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Qualche anno or sono, la città di Brescia , in occasione di una delle tante campagne contro la violenza alle donne, fu tappezzata da manifestini che colpevolizzano i maschi e i padri, con tanto di fotomontaggi in cui si poteva vedere una ragazza con un occhio nero frutto di un pugno, manco a dire maschile. Quei manifestini furono oggetto di numerose prese di posizione, rimostranze e azioni concrete, affinché fossero ritirati per il loro carattere offensivo e criminalizzante dell’intero genere maschile e di tutti i padri. In queste azioni di controinformazione fu in prima linea l’indimenticabile amico bresciano Cesare Brivio, allora attivissimo nella redazione di www.maschiselvatici.it. Mi spiace di non poter offrire ai lettori di UB documentazione completa di quei fatti, a causa della rimozione , speriamo momentanea, di tutto l’immenso archivio storico di quel sito. Allora la nostra azione sortì un qualche effetto, con le balbettanti giustificazioni dei responsabili e, mi sembra di ricordare, l’appoggio della Cisl. Sta di fatto che furono rimossi dai mezzi pubblici.
Il lupo, però, perde il pelo ma non il vizio, come suol dirsi. Ecco allora che ci riprova il comune di Cinisello Balsamo, con una campagna altrettanto vergognosa.
Una prima risposta si è avuta da parte dell’Associazione Papà separati di Lombardia, www.papaseparatilombardia.org/ con un comunicato stampa che invito a leggere e diffondere, e già pubblicato su UB in un mio post all’articolo “Il mondo capovolto”.
Nel comunicato stampa si chiede, con ottime motivazioni, la cessazione di quella campagna denigratoria. Ma non basta. Occorre sensibilizzare tutte le associazioni maschili e dei padri separati, e tutte le persone che abbiano conservato un minimo di discernimento e di buon senso affinché facciano sentire la loro voce contro il paradosso di una campagna anti-violenza che si rovescia in violenza morale inaccettabile contro ogni maschio e ogni padre.
Perchè esattamente di questo si tratta, e per di più attuata in maniera subdola. Sembra solo un particolare tecnico, ma ha un suo ben preciso significato: quei manifestini che si vedono cliccando sul sito del comune, sembrano scritti e disegnati da bambini, ma un particolare svela l’inganno. Quelle lettere volutamente imprecise si ripetono identiche in ognuno dei tre manifestini, segno che sono state realizzate al computer. Il motivo è semplice: si vuole moltiplicare il loro effetto emotivo. Potrà mai un bambino mentire quando scrive che il suo papà sputa alla sua mamma? No, evidentemente. Ecco dunque raggiunto lo scopo mediante una strumentalizzazione dell’infanzia a dir poco perfida.
Niente di nuovo, intendiamoci. Qualcuno ricorderà ancora quel disegno del famoso fotografo Oliviero Toscani in cui si imprimevano a due bambini di circa tre anni gli stigmi di vittima a lei e di carnefice a lui. Ma non basta, perché il nome assegnato alla campagna è “La violenza contro le donne è violenza alla vita”. Si lascia con ciò intendere che la violenza contro gli uomini non sarebbe violenza alla vita. Ma a cosa, allora? Violenza alla morte, evidentemente. Il che, per immediata associazione d’idee imprime nell’inconscio del lettore:
a) l’associazione maschio = morte e donna=vita,
b) che la violenza contro gli uomini, alla fin fine potrebbe anche essere giustificata o addirittura salutare, visto che rappresentano la morte.
D’altra parte, se l’opinione pubblica fosse certa che la violenza è solo maschile e solo contro le donne, gli ideatori della campagna non avrebbero avuto bisogno d’insistere sulla connotazione sessuale delle vittime e dei colpevoli. Sarebbe stato sufficiente parlare di “campagna contro la violenza” e tutti avrebbero capito. Se hanno fatto una scelta diversa è per l’esigenza di convincere con ogni mezzo i tanti “miscredenti” del verbo femminista e politicamente corretto.
Naturalmente ogni persona in buona fede sa benissimo che la violenza contro le donne non è esercitata solo dagli uomini ma anche da altre donne, e che la violenza, psicologica e fisica, contro gli uomini non è affatto inferiore a quella subita dalle donne, ancorchè esercitata in maggioranza da altri uomini. Ci sono dati statistici pubblicamente reperibili che lo provano, in primo luogo quelli relativi agli omicidi, le cui vittime sono maschi per oltre due terzi,e che comunque vedono l’Italia “maschilista” e “sessista” come uno dei paesi nel mondo più sicuri per le donne. Ogni anno vengono uccise in Italia circa cento donne, non tutte da uomini e con un trend discendente, ma si continua imperterriti a parlare di femminicidio; e si continua a ripetere l’infame menzogna che la violenza sarebbe la prima causa di morte per le donne dai sedici ai quarantaquattro anni, più degli incidenti stradali o del cancro.
