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Una tragedia di classe e di genere, quella dei morti sul lavoro, di cui si parla ipocritamente e in modo generico,soffermandosi, quando va bene, solo sul primo aspetto, occultando scientemente il secondo. Evitando cioè di specificare che la quasi totalità delle vittime sono uomini, appartenenti al genere maschile, e poveri, appartenenti alla classe lavoratrice. Perché non si ha notizia di un notaio o di un commercialista rimasti uccisi precipitando dalla loro scrivania, né di un parlamentare o di un giudice cadendo dal loro scranno, né tanto meno di un industriale schiacciato sotto una pressa.
Questi sono i dati tratti dal sito dell’Inail per quanto riguarda l’Italia (verificati nel 2008):
Nel 2004 i morti totali furono 1328 di cui 1225 maschi e 103 femmine.
Dei 1225 maschi, 438 morirono a causa di infortuni stradali (di questi 251 erano infortuni in itinere e gli altri inerenti la tipologia di lavoro)
Delle 103 femmine 62 morirono per incidenti stradali (di cui 54 in itinere)
Nel 2005 i morti furono 1280 (di cui 1193 maschi e 87 femmine)
Dei 1193 maschi 612 morirono per incidenti stradali (di cui 235 in itinere); delle 87 femmine 66 morirono in incidenti stradali (di cui 44 in itinere)
Nel 2006 i morti furono 1341 (1242 maschi e 99 femmine)
Dei 1242 maschi 603 morirono in incidenti stradali di cui 214 in itinere); delle 99 femmine 85 morirono in incidenti stradali di cui 52 in itinere.
Quindi gli infortuni in itinere sono circa il 20% per maschi mentre salgono al 50% per le femmine. Se consideriamo che la quasi totalità degli autotrasportatori, degli autisti e in generale di coloro che svolgono una professione che prevede lo stare lunghe ore alla guida di un mezzo, sono uomini, è facile capire come in realtà si arriva alla percentuale del 98% di vittime maschili.
Le percentuali sono pressochè le stesse relativamente all’Unione Europea. Paradossale il fatto che, sullo stesso sito dell’Inail (www.inail.it “banca dati al femminile”), viene citata la percentuale di infortuni mortali femminile e non quella maschile che si evince ovviamente sottraendo la prima al totale…
Pensate cosa succederebbe e sarebbe già successo se questa ecatombe sociale e di genere, con cifre paragonabili a quelle di una guerra civile neanche tanto strisciante, fosse stata e fosse a parti invertite. Se cioè a morire sul posto di lavoro fossero le donne e in quella percentuale.
Campagne mediatiche fino all’inverosimile, tuoni e fulmini scagliati contro una insopportabile e vergognosa discriminazione, leggi speciali per evitare alle donne i lavori più pesanti, faticosi e rischiosi. E sarebbe sacrosanto. Guai se non fosse così.
E invece in questo caso c’è un silenzio assordante, come si suol dire. E’ come se tutto questo fosse dato per scontato. E suonano beffardi i titoli dei giornali che mettono in risalto l’aumento degli infortuni sul lavoro per le donne, in percentuale.
Su questo dramma sociale e umano (e maschile) cala il sipario dell’oblio e dell’ipocrisia. Non una parola in tal senso. Se ne guardano bene tutti: politici, media, sindacati, associazioni degli industriali.
La domanda sorge spontanea? Perché? Forse perché questa verità è insopportabilmente vera al punto di spazzare via una “verità” fasulla, quella del privilegio e dell’oppressione maschile sulle donne, sempre, comunque e dovunque? Forse perché questa verità è talmente vera che metterebbe in crisi la vulgata dominante e “politicamente corretta” che racconta di una oppressione a senso unico dell’intero genere maschile su quello femminile?
Noi non abbiamo paura della verità che qualcuno,una volta, sosteneva essere rivoluzionaria. Noi, la pensiamo come lui. Qualcun altro/a ne ha paura.
825 Commenti
Ancora sul fatto quotidiano
http://condividete.net/giustiziaelavoro/crollo-a-velletri-un-romeno-che-non-fa-notizia/
(non ne so il motivo ,che mi da quel link,ma il giornale è il fatto quotidiano) l’articolo è condivisibile e ci mancherebbe, però ancora una volta non fa una esamina che a morire sono sopratutto gli uomini ,ma non qualsiasi ,gli uomini poveri (questo lavorava per 4 euro all’ora)
mauro recher(Quota) (Replica)
non so se funziona il link (mi ha dato problemi su facebook) questo è quello del fatto http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/01/crollo-a-velletri-romeno-che-non-fa-notizia/580214/
mauro recher(Quota) (Replica)
Genova, nave abbatte torre di controllo
Sette morti, si cercano ancora due dispersi
……………..
(dialogo immaginario tra due attiviste dei diritti delle donne)
Marina: Pronto … Lorella … ci sei?
Lorella: Si Marina, scusami per prima. Parlavo con Lidia … dimmi.
Marina: hai sentito dell’incidente di Genova? Mi dicono che forse c’è anche una donna tra i dispersi. Sai, non sempre succede come a Barletta, ma bisogna comunque intervenire. Non può passare sotto silenzio questo continuo tributo di sangue femminile imposto dal sistema misogino e maschilista …. il patriarcato deve rendercene conto. Che dici chiamiamo Elsa e facciamo partire una campagna di stampa … si potrebbe pensare anche a dei flash-mob …..
Lorella: Marina …. calmati…. fammi parlare ….. Ho chiamato delle compagne di Genova: mi hanno confermato che si trattava di una bufala. E’ solo una banale storia di incidente sul lavoro …. e poi Elsa non c’è più, adesso c’è Josefa … e per inciso non capisco come ancora una volta non abbiano pensato per quel posto a chi del corpo delle donne se ne occupa da anni.
Marina: uhmmmm ….. avevo già pronto il post …. va bè ….. sarà per la prossima volta …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Avitabile riceve il premio Amnesty per il brano sull’ operaio morto sul lavoro
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sono d’accordo con l’introduzione avevo notato da tempo questo fatto e sono soddisfatto che sia stato ripreso io lo chiamerei maschicidio come le femmine hanno coniato il termine “femminicidio” e lo strumentalizzino a arte “ovviamente” contro i maschi e tempo che facciamo “pesare” il nostro maggiore contributo sociale in termini di operosita’ ingegno fatica sacrificio e rischio rivendicando la giustezza anche morale di un diverso trattamento economico e la maggiore e meritata predominanza in ogni ambito che conta
giovanni(Quota) (Replica)
Luigi, è tuo il “dialogo immaginario…”? Geniale
Alessandro(Quota) (Replica)
Alessandro,
….
Si …. il copyright è mio ….
In verità ero partito con lo scrivere un commento abbastanza pepato su “ogni-argomento-è-degno-di-essere-affrontato-solo-e-se-porta-acqua-al-mio-mulino-neofemminista-altrimenti-sono-cazzi-vostri“. Poi ho pensato al dialogo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Rino(Quota) (Replica)
69 morti bianche nel solo mese di giugno, la sicurezza sul lavoro è ancora lontana!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://vimeo.com/69844738 ,non solo per la visione ,ma anche perchè ,in un minuto ha forse centrato il punto della questione ,metto qui perchè proprio parla di morti sul lavoro
mauro recher(Quota) (Replica)
cari tutti, volevo segnalarvi che esiste anche una pagina di sterco come questa: http://perlemaschilistoidi.wordpress.com/
da notare che si permette, la emerita montagnola di pus che pubblica questo sito da gastroenterite,
di chiamare la QM “questione maschiettile”.
Quando sara`allora che potremo permetterci di chiamare il femminismo “femminuccismo”?
Per intanto, mi sono limitato a spedir loro questo, ma dubito che pubblicheranno.
“Ma che brave, ma che bel sito emancipato e proiettato al futuro, davvero. Con la sarabanda di bubbole sul femminicidio che girano per il web ed il mainstream ci voleva proprio. Ooooh, che miracolo trovare ancora qualche donna che scrive! Pensavo fossero state tutte (rinchiuse in un Burqa e) sterminate dai femminicidi. Ohhh, come siete libere ed emancipate. Che bello! Una nobile voce della resistenza! Sentite, donne emancipate, che prendete per il culo chi cerca di liberarsi sul serio chiamandolo”maschietto”, che ve ne fregate altissimamente se da circa dieci millenni gli uomini in quanto maschi muoiono come le mosche fra guerre e lavori che voi non volete fare (e che magari i vostri brutti e cattivi oppressori non vi lasciavano fare perche`volevano tenersi il privilegio di andare a crepare in una trincea o in una miniera) che fate la lagnetta perenne per ogni cosa per precipitarvi a sputazzar sentenze sul primo maschio che fa altrettanto (“sfigato!” “ma tu sei l`uomo! Devi pagare tu”): che ne dite se davvero, e una volta per tutte, facciamo a cambio? Noi barricati a casetta, privi del voto e voce, magari ci prendiamo qualche calcio in culo ogni tanto, ma campiamo lavando il culetto al pupo e facendo la spesa; se ve ne andate di casa la casa resta a noi, e voi emancipatone ci mantenete a costo di andare sotto i ponti. Voi, libere, forti, emancipatissime, fate quello che fanno i cattivoni oppressori di adesso, questi maschi superdominatori che siamo: andate a lavorare non solo nelle nursery e negli uffici, ma vi godete il privilegio di calarvi in miniera e arrampicarvi nelle cave, andate, liberissime ed emancipatissime, negli altoforni o a zonzo pei mari sulle baleniere (non quelle odierne ma quelle dell`800, vedi Moby Dick) o in fondo ai mari dentro uno scafandro. Poi, per carita`, qualcuna, diciamo lo 0,01% (che questa e`la vera percentuale dei Padroni nella storia, loro si`di sesso maschile, ai quali puntualmente correte a genuflettervi in massa) dovra` anche andare a sedere nei CDA e nelle presidenze, un sacrificio che porelle, qualcuna di voi dovra`pur fare: del resto siete cosi`nobili ed emancipate a pretedere le quote rosa del 50% in quelle direzioni dove arrivate senza avere faticato, e dopo esservi lagnate che “per una donna e`tutto piu`difficile!”. E avete ragione a dire che per una donna e`tutto piu`difficile: e`molto piu`difficile dover lambire uno scroto di tanto in tanto, per fare carriera piuttosto che rischiare di finire schiantati sotto una pressa o esplosi dentro una cisterna. Lambire scroti per fare carriera e`una delle tipiche forche caudine che le povere donne oppresse devono subire dai loro orribili padroni maschi, una cosa intollerabile, specie se si tratta di scroti di gente come Briatore o Montezemolo. Invece Esplodere in cisterna e`un meraviglioso privilegio che la storia assegna alla classe degli oppressori, i biechi e feroci e fallocratici maschi padroni. Che creature meravigliose e spettacolari che siete! Come siete nobili ed elevate! Come siamo biechi e inetti invece noi maschietti! Fortuna che almeno comandiamo. E comandiamo nel modo piu`spettacolare, crepando come le mosche. Come siamo meravigliosamente fortunati!”
Pappaaddus(Quota) (Replica)
Ancora una donna oppressa e discriminata, costretta ad un lavoro usurante e umiliante dai maschi padroni:
http://www.ilmessaggero.it/SOCIETA/GOSSIP/bader_playboy_foto_hot_sexy_tuffi/notizie/308369.shtml
Addirittura un doppio lavoro e`costretta a fare. Due lavori usurantissimi e pericolosissimi. Il primo e` tuffarsi in acqua. Il secondo, sui soldi. Complimenti.
Pappaaddus(Quota) (Replica)
@pappagallus
ho dato un occhiata a quel blog , pensavo che il più “sfigato” fosse il mio ,beh ho dovuto ricredermi
mauro recher(Quota) (Replica)
Caro
mauro recher,
certi siti hanno lo spessore intellettuale e l`indigeribilita`di un dito cosparso di colla e cocci di vetro ben infisso a fondo nell`ano, ma tant`e`. Comandano loro, han sempre comandato, e ci tocca sorbire le loro scritture cancerose, i loro vomiti di inchiostro virtuale, i loro pixel di catarro emorragico. In una, le loro CAZZATE.
Hanno lo spessore e la cultura di una carcassa di gatto gonfia e brulicante di vermi, ma comandano. Ed esiste pure gente che le osanna e le incensa: certi maschi pentiti che dovrebbero andare a sodomizzare le carcasse putrefatte d`animale agli angoli delle strade, invece di scrivere.
Pappaaddus(Quota) (Replica)
http://www.ilmessaggero.it/SOCIETA/GOSSIP/bader_playboy_foto_hot_sexy_tuffi/notizie/308369.shtml
>>
“Non ho dovuto pensarci due volte. La stessa freddezza la uso quando devo buttarmi”.
>>
Sono fatte con lo stampino.
Originalità=zero.
Marco(Quota) (Replica)
Le morti sul lavoro nel 2012 non sono state solo 790, ma molte di più di Marco Bazzoni
…..
Il 25 Luglio 2013, c’è sta l’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Villa Cipressi di Città Sant’Angelo, nel pescarese, sono morte 4 persone (Federico Di Giacomo 46 anni, fratello del titolare, Roberto Di Giacomo 39 anni, nipote del titolare e Alessio i Giacomo, figlio di Mauro di Giacomo) e altre 8 sono rimaste gravemente ferite. L’ennesima strage sul lavoro, che ogni anno fa oltre 1180 morti (dati 2012 Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro) e non 790 come ha detto l’Inail il 10 Luglio 2013, in occasione della presentazione del Rapporto Annuale 2012 sugli infortuni sul lavoro.
Rimango sconcertato inoltre dal seguente dato riportato nel comunicato stampa Inail: su 1296 denunce per infortunio mortale, sono 790 sono state riconosciute come infortunio sul lavoro! E’ bene ricordare che l’Inail considera come morti sul lavoro solo i suoi assicurati, questo non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi in questa statistica non ci soni i tantissimi lavoratori che muoiono in nero e di cui molte volte non sappiamo neanche nulla:
Mihai Istoc, 45 anni, morì sul lavoro nel giugno 2009 cadendo da un ponteggio mentre “lavorava in nero”, ma fu buttato vergognosamente, in una discarica abusiva, tra i boschi dell’astigiano, dai suoi datori di lavoro, che in questo modo volevano evitare noie giudiziarie. Solo dopo 4 anni e grazie alla prova del DNA si è riusciti a dare un nome al suo corpo: Mihai Istoc, 45 anni non andrà a finire mai in nessuna statistica ufficiale sulle morti sul lavoro, perchè lavorava “in nero”. Il tesoretto Inail derivante dagli avanzi di bilancio annuale è arrivato a quasi 20 miliardi di euro: Però questi soldi non sono spesi per aumentare le rendite ai familiari dei morti sul lavoro o agli invalidi sul lavoro o per le malattie professionali, ma sono depositati in un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato, preso il Ministero del Tesoro e vengono utilizzati dallo Stato Italiano per ripianare i debiti: una vergogna!
