- Views 0
- Likes 0
Da tempo la relazione maschio e femmina è oggetto di definizioni dettagliatissime e onnicomprensive nell’ambito del codice civile e penale. Non mi sono messo a calcolare il numero di reati e gli anni di galera annessi alla relazione sessuale M. e F., ma credo che non ci sia modalità di relazione umana per la quale ne siano previsti così tanti, sia di reati sia di anni di galera. C’è persino il reato di sguardoimpudentemaschile (obbligo di occhi bassi a terra per un maschio in presenza di una donna: si rischia la galera! è già successo in Lombardia un paio di anni fa). E, come già si disse a suo tempo in un blog, il Beccaria oggi probabilmente scriverebbe dei “Delitti e dei peni”, appunto per evidenziare l’uso massiccio del terrorismo di stato e invocare la fine di misure che suscitino il terrore nella regolamentazione di quello che dovrebbe essere l’ambito più intimo, più riservato, più libero, creativo e gioioso della relazione umana: la relazione sessuale tra maschio e femmina. Ma oggi come allora, vale il detto: “Il coraggio uno non se lo può dare” e di Cesare Beccaria non ne sono comparsi. Anzi, i maschi, pentitissimi, hanno fatto a gara a incarnare Torquemada, inventare sempre nuove regolamentazioni e pubbliche gogne, aumentare gli anni di galera e praticare autodafè femministi. Succede così che l’ingiusto detto: “Chi dice donna dice danno”, ha finito per essere sostituito e integrato nel più oggettivo e documentabile: “Chi dice donna dice galera”. Che ancora è poco per le ambizioni carcerarie e terroristiche ormai prevalenti nelle onnipotenti femmine militanti della “liberazione sfasciamaschio”: col penale secondo loro non si è che agli inizi, poi si passerà con più attenzione e rigore al perfezionamento dell’esproprio dei beni col civile per approdare allo schiavismo statale col fiscale (come già la tassa sul maschio in alcuni paesi del nord Europa). Le quote rosa sono semplicemente un benefit, una gratifica aggiuntiva. TUTTI INFELICISSIMI e TUTTE FELICISSIME, ci si sarebbe aspettato. Ebbene sorpresa: TUTTI INDIFFERENTI, e TUTTE ARRABBIATISSIME! Come è possibile? Ebbene leggete qui (e capirete la serena indifferenza maschile) la sacrosanta denuncia e protesta di una donna per il diffondersi tra i maschi della scelta di costituire coppia con magnifiche e programmaticamente accoglientissime donne, ma di plastica. Fino al punto di un primo sviluppo di movimenti per il riconoscimento dei relativi pacs e dei matrimoni civili tra maschi in carne ed ossa e femmine artificiali. Femmine artificiali (alias bambole speciali in grandezza naturale) che, sviluppandosi una sempre più impetuosa richiesta, l’industria si ingegna ( e ci riesce!) nel rendere sempre più simili a quelle in carne ed ossa; ma più belle e naturalmente senza attitudini “sfasciamaschio” e implicazioni terroristiche. E’ dunque ineludibile l’esigenza maschile di incontrare la femminilità accogliente? al punto che, dichiarata colpa averla e colpa desiderarla e reato ottenerla nella carne umana vivente, molti fra i maschi hanno deciso di incontrarla nella carne similumana artificiale? Bruttissima storia senz’altro, ma ormai è attualità. E ancora una volta vale il detto di Eraclito: chi non si aspetta l’inaspettato non troverà mai la verità. Vedi il link :
20 Commenti
Uh! Uh! Uh! …Fantastico… ma dopo l’incazzatura delle feminazi….la prossima tappa quale sarà… il riconoscimento di status delle bambola uguale a quello di donna ? … il femminismo esteso anche alla bambola ?? con il pretesto che essendo copiata con le fattezze di donna…offende la dignità della stessa …e quindi possono vantare diritti per traslazione anche su ogni copia del loro corpo ?? anche solo fotografica ??? ….pronti sono decine di anni di carcere a chi si fa queste bambole e ad esse verrà esteso il reato di stupro molto presto !!!
