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Conferenza stampa di presentazione: Comune di Roma, martedì 13 novembre, ore 14:00
Via delle Vergini n. 18, sala conferenze III piano.
Nonostante l’impegno costante dei media, delle istituzioni e di larga parte del privato sociale nel condannare la violenza, la stessa viene etichettata come violenza di genere dimenticando l’assunto che la violenza è un costrutto ampio e complesso che non prevede distinzioni in ordine al sesso.
La “normalizzazione” pubblica della violenza femminile – messaggi pubblicitari, spettacoli televisivi, cinema, stampa, video web – crea assuefazione ed abbassa l’allarme sociale.
La scena di un uomo che schiaffeggia una donna in un reality non può essere accettata, non ha scusanti, suscita sdegno, scatena condanna pubblica, espulsione, biasimo collettivo di conduttori e spettatori.
Doverosamente, aggiungiamo.
A ruoli invertiti, tuttavia, la scena non suscita uguale sdegno ed uguali reazioni, viene minimizzata, diviene “normale”, perfino ironica: gli episodi di violenza diventano quindi proponibili, anche pubblicamente, quando ne sono vittime gli uomini.
L’agito violento non ha caratteristiche proprie, oggettive: sembra divenga biasimevole in funzione di chi faccia cosa. Viene trasmesso il messaggio che la violenza femminile non esiste, e se esiste è “lieve”, non suscita allarme. In ogni caso è legittimata, normalizzata, positivizzata, sdoganata persino sui media.
Può una forma di violenza essere considerata politically correct , qualunque essa sia?
L’indagine è finalizzata a raccogliere elementi di valutazione ancora inesistenti nel nostro Paese, utili a verificare se esista, ed eventualmente in che misura, una realtà diversa da quella fondata esclusivamente su condizionamenti, luoghi comuni e pregiudizi.
Si tratta di un’indagine ufficiosa, ma rappresenta l’unica fonte in assenza di indagini ufficiali.
L’analisi dei dati raccolti smentisce la tesi della violenza unidirezionale U>D e le sovrastrutture culturali che ne derivano. La teoria secondo la quale la violenza U>D sia la sola forma diffusa, quindi l’unica meritevole di contromisure istituzionali, si rivela quindi un postulato indimostrato ed indimostrabile, generato esclusivamente dal pregiudizio.
Sono pertanto prive di fondamento le teorie dominanti che circoscrivono ruoli stereotipati: donna/vittima e uomo/carnefice.
Dall’indagine emerge come anche un soggetto di genere femminile sia in grado di mettere in atto una gamma estesa di violenze fisiche, sessuali e psicologiche; quindi anche un soggetto di genere maschile possa esserne vittima.
Il fenomeno della violenza fisica, sessuale, psicologica e di atti persecutori, in accordo con le ricerche internazionali, anche in Italia vede vittime soggetti di sesso maschile con modalità che non differiscono troppo rispetto all’altro sesso.
L’indagine inoltre dimostra che le modalità aggressive non trovano limiti nella prestanza fisica o nello sviluppo muscolare; anche un soggetto apparentemente più “fragile” della propria vittima può utilizzare armi improprie, percosse a mani nude, calci e pugni secondo modalità che solo i preconcetti classificano come esclusive maschili.
La significativa rappresentatività nel campione di soggetti con prole ha fatto emergere l’effettiva strumentalizzazione che i figli hanno all’interno della coppia in crisi.
Il dato più evidente riguarda le violenze psicologiche, testimoniate dal campione in percentuali significative. Solo il 2,1% ha dichiarato di non averne mai subite
Al termine di questa ricerca, ciò che gli autori auspicano è che il fenomeno venga ulteriormente approfondito dagli organi istituzionali, indagando con identici strumenti e modalità un campione composto da un uguale numero di donne ed uomini, secondo criteri di trasparenza ed imparzialità sino ad oggi sconosciuti.
L’obiettivo è lo studio di adeguate contromisure istituzionali, affinché la tutela della vittima sia garantita indipendentemente dal sesso di appartenenza.
Esplicito dovere di una società civile dovrebbe essere prevenire e condannare la violenza a 360°, a prescindere dal genere di autori e vittime.
Gli autori: Y. Abo Loha, G. Gallino, S. Gascò, G.P. Macrì, C. Manzari, V. Mastriani, F. Nestola, S. Pezzuolo, G. Rotoli
288 Commenti
A tal proposito proprio oggi leggo questo articolo interessante
http://affaritaliani.libero.it/cronache/se-le-donne-sono-violente141112.html
Chissà se lo sanno quelle di SNOQ che sono al “Tardini” ,in vista di Italia-Francia e si preparano per la loro “marchetta” …(campando sulle morti altrui ,come unico scopo politico di propaganda )
mauro recher(Quota) (Replica)
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più di 5 milioni di uomini sono vittima di violenza da parte delle donne e 3, 8 milioni hanno subito uno stupro.
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C’è un dato che mi lascia a dir poco perplesso: cosa si intende di preciso con “uomini stuprati” ?
In che senso? Forse a livello psico-emotivo? Ecco, se è così sono d’accordo, se no dissento radicalmente.
sergio(Quota) (Replica)
http://affaritaliani.libero.it/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mi associo a Sergio per quanto riguarda gli stupri, perché non è fisicamente possibile per una donna stuprare un uomo, a meno che non sia una lanciatrice del peso o una lottatrice di 90/100 kg e usi un dildo e lui sia un soggetto alquanto mingherlino. Non è neanche possibile stuprare un uomo (non in quel senso) perché è impossibile obbligarlo ad avere un’ erezione.
Secondo me affermazioni del genere tolgono credibilità alle rivendicazioni maschili, perché tali dati sono veramente grotteschi, esattamente come lo sono quelli sui milioni di stuprate.
Tiziano(Quota) (Replica)
Da uomo vorrei anche fare notare un’ altra cosa: tantissimi uomini vorrebbero essere “violentati” da una donna e chiunque di voi (noi) lo sa.
Il discorso cambia se facciamo riferimento alla pura e semplice violenza, sia fisica che psicologica, però, per favore, evitiamo di scimmiottare le femministe con certi assurdi dati riguardanti milioni di uomini “fisicamente stuprati”.
Tiziano(Quota) (Replica)
@Tiziano
Ci sono tante forme di violenza sessuale, oltre allo stupro comunemente inteso.
Ci sono molti uomini psicologicamente soggiogati e costretti a pratiche erotiche contro la loro volontà o al limite anche formalmente consenzienti ma di fatto sottoposti ad un pesantissimo condizionamento psicologico. Spesso il confine è molto labile, naturalmente, e anche per questa ragione è difficile far emergere con chiarezza che si tratta di violenza. Non solo,anche e soprattutto in questi casi sono gli uomini stessi a non voler portare alla luce la loro condizione per le ragioni che ben conosciamo e cioè perché hanno vergogna, paura di essere esposti al pubblico ludibrio, di essere considerati dei “deboli”.
C’è un interessante libro di Stefano Re dal titolo “Fem Dom”, che tutto sommato consiglio di leggere, anche se ambiguo. L’autore sostiene che per tutta una serie di ragioni l’epoca del dominio maschile stia terminando o sia già terminata (perchè, sostanzialmente, la modernità non ha più necessità del maschile) e sia iniziata l’era del dominio femminile. Naturalmente, anche se l’assunto è valido (non che sia d’accordo, ovviamenete…), io lo condivido solo in parte perché credo, come sapete, che la relazione MM/FF fosse molto più complessa anche nelle epoche trascorse (ciascuna con le sue differenti peculiarità date dal contesto storico e sociale) e non riducibile alla coppia maschile=oppressore – femminile=oppresso. Tuttavia il libro contiene delle analisi interessanti che possono essere utili alla comprensione delle cose. C’è una certa ambiguità nel libro, come dicevo, perché non è chiaro se l’autore auspichi questo processo, oltre a ritenerlo inevitabile, oppure sia critico. Forse volutamente mantiene questo margine di ambiguità.
In ogni caso, l’ultimo capitolo del libro è dedicato proprio al fenomeno dilagante del “fem dom” che lui descrive in modo molto minuzioso e assolutamente realista, presentandoci una situazione che definire allarmante è un eufemismo.
Molti uomini che apparentemente conducono una vita normale, vivrebbero (e vivono) una condizione di totale sottomissione, psicologicamente (e di conseguenza anche fisicamente) soggiogati, sottoposti a violenza fisica, psicologica e sessuale, a pratiche “erotiche” umilianti e violente, a vere e proprie vessazioni e torture fisiche e psicologiche di ogni genere.
Il campionario è vastissimo, ve lo posso assicurare (e anche abbastanza agghiacciante), e proprio per questo non mi sembra il caso di entrare nei particolari perché francamente lo troverei sgradevole e anche decisamente pornografico nel senso peggiore del termine.
Il fenomeno,non ancora pubblicamente emerso (guarda caso), interesserebbe milioni di persone fra donne e uomini e ci sarebbero anche centinaia di associazioni solo in Italia.
Oltre a tutto ciò, è sempre bene ricordare le violenze psicologiche, fisiche e sessuali, subite dai minori da parte delle donne e delle madri in particolare, fenomeno diffusissimo e quasi del tutto occultato. Ricordo il video “Un brusco risveglio” che abbiamo pubblicato ormai da anni dove Giovanna Botteri da New York spiega che negli USA la maggioranza delle violenze sessuali sui minori sarebbero commesse da donne e da madri. In Europa non sono stati ancora fatti studi in tal senso ma credo proprio che il risultato sarebbe il medesimo.
Quindi non credo che ci sia proprio nulla da meravigliarsi se un uomo denunciasse di essere stato violentato da una donna. Mi sembrerebbe un fatto assolutamente normale e purtroppo lo è.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tiziano ok.. la ratio secondo me è la medesima.
La verità è soltanto una (per quanto mi riguarda): non è assolutamente vero che uomini e donne sono uguali. Punto. E questa è una verità abbastanza naturale direi… come dice un amico, nessuno si sognerebbe di criticare un etologo che descrive comportamenti diversi nel leone maschio e nel leone femmina o nell’otaria maschio e nell’otaria femmina. Quando si tratta dell’essere umano però salta fuori la cultura.
Da questa verità partono le elucubrazioni, gli aggiustamenti . La cultura “definisce”. Non fa altro. Definisce più o meno minuziosamente che cosa costituisce il successo e l’auspicabile pefezione, l’aspetto, l’altezza, la forma, la virilità, la femminilità,il comportamento giusto (la morale) e introietta nella psiche dei membri di quella particolare cultura questi elementi e questi dettami.
Fatta questa premessa che è applicabile oggi, a mio avviso, quando si parla di affido condiviso, di violenza nei confronti delle donne, di far crescere le donne, della questione lavorativa,della questione politica, insomma della “questione femminile” più o meno definita ed introiettata nella psiche dell’umanità occidentale, a me sembra che sostanzialmente l’obiettivo sia trovare una “nuova alleanza” (il copyright non so esattamente di quale vecchio qmmista sia, non me ne riconosco la maternità).
E qui finisce la parte teorica e inizia la parte “pratica”.
Allora, nel caso delle ricerche sulla violenza femminile abbiamo in campo una potenza di fuoco che ha usato l’Istat , (e insomma è l’istituto ufficiale di statistica, un’autorevolezza gliela vogliamo riconoscere?).
Allora cosa si può fare per dimostrare che il gigante Istat (che insomma per la sua posizione ha acquisito di per sé autorevolezza per cui “basta la parola” come dicevano per il confetto Falqui e l’”ipse dixit”pitagorico o aristotelico.. mo’ non ricordo chi l’ha usato prima :-D) ha detto una caxxata?.