Nell’agosto 2012 avevo lanciato una petizione per modificare il TU 1124/65 (assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali), che regola i risarcimenti per gli infortuni e le morti sul lavoro, che aveva raccolto oltre 4000 adesioni:
Perchè, per la morte di un lavoratore non possiamo assistere a dei risarcimenti da fame: l’articolo 85 del Testo unico 1124/1965, che regola il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro, prevede infatti che hanno diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento. Perciò non hanno diritto alla rendita, ad esempio quei genitori delle vittime del lavoro che non risulti ricevessero contributi al mantenimento, dal loro caro ammazzato dall’insicurezza nei luoghi di lavoro.
Che valore daresti alla vita di una persona che ogni giorno fatica per cercare di sopravvivere con la sua famiglia, in un paese come l’Italia, dove chi è ricco continua ad arricchirsi e chi vive a stento gratta il fondo del barile? La domanda può sembrare banale: il valore della vita di una persona non si può quantificare, è inestimabile. Ma per la legge italiana si può dare un prezzo alla vita di un lavoratore morto sul lavoro:2046,81 euro. Il rimborso delle spese funerarie. Meno del prezzo della bara con la quale tre lavoratori, ogni giorno in Italia, lasciano il luogo di lavoro. Ad oggi, purtroppo, ancora nessuna modifica all’articolo 85 del TU 1124/65: che tristezza!!!
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email: bazzoni_m@tin.it
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
8 agosto 1956 – Marcinelle
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Il popolo, la classe operaia, gli uomini, le donne, i bambini (anch’essi minatori…), i minatori, le loro mogli, la carne, il sangue, la sofferenza, i sorrisi (nonostante tutto…), la vita… Se dovessi dargli un titolo penserei a questo:”Quando un uomo non era ancora un potenziale stupratore…”.
Bellissime immagini, Rita, molto toccanti…grazie…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Lo spregevole dominio patriarcale e maschilista continua a mietere vittime…maschili…
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/09/12/Esplosione-silos-fabbrica-Lametia-Terme-2-morti_9289397.html
Viene da pensare che questa forma di dominio sia masochista…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Infatti. Stavo per inserirlo. Ne approfitto per ricordare, con un video, le vittime di un’altra tragedia.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
>>
Dai giornali:
E’ deceduto all’eta di 112 anni. Il primato secondo il Guinness dei primati ora spetta ad Arturo Licata, siciliano di 111 anni. Un ex minatore con la passione del canto.
>>
Ma c’è gente come noi che continua a dire che la miniera fa male…
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
ci sarà qualche donna fra loro?
Eppure dovrebbe, perchè il Qatar, oltgre ad essere un paese ultracapitalista, è anche dominato dalla cultura patriarcale e maschilista…Invece sono tutti uomini…Un mistero…come lo si spiega?…
http://www.affaritaliani.it/sociale/schiavi-nei-cantieri-per-garantire-il-mondiale-di-calcio260913.html
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://it.eurosport.yahoo.com/notizie/mondiali-2014-brasile-affama-gli-operai-collegati-mondiali-184955717–sow.html
…
Marco(Quota) (Replica)
Sei mesi con i “fognaioli” di Parigi – E i sotterranei finiscono in mostra
…..
“…. 2.557 chilometri di fogne, con 34.307 tombini da cui si calano 252 lavoratori e sei lavoratrici, ….”
…..
Quando i lavori sono di merda (e mai come in questo caso la parola è attinente) il rapporto è suppergiù quello: 252 a 6.
Non esistono quote rosa nelle fogne di Parigi….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Da L’Espresso on line del 28 ottobre 2013
“654.000 sono stati gli infortuni sul lavoro denunciati in Italia nel 2012 fra cui 870 morti bianche. Il rapporto INAIL specifica come purtroppo ci sia da aspettarsi dati reali ancora peggiori perchè in diversi casi, sopratutto quando il lavoro è in nero o illegale, gli infortuni vengono taciuti.”
Come chiunque verifica,ai media e ai giornalisti del massacro a danno dei maschi sul lavoro interessa nulla: non gli dedicano un millesimo di quanto dedicano alla scientifica attivazione del delirio di massa, perseguito per obbligo istituzionale, sul “femminicidio” e la “violenza maschile”.
In un talk show su RAI Uno, di primo pomeriggio, i personaggi, assai noti, invitati come pubblico, si sono mostrati imbarazzati a stare al gioco dell’ennesima pagliacciata femminista, e non hanno abbozzato alle frignate della conduttrice sulla “mancata pari condizione tra i generi” così che la giornalista si è sentita in dovere di riproporre con insistenza il tema e riprendere il pubblico in studio per mancato “collaborazionismo”. Tra coscienza diffusa e imposizione dell’ideologia di Stato da parte dei commissari politici del femminismo militante di Stato si sta aprendo una frattura? è segno che il lavoro di contro informazione del Movimento degli Uomini sta aprendo gli occhi a molti? Io penso di sì.
Gutta cavat lapidem.
cesare(Quota) (Replica)
…………
…………
Gerardo Nuvola ‘e Polvere (Gerardo nuvola di polvere)
Gerardo faceva ‘o favvrecatore,
viveva a Modena ma era terrone.
A sera quann ferneva ‘e faticà
trasmetteva a Radio Popolare.
Anarchia sarà n’utopia e basta,
Proudhon, Bakunin e Malatesta,
‘o subcomandante, ‘o capitale
Marx, ‘o lavoro, ‘a giustizia sociale.
(Gerardo faceva il muratore
viveva a Modena ma era terrone
La sera quando finiva di lavorare
trasmetteva a Radio Popolare.
Anarchia sarà solo un’utopia
Proudhon, Bakunin e Malatesta,
il subcomandante, il capitale,
Marx, il lavoro, la giustizia sociale.)
Ce stavano na vota ‘e comunisti
‘e sindacati ca facevano ‘o riesto
mo è n’alleanza a tradimento
na’ politica ca’ nun port’a niente.
Progetti ‘e miliardi inesistenti
tasse a coppa a tasse ncopp’ e spalle d”a ggente,
mistificazione e contraddizione,
l’urna pronta p”a cremazione
(C’erano una volta i comunisti,
e i sindacati facevano il resto;
oggi è un’alleanza a tradimento
una politica che non porta a niente
Progetti di miliardi inesistenti
tasse sopra a tasse sulle spalle della povera gente
mistificazione e contraddizione
l’urna pronta per la cremazione)
Ero venuto p’faticà
non ero venuto p’murì,
quattro figli, na mugliera ‘a carico
na cascia ‘e zinco p’me ne ji.
Ero venuto p’accumincià,
nun ero venuto p”e fernì
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.
(Ero venuto per lavorare
non ero venuto per morire,
quattro figli e una moglie a carico
una cassa di zinco per ritornare.
Ero venuto per iniziare
non ero venuto per finire
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.)
Sé, me a l cgnusiva quali che vò a gìi, e a mè a m pariva ónn a pòst, buon;
a s’ciamèva, l’u m pèr, Gerardo, a cradd ch’ a l fóss un murador.
Mè a i era sol al so frutarol ma i era amigh cun cal teroun
perché a n n’era mia ‘na ligéra, ma ‘na persouna cun un gran còr
(Sì, lo conoscevo, quello che voi dite e mi sembrava uno a posto, buono,
si chiamava, mi sembra, Gerardo. Credo che fosse un muratore.
Io ero solo il suo fruttivendolo, ma ero amico con quel terrone
perché non era un poco di buono, ma una persona con un gran cuore.)
Gerardo faceva ‘o favvrecatore,
viveva a Modena ma era terrone.
A sera quann ferneva ‘e faticà
trasmetteva a Radio Popolare.
Ma senza alcuna protezione
caduto sul lavoro,
morta janca prematura,
sott’ ‘a na nuvola ‘e polver’.
(Gerardo faceva il muratore
viveva a Modena ma era terrone
La sera quando finiva di lavorare
trasmetteva a Radio Popolare.
Ma senza alcuna protezione
caduto sul lavoro
morte bianca prematura
sotto una nuvola di polvere.)
Ero venuto p’faticà
non ero venuto p’murì,
quattro figli, na mugliera ‘a carico
na cascia ‘e zinco p’me ne ji.
Ero venuto p’accumincià,
nun ero venuto p”e fernì
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.
(Sono venuto per lavorare
non sono venuto per morire,
quattro figli e una moglie a carico
una cassa di zinco per ritornare.
Sono venuto per iniziare
non sono venuto per finire
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.)
A ‘n n’è mia facil lasèr la cà per catèr che só da lavurer
lasér paes, i fióo, la muliéra, lsér dialatt, lasér la vida
e vignir fin chè fra d’la ginta estranea senza capir al lor ciacarer
Catèr lavor o catèr la mort? Totta la storia l’è bele finida
(Non è mica facile lasciare la casa per trovare quassù da lavorare
lasciare il paese, i figli, la moglie, lasciare il dialetto, lasciare la vita
e venire fino a qui fra della gente estranea senza capire il loro parlare
Trovare lavoro o trovare la morte? Tutta la storia è già finita.)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Amore? sì ma a quattro zampe
http://www.corriere.it/cronache/13_novembre_12/donne-che-amano-loro-animali-piu-marito-d97c6a38-4b90-11e3-9f20-48230e8bb565.shtml
cesare(Quota) (Replica)
A proposito di amore per il maschio purchè ridotto a gattonare infantilmente a quattro zampe su volontà della donna vedi la terribile rinuncia maschile a difendere la vita del proprio figlio ( e a se stessi come padri e maschi) nel bellissimo libro di Antonello Vanni “Lui e l’aborto” di cui la trecensione è in http://passaggioalbosco.blogspot.it/
cesare(Quota) (Replica)
off topic ma nemmeno poi tanto, mi ricorda il mio amico Teodoro che ha una piccola impresa edile qui a Podium Varinum dove abito (e che tra l’altro mi ha ristrutturato casetta mia e prima ancora ha sistemato il tetto della casa dei miei). Anzi.. i “cuppi”.. con quel curioso dialetto misto tra il piemontese e il pugliese che usa per parlare, che usano in tanti qui da me e che è praticamente una neo-lingua. Una formidabile mistura tra i due dialetti.
Rita(Quota) (Replica)
Ciao a tutti, volevo solo riproporvi questo intervento (sotto altro nome…) di qualche tempo fa.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
cesare,
In realtà con questo commento non voglio replicare al tuo (anche se il libro è interessante e cercherò di leggerlo), ma solo salutarti. Anche se tardivamente.
Bentornato tra noi!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
Grazie Luigi. A presto.
cesare(Quota) (Replica)
La penna di Cesare ci mancava…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ancora con la storia della “disparità di genere”:
http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=47037
Tiziano(Quota) (Replica)
Tiziano,
Prima o poi mi prenderò il tempo che occorre.
Per fare cosa cosa?
Per vedere, a parte le posizioni apicali, comunque numericamente irrilevanti sui numeri totali dell’occupazione, per vedere dicevo la distribuzione maschile (e anche femminile) per settori.
Chissà perchè, ma qualcosa mi dice che il maggiore tasso d’occupazione maschile molto probabilmente è dovuto anche o soprattutto a quelle occupazioni che le donne non vogliono (o non possono) fare. O comunque la differenza sostanziale la fa questa percentuale. Vedremo. Per ora sospendo il giudizio.
Sulla disparità di genere, ne abbiamo scritto, anche Fabrizio recentemente.
Piuttosto, gravissima è la disoccupazione giovanile, senza distinzioni. Hanno bruciato una generazione.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Articolo pubblicato oggi sul Corriere dell’Umbria, 22/12/2013 (pag. 20).
——————
PARITA’ RETRIBUTIVA:”ESSERE DONNE NON PAGA”.
>
Chissà perché in Italia l’uguaglianza formale tra i generi ha una rilevanza costituzionale, ma la sua attuazione pratica è difficile da realizzare. Quando si vanno, infatti, ad analizzare i dati degli ultimi anni che fotografano la condizione femminile nel bel paese, si trae un quadro non del tutto edificante. La ragazze fin dall’età di 25-30 anni hanno una migliore riuscita ed un curriculum di pregio rispetto ai loro coetanei maschi, hanno un più alto tasso di scolarizzazione, studiano di più, si laureano in numero maggiore, con migliori risultati.
L’ascesa del genere femminile, però, si ferma nel momento di realizzare una prospettiva lavorativa di medio-lungo periodo, allorquando il loro tasso di occupazione si attesta a quasi venti punti di percentuale inferiore, in alcune aree geografiche dello stivale, rispetto ai maschi. La convenzione di Lisbona del 2000 aveva auspicato e raccomandato agli Stati membri dell’Unione Europea di innalzare il tasso di occupazione femminile al 60%, l’obiettivo ambizioso, ma sintomo chiaramente ispirato di emancipazione e progresso, purtroppo in molti stati, tra cui l’Italia, è rimasto lettera morta e semplice auspicio della politica.
Eppure il lavoro delle donne, oggi, al tempo della più lunga e profonda crisi economica e sociale del vecchio continente, vale molti punti del PIL nostrano, quasi sette dicono gli esperti. Un vero spreco e una vera ingiustizia. Perché l’emancipazione femminile passa soprattutto attraverso la possibilità di contribuire alla produttività della nostra nazione e al proprio benessere personale e familiare. Il divario occupazionale del genere femminile rispetto ad altri paesi UE, purtroppo, è affiancato dall’altro fenomeno negativo ma questa volta molto comune a tutta l’Europa, il cosiddetto “gender pay gap”, ovvero la differenza percentuale tra il salario/stipendio degli occupati nei settori industria, costruzione, servizi rispetto alle occupate donne. Queste ultime, specie tra le categorie a minor tasso di istruzione e scolarizzazione, percepiscono una retribuzione media di molto inferiore ai colleghi maschi, anche tra le fila dei posti di dirigente d’azienda e manager d’industria. La motivazione del cosiddetto “gender pay gap” può essere ricercata, in parte, nel frequente uso che le donne fanno del part-time, degli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia, nella maternità e puerperio. La famiglia, ancora oggi, in particolare i figli, mal si inseriscono nel sistema produzione-lavoro del nostro paese, le donne con prole vengono mal tollerate in alcune aziende, considerandole con fastidio e meno produttive. Spesso si dimentica che la maternità in Italia è a carico dell’INPS e non del datore di lavoro, quasi totalmente.
Eppure pochi sanno che le mamme italiane che lavorano fanno più figli delle loro coetanee inoccupate.
Negli Stati Uniti il Presidente Obama ha voluto significativamente dare un segnale importante in questa direzione, introducendo per legge la parità retributiva tra i sessi, improntando il nuovo corso dell’economia americana sul principio che il miglior funzionamento si realizza quando si garantisce il buon funzionamento per tutti. Un primo passo verso la rottura “del soffitto di cristallo”, al di là dell’oceano, è stato compiuto. Chissà se i nostri governanti hanno udito e compreso il messaggio in tutta la sua importanza. Speriamo.
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Gemma Paola Bracco
Consigliera di parità della provincia di Perugia
Via Palermo, 106 – 06124 Perugia
tel. 075/368.1519 – fax 075/368.1938
gemmapaola.bracco@provincia.perugia.it
http://www.provincia.perugia.it
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P.S.
