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Noi uomini siamo maschilisti, violenti, sessisti, prevaricatori, patriarcali… oltre che parecchio imbecilli perché non sappiamo di esserlo. Per fortuna ci sono multinazionali altruiste come Gillette o enti pubblici generosamente finanziati dall’UE con le nostre tasse a ricordarci che abbiamo mascolinità tossica da vendere.
A questo riguardo il municipio spagnolo di Jerez nella pagina web ci è venuto incontro creando per noi un test, l’utensile che ci voleva, per misurare il nostro maschilismo: De hombre a hombre, chequea tu machismo (Da uomo a uomo, controlla il tuo maschilismo).
Un municipio senza dubbio molto disinteressatamente coinvolto nel miglioramento di noi uomini. Nella homepage hombresxigualdad (uomini per la parità) possiamo osservare tutta una serie di enunciati di problematiche femminili, causate da noi, che noi uomini dovremmo correggere. Non ci sono problematiche maschili perché, come tutti sanno, noi uomini non abbiamo problemi. Pagina successiva Hombres en proceso de cambio (Uomini sul processo di cambiamento) e promozione di Encuentro Masculinidades Igualitarias (Incontri di Mascolinità Paritarie). Infine, il test.
Il test a risposta multipla (tredici domande con cinque opzioni ognuna) avverte che “realizzare questa prova non produce perdita, restringimento o diminuzione dei genitali maschili esterni”. Domande del tipo: “il tuo nuovo capo è una donna, come reagisci?” “Quando una donna dice di no a mantenere rapporti sessuali, cosa vuol dire?” “La tua compagna ti ricorda che per sabato eravate rimasti di andare a fare shopping presso una cittadina vicina, poiché entrambi avete bisogno di vestiti, cosa fai?” “Una donna dice che sei maschilista, cosa fai?” “Il bambino piange a mezzanotte, cosa fai?” “Un amico ti racconta una barzelletta maschilista, cosa fai?”
Alla fine del test, in base alle risposte si genera un punteggio che definisce il nostro grado di maschilismo, e nessuno di noi è in salvo dal rimprovero, quelli con meno punti sono “maschilisti invasati” evitati “da molti uomini e molte donne che non vogliono sapere nulla di te (…) sempre di più meno gente ti sopporta”, mentre a quelli con miglior punteggio viene detto: “comunque non illuderti, rimangono molte cose da fare e tu lo sai”.
Ma la parte più interessante del test sono le risposte, e tra di loro, le risposte “corrette”. Qualche esempio?
Alla domanda “La tua compagna vuole andare a fare shopping con te per rinnovare il guardaroba”, siamo maschilisti se rimandiamo, o se la mandiamo da sola o se l’accompagniamo ma la lasciamo da sola nel negozio per riprenderla dopo quando ha finito. Insomma, l’unica opzione corretta è accompagnarla tutto il tempo.
Alla domanda “Il bambino piange, chi si alza?” è maschilista: a) russare troppo forte e non sentirlo (in pratica, ignoranza non excusat), b) non alzarsi perché si è sfiniti morto dal lavoro e ci si deve alzare di nuovo l’indomani presto (la condizione di lavoro o di affaticamento della madre non viene dettagliata, e, sinceramente, ai fini di rispondere correttamente, è evidente che non ha alcuna importanza per chi non è maschilista), d) lanciare una monetina per vedere chi dei due deve andare (pensavo che “pari opportunità” significasse proprio questo, ho sbagliato), e) far finta di dormire e aspettare che smetta di piangere da solo o che si alzi la madre. La risposta esatta è c) “Ti alzi. È il minimo che puoi fare dopo che lei ha dovuto portare il bambino per nove mesi dentro”. In pratica, ti alzi sempre!, senza discussione, indipendentemente da quanto sei stanco e da quanto lei sia riposata, perché lei ha portato (ed è impossibile che non sia così) per nove mesi il bambino, non importa in che modo, se uscendo tutti i giorni con le amiche, sempre di festa, o, ancor peggio, drogandosi e ubriacandosi, mentre tu magari nello stesso periodo ti spaccavi la schiena dall’alba al tramonto in qualche fabbrica o industria petrolifera per mantenerla. Ti alzi e basta!