Decostruire (vedete che qualcosa si impara dal femminismo.. 😉 la ricerca (e questo è stato fatto, rivelandone e analizzandone il metodo fallace, valga per tutti la decostruzione del metodo per l’analisi della violenza di genere usata qui http://questionemaschile.forumfree.it/?t=32316701)
Ma questa ricerca continua ad essere citata, ahimè l’Istat non ha fatto smentite, personalmente non ho mai sentito nemmeno dalle femministe che timidamente cominciano a dialogare e a riconoscere quantomeno l’esistenza di una “questione maschile” delle note critiche verso le statistiche ufficiali (verso le posizioni sì,.. ma mai verso le statistiche).
E dunque? Boh.. continuare a martellare (ma personalmente sono quattro anni che vado in giro a martellare con la fallacia della statistica, ci sono qmmisti che lo fanno da dieci anni e uno che s’avvia al trentennale) oppure mi adeguo al sistema e faccio una statistica coi metodi ufficiali. (D’altronde la statistica lo ricorda, è “stato usato lo stesso metodo”).
Sbagliato? Giusto?
Come dice Baglioni, ai posters l’ardua sentenza.
Da parte mia posso dire che le strade sono soltanto due. O si aumentano elementi di “protezione” per il genere maschile da contrapporre a quello femminile e poi si arriva ad un sistema in cui ci si guarda in faccia e si dice “ragazzi che facciamo? Siamo imbrigliati in una serie di lacci e lacciuoli, di quote rose, azzurre, viola e politiche protezionistiche per gli azzurri, i rosa e i viola e non ci si muove più? Tagliamo tutti i lacci e ripensiamo tutto, oppure si sceglie di depotenziare gli elementi di protezione per il genere femminile (eh.. pare facile a dirsi, se torniamo alla premessa che ho fatto inizialmente a me pare che la nostra psiche abbia introiettato in maniera molto netta il concetto che aggiungere è meglio che togliere..).
Chissà se mi sono capita?
Rita(Quota) (Replica)
Tiziano
Mi associo a Sergio per quanto riguarda gli stupri, perché non è fisicamente possibile per una donna stuprare un uomo, a meno che non sia una lanciatrice del peso o una lottatrice di 90/100 kg e usi un dildo e lui sia un soggetto alquanto mingherlino.
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Hai fatto un ipotesi di stupro, perché esistono uomini piccoli di corporatura e donne grandi, non è un assurdità.
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Tiziano:
Da uomo vorrei anche fare notare un’ altra cosa: tantissimi uomini vorrebbero essere “violentati” da una donna e chiunque di voi (noi) lo sa.
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Ecco un’altro motivo di stupro: per cui una donna in qualsiasi momento può toccare un uomo e pretendere del sesso da lui. Nel caso contrario basta una pacca sul sedere di una ragazza per beccarsi una denuncia (anche giusta).
Una donna può farsi aiutare da altri uomini per umiliare sessualmente un maschio, come faceva la soldatessa Lynddie England nei carceri americani in Iraq, le foto per chi ha dimenticato:.
http://americantribune.org/wp-content/uploads/2011/08/Lynndie-England.jpg
http://www.popdecay.com/wp-content/uploads/2009/08/Lynndie-England.jpg
Leonardo(Quota) (Replica)
Io prima di tutto ringrazierei Fabio Nestola e gli altri (autori ed autrici) di questa Indagine.
Innanzitutto e prima di tutto per averla fatta. A prescindere dalle pecche (evidenziate per primi dagli stressi autori) e dalla fallacia.
Poi se non lo avete capito, quella ricerca, indagine, chiamatela come volete è un atto politico. In un settore, quello delle politiche di genere, egemonizzato e plasmato sulle esigenze femministe, ripeto femministe, non femminili. Il primo secondo me che riesca a bucare, almeno un pò, il mainstream dominante.
E siccome è un atto politico, io mi concentrerei su quello e non sui risultati che, ovviamente da un punto di vista meramente statistico, sono attaccabilissimi.
Attaccabilissimi, si.
Inattaccabile però è l’obiettivo, raggiunto, di dimostrare che un’altra realtà esiste, è li, solo che la si voglia vedere ed indagare. Certo, in una ricerca fatta con tutti i crismi (vedi: con tutti i soldi che servono) possono cambiare numeri, percentuali e quant’altro. In pratica però non è stata mai fatta. Chissà perché.
Atto politico dicevo. Perchè dimostra l’esistenza, se non la consistenza, di una violenza di segno diverso dal manicheo uomo=carnefice sempre e comunque, donna=vittima sempre e comunque.
Atto politico perchè per il solo fatto che sia stata fatta, pur con tutte le manchevolezze ed approssimazioni, è un atto d’accusa al legislatore che, impregnato del mainstream femminista, guarda è cura solo “quella metà della terra“.
Ed è stata fatta in maniera politicamente intelligente. Perchè ricalcando il famoso questionario Istat del 2006 non possono sconfessare l’esistenza del problema (ripeto l’esistenza, non la diversa consistenza o caratterizzazione) senza sconfessare la stessa indagine. Al più, e sarebbe pure ora, possono rifare l’indagine (rivolta agli uomini) con mezzi e fondi adeguati. Poi possiamo discutere se quei criteri (quelli dell’Istat) sono giusti o meno. Ma una volta scelti, come dovrebbe essere ovvio, devono valere per tutti.
Finisco come ho iniziato, ringraziando ancora Fabio Nestola e gli/le altri/e.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Tutto estremamente positivo.
Dispiace solo (ma è un parere personale) che a “tuffarsi” nella questione sia un esponente del centrodestra. Ma questo non toglie nulla al valore dell’inziativa.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma naturalmente per i nostri amici antisessisti ed evoluti (con congrua spinta delle Vendicatrici di Torti Millenari) si tratta di “deliranti cazzate che bisogna fermare per il bene dell’informazione”.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Io invece parlerei di violenza sugli uomini in contrapposizione a quella sulle donne e, non la solita zuppa che, siamo tutti persone.
I centri delle donne sono per le donne che subiscono dagli uomini e viceversa sensibilizzare gli uomini a denunciare le violenze subite in appositi luoghi dove ci si possa aprire senza vergogna…
Leonardo(Quota) (Replica)
Da tempo su Psycomedia era disponibile questa ricerca del dott. Eugenio Pelizzari relativa alle ricerche estere sulla violenza subita dagli uomini.
http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/pelizzari.pdf
cesare(Quota) (Replica)
Secondo tutti gli studi, la prima esperienza di violenza che un minore fa è nel rapporto con la madre; a quanto pare, quando il minore va all’asilo pensano bene di aggiungere il resto come in questo esperimento in un asilo di Stoccolma.
Egalia, ecco l’asilo infantile che ha abolito maschi e femmine
Commento: anche Josef Mengele aveva le sue “finalità buone” nei suoi esperimenti sui bambini. Però non erano esperimenti ma torture e se non fosse riuscito sempre a fuggire sarebbe stato giustiziato dopo un regolare processo. Così come gli altri criminali nazisti.
Chi ha pensato e organizzato questa forma di asilo infantile è un torturatore e il personale dell’asilo una sozza banda di torturatori. E i giornalisti che “cinguettano” su queste atrocità fiancheggiatori di torturatori di minori.
Viviamo in tempi in cui teorie e pratiche di disumanità estrema sono tornate con il volto seducente di chi promette di costruire l’uomo “nuovo”. Bisogna oggi tornare a formulare con chiarezza quello che i resistenti al nazismo hanno a suo tempo maturato ciascuno come evidenza del proprio cuore: ci sono teorie e pratiche conseguenti che disegnano una linea invalicabile tra gli umani: da una parte coloro che vi aderiscono e commettono crimine contro l’Umanità e dall’altra chi ha il dovere di combattere senza tregua e cedimenti finchè non ha portato costoro davanti ad un tribunale per crimini contro l’Umanità.
Si deve pertanto cominciare a delineare con precisione e senza equivoci, i due fronti così che nessuno abbia incertezze o semini dubbi su quale fronte appartiene. Il resto viene di necessità come autodifesa dell’Umanità da parte della specie umana.
cesare(Quota) (Replica)
Altra soldatessa che si è distinta nel carcere iracheno di Abu Ghraib:
http://mikeely.files.wordpress.com/2009/08/abu_ghraib_iraq_torture.jpg
http://hd.se/kultur/blogg/wp-content/uploads/2012/01/Abu-Ghraib.png
Non immagino cosa abbiano potuto fare fuori dall’obbiettivo.
http://aspoonfulofsuga.files.wordpress.com/2012/01/abu-ghraib-torture-22.jpg
Leonardo(Quota) (Replica)
@marco pensante ,infatti ,basta farsi un giro per internet
comunque ho scritto queste due riflessioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/11/14/se-le-donne-sono-violente/
http://femdominismo.wordpress.com/2012/11/15/se-le-donne-sono-violente2/
mauro recher(Quota) (Replica)
Anche Repubblica costretta a prendere atto che:
http://roma.repubblica.it/dettaglio-news/roma-18:28/16938
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
e ancora:
http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=10072
http://247.libero.it/rfocus/16421644/1/violenza-subita-dagli-uomini-oltre-6-000-000-le-vittime/
http://vitadadonna.com/15523/violenza-contro-gli-uomini-sono-4-milioni-i-maschi-stuprati.html
http://www.irpinianews.it/AltreNews/news/?news=110681
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi, secondo me, ha ben colto il punto cruciale della questione. Quella ricerca, è vero, è scientificamente difettosa e i suoi risultati contestabili. Ma se è così, vale anche per la famosa ricerca istat del 2006 sulla violenza subita dalle donne. Ora, non c’è chi non veda l’inverosimilità di questi numeri, secondo cui esisterebbero 7.000.000 di donne e 5.000.000 di uomini che avrebbero subito violenze. In pratica l’italia sarebbe un immenso lager. Allora l’utilità dell’indagine sta principalmente in due fattori.
1) Intanto buca i media e porta l’attenzione su un fenomeno del quale si è sempre taciuto. Fare notizia significa anche sottoposizione ad un vaglio critico che necessariamente coinvolge anche la ricerca Istat, E questo è già un eccellente risultato. Se si prendono quei dati per buoni, dimostra comunque che la violenza è di generi e non di genere, e quindi la falsita del mainstream sul femminicidio e la violenza appannaggio maschile.
2) Se, come credo, i risultati di questa indagine sono altrettanto contestabili di quelli Istat, emerge l’esigenza di studi seri, attendibili, metodologicamente scientifici e rivolti ad entrambi i sessi, sul fenomeno violenza, cosa che dovrebbe essere una esigenza condivisa da chi ha a cuore la verità, e sulla base di essa, misure davvero atte a limitare il fenomeno. Quindi si azzeri tutto il chiacchericcio mediatico e si riparta da capo.
Si tratta già, quindi, di un successo politico non trascurabile. Siamo dentro una guerra che non noi abbiamo voluto e che preferiremmo non dover combattere. Poichè però ci è imposta, combattiamola con intelligenza e onestà intellettuale, senza snaturarci, ma combattiamola.
Armando
armando(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/11/17/se-le-donne-sono-violente3/
prende uno spezzone anche di un articolo di femminismo a sud ,secondo me ,interessante
mauro recher(Quota) (Replica)
Divorzi e paternità: ecco come la donna violenta l’uomo
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mancano tante altre domande che alla prossima ricerca dovranno essere formulate.
Per esempio manca quella relativa alla richiesta al maschio da parte della partner di ricorrere alla violenza contro un altro maschio o un’altra donna.
cesare(Quota) (Replica)
E’ buffo sentire parlare di stupro in termini di rapporto di massa corporea tra due contendenti, quasi si trattasse di un incontro di pugilato; eppure Assange è chiuso dentro un’ambasciata per il sesso a sorpresa, gli si è rotto un preservativo, e può succedere a qualsiasi uomo sia egli un pezzo da novanta o un mingherlino, senza nemmeno considerare le dimensioni di lei. Per le donne lo stupro subìto può consistere in un semplice sguardo, in una qualsiasi percezione di molestia e poi, quando gli uomini si raccontano sessualmente, sono pronte a parlare di forza fisica. Oddio le donne, è sbagliato dire le donne visto il gran numero di zerbinati che parlano per loro. Sostenere nell’attuale contesto giuridico in materia di violenza sessuale che l’uomo non può essere stuprato perché è più forte fisicamente è una autentica idiozia.
