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Segnalo la pubblicità Costa Crociere, che a quanto pare sta andando in onda non solo in Tv, ma anche sul web: mentre leggevo una notizia su Virgilio Notizie, me la son vista apparire a tutto schermo all’improvviso… evidentemente non soddisfatti di sommergere i telespettatori con la loro misandria, ora vogliono costringere anche gli internauti a sorbirsi le loro creazioni.
Per chi non l’avesse vista, questa è la pubblicità:
E questo è l’Ente per il Controllo delle Pubblicità, che come potete vedere dal banner in basso a destra ha un “protocollo di intesa” con il Min.PariOpp.:
La loro email per segnalargli questa pubblicità misandrica è:
Mentre l’email di Costa Crociere per protestare è:
Il numero di telefono (un numero verde) di Costa Crociere è:800-532853
*************
Una vera e propria chicca, direi imperdibile, senza timore di esagerare, puntualmente segnalataci da Saigon2k.
Proviamo a pensare solo per un attimo a questo spot a parti invertite. Vediamo un pò: l’uomo si apre la cerniera dei pantaloni e tira fuori il suo attributo. A quel punto la donna, visibilmente eccitata, sta per prendere l’iniziativa, ma in quel preciso momento l’uomo le sferra un gancio destro sul mento e se ne va a prenotare la sua bella crociera ai Caraibi.
Ora, a parte il fatto che un simile spot non potrebbe neanche essere concepito ( giustamente) ma, ammettendo che lo fosse, cosa accadrebbe secondo voi?
Provo ad avanzare delle ipotesi. La compagnia di viaggi verrebbe denunciata (giustamente) per apologia di sessismo, razzismo e istigazione alla violenza sessista, e naturalmente condannata a sborsare miliardi di euro di penale. I responsabili dello spot ,a qualsiasi livello, verrebbero denunciati, condannati a severe pene pecuniarie e non solo, e naturalmente perderebbero il loro posto di lavoro.
Altrettanto ovviamente (e ancora una volta giustamente) verrebbe scatenato un vero e proprio uragano mediatico e politico, con interrogazioni parlamentari, campagne di denuncia e via discorrendo. Naturalmente la compagnia in questione verrebbe additata al pubblico ludibrio e rischierebbe molto concretamente di chiudere i battenti.
Invece, tornando alla realtà, non solo tutto questo non accade, ma addirittura quel genere di spot viene considerato altamente incentivante dal punto di vista commerciale.
Ciò che riteniamo più grave è il fatto che un simile spot venga semplicemente concepito e diffuso come se nulla fosse. Ma c’è un aspetto ancora più inquietante. L’immagine di una donna che seduce un uomo e poi lo prende a calci nelle parti basse viene di fatto considerata positiva, oltre che “normale”, al punto di diventare uno spot pubblicitario.
Razzismo, sessismo e istigazione all’odio e alla violenza di genere. Il tutto nell’indifferenza generale.
Uomini Beta
84 Commenti
Mesi fa feci riferimento ad alcune pubblicità simili (chi si ricorda della pubblicità Candy) dove la donna mette l’uomo nella lavatrice.. o della nuova lancia Y, che per decretarla femminista per antonomasi, vede la donna farsela lavare tramite uomini “spazzoloni”?? ebbene..ecco cosa ne penso:
La politica razziale nell’ITALIA FEMMINISTA si sostanzia nelle specifiche scelte e leggi adottate dall’ITALIA femminista in materia razziale: esse postulavano la superiorità della razza “FEMMINILE” e comportarono una serie di misure discriminatorie, soprattutto nei confronti della popolazione MASCHILE.
Queste politiche affondano le proprie radici nell’epilogo del CONSUMISMO mondiale, quando le fazioni nazionaliste FEMMINISTE, irritate e deluse dalla sconfitta PALESE, inventarono la leggenda della “pugnalata alle spalle” (in tedesco Dolchstoßlegende) delle DONNE da parte di forze esterne (principalmente UOMINI). Il nascente partito FEMMINISTA fece leva su questo sentimento per la propria propaganda politica e successivamente, assunto il potere, lo istituzionalizzò attraverso la pubblicazione delle leggi di PARI OPPORTUNITA’.
no.. non è tutta farina del mio sacco, in GRANDE ho sostituito i SOGGETTI, tuttavia, vista la similitudine, si capisce il nesso logico e la valenza attribuita al termine:”Nazivaginocentriche”
[Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Politica_razziale_nella_Germania_nazista%5D
Damien(Quota) (Replica)
Sono d’accordo con te, Fabrizio.
Tuttavia quello che mi chiedo è perché alcuni uomini accettino di recitare una parte simile, una parte che io NON accetterei mai. Va bene i soldi, va bene che la maggior parte degli uomini sono degli zerbini, va bene tutto, ma un minimo di dignità dovrebbero averla anche questi fessi che si prestano ad un simile “gioco”.
Marco(Quota) (Replica)
Sentite la Silvana Pampanini e Lorella Cuccarini come si divertono a distruggere alcuni attori e miti del cinema italiano:
http://www.youtube.com/watch?v=KLdIEm4YFlM&feature=player_detailpage#t=531s
Leonardo(Quota) (Replica)
a tal proposito ,anche se off topic dall’ argomento pubblicità ,ho trovato questo articolo sul blog della Terragni
http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2011/03/17/aboliamo-i-femministi/
praticamente mettono in croce i cosiddetti uomini che stanno dalla parte ,non come sembrerebbe delle donne,ma dalla parte delle femministe (che non è proprio la stessa cosa)
mi sembra in sintonia con quello che scriveva Damien.
Una specie di elite di “genere” , non importa se sei bravo o meno ,basta che tu sia donna (infatti il discorso della Bocchetti ,finisce in questo modo in sostanza: “Ci sono anche le donne non brave,ma basta che siano donne”
questo è tipicamente un discorso da mito da “superdonna”
mauro recher(Quota) (Replica)
ah ah ah ah, quasi quasi partecipo al gioco della Terragni: vediamo un pò, quale zerbino buttiamo giù dalla torre? Comunque, a queste signore non vanno bene neanche gli zerbini, ma cosa vogliono?
Guardando la pubblicità della Costa Crociere mi è scappato da ridere, perchè ho pensato che è sgradita anche alle femministe. Che cosa penserà la Zanardo di quella gonna che si solleva? Eh sì, quella è proprio mercificazione del corpo femminile e sarebbe il caso d’intervenire per restituire dignità alle donne, che a causa di pubblicità come questa vedono perderla tutti i giorni di più.
Ritorrnardo seri, quel rinvio al ministero delle “pari”opportunità credo che spieghi meglio di qualunque altra cosa la collocazione di quest’ente. La rieducazione femminista passa necessariamente attraverso il controllo dei mass media.
Alessandro(Quota) (Replica)
E’ stato toccato un altro punto nevralgico. La pubblicità è la forma di comunicazione più diretta e anche più diffusa e pervasiva. E’ uno specchio della realtà e nello stesso tempo contribuisce a crearla e modificare l’immaginario collettivo. E nonostante che nessuno (quasi) lo dica, la pubblicità più in voga è quella antimaschile, che non si limita a rappresentare un maschio succube e una donna volitiva e dominante. Fosse solo questo, tutto sommato sarebbe riconoscibile facilmente e se ne potrebbe prendere le distanze. Secondo me la peggiore è quella che mostra un maschio stupidotto, o pauroso, o inconcludente, o psicologicamente dipendente, o fanfarone, o vanaglorioso, cioè quasi tutta. In ogni modo guardate quà
http://www.maschiselvatici.it/index.php?option=com_content&view=category&id=24:pubblicita-regresso&Itemid=37&layout=default
armando
armando(Quota) (Replica)
Tuttavia quello che mi chiedo è perché alcuni uomini accettino di recitare una parte simile, una parte che io NON accetterei mai. Va bene i soldi, va bene che la maggior parte degli uomini sono degli zerbini, va bene tutto, ma un minimo di dignità dovrebbero averla anche questi fessi che si prestano ad un simile “gioco”. (Marco)
>>>
Quoto. Infatti, come è vero che nessuno obbliga una bella donna a spogliarsi per questa o quella pubblicità, è altrettanto vero che nessuno punta una pistola in fronte a quegli uomini che accettano di farsi dare delle “finte” ginocchiate nelle palle, come il tizio di cui sopra.