La verità è che agli ideatori di quelle campagne non interessa affatto la verità, e non interessa affatto che la violenza, verso chiunque esercitata, diminuisca davvero. Al contrario, l’impressione è che ogni morte femminile violenta, ogni sopruso che veda la donna in posizione di vittima, venga salutata con malcelata soddisfazione in quanto conferma degli assiomi sui quali quelle campagne sono basate: il maschio e il padre sono colpevoli per definizione, e per definizione le donne e le madri sono innocenti. La tecnica comunicativa di queste campagne non è nuova. Al contrario, è sempre stata usata dal potere quando vuole criminalizzare un qualsiasi gruppo sociale, o etnico, o razziale. Solo che oggi è molto più efficace per la diffusione capillare dei media, la stragrande maggioranza dei quali sono controllati dal potere stesso direttamente o indirettamente, e per la paura di giocarsi la carriera da parte di chi, pochi per la verità, avrebbe un’idea diversa della verità ma tace rigorosamente. Finisco riproducendo alcuni passaggi di un articolo su UB del già ricordato amico Cesare Brivio, che nel contributo “La dittatura partecipativa e il pregiudizio di colpa vs i maschi.” del 12 dicembre 2013, scriveva:
<<Questa gigantesca operazione di mistificazione viene oggi riproposta pari pari nei suoi termini strutturali, e su di essa intende legittimarsi e si legittima sia l’attuale azione delle lobby femministe e dei maschi di potere che le blandiscono, sia il formidabile appoggio statale alle lobby femministe, sia la potenza quasi irresistibile dei media, tutti all’unisono concordi nel mettere in stato di accusa il genere maschile come monopolista della violenza. Uno schieramento di forze ed uno scenario tipico di ogni regime illiberale e che mira con la sopraffazione a non consentire nessuna voce critica. E il paradosso è che costoro, che in gran parte appartengono ai ceti consumatori di reddito, si scatenano proprio contro i produttori di reddito che li mantengono: pestano moralmente chi lavora e li mantiene. Un paradosso: le modalità errate in cui è agita la denuncia della violenza sul singolo si traduce nel crimine di violenza su un intero genere>>.
Quella “gigantesca operazione di mistificazione” a cui si riferiva Cesare, era il nascondimento perpetrato con ogni mezzo delle responsabilità femminili nell’ascesa al potere delle orde hitleriane e nella sua gestione. C’è di che meditare.
38 Commenti
E’ esattamente così. Basta accendere la TV, guardare un cartello in strada, leggere una pubblicità su un autobus sopratutto in questa giornata del 25 novembre, e possiamo notare un sacco di violenza psicologica nei confronti degli uomini. La violenza potrebbe essere indirizzata esclusivamente ai violenti, agli stupratori, agli assassini, ma si osa parlare in genere male degli uomini. E’ un loro alibi per poter denigrare il genere maschile: è il giorno della violenza contro le donne, allora posso dedicarmi alla misandria. Veramente schifosa come cosa.
Ho provato a chiedere in giro se qualcuno sa che il 19 novembre è stata la giornata internazionale dell’uomo, ma quasi nessuno è a conoscenza di ciò. Non mi sorprende affatto, eppure siamo in un paese che vuole arrivare alla parità. Ma quale parità se non quella femminista, camuffata dall’odio antimaschile e dalla presunta superiorità della donna.
p.s. Vi ho mandato un’email riguardo un articolo (Meritocrazia Femminista) che ho scritto poco fa su una discriminazione sessista che ho vissuto sulla propria pelle. Se avete piacere potete pubblicarlo. Ve lo linko anche qui: Meritocrazia femminista
Saluti a tutti voi!
Jan
Jan Quarius(Quota) (Replica)
Ma “loro” mica li odiano gli uomini. No … no …
Sono solamente un pò misandriche. Solo un pò ….
.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Jan Quarius,
.
Fatto: Meritocrazia Femminista
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
pubblicato sull’Interferenza in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne:
http://www.linterferenza.info/editoriali/2912/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Grazie della pubblicazione e del sostegno! 😉
Jan Quarius(Quota) (Replica)
La replica della Sindaca.
Nessun attacco al ruolo dei padri e all’istituzione famiglia
….
Ci sconcerta e rammarica il clamore suscitato in questi giorni dalla campagna di sensibilizzazione “Cattivo esempio”, realizzata da studenti in Comunicazione Pubblicitaria dello IED con i loro docenti e nata da una collaborazione con il Comune di Cinisello Balsamo, la Regione Lombardia, l’Azienda Sanitaria Locale Milano, gli Ospedali Buzzi e Bassini, la Cooperativa Il Torpedone e il periodico locale La Città.
Una campagna ideata sotto la guida di professionisti e non frutto di improvvisazione, strutturata in tre azioni comunicative. Una prima, pubblicata in occasione dell’8 marzo 2015, Giornata Internazionale della Donna, dal titolo “Campagna Quote” dedicata ai buoni esempi, attraverso citazioni di donne celebri (Oriana Fallaci, Michelle Obama, Oprah Winfrey, Sonia Gandhi, Rita Levi Montalcini, Eleanor Roosevelt). A questa è seguita “Cattivo esempio” che si inserisce a pieno titolo nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre). Un terzo momento previsto sarà legato alla dimensione della bellezza con un riferimento all’arte scultorea.
La campagna in questione va quindi contestualizzata nell’ambito della celebrazione mondiale, mentre le critiche sembrano essere pretestuose e non voler cogliere il vero significato del messaggio: non certo un attacco al ruolo genitoriale di padre, men che meno all’istituzione famiglia, ma un’azione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne, una drammatica realtà che non può essere negata e che non legittima nessun intento mistificatorio.
Si ricorda che nel 2014 in Italia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (quasi 7 milioni) ha subìto una forma di violenza fisica, di cui 62,7% per mano di un partner, attuale o precedente (dati Istat). Per quanto riguarda il nostro territorio, dall’esperienza del Centro Amaranta, attiva nelle sedi di Cinisello Balsamo e Bresso fino allo scorso maggio, emerge che in 13 mesi di servizio (8 mesi nel nostro Comune) sono state prese in carico 105 donne, di cui 90 ha subito violenza da un familiare.
Il messaggio della campagna è dunque volutamente forte e vuole partire da un punto di vista inusuale, quello di un bambino che assiste a scene di violenza in casa, e pone l’accento prevalentemente sulla violenza verbale e psicologica che spesso precedono quella fisica. La scelta si giustifica dai dati che attestano un significativo numero di violenze all’interno delle relazioni familiari, di conseguenza anche di fronte a minori, spettatori fragili e vittime indirette. L’esperienza dimostra, poi, quali conseguenze seguono: la violenza all’interno delle mura domestiche genera altra violenza.