“Le ragazze e i maschi”;
“Le donne e i maschi”…
E va beh…
Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Un elenco di oppressori morti per un tozzo di pane ….
Morti sul lavoro nel settore delle costruzioni
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071
12/11/2013
Aosta
La vittima, titolare della falegnameria in cui ha perso la vita, era al lavoro da solo, nel deposito di legname all’esterno di un magazzino. Ad accorgersi dell’incidente alcuni vicini e gli operai di una segheria poco distante. La salma è stata portata in obitorio. La sega circolare da cui si è staccata la lama che ha colpito l’ uomo in testa è a disposizione degli inquirenti. Secondo i primi riscontri medico-legali, la morte è stata istantanea. Sul posto anche i tecnici dello Spresal. Patrick Mortara lascia la compagna, Erika Pession, albergatrice a Valtournenche, e tre figli piccoli.
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070
12/11/2013
Iglesias
Incidente mortale sul lavoro, questa mattina nel Sulcis Iglesiente, in un cantiere alla periferia di Domusnovas, per cause ancora da accertare, un operaio di 53 anni, che lavorava sul tetto di un capannone, in località Su Nuraxi, è precipitato al suolo dopo un volo di 15 metri. Tutti i tentativi di prestargli soccorso sono risultati vani, è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Carbonia-Iglesias per ricostruire la dinamica del fatto. Sul posto anche i tecnici dell’Asl 7 per i rilievi dell’incidente e accertare eventuali responsabilità.
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069
11/11/2013
Vibo Valentia
Incidente sul lavoro con un morto a Motta Filocastro, frazione del Comune di Limbadi, nel Vibonese. A perdere la vita cadendo da un ponteggio, allestito per la ristrutturazione della chiesa Maria Santissima di Romania, è stato in serata Giuseppe Marturano, 59 anni, vicepresidente della “Cooper Poro edile”. L’uomo, sposato e con figli, era residente a Mesiano, frazione del Comune di Rombiolo, sempre in provincia di Vibo Valentia. Sul posto è giunta un’ambulanza del 118 ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso, avvenuto per trauma cranico.
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068
07/11/2013
Firenze
Un operaio cinquantenne, G.Fabretto, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto in un cantiere di Firenze, in via Santa Marta, all’interno del monastero delle suore Benedettine di Santa Marta.
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067
07/11/2013
Palermo
Proclamato per domani il lutto cittadino a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, dopo il tragico incidente sul lavoro di oggi pomeriggio. La vittima, Salvatore Parisi, 40 anni, di Belmonte Mezzagno, è stato travolto e schiacciato da un muro crollato in via Matteotti, accanto alla palazzina dove era stato allestito il cantiere. Grave Rosario Parisi, 28enne cugino della vittima, titolare della cooperativa a conduzione familiare, che ha riportato un profondo trauma toracico e si trova ricoverato all’ospedale Villa Sofia. Praticamente illesi gli altre tre operai, tra cui lo zio del quarantenne. I carabinieri intervenuti sul posto confermano che il cantiere era regolare. Sottoposta a sequestro l’area dell’incidente sul lavoro.
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066
07/11/2013
Marina di Gioiosa (RC)
Tragedia sul lavoro a Marina di Gioiosa. E’ morto travolto da un tubo di profilati Remi Coluccio, un giovane di 29 anni impegnato nello scarico di alcuni materiali da infissi dal furgone della ditta per cui lavorava. Una fatalità e forse una distrazione sono state determinanti per la vita di Coluccio che, dalle prime ricostruzioni, avrebbe parcheggiato il camion che trasportava il materiale in leggera pendenza non rendendosi conto forse del peso del grosso tubo di alluminio che era caricato sul mezzo. Appena sbloccato lo sportellino del camion il carico di profilati ha travolto Coluccio non lasciandogli scampo, il 29enne è morto praticamente sul colpo e a nulla sono valsi i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Roccela Jonica che hanno però solo potuto ricostruire la dinamica de tragico incidente.
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065
30/10/2013
Pescina (L’Aquila)
Un operaio residente a Celano (L’Aquila), Francesco Trabalsi, 38 anni, è morto stamane dopo essere caduto dal tetto di un capannone. L’uomo stava lavorando nell’azienda Cerone calcestruzzi di Venere di Pescina quando è caduto accidentalmente nel vuoto. Sarebbe morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti il personale del 118 e i carabinieri della compagnia di Avezzano.
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064
27/10/2013
L’Aquila
E’ morto sotto il peso di un muro di contenimento crollato nella frazione di Forme, nel comune di Massa d’Albe. La vittima è Domenico Libertini, 49 anni, residente a Roma. L’incidente è avvenuto questa mattina in via Valle Lame, a pochi metri dalla piazza principale. Un muro di contenimento doveva essere realizzato e a distanza di breve tempo ci sarebbe stata la gettata. Secondo quanto si apprende, improvvisamente sarebbe crollata una parte di materiale terroso, prevalentemente argilla. Tutto il peso è finito addosso all’uomo che stava effettuando dei controlli sul proprio terreno, a fianco l’abitazione. Sul posto c’erano altri parenti e operai che hanno tentato subito di liberare l’uomo travolto dalla frana ma non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco di Avezzano che hanno messo in sicurezza il terreno e avviato le operazioni di recupero. Libertini non era sposato, si occupava di edilizia, viveva a Roma ma tornava sempre in paese, dove stava collaborando alla realizzazione del muro dell’abitazione. L’incidente sul lavoro è stato segnalato all’autorità giudiziaria che ha disposto già nella giornata di domani approfondimenti sul terreno e sulla dinamica dell’incidente mortale.
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063
23/10/2013
Milano
Tragico incidente sul lavoro questa mattina nel comasco. Verso le ore 11.30 a Garzeno (Co), un uomo di 45 anni, A.A., residente a Vercana, contitolare di un’impresa di costruzioni con sede a Catasco di Garzeno, era intento ad eseguire lavori di movimento terra con un piccolo escavatore di sua proprietà quando, per cause in corso di accertamento, è precipitato lungo una scarpata per circa 40 metri. Non si esclude che le forti piogge di questi giorni abbiano contribuito a far cedere il terreno che stava attraversando l’uomo. La vittima è rimasta schiacciata all’interno della cabina della macchina operatrice, ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti subito i carabinieri di Dongo, i vigili del fuoco ed il personale sanitario del 118 che, però, non poteva fare altro che constatare il decesso. La salma è stata ricomposta all’ospedale Sant’Anna di Como in attesa dell’esame autoptico, già disposto dal magistrato.
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062
22/10/2013
Lecce
Un uomo di 47 anni di Torre Santa Susanna (Br), Piero Miccoli, è morto in seguito a un incidente sul lavoro, verificatosi in un cantiere di Porto Cesareo (Le). Stando alla prima ricostruzione dell’episodio, effettuata dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina (Le), l’uomo era alla guida di un escavatore, quando il braccio del mezzo si è staccato e lo ha travolto. Le indagini, a cui partecipano anche gli ispettori dello Spesal, sono coordinate dal sostituto procuratore Stefania Mininni.
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061
22/10/2013
Positano
STAVA SMONTANDO una tenda, quando la scala sulla quale era salito si è ribaltata finendo su di un muretto, facendolo precipitare sugli scogli da un`altezza di 30 metri. A perdere la vita a Positano (Salerno) un operaio, Giovanni Celentano, 55 anni, dipendente di una ditta di Sorrento (Napoli). La vittima era impegnata a effettuare alcuni lavori nella struttura alberghiera dell`hotel San Pietro. Immediati i soccorsi, ma per il 55enne non c`è stato nulla da fare. Per recuperare il corpo, finito sugli scogli, c`è voluto l`impiego di un elicottero dei vigili del fuoco. Sul luogo dell`incidente anche i militari della Guardia Costiera e i carabinieri della compagnia di Amalfi (Salerno).
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060
18/10/2013
Torino
Incidente mortale sul lavoro a Torino. Vittima un operaio 56enne, che è caduto da oltre una decina di metri mentre stava eseguendo lavori di ristrutturazione su un ponteggio. Dai primi accertamenti, l’uomo, avrebbe messo un piede in fallo e perso l’equilibrio precipitando nel vuoto. E’ accaduto alla stazione di Torino Porta Nuova. Inutili i soccorsi. La polizia ferroviaria sta ricostruendo la dinamica dell’accaduto.
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059
17/10/2013
Gualdo Tadino
Aveva sempre detto che avrebbe voluto l’espianto degli organi qualora la sua vita, per mille cause differenti, fosse ormai arrivata al termine. E così è stato per un operaio romeno di 28 anni che non è riuscito a vincere la sua personale battaglia dopo uno spaventoso incidente sul lavoro. Ha fatto un volo di sei metri dal tetto di una fabbrica: stava lavorando con i suoi colleghi per cambiare una parte della vecchia copertura. Purtroppo l’impatto al suolo è stato tragico. Prima la corsa all’ospedale di Branca e poi quella ancora più disperata a Perugia.
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058
11/10/2013
Cropalati (Cosenza)
Un imprenditore del settore movimento terra, Filippo Madeo, di 43, è morto a Cropalati in un incidente sul lavoro. Il cadavere di Madeo è stato trovato dalla madre allarmata perchè senza sue notizie da ore. Indagano i carabinieri. L’ipotesi piu’ accreditata è che Madeo, in una sua proprietà, dopo avere fermato uno dei suoi camion in discesa sia stato travolto e schiacciato tra lo stesso rimasto senza controllo e un altro mezzo pesante. E’ stata disposta l’autopsia.
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057
01/10/2013
Santa Ninfa
Tragico infortunio sul lavoro in contrada Salinella dove, in seguito a una caduta da un’altezza di tre metri ha perduto la vita V. F., un muratore di 69 anni di Gibellina. L’uomo stava lavorando da solo in un’abitazione ed era impegnato sul tetto quando, per cause ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri della Stazione, intervenuti sul posto con colleghi della Compagnia di Castelvetrano, ha perduto l’equilibrio precipitando al suolo.
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056
28/09/2013
Messina
Un muratore, Bartolo Todaro, 39 anni, sposato con due figli, è morto nel crollo di un muro a Lipari nelle Eolie. Il suo datore di lavoro, Enrico Reitano, è rimasto gravemente ferito e con l’elisoccorso è stato trasportato a Messina. L’incidente sul lavoro è accaduto a Quattropani, in località Chiesa Nuova dove i due dovevano restaurare un vecchio muro che è improvvisamente crollato mentre vi stavano lavorando. Reitano ha un trauma cranico e uno schiacciamento toracico. I carabinieri che indagano stanno stilando un’informativa per la procura.
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055
23/09/2013
Agrigento
Un operaio di 54 anni, Raffaele Provenzano, è morto ad Agrigento mentre stava lavorando al rifacimento del prospetto di un edificio, precipitando dal quarto piano di uno stabile di via De Gasperi. La vittima, originaria di Milena (Cl), lavorava per conto dell’impresa Fazio Costruzioni. I carabinieri, che stanno conducendo le indagini per accertare la dinamica dell’incidente, hanno posto sotto sequestro il cantiere.
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054
18/09/2013
Montenero di Bisaccia (Campobasso)
Morto, nelle campagne di Montenero di Bisaccia, schiacciato da un palo porta anemometro per il monitoraggio del vento, un operaio di una ditta di Cupello (Chieti) impegnato in alcune rilevazioni. La vittima e’ un 29enne di Vasto (Chieti), Cristian Tambelli. Indietreggiando – questa la prima ricostruzione dell’incidente fatta dai Carabinieri – avrebbe inciampato con il piede in un tirante del palo, alto una trentina di metri, che si e’ spezzato cadendogli addosso.
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053
12/09/2013
Roveredo (Pordenone)
Un operaio è morto, schiacciato da un mezzo cingolato, all’interno di un cantiere edile di Roveredo in Piano (Pordenone). L’incidente è avvenuto intorno alle ore 16.00. Sul posto gli operatori sanitari del 118 e i Carabinieri.
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052
30/08/2013
Palermo
Tragedia stamani sull’autostrada Palermo-Cataina. Un operaio dell’Anas, Santo Gulino, originario di Petralia Sottana, è stato investito da un’auto mentre stava lavorando alla potatura del verde. L’uomo è stato travolto dall’auto che non è riuscita a frenare probabilmente a causa dell’asfalto bagnato. Trasferito all’ospedale Civico, per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Gulino, padre di due figle, si trovava sulla corsia preferenziale quando è stato investito dall’auto condotta da un anziano.
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051
30/08/2013
Beverino (La Spezia)
Un operaio di 23 anni, Luca P. e’ morto stamani in un cantiere a Beverino (La Spezia) schiacciato dalla pala di un mezzo escavatore. Immediati i soccorsi, ma per il ragazzo non c’e’ stato nulla da fare. Sul posto le ambulanze del 118 e i carabinieri, che hanno posto sotto sequestro il cantiere. Sul luogo dell’incidente anche il magistrato di turno.
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050
29/08/2013
Francavilla Fontana (Brindisi)
E’ stato inghiottito dal terreno che ha ceduto sotto i suoi piedi, poi l’acqua ha incominciato a scorrere da una conduttura della rete idrica sulla quale stava lavorando: Angelo Reschi, operaio di 38 anni di Aradeo (Lecce), e’ morto sommerso dall’acqua, all’interno del cantiere di Francavilla Fontana nel quale stava lavorando per conto di una ditta di Galatina (Lecce). Nulla hanno potuto i colleghi, nulla i soccorritori il cui disperato tentativo di tirare l’operaio in superficie per le braccia e’ stato vano. Il lavoratore non ce l’ha fatta, stesso drammatico destino del padre che, a 39 anni, rimase anche lui vittima di un incidente sul lavoro accaduto quando il figlio era molto piccolo. I fatti si sono verificati stamani alle 9 nel cuore di Francavilla, in via Barbaro Forleo, vicino al palazzo municipale. La tragedia e’ avvenuta sotto gli occhi di numerose persone, di quanti osservavano da giorni il gruppo di operai alle prese con i lavori sulle condutture idriche.
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049
20/08/2013
Parma
Un operaio che lavorava sull’A1 e’ stato investito e ucciso da un’auto che ha invaso, per cause da accertare, un cantiere segnalato; il conducente della vettura e’ rimasto ferito. Lo ha reso noto Autostrade per l’Italia. L’incidente e’ avvenuto alle 11 al km.101 e ha provocato la chiusura del tratto compreso tra la fine della complanare di Piacenza e l’allacciamento A1-A15 in direzione Bologna. Si sono formati 5 chilometri di coda.
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048
14/08/2013
Salerno
Incidente sul lavoro, stamattina in provincia di Salerno: morto un operaio di 49 anni. E’ successo a Matinella, in una azienda agricola di imballaggi. L’uomo e’ caduto dal tetto di un capannone, mentre stava effettuando un sopralluogo per alcuni lavori di ristrutturazione che dovevano essere effettuati. Poggiando il piede su una lastra di plexiglass e’ scivolato, facendo un volo di almeno quattro metri. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Agropoli, coordinati dal capitano Raffaele Annicchiarico, che stanno effettuando tutti gli accertamenti e stanno valutando anche se l’operaio lavorava in piena sicurezza.