Andrea(Quota) (Replica)
e questa di Siffredi, della patatina che tira? fu censurata perché offendeva la donne: più che altro faceva invidia agli uomini secondo me.
Sono daccordo con Rocco Siffredi sulle patatine migliori:
http://www.youtube.com/watch?v=5a5uHlnZZuM
Leonardo(Quota) (Replica)
Ehm, ma state scherzando? Per uno spot assolutamente orrendo come questo della violenza su un uomo ce ne sono centinaia in senso inverso, stupri collettivi simulati inclusi. Una breve panoramica su: http://www.unita.it/donne/i-la-reclame-i-caccia-br-alle-pubblicita-sessiste-1.270090
Comunque io penso che le pubblicità in cui la donna è richiamo per i merli ( cioè quasi tutte quelle con le belle ragazze, dai gelati al virus dell’AVG) oppure quelle con la casalinga stereotipata ossessionata dallo sporco, siano offensive per ambedue i sessi. Gli uomini vengono sollecitati a vedere della donna solo l’aspetto erotico, e dunque sminuiti nei sentimenti e nell’interezza delle complesse relazioni di coppia. “Siamo persone, non merli” dovrebbero dire in tanti. Le donne vengono ridotte a merce in modo da consentire il passaggio mentale ” se compro qesto prodotto possiedo la donna che vedo”, e si è talmente assuefatti a questo fenomeno che le donne stesse si vedono come se fossero viste da un uomo. Nel caso della casalinga, si nega che nella vita reale sempre più mariti e padri danno una mano in casa perchè le donne lavorano anch’esse, e per tutti gli uomini che stanno compiendo un passo in avanti verso la parità il ripetuto messaggio pubblicitario non può che rappresentare un ostacolo.
Beh, ne approfitto per invitarvi a dare uno sguardo, e se credete iscrivervi, al gruppo di uomini e donne sulla pubblicità sessista che ho fondato su facebook, e che porta avanti una sistematica campagna di mail bombing all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Il link: http://www.facebook.com/#!/home.php?sk=group_139046259478883
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Mi è capitato di guardare già in passato la raccolta di pubblicità “sessiste” operata dall’Unità, ovviamente solo ai “danni” delle donne. Ora, la maggior parte di queste pubblicità stava al sessismo come i cavoli a merenda, e sfido chiunque ad affermare il contrario. Dei semplici giochi di parole venivano interpretati come pubblicità “sessiste”. E’ la censura femminista in azione, nient’altro. Il femminismo è un movimento autoritario, una sorta di integralismo, e non stupisce ovviamente questo suo accanirsi spesso sul nulla. Il problema nasce quando l’ossessione di poche diventa il problemi di tanti, come oggi accade.
Quindi grazie per l’invito, ma preferisco occuparmi dei problemi veri. Fonda un gruppo, per esempio, sulla libertà di informazione sui media italiani e vi aderirò con entusiamo, perchè quello è un problema reale, non un’invenzione femminista.
Alessandro(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta:
Le donne vengono ridotte a merce in modo da consentire il passaggio mentale ” se compro qesto prodotto possiedo la donna che vedo
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E invece non è cosi, l’uomo si illude, l’uomo è preso in giro. L’uomo spende i soldi per comprare l’automobile cosi ha le donne. Invece non ha un bel niente, se non del materiale per certe faccende solitarie…
Compratevi la patatina cosi avete Siffredi, ma credo più gli uomini se la comprano per averlo… e avere le donne come Siffredi.
Leonardo(Quota) (Replica)
Beh, dopo questo commento non insisto, perchè vedo che le nostre vedute sono distanti. Ma oltre a dare il link dello spot della Tirrenia “Abbiamo le poppe più belle d’Italia” http://danilopontone.wordpress.com/2009/05/30/manifesto-pubblicitario-della-ttt-lines-abbiamo-le-poppe-pi-famose-ditalia-protesta-delle-donne/
e chiederti/vi se un tipo di pubblictà di questo genere è anch’esso “invenzione sessista”, ci tengo ad aggiungere che stavo ripensando allo spot della Costa e ho concluso che oltre ad essere orrenda verso gli uomini è, sembra un paradosso, sessista! Perché 1) abbiamo come protagonista una squilibrata mentale violenta 2) l’equazione donna = sessualità è reiterata anche qui. Dopotutto avrebbe potuto dare quel calcio senza preamboli, ma no, bisogna far vedere che la donna ricorre alla sessualità! Bah. Forse dovrei chiedere al mio gruppo se sia il caso di mandare una bella mail colletiva allo IAP.
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Ecco, è arrivata subito la dimostrazione di quanto affermavo: un semplice gioco di parole viene interpretato come sessista. Tra l’altro si vedono solamente delle donne di spalle, vestite come si usa abitualmente in estate, l’alta stagione per la Tirrenia. Il problema invece per me non è la fantomatica pubblicità sessista, quanto il caro prezzi che tutte le compagnie navali stanno portando avanti. Quella sì che è una vergogna!
In un mio post sopra riportato scrivevo che anche per le femministe questa pubblicità sarebbe stata considerata sessista. Annamaria mi ha dato subito ragione: quella donna che si solleva ripropone la tanto amata equazione femminista donne=sessualità Questa volta ci ho preso!
Alessandro(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta:
“Abbiamo le poppe più belle d’Italia”
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A parte che odio tutti questi complimenti alle donne, perché di questo si tratta. E se io rovesciassi il complimento con qualche parte del corpo maschile? Non sarebbe mancanza di rispetto verso gli uomini? No, perché gli uomini di apprezzamenti dalle donne ne hanno ben pochi.
Da una parte voglio darti ragione, a volte gli uomini fanno apprezzamenti sul fisico delle donne per smontare una qualsiasi altra qualità.
Detto questo: la pubblicita spesso è di cattivo gusto.
Leonardo(Quota) (Replica)
gli amici di unbruttoblog mi hanno richiamato all’attenzione su questa pubblicità
http://www.youtube.com/watch?v=_8kgpeTGlgU&feature=player_embedded
se fosse il contrario cosa sarebbe accaduto??
invece questa ,da alcuni blogger è stata considerata intelligente
mauro recher(Quota) (Replica)
Sì, ma perché alcuni uomini (bianchi) si prestano a certe pubblicità? Coglionaggine, forse?
sergio(Quota) (Replica)
“Sì, ma perché alcuni uomini (bianchi) si prestano a certe pubblicità? Coglionaggine, forse?” (Sergio)
Gli uomini neri invece sono più svegli, né? Gli uomini bianchi sono proprio dei rammolliti, a forza di correre dietro alle femmine si sono bevuti il cervello…C’è uno zingaro che si allena nella stessa palestra di boxe che frequentavo io; azz…quello sì che ha capito tutto delle donne…
Quello mica perde tempo come noi con i discorsi sulla natura e la cultura, l’Essere e il Divenire, quello mena e tromba, tromba e mena…
Vuoi che te lo presento, Sergio? E’ una scuola di vita, provare per credere. Basta che non lo fai incazzare…
Fabrizio
P.S. o è meglio un mussulmano?…Pure loro mica male eh…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, tu sei troppo permaloso e in tal senso molto di “sinistra”, direi.