La campagna non ha alcun intento denigratorio nei confronti dei padri, al contrario si stigmatizza il “cattivo esempio” di chi usa forme di violenza nelle relazioni familiari, per questo crediamo che nessun buon padre di famiglia si sentirà coinvolto da un’affermazione che gli è estranea. Neppure vuole delegittimare l’istituzione della famiglia, luogo di protezione e cura: proprio per sottolinearne l’importanza educativa e tutelarne l’armonia vanno “denunciati” anche i malesseri sociali.
Certo, parlare di violenza, soprattutto di quella domestica, non è edificante, ne siamo tutti convinti e ne faremmo volentieri a meno. Ma quando accade (e i dati dicono che succede spesso) queste sono le parole e le domande che si aprono nella mente e nei cuori di chi alla violenza, suo malgrado, è costretto ad assistere. Ed è un bambino, ovvero, il futuro (e questa è la metafora) che interroga noi adulti, tutti, su come fare per costruire una società migliore.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Una collezione di propaganda misandrica http://it.avoiceformen.com/propaganda-femminista/25-novembre-la-propaganda-anti-uomo-ed-anti-padre/
Pasquale(Quota) (Replica)
Maschio, eterosessuale, non sposato. Ovvero il ritratto del jihadista-tipo.
Sembra incredibile, ma se sei un uomo con quelle caratteristiche non puoi entrare in Canada. A prescindere da tutto il resto. Devi solo crepare.
Il Canada: “Rifugiati single a rischio jihadismo”. Porte aperte soltanto a donne, bambini e gay
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Non so se conoscete questo sito. Consiglio di guardarlo, i dati sono analizzati sistematicamente
https://violenzafamiliare.wordpress.com/info/
armando
armando(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/12/08/questione-di-media/
mauro recher(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2016/02/23/dedicato-a-mia-madre/
mauro recher(Quota) (Replica)
Mauro, ¼ di tutti i servizi medici / ambulatoriali / ospedalieri dispensati nel mondo sono sotto la proprietà (diretta) della Chiesa cattolica.
Se tu fossi un nicciano, capiresti al volo il mio articolo.
(https://aldiladelbenedelmale.wordpress.com/2016/02/23/i-miglioratori-dellumanita/)
Non essendolo, come fare a spiegarti, che chi gestisce la vita (e la saluta e la guarigione o l prevenzione ) , non possono essere coloro che traggono vantaggio dalla morte , dalla malattia e dal dolore o dall’ammalarsi?
Animus(Quota) (Replica)
Quando sentiamo frasi come “siate nicciani”, “i ns valori nicciani”, “un vero nicciano!”, “l’amore nicciano”, “non sono come noi, come i nicciani!”, e via discorrendo, dove essi credono in un valore (assolutamente e indiscutibilmente) positivo … noi, che abbiamo studiato e approfondito le indiscutibili qualità dell’ornitorinco, li guardiamo, sorridiamo, e pensiamo: poveretti … poveri umani d’armento.
Già, l’ornitorinco ha una marcia in più, anche due, se una di queste non è la retromarcia.
Ethans(Quota) (Replica)
Sì, lo so ethans, che critico il gregge e poi lodo il “noi” (che infatti è un controsenso).
L’ho messo perchè ho modificato un vecchio post per metterlo sul gruppo dei nicciani (facebook).
Cmq , son cazzate (di forma), che dici invece del contenuto?
Animus(Quota) (Replica)
allora:1) la religione ha castrato l’uomo per migliorarlo 2)le società schiavistiche lo ingabbiavano senza nemmeno lo scopo di migliorarlo.
L’uomo libero sarebbe allora quello in cui vigono “gli spiriti animali del capitalismo”? Al quale, anche nella sua versione di anarco-capitalismo individualista, puoi mettere accanto tutti gli aggettivi che vuoi, ma sempre capitalismo rimane.
armando(Quota) (Replica)
Concordo sui due punti (specilmente il secondo). Rigvuardo al “capitalismo”, non so quasi cosa sia (la stessa filos. Impostazione nicciana sta perfettamente in piedi senza mai utilizzarlo) se non l’evocazione di un nuovo spirito, e una nuova finzione.
No, armando, il concetto chiave non é il capitalismo, (riv. Industriali , scientifiche etc) ma qjel concetto, molto piu umano, “loro vogliono che l’intera umanita dipenda da loro”. E la chiesa si che in questo è madre e maestra. Il resto sono mezzi, uomini, popoli, nazioni, forma dell economia, politica, non sono che pedine da muovere su un immensa scacchiera per ottere un fine, il controllo sull’ umanità. Il capitale non c’entra nulla, e del resto , armando mi pare di aver gia evidenziato come i possedimenti (ed il controllo su tutte le istituzioni, sanita, istruzione, giustizia) sia quello di un’associazione mafiosa , che pero puo competere anche con lo stato piu potente. Ma si sa, per voi, il capitale dell vicino è sempre piu verde: al lupo al lupo…
Animus(Quota) (Replica)
Animus andando a fondo, ma proprio a fondo eh?… ove il linguaggio e il ragionamento si fanno quasi impalpabili e si percepisce piu’ x sensazioni che per altro, il cristianesimo a mio umilissimo e opinabile parere non è altro che lo sforzo/tentativo (efficacissimo ci mancherebbe e la Storia mi è testimone) dei deboli e/o malriusciti di opporsi (imporsi) a quelli piu’ “naturalmente” dotati di caratteristiche fisiche e/o psicologiche che gli permettono di essere vincenti nella sfiancante partita della vita. E non è forse anche questa una volontà di potenza? La tragedia della riflessione nietzschiana e’ proprio questa: non aver colto che anche dietro al cristianesimo si nasconde una volontà di potenza, il bisogno di affermazione che un gruppo considerevole di soggetti di fragile costituzione nutre nei confronti dei tiri mancini che una natura spietata e ingenerosa gli ha riservato. Ma in natura tutto tende a parificarsi e ad equilibrarsi per legge omeostatica, va da se’ che anche chi soccombe prima o poi si risveglia, benché a suon di ceffoni, e arriva ad adottare determinate strategie x uscire dal malessere in cui è precipitato. La Natura è assolutamente equa e parziale x natura e mi scuso per il gioco di parole. Benché faccia molto cool parlare di volontà di potenza, io ci vedo piu’ che altro un naturalissimo istinto di autoconservazione che tutti gli esseri e/o gruppi sociali hanno in dote e che prima o poi ti presenterà il conto se eccedi troppo con chi è piu’ sfigato di te (il resseintment è un grosso incentivo per innescare una reazione da parte di chi le sta buscando). Poi vabbè anch’io certe dottrine e certi personaggi li trovo allucinanti e questo lo sai bene visto i miei trascorsi e gli scambi non sempre cordiali che ho avuto con certi soggettoni in altri fronti forumistici.