Purtroppo non credo affatto nell’indifferenza, l’unica cosa che conta veramente è il contrattacco. In questo non sono pacifista e non credo nel pacifismo nell’indifferenza o nel porgere l’altra guancia quando si è non aggressori ma aggrediti, quando si è sotto attacco… bisogna difendersi !!! E’ vero che quegli Uomini sono indifferenti (e l’esempio sembra proprio calzare con la Svezia) ma con l’indifferenza la loro condizione non è migliorata, non migliora e non migliorerà. E’ come chi sta fermo immobile, mentre viene picchiato selvaggiamente, il picchiatore già vigliacco sadico e crudele di per sè, ci proverà ancora più gusto, il sadismo si alimenta proprio con la non reazione della vittima. Occorre reagire e trovare il modo di rendere pan per focaccia, facendosi rispettare si frena e poi si vince l’aggressione, qualunque aggressione, per farlo ci vuole aggregazione negli UU e pulsione alla lotta per i propri diritti, partendo dalle vie più pacifiche, sicuramente, ma con upgrade successivi se queste, non sortiscono alcun effetto !
Stefano(Quota) (Replica)
P.S. Penso anche che l’indifferenza serva poco, a fermare la cattiveria di chi crede esserti superiore, e pensa di poterti prevaricare a piacimento, come un capriccio, come il gatto gioca con il topo.
Stefano(Quota) (Replica)
Stefano
>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Occorre reagire e trovare il modo di rendere pan per focaccia, facendosi rispettare si frena e poi si vince l’aggressione, qualunque aggressione, per farlo ci vuole aggregazione negli UU e pulsione alla lotta per i propri diritti,
>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sì, ma resta il fatto che gli uomini si compattano per qualsiasi cosa (anche per rivendicare il diritto di andare a funghi o a pesca), ma non mettergli di fronte le femmine perché si sfaldano in men che non si dica.
Dopo di che ti danno dello sfigato, del frocio, del coglione, ridono a crepapelle di te “perché non te la danno”, parlano male di te alle spalle, prendendoti per il culo, eccetera.
Ed infatti, oggi come in passato (più o meno recente), gli uomini restano il principale e insormontabile ostacolo degli uomini.
Viceversa nessuno starebbe qui a trattare certi argomenti, perché, nei fatti, il femminismo è il NULLA che si espande.
Facci caso: NESSUN politico obietta nulla, NESSUN intellettuale ha qualcosa da dire, NESSUN ometto – fra coloro che contano – dice “a”.
Silenzio assoluto; tutti allineati e coperti.
Ergo, abbiano di fronte una addormentata massa di ebeti. Come scrisse qualcun altro in passato, gli uomini devono assolutamente toccare il fondo e diventare anche ufficialmente il “secondo sesso”, per sperare che escano da quel letargo in cui sono precipitati.
Daniele(Quota) (Replica)
@ Daniele: …”Dopo di che ti danno dello sfigato, del frocio, del coglione, ridono a crepapelle di te “perché non te la danno”, parlano male di te alle spalle, prendendoti per il culo, eccetera….”
Occorre quindi sortire un cambiamento culturale e di fronte a questi temi, negli UU nuovi, per farlo le nuove generazioni devono cominciare a dare l’esempio scaricandosi di questi DOGMI o (CATENE, SPINE che avvinghiano i loro cervelli – dico io !) e SCARICARE/FREGARSENE del senso di colpa o di vergogna che viene indotto in loro anche dagli altri UU più anziani; che come dici tu, hanno “il cosiddetto parato”. Questi normalmente appartengono a generazioni del passato, che hanno se ben ci andiamo a vedere dentro, molti più “scheletri nell’armadio da espiare” dei giovani; quindi nella poltrona protetta (e lauto conto in banca) che si sono creati quando il mondo era tutto loro, OGGI fanno i femministi e massacrano le nuove generazioni di UU e ragazzi (tra cui metterei tutti quelli nati dal 68 in poi…) cercando di scaricargli le false colpe di picchiatori ecc.. che in realtà appartenevano molto più a loro. Inutile dire che le nuove generazioni di UU devono IN PRIMIS liberarsi di questi “vecchioni opportunisti” che non intendono mai mollare “il testimone/lo scettro” e per fare questo sono diventati di una viltà e trasformismo intollerabile ! (fatti salvi ovviamente, quelli che non sono così … ma putroppo sono una rarità in quelle generazioni di UU) Purtroppo secondo le leggi della natura, avrebbero già dovuto “levare le tende da tempo” ma la medicina dell’accanimento terapeutico li tiene in vita anche se sono ormai MUMMIE nel loro sarcofago ma hanno un potere deterrente, che viene manipolato abilmente dalle femministe con il senso di colpa, e un armistizio di non belligeranza tutto a danno dei giovani Uomini. La Speranza stà nelle nuove generazioni Maschili quindi, che non avendo più quel retroterra privilegiato, ma dovendo sgomitare con gli odierni privilegi femminei, già dalle scuole elementari (oserei dire), acquisiranno quel tanto di sentimento antifemminista che gli permetterà appunto, di scaricare dal loro cervello queste catene, e di LIBERARSI DEFINITIVAMENTE della FALSA e ANACRONISTICA corazza di: PALADINO dall’armatura cromata (anodizzata in tempo di crisi) !!! Il Gentil sesso non è più “gentile” non servono quindi più PALADINI !!!!