Senza offesa.
sergio(Quota) (Replica)
E tu lo sei molto più di me (senza offesa…), se me lo consenti, e in tal senso anche molto di “destra”… Dal momento che mi rispondi in questo modo un pò piccato ad un post che voleva essere ironico (magari non ci sono riuscito…), è evidente che in ogni caso ho colto nel segno…(quando sento parlare di uomini “bianchi” qualcosa non mi quadra…e infatti raramente mi sbaglio…)
Ascolta, invece di perdere tempo con queste scemate (soprattutto quelle sugli uomini “bianchi”, “neri”, “gialli”, “multicolorati” e via discorrendo…) perché non provi invece ad articolare una risposta logica, razionale, convincente e soprattutto adeguata al commento che ti ho dedicato? (ammetterai che non mi sono risparmiato, e questa è una dimostrazione di attenzione e riguardo nei tuoi confronti…)
Il dibattito ne trarrà sicuramente giovamento.
Fabrizio
P.S. il post per te è nell’articolo “Avetrana: matriarcato criminale”, ma credo che tu lo abbia già letto…ti ho anche ringraziato per avermi dato l’opportunità di approfondire alcuni temi, e tu lo glissi alla grande…e dai…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Mauro Recher: analizza un attimo lo spot della coloreria. L’uomo si aspetta i vestiti pronti dalla donna ( stereotipo dei ruoli tradizionali e della casalinga) Lei, stufa, lo mette in lavatrice ( donna isterica) Viene fuori un bel maschione (stereotipo della donna che pensa solo al sesso e quello che vuole realmente è un bel maschione). Spot sessista, sì, ma a sfavore della donna, dipinta come casalinga frustrata, isterica, violenta e desiderosa di sesso.
C’è una considerazione che riguarda la maggior parte delle pubblicità con figure femminili seducenti, cioè la maggior parte, che ci tengo a fare: le donne che guardano gli spot sono sollecitate ad immedesimarsi con la modella, il cui “valore” consiste nell’aspetto fisico e nell’atteggiamento compiacente. Proprio una bella educazione ai valori profondi della vita!
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta, riguardati con un pizzico di attenzione in più quello spot. Quell’uomo (un uomo normalissimo, come ce ne sono milioni, magari non un campione di fascino, questo sì, ma come senz’altro una gran parte…) si avvicina alla donna (che è evidente che è sua moglie o la sua compagna nell’immaginario dello spot) non per avere i vestiti asciugati e stirati ma per fare sesso (come è evidente…).
A quel punto lei appena lo vede fa uno sbuffo seccato, come a dire:”Che palle, questo vuole scopare…”. Dopo di che lo butta nella lavatrice e nel suo immaginario quello che ne esce è un “fustacchione” e per giunta nero, in pieno stile politically correct (certo che non poteva uscire un riccastro con la Rolls Royce…).
In questo spot, cara la mia Annamaria, sono gli uomini che ne escono a pezzi, non le donne. Questa è sì una pubblicità sessista, ma antimaschile. Sei talmente accecata dall’ideologia (speriamo sia solo quella…) da non riuscire neanche a vedere ciò che è evidente.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A. Arlotta:
>>
…lo stereotipo della donna che pensa solo al sesso…
>>
No! basta! pietà! questo è troppo davvero…
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Mah, a me questa pubblicità suscita ben poche riflessioni, la trovo una pubblicità che vuole essere ironica e divertente ma che si rivela piuttosto scialba, punto. Però certo considerarla “sessista” a danno delle donne mi sembra davvero eccessivo. Trovo questa storia delle pubblicità “sessiste” un pò ridicola, che testimonia quanto il politicamente corretto nasconda, in fondo in fondo, un’anima illiberale, censoria e quanto sia “a senso unico”. La pubblicità, entro certi limiti, dev’essere libera, perfino di fare stronzate. La pubblicità non ha in seno alla nostra società consumistica un ruolo educativo, ed è meglio che sia così. Sono i genitori che devono nuovamente riassumerlo quel ruolo, ma questo è un discorso che ci porta lontano.
Il Comitato di salute publica che queste paladine del politicamente corretto di genere vogliono istituire a controllo dei Media dev’essere rigettato da tutte le persone che difendono la libertà di espressione. La società capitalistica occidentale ha rivelato fino a ora tanti limiti, ma ha garantito, con tutte le sue contraddizioni, un certo margine di libertà per poter esprimere il proprio punto di vista o il proprio talento. Questo margine di libertà va difeso con le unghie e con i denti. Non possiamo permetterci che altre o altri taccino di sessista o maschilista, ecc., un discorso o una pubblicità solo perchè non è di loro gradimento.
Alessandro(Quota) (Replica)
:-DDD c’è pure lo stereotipo della donna forte, intelligente, capace, piena di energia e di voglia di far bene che viene mortificata dalla società maschilista.. E’ uno stereotipo molto in voga, ma pur sempre uno stereotipo.
Effettivamente Annamaria.. ma dove vedi lo stereotipo della donna allupata ?!?
Rita(Quota) (Replica)
Certo non si poteva mettere un nero brutto in lavatrice per far uscire un bianco bello, sarebbe stata razzista. Però si poteva mettere una bianca femminista, rifatta che dice sempre no e far uscire una nera, bella, giovane e nuda che dice sempre sì!
Leonardo(Quota) (Replica)
beh ,Annamaria più chiaro del commento di Fabrizio ?
l’ho rivisto un paio di volte e cè ne vuole di coraggio ad asserire che ,ancora una volta, è un danno per le donne , mi sembra che quello che “non va bene,che bisogna cambiare ,sia proprio l’uomo ……
mauro recher(Quota) (Replica)
E tu lo sei molto più di me (senza offesa…), se me lo consenti, e in tal senso anche molto di “destra”… Dal momento che mi rispondi in questo modo un pò piccato ad un post che voleva essere ironico (magari non ci sono riuscito…), è evidente che in ogni caso ho colto nel segno…(quando sento parlare di uomini “bianchi” qualcosa non mi quadra…e infatti raramente mi sbaglio…)
>>
Tranquillo, Fabrizio, che ci vuole ben altro per offendermi…
Per il resto, fatti una domanda: perché in quegli spot è sempre un uomo BIANCO a fare la figura del coglione? Perché non un nero o un giallo? E perché i bianchi, al contrario dei neri o dei gialli, non si prestano a tali scemenze? La risposta la conosci già…
Vedi Fabrizio, tu in questo senso sei rimasto un uomo di sinistra vecchio stampo, che pur essendosi liberato dallo spettro dell’ideologia femminista, salta in aria non appena un uomo NON di sinistra fa riferimento a quanto ho evidenziato sopra.
Nervi scoperti, forse? Fabrizio, se è vero che le donne che si spogliano in tv, al cinema, sui giornali o altrove, scelgono di farlo – e non perché una mano maschilista punta loro una pistola in fronte – è altrettanto vero che quei “bamba” che accettano di passare per coglioni in certe pubblicità, NON sono costretti dalle femministe a farlo.
Semplicemente sono dei coglioni.
Punto.
sergio(Quota) (Replica)
Parole di una (ex)amica: “andiamo in vacanza in Tanzania a farci un negrone. Sono strepitosi”.
Vogliamo continuare a “vivere” così il rapporto U/D?
maub(Quota) (Replica)
“Fabrizio, se è vero che le donne che si spogliano in tv, al cinema, sui giornali o altrove, scelgono di farlo – e non perché una mano maschilista punta loro una pistola in fronte – è altrettanto vero che quei “bamba” che accettano di passare per coglioni in certe pubblicità, NON sono costretti dalle femministe a farlo.
Semplicemente sono dei coglioni”. (Sergio)
Ho forse mai negato questo? Ti ho già risposto più volte su questo argomento ma evidentemente fai finta di non sentire. Ho solo approfondito di più, come è necessario, ciò che tu ti ostini e ti limiti a definire e a liquidare come “coglioneria” maschile.
Sulla questione razziale in merito allo spot ti ha già egregiamente risposto in due righe (quindi molto meglio di quello che so fare io) Leonardo.