Tutto è relativo o per meglio dire tutto è da guardare in prospettiva, dipende se hai il culo al caldo o meno e in funzione di ciò (e mi pare lampante) noi “umani troppo umani” agiamo di conseguenza. E da li, da quella supposta che ti si infila direttamente dove non batte il sole senza che tu lo voglia, deciderai se prendere la strada del cristianesimo o del niccianesimo oppure convoglierai su di te e ti farai carico, quasi fosse un atto di fede, delle indiscutibili qualità del grande e imprescindibile e immarcescibile ornitorinco.
Credo che nessuno sia immune dallo schemino, nonostante un’insopprimibile vanità che ci contraddistingue e che ci induce a darci un tono e che ci porta a fare di tutto per dimostrare che abbiamo ragione noi (e che francamente mi ha anche rotto un po’ le palle).
Con (in)condizionata stima
Tuo Ethans
Ethans(Quota) (Replica)
________________________
Vabbè, Ethans, riprovaci, magari , al prox. tentativo, sarai più fortunato..
Mi tocca fermarmi qui, per andare “a fondo” bisogna anche sapere quel che di dice….
Animus(Quota) (Replica)
Ethans,
” il cristianesimo non è altro che lo sforzo/tentativo efficacissimo dei deboli e/o malriusciti di opporsi (imporsi) a quelli piu’ “naturalmente” dotati di caratteristiche fisiche e/o psicologiche. E non è forse anche questa una volontà di potenza?”
bello questo, secondo me è cosi, e poi più “volontà di potenza” hanno quelli malriusciti guidati dal rancore, mentre quelli/quelle riusciti hanno una ingenuità e magnanimità innata. Poi la chiesa ha usato sia gli uni che gli altri per i propri scopi.
nina(Quota) (Replica)
Deboluccia come controargomentazione Animus, vedo che come tuo solito non hai perso il viziaccio di sottrarti al dibattito. Ma non facciamo polemiche ché oggi grazie alla mia volontà di potenza ho comprato la macchina nuova e sono felice e la mia autostima è pressoché inattaccabile.
Rinnovo la stima.
Ethans(Quota) (Replica)
nina,
Animus, hai trovato una seguace… se l’intuito non mi inganna è una che spesso e volentieri mi ha rotto i maroni su facebook, anche di recente, ma non mi ricordo il suo nick…comunque si, se è lei, può aderire alla causa (nicciana…)…perchè appartiene alla folta schiera di coloro convinti di essere qualcuno e invece non sono nessuno e proprio per questo sono talmente ottenebrati da essere convinti di essere qualcuno. E il cane si morde la coda…Se i malriusciti si fanno scudo dell’etica del risentimento (Cristianesimo e derivati), i convinti di essere riusciti (in realtà più malriusciti dei primi) sposano una sorta di pseudo niccianesimo volgare, del tutto funzionale ai loro interessi e bisogni. E il cane torna a mordersi la coda…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ethans,
Ripeto, “per andare “a fondo” bisogna anche sapere quel che di dice”, ma visto che te la cerchi…..
Affermare che ” La tragedia della riflessione nietzschiana e’ proprio questa: non aver colto che anche dietro al cristianesimo si nasconde una volontà di potenza” è un’idiozia di una tale entità, che se dovessimo dare una misura a questa stronzata, sarebbe la discarica fognaria di calcutta!
E’ proprio nicce che ha disvelato/mostrato quello che è il cristianesimo, ben lontano dall’essere la “morale dei buoni/giusti”, ma piuttosto, la volontà di potenza dei deboli!
Quindi, caro Ethans, cosa vuoi “andare a fondo”, ma torna a studiare (almeno sugli argomenti che non conosci, poi non escludo che su altri puoi essere anche un genio), in modo da evitare di sparle così grosse.
Animus(Quota) (Replica)
nina,
>Poi la chiesa ha usato sia gli uni che gli altri per i propri scopi.
La religione, e di questo se ne accorge anche Marx, oltre ad avere la funzione di spiegare fenomeni a cui non si trova una risposta, é uno dei mezzi con cui “si può fare degli uomini ciò che si vuole: purchè si possegga un eccesso di forze creatrici e si possa imporre la propria volontà per lunghi periodi di tempo”
Animus(Quota) (Replica)
Vorrei che qualcuno mi facesse un esempio, uno solo, di un nicciano riuscito che nei confronti del proprio figlio malriuscito abbia applicato la dottrina in cui crede, ossia che gli abbia detto; va nel mondo con le tue sole forze e affermati. Da me non attenderti alcun aiuto. Vorrei anche un altro esempio di un “signore” riuscito che non provi risentimento, e attui tutte le difese possibili, verso il servo ancor più dotato di lui e che voglia naturalmente scalzarlo per prendere il suo posto. Vorrei un esempio di una società in cui i dotati naturalmente siano all’apice per le loro doti e non per altro. Veramente in quest’ultimo caso una risposta ci sarebbe: se, sulla falsariga del calvinismo protestante per il quale il successo è indice di essere nelle grazia, si considera il successo come la prova della superioritò naturale di un individuo rispetto alla massa, allora questa società giusta sarebbe quella, e solo quella, di un capitalismo perfetto, (non si dirà che la società castale e schiavista premiava i forti per natura, spero), con totale mobilità sociale, senza Stato e senza alcun tipo di associazione collettiva. Neanche la famiglia, nella quale esistono pur sempre vincoli di solidarietà di tipo affettivo. Insomma un anarco capitalismo individualista, sogno di molti “puristi”. Sogno, solo sogno, perchè, oltre il giudizio sulla sua giustezza teorica, è impossibile ed infatti non c’è mai, dico proprio mai, stato. E’ semplicemente contrario alla natura umana, che esista o no la religione, il cristianesimo etc.