Stefano(Quota) (Replica)
Pienamente d’accordo Stefano. Questi uomini della generazione degli anta, vuoi per convenienza, vuoi per cecità ideologica, così supini di fronte al femminismo che tutto vorrebbe ricreare a sua misura e convenienza, sono, sotto questo aspetto, un modello fortemente negativo per gli uomini più giovani. Essi insegnano la subordinazione, dall’alto spesso delle loro posizioni altolocate, invece di spronare alla libertà, nel rispetto della dignità altrui. Basta con questi tabù che ci vogliono inculcare.
Alessandro(Quota) (Replica)
Concordo Stefano.
Una fotografia perfetta di una generazione maschile ipocrita (volevano fare la rivoluzione neh …. mica lenticchie), pappona (infatti si sono mangiato anche il futuro di figli e nipoti!!! Degli altri ovviamente) ed imbelle (i padri, che hanno metaforicamente ucciso, pur con i tanti limiti del tempo, rispetto a loro erano e sono dei giganti).
Però a loro modo diabolici. Sapendo che prima o poi sarebbe venuto il loro turno, dell’uccisione simbolica del padre intendo, hanno pensato bene di farlo sparire prima.
Anche se …. sigh … per età, sono del ’60, penso di starci dentro con più di una scarpa …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La “gioventù bruciata” è la nostra. La generazione marcia patocca siamo noi.
La tragica verità è che noi non vogliamo risolverlo: noi, i vecchi, abbiamo trovato il sistema di vivere col minimo di sacrificio, col minimo di pensieri molesti, col minimo di lavoro, col minimo di responsabilità, col minimo di dignità, col minimo di onestà e non intendiamo per niente cambiarlo.
Queste parole le ha scritte Guareschi nel 1959 in un articolo intitolato “Gioventù bruciata” riferendosi alla sua generazione.
E qui torna il tema della responsabilità. Nella figura simbolica dei padri (giganti, dice Luigi, e ha ragione) c’è un peso in termini di responsabilità enorme. Di guida, di decisione, di valutazione delle conseguenze. Tutte le responsabilità del dirigere. E qui mi torna in mente un temino di quinta elementare che la maestra ci dieda da svolgere “Come vedi il tuo futuro”.. dopo gli inevitabili voli pindarici sugli inevitabili “sogni impossibili” del cosa farò da grande tipici di quell’età, conclusi tornando coi piedi per terra. Con un’osservazione su come era cambiato il mio modo di ragionare dalla prima infanzia .. alla seconda.
“Ricordo che quand’ero piccola (lo so a 11.. fa ridere rimembrare i tempi dell’infanzia , ma come si è sempre a Sud di qualcuno si è sempre più vecchi di qualcuno e con maggiori esperienze e consapevolezze) osservavo i miei genitori e li invidiavo, invidiavo il mondo degli adulti perchè mi sembrava potessero fare qualunque cosa.. prima fra tutte.. andare a dormire all’ora che volevano , adesso non più, .. e via andando con le considerazioni sulle responsabilità genitoriali.