Ciò detto, caro Sergio, siamo grandicelli entrambi, forse il sottoscritto anche più di te. Cerchiamo quindi di essere seri e di dare un contributo fattivo. Tu non lo fai. Tu vuoi polemizzare, non confrontarti e discutere. E non è la prima volta che scegli questa strada, e ovviamente non può che finire puntualmente in questo modo. Ti ho proposto di misurarti su un piano un po’ più “pesante” rispetto a quello sul quale normalmente ti attesti e a cui ci hai abituati, ma hai glissato e continui a glissare. Se fossi uno “stronzetto” di quella particolare destra che a me proprio non piace (non tutte le destre sono uguali così come non tutti gli uomini di destra, ce ne sono entrambe/i di rispettabilissime/i…e la stessa cosa vale per le sinistre e per gli uomini di sinistra, ovviamente…) ti direi che se non sei in grado di rispondermi, è meglio che tu facessi un atto di umiltà e tacessi, invece di continuare capziosamente la polemica per altre vie. Ma fortunatamente per te (e anche per me), non appartengo a quella roba lì, sarà perché mi sento tanto un “mal riuscito”….
Personalmente non ho nessuna voglia di perdere tempo con queste menate. E non venire poi a raccontare balle che il sottoscritto non accetterebbe il confronto perché tu NON sei di sinistra. Questa è una fandonia, e lo sai perfettamente. Ti risulta che qui scriva solo gente di sinistra? Non mi pare proprio. Qui si confrontano uomini che hanno posizioni filosofiche e culturali in larga parte anche radicalmente diverse, e spesso e volentieri abbiamo dato vita a discussioni anche di un certo livello, se mi è consentito. E proprio grazie a quelle discussioni, che ci hanno dato l’opportunità di conoscerci meglio, di confrontarci e anche di dividerci, abbiamo ritrovato successivi momenti di unità, pur nella diversità.
Io non ho nessun nervo scoperto, sei libero di pensare ciò che credi sulle questioni razziali o su altro, cosa vuoi che me ne importi a me. Mi pare piuttosto che tu, più che avere a cuore la QM, sia animato da un’ambizione inespressa di autoaffermazione, altrimenti non verresti qui a dar vita a queste inutili polemiche (non solo con me…)
Ma non è questo il punto. Il punto è che mi sono reso conto che lo spazio dei commenti è molto spesso più seguito e letto di tutti gli articoli che scriviamo. Evidentemente per varie ragioni: mancanza di tempo, di voglia, superficialità, sciatteria (le cose sono molto peggiorate da questo punto di vista negli ultimi decenni). Di conseguenza il dibattito nello spazio dei commenti assume una notevole importanza ed è quindi importante che si mantenga a determinati livelli (non parlo di sintassi, ovviamente, ma di contenuti). Nei limiti del possibile cerco di pubblicare tutto (o quasi tutto) quello che arriva, nei limiti del rispetto del nostro Statuto, ma non posso esimermi dal commentarlo, per eventualmente riportare la discussione nell’ambito e sui livelli che le competono.
Cerchiamo quindi essere tutti maturi e consapevoli e di dare un contributo fattivo e costruttivo. Ce la facciamo?
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@sergio
Secondo me ci invidiano nei paesi che tu dici, come in Italia si invidiava e si era affascinati dall’America dal dopoguerra fino alla fine del secolo scorso.
Leonardo(Quota) (Replica)
@ maub – Parole di una (ex)amica: “andiamo in vacanza in Tanzania a farci un negrone. Sono strepitosi”.
Vogliamo continuare a “vivere” così il rapporto U/D?
@@@@@@
Casomai sarà il negrone a farsi lei e non il contrario.
>>
@ Rino – A. Arlotta:
>>
…lo stereotipo della donna che pensa solo al sesso…
>>
No! basta! pietà! questo è troppo davvero…
Rino DV
@@@@@@@
Concordo, perché di norma sono gli uomini quelli “fissati” col sesso e non il contrario.
Marco(Quota) (Replica)
@sergio
Poi non ho capito bene la tua posizione: gli uomini occidentali sono dei fessi, ma delle donne cosa ne pensi?
Leonardo(Quota) (Replica)
Ok, lui vuole sesso e non vestiti. Prima di commentare, o meglio, analizzare oltre, guardate anche questo della stessa serie, che finisce con: “Quello che le donne vogliono”. Mi riservo di continuare il dibattito. http://www.youtube.com/watch?v=Tz3UiDM5dPU&feature=related
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Sulla pubblicità dico che o la si lascia completamente libera di dire ciò che vuole, oppure si mettono regole che devono valere per tutti.Così non è, perchè mentre alcuni spot giudicati antifemminili sono stati sanzionati e ritirati, mai e poi mai è accaduto che uno spot fosse giudicato discriminatorio e sessista contro i maschi. In tal caso e solo in tal casoi si fa ricorso alle categorie dell’ironia, dello scherzo innocente e tutta una serie di emerite stronzate che non bastano a mascherare la verità. Il maschio può essere trattato da scemo, paurosi, idiota, vigliacco, incerto, violento, imbrnato, violento etc.etc. senza che nessuna voce si levi. Quando si accenna ad una donna meno che eccezionale, apriti cielo.
armando
armando(Quota) (Replica)
Annamaria, “o ce sei o ce fai”,si dice dalle nostre parti, e arrivati a questo punto credo che tu ci sia, perché non capire che quella pubblicità è intimamente (e neanche tanto sottilmente…) antimaschile significa avere gli occhi deformati da una mente a sua volta deformata dall’ideologia…E’ mai possibile che ti sfugga che quell’uomo (e quindi gli uomini…) è ridicolizzato in quello spot? E al contempo la donna, guarda un pò, vittimizzata, povera casalinga che non è neanche apprezzata da quel mediocre sfigato che invece di venerarla si permette pure di leggersi i fumetti semiporno e di desiderare altre donne…
Ma come puoi non riuscire a leggere un messaggio così elementare?
E il bello è che qualcuno ogni tanto mi dice pure che sono stalinista e che non lascio spazio a chi non la pensa come me…
Lasciamo perdere, va…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non ho trovato risposta alla domanda sulla buona o malafede di moltissimi/e in questa guerra. Ho però motivo di ritenere che la situazione sia tanto più grave per noi quanto più estesa è la buona fede. E temo che sia diffusissima.
Del resto la convinzione che solo la donna possa essere vittima è sostenuta da decenni di propaganda. E se uno ha questa convinzione la sua interpretazione di ogni fatto può andare solo in una direzione. Qualsiasi cosa veda vedrà sempre la stessa cosa.
Es.
Oppressione maschile: quella degli UU sulle DD.
Oppressione femminile: quella che le DD subiscono dagli UU.
Qualsiasi cosa si dica, si veda, si senta, è sempre la stessa cosa.
C’è del miracoloso in tutto questo.
Da restarne incantati.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Ariecchen Von Arlotten..
La donna entra nella stanza.. ha il suo da fare col bucato, lui se ne sta seduto
risultato: la donna fa tutto e l’uomo se ne frega!
1-0 per la donna
La donna volge UN PRIMO SGUARDO verso l’uomo, e che tipo di uomo viene rappresentato? un uomo inetto, dal volto sterile, che non parla! non suscita emozioni, non si capacita..
risultato: i mariti sono spesso noiosi, non aiutano in famiglia, non valgono nulla, non hanno comunicatività, non capiscono le donne, sono inutili
2-0 per la donna
Oltre a quanto sopra, tutto cio’ che di meglio puo’ fare l’uomo in generale è starsene seduto infischiandosene altamente di tutto, questo avvallato dal fatto che lui se ne sta li seduto.. insensibile.. amorfo…
risultato: gli uomini sposati sono degli inetti!
3-0 per la donna
La telecamera indugia sulla rivista porno “ragazze focose” lui non si accorge piu’ della moglie, come risulta dallo sguardo successivo della donna, uno sguardo sgomento, che, come rimarcato dalla telecamera che lo riprende da capo a piedi, lo vede ciabattaro, scialbo, per nulla attraente, mal vestito..
risultato:le donne lavorano fuori e dentro casa e il marito se lo gratta (come effettivamente fà grattandosi la gamba destra!)