armando(Quota) (Replica)
armando,
Armando, per quel che mi riguarda, messa così, puoi anche avere ragione, non sto a fare le pulci a ciò che trovo ragionevole, sensato e probabilmente anche “giusto” (nel senso che se voglio cercare “il pelo nell’uovo”, lo trovo, ma dato che come poni la questione mi sembra sostanzialmente sensata, non val la pena cercarlo ).
Io però, batto il chiodo (sempre o quasi) su un altro punto, ovvero, perché invece di andare a cercare sempre il male nell’altro, non andiamo (e magari critichiamo) il male di quelli per cui “tifiamo”?
Alla fine è solo una questione di “tifo”, è solo questo il “bene e il male”, io contro te, la mia squadra contro la tua (elevato ad un livello più alto del banale tifo calcistico, ma alla fine, scava , scava..)?
Sembra proprio di sì…e del resto, si dice di no, ma po … non si è in grado di diostrare il contrario…
cosa diceva nicce?
“to do is to be” …
Animus(Quota) (Replica)
Boh, a me non risulta che Nietzsche abbia mai dichiarato in modo chiaro e intelligibile che il cristianesimo è anch’esso volontà di potenza, mio limite ci mancherebbe, la mia cultura è per l’80% da autodidatta (e “molto poco” approfondita, soprattutto per ciò che concerne la materia filosofica) ed è possibile che mi sia sfuggito qualcosa in merito alla questione. Tu che sei piu’ esperto di me sull’argomento saprai sicuramente segnalarmi (se lo vorrai sia chiaro, nessuno ti obbliga) qualche passo nei suoi scritti in cui si evidenzia tale parallelismo. Mi interesserebbe molto approfondire.
Ti ringrazio per il genio, giuro che sono arrossito per l’imbarazzo, ma a costo di risultare ripetitivo a mio parere i geni sono altri e come hai detto bene tu solitamente finiscono per t (o per chi o per ndo, aggiungerei).
Cmq fa sempre.piacere una bella pompata di autostima. Zenchiu.
Ethans(Quota) (Replica)
Quoto la vostra preparazione, la qualità, l’onestà intellettuale con cui vi esprimete su questo sito. Ma provo al contempo una sincera tenerezza. Abbiamo perso! Le grandi menti, le autorevoli argomentazioni perdono slancio nell’era moderna. Vincono gli # e chi li manovra e se davvero siamo noi popolo come ci dicono allora inventiamolo un # che riassuma tutta la filosofia umana dall’inizio dei tempi. Uomini beta semmai voleste iniziare una nuova campagna pubblicitaria io sono pronto ad aiutarvi gratis, mi occupo di fotografia e videoediting. Vi riunite qualche volta? Mi piacerebbe conoscervi (a dire la verità ho già incontrato qualcuno di voi in una libreria a roma) non si sa mai buona giornata.
Omino Bianco(Quota) (Replica)
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Obiezioni contro il darwinismo
I mezzi dei deboli per potersi mantenere in alto sono diventati istinti, sono diventati l’«umanità», sono «istituzioni».
Gli istinti di ciò che tramonta hanno avuto il sopravvento sugli istinti di ciò che sorge.
La volontà del nulla domina sulla volontà della vita.
E’ vero questo?
Non c’è forse una maggiore garanzia della vita della specie, in questa vittoria dei deboli e dei mediocri?
Non è forse soltanto un mezzo nel movimento totale della vita, una misura dilatoria?
Una legittima difesa contro qualcosa di peggiore?
Supposto che i forti fossero diventati padroni in tutto e anche negli apprezzamenti : deduciamo le conseguenze come essi dovrebbero pensare intorno alle malattie, al dolore, al sacrifìcio!
Un auto disprezzo dei deboli sarebbe la conseguenza …
Abbiamo veduto due volontà di potenza in lotta (nel nostro caso speciale: avevamo un principio per dare ragione a quella che finora soggiacque e torto a quella che sinora vinse); abbiamo riconosciuto il « vero mondo » come un «mondo inventato» e la morale come una forma dell’immoralità.
Abbiamo capito ciò che ha determinato sinora il valore superiore e perchè esso ha dominato i valori della parte avversaria — : era numericamente più forte.
Non vanno confusi due tipi di morale: una morale con la quale l’istinto è rimasto sano, e si difende contro l’incipiente decadenza, e un’altra morale con la quale appunto questa decadenza si forma, si giustifica, si intensifica.
La prima è generalmente stoica, dura, tirannica l’altra è entusiastica, sentimentale, piena di misteri : essa ha dalla sua le donne e i « bei sentimenti» ( — il primo cristianesimo era una simile morale).
Perchè i deboli vincono
I malati e i deboli hanno più compatimento, sono più umani, — i malati e i deboli hanno più spirito, sono più mutevoli, più multiformi, più divertenti…
I malati e deboli hanno avuto dalla loro parte il fascino: sono più interessanti dei sani ; il pazzo e il santo — le due specie d’uomini più interessanti…. in istretta parentela con essi il « genio ».
E per quel che riguarda la dècadence, ogni uomo che non muore troppo presto, la rappresenta quasi in ogni senso: — egli dunque conosce per esperienza anche gli istinti che fanno parte di essa ; — per la metà quasi di ogni vita umana, l’uomo è decadente.