Ecco.. tutto sommato credo che, a livello collettivo, un po’ si è verificato quello che pensavo fino a 8/9 anni dei grandi.. che bello! loro possono fare tutto ciò che vogliono, non vedo l’ora di essere grande anch’io!
Hanno convinto una generazione di donne che bastava prendere il posto degli uomini e fare quello che facevano gli uomini e avrebbero avuto il mondo in mano. … sì sì, ma una volta che hai il mondo in mano, devi velocemente pensare a come cambia, a come aggiustarlo e indirizzarlo… un mal di testa…ah ecco sì è vero, gli uomini hanno sempre potuto andare a dormire all’ora che volevano, magari qualche volta avrebbero voluto andare a dormire presto però.
Quindi.. che volevo dire? Ok la domanda è sempre quella.. la colpa è della generazione maschile “sessantottina” e hanno usato la questione femminile per scaricarsi pesi e responsabilità senza valutare le conseguenze. Ma a questo punto ..loro sono stati ipocriti, ma quella femminile è stata fessa, … dimostrando di avere le stesse capacità di analisi della realtà di un frequentatore dell’asilo e della prima elementare :-)?
Rita(Quota) (Replica)
“la colpa è della generazione maschile “sessantottina” e hanno usato la questione femminile per scaricarsi pesi e responsabilità senza valutare le conseguenze”. (Rita)
Andiamoci cauti e ragioniamo con calma. Mi ero riproposto, proprio in questi giorni, di realizzare un video specificamente su questo tema (di fondamentale importanza) ma mi vedo costretto ad anticipare qualche concetto).
In modo estremamente sommario questa di seguito è la mia analisi sul ‘68(sarebbe necessario scriverci un libro, comunque proviamoci)
Lungi dall’essere quello che comunemente viene considerato, cioè un movimento rivoluzionario antagonista e anticapitalista, con tutte le sue innumerevoli venature, correnti e sottocorrenti (libertarie, anarchiche, trotzschiste, marxiste-leniniste, staliniste, maoiste, terzomondiste, luxenburghiane, marcusiane, hippy, pacifiste, liberal,radical, femministe, rockettare e chi più ne ha più ne metta) , il ’68 è in realtà stato un grande e profondo processo di rinnovamento dello stesso sistema capitalistico, che da borghese si trasforma in post borghese.
Cosa voglio dire? Fino ad una quarantina di anni fa il capitalismo e la concezione borghese del mondo, e in particolare il suo sistema di valori, erano del tutto sovrapposti. Anche e soprattutto il conflitto fra borghesia e proletariato era di ordine culturale e valoriale, oltre che economico e politico, nel senso che sia l’una che l’altro erano portatori di un sistema di valori e di una visione del mondo alternativi.
Tutto questo è stato spazzato via e ciò non vale solo per il movimento operaio e comunista (e socialista, socialdemocratico, anarchico e in generale di tutte quelle culture che ad esso si rifacevano e dal cui seno erano nate) ma anche per il vecchio sistema valoriale borghese, ridotto ormai (specie in assenza dell’antagonista proletario e comunista) ad una carcassa inservibile e inutilizzabile. Di più, questo vecchio sistema valoriale borghese diventa addirittura di ostacolo per la marcia trionfale (al momento così sembra ma qualche scricchiolio comincia a essere visibile…) del capitalismo assoluto e auto fondato (cioè, come abbiamo detto più volte, svincolato da qualsiasi altra istanza che non sia la sua autoriproduzione teoricamente illimitata e la feticizzazione della forma merce, intesa nel senso più ampio e onnicomprensivo, ovviamente , e non solo come beni e servizi ) proprio perché pretenderebbe di imporgli dei limiti di ordine etico, morale o religioso (falsi o autentici che siano, non ci importa in questa sede…) che erano funzionali fintantoche c’era un nemico da combattere e da contrastare con ogni mezzo, ma si riducono solo ad una inutile zavorra nel momento in cui quel nemico non esiste più. E allora “Dio, patria e famiglia” (con annessi e connessi) diventano arnesi inservibili, superflui e, soprattutto, come già detto, di ostacolo al pieno dispiegarsi del capitalismo assoluto che ha necessità di occupare OGNI SPAZIO dell’umano, e in particolare tutto ciò che attiene alla sua sfera intima, privata, subliminale, al suo foro interiore e alla sua psiche (ivi compresa, naturalmente, la sua sessualità).