4-0 per la donna
La donna reagisce, messaggio importante, è sempre lei che agisce, non l’uomo.. e come lo fa? prendendolo per un orecchio! usando la violenza! sull’uomo inetto! amorfo! spingendolo ai suoi doveri, ovvero di aiutarla..
e lui tace.. faccia da stupido.. puerile.. a rimarcare tutto ciò, lei con forza impone il suo volere e gli strappa la rivista dalle mani
risultato: se non fosse per le iniziative delle donne, gli uomini non farebbero nulla in casa non essendone capaci, perciò è lecito trattarli di conseguenza
5-0 per la donna
ed eccoci al punto finale.. importante.. sicuramente molto di piu’ dei precedenti, egli compara velocemente quella donna della rivista alla moglie.. questo è un chiaro significato che indica gli uomini come gli eterni infedeli.
risultato: gli uomini sono degli eterni bambini, sempre dietro ad altre donne, non seri.. che tradiscono le mogli e non sanno fare nulla per le proprie compagne
6-0 per la donna
dopo il paragone, l’ometto prende coraggio, importante anche tale passaggio che indica un chiaro messaggio, ovvero che anche se il vostro ometto fa qualsiasi cosa per aiutarvi o per se stesso, lo farà sempre male.. sbagliando.. tale messaggio si intuisce col risultato errato avuto mettendo la moglie in lavatrice nella speranza che divenga come la starlet in copertina, mentre ne esce un uomo di colore
Risultato: non importa quello in cui credi, quello che fai e per chi lo fai, lei avrà sempre da ridire su tutto, facendoti passare per il solito idiota nullafacente
7-0 per la donna
Ultimo punto.. importante, la telecamera indugia sui lineamenti perfetti dell’uomo di colore, da preferire all’inetto uomo italico.. rimarcato dal messaggio finale “cosa vogliono le donne”
Risultato: finale emblematico.. per gli ometti ormai è la fine.. rimarcato dalla goccia di sudore che cade dal volto dell’ometto inerme e silente dinanzi al suo inevitabile destino/declino dell’OMO NOVO (da preferire al mediocre italico)
8-0 per le donne
Ora, io sono consapevole che la logica non abita a casa della Von Arlotten, tuttavia ho espresso il mio pensiero per gli uomini che, sono certo, avranno capito finalmente con chi abbiamo a che fare!
Damien(Quota) (Replica)
Sottoscrivo in toto la risposta di Damien ad Annamaria Arlotta, con una sola nota aggiuntiva.
L’immagine del giovanotto di colore che fuoriesce anche in questo caso dalla lavatrice, oltre ad avere un inevitabile retrogusto “politically correct” (come dice giustamente Leonardo, a parti invertite il tutto avrebbe avuto una sapore inequivocabilmente e dichiaratamente razzista…)contiene in questo caso, rispetto al primo spot, un doppio significato. Il primo è una messa alla berlina del volutamente insignificante e inetto ometto italiano e dei suoi sogni frustrati da “strafigo macho”che non è (sogna le strafighe e gli compare un fustaccio nero palestrato che lo mette nuovamente di fronte alla sua mediocrità personale…). Il secondo, che è contenuto anche e soprattutto nel primo spot, rappresenta la condizione di presunta frustrazione della donna italiana (occidentale) il cui sogno nel cassetto (e ormai neanche più tanto nel cassetto visto che da anni ci sono i “charter dell’amore” che scaricano tonnellate di donne, sia giovani che attempate nelle località del turismo sessuale) è quello di farsi sbattere da uomini ancora non contaminati dalla cultura femdominista e politicamente corretta. Naturalmente, questo deve essere chiaro, l’uomo di colore “non contaminato” va bene per essere “sbattute” (hai capito che campionesse di evoluzione femminile…), ma non è certo quello da sposare. Naturalmente questo lo spot non può dirlo per ovvie ragioni, ma in realtà, se ci pensate bene, l’immagine del nero ha ugualmente un forte retrogusto razzista,anche se mal celato. Perché il nero, comunque l’uomo di colore, l’”altro”, diciamo così, rispetto a noi, è descritto sempre e comunque come un maschione nerboruto e muscoloso, una sorta di toro buono per la monta e per il trastullo, come una volta erano i gladiatori per le aristocratiche romane. Perché non abbiamo mai l’immagine di un nero magari gracilino, con gli occhiali e il viso da intellettuale? Eppure ce ne sono…
Se ci pensate bene (e per la verità non c’è neanche bisogno di pensarci bene…) quello è uno spot profondamente razzista,oltre ad essere altrettanto profondamente sessista e antimaschile.
In quello spot, anche se in maniera diversa, i maschi ne escono tutti malmessi, siano essi bianchi o neri (o di qualsiasi colore).
Bè, anche questa volta, dobbiamo ringraziare Annamaria Arlotta, perché per la seconda volta, in modo del tutto involontario, ci ha fornito un’importante spunto di riflessione…
Continua così, Annamaria, chissà che a poco a poco non ti si apra la mente. Un vecchio amico di mio padre, insegnante di lettere al liceo, scherzando mi disse ormai tanto tempo fa:”Fabrizio, non dar retta a chi ti dice che non ti servirà a nulla nella vita, hai fatto bene ad iscriverti alla facoltà di filosofia, perché la filosofia apre la testa anche ai tonti…” Avesse avuto ragione?…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Aggiungerei che il finale è in parte gay (forse politicamente corretto) e in parte fa intuire che il maschio italico con la faccia preoccupata e la goccia dovrà vedersela con il bestione nero, forse addirittura penetrato (non so se esagero).quindi non è solo il bianco ad essere fesso ma anche il nero, come ha detto Fabrizio, fa sempre il suo ruolo da schiavo ed è visto solo per il suo fisico possente, quindi le donne vogliono un grosso schiavo nero?
Gli interventi delle donne nelle discussioni credo siano fondamentali: per capire e riflettere, altrimeti sembra che si discute su cose campate in aria
Leonardo(Quota) (Replica)
In effetti, Fabrizio, la tua integrazione è del tutto lecita e fondata, basti pensare a come vengono trattati gli uomini di colore che arrivano nelle nostre coste, in modo differente da chi calcia un pallone, ma va bene cosi.. quelli nelle barche, sottopagati e sfruttati, come bestie, per lavori umili ma IMPORTANTISSIMI, come agricoltura ed annessi, senza diritti e senza FIGA (i famosi sfigati beta.. (vedi Rosarno), mentre i FANNULLONI, che non producono NULLA per la società ma utili sicuramente per fare GRANA da portare al sistema CALCISTICO idolatrati! come degli dei! addirittura generano emuli e fans! e le donne? eeeeh li ogni muro cade, ogni preconcetto svanisce! le Nazifemmine ben volentieri cedono la vulva! e sono quelle veline che ad un uomo medio non la fanno neanche annusare, sono quelle che vanno in televisione di regime nazifemdoninista a dire IO CON UN OPERAIO MAI!
scusate.. ma ho i conati di vomito.. se qualcuno volesse continuare.. grazie..
Damien(Quota) (Replica)
No, no, è molto più semplice di così. In pubblicità la regola è : “a quale concetto vogliamo associare la presenza di una donna?” e la risposta è “al sesso” per il 90% dei casi, al ruolo di casalinga e madre per il restante. Mica solo in pubblicità. Vi do 10 euro per uno se guardandovi intorno mi scovate una rappresentazione di donna che esuli dal contesto erotico- amoroso-sessuale, in tv, nelle locandine dei film, nei video musicali, sui calendari, dovunque volgiate lo sguardo. Perciò, tornando ai due spot della Coloreria,cosa vogliono le donne? Un compagno affettuoso che quando ci saranno i figli sarà anche un buon padre? Concentrarsi sul bucato? Essere riconosciuta e voluta bene come tutti? Leggersi un classico, andare a comprarsi un paio di sandali nuovi, uscire con un’amica? Macché, vuole sesso con un palestrato. Che, detto tra parentesi, non piace a tutte, mi ricordo cha da giovane con mia sorella o con delle amiche se vedevamo la foto di uomini strabordanti di muscoli dicevamo che ci facevano ribrezzo. Magari era paura, chissà, esiste anche quel fattore.