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047
03/08/2013
Padova
Un operaio egiziano e’ morto in un incidente sul lavoro accaduto alle Acciaierie Venete, nel padovano. L’uomo, Mohamed Awad Hassan Abd El Fattah, 43 anni, residente a Treviglio (Bergamo), per cause ancora da chiarire intorno alle 2.30 e’ caduto da alcune passerelle, da un’altezza di circa otto metri. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco, lo Spisal e i carabinieri. Nonostante l’intervento tempestivo non e’ stato pero’ possibile salvare l’immigrato.
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046
02/08/2013
Domodossola
E’ morto questa mattina all’ospedale di Losanna (Svizzera) il frontaliere italiano colpito da una scarica elettrica lunedi’ in un cantiere del Canton Vallese dove lavorava. Salvatore Iocolano, 56 anni, residente da alcuni anni a Domodossola, stava lavorando sul tetto di una casa in costruzione quando e’ rimasto folgorato con altri tre colleghi. Un giovane francese era morto all’istante, Iocolano era stato portato in gravissime condizioni a Losanna, dove e’ deceduto stamani.
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045
01/08/2013
Monsummano Terme
Incidente su lavoro in un cantiere edile a Monsummano Terme (Pistoia) dove un operaio di 39 anni, italiano, questa mattina e’ morto dopo essere stato ‘agganciato’ da un macchinario che serve per impastare la calcina. Sul posto sono intervenuti i medici del 118, i vigili del fuoco e i volontari della Pubblica Assistenza. Incidente sul lavoro anche a Capalbio (Grosseto): un operaio di 52 anni, romeno, e’ rimasto gravemente ferito mentre stava lavorando alla realizzazione di un piccolo pozzo: e’ stato colpito alla testa da un oggetto – ma non e’ ancora chiaro di cosa si tratti – presumibilmente caduto dall’alto della trivella.
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10/0/2013
Identificato dopo quattro anni muratore morto sul lavoro
Asti
Dopo quattro anni è stato identificato con il test del DNA il muratore romeno trovato morto nel giugno 2009 a Montafia d’Asti, al limitare di una discarica abusiva. E’ Mihai Istoc, 45 anni. Secondo l’accusa, dopo essere morto in un incidente sul lavoro, l’imprenditore edile e un suo complice ne avrebbero nascosto il cadavere. Il caso stava per essere archiviato quando, alcuni mesi fa, l’Interpol ha segnalato alle autorità italiane la scomparsa di Mihai Istoc.
Secondo le indagini, l’uomo, di professione muratore, aveva trovato lavoro in nero in un cantiere edile alla periferia di Torino. Morto in seguito alle ferite riportate cadendo da una impalcatura, il datore di lavoro con l’aiuto di un amico, lo avrebbe gettato in una discarica nella speranza che nessuno lo avrebbe trovato. Essendo una zona di caccia ai cinghiali, due cacciatori, invece, lo trovarono quasi subito, ma il caso è rimasto un giallo fino a poco tempo fa. Ora, la Procura di Asti ha chiesto due rinvii a giudizio con l’accusa di omicidio colposo ed occultamento di cadavere.
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044
09/07/2013
Monza
Un operaio impegnato nel rifacimento del manto stradale, nel comune di Grezzago, è morto schiacciato da uno dei camion in transito. Un errore dell’autista o un movimento avventato dell’operaio sarebbero causa dell’incidente mortale, anche se la dinamica è ancora in corso d’accertamento. La vittima è stata trasportata in ospedale con elisoccorso, ma non c’è stato nulla da fare.
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043
05/07/2013
SAVIGLIANO (Cuneo)
Un operaio di 73 anni di Fossano è deceduto questa mattina in un infortunio sul lavoro accaduto in via Collarea, a Savigliano. Stava lavorando a circa 5 metri d’altezza su una scala, per rimuovere da un tetto di un edificio alcune lastre di amianto, quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato al suolo. Nella caduta ha battuto il capo ed è deceduto. Inutili i soccorsi del 118. Sul posto assieme ai carabinieri anche i tecnici dello Spresal.
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042
04/07/2013
Milano
Un operaio italiano di 45 anni, è morto schiacciato dal rovesciamento della ruspa che al momento dell’incidente stava guidando. La polizia locale non ha ancora chiarito l’esatta dinamica che ha causato l’incidente.
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041
21/06/2013
Milano
L’operaio, 40 anni, albanese, è morto a seguito del crollo di un soffitto all’interno di una scuola elementare in ristrutturazione. L’incidente è avvenuto attorno alle 14 in un istituto in via Cittadini 9, in zona Quarto Oggiaro, dove l’uomo era impegnato nei lavori assieme ad altri manovali. Il personale del 118 ha tentato di rianimarlo sul posto ma è morto prima di poter essere trasportato in ospedale. Sulle cause del crollo indagano i carabinieri.
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040
20/06/2013
Nuvolera (Bs)
Un altro infortunio sul lavoro è avvenuto ieri in una cava di marmo a Nuvolera (Bs) dove lo smottamento di una parete rocciosa ha investito gli addetti intenti all’estrazione di marmo “mille metri cubi di materiale hanno seppellito il titolare dell’impresa e ferito il figlio dello stesso, travolto mentre stava operando su un escavatore.” Lo riferiscono i sindacati di Brescia confederali Cgil Cisl Uil e le categorie FIllea Filca Feneal in una nota congiunta.
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039
19/06/2013
Milano
Un operaio di 34 anni è morto la notte scorsa in un incidente avvenuto al Forum di Assago (Milano) durante le fasi di smontaggio e trasporto delle impalcature utilizzate per il concerto dei Kiss. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’uomo è salito con altri due operai su un montacarichi pieno di carrelli e impalcature. A causa probabilmente del sovraccarico, il pesante materiale sarebbe caduto all’interno dello stesso montacarichi schiacciando il 34enne. Inutile l’intervento del 118.
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038
12/06/2013
Bari
Un 57enne, operaio di una ditta edile, è morto nella tarda mattinata in un infortunio sul lavoro avvenuto in territorio di Gravina in Puglia, in provincia di Bari. L’uomo, originario di Valenzano, stava lavorando su un capannone artigianale quando, per cause da accertare, è precipitato al suolo da un’altezza di circa dieci metri. E’ deceduto sul colpo, vani si sono rivelati i soccorsi da parte dell’ambulanza del 118. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Gravina in Puglia che stanno conducendo le indagini. Il cadavere e’ stato raccolto e spostato all’obitorio.
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037
10/06/2013
Roma
Incidente mortale sul lavoro a Roma. Un operaio romeno di 39 anni è morto dopo essere caduto dal quarto piano di un palazzo, mentre montava una tenda su una finestra. Il corpo è finito sulla pensilina del teatro Greco, in via Ruggero Leoncavallo, nella zona nord est della citta’.
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036
05/06/2013
Milano
Un uomo di 45 anni è morto schiacciato da una lastra di cemento durante i lavori di demolizione di una palazzina a Cormano nel milanese. Il grave incidente sul lavoro è avvenuto alle 11.17 e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia locale oltre che all’auto medica del 118. Sono in corso gli accertamenti per verificare le case dell’incidente mortale.
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035
05/06/2013
Trani
Un uomo di 65 anni, titolare di una piccola azienda di Trani, è morto questa mattina in seguito ai traumi riportati cadendo ieri pomeriggio dal solaio di un locale di sua proprietà e sul quale era salito, in compagnia del figlio, per effettuare alcune riparazioni. Probabilmente a causa del peso, il solaio non ha retto. Le condizioni del 65enne soccorso e trasportato all’ ospedale Bonomo di Andria erano gravissime. Lievi ferite, invece, ha riportato il figlio della vittima.
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034
03/06/2013
Milano
Un operaio è morto in seguito a un incidente sul lavoro, a Sustinente, nel Mantovano. Stando alle prime informazioni fornite dal 118, l’uomo è stato colpito da un tubo di aspirazione ed è precipitato da circa tre metri.
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033
01/06/2013
Ragusa
E’ morto all’ospedale Maggiore di Modica, dove era ricoverato dal 20 maggio scorso, Orazio Macauda, l’operaio 63enne caduto dal tetto di un capannone di sua proprietà, in contrada Graffetta, tra i territori di Modica e Ispica. L’uomo aveva riportato un grave trauma cranico, ma il decesso e’ avvenuto a causa di complicazioni di natura respiratoria. Orazio Macauda stava sostituendo alcune tegole quando ha perso l’equilibrio precipitando al suolo da un’altezza di circa quindici metri.
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032
30/05/2013
Milano
Un operaio di 47 anni di una ditta in appalto in servizio presso il Cantiere Terna per i lavori della Tangenziale Esterna di Milano, è morto dopo essere caduto ieri da una altezza di 30 metri. Lo rendono noto le organizzazioni sindacali che esprimono “solidarietà alla persona coinvolta ed ai familiari” e “profonda preoccupazione sull’accaduto.
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031
28/05/2013
Perugia
Un operaio di 33 anni, originario dell’orvietano, ha perso la vita stamani, intorno alle 8.30, in un incidente sul lavoro avvenuto allo stabilimento della Sgl Carbon di Narni Scalo, in provincia di Terni, azienda che produce componenti di forni industriali. Secondo una prima ricostruzione l’uomo stava svolgendo dei lavori per conto di una ditta esterna, quando sarebbe caduto da un’altezza di circa 3 metri sbattendo piu’ volte la testa.
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030
27/05/2013
Genova
E’ deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale San Paolo di Savona l’operaio di 44 anni caduto da una gru questa mattina intorno alle 10 mentre lavorava nel porto di Vado Ligure. Secondo quanto riferito dai sanitari del 118, che lo avevano trasportato al pronto soccorso del nosocomio savonese in condizioni disperate, il 44enne avrebbe compiuto un volo di una quindicina di metri. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare.
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029
27/05/2013
Milano
Un uomo è morto in un incidente sul lavoro a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese. Secondo quanto riferito dal 118 è accaduto in un cantiere in via Baracca a causa del crollo di un’impalcatura. Sul posto si trovano la polizia locale e l’Asl per ricostruire l’accaduto. Aveva 36 anni ed era di origine albanese, l’operaio edile che ha perso la vita questa mattina in un drammatico incidente sul lavoro nel corso di una ristrutturazione di un’abitazione di via Baracca a Cernusco sul Naviglio (Milano). Da quanto è possibile apprendere, l’impalcatura sulla quale l’uomo stava lavorando, per motivi ancora imprecisati, si è staccata dalla facciata dell’edificio ed è crollata. L’operaio è precipitato al suolo da un’altezza di circa cinque metri ed è morto sul colpo.
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028
23/05/2013
Cremona
Un incidente mortale sul lavoro è avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi a Tornata (Cremona). La vittima è Massimo Baracca di 41 anni di Calvatone (Cremona). L’incidente è avvenuto in un cantiere del Consorzio di Bonifica Navarolo dove si stavano posando delle canaline. Dalle prime notizie trapelate, sembra che l’uomo sia stato travolto da un cumulo di terra. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, un’ambulanza, u’automedica e l’elisoccorso di Bergamo, ma ogni tentativo di salvare l’uomo è risultato vano. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Rivarolo del Re.
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027
13/05/2013
Catania
Un operaio di 72 anni, Giuseppe Egitto, è morto cadendo dall’impalcatura sulla quale stava lavorando alla ristrutturazione dell’ex teatro Excelsior, una struttura in disuso. L’uomo, originario di Misterbianco, stava installando delle pareti di cartongesso quando, per cause ancora da accertare, è precipitato da un ponteggio alto cinque metri battendo violentemente la testa. Indagano i carabinieri di Paternò.
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026
07/05/2013
Pordenone
E’ morto al pronto soccorso di Pordenone l’imprenditore Gerardo Zanettin, 66 anni, residente a Casarsa della Delizia (Pordenone), ferito nell’incidente sul lavoro avvenuto questa mattina nella zona industriale di San Quirino (Pordenone). Per cause in corso di accertamento Zanettin, titolare di un’azienda che produce tetti, e un suo dipendente, mentre caricavano una parete per una casa prefabbricata su un furgone, sono stati investiti dal manufatto, pesante alcuni quintali. Il piu’ grave e’ subito apparso l’imprenditore, 66 anni, che ha subito uno schiacciamento toracico ed è stato trasferito in elicottero nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Pordenone. Anche il collaboratore, 51 anni, ha subito contusioni e fratture ed è stato trasferito a Pordenone anche se non sembra in pericolo di vita.
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025
07/05/2013
Como
Un operaio di 51 anni è morto in un infortunio sul lavoro oggi a Cantu’. L’uomo, dipendente di un’azienda che fornisce legname ai mobilifici, è stato travolto da una cassa di tranciati durante le operazioni di carico e scarico da un camion. Nonostante i soccorsi arrivati con l’elicottero, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. La procura di Como ha avviato un’inchiesta così come l’Asl di Como.
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024
03/05/2013
Albaredo (Sondrio)
E’ stato un infortunio sul lavoro e non un incidente in montagna, come riferito in un primo momento dai soccorritori, a provocare il decesso di un giovane sulle Alpi Orobie. L’operaio, M’Hamed El Bouraoui, ventenne di nazionalità marocchina, sarebbe stato travolto da alcuni tronchi durante lavori di esboscazione. Il giovane, residente a Fusine (Sondrio), era dipendente di un’impresa valtellinese specializzata nel settore forestale. Stamattina si trovava in una zona impervia a quota 1300, nel territorio di Albaredo per San Marco (Sondrio), impegnato con altri colleghi nel lavoro di esboscazione in subappalto, deciso tempo fa dal Comune. Secondo la prima ricostruzione dell’incidente dei carabinieri del luogotenente Flavio Oberosler sul posto con i militari del Sagf (Soccorso alpino della Guardia di Finanza) di Sondrio, è stato travolto da alcuni tronchi che stava tagliando. I compagni di lavoro hanno lanciato l’allarme al 118, ma a nulla sono serviti i tentativi di rianimare l’operaio.
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023
30/04/2013
Roma
Un altro morto sul lavoro, proprio alla vigilia del Primo Maggio. Lavorava in nero e non aveva alcuna protezione quando un solaio gli e’ crollato addosso, facendolo morire sul colpo, seppellito dalle macerie. Il committente dei lavori e proprietario del locale, un italiano di 30 anni, e’ stato arrestato dai carabinieri per omicidio colposo. L’ipotesi di reato e’ di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. L’uomo, che doveva realizzare un pub, aveva licenziato la ditta regolare e assunto quattro romeni in nero. A morire e’ stato proprio uno di loro. La vittima del crollo e’ un romeno di 46 anni che stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione al pianterreno di un edificio nel centro storico di Velletri, comune dei Castelli romani. Il corpo e’ stato trovato dai vigili del fuoco nel semi-interrato.