Poi non ho capito dell’obiezione di Tiziano, che ho già sentito da altre parti e per questo la credo di rilievo, che senso ha la questione degli uomini che desidererebbero essere stuprati, cioè in che modo questo fatto, ammesso che sia vero, si dovrebbe interallacciare alla violenza. No perché, stando alle fantasie private rilevate in molte donne, anch’io potrei dire che la cosa vale anche per loro. Quindi? Le donne, pensando lo stupro, possono essere stuprate perché in fondo lo desiderano? E’ questo che voleva dire, signor Tiziano?
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Secondo me la deportazione dei neri e lo schiavismo potrebbero essere una bufala: i neri sono più forti in media dei bianchi e si sarebbero difesi. Se invece è vero allora vuol dire che lo desideravano. E’ in sostanza la stessa cosa di chi dice che lo stupro su un uomo è impossibile, costui è un revisionista. “Che c’entra,” mi risponderà, “i bianchi godevano di una supremazia tecnologica che li poneva in condizioni di superiorità fattuale”. Ma la stessa cosa si può dire oggi nel rapporto tra i sessi, profondamente condizionato dalla tecnica. Cos’è che fa gridare i giornali: “Siete inutili”, riferito a noi? E’ l’orizzonte tecno-riproduttivo che rende la partenogenesi, innaturale, una realtà naturale. Praticamente tutta l’istanza quemmista è attaccata in virtù di una antropologia pre-tecnologica, che pone l’uomo nelle stesse condizioni sociali di mille anni fa, mentre dall’altra parte tutta la questione femminile è trattata alla luce del progresso. Il giudizio di genere collettivo è schizofrenico, inapplicabile e retrogrado. Fa il gioco e l’interesse di poteri riconducibili all’oligarchia del capitalismo finanziaro globale.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
http://www.adiantum.it/public/3204-lo-sciame-inferocito—di-fabio-nestola.asp
articolo che condivido in pieno …e alcune mie riflessioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/11/19/fa-tanto-figo-fa-tanto-di-sinistra/
http://femdominismo.wordpress.com/2012/11/20/questo-non-e-figo-non-e-di-sinistra/
Mi sono permesso di usare una tua espressione Fabrizio
mauro recher(Quota) (Replica)
Mi hai preceduto, Mauro, stavo anch’io per pubblicare il pezzo di Nestola…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma ,come non lo sai Fabrizio che i romanisti hanno una marcia in più , (ok ,la finisco qui )
mauro recher(Quota) (Replica)
…che però non vi è servita ad evitare tre cetrioloni… non volevo andare O.T. però mi ci hai costretto.. lo sai che quello per me è un nervo scoperto…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Queste ragazzine violentissime che picchiano l’uomo che cerca di soccorrerle, nel loro sentire profondo e nel loro sistema di giudizio, esprimono, da ubriache, quell’odio contro i maschi a cui sono state educate e convinte dalle campagne di pestaggio morale antimaschile che ormai coprono l’orizzonte di ogni comunicazione, dai media cattolici a quelli radicali, dalla stampa periodica per famiglie ai quotidiani nazionali, dalla scuola all’oratorio alla famiglia. E’ a questa cultura che intende e propone alle ragazze fin dalla più tenera età, l’emancipazione femminile come processo di interiorizzazione del disprezzo morale verso gli uomini, loro criminalizzazione e legittimazione di ogni violenza emotiva, piscologica e fisica contro di loro, che bisogna far risalire questi episodi. Chi semina odio raccoglie crimini.
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_dicembre_4/branco-ragazze-ubriache-picchiano-47enne-che-fa-jojjiong-2113006161097.shtml
cesare(Quota) (Replica)
(cesare)
Queste ragazzine violentissime che picchiano l’uomo che cerca di soccorrerle, nel loro sentire profondo e nel loro sistema di giudizio, esprimono, da ubriache, quell’odio contro i maschi a cui sono state educate e convinte dalle campagne di pestaggio morale antimaschile che ormai coprono l’orizzonte di ogni comunicazione, dai media cattolici a quelli radicali, dalla stampa periodica per famiglie ai quotidiani nazionali, dalla scuola all’oratorio alla famiglia.
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E’ vero, ma è vero anche un altro particolare: l’aggressività femminile ha origine anche dal fatto che le medesime non “sentono” più la forza fisica (e psicologica) maschile, per cui, non temendo più gli uomini (italiani…) come un tempo, sanno di poter “esagerare” senza poi pagarne le conseguenze.
Perché lo si ammetta o no, le donne rispettano solo chi incute loro timore, altrimenti non c’è verso di domarle.
Con loro non può esistere alcun rapporto paritario: o comandano loro, o comandiamo noi.
Giorgio(Quota) (Replica)
Lo scandalo suscitato dall’indagine di Nestola dimostra
1)che esiste una mentalità totalitaria molto diffusa, così certa di aver ragione da fregarsene ampiamente dei fatti, dei numeri e di come si sono raccolti. Bene quelli che confermano la loro idea, male quelli che, pur essendo stati ottenuti con identiche metodologie, raccontano l’esistenza di un’altra realtà che non deve venire alla luce. I portatori di quella mentalità sono pericolosissimi, perchè pensano come pensavano Stalin o Hitler.
2) Che il ministro della propaganda nazista Goebbels era un genio. Aveva capito che la verità non è quella che si può e si deve dimostrare, ma quella che viene ripetuta in continuazione, in modo ossessivo e pervasivo tanto da convincere la gente che i non allineati sono mostri in malafede, da eliminare npn appena capita l’occasione (e di questo passo capiterà).
3) Che le masse cibantesi di Tv e dintorni, sono realtà spaventosa, sorda e cieca ad ogni richiamo della ragione. Quanto più sono manipolate, tanto più sono feroci- Il che, sinceramente, non fa ben sperare.
armando
armando(Quota) (Replica)
Dando ragione ad Armando ,ormai è palese la cosa…,
Forse lo ripeto per l’ennesima volta ,ma ancora non riesco a capacitarmi ,come si fa a fare una divisione per sesso su un tema importante come la violenza ,se una donna o uomo che sia commette una violenza ,paga le sue colpe ,francamente ,con tutta la buona volontà .non riesco a capire questa distinzione netta uomini =male ,donne=bene ,infatti nestola ,che ha detto una cosa ovvia ,che esiste la violenza anche sugli uomini , ma viene etichettato come fascista ,misogino ecc ecc ,veramente non riesco a capire ❓
mauro recher(Quota) (Replica)
Per Mauro e per tutti quelli che non si capacitano. Vi faccio uno schemino semplice semplice della situazione, così vi chiarite le idee fin da subito e non vi stupite più di nulla.
*** LA VIOLENZA in 5 semplici regole ***
1) FISICA da UOMO a DONNA = violenza.
2) PSICOLOGICA o ECONOMICA da UOMO a DONNA = violenza.
3) FISICA da DONNA a UOMO = impossibile perché gli uomini sono più forti delle donne.
4) PSICOLOGICA o ECONOMICA da DONNA a UOMO = non violenza.
5) FISICA, PSICOLOGICA o ECONOMICA da UOMO a UOMO = violenza sulle donne.
Ora studiare e poi a letto, che domani sulla 27ma Ora interrogano.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Marco ,mi sa che mi prendo un impreparato o il canonico 4 … perchè queste equazioni sono .come dire, surreali?
penso che ,anche scrivendolo sulla mano ,non riuscirei a dirle
pazienza ,riparo a settembre ,imparando a memoria il libro di Iacona “se questo sono gli uomini”
mauro recher(Quota) (Replica)
“Guardava porno, ho dovuto ucciderlo”
http://www.elmundo.es/elmundodeporte/2013/02/13/baloncesto/1360773354.html
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/donne-picchiate-come-dire-mai-piu/#comment-85190
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Se ne parla troppo poco.
13.02 | 17:33 455455
Purtroppo è una strage silenziosa che colpisce praticamente tutte le donne. Le vittime nel mondo sono miliardi,e la violenza domestica è la prima causa di morte delle donne nel mondo.
Il prossimo Parlamento deve riunirsi in seduta plenaria,e non uscire se non con un pacchetto di proposte che ponga fine a quest o obbrobrio,istituendo centri di accoglienza in tutti i capoluoghi italiani,Procure e Tribunali speciali di sole donne,insieme a sezioni di Polizia espressamente addestrate. Le donne vittime di stalking devono essere protette.Basta alla strage!
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è una strage silenziosa che colpisce praticamente tutte le donne. Le vittime nel mondo sono miliardi,e la violenza domestica è la prima causa di morte delle donne nel mondo.
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Non sapevo di aver massacrato mia madre, che invece è viva e vegeta…
Marco(Quota) (Replica)
http://www.lettera43.it/cronaca/donne-che-odiano-gli-uomini_4367572501.htm
se ne ritorna a parlare
mauro recher(Quota) (Replica)
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Quell’articolo è, per certi versi, di una banalità mostruosa. Io non vedo in circolazione alcuna “donna Rambo”, bensì tante donnette isteriche, aggressive e verbalmente violente, questo sì, ma da qui a definirle delle “Rambo” ci andrei cauto, anche perché dal punto di vista fisico la donna media italiana tutto è meno che una specie di “cyborg”.
Certe iperboli sono insopportabili.
Altrettanto ridicoli sono commenti come questo.
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Piuminal 16/nov/2012 | 10:22
Donna sopravvissuta all’era maschilista
Sorrido, si sorrido, in quanto donna e in quanto sessantenne, appartenente a quella generazione del 50, in cui ancora l’educazione sociale e spesso anche familiare ti insegnava a sottostare all’uomo, mentre l’animo si ribellava a ciò che vedeva e sentiva sul mondo maschile; ho vissuto in mezzo al sorgere del femminismo, senza mai appartenervi veramente, non ho mai creduto agli eccessi ed alla violenza, come risposta valida per un cambiamento, tuttavia ricordo bene: la violenza sottile e invasiva dello sguardo maschile, la battuta pronunciata ridendo tra amici mentre passeggiavamo con le amiche, le notizie degli stupri che facevano notizia nelle grandi città e quelli silenziosi dei piccoli centri, dove la donna era l’unica colpevolizzata. Alla mia età non si vive più la rabbia ed il senso di impotenza, si è oramai sublimato in altre forme tutto ciò che si è subito anche solo di riflesso, ma resta un senso di grande solidarietà verso tutte le donne, specialmente per quelle che non hanno trovato il modo di reagire con il proprio intelletto, là dove mancava la forza, fisica o interiore che fosse.
Di cosa si lamentano gli “ uomini “ di oggi? Mi viene in mente un passo, forse biblico : “Le colpe dei padri, cadranno sui figli”. Se questa sorta di contrappasso fosse vero, credo che stavolta toccherà a loro vivere interiormente e rielaborare le sofferenze, per comprendere e capire che la donna e l’uomo potrebbero essere un bellissimo prolungamento l’uno dell’altro, mai nemici, ma sempre alleati nell’affrontare tutti i problemi che la vita, per sua natura, ci elargisce generosamente.
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ma che vada a cagher…
lorenzo(Quota) (Replica)
“La mascolinizzazione della società…”
Nientemeno.
Andreoli non è quello che disse: “Il cervello femm è una macchina sofisticatissima diversamente da quello maschile paragonabile ad un trattore”. ?
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
“Di cosa si lamentano gli “ uomini “ di oggi? Mi viene in mente un passo, forse biblico : “Le colpe dei padri, cadranno sui figli”. Se questa sorta di contrappasso fosse vero, credo che stavolta toccherà a loro vivere interiormente e rielaborare le sofferenze…”.