All’estero non è così. Da noi la Muller è associata all’amore col sapore, alla donna languida che mangia lo yogurt come se facesse sesso. Questo è uno spot danese della stessa Muller:
http://www.youtube.com/watch?v=lOKbFJWQAC8
Questo qua è norvegese, della Muller:
http://www.youtube.com/watch?v=bpvIeOfr7MQ (Norvegia)
Questo è inglese, della Muller
http://www.mullerdairy.co.uk/about-us/our-advertising/muller-2010
con una lattaia non giovane e rotondetta nel finale.
Per rendere meglio l’idea, ecco uno di quelli italiani:
http://www.youtube.com/watch?v=ZymlOjWpV_s
Con i detersivi si passa alla casalinga. Ma non all’estero: questo spot in lingua spagnola, oltre ad essere assolutamente delizioso e creativo nel vero senso del termine , presenta parità di ruoli dei genitori nella cura del figlio.
http://www.youtube.com/watch?v=lE5QCPwNMA4&feature=related
Adesso però farò un’operazione mentale diversa, mettendomi dalla parte di un uomo che vede gli spot della Coloreria: è umiliante? Sì. Prende in giro gli uomini normali, cioè non palestrati, riducendoli a macchiette patetiche? Sì. Fa loro pensare che le donne con loro saranno cattive e avranno attacchi di violenza inconsulta, perciò che stiano attenti? Sì. Dunque? Dunque, proprio come lo spot della Costa in apertura di questo thread, queste pubblicità sono svilenti, al limite della cattiveria, sia per l’uomo che per la donna. Per la donna perché, a differenza che all’estero, dove ne compaiono di vario tipo, età, modo di vestire, dunque reali, qui c’è lo stereotipo della giovane che non pensa ad altro che al sesso ( e non ho detto che è allupata, Rita, ho detto che i pubblicitari le forniscono un palestrato per reiterare per la milionesima volta il binomio donna=sesso). Nella vita reale quella ragazza, che sta col marito o compagno normalissimo, se lo sarebbe anche scelto, no? Gli vorrebbe bene no? I matrimoni combinati non esistono più che io sappia, esiste invece il fatto che una donna scelga un uomo in base a tanti fattori, e anche che possa avere rapporti sessuali ottimi con un uomo né bello né brutto, ma che piace a lei.
@Alessandro che scrive:” Il Comitato di salute publica che queste paladine del politicamente corretto di genere vogliono istituire a controllo dei Media dev’essere rigettato da tutte le persone che difendono la libertà di espressione. La società capitalistica occidentale ha rivelato fino a ora tanti limiti, ma ha garantito, con tutte le sue contraddizioni, un certo margine di libertà per poter esprimere il proprio punto di vista o il proprio talento. Questo margine di libertà va difeso con le unghie e con i denti. Non possiamo permetterci che altre o altri taccino di sessista o maschilista, ecc., un discorso o una pubblicità solo perchè non è di loro gradimento.” rispondo che i pareri in merito sono diversi, e non solo da parte delle femministe. Ne “Il libro nero della pubblicità” Adriano Zanacchi afferma che la pubblicità, intrusiva e onnipresente, è “tale da esercitare spesso effetti “più o meno profondi, anche sul…modo di pensare, di concepire la realtà” Lo Zanacchi ha fatto parte dell’Istituto di Autodiscliplina Pubblicitaria, che è una creazione delle imprese stesse e non un ente indipendente ( auto-disciplina infatti) ed è una delle poche menti critiche. In pubblicità, secondo lui, la donna “si offre e viene offerta senza scrupoli: sempre disponibile, ancillare, subordinata, passiva, spesso provocante se non spudorata.”. Poi c’è Ico Gasparri, fotografo che per venti anni ha collezionato i peggiori casi di cartelloni pubblicitari, e tanti altri uomini. Questo per precisare. Riguardo alla sostanza, ti incollo cosa ho scritto in risposta a un’intervista che mi hanno fatto, non ancora pubblicata:
Nel 2000, tornata dall’Inghilterra, osservando i cartelloni pubblicitari con la loro proliferazione di immagini di donne sessualmente compiacenti, mi chiesi se ciò denotasse una liberalizzazione dei costumi che nell’Inghilterra puritana era repressa. Conclusi invece che si trattava di una riduzione e di una banalizzazione della figura femminile, la cui ricchezza e complessità venivano sacrificate usando uno stereotipo associato al concetto di compiacimento erotico dell’uomo . Questa operazione è svilente nei confronti di tutti, perché riduce relazioni, affetti e legami tra i sessi, complessi ed arricchenti, a semplice desiderio di conquista per soddisfare un impulso basilare, desiderio poi trasferito sul prodotto. L’uomo viene ridotto a guardone sbavante, la donna che osserva tale pubblicità viene sollecitata ad immedesimarsi con la modella, il cui “valore” consiste negli attributi fisici e nell’atteggiamento di compiacenza sessuale.
@Fabrizio: non ho capito se alla facoltà di filosofia devo iscrivermi io per diventare meno tonta, o se stai dicendo che sei superiore a me perché hai fatto filosofia…in tutti i modi sarebbe meglio lasciare stare i giudizi personali e parlare solo dell’argomento, visto che le cosa da dire non ci mancano.
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Peccato che tu non mi abbia capito oppure sia stato io a spiegarmi male (forse non sono bravo a fare ironia…comunque non voleva essere un atto di presunzione nei tuoi confronti), Annamaria, ma non importa. Ciò che conta è che per la prima volta dalla tua comparsa su questo blog, a mio parere, hai fatto il primo intervento dotato di una certa logica e coerenza. Perla prima volta non hai (relativamente) svolazzato leggiadra come tuo solito. Vuol dire che qualche “strapazzata” ti ha fatto bene…
Naturalmente, per quanto mi riguarda, non condivido quasi nulla di ciò che hai scritto, ma questo è un altro discorso. Non entro nel merito perché il mio dissenso è strutturale. Ti ostini, né puoi fare diversamente, altrimenti dovresti conseguentemente abbandonare il femminismo e tutti i suoi derivati, a deresponsabilizzare le donne che secondo te subirebbero passivamente (obbligate o condizionate)i processi di mercificazione (con tutte le loro implicazioni di vario genere, non mi riferisco di certo solo alla pubblicità). Il che, se mi passi il termine di paragone ultraiperbolico (serve solo a capirci), equivale a dire che solo un uomo (e tutt’al più qualcun altro della sua cricca) fu responsabile per ciò che accadde in Germania più di mezzo secolo fa per oltre un decennio. Troppo comodo, cara mia, e soprattutto non vero… Le donne vivono consapevolmente la loro sessualità come strumento di controllo, gestione e dominio sugli uomini, ed è proprio su questo che si fonda il loro “matrimonio” (forse l’unico veramente riuscito) con il sistema dominante. Altro che donne sottomesse e mercificate dal potere maschilista… Ma tu questa faccia della medaglia (determinante) sei costretta ad occultarla, a non prenderla neanche in considerazione. E’ facile capire perché…
Detto ciò, anche se forse non te ne rendi conto, con questo tuo ultimo commento hai cominciato ad osservare le cose da un punto di vista un po’ meno rigidamente soggettivo e tutto sommato anche un po’ meno ideologico.
E’ già qualcosa…Nella vita bisogna conquistare centimetro per centimetro, ragazzi, come facevano i vietkong nella giungla… Non ti regala niente nessuno…
Fabrizio
P.S. dimenticavo…sì, consiglio a tutti lo studio della filosofia, in particolare alle donne…si studiano logica e dialettica, tutto molto maschile naturalmente…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
vado un pochino OT.