Infine, la donna.
Una metà dell’umanità è debole, mutevole, incostante — la donna ha bisogno della forza per aggrapparsi ad essa, ed una religione della debolezza che glorifichi come stato divino l’esser deboli, l’amare, l’esser umili — : o meglio render deboli i forti, — essa domina se riesce a soggiogare i forti.
La donna ha sempre cospirato coi tipi della decadenza, coi preti, contro i « potenti », i forti, gli uomini.
Il cristianesimo fu il tentativo di « vincere » il mondo, cioè di negarlo.
In prassi un tale attentato della follia — un’insensata auto elevazione dell’uomo di fronte al mondo — condusse all’oscuramento, all’rimpicciolimento, all’impoverimento dell’uomo : solo la specie di uomini più mediocre, la specie-gregge trovò in esso il suo tornaconto, il suo avanzamento….se si vuole.
Etc etc etc
F.N – La volontà di potenza
Animus(Quota) (Replica)
Però Animus, il libro che citi è un’opera postuma realizzata dalla sorella di N. per presentarlo simpatico ai nazisti.
E’ vero che bisogna vivere in questo mondo e non sopportare tutto per un al di là e la chiesa (e Platone) invitano a questo, ma Nietzsche con una forma di eugenetica di eliminare i deboli e malati non ha niente a che fare
nina(Quota) (Replica)
Ti ringrazio Us per avermi fatto notare un “piccolo particolare” di cui non ero a conoscenza, cmq poco male, ho già chiamato l’autospurghi, direzione India. Sulla questione tifo sono particolarmente d’accordo ho sempre rilevato anch’io questa cosa: ognuno ha il proprio personalissimo ornitorinco da cullare, nutrire e difendere a spada tratta dagli attacchi degli altri personalissimi ornitorinchi. Difficile sottrarsi a questo schemino, serve un’oggettivita’ difficilmente riscontrabile in natura. C’è poco da fare dai, la volontà di potenza è dura a morire e se anche nella seconda metà della vita si trasforma in qualcosa di più basso e subdolo (piu’ raffinato e sottile a mio modo di vedere) sempre ce la ritroviamo in mezzo ai coglioni … e puoi trasmutare tutti i valori che vuoi, sempre si ripresenta in altra forma… e’ un loop… non se ne esce, c’è poco da fare…
Ethans(Quota) (Replica)
Ciò che ho citato ora non è diverso, negli effetti, da ciò che richiedo ad Armando.
Supponiamo che sia vera la tesi, come io credo che lo sia, che l’xmas sia la volontà di potenza dei deboli/malati, e, dal momento che ogni V.d.p “vuole se stessa, e l’accrescimento virtualmente illimitato di se stessa”, questa volontà (degenerata, “crepuscolare”, cioè che invece di sforzarsi di elevarsi per prendere le distanze dal “gregge” – egregio=ex-gregis -, aspira e si sforza di abbassare ciò che ha forza/valore per renderlo uguale a sé), avrà l’effetto/esito – perché vuole fare il proprio tornaconto/propri interessi – generazione dopo generazione, secolo dopo secolo, istituzione dopo istituzione e “diritto” dopo “diritto”, di innalzare “il tipo d’uomo” che è alla base della sua morale, il suo punto di forza, appunto, abbassando il suo nemico: l’uomo forte, vitale, sano.
Per questo dico ad Armando, che non basta evidenziare qual’è la morale del nemico (il suo tipo di società e i suoi valori) identificandolo come male assoluto, perché questa dialettica è evidentemente fallace (anche se io, da nicciano, la considero non solo fallace, ma proprio falsa, nel senso di “indegna”, ma d’altro canto capisco anche che se non si è avvezzi a pensare alle cose in una certa maniera, secondo una “certa logica” e mentalità, possa sfuggire anche “il medoto”), ma è necessario identificare soprattutto qual”è il proprio male (dunque relativo ad una posizione, e non posizionarsi come il bene e identificare l’altro come male), perché se si fa solo lo scarica barile sull’altro, magari rinfacciando all’altro il male di cui si è invece la causa prima (” Il torto nostro, quello che abbiamo arrecato, è più pesante da portare del torto altrui…non sono pochi gli uomini versati in quel sudicio raggiro di sé stessi consistente nel volgere il proprio torto nel torto altrui …per potere in tal modo portare molto più facilmente il proprio peso”), embè, allora non si fa altro, uno, che dare la dimostrazione che si usa l’altro come paravento per mascherare il proprio (e anche qui, nicce ha scritto abbastanza sul fatto che “l’individuo (per la propria autoconservazione) sviluppa le sue forze più imponenti nella simulazione…etc etc”, due, che questo anello retroattivo, la V.d.p “crepuscolare”, che vuole se stessa e l’accrescimento continuo di se stessa….la si alimenta, si fa parte della catena/ciclo/meccanismo che permette la sua crescita (e fondamentalmente, se ne perpetua l’accrescimento del suo male).
Animus
P.S
Chiaro Ethans, cosa significa “andare a fondo”?
Animus(Quota) (Replica)
Lo so, è vero quello che dici, che la sorella, al cui funerale partecipò niente meno che Hitler in persona (nicce lo sapeva di che pasta era fatta la sorella, e infatti la chiamava “canaille”=canaglia) ha manipolato i suoi scritti (non pubblicati) virandoli verso il razzismo-nazismo-antisemitismo.
Non ci vuole tanto, basta inserire qui e la qualche termine un po’ pesante, modificare leggermente il senso togliendo e/o aggiungendo le parole giuste, ed il gioco è fatto, niente di più facile che trasformare nicce in un “precursore del nazismo”.