In realtà proprio in questa affermazione c’è il cuore dell’ideologia femminista. E cioè:”Ora tocca agli uomini scontare quello che le donne hanno (avrebbero) sopportato per millenni”. Tradotto: “fine pena mai”.
Il “bello” (si fa per dire…) è che la stessa aggiunge subito dopo:”… per comprendere e capire che la donna e l’uomo potrebbero essere un bellissimo prolungamento l’uno dell’altro, mai nemici, ma sempre alleati nell’affrontare tutti i problemi che la vita, per sua natura, ci elargisce generosamente”.
Con disarmante e disinvolta leggiadria si afferma tutto e il contrario di tutto. “Sì, è vero che gli uomini sono un branco di sporche carogne che hanno da sempre sottomesso le donne (e per questo dovranno pagare ab aeternum), però è pur vero che, volendo (sottinteso: se gli uomini non fossero le merde che sono…), potrebbero essere gli uni il bellissimo prolungamento delle altre (e viceversa), mai nemici, ma alleati, per affrontare tutte le brutture che la vita ci elargisce…”…
Si commenta da sola.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Questa intervista rilasciata da Andreoli è semplicemente delirante.
Questo cazzone avariato frequentatore di salotti mediatici si lancia in un j’accuse nei confronti del genere femminile, da lui stesso definito come dominante, con tutto il carico di violenza, vessazioni psicologiche, fisiche e sessuali subite dagli uomini, fragili, vittime e ridotti a efebi (parole sue), non prima però di essersi parato il culo affermando:” Fermo restando un assunto di partenza. È la donna a essere ancora la principale vittima di violenza, sia fisica e sessuale, sia psicologica, quella che non si vede ma può lasciare ferite difficili da rimarginare. E anche sociale, che attiene cioè alla sfera dei ruoli e dei diritti. Questo è il dato dominante”.
Anche questo pallone gonfiato si contraddice clamorosamente. Ormai si può dire tutto e il contrario di tutto perché la ricerca della “verità” (virgolette non casuali…) non passa più per la logica ma per chi sa sparare le sue boutade meglio degli altri e riesce in tal modo a farle diventare delle “verità”.
A quel punto anche se la “sparata” contiene delle clamorose aporie, poco conta, anzi, non conta proprio nulla. Perché è già diventata una verità.
Questa è la realtà in cui siamo gettati e con cui ci dobbiamo misurare.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tutto vero ..pero l’ho messo ,anche nel mio blog perchè volevo far notare una cosa ..come ha detto Rino qualche volta basta il titolo ,è gia questo basta per far scattare le ire delle femministe dell’ultima ora ,magari senza leggere l’articolo con i suoi “paraculismi” vari …infatti ho fatto l’esempio di Primo Carnera che era vietato farlo vedere al tappeto ,durante il regime fascista …in conclusione già scrivere che esistono donne che fanno violenza si fa scalpore
mauro recher(Quota) (Replica)
“Ora tocca agli uomini scontare…”
Sembra vendetta, e invece è amore.
.
Andreoli è psichiatra…
Sarò banale ma:”Medico cura te stesso … se ci riesci…”
.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
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Non che cambi molto, Rino, tuttavia a fare quel’affermazione fu il defunto professor Pancheri,
http://www.aipsimed.org/psichiatria-in-lutto-e-morto-paolo-pancheri/
nell’anno 2000.
http://www.uomini3000.it/282.htm
>>
Più reattiva. La sua materia grigia è maggiore.
La PET … ha evidenziato che, a parità di stimoli, gli emisferi della donna sono più irrorati di quelli di un uomo. “Il cervello femminile è più raffinato, più sofisticato di quello maschile, più completo. In sintesi, è come una macchina altamente sofisticata, quello dell’uomo è più paragonabile a un trattore: entrambi servono, ma i meccanismi e le funzioni sono notevolmente diversi”.
>>
Sandro D.(Quota) (Replica)
E’ da trent’anni che i maschi raccontano alle donne questa storia, secondo cui la verità, l’intelligenza, ecc.ecc. è donna (e lo fanno tutt’ora e ogni giorno). Fra cui Andreoli. Tuttavia, fra le numerose sciocchezze e incongruenze, una cosa però mi ha colpito positivamente della sua intervista; e cioè l’affermazione che questo atteggiamento maschile (fra cui le quote rosa) nasce non dal sincero apprezzamento della donna ma dalla paura della donna, il che rovescia la vulgata comune che gli uomini che non hanno remore a confrontarsi anche duramente con le donne, ne abbiano paura, mentre gli altri che le blandiscono, le “quotizzano”, ne sono compagni sinceri e solidali. In realtà è esattamente il contrario. E aggiungo che si tratta in sostanza o di paura, o di disprezzo, talvolta di interesse: questi “lodatori continui” mi richiamano alla mente la Volpe che esalta “l’insuperabile canto” della Cornacchia nella favola di Esopo.
cesare(Quota) (Replica)
Sandro:
>>
Non che cambi molto, Rino, tuttavia a fare quel’affermazione fu il defunto professor Pancheri.
>>
Grazie Sandro.
La tua memoria è una grande ricchezza per il Momas.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
http://www.adiantum.it/public/3286-la-ricerca-sulla-violenza-agli-uomini-suscita-polemiche,-ma-i-criteri-usati-sono-quelli-istat.asp#.UUryfqyrAnI.facebook
Spero che il link sia giusto,
mauro recher(Quota) (Replica)
La notizia riportata di seguito è in attesa di un qualunque talkshow, in cui la presenza del coro femminista a “rigirar frittate” è il linguaggio TV ed ormai è una costante; e la cifra del messaggio è una estenuante ragionatissima spiegazione di come comunque il male commesso da una donna è giustificato perchè causato dalla colpa del maschio. IL coro femminista si è prodotto recentemente su RAI Uno in una strepitosa spiegazione/comprensione dell’omicidio di Sara Scazzi.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_marzo_25/lanuvio-donna-uccide-comvivente-212327491409.shtml
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Leggete questo stralcio dell’articolo:” Non è chiaro se l’omicidio sia avvenuto durante una colluttazione fra la vittima e la convivente che – sempre secondo gli investigatori dell’Arma – erano più volte venuti alle mani. Ed è questo uno dei punti che dovranno essere chiariti nel corso delle indagini. Intanto i militari dell’Arma avrebbero trovato nell’appartamento e sequestrato l’arma del delitto, che sarà ora sottoposta a una serie di accertamenti tecnici. Così come altre risposte arriveranno dall’autopsia disposta dalla procura di Velletri sul corpo del sessantenne. Bisognerà capire se il coltello è stato utilizzato per difendersi da un’aggressione oppure per colpire a freddo l’uomo, poi caduto a terra in una pozza di sangue”.
E’ evidente come l’autore (o l’autrice) dell’articolo, nel riportare l’episodio, stia già sostanzialmente predisponendo una possibile (e di fatto assai più che probabile, è questo che vuol far intendere) interpretazione del fatto. “La donna – spiega il o la giornalista – potrebbe essersi difesa da un’aggressione da parte del compagno”. In tal caso – questo il non detto (e neanche tanto…) – la donna avrebbe avuto le sue ragioni, anche se forse ha esagerato”. In tal caso il tutto potrebbe essere derubricato anche con una semplice accusa per eccesso di legittima difesa. Se è incensurata, tra la condizionale, un’attenuante e l’altra, un buon avvocato, una buona perizia psicologica, più benefici di legge vari, se le dice male, potrebbe tutt’al più farsi qualche mese di carcere…
Naturalmente, a parti invertite, non assisteremmo mai a questa sensibilità nel ricercare le possibili attenuanti e nel contestualizzare l’evento, specie da parte dei giornalisti.
Del resto il “femminicidio” è il “femminicidio”, vogliamo scherzare?…
P.S. questi sono i media, l’”informazione”, i giornalisti. E’ bene che lo abbiamo ben chiaro…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Quando il partito Femdominista ha stabilito che il freddo è caldo e il nero è bianco, non c’è agenzia di comunicazione che osi dire la realtà delle cose. Anche il passato hanno da tempo incominciato a riscrivere.
cesare(Quota) (Replica)
su questo tema ha provato a dire anche il “mitico” Mario de maglie su donne di fatto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/25/violenza-delle-donne/541151/
Ma è più forte di lui ,proprio non c’è la fa ,bello a mio avviso un commento di un utente che sia io che Luigi conosciamo bene
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Gentile De Maglie, vedo che qualcosa si sta smuovendo della sua capacità di farsi almeno delle domande.
Ma siamo ancora lontani dal prender coscienza che non si scherza col fuoco della guerra di genere, né, tantomeno, si soffia sul fuoco per scopi che di etico e/o morale hanno ben poco…
Sorvolando sulle perle fior da fiore che altri commentatori hanno rilevato nel suo post, vorrei farle notare che se vuole aiutare veramente un uomo che ha usato la violenza, deve capire le dinamiche che lo hanno spinto ad aver agito in questa miserabile maniera. Tanti le hanno scritto di situazioni di ex-mariti-padri ridotti sul lastrico, senza speranza né via d’ uscita che all’ ennesimo torto vanno fuori di testa: bene si potrebbe partire da qui per trovare soluzioni condivisibili. Le problematiche inerenti la violenza (maschile e femminile) sono interconnesse, non si può decontestualizzare l’ una ignorando l’altra. Se non si opera a monte sulle cause non farete un passo avanti, non lo farà questa società e non migliorerà la situazione criminale, mentre gli unici che se ne avvantaggeranno sarete voi operatori di “settore” che avrete il ” lavoro ” assicurato. Troppo comodo, troppo facile denunciare crimini spargendo odio sul maschile indiscriminatamente: sembra quasi la furbata del gommista che, la notte prima dell’ inaugurazione del suo negozio, mandò in giro nel vicinato dei parenti a bucare 2 ruote per macchina… Lor signore/i avrete raggiunto una vera utilità/promozione sociale quando i vostri centri non avranno più motivo di esistere e per raggiungere questo traguardo sarete chiamati dalla vostra coscienza e dalla società civile a provare quanto avrete fattivamente contribuito a tutto ciò. Ci rifletta… Saluti.
……………………………………………………………..
questa la mia risposta ……..
infatti capitano,,oltre ad approvare a 100% il suo commento ,ho letto l’articolo e dopo qualche passaggio politicamente corretto è andato a finire ancora una volta ,l’ennesima ,che l’uomo compie violenza e che le donne soon svantaggiate ,hai voglia di fare centri per gli uomini vittime ..Fabrizio Marchi ha fondato un sito chiamato uomini beta e non mancano gli epiteti non proprio simpatici rivolti al movimento stesso ,questa è la società che noi viviamo, non per niente mi ricordo di un film (purtroppo non ricordo il titolo) dove un uomo “violentato” ha dovuto raccontare alla polizia ,dopo una serie di sberleffi ,che è stato lui a fare la violenza ,in quel caso è stato creduto …
mauro recher(Quota) (Replica)
Valderice, picchiava il marito – il giudice la allontana da casa
Singolare caso di maltrattamenti dove la vittima è l’uomo, un manovale di 30 anni, che da almeno 5 anni veniva picchiato dalla giovane moglie e costretto a dormire in macchina
Maltrattamenti sotto il tetto coniugale, ma stavolta la vittima è il marito picchiato e vessato dalla moglie. E’ accaduto a Valderice, piccolo comune in provincia di Trapani, dove i carabinieri hanno notificato alla consorte trentenne un provvedimento di allontanamento dal nucleo familiare. La donna per 5 anni avrebbe usato violenza nei confronti del coniuge, un manovale, arrivando a colpirlo con un mattarello da cucina e con un bastone. Lo avrebbe anche costretto a dormire in auto e gli avrebbe sottratto tutto il denaro che guadagnava con il suo lavoro. L’uomo, anch’egli trentenne, ha subito per anni finchè poi non ha trovato il coraggio di denunciare la moglie. Da qui il provvedimento dell’autorità giudiziaria. La giovane coppia non ha figli.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sporchi maschilisti infami, ma come CAZZO vi permettere di scrivere certe cose? La violenza e`solo maschile, capito? Solo i maschi picchiano, stuprano, rubano e scoreggiano in pubblico. Vergogna!