Forse il pensiero di Annamaria era di trovare negli uomini beta dei subalterni al pensiero femminista (o meglio femdominista) ,una sorta di maschi pentiti ,invece il nostro pensiero (o per lo meno cerco di inquadrare il pensiero di Fabrizio) è semplicemente una domanda (in sintesi)
“Le donne sono discriminate (questo è il trend generale) ,ma gli uomini (sopratutto beta) vivono in benessere?? ”
già dall’articolo sui morti sul lavoro (verità cruda ,ma necessaria) tutto questo benessere viene messo in discussione ,e lo fanno i tanti articoli scritti ….
Piccola curiosità sulla discriminazione femminile; sono andato a curiosare sul forum di “se non ora quando”, e il loro problema era di trovare un termine fortemente dispregiativo che emulasse il termine “signorina” anche per gli uomini ,poi le solite cose ,comunque per farvi due risate vi posto il link
http://phpbb.forumgratis.com/senonoraquando-about6-0-asc-15.html
@damien
non ci lasci nemmeno il punto della bandiera ??
ed hai ragione .non c’è niente che porti a fare “goal” in quello spot
concordo in toto sul tuo ultimo post e rilancio ..
Per esperienza personale ho sempre visto le donne diventare fans scatenate o di quel personaggio televisivo o di quel cantante ,si potrebbe obbiettare che anche gli uomini impazziscono per 11 miliardari in calzoncini- Vero ,ogni domenica per me ,cascasse il mondo , c’è la Roma (Fabrizio ha la Lazio ,va beh nessuno e perfetto ,scherzo ) ma quello che manca alle donne (sempre per esperienza personale) è il senso di critica ..
Mi spiego.
Credo che sia io che Fabrizio (ma anche altri) sanno tifare per una squadra anche con passione, ma criticarla se questa gioca male.
Non ho mai sentito una donna criticare il personaggio amato ( hanno avuto anche il coraggio di non criticare Pietro Maso) ,MAI …
credo che questa indole se la portino dietro anche con i pensieri femdoministi ,cioè mai una critica al movimento.
Scusate per OT
mauro recher(Quota) (Replica)
@ A.Arlotta – Fa loro pensare che le donne con loro saranno cattive e avranno attacchi di violenza inconsulta, perciò che stiano attenti? Sì. Dunque?
@@@@@
Dal mio punto di vista, le pubblicità – così come i filmettini idioti che si vedono in tv, tipo certi ridicoli polizieschi, in cui le donne sono sempre le più “dure” di tutti e mettono KO a colpi di karate e judo anche uomini più forti e più grossi di loro – possono rappresentare quello che vogliono, l’importante è che la donna media NON pensi poi di poter mettere in atto nel quotidiano certe stronzatine mediatiche, perché contro di me finirebbero stese sul pavimento.
Questo tanto per chiarire come sono fatto io.
Marco(Quota) (Replica)
PS: Annamaria, leggi qua.
http://antifeminist.altervista.org/analisimedia/mercificazione_corpo_donne.html
Marco(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta
Che, detto tra parentesi, non piace a tutte, mi ricordo cha da giovane con mia sorella o con delle amiche se vedevamo la foto di uomini strabordanti di muscoli dicevamo che ci facevano ribrezzo. Magari era paura, chissà, esiste anche quel fattore.
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Invece al contrario, gli uomini giovani nel vedere la foto di una donna strabordante di forme dicevano che fica!
Le donne quando mai hanno fatto complimenti agli uomini? E non dico quando la ragazze vedevano una foto del pene, azz!!
Leonardo(Quota) (Replica)
Abbi pazienza Annamaria, ma la critica del binomio donna-sesso in pubblicità che sento fare comunemente è questa qua che tu stessa hai messo in evidenza riferendoti all’Inghilterra:
“Nel 2000, tornata dall’Inghilterra, osservando i cartelloni pubblicitari con la loro proliferazione di immagini di donne sessualmente compiacenti, mi chiesi se ciò denotasse una liberalizzazione dei costumi che nell’Inghilterra puritana era repressa. Conclusi invece che si trattava di una riduzione e di una banalizzazione della figura femminile, la cui ricchezza e complessità venivano sacrificate usando uno stereotipo associato al concetto di compiacimento erotico dell’uomo ”
cioè l’immagine della donna sessualmente compiacente che diventa un oggetto di compiacimento erotico dell’uomo. Come si fa a vederci questo nella pubblicità in cui una casalinga normalmente vestita si vede uscire dalla lavatrice un uomo seminudo e ammiccante? (e quindi lui funge da oggetto ed è sessualmente compiacente).
Rita(Quota) (Replica)
@Leonardo:
Ottima integrazione, tra un conato di vomito e l’altro mi ero dimenticato di tirarlo fuori.. in effetti appare evidente.. e infatti con chi fanno realmente le emancipate se non con loro nei loro paesi dove vanno a fare i viaggi sessuali e dove addirittura li mantengono?
@Fabrizio:
Pur essendo un uomo di ampie speranze, ti reputo troppo intelligente per farmi pensare che davvero speri che si ravveda e che magari venga qui a scriverti che hai ragione..
@Mauro recher:
Sulla critica possiamo essere daccordo, tuttavia vorrei solo esprimerti quello che penso: coerentemente non seguo piu’ il calcio dai tempi che Paolo Rossi militava nel Lanerossi Vicenza! per il semplice motivo che il calcio odierno è marcio, consumistico e scandaloso! e buona parte delle cause, mi spiace dirvelo, sono proprio uomini come te e Fabrizio che pagano perchè questo carosello prosegua, a modo vostro, anche voi, contribuite ad alimentare qualcosa che non ha niente a che fare con un sano agonismo, anzi.. addirittura PAGATE per vedere le partite (che nel frattempo vendono i risultati al miglior offerente…) quindi fossi in voi farei mea culpa ma qui si va OT..
@Marco:
Nella realtà fanno di meglio, ti mandano gli ometti macho ad aspettarti fuori casa, ammesso che ne fai fuori un paio dubito che tu abbia la meglio.. quindi in campana, che il ficapower porta anche a questo (per la cronaca: un uomo a Napoli ha ferito a colpi di pistola un altro uomo perchè la sua donna gli ha detto che la guardava.. ergo regolati di conseguenza..) e se solo provi a guardarla ed importunarla, ricordati dello stalking che te mandano in galera per direttissima, manco fossi un mafioso che ha ucciso!
@Leonardo:
Noi uomini siamo sempre stati dei creativi in fatto di donne, le abbiamo idolatrate, nella pittura, nella musica, nei libri, una donna è grassa? no problem! ecco Botero e ne fà arte! oppure flotte di uomini a cui piacciono le BBW e ci fanno sesso! una donna è magra? no problem! puo’ fare la modella oppure mettersi il trucco e un paio di calze et voilat! flotte di uomini a farle la corte! una donna è brutta? no problem! basta che si emancipa sessualmente e frotte di uomini le concedono sesso sfrenato!
e le donne? per le donne devi essere:
1. un amico
2. un compagno
3. un amante
4. un fratello
5. un padre
6. un maestro
7. uno chef
8. un elettricista
9. un falegname
10. un idraulico
11. un meccanico
12. un decoratore
13. uno stilista
14. un sessuologo
15. un ginecologo
16. uno psicologo
17. un derattizzatore
18. uno psichiatra
19. un medico
20. un buon ascoltatore
21. organizzato
22. un buon padre di famiglia
23. molto pulito
24. simpatico
25. atletico
26. caldo
27. attento
28. galante
29. intelligente
30. divertente
31. creativo
32. tenero
33. forte
34. comprensivo
35. tollerante
36. prudente
37. ambizioso
38. capace
39. coraggioso
40. determinato!