E’ più che evidente che dietro tutto questo c’è lo zampino della Chiesa….(basti pensare quello che continuano a fare ancora oggi…)
Cmq, personalmente, quando prendo gli scritti adotto questa regola, li depuro dagli “eccessi” (ciò che non trova conferma nella bibliografia nicciana) e li privo dei termini “odiosi”, cercando di preservare il concetto (se questo non è palesemente un incitamente all’odio).
Ethans voleva una “scritto in chiaro” sulla volontà di potenza, e l’ho dovuto prendere da …”la volontà di potenza”.
Poi è ovvio che questo tema è ricorrente anche in altri testi, ma non usa mai la parola Volontà di potenza, mentre vi è il concetto che i deboli si uniscono (sotto la morale del gregge) per poter vincere su ciò che ha valore, e/o abbassarlo.
>ma Nietzsche con una forma di eugenetica di eliminare i deboli e malati non ha niente a che fare
Lo dice anche Primo Levi. 😉
Animus(Quota) (Replica)
Vedo che hai studiato relativamente alla volontà di potenza in quanto ricordo che in altro fronte forumistico quando
ti feci notare la cosa (e cioè che dietro il cristianesimo c’era nientepopodimeno che VDP sotto altra veste),
subito mi rispondesti (con lo stile umile e rispettoso del sentire altrui che da sempre ti contraddistingue) che quella
dei cristiani non era VDP ma volontà di bassezza, meschinità o amenità del genere. Fa sempre piacere vedere che anche tu
hai avuto l’umiltà di andare a leggere “a fondo” ciò che si celava a tutti gli effetti dietro al cristianesimo,
l’hai fatto tramite il tuo ornitorinco preferito, ma tant’è, è bello vedere che hai aggiustato il tiro e hai colto
l’essenza della questione. Bravo, stai imparando ragazzo, mi fa piacere, vuol dire che in qualche modo più o meno
indiretto ti sono servito (si scherza eh?).
Io non capisco proprio come si possa condannare una morale (benchè bassa e indegna e subdola come dicono i nicciani) a
scapito di un’altra morale (vitale e forte e sana, sempre come dicono i nicciani, ma farei dei grossi e grassi distinguo a
tal proposito) quando è evidente che sono simili e si esplicitano partendo da una comune essenza che, a seconda delle
stagioni dell’esistenza (giovinezza, maturità, vecchiaia) e a seconda delle potenzialità e talenti insiti nella propria
costituzione in un momento dato della propria vita (e che irrimediabilmente cambia cambiando anche i primi), si veste
di un abito piuttosto che di un altro.
Non capisco come si possa esaltarne una a scapito di un’altra visto che partono dallo stesso centro pulsionale
e dunque a fondarci sopra una filosofia che vagheggia di una fumosa e non ben definita trasmutazione di tutti i valori ed a
un superuomo che prima o poi “super” smetterà di esserlo visto che i valori fondanti su cui poggia (e cmq sempre in
divenire) verranno drasticamente meno arrivato al giro di boa del mezzodì della propria vita.
Boh, a me ‘sti vaneggiamenti aristocratici ed elitari e
filogiovanilistici di lui qui mi hanno sempre un pò puzzato di rancore, frustrazione e risentimento, dello stesso
rancore e frustrazione e risentimento su cui si fonda l’altra morale (ma non solo questa ovviamente) da lui
continuamente dileggiata e che in ultima analisi è solo un semplicissimo quanto naturalissimo istinto di conservazione
di sè, del proprio gruppo sociale in cui ci si identifica per idee, convenienze, bisogni ecc.
Crepuscolare? Bah, come se l’altra invece fosse conveniente per tutti e non finalizzata all’accrescimento di se stessa
e soprattutto alla conservazione di un elite subdola e crepuscolare quanto la prima. Suggerire poi di identificare il
proprio male entro se stessi prima che negli altri la trovo una cosa parecchio aleatoria e di un’ingenuità disarmante.
Giusta a livello ideale se vogliamo, ma priva di attuazione nella realtà concreta. Andando per estremi sai che gli frega
a uno stomaco dilaniato dai morsi della fame più nera che vaga alla ricerca di qualche scarto alimentare in una
discarica di Calcutta di identificare il proprio male? Non credo ci sia bisogno di risposta.
Paradossalmente poi questa richiesta di identificare prima il proprio male invece che quello altrui è la stessa
identica strategia adottata dalla morale cristiana e ciò il tentativo di abbassare il proprio nemico e condurlo entro
i confini della propria verità, del proprio tornaconto. Una robusta iniezione di senso di colpa per indurlo a più miti
consigli e, di fatto, corrodere lentamente la sua volontà di potenza, castrare in partenza la sua spinta vitale al fine
di non recare danno a me, al mio gruppo sociale, all’idea in cui io mi identifico. Devi cercare il male entro te stesso
e non negli altri (soprattutto quando entro a questi altri ci sono anch’io). Film già visto, musica già sentita.
Stessi elementi con forme differenti.
Ethans(Quota) (Replica)
Cioè fammi capire Aniums, tu depuri gli scritti nietzschiani dagli eccessi e li privi dei termini odiosi a tua arbitraria discrezione senza verificare che certi assunti siano originali o immessi dalla sorella
col senno di poi o segui una metododologia oggettiva frutto di una approfondito studio filologico?
Ethans(Quota) (Replica)
Omino Bianco,
.
Ciao Omino Bianco
Ti ringrazio a nome di tutti per gli apprezzamenti. Certo, possiamo sentirci, incontrarci, sviluppare una proficua collaborazione. Mi pare di capire che tu sia di Roma o della zona. Ho visto che ci hai mandato una mail, la giro a Fabrizio Marchi cosi potrete sentirvi e vedere cosa si può fare. Ovviamente, se hai un account puoi contattarci direttamente anche su facebook. Decidi tu.
Si, ci incontriamo. Anche se non cosi spesso come vorremmo.
Anzi approfitto della tua domanda per ragguagliare a questo scopo gli amici e i compagni che ci seguono sul sito o sui social.