Manolius(Quota) (Replica)
Buonasera. Non ho letto tutti i commenti e voglio fare presente che il considerare un uomo come “forte”, FA parte di una CONVENZIONE sociale, diffusa e che non può necessariamente riflettere i fatti reali, io spero di non essere il primo che rifiuta questa convenzione. Ci sono tante donne che forzano i loro uomini in maniera innaturale, e non mi riferisco a ricatti di tipo sessuale. Quindi fare appello in maniera indiscriminata a questa convenzione è la base per credersi una donna sempre innocente: ci sono casi, molti di cronaca in cui lo è, ma in altri casi, non divulgati e latenti non accade, il dirlo qui è già un passo avanti. Poi sfugge, quasi completamente, qualcosa in cui siamo immersi: ed è tutto il sostrato massmediale-pseudoculturale e consumistico-pubblicitario in cui si studia ciò che è più di subdolo assorbimento, a livello sociale, per il sostegno della innocenza sempre e comunque della donna: questo è molto peggio di convenzioni da piccoli villaggi o mercati o bar, si tratta di clichè che hanno ingigantito i problemi anzichè discuterli con discernimento e distinzione. E crediamo di essere in una società evoluta, quella diffusa dai mezzi di comunicazione NON è tale, perchè questi mezzi non discernono ma indirizzano nel modo più semplice possibile.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Sebastiano,
Benvenuto Sebastiano!
Concordo totalmente con quanto hai scritto. Siamo schiavi di luoghi comuni da cui è assolutamente necessario liberarsi, e sono proprio questi, fra gli altri, che zavorrano gli uomini e li “obbligano” a restare all’interno dei vecchi schemi “machisti” di sempre, che li incatenano a quella sorta di falso pudore che gli impedisce di prendere atto della loro reale condizione di subordinazione psicologica nei confronti del femminile.
E’ necessario liberarsi di questi cascami, che purtroppo giocano ancora un ruolo nefasto, per poter avviare un percorso di reale consapevolezza.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A me pare che la violenza peggiore delle donne verso gli uomini rimanga quella psicologica.
E’ violenza – secondo me – il continuo vittimismo diffuso, l’idea che le donne siano sempre, costantemente vessate, angariate, discriminate dagli uomini, anche quando questi ultimi in realtà concedono loro molto, sia nel privato che sul lavoro.
Poi loro possono mostrarvi cifre, dati, grafici, statistiche, in cui vi diranno che sul lavoro le donne guadagnano meno degli uomini, che nelle istituzioni in Italia (ma altrove non è così!) non abbiamo mai avuto un presidente della Repubblica donna, o un premier donna, ecc., che nelle aziende private solo una piccola percentuale di donne è dirigente, ecc.
Ma nella realtà questi dati sono molto ingannevoli, perché non tengono conto dell’enorme afflusso di personale femminile sul lavoro, in ruoli che fino agli anni ’70 erano del tutto preclusi alle donne.
Quindi nulla impedisce oggi ad una donna di accedere a ruoli posizioni di vertice, tanto nel pubblico che nel privato.
E peraltro, girateci attorno quanto volete, ma onestà vuole che si dica che la GENIALITA’, intesa come capacità di fornire apporti creativi sostanziali e notevoli, nelle sfere del pensiero umano, NON sembri essere una caratteristica femminile.
Di che sesso erano Leonardo, Newton, Leibnitz, Einstein, Wittgenstein, Planck, Bohr, Majorana, ecc.?
Ma anche in altri campi: letteratura, poesia, ecc.
Avete mai trovato una donna del livello di Dante, Shakespeare, Goethe, etc.?
Sono stati fatti studi al riguardo, a proposito del fenomeno dell'”Insight”, e dell”eureka”, ovvero la capacità di pensare in modo sintetico e risolvere problemi con una organizzazione “originale” dei dati disponibili.
Ebbene, mentre le donne sono più “brave” degli uomini nell’organizzare in modo metodico e sistematico i dati che possiedono, nessuna di loro raggiunge i livelli maschili nel modo di pensare per “Insight”, cioè nel risolvere in modo originale e geniale i problemi.
Dobbiamo farcene una ragione.
Il mio sospetto è che le donne se ne rendano conto, e – a differenza di quelle delle generazioni passate – abbiano capito che nonostante gli uomini diano loro delle possibilità molto maggiori, alla fine non raggiungeranno mai i livelli maschili, e ciò dia loro molto fastidio.
Io vedo oggi donne molto INVIDIOSE, se vedono successi maschili cercano di sminuirli.
Quante donne trovate che dicono: “Però! Come sei bravo!”
E’ molto + facile che vi dicano: “ah, però potevi fare meglio, però questo non mi sembra valido, ecc.”
Che ne pensate ?
Albert(Quota) (Replica)
(spero di aver quotato correttamente)
Fabrizio Marchi grazie per il benvenuto e mi solleva un poco trovare chi avverte la tendenziosità, anche estrema, di questi luoghi comuni tra l’altro anche appositamente fabbricati. Chi li ha vissuti sa che sono presenti e sono stati esacerbati nella società consumistica, chi li ha stimolati non lo ha fatto propriamente per la libertà “femminile”. Voglio portare uno degli antefatti di questo trend come esempio: la pubblicizzazione del fumo femminile: fu fatto dal famigerato spin-doctor Edward Bernays, manipolatore che agiva senza essere conosciuto, e lo è tuttora sconosciuto: http://mon-dart.blogspot.it/p/propaganda_09.html , nipote di Freud, dal quale attinse lo studio dei comportamenti a fini di propaganda per il consumismo… Bernays propose il fumare da parte della donna come un progresso, ma lui non si occupava di libertà e progresso, in realtà era stato commissionato di diffondere un mercato più ampio per il tabacco e lo fece in un modo che apparve come portatore di libertà… che libertà, provocatoria essenzialmente, non fu. In pratica cominciò a farsi strada il comportarsi le donne come gli uomini, e proprio ciò che odiavano di più, le femministe del tempo, e a seguire, ma non solo loro, lo fecero, in questo io non ci vedo coerenza ma snaturamento sia della donna oltre che per gli uomini vittime. Solo in questi ultimi anni si comincia a intravedere quello che è stato uno sfacelo. In un campo sociale dove ci sono vittime da tutte e due le parti, soprattutto quelle maschili, occultate dalla maniera standard di pensare, è il campo sociale che bisogna riparare, modulandolo.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Caro Albert.
Non sono “d`accordo” con quanto scrivi…
sono molto piu`che d`accordo.
LO SOTTOSCRIVO CON IL SANGUE!
Magister Acerbus(Quota) (Replica)
[quote]
Solo in questi ultimi anni si comincia a intravedere quello che è stato uno sfacelo. In un campo sociale dove ci sono vittime da tutte e due le parti, soprattutto quelle maschili, occultate dalla maniera standard di pensare, è il campo sociale che bisogna riparare, modulandolo.
[/quote]
ho voluto correggere prima ma non ce l’ho fatta con il tempo disponibile, e lo faccio ora, per non mantenere questo tono che è un eccesso di moderazione, fuori luogo: lo sfacelo provocato non è una cosa subita da chi lo ha fatto, mi riferisco al presunto gentil sesso come convenzionalmente si vuole credere, con questo non voglio accusare le donne opportune che ci sono, ma l’ambito di cui si nutrono certe donne è per figure che -vogliono- diventare arpìe, e lo sono.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Magister Acerbus,
Caro Magister,
grazie mille per la tua approvazione!
Dato che ho un momento, fornisco qualche ulteriore dato, perché è molto interessante:
http://en.wikipedia.org/wiki/Insight
Ecco, in questo articolo di Wikipedia, si discute appunto dell’insight, cioè dell’intuizione rapida con cui in molti casi è stato possibile risolvere problemi anche complessi.
Interessante il punto in cui parla delle differenze di genere:
“Individual differences
Personality and gender, as they relate to performance on insight problems, was studied using a variety of insight problems.[14] It was found that participants who ranked lower on emotionality and higher on openness to experience performed better on insight problems.[14] Interestingly, men outperformed women on insight problems, and women outperformed men on non-insight problems ”
Come si può vedere, gli studi dimostrano che gli uomini “outperformed”, cioè superarono nettamente le donne, in problemi risolvibili con intuizioni “geniali”, mentre avvenne il contrario per problemi risolvibili con metodo.
Io vorrei semplicemente esporre dei dati su cui riflettere, dando poi la mia interpretazione, libero/a chiunque di pensarla come vuole.
Però mi sembra che i dati reali smentiscano il “politically correct”, che vuole le donne sempre discriminate, anche negli ultimi 40-50 anni, che sono in realtà quelli in cui hanno avuto LE STESSE opportunità di studio (per lo meno nei paesi occidentali) degli uomini.
Prendiamo questo elenco, è la lista dei Premi Nobel nei vari settori:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Nobel_laureates
Ora, come vedete le donne continuano ad essere pochissime.
Maschilismo?
Criteri discutibili delle accademie dei selezionatori svedesi e norvegesi?
Io non credo, perché nessun “maschilismo” aveva impedito a Marie Curie, perfino all’inizio del secolo scorso, di ottenere risultati brillanti.
Così come in altri settori, prendiamo il cinema, nessuno aveva impedito a Leni Riefenstahl, addirittura nella ultra-maschilista Germania nazista, o alle nostre Wertmuller, Cavani, Archibugi, di mettersi dietro la macchina da presa, e fare del cinema, con ottimi e originali risultati, mi pare.
Quindi credo sia ora di finirla una buona volta, con questa lagna delle donne “sempre discriminate” e vittime del maschilismo.
Se le donne non hanno ottenuto risultati paragonabili a quelli maschili, anche negli ultimi 50 anni in cui sono stati dati loro ampi spazi e possibilità, forse è per loro stessa colpa!
O forse perché hanno speso più tempo a piangersi addosso, e a fare la guerra agli uomini, anziché darsi da fare nei campi in cui si ritenevano più portate.
Perché forse aveva senso dire nell’800, o fino a metà ‘900, che una donna non aveva le stesse possibilità di studiare e prepararsi degli uomini.
A parte il fatto che anche in quei tempi c’erano comunque le famiglie ricche e abbienti, le figlie di nobili o alto borghesi, ecc., che se avessero voluto avrebbero potuto scrivere, dipingere, studiare, perché le famiglie non le avrebbero certo ostacolate.
Ma a partire dagli anni ’60 del ‘900, nei paesi occidentali, le donne hanno avuto la stessa identica istruzione degli uomini!
Eppure non hanno ottenuto i loro risultati, nella chimica, letteratura, fisica, economia, medicina.
Colpa degli uomini?
Non credo proprio!
Mi veniva in mente proprio quello che mi diceva il mio amico ricercatore, a proposito dell’incredibile e ridicola vicenda, della prof. che lo aveva denunciato per “stalking”, e solo perché le mandava mail di ricerche, studi, progetti, ecc., di carattere medico, ma a lei dava fastidio perché nella sua paranoia pensava che lui si fosse troppo “invaghito” di lei.
Ecco, un caso del genere dimostra appunto quanta stupidità sia stata assorbita dalle donne, per colpa del culturame femminista.
Il mio amico mi diceva che non di rado gli succedeva che le donne non rispondessero alle sue segnalazioni di ricerche, mentre ovviamente con gli uomini non accade.
Ma come si può pretendere che le donne raggiungano risultati brillanti, se poi molte di loro si fanno mille problemi e paranoie, perfino quando sono gli stessi uomini a cercarle?
Io mi sono chiesto: “ma se fossi una donna, che farei?”
Sicuramente non mi farei problemi nel discutere via mail o direttamente con colleghi, ricercatori, ecc., anche se temessi che qualcuno di loro si potesse “invaghire” di me!