Ovviamente tutto ciò, per essere credibile, non poteva avvenire alla luce del sole ma attraverso un grande, geniale e ultrasofisticato processo di “falsa coscienza” utile e necessario a superare il vecchio sistema “borghese” e a traghettarlo verso il capitalismo assoluto e auto fondato smanioso e necessitato (strutturalmente) di controllare ogni angolo, anche il più remoto, degli individui, senza ostacoli o impedimenti di nessun genere.
Ed è a questo punto che entra in ballo il ’68 che scardina, mettendolo definitivamente in crisi, quel vecchio ordine di regole e precetti “borghesi” (di cui personalmente ho scarsissima nostalgia, ma questo è un altro discorso…), attraverso le parole d’ordine della “liberazione” sessuale, del libero amore” e della disarticolazione della cosiddetta vecchia famiglia borghese, patriarcale o matriarcale che fosse (anche se la vulgata sessantottina e post sessantottina la vorrebbe vedere solo nella sua versione patriarcale).
Naturalmente questi eroici furori sono durati solo qualche mese o qualche stagione (peraltro solo per una minoranza di giovani, quelli che appartenevano ai ceti medi o alto borghesi delle grandi città, culturalmente più provvisti, giungendo solo di rimando e notevolmente sbiaditi alla grande massa dei giovani delle province, delle città minori e soprattutto delle campagne) e si sono concretizzati in un po’di sesso consumato nei sacchi a pelo nelle aule delle università occupate, durante qualche campeggio libero e “alternativo” a Sperlonga o Marina di Licola, oppure in qualche festival del “proletariato giovanile” al Parco Lambro o a Valle Giulia.
La “festa” (comunque per pochi, perchè anche allora e in quel contesto il sex symbol o il punto di arrivo era rappresentato dal “leaderino” di turno…), come sappiamo e come era previsto che dovesse essere, gonzi e creduloni a parte (fra cui il sottoscritto e molti altri come lui…) è finita ben presto e lo spazio che doveva essere del libero amor e della libera sessualità è stato in men che non si dica occupato da quello del “libero” scambio, cioè dalle logiche mercantili e mercificanti della ragione strumentale capitalistica assoluta dominante.
Il vecchio sistema valoriale, moralistico e perbenista (quindi oggettivamente di ostacolo al “liberoscambismo”) è stato dunque scardinato e, dopo una breve e funzionale parentesi di pseudo trasgressione, altrettanto pseudo rivoluzionaria, sostituito con la nuova “morale” (si fa per dire…) capitalistica assoluta. Dalle stelle alle stalle, dal “Te la do solo dopo il matrimonio e con tutti i sacramenti”, si è passati al “Te la do anche subito, dipende da quanto paghi”. Naturalmente, come ben sappiamo, non stiamo parlando di un pagamento spicciolo e brutale ma, come abbiamo ripetuto qualche migliaio di volte, di un complesso e sofisticato meccanismo psicologico e culturale interiorizzato a livello profondo. Nella stessa ragione e misura quando parlo di “pagamento” non mi riferisco, ovviamente, alla “marchetta” ma ad una relazione “viziata” concettualmente e psicologicamente, quindi “alienata” o “inautentica”, a seconda dei punti di vista e delle rispettive collocazioni filosofiche.
Questo è , a mio parere e per sommi capi, ciò che è stato il ’68 e che è avvenuto in questi ultimi 40 anni , naturalmente per quanto riguarda gli aspetti che riguardano i temi di cui noi ci occupiamo.
Ci sarebbero da fare tantissime altre considerazioni di carattere sociologico, politico e geopolitico che riguardano la cultura di sessantottina derivazione (depurata, ovviamente, da tutto il papocchio di falsa coscienza ideologica ecc.), e quindi il ruolo e la funzione che hanno assunto il “poltically correct”, il femminismo, l’”universalismo dei diritti”, grazie ai quali si applicano embarghi che affamano e mietono centinaia di migliaia di vittime fra i civili, si bombardano “eticamente” quei popoli colpevoli di non essere allineati al meanstream capitalistico e soprattutto di non piegarsi al “liberoscambismo” (si chiama in questo modo il dominio delle oligarchie economiche e finanziarie mondiali) delle potenze capitalistiche planetarie e in queta fase soprattutto degli USA, ovviamente (ma non solo).
