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Come ormai ampiamente (e tristemente) noto, stanno proliferando e hanno già da tempo proliferato diversi social privati dove è possibile aprire una propria “camera” e pubblicare proprie immagini o video senza essere sottoposti a censura, ai quali è possibile accedere solo tramite pagamento. Non faccio volutamente i nomi per non fargli pubblicità.
In questi siti frotte di ragazze, giovani e spesso anche giovanissime pubblicano foto in cui si ritraggono nude oppure dei video in tema. Così facendo guadagnano un mucchio di soldi. Proprio pochi giorni fa una di queste ragazze – intervistata da un giornalista che le chiedeva quanto guadagnasse in questo modo – ha dichiarato di essersi comprata una casa, cito testualmente “Non proprio in un mese ma insomma…”.
Il fenomeno è ormai dilagato. Ragazze che guadagnano all’incirca fino a 10.000 (diecimila) euro ogni mese solo pubblicando dei video o delle foto erotiche. A questo va ad aggiungersi quello delle escort più o meno saltuarie, spesso studentesse universitarie che per “arrotondare” (ca va sans dire…), “lavorando” (si fa sempre per dire…) un paio di weekend al mese si mettono in tasca dai sei ai settemila euro. Si aggiungono a queste ultime, naturalmente, tutte coloro che invece lo fanno a tempo pieno, cioè come una vera e propria professione, ma quest’ultima è ormai storia vecchia e ampiamente conosciuta.
Sia chiaro che stiamo parlando di persone che non lo fanno per fame o perché obbligate da qualcuno o dalle circostanze avverse ma semplicemente per denaro, o meglio, per ottimizzare tempo, energie e fatica e guadagnare molti, direi moltissimi soldi in pochissimo tempo e con pochissimo “lavoro”. In altre parole, per libera scelta.
E’ evidente che queste ragazze si sono già “storte”, deformate dal punto di vista piscologico e sociale e difficilmente potranno tornare indietro. Del resto, una ragazza che in pochi mesi – semplicemente mostrando delle foto o un video erotico – riesce a guadagnare quello che il padre o la madre guadagnano in anni e anni di lavoro e di fatica vera oppure a comprarsi una casa che ai genitori è costata il sacrificio di una vita intera, non si rassegnerà più ad una vita normale, ad un lavoro normale (anche se, se si è fortunate, creativo o interessante) e ad un salario normale. E’ ovvio che se guadagni in un giorno quello che un lavoratore o una lavoratrice guadagnano in un mese, quell’attività “occasionale” o “part time” diventerà di fatto la tua occupazione principale se non l’unica, perché tutto il resto sarà comunque un optional dal punto di vista economico. Non solo, sarai spinta a pensare che quelli che vanno a lavorare otto ore al giorno per millecinquecento euro al mese e molto spesso anche meno, compresi i tuoi genitori, sono dei coglioni o dei poveracci da compatire. E’ inevitabile.
Considerare queste persone, ancorchè giovani, delle vittime, sarebbe ipocrita e falso. Tanto più considerarle vittime di una presunta cultura patriarcale di cui l’attuale società sarebbe tuttora pervasa. Del resto, non mi risulta che i padri – nella loro più che stragrande maggioranza – sollecitino le loro figlie a prostituirsi o a pubblicare foto e video con le loro nudità per fare soldi.
Si tratta, dunque, di un fenomeno di mercificazione e auto mercificazione tipico di una società capitalista, anzi, ultra capitalista, come quella attuale, dove l’unica stella polare è il profitto e la razionalità economica strumentale prevale su qualsiasi altra considerazione.
Un’auto mercificazione consapevole che specula – è bene ricordarlo – sul desiderio sessuale maschile che viene costantemente sollecitato e frustrato. Da qui il ricorso alle chat erotiche e a questi nuovi social.
L’ideologia mainstream dominante politicamente corretta e femminista deve, naturalmente e necessariamente, capovolgere il paradigma e lo fa criminalizzando il desiderio maschile e vittimizzando, anche in questo caso, le donne.
Ma si tratta di un maldestro tentativo perché è evidente che un uomo normale che guadagna uno stipendio normale (o non lo guadagna affatto se non lavora…) e che non ha una vita sessuale e relazionale soddisfacente altrimenti non sceglierebbe certo di pagare per masturbarsi davanti ad un computer (gli uomini ricchi, potenti, socialmente visibili e affermati non hanno di questi problemi…), non può essere considerato in una posizione di privilegio e di dominio nei confronti di una donna che senza fare nulla, solo pubblicando delle foto, guadagna in un giorno quello che lui arriva a guadagnare in mesi o anni di lavoro. Quella stessa donna che, ovviamente, non ha certo bisogno di masturbarsi, soprattutto a pagamento, davanti ad un pc per avere una “vita” sessuale…
Ancora una volta, dunque – l’ennesima – il re è nudo, anzi, in questo caso la regina. Perché in (tanti) casi come questo il sistema capitalista si colora di rosa e non di celeste.
Con buona pace dei gonzi che ancora si ostinano a sostenere che l’attuale sistema sociale sarebbe a dominio maschilista e patriarcale.
Fonte foto: Everyeye Cinema (da Google)
2 Commenti
La mercificazione non c’entra niente, il vero orrore è farle passare per vittime, servono però le citazioni di chi travisa il senso delle cose.
Giacinto Lombardi(Quota) (Replica)
Oggi un numero rilevante e significativo di donne pensa che per grazia cromosomica abbiano il diritto naturale, se non proprio “divino” al benessere, alla ricchezza e alla felicità (tramite ovviamente benessere e ricchezza). Se partono da questo “assunto” è ovvio che possano e debbano porre in essere qualsiasi comportamento leale o sleale, dignitoso o squallido che sia perchè niente che sia funzionale a realizzare il loro diritto “naturale” o “divino” al benessere debba essere da loro intentato. Tale è la loro ideologia di base all’origine di condotte che farebbero vergognare un maschio ma non loro.
Massimo(Quota) (Replica)