Al più mi preparerei alcune frasi (tipo: “scusa, ma gradirei parlare solo di lavoro!”) da usare se vedessi che un uomo mi corteggia e non lo gradisco.
Ma sicuramente non arriverei a questi livelli ridicoli di paranoia e vittimismo!
Insomma: donne, fatevi un bell’esame di coscienza, datevi da fare, anziché vivere nella paranoia, e migliorerete di molto la vostra e altrui vita!
Albert(Quota) (Replica)
Caro Albert, continuo a sottoscrivere col sangue…
Magister Patologicus(Quota) (Replica)
Devo dire che non avevo letto altre pagine qui in questo sito, Sig. Fabrizio Marchi credevo che lei era un altro utente, invece è tra i gestori, grazie ancora.
Il vostro sito è una novità, per quel poco che mi risulta, augurante nelle questioni del problema che si deve trattare, l’anno scorso in questo periodo almeno io non trovavo nulla di specifico… solo qualche sito di informazione ordinaria che pubblicava lo studio del canadese Sophie Torrent, quasi come una notizia qualsiasi, mentre è un problema largamente sconosciuto e largamente sotterraneo.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Sebastiano,
Puoi tranquillamente darmi del tu, Sebastiano, da queste parti non ci formalizziamo…E poi se mi dai del lei mi fai sentire ancora più vecchio di quello che sono…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Scusate ma voglio precisare… dello studio canadese sulla violenza compiuta dalle donne, l’autore era tale Yvon Dollaire o Dallaire come in questo articolo rintracciabile, anche, qui: http://www.cafebabel.it/article/18960/lesperto-cresce-il-numero-di-uomini-picchiati.html
mentre tale Sophie Torrent è una sua collega e ricercatrice svizzera.
Devo dire inoltre che se si cerca “violenza delle donne” -su google-, io, non ritrovo le pagine che trovavo fino a diversi mesi fa, forse è un fatto automatico, non sarei stupito se fosse una manipolazione tendenziosa a livello centrale (…) o organizzato un algoritmo di ricerca che aggiusta i risultati maggiormente cercati (e voluti) il che è quasi la stessa cosa della manipolazione.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Oops non avevo visto la risposta, precedente, Fabrizio, devo dire però che mi sforzo di dare del “tu”: ordinariamente uso il “lei”, anche se ho 44 anni, con chiunque, tranne per persone conosciute da tempo, è la forza dell’abitudine… mi potrebbe scappare ancora ma cercherò di adeguarmi.
Devo dire in aggiunta che questo sito e spazio di commento nel web, chi vive questi problemi se ne accorge come una boccata d’aria nell’anima e una comunanza che è, propriamente e tipicamente senz’altro, abbastanza difficile da trovare. Grazie
Sebastiano(Quota) (Replica)
Sebastiano,
Grazie a te del contributo, Sebastiano, e dacci una mano a diffondere il sito e il movimento.
E sulla scorta delle tue parole, potremmo definire Uomini Beta come il “25 aprile” del cervello e dell’anima…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio gentilissimo o egregio, devo dire propriamente e specifico che lo dico senza eccessi, perchè proprio nel sito da voi (collettivo) aperto e tenuto su si può conoscere opportunamente e io sto apprendendo le diverse sfaccettature delle “convezioni” del, mi spiace chiamarlo “gregge” indifferentemente, nel mezzo ci sono tante situazioni a volte inconsapevoli e mi riferisco a quelle di sofferenza. Riguardo al 25 Aprile -dell’anima- bè ancora gentilissimo riguardo alle mie parole, io da parte mia sto apprendendo con sorpresa graduale gli aspetti insospettabili e i contributi veramente profondi e puntualmente completi di cui si discute nelle diverse pagine. Sempre grazie! Ma anche a tutti i contributori in maniera precisa, pertinenti nelle analisi insospettabilmente coerenti!
Senz’altro ho qualche sito dove aggiungere il link alle pagine di qui!
Sebastiano(Quota) (Replica)
Dall’Inghilterra: Domestic violence: ‘As a man, it’s very difficult to say I’ve been beaten up’
Si … lo so …. sono una capra per quanto riguarda le lingue. Ma per fortuna ci sta “Santo Google Traduttore” ….
Ciao Sebastiano.
Benvenuto anche da parte mia.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia, ciao. Grazie per il benvenuto
Un saluto.
Sebastiano
Sebastiano(Quota) (Replica)
Caro Luigi, dall`alto della mia immane sapienza magistrale ti vengo in soccorso e ti do una traduzione a senso : “IO SO`MASCHIO QUINDI ME LA PIJO SEMPRE NDER CULO”
Magister Patologicus(Quota) (Replica)
x albert: per come la vedo io la tua analisi è superficiale perché non è esatto dire che uomini e donne hanno le stesse opportunità: in certi casi sono avvantaggiati gli uomini, in altri le donne.
nel caso delle professioni scientifiche esiste ancora un pregiudizio sociale secondo cui le donne vengono indirizzate verso altre strade. è una differenza nei modelli educativi che parte dalla primissima infanzia: nel momento in cui dai alle bambine delle bambole per giocare e ai bambini le costruzioni attui un modello educativo differenziato per genere che è il fondamento di ulteriori diversificazioni che aumenteranno e si stratificheranno con gli anni. dire che le bambine preferiscono spontaneamente le bambole ai lego è un’affermazione senza riscontri verificabili. chiaro che se dei genitori incoraggiano una bambina a prediligere attività ludiche tradizionalmente maschili lei si sentirà comunque un’estranea rispetto alle sue coetanee e cercherà di adattarsi al resto delle sue “pari”, tendenza che in inglese viene definita peer pressure.
erica erichini(Quota) (Replica)
Cara Erica, forse quel che dici e`vero, come magari e`vero altro.
Per esempio che ai maschietti nella vita adulta vengono precluse tutta una serie di altre cose, che invece sembrerebbero essere appannaggio esclusivo delle femminucce, e questo specie negli ultimi decenni; tipo ad esempio…1. Accudire infanti, anziani, malati. Lavoro stressante ma sicuro in tutti i sensi 2. Fare i casalinghi tout court. Lavoro ben meno che stressante, nonostante la propaganda femminista. Ma del resto nessuna donna si sognerebbe mai, se non costretta, di schiumare in fabbrica per permettere al marito di stare a casa a lavare il pupetto 3. Insegnare, lavoro certo meno stressante che andare in altoforno e meno pagato. Potrei continuare anche con le quote rosa della pubblica amministrazione e dei CdA, tanto per sottolineare che la quota rosa va bene a voi ragazzucce finche`non vi e`da sputare sangue (Altoforno, strada, miniera, trincea, fabbrica e cosi`via), caso in cui viene rapidamente messa in soffitta. Dopo di che, a ben vedere, suona incondivisibile l`idea della bambina che diventa un genio del meccano se le sottrai le bambole fin dalla nascita. Nella furia ideologica di dimostrare che voi donne siete incomparabilmente superiori, la femministaglia seminatrice di odio tipo De Gregorio e Terragni e Zanardo e compagnia blasfema si ricorda anche spesso e volentieri di citare che fra i sessi la differenza e`sostanziale. Loro la citano per dire che noi siamo solo un branco di beoti zozzoni che pensano solo al sesso e ad ammazzarvi di botte, ovviamente, ma sta di fatto che e`inevitabile che due realta` fisiche e fisiologiche cosi`differenti come quella umana maschile e femminile influiscano, e pesantemente, a livello neuronale. I neuroni sono ubicati nel sistema nervoso, ma non sono segregati li`senza contatti con il resto del corpo e del sistema esterno al corpo. Natura e cultura sono in fin dei conti un unicum. Te lo dice uno che la Peer pressure l`ha ricevuta nell`altro senso, come accade da molti decenni in Occidente a circa il 100%dei maschi umani cresciuti da donne e solo donne. Molto castrante, molto nevrotizzante. Alla fine la natura maschile viene fuori, semplicemente quando ti rendi conto che godi molto di piu`a fare Bungee Jumping e a giocare a Softair che a riflettere sui tuoi sentimenti, su quelli altrui, e sul creare e gestire relazioni, siano esse umane o commerciali. Luoghi comuni? Forse. Intanto pero`a furia di reprimere il maschile che c`e`nella societa`si e`creata una banda di maschi occidentali castrati e nevrotici.Se fosse come dici tu questo surplus maschile di nevrosi e dolore non esisterebbe, e saremmo tutti ben felici di vivere in un mondo a misura di Shopping, pettegolezzo,introspezione inutile.
Magister Patologicus(Quota) (Replica)
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Eh già…
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=15
>>
Alla femminuccia la Barbie, al maschietto l’automobilina.
Ma è veramente quello che i cuccioli di uomo desiderano o è ciò che la nostra società fa credere loro di desiderare?
Per rispondere alla domanda Gerianne Alexander, psicologa della Texas A&M University, ha studiato il comportamento dei cercopitechi, un genere di scimmie africane che vive in gruppi numerosi.
Con la collega Melissa Hines dell’Università di Londra, la ricercatrice ha messo a disposizione delle scimmie giocattoli “da maschio” o “da femmina”, per poi registrarne le scelte, sicuramente non influenzate dagli usi e costumi della nostra società.
Le femministe e relativi seguaci maschi potranno anche restarci male, ma in effetti le scimmie femmine passavano la maggior parte del tempo a giocare con le bambole, mentre i maschi davano la preferenza alla palla o alle automobiline.
I giocattoli che piacevano a entrambi i sessi erano gli animali di peluche o, al massimo, le intramontabili e “unisex” matite colorate.
Insomma, proprio quello che succede di solito negli esseri umani; il che ha fatto concludere alle ricercatrici che la preferenza per uno o l’altro tipo di giocattoli sia innata e legata al ruolo che si avrà da adulti.
Nelle femmine la preferenza per le bambole o i pupazzi di colore rosa fa pensare che esse le considerino neonati da allevare, mentre il fatto che i maschi preferiscano oggetti che si muovono o che si lanciano si può spiegare con la loro attitudine a spostarsi e cacciare.
Sandro D.(Quota) (Replica)
x erica erichini: io credo che questo tipo di educazione sia oramai residuale, perlomeno nelle famiglie del nostro mondo “occidentale”. Inoltre, non penso che negli asili o nella scuola primaria ci sia una differenziazione di modelli educativi già da decenni.
Alessandro(Quota) (Replica)
Come sempre.
Quando interessa dire che siamo uguali, allora il dogma è questo. Quando interessa dire che siamo diversi, allora il dogma è quest’altro.
Aspetto quindi che la nuova educazione femminista “liberi” la propensione al rischio da sempre latente nelle DD e da millenni repressa dal patriarcato.
Aspetto che la Liberata, uscita dai fornelli, rischi bellezza, salute, vita, libertà, denaro e opinione pubblica per sostituire gli UU.
Aspetto che rischi tutto al posto degli UU e a favore degli UU.
So che aspetterò per molto tempo.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Magister Patologicus: in realtà non nego ogni differenza, per esempio le differenze nel comportamento sessuale sono note anche in tutti le specie animali e l’uomo non fa eccezione, ma riguardo alle differenze intellettive e attitudinali il discorso cambia. quelle che mi presenti tu sono osservazioni basate sul tuo personale orizzonte empirico che possono trovare qualche ricerca a loro sostegno, come del resto i razzisti possono indicare come prove delle loro teorie il fatto che non ci siano mai stati premi nobel provenienti dall’africa nera (esclusi quella per la pace) e che tale continente non abbia mai prodotto nemmeno invenzioni quali la scrittura o la ruota mentre io ne attribuisco la causa all’ambiente naturale ostile e all’isolamento causato dal deserto sahariano come del resto le statistiche ci indicano che gli afroamericani di ceto medio hanno risultati scolastici e accademici inferiori a quelli di bianchi e asiatici di ceto proletario e inferiore, statistiche usate dai razzisti di cui sopra per provare la correlazione tra intelligenza e razza e la non influenza dello status sociale mentre io ritengo che ci siano altre cause di natura istituzionale e culturale che vengono da loro ignorate.
mi è già stato risposto da altri utenti che secondo loro le differenze intellettuali e attitudinali sono innate nel caso dei due sessi e invece frutto di reale discriminazione nel caso di gruppi etnici/razziali diversi. opinione legittima, ma che io continuo a ritenere una deformazione ideologica.
erica erichini(Quota) (Replica)
@Magister:
Magister, tu sei arrivato un pochino più tardi e non puoi sapere che Erica Erichini è la stessa “Erika” che da anni, periodicamente si fa viva e ripete come un disco rotto questa solfa degli africani sub sahariani.