Mi fermo, naturalmente, ripromettendomi di tornare sull’argomento a breve, come già detto, con un video o con un successivo articolo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Simmetrico al processo “donne sì ma di plastica” c’è il processo “donne no ma maschi sì, ovvero donne che vogliono diventare maschi”?. Che il femminismo così come si è venuto incarnando nel processo storico reale, sia in sostanza, espressione di un rifiuto del femminile e da parte maschile e da parte delle donne, fa parte, a mio avviso, di quelle cose che non si vedono perchè non si vogliono vedere e sono del resto troppo evidenti perchè si riesca a nasconderle alla vista. E siccome non vedere ciò che smentisce l’ideologia prevalente è da sempre un obbligo sociale e politico, anche l’evidenza di una notizia di cronaca come quella secondo cui “sempre più donne vogliono diventare maschi” (e ne fanno richiesta ai servizi sanitari) , non è percepita come un segnale inquietante (anzi tragico) su cui interrogarsi circa la percezione del valore della femminilità, soprattutto fra le giovanissime, ma è proposta come una conquista. Siamo dunque arrivati al diritto a non essere donne. Ma questo rifiuto di sè, perchè donna, lo si può davvero considerare come la conquista di un diritto?
http://italia.panorama.it/cronaca/donne-che-voglio-diventare-uomo
cesare(Quota) (Replica)
Fabrizio
non è che quello che abbiamo detto sinora sia in contraddizione con il quadro da te delineato e su cui sostanzialmente concordo.
Il tuo è un inquadramento generale e sistematico del 1968, il nostro un giudizio (opinabile come tutti i giudizi è chiaro) su protagonisti e protagoniste.
Diciamo che sono due piani diversi e per nulla in contraddizione.
Tu ha delineato un percorso che, ripeto, anche alla luce delle successive evoluzioni, sostanzialmente condivido.
Ma il mio discorso, cosi come mi pare di capire anche di Rita è un altro.
Ok il quadro è quello, la direzione verso cui si andava pure, da un capitalismo borghese con i suoi sistemi valoriali ad un capitalismo assoluto autofondato su se stesso senza bisogno di maschere. E in questo quadro ci sta anche l’aspetto estremamente funzionale del femminismo al sistema.
Ma questo lo vediamo e lo capiamo a posteriori ( a parte qualche inascoltato profeta), quando la nebbia si è diradata.
Rimane il fatto che, in special modo in Europa (in Italia poi ….), un’intera generazione si era mossa su presupposti diversi e con obiettivi diametralmente opposti a quelli che si sono effettivamente verificati.
Rimane il fatto che un intera generazione nel mentre cercava di perseguire gli obiettivi di cui sopra nella pratica operava una destrutturazione totale dei rapporti e delle convenzioni dei propri padri e nonni e non solo nel discorso di genere, ma in tutti gli ambiti sociali che con quegli stessi obiettivi era in perfetta antitesi. Senza peraltro sostituirli con sistema coerente dei propri.
Mi risponderai che tutto questo era ineluttabile perché funzionale all’interesse di un capitalismo pervasivo e fine a se stesso.
Ma questo non solleva quella generazione (uomini e donne) dalle loro contraddizioni (sono partiti dal comunismo arrivando al liberismo più sfrenato) e da giudizi sulle loro scelte (un egoismo generazionale senza pari, del tutto qui e subito a scapito delle generazioni successive, comportamento non molto diffuso storicamente, ma caratteristico, secondo me ,delle civiltà che hanno esaurito il loro slancio vitale).
E in tutto questo rimane comunque inspiegabile il harakiri degli uomini, di quegli uomini, nei discorsi di genere. Perché era ed è chiara tutt’ora la necessità di una ridefinizione nel rapporto maschile-femminile-società.
Ridefinizione che per me può avvenire solo in un sano conflitto tra pari. Loro invece, con la loro resa lo hanno ridotto ad un conflitto impari.