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022
23/04/2013
Bologna
Non si è accorto della manovra di un camion utilizzato per il trasporto di ghiaia e materiale edile, per questo un operaio di 57 anni è rimasto schiacciato ed è morto in una discarica gestita da Hera a Imola, nel bolognese. L’incidente è avvento, nella discarica di via Pediano a Imola. La vittima C.T. classe 1956, era dipendente della ditta Albieri Riccardo srl di Ferrara. Inutili i soccorsi prestati dal personale del 118 con eliambulanza. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri e del personale della Medicina del Lavoro di Imola.
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021
23/04/2013
Napoli
Rimase incastrato sotto il carrello elevatore: dopo quattro giorni di agonia, il quarantaseienne Giuseppe Antonio Vacca non ce l`ha fatta ed è morto nel pomeriggio all`ospedale Cardarelli dove era stato ricoverato con urgenza e trasferito dall`isola mercoledì scorso. L`incidente si verificò nel cantiere della ditta di famiglia, un cantiere per la lavorazione del marmo a Barano d`Ischia. Vacca era impegnato nelle operazioni di trasferimento di alcune lastre di marmo con un carrello elevatore quando il muletto si ribaltò improvvisamente, schiacciando.
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020
12/04/2013
Trapani
Infortunio mortale sul lavoro a Gibellina, in provincia di Trapani. Un muratore di 66 anni Luigi Cirrincione, è morto dopo essere precipitato da un’altezza di circa 6 metri. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo che stava lavorando nel vano scala di una abitazione in costruzione, avrebbe perso l’equilibrio precipitando nel vuoto. La Procura ha disposto l’autopsia. Sull’episodio indagano i carabinieri.
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019
10/09/2013
Napoli
Un pachistano di 37 anni, Rawzan Mahmood, e’ morto in seguito ad un incidente sul lavoro a Marcianise nel Casertano. Secondo quanto accertato dalla polizia, l’uomo stava lavorando sul tetto di un capannone industriale sito nella zona Asi quando e’ caduto nel vuoto da un’altezza di 10 metri. L’incidente sarebbe avvenuto in seguito al cedimento di alcune strutture della copertura. I poliziotti hanno poi accertato che l’uomo lavorava alle dipendenze di un piccolo imprenditore dell’Agro-aversano.
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018
09/04/2013
Foggia
Un uomo di 44 anni è morto questa mattina a Foggia dopo essere caduto nella zona del Villaggio Artigiani presso una palazzina in demolizione. Si tratta di Benedetto Tucci, 44 anni. E’ accaduto intorno alle 11,30. Sono in corso le indagini per capire esattamente la dinamica dei fatti. L’uomo e’ stato trovato riverso per terra ai piedi di un cancello alto circa tre metri ma potrebbe anche essere precipitato da un’altezza superiore per poi andare a finire sul cancello. Probabilmente era impegnato in qualche lavoro di riparazione.
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017
09/04/2013
Palermo
Un operaio Giovanni Mannino, 41 anni, è morto stamane dopo essere stato investito da un camion che faceva retromarcia. Stava lavorando a Palermo nel cantiere per la realizzazione della linea tranviaria in via Leonardo da Vinci. A nulla e’ valso il tentativo di rianimarlo da parte dei medici del 118. I rilievi sull’incidente sono condotti dagli agenti della polizia municipale. Indagano anche i carabinieri.
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016
27/03/2013
Una distrazione, un piede in fallo, uno scivolone o un malore. Non sono ancora state stabilite le cause che hanno portato martedì alla fatale caduta da un`altezza di circa tre metri, di un uomo a Poggio Moiano, morto poco dopo. L`incidente è accaduto nel pomeriggio, intorno alle 16.30, nella cava di marmo del piccolo comune sabino, dove l`uomo lavorava da quasi sedici anni. L`operaio, R. S., 55enne di nazionalità romena, è precipitato, sotto gli occhi dei colleghi, sbattendo violentemente la testa a terra. Proprio il forte colpo, come riportato nel referto medico stilato dai soccorritori, sarebbe stato la causa del decesso. Immediatamente resisi conto della gravità dell`accaduto, i colleghi e il titolare dell`attività estrattiva hanno richiesto l`intervento dell`ambulanza del 118. Inutile però la corsa dell`equipaggio e del medico che, nonostante siano giunti tempestivamente sul posto, non sono riusciti a salvarlo.
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015
25/03/2013
Genova
Un operaio di 63 anni e’ deceduto stamani a Genova mentre stava effettuando lavori di manutenzione in un appartamento. La tragedia si e’ consumata in via San Martino, nell’omonimo quartiere. L’uomo e’ precipitato per dieci metri nel cavedio del palazzo. Sul posto personale del 118, il cui intervento si e’ pero’ rivelato inutile. La procura ha avviato le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente.
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014
22/03/2013
Cuneo
Incidente mortale sul lavoro a Bastia Mondovi’ (Cuneo), nel cantiere di costruzione di un tunnel sulla strada che collega il paese a Carru’. Un blocco di terra e cemento staccatosi da una parete della collina che l’impresa incaricata dei lavori sta perforando ha investito in pieno un operaio, schiacciandolo. I colleghi hanno tentato immediatamente di soccorrerlo ed hanno avvertito il 118. Quando i sanitari sono arrivati a Bastia, pero’, l’uomo era gia’ deceduto. Dell’incidente si stanno occupando i carabinieri e lo Spresal dell Asl Cuneo 1.
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013
20/03/2013
Milano
Un grave incidente stradale si e’ verificato la scorsa notte sull’autostrada A/8 Milano-Varese in direzione di Milano. Un operaio di un cantiere e’ morto e due automobilisti sono rimasti feriti. E’ accaduto poco prima di mezzanotte, quando a causa di un incidente fra due vetture nel tratto tra Lainate e la Barriera Nord del capoluogo lombardo, una delle macchine e’ carambolata in un cantiere stradale dove erano al lavoro alcuni addetti. Uno di essi, un lavoratore straniero di 47 anni, e’ stato investito in pieno ed e’ morto sul colpo.
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012
21/02/2013
Novi Ligure (Alessandria)
Incidente mortale sul lavoro ieri sera poco prima delle 22 sulla corsia sud dell’autostrada A7 Milano-Genova, in territorio di Novi Ligure. Antonio Curcio, 58 anni dipendente della ditta ”A7 Barriere Scfl” è stato schiacciato da un semovente a cingoli. L’uomo, alla manovra di un mezzo ”battipalo” stava eseguendo operazioni di ripristino delle barriere di protezione. Per cause in corso di accertamento e’ rimasto imprigionato tra il mezzo e il guard-rail.
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011
19/02/2013
Anagni (Frosinone)
Incidente mortale sul lavoro questa mattina ad Anagni, nel frusinate. Un operaio di quarantatre anni è precipitato da un’impalcatura da circa venti metri altezza ed è morto. E’ successo all’interno delle distillerie Bonollo, in localita’ Paduni. Indagano i carabinieri della compagnia di Anagni.
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010
18/02/2013
Agrigento
Sviluppi nell’inchiesta sulla morte dell’operaio Mario Cardinale di 52 anni, rimasto sepolto, lo scorso 6 febbraio, sotto una frana nella cava dove stava lavorando in contrada Gilbasa a Villafranca Sicula (Agrigento). La procura di Sciacca ha iscritto quattro persone sul registro degli indagati. Si tratta dei due titolari della cava di inerti, del direttore dei lavori e del responsabile della sicurezza. L’inchiesta e’ coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Moffa. Il cadavere di Cardinale e’ stato recuperato sette giorni dopo l’incidente, a causa della pericolosita’ della zona. Il provvedimento della procura e’ un atto dovuto in vista dell’autopsia sul corpo dell’operaio in programma domani e serve a permettere agli indagati di nominare dei periti che possano assistere all’esame.
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Villafranca Sicula (Agrigento)
I vigili del fuoco hanno recuperato oggi pomeriggio il cadavere di Mario Cardinale, l’operaio edile di Bivona travolto il 6 febbraio da una frana mentre, a bordo di un escavatore, lavorava nella cava Galbasa di Villafranca Sicula. Il corpo è rimasto sotto i detriti otto giorni. A complicare il recupero è stato il pericolo di ulteriori cedimenti. La procura di Sciacca ha disposto l’autopsia con l’obiettivo, tra gli altri, di risalire al momento esatto in cui l’uomo è morto.
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09
08/02/2013
Vercelli
Un ragazzo di 19 anni, di Buronzo, è morto oggi cadendo dal tetto di una cascina su cui stava lavorando a Rovasenda. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri e del personale del 118, il ragazzo era impegnato nella ristrutturazione del tetto quando parte della copertura è crollata: il ragazzo ha fatto un volo di diversi metri cadendo a terra e morendo sul colpo.
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08
04/02/2013
Ravenna
Un artigiano di 35 anni è morto in tarda mattinata all’ospedale ”Bufalini” di Cesena a causa delle lesioni riportate in un incidente sul lavoro accaduto verso le 8.30 a Castel Bolognese, nel ravennate. Sono intervenuti carabinieri e Medicina del Lavoro dell’Ausl. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo e’ precipitato per circa sette metri dal tetto di un capannone.
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07
31/01/2013
Milazzo (Messina)
Incidente mortale sul lavoro stamattina, poco prima delle 9, nel comune collinare di Fondachello Valdina (Me). Mentre stava ripulendo la grondaia di un capannone della ditta ‘La Fauci laterizi’, Giuseppe Mascolo, 52 anni, di Venetico, è morto dopo avere fatto un volo di sette metri. Immediati gli aiuti da parte dei colleghi di lavoro, ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Per ricostruire la dinamica dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro stanno indagando i carabinieri di Milazzo (Me), mentre nella stessa mattinata si e’ recato sul posto il magistrato della Procura di Messina, Federica Rende.
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06
29/01/2013
Palermo
Un imprenditore di 43 anni, Gabriele Abbate, è morto cadendo da un’impalcatura, in serata, a Partinico (Palermo). La ditta della vittima stava effettuando lavori di ristrutturazione della facciata dell’immobile. Abbate ha fatto un volo di alcuni metri ed è morto sul colpo. Indagano i carabinieri. (ANSA).
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05
26/01/2013
Brescia
Un moldavo di 59 anni residente in provincia di Brescia ha perso la vita oggi pomeriggio precipitando da un’altezza di circa 10 metri. L’uomo stava lavorando alla rimozione di lastre di amianto sul tetto di un capannone in via Lazzaretto, nella ormai ex fonderia Gervasoni. Per cause in corso di accertamento ha perso l’equilibrio ed è scivolato.
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04
21/01/2013
Varese
Un operaio di 55 anni è morto, colpito da un masso, nel cantiere dell’autostrada Pedemontana a Lozza, in provincia di Varese. Secondo le ricostruzioni l’uomo stamani era al lavoro in una galleria insieme ad altri operai, quando dalla struttura si è staccato un masso e lo ha colpito alla testa. L’operaio è stato trasportato dal personale del 118 all’ospedale di Varese, dove è morto a causa del trauma cranico. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale dell’Asl, che stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente.
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03
18/01/2013
Samolaco (Sondrio)
Un giovane operaio originario di Samolaco (Sondrio), Simone Sigismondi, 30 anni, da qualche tempo residente a Merone (Como), ha perso la vita in un incidente sul lavoro avvenuto in un cantiere di Bellinzona (Svizzera), dove con altri operai e tecnici era impegnato nella costruzione di una palazzina. All’improvviso, secondo le poche notizie giunte al momento ai familiari e amici della Valchiavenna, l’operaio è stato travolto da alcuni metri cubi di detriti staccatisi dalla parete dello scavo profondo circa 3 metri nel quale si trovava al momento del drammatico incidente.
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02
12/01/2013
Brescia
E’ morto all’ospedale ‘Mellino Mellini’ di Chiari un artigiano bresciano di 45 anni che ieri mattina era precipitato da un tetto in un cantiere a Cologne, nel Bresciano. L’uomo, Andrea Cavalleri, è caduto da un’altezza di circa dieci metri mentre stava lavorando ad un balcone. Le sue condizioni erano apparse subito gravi ed era stato trasportato all’ospedale di Chiari dal 118 chiamato dai suoi colleghi di lavoro. Il 45enne era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva, ma non è sopravvissuto ai traumi riportati nella caduta.
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01
06/01/2013
Piacenza
E’ morto l’imprenditore piacentino Marco Belloni, 44 anni, caduto da un ponteggio giovedì a Molinazzo di Pecorara. I traumi causati dalla caduta da un’altezza di alcuni metri, dopo aver messo un piede in fallo mentre stava montando una struttura metallica in un capannone, erano apparsi subito molto gravi ai soccorritori del 118. L’uomo, residente a Castelsangiovanni, era stato trasportato con l’eliambulanza all’ospedale Maggiore di Parma e ricoverato nel reparto di rianimazione.
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Continua al prossimo commento ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Continua dal commento precedente …..
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Nel mentre, le oppresse, appartenenti alla stessa organizzazione ( meno del 14% e sistemate in scomodissimi e rischiosissimi lavori d’ufficio), la FILLEA CGIL, cercano di liberarsi dal giogo dello sfuttamento:
LAVORATRICI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI: IN CRESCITA, QUALIFICATE MA SPESSO A META’ TEMPO.
DONNE FILLEA CGIL: PIU’ FORTI SUL LAVORO, PIU’ FORTI NEL SINDACATO. OGGI A ROMA L’ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE LAVORATRICI E DELLE DELEGATE FILLEA CGIL
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Una volta letto l’articolo vi chiederete, legittimamente, perchè l’ho inserito in questo post.
Il maschilismo uccide anche gli uomini
Beh…. visto che, come riportato dall’articolo
…
“Nella lotta per il dominio sociale, gli uomini tendono a scontrarsi tra loro per la conquista del potere, in forme competitive e comportamenti spesso pericolosi per la salute”, spiegano i ricercatori americani.”
…
anche il sottoscritto auspica che il maschilismo venga debellato in ogni dove e si arrivi quindi a vedere anche nella ridotta ultra-maschilista dei lavori pesanti, rischiosi e pericolosi un effettiva parità di genere.
O No?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2014/02/17/Anmil-ogni-anno-250000-infortuni-donne_10091791.html
Anmil,ogni anno 250000 infortuni a donne
Duemila diventano disabili,quasi 1 su 4 costretta a licenziarsi
17 febbraio, 17:25
>
Anmil,ogni anno 250000 infortuni a donne (ANSA) – ROMA, 17 FEB – 250 mila donne ogni anno in Italia subiscono infortuni sul lavoro e malattie professionali e circa 2.000 sono colpite in modo così grave da diventare disabili.
Sono i dati illustrati dall’Anmil (Associazione mutilati e invalidi del lavoro) in una ricerca presentata al Senato. Il 23,5% delle disabili afferma di aver perso il lavoro perché spinta a licenziarsi e il 22,5% denuncia una doppia discriminazione come donna e come disabile.
@@@@
Gli infortunati di sesso maschile quanti sono? E quanti sono gli uomini che in seguito a infortuni diventano disabili? Sicuramente tanti di più delle donne.
Tiziano(Quota) (Replica)
…..