Ieri, sabato 27 febbraio, ci siamo riuniti (a Roma) per il naturale rinnovo delle cariche dell’Associazione. Si trattava di una riunione organizzativa (oltre che un occasione di conoscerci di persona per tanti di noi) e per questo non abbiamo dato pubblicità preventiva alla cosa.
E’ stata una bella e proficua riunione che ha visto l’ingresso di tante persone in gamba che andranno a costituire il nerbo di UominiBeta.
Siamo una piccola realtà, ma decisamente in crescita e questo non può che farci piacere. Significa che avevamo visto giusto, che stiamo andando nella giusta direzione.
Più in là organizzeremo sicuramente un incontro più ampio e vi daremo adeguata pubblicità per dare modo a tutti di potervi partecipare.
Il nuovo comitato direttivo, in ordine strettamente alfabetico, di UominiBeta:
– Luigi Corvaglia
– Nicola Sandro Degani
– Diego De Matteis
– Fabio Di Pietro
– Manuel Giovannelli
– Fabrizio Marchi
– Sandro Marroni
– Roberto Micarelli
– Fabrizio Napoleoni
– Costanza Lopez Pineda
– Giuseppe Petrozzi
– Mauro Recher
– Giacomo Rotoli
– Francesco Toesca
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Presidente: Luigi Corvaglia
Vice Presidente: Diego De Matteis
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Per finire una mia piccola considerazione.
In un associazione è necessario individuare delle cariche ed è stato fatto indicando il sottoscritto e Diego. Cariche peraltro della durata di due anni e che vedranno una salutare rotazione. Ma è veramente solo un fatto burocratico perchè il vero motore è il gruppo. Gli amici e i/le compagni/e che ho elencato e tutti voi, amici e compagni vecchi e nuovi ma anche chi in futuro vorrà unirsi a noi in questo difficilissimo ma esaltante percorso.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Primo Levi scindeva il pensiero di Hitler da quello di Nieztsche, ma non ne aveva un’opinione positiva:
Il pensiero di Primo Levi su Nietzsche.
“Il verbo di Nietzsche mi ripugna profondamente; stento a trovarvi un’affermazione che non coincida con il contrario di quanto mi piace pensare; mi infastidisce il suo tono oracolare; ma mi pare che non vi compaia mai il desiderio della sofferenza altrui. L’indifferenza sì, quasi in ogni pagina, ma mai la Schadenfreude, la gioia per il danno del prossimo, né tanto meno la gioia del far deliberatamente soffrire. Il dolore del volgo, degli Ungestalten, degli informi, dei non-nati-nobili, è un prezzo da pagare per l’avvento del regno degli eletti; è un male minore, comunque sempre un male; non è desiderabile in sé. Ben diversi erano il verbo e la prassi hitleriani”.( PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati).
Enrico Fiorini(Quota) (Replica)
Enrico Fiorini,
>stento a trovarvi un’affermazione che non coincida con il contrario di quanto mi piace pensare
Un giorno la vita chiese alla morte:“perché a me tutti mi amano e a te tutti ti odiano ?”
E la morte rispose : “Perché tu sei una bellissima bugia, mentre io sono una terribile verità”.
Animus(Quota) (Replica)
Per quanto approvi il vostro messaggio e anch’io, come voi, sia profondamente offeso da questo delirio mediatico, non riesco a condividervi del tutto.
In primo luogo, sebbene il titolo renda molto bene, non so se sia del tutto proprio definire tali campagne sotto il termine “violenza”. E’ un po’ il motivo per cui ho reagito con veemenza contro questa pagina facebook e dunque capite che mi parrebbe un’ipocrisia comportarmi qui allo stesso modo.
Francamente, non riesco a capire dove queste campagne vogliano andare a parare. Più che interventi finalizzati, sembrano la caotica manifestazione di una paura pervasiva e indiscriminata verso l’intero genere maschile.
Altro elemento è la violenza in sé. Se è vero che gli uomini preferiscono, di gran lunga, ammazzarsi tra loro che non chiamare in causa il genere femminile, è pur vero che paiono i più violenti in generale. Certo è che se includiamo nel termine violenza anche quella psicologica, stereotipo vuole che sia il genere femminile a detenere il primato di questa specialità.
A questo punto però mi chiedo: dovremmo quindi anche noi fare le nostre campagne dove dipingiamo le donne come serpi che avviluppano gli uomini tra le spire dei loro inganni al solo fine di assoggerttarli e ridurli all’impotenza? A me non sembra una via praticabile. A me pare che, in tal modo, moltiplicheremmo la paura ed è questo che mi fa’ così tanta rabbia di queste campagne. Se analizziamo i nostri comportamenti in modo ossessivo ci scopriremmo tutti violenti, uomini, donne, bambini, criminali e santi. Personalmente considero un po’ di “violenza” fisiologica e inevitabile. Siamo tutti un po’ egoisti e abbiamo tutti le nostre debolezze e le nostre paure, dovremmo accettarci ed essere disposti a venirci incontro più che stigmatizzarci e allontanarci l’un l’altro.
Ultimo punto: la vita e la morte. Queste sono associazioni classiche e, personalmente, non mi dispiace essere associato alla morte. Purtroppo nell’odierna incapacità di rapportarsi con la morte questa è stata dipinta in senso strettamente negativo ma la morte sicuramente non è violenza. Una volta lessi che la madre insegna al bambino per cosa vale la pena vivere e il padre insegna per cosa vale la pena morire. Questa, secondo me, è una chiave di lettura veramente interessante che ci restituisce il valore del sacrificio, valore che guarda caso si è perso al punto da divenire quasi un vizio, orgoglio o peggio, stupidità. Penso che, forse, avremmo bisogno di un po’ più di orgoglio, per insegnare agli stupidi il senso del sacrificio.
Citando Capitan Barbossa: “E’ il giorno della morte che da alla vita il suo valore!”
Alessandro(Quota) (Replica)