Ecco allora che non può non affacciarsi il sospetto, come adombrato da Stefano, che tutto si basi su un do ut es.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sono completamente d’accordo con quanto scrivi, Luigi. Avevo infatti premesso che quell’articolo da me scritto al volo in seguito soprattutto al post di Rita, era solo la prima parte di una riflessione più ampia che continuerò nei prossimi giorni. E’ evidente che il ’68 (e derivazioni, anni ’70 ecc.) è stato un fenomeno complesso e con tante sfaccettature (fra cui anche elementi positivi, sia chiaro) che mi riservo di affrontare a brevissimo. E non c’è dubbio che quella stagione abbia visto la partecipazione e il coinvolgimento autentico (quindi non in falsa coscienza) di decine di migliaia di giovani che veramente volevano dare l’”assalto al cielo”. E in parte ci hanno provato veramente…Ma ora mi fermo e su questo scriverò la seconda parte dell’articolo.
Una precisazione. Non siamo affatto fuori tema e volutamente ho voluto affrontare la questione perché è evidente che ci sono molti nodi da sciogliere che riguardano la Qm, dal momento che il femminismo, per lo meno in Italia e in Europa nasce ed attecchisce proprio in quegli anni e in quella specifica fase storico-politica. E’ fondamentale quindi fare chiarezza, quella chiarezza che fino ad oggi, a mio parere, non c’è stata, ed è proprio e anche per questo che il movimento maschile, fino alla nascita di Uomini Beta, è stato egemonizzato da posizioni tradizionaliste, cattolico-integraliste o addirittura spesso dichiaratamente di destra. C’è un enorme equivoco che nasce da una lettura, a mio avviso, completamente errata, della storia, della realtà, della natura del femminismo e della sua relazione ambigua (né potrebbe essere altrimenti) ma complementare con il capitalismo. Quest’ultimo aspetto è stato ormai del tutto disvelato e portato alla luce, mi sembra anche con una certa chiarezza. E’ bene però affrontare anche tutto il resto, e in particolare, appunto, la vicenda che ruota attorno al ’68, che viene individuata dalla maggior parte dei militanti del Momas, come la causa prima di tutti i mali degli uomini (si fa per dire, ci capiamo…) quando la questione è estremamente più complessa, ovviamente, proprio perché ambigua e con diverse sfaccettature apparentemente (e in parte anche realmente) in contraddizione fra loro. Ma ciò che conta è il risultato finale delle cose. La Storia è spietata, da questo punto di vista.
A breve e forse a brevissimo, un mio prossimo articolo in tema. Avrei preferito fare un video ma il nostro intervistatore ufficiale che alcuni di voi hanno conosciuto nella nostra riunione nazionale di Roma è in ferie…Lo farò comunque prossimamente.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Avete visto il film “L’ANGELO AZZURRO” del 1930, dove un professore dai saldi principi morali e galante si innamora di una “donnaccia” come le chiamavano all’epoca e se la sposa iniziando un incubo, e dopo tante umiliazioni, la pellicola finisce così:
Leonardo(Quota) (Replica)
E come no…
Film altamente simbolico…un capolavoro della cinematografia, direi…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi:
Film altamente simbolico
———————————-
Infatti, nel finale, il professore stringe forte la sua cattedra che aveva lasciato per amore, finendo a fare il pagliaccio. Mentre l’ultima scena vede la sua amata (aguzzina) Lola mentre è sul palco che canta, come se nulla fosse accaduto, inebriata dal pubblico maschile sbavante che è la sua vita e la sua forza.
Film tedesco del 1930.
Leonardo(Quota) (Replica)
Nulla di nuovo.. è la natura parassitaria della sessualità femminile, di cui l’uomo è schiavo e si lascia sfruttare per questo fine..
Non mi stupisce quanto scritto sopra, in quanto la sessualità femminile è progettato per trarre risorse dal maschio in modo che lei e i figli possano sopravivere.. è la natura.
L’ Uomo “Alpha” per una donna è colui che in genere ha potere e risorse, ma come si puo’ arrivare a capire nel gesto del professore che stringe la cattedra? come capire l’atteggiamento della Lola?
