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Anche quest’anno, come ogni anno è stato giustamente celebrato il 25 aprile. Una data per me importante due volte, dal momento che è anche il mio compleanno e, esattamente come ogni come ogni anno, c’è stato chi, raccontando storie di partigiani che si sono macchiati di crimini, ha sostenuto che questa festa andrebbe abolita. Alcuni di questi “criminali” fecero visita a mia nonna per “prendere” qualche gallina e qualche salume. “Siamo partigiani” – dicevano – ma questo non ha impedito ad un vicino di casa di sparargli sulle chiappe. E però questi “criminali” hanno commesso un “crimine” ben più grave: hanno combattuto per un ideale che ci dovrebbe permettere oggi di scrivere su blog e giornali senza ad esempio essere censurati (ho scritto dovrebbe, perchè un giornale come l’Interferenza qualche problema l’ha avuto in questi giorni, eccome)
Comunque non volevo parlarvi della storia della Resistenza; questa voleva solo essere una premessa per l’argomento che sto per proporvi.
Nei gruppi femministi, in occasione della Festa del 25 aprile, come ogni anno, si comincia a suonare la solita grancassa che racconta di quanto le donne partigiane siano state importanti (e lo sono state, eccome), e di come, da buone antifasciste (tutti i gruppi femministi da me visitati hanno questo “vezzo”) si preparano ad andare in piazza il 25 aprile e a cantare “Fischia il vento”.
Strano a dirsi però, da buone partigiane resistenti, hanno ancora e soprattutto un nemico da combattere: il maschio, di fatto paragonato in tutto e per tutto al fascista.
Il maschio uccide, commette violenza ed è il padrone del mondo.
Poco importa se il maschio in questione vive di elemosina per la strada, mangia e dorme alla Caritas o peggio ancora, dentro un automobile.
E’ un uomo, quindi un privilegiato.
Forse non ho capito nulla io, ma i valori della Resistenza e della “sinistra” in generale dovrebbero essere quelli di aiutare i più deboli, almeno io credevo che così fosse; sembra invece che la divisione venga fatta per sesso e non per classe.
La lotta di classe sulle pagine femministe non viene praticamente mai nominata, eppure dovrebbe essere uno dei capisaldi, per lo meno per tanti/e, di quell’idea di liberazione che ha portato alla Resistenza.
Non solo. Criminalizzando il maschio in quanto tale, questi siti femministi diventano uguali in tutto e per tutto a certe pagine di destra che criminalizzano l’etnia diversa.
Ma loro scendono in piazza il 25 aprile, e si fanno scudo dell’ antifascismo, altrimenti non si spiegherebbe come mai si tenta di abbattere i filis spinati e i muri affinchè gli immigrati possano entrare ma nessuno dice una parola ( o quasi nessuno) nei confronti di coloro, e fra questi anche autorevoli giornaliste e “intellettuali” di “sinistra e progressiste”, che hanno sostenuto e sostengono che solo gli immigrati uomini non possono entrare o comunque dovrebbero essere sottoposti ad un attento “esame” prima di lasciarli entrare.
Ma loro cantano “Fischia il vent0” e sono in piazza il 25 aprile, e si fanno scudo dell’antifascismo.
P:S Come immagine per l’articolo ne ho scelta una dove c’erano solo donne ma, debbo dire, c’era davvero poca scelta; o la data con il tricolore o immagini di donne. Provare per credere. Eppure su un muro di Livorno (se non erro) ho visto solo nomi di partigiani uomini caduti per la libertà.
5 Commenti
segnalo questo ottimo articolo di Mauro…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il femminismo odierno vive di ambiguità, di contraddizioni, che ovviamente solo ai più attenti non sfuggono.
La maggior parte delle persone, ingenuamente, si limita a catalogare gli individui, i movimenti, i partiti per quello che, ipocritamente, questi ultimi affermano di essere: ecco che il PD è ancora di centro-sinistra o il femminismo, perchè intona i canti della Resistenza, è un movimento progressista, tanto per citare due esempi.
La realtà è certamente più complessa e ci dice che il femminismo è un movimento sessista, perchè, nei fatti, non nelle affermazioni di circostanza, ritiene uomini e donne diversi davanti alla legge e opera perchè non siano offerti a entrambi i sessi le stesse opportunità: dalla convenzione di Istanbul passando per le quote rosa, per i centri di accoglienza per sole donne, fino ad arrivare alle agevolazioni fiscali, previdenziali e così via.
Ma c’è di più: è anche un movimento antilibertario, favorevole alla censura di posizioni democratiche, di scelte di vita, di manifestazioni più o meno artistiche, in nome di un non ben precisato bene comune.
La sua “fortuna” è quella di essersi seduto al tavolo dei potenti della Terra, a Roma, come a Bruxelles, come a Washington.
Della richiesta di giustizia sociale per tutti, che animava le grandi donne e i grandi uomini della Resistenza, non rimane nulla in questo movimento.
La realtà è più avanti, siamo sempre indietro.
Alessandro(Quota) (Replica)
Ringrazio per la pubblicazione
mauro recher(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2016/07/22/il-razzismo-progressista-del-femminismo/ ricalca più o meno questo con qualche aggiunta
mauro recher(Quota) (Replica)
Credo che oggi come oggi,parlare di antifascismo sia uno dei paradossi i questa repubblica.
Per la cronaca il regime fascista è caduto nel ’43 e morto definitivamente nel ’45.
Ragionando con tale logia,si potrebbe dedurre che nei computer gli antivirus esistessero prima della diffusione dei virus informatici.
Arturo(Quota) (Replica)