La mia preferita: “Una donna dice che sei maschilista, cosa fai?” L’unica risposta corretta è: “Ascolti e rifletti su quel che ti è stato detto”. Non puoi disapprovare, non puoi contraddire, non puoi difenderti. Se non accetti, sei maschilista. Lei ha ragione, punto! Senza nemmeno entrare nel merito (chi se ne frega!), si decide in base al sesso. Quanta superbia maschile, quanto maschilismo infetta le nostre vene che non ci è venuto in mente di fare un Mea culpa aprioristico.
Noi siamo il male, dobbiamo quindi chiedere perdono, dobbiamo cambiare: “L’essenza della dottrina femminista risiede dunque nella sconvolgente denuncia che il problema della donna è l’uomo. The social problem of men (Il problema sociale degli uomini): così, senza mezzi termini, è intitolata la relazione commissionata dalla Commissione Europea, gli uomini sono un problema sociale. La “questione femminile” sta a indicare il problema che hanno le donne, la “questione maschile” il problema che sono gli uomini (Civati). È l’uomo quindi che deve cambiare, che deve essere rieducato, “riprogrammato” similmente a quell’essere superiore che è la donna,…” (La grande menzogna del femminismo, pp. 44-45)
A proposito dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, l’avvocato Natalia Volosin in una trasmissione in Argentina asserisce: “in questo giorno gli uomini chiedano perdono, tutti gli uomini, non gli stupratori, non i femminicidi, non quelli che abusano dei minori, tutti gli uomini”.
Tutti gli uomini, per la sola ragione di esistere.
Mea culpa, mea culpa, mea culpa…
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Fonte: Test “De hombre a hombre, chequea tu machismo”
Fonte: Notizia
Fonte: Avv. Natalia Volosin – Hombres pedir perdon
https://www.youtube.com/watch?v=OYaRR13xlew
Fonte: HOMBRES POR LA IGUALDAD
Exposición de Fotografía y Cómic “Hombres en proceso de cambio”
4 Commenti
Grazie Santiago,
non dobbiamo mai smettere di avere presente l’odio e le “dispari” opportunità cui noi uomini siamo soggetti. Il numero di morti sul lavoro, suicidi, malattie lo testimoniano continuamente. Aggiungerei le forme di bullismo come quelle descritte nel suo articolo: ci si imbatte in esse quotidianamente senza soluzione di continuità.
Attendo con impazienza il secondo volume della sua opera “La grande menzogna del femminismo”.
Con riconoscenza.
Michele Dall’Ara
Michele Dall’Ara(Quota) (Replica)
A me succede con certe donne che sono vicine di casa che saluto perchè è giusto ed educato.
Queste perchè belle ed io brutto e di carattere riservato, mi salutano con un sorriso imbarazzato.
Un linguaggio del corpo che mi imbarazza che sembra comunicare il fatto di volermi fare sentire inadeguato alla loro vista.
Poi dicono che i ‘maschi’ soffrono di narcisismo…
FM(Quota) (Replica)
“il problema della donna è l’uomo” quando, in certe zone del mondo, o in certe situazioni, l’uomo suddetto non ha niente di meglio che fare che lapidare una donna non-vergine, gettarle dell’acido in faccia se è “poco sottomessa” o stuprarla.
il femminismo è nato come reazione a queste pratiche spacciate per “legislazione”, “cultura”.. da millenni
per il resto, io non sono mai stato un problema, per la mia prossima.
e neanche rischio di venir accusato per un “me too”, visto che tengo le mani a posto
ah sì, voi uomini così li chiamate “zerbini”…
Dario(Quota) (Replica)
Dario,
In certe zone del mondo ad esempio succede che: ad essere fustigati in pubblico sono 14 uomini e tre donne. Ma la notizia è la fustigazione delle 3 donne e quanto l’islam ce l’abbia con le donne.
Link immagine
Islam radicale, fustigate in pubblico per aver infranto la Sharia: avevano fatto sesso fuori dal matrimonio
ma i femministi come te vedono solo un lato della medaglia.
Delle tre l’una:
1) siete dentro una bolla mediatica (che non vi fa vedere la realtà);
2) siete sessisti;
3) siete in malafede.
O magari anche più di una…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)