Più un uomo dà a una donna, tanto meno egli stesso ha. In un certo senso, egli dà le sue qualità Alpha alla donna e così facendo diventa più Beta. Lentamente, le sue qualità Beta supererà le sue qualità Alpha iniziali e la donna lo troverà meno desiderabile rispetto ad altri uomini che incontra nella sua quotidianità e che conservano ancora le caratteristiche “alpha”.
Vediamo questo fenomeno nel nostro quotidiano, le donne passano gli anni migliori della loro esistenza, della loro bellezza, con uomini che hanno caratteristiche alpha o che sembrano tali, ma quando vogliono “sistemarsi”, e questo accade sempre piu’ tardi, cercano il beta in grado di provvedere senza fiatare, facile da addomesticare e da sottomettere, anche in presenza di figli non suoi..
Mi sono sempre fatto delle fragorose risate nel constatare che le donne siano demoni sessuali completi, mentre frequentano un uomo che gli interessa “inanellare” e poi, subito dopo il matrimonio, diventa meno interessate al sesso.
Perché? ma è ovvio..il sesso è uno strumento di potere per trasferire le qualità alpha di qualsiasi uomo (casa, soldi etc..) alla donna ecco la natura parassitaria in tutta la sua atroce verità.
L’atteggiamento parassitario/sessuale/amoroso delle donne verso gli uomini è più facile da capire se si compara tale atteggiamento con un qualsiasi impiego.
Non importa quanto amiate il vostro lavoro, la maggior parte di noi pensa che sia giusto averne uno. Spesso pensiamo che, nonostante non sia il massimo, meglio averne uno che essere disoccupati.. e non importa quanto possiate o meno amare il vostro lavoro, se qualcuno ve ne offrisse uno migliore, sono convinto che non esitereste a sceglierlo, e non importa quanto il nostro lavoro potrebbe essere stato importante per noi in passato..
Per le donne, attirare un uomo e sfruttarlo per i propri fini è l’obiettivo principale..è come le donne sopravvivono.. e se ne trovano uno migliore, bye bye!
Piangi professore.. abbraccia la cattedra.. devi imparare ancora molto dalla vita..
Damien(Quota) (Replica)
Un intermezzo leggero.
I più vecchi ricorderanno la pubblicità di una (allora) nota marca di pentole. Con un cartone disegnato da Osvaldo Cavandoli: La Linea.
Ve la propongo in versione sexi ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Cominciò così, e, all’inizio, nessuno ci fece caso…….
http://tv.liberoquotidiano.it/video/108735/La-bambola-gonfiabile-viaggia-in-metro.html#.UKC85KOYFg8
cesare(Quota) (Replica)
Consensus interruptus:
http://www.corriere.it/cronache/13_aprile_03/Cassazione-sentenza-stupro-se-lei-ci-ripensa_84cddb12-9c67-11e2-aac9-bc82fb60f3c7.shtml
Auguri ai poveri maschi coscientemene ingenui, colpevolmente ignari, scientemente autoillusi che la realtà non sia questa.
E’ vero che essa supera l’immaginabile.
Ma non è precisamente ciò che i Risvegliati sussurrano e gridano da anni?
Voce di coloro che gridano nel deserto.
Nostra voce.
rdv
rino(Quota) (Replica)
Consensus interruptus:
http://www.corriere.it/cronache/13_aprile_03/Cassazione-sentenza-stupro-se-lei-ci-ripensa_84cddb12-9c67-11e2-aac9-bc82fb60f3c7.shtml
Per andare su sicuro non restano che le amanti sintetiche.
RDV
rino(Quota) (Replica)
Rino@Per andare sul sicuro non restano che le amanti sintetiche.
Non ne sarei così certo. A me sembra che interessi più che la donna concreta, l’Entità Donna. Inesorabile approdo di ogni ideologia. Ricordo l’antico adagio: ” se ti ricattano: “o mi dai i soldi o ti denuncio per violenza alla Madonnina del duomo di Milano”, ti conviene pagare”. Figurati se poi ti colgono in flagrante a letto con una bambola gonfiabile con un libretto di istruzioni poco chiaro.
cesare(Quota) (Replica)