Qui c’è tutto: http://www.inail.it/internet/default/Statistiche/Bancadatistatistica/index.html
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sono sociologo, studio i temi della condizone maaschile, ho pubblicato un libro “Maschi” ed. il Mulino, 2012; sto preparando un libro sugli uomini italiani; Vi chiedo se disponete di dati specifici di ricerche, statistiche, ecc. oltre a quelli ufficiali (Istat) su vari aspetti della vita degli uomini italiani (es. salute, lavoro, educazione, ecc.). Cordiali saluti
Arnaldo Spallacci(Quota) (Replica)
L’amico Arnaldo ha lasciato anche i suoi recapiti telefonici, chiuque li volesse può scriverci e saremo ben lieti di darglieli.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Se 250.000 donne subiscono infortuni, il corrispondente maschile a criteri identici è decine di milioni di maschi che subiscono infortuni, naturalmente silenziati. Praticamente tutti i maschi italiani.
Una domanda: non è che gli infortuni al femminile sono definiti come l’ ISTAT ha definito le violenze nella griglia di domande delle sue interviste telefoniche? Per cui è violenza dire: “Cavolo ma sei pettinata da schifo stamattina”.
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
….
Nel mio ultimo commento ho messo il link alla banca dati dell’Inail. Lì si può trovare tutto. Almeno per quel che riguarda infortuni e malattie professionali per lavoratori registrati.
Comunque riporto un’immagine da lì ricavata:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Arnaldo Spallacci,
…..
Gentile Arnaldo
innanzitutto benvenuto. Come avrà sicuramente capito siamo un movimento maschile e non un istituto di statistica. Con questa mia non voglio essere assolutamente polemico. Anzi.
Però, purtroppo, non avendo un polmone finanziario adeguato, che possa permetterci analisi non proprio mainstream (ad es. una ricerca sulla violenza familiare complessiva, in tutte le direzioni e sfaccettature, cosa che all’estero già avviene) tocca adeguarci. Nel senso che, alla luce del nostro percorso ideale, analizziamo, evidenziamo, critichiamo quello che passa il convento.
Cerchiamo di portare alla luce quello che altrove viene non nascosto, questo no, ma “mimetizzato” o presentato come un “non problema” o come inevitabile necessità “accessoria” al sistema socio-economico-culturale che ci è dato di vivere.
Il post in cui è intervenuto, i morti sul lavoro, ma anche i suicidi, la questione carceraria, la violenza domestica come problematica biunivoca, sono i primi che mi vengono in mente.
All’uopo le allego, sempre con li conosca già, dei link:
http://www.vittimologia.it/rivista/articolo_macri_et_al_2012-03.pdf
http://www.adiantum.it/public/news/92201413645b.pdf
http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/pelizzari.pdf
http://www.ristretti.it/
https://www.uominibeta.org/articoli/italia-2013-il-suicidio-ai-tempi-dellipercapitalismo/
(l’ultimo link è una mia ricerca personale che come potrà notare riporta un numero diverso di suicidi “economici” dall’ultima pubblicazione del Link Lab, peraltro anchesso un ente privato).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sicurezza sul lavoro, “serve una prospettiva di genere”
La senatrice Amati interviene alla presentazione dell’indagine di Anmil sulle condizioni delle lavoratrici infortunate. “Serve centro per il monitoraggio della tutela di genere per i rischi professionali”. Bettoni: “Ingiusto trattare in modo eguale situazioni diverse”
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ROMA – “In ambito lavorativo, nonostante i progressi fatti verso il raggiungimento dell’uguaglianza formale fra i generi, l’obiettivo dell’uguaglianza sostanziale rimane ancora lontano, non solo per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, ma anche rispetto alla sicurezza e alla tutela della salute delle donne lavoratrici”: è quanto ha dichiarato Silvana Amati, componente della commissione per la Tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, intervenendo oggi alla presentazione dell’indagine dell’Anmil sulle donne vittime di infortunio sul lavoro o malattia professionale. “A livello nazionale, internazionale e comunitario è ormai considerato indispensabile integrare in tutti gli ambiti una dimensione di genere, che riconosca le specificità di donne e uomini”. E’ quanto è già avvenuto nell’elaborazione di alcune normative in materia, come il Testo unico sulla Salute e la sicurezza sul lavoro (2008), “che – osserva Amati – include l’attenzione alle differenze di genere nella valutazione dei rischi, ma anche i recenti lavori della Commissione Diritti Umani del Senato, di cui sono membro”. Anche nell’aggiornamento del nomenclatore tariffario, oggetto di studio e di discussione, “state ascoltate le testimonianze di due donne colpite da patologie fortemente invalidanti, Alessandra Incoronato e Luisa Panattoni, e della dottoressa Agati, presidente del Centro studi e Ricerca ausili tecnici per persone disabili della Confindustria”. Ora, con il Ddl 55, “elaborato con il fondamentale contributo dell’Anmil ed ora assegnato alla commissione Lavoro del Senato, vogliamo adeguare la tutela per i rischi professionali delle lavoratrici alle specificità di genere. Attualmente, la mancata considerazione delle specificità di genere implica una sottostima delle conseguenze degli infortuni lavorativi, sia dal punto di vista fisico che psicologico”.
Una prospettiva di genere deve essere adottata anche nelle “misure a sostegno del reinserimento professionale”: tra queste, il Ddl prevede “l’introduzione di un’integrazione temporanea alla rendita per la lavoratrice infortunata con figli minori di tre anni, prevalentemente affidati alle cure materne”. Perché l’obiettivo sia raggiunto, “sarà indispensabile costituire un Centro per il monitoraggio della tutela di genere per i rischi professionali, presieduto dalla Consigliera nazionale di parità e all’interno del quale operino rappresentanze del mondo del lavoro e dell’impresa”.
Ora, l’indagine Anmil, che segue la traccia di quella svolta 10 anni fa sullo stesso tema, vuole “dar modo di riflettere su cause e soluzioni riguardanti un tema fra i più inesplorati già nell’immaginario collettivo – ha detto Franco Bettoni, presidente Anmil – quello delle donne che lavorano, in qualsiasi momento della giornata, secondo noi, e che anch’esse si infortunano e si ammalano di patologie proprie del lavoro che svolgono ma anche di quelle dei loro compagni di cui lavavano tute ricche di fibre di amianto. Dieci anni fa – ha ricordato Bettoni – ne è nata la prima indagine svolta su un target assolutamente sconosciuto e da conoscere. Riproponendo questa indagine – ha detto ancora Bettoni – abbiamo scoperto che molto è rimasto uguale, ma non tutto è rimasto uguale: sono sorte nuove opportunità e nuove conoscenze sulle fonti di rischio e danno, soprattutto per le malattie legate, con fili più o meno robusti al lavoro, al mestiere o alla semplice produzione industriale. Anche quest’anno, quindi, abbiamo voluto confermare l’impegno di concretezza scientifica riproponendo le categorie di dati all’epoca utilizzati, con l’ulteriore garanzia del medesimo operatore responsabile. È un primo passaggio, con dati grezzi da meditare e elaborare partendo dalle prime considerazioni riportate più ampiamente di seguito, che già mostrano una sostanziale identità di conclusioni per alcuni temi, rendendo così giustizia al nostro impegno volto in questi dieci anni a rivendicare migliori tutele, ma anche a valorizzare componenti e aspetti meno noti del lavoro femminile con le sue caratteristiche e complessità che si riflettono, poi, su come la persona invalida, in questo caso donna, vive la sua menomazione. E restiamo fermi, nel batterci contro l’ingiustizia di trattare in modo eguale situazioni e persone che eguali non sono”.
(18 febbraio 2014)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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ROMA – “In ambito lavorativo, nonostante i progressi fatti verso il raggiungimento dell’uguaglianza formale fra i generi, l’obiettivo dell’uguaglianza sostanziale rimane ancora lontano, non solo per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, ma anche rispetto alla sicurezza e alla tutela della salute delle donne lavoratrici”: è quanto ha dichiarato Silvana Amati, componente della commissione per la Tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, intervenendo oggi alla presentazione dell’indagine dell’Anmil sulle donne vittime di infortunio sul lavoro o malattia professionale.
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Questa è l’ ennesima dimostrazione del fatto che le femmine al potere sono peggiori degli uomini (che già di disastri ne combinano parecchi), i quali, però, a differenza delle politichesse NON si occupano mai di “questioni di genere”, tanto meno considerano più importante la salute (quindi la vita) dei propri colleghi di genere, nonostante i medesimi siano molto più colpiti da infortuni e malattie professionali e siano la quasi totalità dei morti sul lavoro. Anzi, costoro fanno di tutto per compiacere l’ ex “gentil sesso”. Ad esempio, un Barnard in versione femminile non esiste, proprio perché alle femmine di potere non importa assolutamente nulla della condizione dell’uomo: per loro esistono solo le donne.
(Già questo è un buonissimo motivo per non votare una femmina).
…
Daniele(Quota) (Replica)
Prendiamo per buona la necessità di una prospettiva di genere. I dati nudi e crudi ci dicono che una vera, autentica, prospettiva di genere, sarebbe quella per cui si dovrebbe puntare alla riduzione degli infortuni maschili sul lavoro, che come è noto ma taciuto, rappresentano oltre il 90% del totale. Punto e basta. Il resto è fuffa e truffa.
Fino al ridiclo, come quando si scrive questo:
..”secondo noi, e che anch’esse si infortunano e si ammalano di patologie proprie del lavoro che svolgono ma anche di quelle dei loro compagni di cui lavavano tute ricche di fibre di amianto.”
Insomma, invece di preoccuparsi di chi quelle tute le indossa ogni giorno, ci si preoccuoa di chi le lava. I maschi non pietiscono, non chiedono protezioni speciali. Semmai si battono, in modo sacrosanto, per ridurre i rischi di tutti. Ma non possono tollerare che la realtà venga stravolta fino a rovesciarla del tutto.
armando
armando(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
E’ opportuno fare all’Anmil richiesta formale ed ufficiale dei documenti relativi alla ricerca che ha portato ai dati forniti sugli incidenti femminili sul lavoro. Di primo acchito sembrano dati “politici” sostanzialmente simili a quelli che sostengono che di femmine ne uccidono più i maschi di qualunque altra causa. Fino a ieri nessuno aveva mai sentito parlare dell’Anmil. Comunque ben arrivati sulla scena e a servizio del maistream mediatico. Adesso però mi devono dare conto ufficialmente dei loro conteggi. Di dati inventati ce ne fanno sorbire già troppi.
cesare(Quota) (Replica)
Bisogna dire che quando ci si mette Barnard e`un mito.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Caro Cesare, come ricorderai giacché la prima info venne proprio da te, persino gli incidenti domestici colpiscono (sia pure di poco) più M che F.
Il racconto maschile della totalità della storia: nientedimeno che questo ci manca.
C’è lavoro per le generazioni maschili future.
Tanto lavoro.
Sì, proprio come ha scritto Fabrizio: senza un racconto globale maschile del maschile non si cambia il contesto (Gestalt) e perciò non si vede nulla.
Né il visibile/credibile, né l’invisibile/incredibile.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Si Rino, ero ad un corso sulla sicurezza del lavoro e connessa legislazione. Il docente arriva agli incidenti in casa e domanda alle persone che seguivano il corso fra i quali imprenditori e responsabili della sicurezza di grandi e medie imprese:” Secondo voi quali persone sono più colpite dagli incidenti domestici?”. La risposta fu unanime: praticamente in coro ad una sola voce i presenti risposero:” Le donne, le casalinghe!”. Il docente fra la sorpresa generale, anzi nella incredulità generale, disse: “No, sono i maschi. E gli incidenti domestici maschili sono più gravi di quelli in cui incorrono le donne. Se ci pensate chi sale sulle scale o sul tetto per aggiustare tapparelle o grondaie? Chi aggiusta prese o elettrodomestici? Chi maneggia martelli, lame, fiamme, falcetti,: tagliaerba, ecc.? Chi interviene a sistemare situazioni di rischio che si siano determinate nell’ambiente domestico a protezione dei suoi familiari? La risposta è: sono i maschi. E sono pertanto i maschi che più frequentemente delle donne si feriscono in modo grave e muoiono per incidenti domestici”.
E’ proprio vero Rino: la narrazione femminista rovescia sempre, e dico sempre, i termini della realtà e fa sempre e dico sempre male ai maschi. E per questo motivo non è in grado di assurgere al carattere di narrazione universale. Quella maschile invece ci riesce seppur con grandi errori nel significato di errare. Cioè di provarci almeno.
Già che siamo in tema auguro a Matteo Renzi di non farsi interprete della narrazione femminista. Non faccia insomma le puttanate femministe e genderiste alla Hollande perché in tal caso la sua politica, il suo “vaste programme” all’italiana, è già finito prima ancora di cominciare. I tempi stanno cambiando e sempre meno persone accettano il massacro del buon senso e dell’Umanità perché dei maschi opportunisti e psicolabili non sanno dire no a donne capricciose cui è mancata nell’infanzia la presenza di una “tata (o di un “tato”) Lucia”..
cesare(Quota) (Replica)
Non è che falsifichino i dati. Molto semplicemente li omettono … *dash*
Da parte loro mi meraviglierebbe il contrario.
http://www.anmil.it/Iniziative/LANMILperledonne/Indaginedonne2014/tabid/2563/Default.aspx
…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Come ho scrtto anche su FB è proprio questo tipo d’approccio, l’ottica in cui vedono e vorrebbero “risolvere” determinati problemi a rinforzarmi, se mai mi venisse qualche dubbio, nelle mie convinzioni.
Il femminismo reale, non quello immaginato da qualche anima bella (lo dico senza intento denigratorio, anzi) è un ideologia divisiva e sessista. Intimamente reazionaria.
E non è un caso che si affermi trionfalmente proprio in questo periodo di trionfante iper-liberismo e capitalismo turbofinanziario e contemporanea distruzione dei diritti minimi reali. Quelli guadagnati con il sangue.
