fabrizio. La magistratura è intervenuta di fronte a reati previsti da leggi. Sappiamo bene che guai passa un normale cittadino (beta) che semplicemente si ferma a parlare con una prostituta sul ciglio della strada.
http://www.youtube.com/watch?v=Fh4v7_6d5dg
Paolo(Quota) (Replica)
sull’argomento ,visto che ,come dice giustamente Fabrizio ,scrivono tutti ,provo a dire anche la mia
da tanto tempo ormai la politica è diventata una specie di stadio con curve ammesse (almeno cosi in apparenza,poi come succede ,per il proprio vantaggio personale ,si cambia casacca in maniera folgorante,dimenticando ideali e compagnia bella)
nel calcio almeno ,sappiamo come vanno le cose , i giocatori sono mercenari e si sa ,i tifosi invece può succedere il finimondo ,ma restano fedeli ai propri colori ,beh la politica sta diventando questo …i programmi ,le idee passano in secondo ,se non adirittura in terzo piano , e diventa importante condannare l’orco cattivo (che cattivo lo è ,intendiamoci ,ma per veri e propri insucessi politici ) e salvare le fanciulline ,orco e fanciulline qui ,sono sullo stesso piano ,tutti ne hanno beneficio ,non si possono paragonare queste fanciulline ad una prostituta di strada con pappone al seguito …..
incredibile poi ,che la destra parli di carità ,credendo veramente che siamo tutti scemi un pochino. Questo mi ricorda la tragica vicenda di Ustica dove l’aereo è caduto per” cedimento strutturale”…
comunque ho letto alcuni sondaggi (che bisogna sempre prendere con la pinza) e sembra che addirittura Berlusconi non solo non scenda in consensi ,anzi sembra che quasi questa vicenda lo aiuti …….perchè siamo diventati ,come detto in precedenza degli ultra ,o con Berlusconi o contro di lui …
e si che Berlusconi è stato mandato in minoranza (seppur risicata ) da un certo Romano Prodi che di idee ne aveva poche pure lui e per di più confuse , quindi credo che basterebbe poco a trovare un alternativa al nano di Arcore ..purtroppo i pennivendoli e anche i blog della cosiddetta sinistra da salotto tendono solo a demonizzare berlusconi ,con scarsi risultati ,visto il sondaggio ,ma agli operai ,ai precari chi ci pensa ora ??
mauro recher(Quota) (Replica)
“Tutto molto pericoloso. Soprattutto la scelta di abdicare alla Politica e di farsi scudo della magistratura che sta pericolosamente, a mio parere, acquisendo un ruolo e una funzione che non dovrebbero competergli”
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Questa vicenda avrà secondo me dei risvolti assai positivi da un altro punto di vista: ha scoperchiato quel vaso di Pandora che qualcuno qui, con espressione quanto mai felice, ha definito “sodalizio donne-sistema”.
Leggete un pò qui:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/22/squillo-e-cash-2/87830/
115mila euro in un anno di “gettone di presenza”, tenore di vita altissimo senza fare un cazzo.
Questi sono ovviamente casi limite, date le disponibilità economiche del soggetto in questione, ma nella società italiana questo è un modo di fare che si è stratificato a tutti i livelli, in cambio non solo di soldi, ma di posti di lavoro, alloggi, auto, ecc. ecc.
E grazie a tutta una serie di episodi come questo, dove si evince chiaramente dalle intercettazioni che le signorine in questione sono tutto fuorché “vittime”, è emerso finalmente in modo chiaro ed inequivocabile che alle donne questo andazzo piace assai.
Ormai è chiaro che le prime a volerlo, il troiaio, sono proprio loro.
E’ una verità che non si può più occultare.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro: ma nella società italiana questo è un modo di fare che si è stratificato a tutti i livelli, in cambio non solo di soldi, ma di posti di lavoro, alloggi, auto, ecc. ecc.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Infatti, quindi perchè scandalizzarsi? E’ pratica diffusa che chi possiede il potere politico o economico acquisti il consenso/favore destinando ricompense, di tipologia diversa, al “cliente” di turno. La “questione morale”riguarda, chi più chi meno, tutti, Ecco perchè, quando ho letto dell’esternazione di Berlusconi all’Infedele, per la prima volta in vita mia mi sono sentito di parteggiare per lui, oggi dipinto come se si trattasse di un pervertito, malato, di un personaggio osceno per la sua vita privata un pò osè. Berlusconi è inadatto a ricoprire il ruolo che riveste perchè non è uno statista, non ha il ben che minimo senso dello Stato, insomma non gliene frega niente delle sorti di questo Paese, ma solamente del suo conto in banca e per difenderlo e accrescerlo è disposto a tutto, anche a muoversi ai confini della legalità.
Ma mi chiedo: in una società in cui si pagano cifre astronomiche, dell’ordine di 10 milioni di euro annuali, per tirare quattro calci al pallone o starsene seduti a guardarsi una partita di calcio in panchina, ci scandalizziamo se un miliardario stacca un assegno di 10000 euro a una ragazza? E’ il sistema, guidato dall’irrazionalità del “mercato”, che sta dando i numeri. Perchè la vera questione in gioco nel caso “Ruby” non è perchè Berlusconi paghi le ragazze con cui ha relazioni sessuali, ma perchè abbia tutti questi soldi da spserperare quando in tanti devono stringere la cinghia anche solo per procacciarsi i beni indispensabili per vivere. Lo stesso discorso vale per i Moratti e compagnia bella sia chiaro. Ma ormai siamo incapaci di cogliere le vere questioni in ballo e non andiamo oltre un mero moralismo d’accatto, di cui anche la sinistra è, purtroppo, espressione. Devo dire che in tutto il marasma di considerazioni sulle feste di Arcore, l’uscita più felice è stata quella di Di Pietro il quale ha affermato:” non m’interessa quello che fa nella sua vita privata, m’interessa quello che non fa per il Paese o quello che sta facendo, insieme alla sua combricola di yesmen( aggiungo io), in maniera disastrosa”. Non sono le sue parole testuali, ma mi sento di condividerle pienamente.
Alessandro(Quota) (Replica)
Paolo: Non sono d’accordo Fabrizio. La magistratura è intervenuta di fronte a reati previsti da leggi. Sappiamo bene che guai passa un normale cittadino (beta) che semplicemente si ferma a parlare con una prostituta sul ciglio della strada.
http://www.youtube.com/watch?v=Fh4v7_6d5dg>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Avevo già accennato in un mio precedete post al “pesce grosso finito nella rete”, però osservando il video, alla luce di quello che è accaduto i mesi successivi fino a oggi, l’ho trovato esilarante. Davvero di un’ipocrisia e di una comicità uniche. Da un certo punto di vista è davvero un unicum
Alessandro(Quota) (Replica)