Gli abbiamo risposto in tanti, argomentando, spiegando (come sempre facciamo noi, del resto…), ma lei continua a battere pedissequamente sullo stesso tasto. Ci abbiamo provato in tutte le maniere a spiegarle il nostro punto di vista ma non c’è stato verso.
Lei vorrebbe metterci in bocca che siamo antirazzisti quando si parla di appartenenza razziale o etnica, ma sessisti e razzisti quando si parla di appartenenza (o differenza) sessuale. Perché lei questo concetto, quello cioè di differenza sessuale, in parte per ragioni ideologiche e in parte per un complesso di inferiorità, anche se malcelato (che non riguarda solo lei ma molte altre donne), lo interpreta e lo declina come “inferiorità”.
Abbiamo tentato, come ripeto, in mille modi, di spiegarle il nostro punto di vista ma abbiamo fallito…
In anni che ci segue non è riuscita a portare altri argomenti se non quello, ripetuto ossessivamente, e con lo stesso identico esempio; le popolazioni dell’Africa sub sahariana.
Quindi, caro Magister, uomo avvisato, mezzo salvato, come si suol dire…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Scusate rispondo in ritardo per il lavoro fino a pomeriggio e incombenze (a proposito non è possibile una finestra chat nel sito? oppure uno spazio forumistico che mi rendo conto che moltiplica la necessità di moderazione e supervisione…
Grazie Magister Patologicus per il benvenuto
x Luigi se usi Firefox ti può essere utile per te il plugin gTranslate che con selezione via mouse del testo traduce AL VOLO senza nemmeno scrivere il testo e inserirlo in ricerche google, fa traduzioni incrociate di tutte le lingue a scelta (2), più preciso di google e velocISSIMO.
Saluti a voi
Sebastiano(Quota) (Replica)
no, voi (o almeno alcuni utenti) mi avete detto che credete non esistano differenze attitudinali o di QI tra vari gruppi etnici o razziali ma che esistano invece tra uomini e donne. io ho riportato certe teorie razziste per sottolineare quanto questo determinismo sia superficiale ma quelli che mi hanno risposto si riservano di prendere in considerazione solo le ricerche che coincidono con la loro agenda ideologica. non è quella che si dice obbiettività ma liberissimi di pensarla diversamente.
peraltro esistono anche ricerche che sostengono una maggiore intelligenza femminile o una maggiore propensione femminile a questo o quello, cose da cui ugualmente prendo le distanze.
erica erichini(Quota) (Replica)
erica
>
no, voi (o almeno alcuni utenti) mi avete detto che credete non esistano differenze attitudinali o di QI tra vari gruppi etnici o razziali
>
per me alcune differenze esistono anche fra i vari gruppi etnici e non solo fra uomini e donne.
lorenzo(Quota) (Replica)
lorenzo,
Ragazzi, per favore, non ci imbarchiamo in discussioni di questo genere che abbiamo peraltro affrontato migliaia di volte.
Che esistano delle diversità fra i popoli (peraltro sempre più decrescenti man mano che il mondo si globalizza) dovute a ragioni di ordine culturale, sociale, religioso (ma anche a fattori climatici che, mescolati a quelle di cui sopra, contribuiscono a condizionare gli usi, i costumi e anche l’indole di un popolo piuttosto che un altro, come ben spiegava Montesquieu) è indubbio e per quanto mi riguarda, anche auspicabile.
Se invece (mi auguro di no) per diversità qualcuno intende che un bianco sia geneticamente “superiore” a un nero o a un meticcio, oppure un islandese a un angolano, qui proprio non ci siamo ed è meglio che chi la pensa in questa maniera cambi strada perché apologia di razzismo e di nazismo in questo sito non ne facciamo.
Non vale neanche la pena approfondire il discorso se non per ricordare a tutti che proprio E. Kant ci ha spiegato come le forme pure a priori dell’intelletto e della sensibilità siano le medesime per tutti gli esseri umani, dall’Olanda alla Papuasia.
Questo movimento si batte contro il neofemminismo dominante proprio in quanto portatore di una concezione sessista e razzista.
Sarebbe quindi contraddittorio e anche decisamente stupido, oltre che sbagliato, sotto ogni punto di vista, contrapporre una concezione razzista e sessista ad un’altra.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
erica erichini,
Erika, sei in malafede oppure sei ottusa, decidi tu…
Ti abbiamo risposto veramente migliaia di volte ma continui ad insistere con questa storia senza alcun fondamento perché il tuo pseudo obiettivo è quello di dimostrare che noi saremmo “egualitaristi” sul piano etnico e razziale ma sessisti e razzisti su quello sessuale.
Questo discorso è privo di fondamento semplicemente perché i presupposti stessi sono errati. La diversità (che non ha nulla a che vedere con il concetto di superiorità o inferiorità degli uni o delle altre, ma dubito che questo concetto ti entrerà mai in testa…) fra uomini e donne di cui parliamo, esiste (sia pur condizionata da fattori di ordine sociale e culturale) anche fra membri della stessa etnia, popolo o nazione, perché è una diversità di ordine biologico, e non vedo cosa ci sia di scandaloso in questo. Anzi, proprio in questo consiste la bellezza della natura che ci rende diversi gli uni dalle altre, così come rende unico e irripetibile un uomo o una donna da tutti gli altri uomini e da tutte le altre donne.
Ora, qui nessuno, di certo non il sottoscritto, ma credo che valga per tutti gli aderenti al movimento (poi se qualcuno nello spazio dei commenti la pensa diversamente, è affar suo) pensa di obbligare le ragazzine a giocare con le bambole piuttosto che a rugby oppure, da adulte, a farle studiare canto e recitazione (attività più che dignitose) piuttosto che fisica nucleare (peraltro, come noto, abbiamo avuto insigni scienziate donne…).
Ciò che pensiamo (diciamo ciò che penso io) è che fra uomini e donne ci siano delle diversità di ordine biologico (mi pare innegabile…) e che queste diversità si traducano, anche se non sempre e non necessariamente (peraltro non c’è bisogno di scomodare la psicoanalisi per ricordare che in ciascuno di noi c’è una componente maschile e/o femminile che può essere più o meno preponderante in un caso o in un altro) in diverse attitudini, tendenze, modi di essere, di comportarsi, di reagire, di affrontare le situazioni, di relazionarsi rispetto alla realtà.
Mi piacerebbe capire (ma tu non sarai mai in grado di spiegarmelo, per le ragioni che ti ho già spiegato in apertura…) cosa ci sarebbe di tanto grave e inaccettabile in questa che secondo me è una considerazione elementare che soltanto una cieca e ottusa volontà ideologica vorrebbe negare o disconoscere.
Ricordo che in precedenti risposte che ti diedi sullo stesso argomento, portai tanti esempi diversi per cercare di spiegare il concetto ma non servì a nulla.
Quindi mi astengo dal riportarli nuovamente e anche dal continuare con questo discorso perché non si può perdere tempo. Ne abbiamo già perso troppo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
allora facciamo che non siamo d’accordo e amici come prima. da parte mia posso consigliarvi la lettura di “Il sesso del cervello” di Catherine Vidal dove si menzionano cose significative come il fatto che gli studi che evidenziano differenze sostanziali nelle funzioni cerebrali superiori sono solo circa una decina su mille di quelli peer-reviewed pubblicati dagli anni ’60 fino ad oggi e di come anche in questi studi si evidenzia una riduzione delle differenze con il progredire dei test (cosa che sottolinea l’importanza dell’apprendimento e dell’esperienza) e di come (sempre parlando di intelligenza e attitudine) oggi si sappia che (ad esempio) i cervelli di due ragionieri maschio e femmina sono piu simili tra di loro di quelli di un ragioniere e di un violinista entrambi uomini (anche questo per l’importanza della pratica e dell’apprendimento).
erica erichini(Quota) (Replica)
ma si potrebbe benissimo rispondere come ha fatto Rino in un post …
Queste o questi ,non ha poi importanza ,scoprono che c’è un movimento maschile (va beh questa è recidiva) ,capendo tutto al volo ci credono una sorta di misogini e sessisti che vorrebbero le donne dietro ai fornelli e l’uomo a bestemmiare sul divano, non si prendono certo la briga di leggere gli articoli o il manifesto (che deve dare la repulsione, come i dettati in prima elementare ) inutile dire che “CI HANNO SCOPERTO”
mauro recher(Quota) (Replica)
—
Credo che questo sia vero, ma che c’entra l’intelligenza e la funzione cerebrale con la differenza bio-culturale tra uomini e donne?
La diversità identitaria e dei simboli del linguaggio sessuato, la sua ricchezza e la sua bellezza, passano forse dalle connessioni neuroniche? Ti risulta per caso che viaggiare sia sempre la stessa cosa, ovunque si vada, perché tanto i binari del treno hanno sempre la stessa forma?
Il punto è tra chi pensa che la omologazione estetica sia un impoverimento e chi pensa invece che sia un arricchimento, probabilmente senza ancora aver capito bene tutte le implicazioni.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
erica erichini,
C’erano una volta un leone e una giraffa. Entrambi convivevano, non senza problemi, anzi (ma la perfezione non è di questo mondo…) nella grande savana. L’uno forte, potente, fiero; l’altra regale, elegante, superba.
A un certo punto questo equilibrio si frantumò, perché la giraffa cominciò a sentirsi “inferiore” e pretese di andare a caccia assieme al leone. Il leone tentò invano di spiegarle che era molto più comodo per lei continuare a cogliere i frutti sugli alberi, senza alcuna fatica, dove purtroppo lui non sarebbe mai potuto arrivare, data la sua struttura e la sua natura, e che la sua vita non era così facile, come ella pensava. “E poi – soggiunse –sei così bella, maestosa, sei così vicina al cielo mentre io sono costretto ad acquattarmi per ore e ore tra il fogliame, in mezzo alla polvere, al fango per restare molto spesso pure a bocca asciutta. Dimmi, giraffa, ma chi te lo fa fare?…”
“Voglio essere come te e migliore di te – rispose la giraffa – in tutto e per tutto. Chi l’ha detto che io non posso andare a caccia come te? Voglio dimostrarti che io posso cacciare come e meglio di te. Però siccome mi hai costretta a cogliere per una vita i frutti sull’albero mentre tu correvi libero e giocondo dietro alle prede nella savana, devi darmi un vantaggio, perché io non sono allenata come te. D’ora in poi sarò io a cacciare per prima e solo dopo potrai farlo anche tu”.
E fu così che la giraffa inventò le “discriminazioni positive”…per la savana… i CdA ancora non esistevano…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La bellezza della complementarietà sessuale, per che la vuole, è una scelta dell’umano. In una civiltà della tecnica dove sarà sempre più possibile forzare le leggi della natura, non c’è alcun vincolo necessario e imposto. Per questo credo che la visione che abbiamo dei sessi debba seguire un po’ le stesse logiche di bio-conservazione che riserviamo alla natura. La ricchezza è nella diversità.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
________________
Ti consiglio la lettura di questi due libri:
TABULA RASA – Perché non è vero che gli uomini nascono tutti uguali (2002), di Steven Pinker.
IL CERVELLO DEI MASCHI (2010), di Louann Brizendine.