Purtoppo è anche ideologia di sistema e fino a che quello non cambia inutile illudersi.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Caro Cesare, fattelo dire da un fiorentino. La tua speranza su Renzi credo proprio sia mal riposta. Per quello che vedo io Renzi non ha convinzioni profonde, se non il rimasticamento di luoghi comuni del mainstream. Piuttosto ha convenienze, in nome delle quali passerebbe sopra anche a quelle poche e superficiali convinzioni. Sarei felice di essere smentito, ma finora non si è sentita da lui una sola parola chiara (e se volesse ne avrebbe possibilità ogni giorno).
armando
armando(Quota) (Replica)
Alessandro(Quota) (Replica)
come si parla di lavoro ,vi linko questo video ,davvero divertente ,ma che fa riflettere
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Video formidabile. Diceva un grande scrittore, mi sembra fosse Chesterton, che verrà un giorno in cui dire una cosa di totale evidenza, sarà reato. Adesso le considerazioni di questo intrattenitore, assolutamente di quotidiana evidenza, mi appaiono formidabili. Fra qualche mese sono in approvazione leggi da parte della “sinistra rosa” e “viola”, per cui sarà reato di discriminazione dire che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma. E forse un video così sarà censurato e punito chi lo diffonde. Ma una volta da quelle parti non si parlava di libertà e di liberazione?
cesare(Quota) (Replica)
http://www.umbria24.it/terni-si-ribalta-la-gru-e-finisce-nel-fiume-nera-sospese-le-ricerche-delloperaio-disperso-in-acqua/264375.html
Daniele(Quota) (Replica)
Guardatevi anche questo (se potete mettere il video.direttamente qui):
Ethans(Quota) (Replica)
Thanks…
Ethans(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
vedo solo ora il video…devo dire niente male…bene, bene, prendiamo atto…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ethans,
ottimo anche questo, Ethans, forse addirittura più incisivo…naturalmente li ho entrambi condivisi sulla mia bacheca di Facebook…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Propongo di mettere in evidenza in una rubrica del sito, magari delle lettere, questi due video del comico americano: sono molto significativi. Infatti, dopo averli visti si ha l’opportunità di mettere a fuoco la dimensione della “letteratura e dell’arte comica” in Italia, arte che è tradizionalmente dono degli spiriti liberi. Si capisce infatti che i nostri comici Italiani al confronto, hanno invece in testa, nella stragrande maggioranza, una vite di bloccaggio, una mordacchia che impedisce loro di ridere e far ridere di quell’immenso tesoro di comicità offerto dal femminile di sempre e dall’odierno femminile militante. Che ne è allora degli spiriti liberi?
In merito una considerazione la si può fare: Il comico che ride solo dei temi cari al padrone e tiene d’occhio i resti del suo pasto, come del resto gli amici a quattro zampe sotto il tavolo della ricca mensa padronale, non è un comico ma un giullare che è tale dopo aver, da spirito libero, sperimentato le legnate che il suo signore gli somministra quando esce dal seminato. Abbiamo sentito i nostri comici ridere del maschile, e immediatamente la mente corre a nomi divenuti famosi che su questo tema hanno costruito la loro comicità traendone vantaggi come da una vincita al Lotto. Nessuno si è distinto ridendo del femminile se non con grande cautela e timidezza. Praticamente l’intera categoria si è imposta l’autocensura. In Italia non abbiamo spiriti liberi nell’arte della comicità ma solo giullari?
cesare(Quota) (Replica)
ho tradotto questo altro video di Bill Burr ma non ho messo i sottotitoli direttamente al video perché sono troppo pigro per farlo
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Cerco di imparare a combattere le mie battaglie con le donne, sono così stupido da discutere sempre con loro. una volta uscivo con una tipa molto addentro alle tematiche femminili e una volta mi ha chiesto: spiegami questo, perché gli uomini guadagnano di piu all’ora per fare lo stesso lavoro delle donne?
te lo dico io perché: perché nel caso fossimo sul Titanic che affonda, per qualche cazzo di ragione
a te tocca salvarti assieme ai bambini, a me tocca morire. per questo guadagnamo di piu. pensateci: se c’è una casa in fiamme è sempre “prima le donne e i bambini”. a me tocca restare con il retro della mia maglietta che prende fuoco mentre urlo: “scappate gente, scappate!” io la vedo così: un dollaro in piu all’ora è una tassa da pagare perché se succede qualche casino io resto, devo restare o mettermi in mezzo a dare il via agli altri che scappano.
c’è un rumore notturno e tocca a me andare a controllare “si, ha proprio un coltello!”
quando ci sono degli ostaggi per chi si negozia prima? “lasciate andare le donne e i bambini!” e io invece? i proiettili feriscono anche me, perché cazzo devo restarmene nel caveau?
ma dico io: dove sono tutte le femministe in quelle situazioni? non le trovi! non ci sono femministe quando c’è un incendio, statene certi. perfino la femminista piu sfegatata, quella con le treccine corte che ti dice quanto sei bastardo e tutto il resto, se scoppia un incendio si scioglie i capelli e grida “sono solo una ragazzina, lasciatemi andare a giocare!” e ti lascia in una casa che brucia come se tu fossi a prova di fuoco! ma non voglio essere stronzo,
non dico sia giusto che un uomo guadagni un dollaro in piu all’ora per lo stesso lavoro, sto solo dicendo che se vuoi guadagnare quanto me, quando la barca affonda devi restarmi vicino a sentire il tizio
che suona il violoncello, poi puoi prenderti l’ufficio di lusso, i benefit e tutto quello che vuoi…
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
https://www.uominibeta.org/articoli/faq/comment-page-1/#comment-153123
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.unita.it/sociale/camillo-e-domenico-aquila-terremoto-pensioni-fornero-usuranti-lavori-cantieri-edili-fillea-cgil-1.562516
Camillo, con i baffoni, ha 60 anni, la prima volta che e’ entrato in un cantiere ne aveva 17. Domenico 63. Lavorano entrambi in un grande cantiere della ricostruzione privata nel centro storico de L’Aquila. C’e’ la buona notizia, a L’Aquila e’ partita la ricostruzione, ma il fatto che questi due lavoratori stiano sui ponteggi suscita qualche riflessione. A 63 anni la vista non e’ piu’ quella di una volta, le ginocchia dolgono, la forza e la soglia di attenzione diminuiscono. Sono tutti motivi per cui nei cantieri, sentire o leggere che si discute di prepensionamenti nelle amministrazioni pubbliche, ha mandato i lavoratori su tutte le furie. “Stare dietro una scrivania” dicono “e’ molto diverso che fare i muratori, nei cantieri si invecchia molto di piu'”. Eppure Camillo e Domenico non fanno, secondo la legge Fornero, un lavoro usurante, e dovranno salire sui ponteggi fino a 67 anni.
Domenico, dopo la pausa pranzo, e’ tornato su’, con caschetto, guanti, scarpe di sicurezza. L’eta’ pensionabile non e’ la sola ragione di rabbia e di difficolta’ per gli edili. Quello delle costruzioni e’ un lavoro da sempre flessibile, quando finisce un cantiere si va in cig ma, con il sistema contributivo, e’ per loro quasi impossibile maturare gli anni per la pensione di anzianita’, tanto piu’ che, soprattutto per i giovani, e’ frequente l’uso del lavoro nero e del lavoro grigio, il quale consiste in una busta paga non veritiera che denuncia meno ore lavorate delle effettive. Dietro queste difficolta’ si annida la ragione per cui sono aumentate le ore di malattia nel settore. La malattia e’ l’unico modo, per chi e’ in regola, di guadagnare in modo decente.
Rita(Quota) (Replica)
http://www.slideshare.net/ascuoladiprevenzione/mai-pi-ferite
Non è fatto male ,anzi il disegno e i testi sono ben chiari , anche con i dati ,però ancora una volta qui non si dice che la stragrande maggioranza sono uomini (anche se il protagonista è un uomo e suo figlio) il motivo lo sappiamo bene il perchè ..ad esempio la violenza sulle donne si esprime chiaramente dove sta il male ,mentre dire qui che gli uomini spesso muoiono fa cadere il castello del patriarcato in modo evidente ma ,aspettando momenti migliori , il fumetto merita eccome
Mauro recher(Quota) (Replica)
Effettivamente la notizia è fuoriluogo in questo thread. Qui si parla di morire per portare a casa la pagnotta e a Google non penso abbiano di questi problemi.
Ma evidentemente il problema delle quote femminili si pone proprio per questo. Nelle società edili per esempio, perlomeno nei rami bassi (nei cantieri), il problema non si pone proprio.
Google, uomini il 70% dei dipendenti. E l’azienda fa ‘mea culpa’
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=9166
4/9/1904, l’esercito spara sui minatori che protestano per l’anticipo dell’orario invernale e la riduzione delle ore di pausa nelle ore più calde. Da lì partirà il primo sciopero generale nazionale
http://www.iniziativalaica.it/?p=4983
1904 – Si conclude con successo il primo Sciopero Generale dei lavoratori italiani, proclamato dal Partito Socialista e dalla Camera del Lavoro di Milano diretta da Arturo Labriola. E’ stato proclamato il giorno 15, in solidarietà per l’uccisione, da parte delle truppe inviate da Giolitti, di 4 minatori sardi, durante una rivolta operaia scoppiata per reclamare migliori condizioni lavorative e salari più alti e avvenuta il 4 settembre 1904 nelle miniere di Buggerru. Ogni attività del paese rimane paralizzata: i giornali non escono, le fabbriche si fermano, i servizi pubblici non funzionano e a Venezia perfino i gondolieri incrociano le braccia.
Buggerru, paesino di circa 9mila abitanti, le miniere erano di proprietà di una Società anonima francese “Malfidano”; il direttore era un greco di origini turche, l’ingegner Achille Georgiades. A Bugerru tutto apparteneva alla società francese, anche i circa 2mila operai delle miniere, flagellati dalla silicosi e dalla tubercolosi. I salari erano da miseria, si lavorava “solo” 12 ore al giorno, i turni dentro la miniera non erano mai inferiori a 9 ore, non c’era contratto di lavoro, né riposo settimanale.
La goccia della rivolta fu l’ordine di anticipare l’orario invernale e quindi di non avere più due ore di riposo, ma una sola ora. Si iniziò lo sciopero il 2 settembre, il 4 da Cagliari arrivarono due compagnie del 42° reggimento di fanteria e spararono sulla folla inerme. Quattro morti, decine di feriti. Il 7 settembre il lavoro riprese e la compagnia concesse 3 ore di riposo nell’intervallo. L’11 settembre si organizza a Milano un comizio contro l’eccidio sardo. I socialisti si dividono tra attendisti e decisionisti, si vota per lo Sciopero generale. Il mantovano Duroni diventa il portabandiera dell’iniziativa. Dal 16 al 21 settembre parte lo Sciopero Generale. Milano, Monza, Genova, Torino, Parma, Alessandria, Savona, Bologna, Varese, Ancona, Piombino, Roma, le prime città che aderiscono, segue l’Emilia e la Puglia.
Lo sciopero fu l’ultima atto di rottura politica tra i Socialisti e il governo Giolitti. e può essere considerato lo specchio della situazione del socialismo italiano. Lo sciopero si estese a tutta l’Italia settentrionale, ai principali centri operai di quella centrale, toccando anche l’Italia meridionale e insulare. Ovunque ebbe i suoi centri di forza e di propagazione nelle località in cui l’organizzazione di classe aveva posto più solide radici, sia nelle città che nelle campagne. Notevolissima fu la risonanza dello sciopero non solo all’interno dell’Italia, ma anche nelle socialdemocrazie europee, come prima effettiva prova di forza generalizzata della classe operaia italiana. Un prestigioso commentatore della Neue Zeit sottolineava accanto al successo dello sciopero, i limiti di “educazione socialista”, cioè organizzativi del movimento operaio italiano. Paragonata per numero di addetti nell’industria e per forza organizzativa sindacale la situazione italiana rispetto alla tedesca restava arretrata, ma il quadro sociale e professionale era in forte mutamento.
Agli inizi del ’900, al posto delle vecchie “leghe di resistenza” su base semi-artigianale nascono le nuove “federazioni di mestiere“, organizzazioni a carattere nazionale che vogliono raccogliere tutti i lavoratori occupati nei singoli rami industriali. Dopo il grande sciopero di Genova del dicembre del 1900, fino al 1903 si moltiplicano gli atti costitutivi delle Federazioni. Sono i metallurgici e i ferrovieri con i loro iscritti, ad essere i settori all’avanguardia, come lo erano stati i tipografi nell’ultimo decennio dell’800.
Nell’anno 1904 gli scioperanti dell’Industria furono 124.834, a fronte dei 94.756 dell’Agricoltura, ad indicare quanto cominciasse a mutare la composizione sociale del fronte sindacale e politico italiano. Fino ad arrivare nel 1909 a questi numeri: Industria 149.556, Agricoltura 47.576 aderenti agli scioperi. Scioperi proclamati 952 nell’Industria, 140 nell’Agricoltura.
Lo sciopero generale del 1904 manifestò l’esistenza di una consistente forza operaia, capace di coordinarsi sul piano nazionale, e di diventare protagonista della vita politica, con cui qualunque governo avrebbe dovuto misurarsi. Definito “le cinque giornate” di settembre, lo sciopero riflette la diffusione del movimento socialista sul piano politico e sindacale. Si manifestò in quell’occasione, anche lo scontro tra la linea di Arturo Labriola che era per lo sciopero a oltranza, fino alla caduta del governo, e quella più moderata e riformista di Turati, favorevole ad una limitazione della protesta. Mancarono allo sciopero i ferrovieri, duramente minacciati da sanzioni governative. Proprio in questa occasione i Cattolici, fino allora congelati in politica dal non expedit papale, cominciarono ad essere politicamente attivi e sostennero il governo con la loro maggioranza. Il papa aveva scomunicato R. Murri , della corrente “democrazia cristiana”, impegnato a costituire nelle grandi aree agrarie del Nord, le “leghe bianche” contro le leghe sindacali rosse, ma diede via libera al sostegno parlamentare del governo Giolitti, diventandone la più valida stampella. Nel periodo che va dall’età crispina a quella giolittiana, il ceto politico dirigente rimasto un’oligarchia priva di ricambio al vertice, incapace di una più moderna organizzazione di partito e legata a una concezione di “ottimati” paternalistica e rurale, tentò di reagire all’avanzate delle forze politiche più moderne, in particolare al movimento operaio, arroccandosi in modo chiuso e cercando di ridurre tutta la questione sociale ad una questione di ordine pubblico. La reazione fu quella di rendere compatto l’intero fronte delle classi proprietarie intorno a un progetto di rifondazione autoritaria delle Stato. (U. Levra)
Gli scioperi che si susseguirono negli anni 1901 e 1902, sia nel settore agricolo che in quello industriale, sia nel più sviluppato Nord che nel Sud del paese, dimostravano che le riforme giolittiane non arrivavano ad incidere sulla precaria situazione sociale, soprattutto di quella meridionale, abbandonata e presa in considerazione solo come un serbatoio di voti da ottenere con la corruzione dei deputati meridionali, gli “àscari “del governo, con le pressioni dei prefetti e l’uso della mafia.
Gli intellettuali meridionali, come Gaetano Salvemini, non si stancavano di accusare Giolitti, il “ministro della malavita“. Fu questa in fondo, l’essenza della crisi di fine secolo per l’Italia: l’incapacità della classe politica liberale di assumere come interlocutore privilegiato il nascente movimento operaio al fine di legarlo più strettamente alle istituzioni, facendone un canale di integrazione delle masse nello Stato. Era un modello di politica giolittiana, ma la sua traduzione parlamentare fu quella di alleanze trasformistiche, ma fondamentalmente conservatrici, utilizzando in questo disegno le forze cattoliche: il paese aveva l’esigenza di riforme radicali, che se non soddisfatte avrebbero causato quella estremizzazione delle classi sociali che, dopo l’intervallo fuorviante, voluto dalla classe dirigente, della Prima guerra mondiale, giungerà al culmine nel dopoguerra con la rivoluzione fascista preventiva del ceto medio e del ceto industriale, contro i presunti sovversivi
Rita(Quota) (Replica)
Lo metto qui ..potrebbe non centrare nulla… potrebbe
Va beh ,chi ha scritto questo è la Zanardo ,molto probabilmente è partita per la tangente ….
E’ MORTA L’ORSA DANIZA
A me spiace moltissimo, qui a casa siamo tutti disperati/e. Pare l’abbiano uccisa. Vedremo.
Intanto riflettevo.
Forse l’ORSA è stata uccisa e GIUSTAMENTE si sta scatenando il putiferio in rete. Ho appena ricevuto una petizione che chiede le dimissioni del sindaco di Trento, e l’ashtag tra i piu cliccati è dedicato a DANZICA.
Uccidono un ragazzo nero e in USA la gente comune organizza GIUSTAMENTE UNA GRAN PROTESTA che dura giorni.
Se dovessimo valutare dalle manifestazioni di protesta, vale più la vita di UN ORSO e di un RAGAZZO NERO di quella delle donne. Mai visto protestare con questa veemenza per un femminicidio.
Mi piacerebbe valere almeno come un’orsa.
Adesso ,vado a memoria, ma una protesta per i morti sul lavoro ,qualcuno se la ricorda …. dicono che i femminicidi sono crimini di stato ,e le cosiddette morti bianche invece? Più morti dello stato di quelle che fanno lavorare in posti non a sicurezza ?
Quindi ,seguendo il suo pensiero (anche un pochino razzista) —–orsa= ragazzo nero > donna >>> morto sul lavoro (che sono principalmente uomini) …come suona ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Tanta commozione per l’orsa e i suoi piccoli; pensate che se si fosse trattato di un orso sarebbe stato lo stesso? Si sarebbe letto: “L’orsa difendeva coraggiosamente i piccoli, l’orso violento e crudele azzanna l’inerme cercatore di funghi”.
Di queste riletture da etologia femminista gli etologi che hanno famiglia ne hanno propinate in questi anni a iosa: dai leoni che fanno niente mentre le leonesse sgobbano ai coccodrilli che si mangiano i coccodrillini appena sfornati dalla tenera mamma coccodrilla, e via sciocchezze “scientifiche” sciorinando a dimostrare come il femminismo sia riscontrato anche tra le bestie.
Dunque anche per l’orsa, di cui sono anch’io dispiaciuto, siamo sempre nell’ambito valoriale di tipo sessista da cui nasce la fantasia del femminicidio e l’orsa non a caso era una femmina. Stia serena la Zanardo: i principi cui si ispira sono rispettati anche nella valutazione dei comportamenti umani verso gli animali: di femminicidio si tratta anche per l’orsa.
Per le migliaia di maschi morti sul lavoro si sa che come i leoni maschi che muoiono per difendere il territorio da altri leoni e predatori, se la vanno a cercare.
E siccome siamo nell’ambito dello sragionare al femminile diventato pubblico sentire, posto qui anche questa nota: ricordo alle “donne pacifiche per natura” e ai “circoli degli uomini in via di rieducazione alla Pace Femminile”, che dopo la nostra ineffabile gira-di-valzer Mogherini, la nostra onnipotente signora Merkel è in prima fila a chiedere sanzioni e dispiegamento di forze militari contro la Russia e questo nonostante gli accordi di pace tra Ucraina e Russia.
La guerra in Europa si avvicina e in prima fila a spingere verso la guerra non voluta dai popoli chi ci troviamo?
cesare(Quota) (Replica)
Cesare.
>>>
Di queste riletture da etologia femminista gli etologi che hanno famiglia ne hanno propinate in questi anni a iosa: dai leoni che fanno niente mentre le leonesse sgobbano ai coccodrilli…
>>>
Così è. Si parla ormai direttamente di stupri anche nel mondo animale.
Si supera di anno in anno ogni limite immaginabile.
Perché non c’è nessuna forza che limiti l’espansione di questa pestilenza. Sua sponte non si limita e non si ferma.
Non ci sono argini, perciò dilaga e percola in ogni dove.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
la morte di un altro oppressore
E questo come lo chiamiamo?
Infortunio mortale sul lavoro questa mattina alle Acciaierie Valbruna di Vicenza, in zona industriale. Secondo i primi rilievi un operaio è stato travolto da un muletto, durante una fase di lavorazione nel parco rottami dell’azienda. A dare l’allarme i colleghi di lavoro. Sul posto un’ambulanza del Suem 118 ma i sanitari non hanno potuto che accertare il decesso. Il nome dell’uomo non è stato ancora reso noto. Sul posto anche i tecnici dello Spisal e una pattuglia delle volanti della questura.
Mauro Recher(Quota) (Replica)
E’ del tutto normale che i maschi crepino sul lavoro quattro alla volta, magari anche più: a noi femministe del “se non ora quando”, “la 24 ora” & company da “sederesolosuscrivania”, nonchè Cicconisti di complemento che ce ne frega? è naturale!
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11693897/Quattro-operai-morti-per-esalazioni-di.html
cesare(Quota) (Replica)
Già ….
E’ proprio quando sento queste notizie che mi sale una nausea indicibile *bad* per tutto il baraccone da te nominato.
I nomi di quei poveretti (morti affinchè i culi del “baraccone” continuino a stare al caldo):
– Nicolò Bellato, 28 anni (Adria)
– Paolo Valesella, 53 anni (Adria)
– Marco Berti, 47 anni (Campolongo Maggiore)
– Giuseppe Valdan, 47 anni (Campolongo Maggiore)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E’ del tutto normale che i maschi vengano pestati in carcere. E che ce ne frega a noi eroine della premiata ditta femminista autoreferenziale: “frigna che ti conviene e chissenefrega degli altri?”.
Fratelli miei ma quando noi che si tira l’intera baracca, (con dentro le donne anche quelle cui Renzi distribuisce ministeri, uffici e prebende come fossero pagnotte della Caritas a far la figura del progressista), e siamo trattati peggio dei cani, ci incazzeremo per davvero?
cesare(Quota) (Replica)
Avessimo le foto li faremmo uscire dalla inesistenza con cui scientemente vengono eliminati col termine “morti bianche”.
E’ possibile averle e metterle in Ubeta, ognivolta?
cesare(Quota) (Replica)
E’ una bella idea e ci sarebbe da farne un post a parte. Sulla disponibiltà delle foto: sinceramente non lo so. Averle sarebbe il massimo, però anche un minimo di biografia secondo me è un buon surrogato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
>>>>>
E’ del tutto normale che i maschi vengano pestati in carcere.
>>>>>
Cesare, di norma a pestare i carcerati son altri uomini.
Per la precisione le guardie carcerarie.
Questo accade anche in paesi che poco o niente han a che spartire col femminismo.
Esempio: la Turchia.
Altro esempio: il Sud Africa.
Ecc ecc.
Andrea M.(Quota) (Replica)
Con La QM si stanno difendendo i maschi, oltre alle femmine, e non si sta facendo la guerra alle donne ma sviluppando una critica che disvela la superviolenza intrinseca all’ideologia femminista in quanto ideologia che delegittima il maschile in quanto tale. Esattamente come l’ideologia nazifascista che delegittima l’ebraismo in quanto tale o quaunque altra ideologia che nega all’altro il diritto alla sua specificità naturale e culturale. Fosse il contrario sarei femminista io per primo.
Le guardie carcerarie che pestano un padre magari in attesa di giudizio e quindi presumibilmente innocente verrà un giorno che impareranno a rispettare il cittadino che è in loro custodia. Lo impareranno quando cambierà questa incredibile assuefazione maschile a sopportare la violenza sia maschile che femminile.E questa assuefazione cesserà quando saremo capaci di vivere realmente una solidarietà di genere maschile secondo verità, giustizia e dono.
cesare(Quota) (Replica)
Oggi l’Autostrada del Sole compie 50 anni. Siamo a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta quando gli uomini morti sul lavoro si aggiravano intorno ai 4000 all’anno. Lo si apprende da un’interrogazione parlamentare di quegli anni (citata in questo documento) che testualmente recita: “Il deputato ricorda
poi che, secondo le statistiche INAIL, nel solo settore dell’industria, «nel 1956 siamo passati a oltre 880.000
infortuni, nel 1957 a oltre 900.000 con un aumento del 4%. Nel 1958 il numero degli infortuni subisce
ulteriori aumenti e sale a 1.218.000 di cui ben 4.048 mortali”.
http://www.epiprev.it/materiali/2012/EP6-2012/Chiesa_Autostrada.pdf
Stando ai pochi dati riportati in pubblicazioni ufficiali gli operai morti nella costruzione dell’Autostrada del
Sole, da Milano a Napoli, sarebbero stati circa 160, 1 infortunio mortale ogni 4 chilometri e mezzo
realizzati. Il tratto Bologna-Firenze, circa 85 Km con 45 fra ponti e viadotti, considerato da tutti il più
rischioso, è completato nel dicembre del 1960 e si sostiene che sia costato 15 morti e più di 3.000 infortuni
sul lavoro, un rapporto più o meno eguale a quello calcolato per l’intera tratta. Occorre dire che le cifre in
questi casi sono sempre approssimate e più spesso per difetto e che una ricerca svolta in maniera più
approfondita, per una serie di fattori tecnici e non, non consente di renderle più affidabili
Rita(Quota) (Replica)
Grafico delle percentuali di donne nelle varie occupazioni lavorative in USA
Enrico(Quota) (Replica)
http://www.umbrialeft.it/notizie/perugia-imprenditore-48enne-si-impicca-azienda-confesercenti-%E2%80%9Ce%E2%80%99-mattanza
Daniele(Quota) (Replica)
Non so se possiamo far niente. Ne in quale modo farlo. Però sarebbe un peccato che l’opera meritoria di Soricelli andasse perduta.
Voi cosa ne pensate?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sarebbe un peccato davvero…. forse si è stufato anche l’autore di questo “menefreghismo” …. lo capisco anche se non lo condivido ….
Forse, la butto come idea, almeno un ringraziamento da parte del movimento uomini beta non sarebbe male…
ma d’altronde ,come ho letto una volta in un commento fatto da un personaggio assai noto “Voi ,con le morti sul lavoro ,avete rotto ”
mauro recher(Quota) (Replica)
Si cercano e trovano fondi per la violenza di genere (eventuale). Si tagliano fondi di mitigazione della violenza sociale (certa). Non si tratta di un’illazione, ma di un fatto.
Lavoratori, prima usurati poi beffati
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
E se intanto gli assicurassimo di far circolare i suoi dati il più possibile e gli chiedessimo se è per una questione economica ?
c
Armando(Quota) (Replica)
Da l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
trovato in giro un pezzo di un commento ( il 3d riguardava il naufragio e se era giusto lasciare spazio alle donne prima)
Come quelli che dicono che gli uomini sul lavoro muoiono di più. Grazie al cazzo, lavorano anche, di più, e magari fanno lavori più pericolosi. Lavori in cui le donne, per loro stesso volere, non sono ammesse. Allora che dobbiamo fare? Facciamo crollare pezzi di soffitto addosso alle impiegate donne? Per ristabilire l’equanimità? Questo commento (una parte) l’ho trovato su cara è maschilista ,dove parlavano del naufragio ed insomma si ,in quel caso era giusto che l’uomo faceva l’uomo e che doveva lasciare spazio alla donna …. ma qui vorrei far notare che ,quando parliamo di morti sul lavoro maschili, il problema che noi poniamo è sicuramente un altro , non vogliamo certamente che i pezzi di soffitto colpiscono le impiegate, ma il discorso è ben altro … Si dice che viviamo in una società maschilista dove l’uomo la fa da padrone, in che civiltà che si conosca il padrone muore al posto dello schiavo ? E un controsenso perchè ,se fosse l’uomo padrone dovrebbe essere la donna a fare i lavori più pericolosi e quindi a morire ,una questione di logica
mauro recher(Quota) (Replica)
Di solito, quando si scrive di morti sul lavoro e che ,il 90 % (e passa) sono uomini ,si dice perchè le donne non trovano lavoro , a me sembra che invece facciano i lavori meno pericolosi, ma non è per dire che anche le donne devono morire sul lavoro, la sicurezza dev’essere l’obbiettivo anche dell’antifemminismo , ma viene fuori l’ipocrisia delle femministe ,se l’uomo è l’oppressore come mai muore lavorando ? E’ un controsenso perchè sarebbe come il padrone di cotone negli stati uniti anni 30 si frustasse al posto dello schiavo , le cose funzionano diversamente….. perchè scrivo questo ,ripetuto più volte dallo stesso Fabrizio ,perchè ,da un sito ho letto le ultime indagini Istat e sembra che questa differenza di lavoro tra uomini e donne non sia poi cosi ampia
mauro recher(Quota) (Replica)
http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/scoppio-fabbrica-fuochi-artificio-giugliano-campania/notizie/1353006.shtml
mauro recher(Quota) (Replica)
Ho letto sul televideo proprio ieri gli ultimi dati delle cosiddette morti bianche ,sembra che il numero sia notevolmente calato dal 2006 (circa il 50 %) e che il più ad essere colpito da questi “incidenti” sia il settore edilizio ,ovviamente del contesto omettono nel dire se sono più uomini e donne,come sempre
mauro recher(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/07/25/caldo-killer/
mauro recher(Quota) (Replica)
Ehhhh … questi sono problemi gravi … non quelli di chi si sorbisce il caldo o l’umidità di questi giorni lavorando sotto il sole a 40 gradi e magari corre il rischio di rimanerci. Uomo o donna che sia.
No, la cosa è veramente intollerabile: un vero e proprio caso di sessismo climatico.
Anzi … di sessismo climatizzato … *fool*
Freddo al lavoro? La formula che regola l’aria condizionata è stata concepita per gli uomini
…
ps. L’osservazione tecnica è ineccepibile ma non è quello il punto. Cosa si fa? Facciamo il calcolo di volta in volta in base alle percentuali di uomini e donne?
Oppure impostiamo il valore del tasso metabolico a riposo su valori di una donna di 40 anni?
Cosi facendo però si condannano gli uomini presenti a morire di caldo visto e considerato che non possono recarsi in ufficio con vestitini ultralight, ma sono obbligati ad andarci in giacca e cravatta.
E tutto questo per non far coprire un pò, quelle povere donne martiri del lavoro, che poverette sono pure costrette a coprirsi ….
Brutti maschilisti climatizzati… state intralciando l’autodeterminazione climatica fermminile!!
Farete una brutta fine …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Che poi, non so negli altri ambienti, ma nel mio, in ufficio agli uomini è VIETATO venire in bermuda e camiciotto, ma devono per forza venire con camicia dalle maniche lunghe, cravatta (gli è concesso di allentarla quando non sono in presenza di clienti,) pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse. Che poi s’ingegnino con completi e camice di lino o tessuti leggeri è un fatto (e ci mancherebbe pure quello). Di contro sappiamo benissimo quanto il “vestito elegante” da donna possa consistere in sandali aperti e vestiti di seta corti e smanicati.
Rita(Quota) (Replica)
Quelle di Repubblica questa volta sono arrivate buon ultime sull’argomento.
Se anche l’aria condizionata può essere maschilista
Ma vista l’assenza totale di senso del ridicolo che le contraddistingue, si pongono subito all’avanguardia nella lotta al “patriarcato climatizzato“.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)