Sandro D.(Quota) (Replica)
nella mia famiglia tutti uomini e donne fino a qualche generazione fa zappavano la terra (come del resto il 99% della popolaz europea prima della rivoluzione industriale) quindi dubito che ci siano specializzazioni evolutive di tipo “superiore” diversificate a seconda dei sessi.
non faccio l’esempio delle abilità scientifiche sennò fabrizio marchi si incazza, sarà mica che è del profondo sud ed è di indole incazzosa per via dei suoi geni?
erica erichini(Quota) (Replica)
anche questo http://www.macrolibrarsi.it/libri/__questione_di_cervello.php#
tra l’altro, Erika, visto che parlavi anche di ormoni, non credo che si possa disgiungere il discorso e pensare che gli ormoni non influenzino anche in qualche maniera il cervello. Certo, come, in che misura e in quali ambiti, è ancora da studiare, ma per esempio, ci sono ricerche che hanno trovato nelle musiciste di sesso femminile che ricoprono ruoli più importanti in un’orchestra un più alto tasso di testosterone.
Ma in realtà la questione mi sembra molto simile al principio antropico per l’universo e per certi versi me lo ricorda.
Noi esistiamo così come siamo, semplicemente perchè ci siamo sviluppati attraverso l’evoluzione che ci ha dotato di capacità diverse di problem solving (se vuoi intelligenze diverse) perchè i problemi incontrati o percepiti sono stati diversi e ci siamo adattati all’ambiente e alle necessità evolutive.
Tra le necessità evolutive la prima è la riproduzione sessuata.
E non credo che il cervello sia esente da questo. E la base da cui tutto parte è quella. Anche oggi che lavoriamo, produciamo, creiamo arte, oggetti, curiamo relazioni e creiamo reti sociali.
Migliaia di anni fa forse era più chiaro lo scopo, è più chiaro fra gli animali.
Ma non capisco perchè sia considerato normale, scientificamente riconosciuto che una foca maschio si comporti diversamente, abbia competitività e tendenze diverse da una foca femmina, per esempio e non si possa dire di un homo sapiens maschio e un homo sapiens femmina.
Rita(Quota) (Replica)
erica erichini,
…………….
“sarà mica che è del profondo sud ed è di indole incazzosa per via dei suoi geni? ”
Che fai adesso? Il/la razzista contro i “terroni”?
Comunque hai sbagliato bersaglio. Sono io ad essere non del profondo sud, ma del profondissimo sud.
Come hai fatto ad non accorgertene? Non si nota dai miei commenti irosi ed incazzosi? 👿
“nella mia famiglia tutti uomini e donne fino a qualche generazione fa zappavano la terra (come del resto il 99% della popolaz europea prima della rivoluzione industriale) quindi dubito che ci siano specializzazioni evolutive di tipo “superiore” diversificate a seconda dei sessi.”
Premettendo che trovo stucchevoli e senza costrutto queste considerazioni …. ma tant’è!!
Nella mia famiglia, ma posso tranquillamente estendere la cosa con sicurezza matematica a tutto il mio paese e alla mia provincia, non fino a qualche generazione fa, ma fino alla scorsa generazione a zappare la terra ci andavano al 99%, …. pardon al 100% gli uomini. Non è che le donne, di popolo intendo, se la passassero meglio. Ma facevano altro.
Ed allora?
1 a 1 e palla al centro?
Erica/Erico ….. per favore ……. risparmiaci ….
ps. Quando si fanno perentorie affermazioni è bene che si sia in grado di dimostrarle. Non mi sembra che tu lo abbia fatto.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
erica erichini,
Ragazzi, devo essere onesto, trovo questo genere di discussioni abbastanza fastidiose “a pelle”, come si suol dire. “Inferiorità”,/ “superiorità”, “diversità”, “eguaglianza”/ “diseguaglianza”…
Boh… c’è qualcosa di ambiguo in tutto ciò, di non detto, soprattutto per come vengono sempre affrontate, che non mi convince per nulla, anche in chi le porta avanti, e ci sento un po’ di puzza di bruciato…
Spero che nessuno/a se ne abbia a male ma la risposta che mi viene spontanea da dare a questo genere di discorsi è la seguente:
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Hai colto nel segno “ambiguo/a” è l’aggettivo giusto ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Concordo Fabrizio. Non perdiamo tempo dietro a neurologi improvvisati e a chi riduce il complesso e immenso tema della dualità sessuale a sempliciotti determinismi fisiologici.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
personalmente non trovo fastidiose questo genere di discussioni in merito alle differenze fra uomo e donna, come non trovo irritante ragionare sulle differenze fra le varie etnie.
anzi, devo dire che mi piacciono, ma siccome so che in questa sede non sono amate, evito di dire la mia. tanto, in conclusione, ognuno resta della sua opinione.
lorenzo(Quota) (Replica)
Non ho letto tutta l’articolazione delle ultime risposte ma voglio dire che il racconto, Fabrizio, che hai messo, del leone e della giraffa è davvero notevole, da incorniciare, dice in maniera molto precisa lo status attuale di situazioni che oggi esistono. Purtroppo io ne vivo in maniera tale che bisognerebbe certe cose dirle direttamente, il che convenzionalmente è ingrato e infausto, questo breve racconto è infuso di risposta, simile ad una “parabola”! Una specie di programmazione neuro comportamentale con feedback sociologico. Esempi che mancano totalmente nel gestire, culturalmente, il fosso che è stato scavato tra uomini e donne, e nel racconto parlerei di un “peccato psico-sociologico” che è stato aperto con il consumismo e l’ìndipendenza che ognuno cerca, ed è giusta, ma è diventata un esercizio protratto per lo più indebitamente. Grazie.
Sebastiano(Quota) (Replica)
Erica Erichini Mazzanti Viendalmare:
“mi è già stato risposto da altri utenti che secondo loro le differenze intellettuali e attitudinali sono innate nel caso dei due sessi e invece frutto di reale discriminazione nel caso di gruppi etnici/razziali diversi. opinione legittima, ma che io continuo a ritenere una deformazione ideologica.”
Ehi. Erichina, tanto per dire, ma allora devi ammettere che e` deformazione ideologica la femministissima vulgata imperante che noi maschi siamo belve feroci e cretine capaci solo di massacrare di botte, stuprare, sgozzare voi povere ragazze docilissime, geniali, innocenti e incapaci di far male a una mosca, e che “le donne sono incommensurabilmente superiori agli uomini ” (de Gregorio, cit.)? Ahiahaiahi…proprio vero che bisogna prendere la retorica e torcerle il collo…Ah, meglio di no , “retorica” e` parola femminile in italiano…hai visto mai che mi danno del femminicida.
Pappagallus Merdaceus(Quota) (Replica)
L’uomo picchiato, vittima dimenticata della violenza coniugale
……..
Il pregiudizio sociale porta spesso ad ignorare la figura maschile nel ruolo di vittima, gli spot televisivi sottolineano la violenza subita dalle donne, in cui il messaggio diretto o indiretto è sempre quello di identificare l’uomo in genere come cattivo e aggressivo. Ma, la violenza che subiscono gli uomini all’interno o fuori delle mura domestiche non è mai menzionata.
Dagli studi canadesi si evince che sempre più uomini non sono carnefici ma sono vittime.
“I casi di uomini vittime della violenza delle loro compagne sono più diffusi di quanto non si creda”, spiega YVON DOLLAIRE, psicologo canadese autore “La violenza esercitata sugli uomini. Una complessa realtà tabù 2002”
L’uomo maltrattato generalmente prova enormi sensi di colpa e il più delle volte perde il suo status di uomo, finendo per restare isolato.
SOPHIE TORRENT mostra come la violenza psicologica sia l’arma favorita dalle donne, questo tipo di violenza si esprime attraverso :varie forme di rifiuto,di insulti o di accuse infondate ; mentre, la violenza fisica viene espressa con colpi inferti sul viso, colpi inferti sull’addome con forbici o con altri tipi di lame oppure con morsi.
Tra la violenza fisica e quella psicologica la più favorita è quella psicologica, poiché quest’ultima è meno perseguibile sotto il profilo legale; la donna producendo violenza psicologica tende attraverso questa ad apportare una denigrazione del proprio partner nel ruolo di amante e di padre, esprimendo queste diffamazioni sia nella sfera privata che pubblica, scopo di ciò è ledere la mascolinità.
Frequentemente la donna attacca l’uomo sul posto di lavoro,scopo di tutto ciò è il produrre isolamento sociale, la donna che produce violenza fa credere a tutti di essere lei la vittima delle violenze che giornalmente fa subire al proprio coniuge.
La violenza femminile è spesso giustificata, generalmente viene allegata a delle patologie (depressione post – partum , autodifesa, provocazione,menopausa).
La donna violenta non viene considerata una cattiva madre, ma un padre violento o accusato di pseudo violenza viene allontanato dai figli e viene definito un cattivo genitore.
Bisogna rilevare che continuando a negare il fenomeno degli uomini maltrattati, le femministe stanno ostracizzando una categorie di donne che soffrono dei loro comportamenti violenti, continuando a non vedere viene esclusa ogni possibilità di costruttivo aiuto.
Una ricerca condotta in Spagna: “ La violenza domestica: quello che non si racconta.”
Da questa ricerca appare che i maschi morti all’interno delle mura domestiche il 27% pari al 44% .
Eppure, il ministro spagnolo del lavoro degli affari sociali, Jesùs Coldera afferma “ La violenza delle donne sugli uomini è minima”Mentre il ministro della Giustizia, Juan Fernando Lopez Aguilar, afferma “ Non esiste, negli ospedali e nei commissariati, una casistica degli uomini maltrattati”.
Anche se i media non parlano, la violenza delle donne sui mariti, conviventi o amanti è un fenomeno che dilaga in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, nel 2004, la percentuale di grave violenza fisica tra partner è stata attribuita al 35% ai maschi e il 30% alle donne.
Come mai, se il flagello delle femmine che malmenano i maschi è diffuso su scala mondiale,
Gli uomini che vengono picchiati spesso sono poco creduti o vengono messi alla berlina. Una donna maltrattata guadagna uno status e può trovare sostegno presso tanti gruppi per uscire dall’inferno delle violenze coniugali, mentre un uomo malmenato prova vergogna e perde il proprio status di uomo”.
“Gli uomini non denunciano i maltrattamenti subiti, perché non esistono luoghi, commissariati a parte, dove possono farlo; né esistono istituti pubblici come quelli della difesa della donna.
Puntualizza lo spagnolo Eloy Rodriguez, psicologo e sessuologo. “ Il 92% dei machios non denuncia i maltrattamenti perché pensa che così metterebbe in dubbio la propria mascolinità. E’ una questione culturale difficile da sradicare”.
I vari studi dimostrano che tra le statistiche reali e quelli ufficiali esiste una profonda diversità poiché il femminismo ha percorso un cammino errato, alzando una muraglia tra i due sessi, sostenendo che la violenza è intrinseca al maschio; una barriera montata per nascondere la violenza delle donne.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.affaritaliani.it/cronache/uccide-il-marito-ustionandolo-acqua-bollente270513.html
Si prega di notare che sul sito, non si sa perche`, mettono la foto della ragazza ammazzata dal fidanzatino anche se l`articolo e`inerente una donna che ha ammazzato il marito. Come dire: e`vero che le donne ammazzano e violentano, ma ricordatevi che la violenza e`solo e sempre maschile…
Pappagallus Indignatus(Quota) (Replica)
Marito maltrattato, ex moglie imputata
…….
(ANSA) – RIMINI , 27 MAG – Un marito maltrattato, verbalmente e fisicamente, dalla moglie si e’ costituito parte civile nel processo a carico dell’ex compagna. Una riminese 49enne e’ comparsa in aula, davanti al giudice monocratico di Rimini, per rispondere di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex marito. La vicenda in una difficile separazione giudiziaria. In due occasioni con lanci di pentole e coperchi, ma anche con schiaffi e pugni, avrebbe spedito il marito in pronto soccorso.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)