41. onesto
42. passionale
43. compassionevole
44. sincero
SENZA DIMENTICARE:
45. di farle i complimenti regolarmente
46. amare lo shopping
47. essere onesto sempre
48. essere molto ricco o di non farle mancare mai nulla
49. non stressarla mai
50. non guardare mai le altre donne
NEL CONTEMPO, DEVI ANCHE:
51. Darle un sacco di attenzioni, anche se ne riceverai poche in molti casi
52.. Darle il suo spazio, senza preoccuparti di dove si rechi
E’ INOLTRE MOLTO IMPORTANTE NON DIMENTICARE MAI:
* Compleanni
* Anniversari
* Tutto cio’ che lei pianifica
Se quanto sopra vi appare come un elenco da cui scegliere, sappiate che in molti casi, se non nella totalita’, dovete avere cura di osservarli tutti, ovviamente i requisiti si risolvono ad uno solo, basta che ne avete tanti, ma taaanti:
SOLDI, MONEY, PECUNIA, ARGEANT!
@Annamarien Von Arlotten:
Svolazzar m’è dolce in questo mar, ma se cotanta leggiadria si soffermasse per un attimo sulla sponda che le agevolo:
http://antifeminist.altervista.org/analisimedia/mercificazione_corpo_donne.html
Che il buon Marco ha provveduto a proporle in precedenzia, Esimia, forse colei che svolazzen leggiadren, cadrebben inesorabilmenten a terra, risvegliandosi dal torpore nazifemdoministen
HEIL VAGINA!
Damien(Quota) (Replica)
“Sulla critica possiamo essere daccordo, tuttavia vorrei solo esprimerti quello che penso: coerentemente non seguo piu’ il calcio dai tempi che Paolo Rossi militava nel Lanerossi Vicenza! per il semplice motivo che il calcio odierno è marcio, consumistico e scandaloso! e buona parte delle cause, mi spiace dirvelo, sono proprio uomini come te e Fabrizio che pagano perchè questo carosello prosegua, a modo vostro, anche voi, contribuite ad alimentare qualcosa che non ha niente a che fare con un sano agonismo, anzi.. addirittura PAGATE per vedere le partite (che nel frattempo vendono i risultati al miglior offerente…) quindi fossi in voi farei mea culpa ma qui si va OT..” (Damien)
Chiarisco subito che sono d’accordissimo. Amo il calcio giocato come la boxe e sono i miei due sport preferiti. Ciò detto, se fosse per il sottoscritto l’industria calcio sarebbe già morta da un bel pezzo…
Poi è ovvio che rimane anche da adulti il gioco fanciullesco del tifo per una squadra, più che altro l’attaccamento ai colori e a ciò che hanno rappresentato in gioventù: la passione, la rivalità con le altre squadre e soprattutto con l’altra della tua stessa città, lo sfottò con gli amici. Ma questo è un altro discorso, tutto sommato anche sano, che fa parte della vita di un giovane e che rimane in una certa misura anche da adulti. Ed è proprio quella capacità di giocare che a mio parere è una peculiare caratteristica del maschile (forse la più bella). Una sorta di eterna fanciullezza che non muore mai e che viene per lo più irrisa dalla gran parte delle donne che a mio parere la perdono fin dalla tenerissima età, in pratica non appena sviluppano. Non sanno cosa si perdono né lo sapranno mai. E’ una delle tante e grandi diversità esistenti fra i due generi. Quando ci osservano mentre anche a 50 anni ci accapigliamo per una palla che forse è entrata in rete o forse no, con la stessa passionalità con cui lo facevamo da ragazzi, il loro sguardo palesa una specie di compatimento ma al contempo tradisce anche stupore e forse un pizzico di invidia, mai confessata e mai ammessa,naturalmente, neanche a loro stesse. “Sono solo dei bambinoni”, questa la filastrocca che ognuno di noi avrà sentito ripetere mille e una volta. Eppure io sono convinto che proprio quella capacità di entusiasmarsi, di vivere con passionalità anche una partita di calcio a 50 anni e anche molto di più come se uno ne avesse 15, è una delle grandi peculiarità del maschile. E credo che anche loro lo sappiano. Ma anche in questo frangente, guarda caso, la risposta è il disprezzo o qualcosa che gli assomiglia… Freudiana invidia inconfessata (e inconfessabile)? O nicciana etica del risentimento? Forse entrambe a patto di capovolgere il vecchio Nietzsche, ( di trasvalutarlo, come diceva lui stesso…). In questo caso, forse (e io credo senza il forse) qualcosa di interessante lo troveremmo senz’altro…
Fabrizio
P.S. con questo post mi sono allargato di parecchio, diciamo che sono uscito, e di molto, dal seminato, come si suol dire…Non vi pare?…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Un cuore da bambino
…. avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito. Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino.
(Ernest Hemingway)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
beh Damien ,non ti consiglio allora di venire a casa mia ,visto che abbiamo 3 decoder sky in pochi metri quadrati (ognuno in ogni stanza) , il perchè è presto detto ,troppi “colori” differenti (roma ,juve,milan) ,ed ognuno vuole vedere la sua ,quindi con me l’industria del calcio vive eccome …Senza contare che ,essendo di Vicenza (per combinazione ,quando ho letto di Paolo Rossi che militava nel Vicenza ) mio padre si è fatto pure l’abbonamento per la B ..Detto questo resta veramente difficile darti torto ,perchè dici solo la sacrosanta verità ,e se pensi che c’è gente comune che muore d’infarto per colpa di 11 miliardari ,c’è da restare quantomeno perplessi. Purtroppo ,per chi viene da una famiglia come la mia dove il calcio è stato pane quotidiano (mio padre dopo una settimana di lavoro non certamente comodo ,faceva l’operaio come me,andava ad arbitrare ) e alle medie come migliore amico avevi uno che il calcio lo giocava pure ,ti entra dentro quasi come una droga. Ho provato anche a smettere ,ma è stato più forte di me ..Poi ,segue anche il bel ragionamento di Fabrizio che concordo in toto ,nonchè la bella frase di Hemingway
Ripeto Damien ,hai perfettamente ragione ,me ne rendo conto …..ma ,e mi ripeto di nuovo , qui una critica ce la facciamo ,le femdoministe fanno altrettanto ??
Scusate ancora per OT
p.s bella la tua lista
mauro recher(Quota) (Replica)
Annamaria A.: quello di affermare che le donne in pubblicità vengano presentate solo nei termini di cui tu ci parli è un altro stereotipo che si è diffuso a macchia d’olio ma che non corrisponde alla realtà( basta pensare alle pubblicità interpretate dalle comiche, dalla Littizzetto alla Cortellesi, o dalle sportive, la Pellegrini, per esempio) e che fa il paio con quanto sostiene quell’altra blogger che parla del corpo delle donne, ossessionata a tal punto dalle veline, tanto da non considerare le migliaia di giornaliste, scrittrici, psicologhe, registe, comiche e chi più ne hai più ne metta, che affollano le televisioni nazionali. In pubblicità le donne sono presentate come provocanti, seducenti, sexy, oppure come autonome, determinate, forti, vincenti, come casalinghe o come donne in carriera…di tutto di più. Poi certo, se ravvisiamo sessimo contro le donne anche nella pubblicità che è stata oggetto di riflessione approfondita, allora tutto diventa sessismo contro le donne, a eccezione di ciò che a noi piace. Sicuramente ci sono Paesi più avanti di noi in termini di politicamente corretto di genere: gli USA, UK e i Paesi scandinavi, la Spagna di Zapatero. Sono Paesi che stanno facendo da apripista per gli altri. Noi li raggiungeremo tra non molto. Saremo tutti più precari, più disoccupati, più soli, più inquinati, più depressi, ma almeno avremo finalmente risolto questi angosciosi problemi radical chic che con grande perseveranza tu ci ricordi.
Alessandro(Quota) (Replica)
“@Fabrizio:
Pur essendo un uomo di ampie speranze, ti reputo troppo intelligente per farmi pensare che davvero speri che si ravveda e che magari venga qui a scriverti che hai ragione..” (Damien)
Grazie dell’apprezzamento sull’intelligenza, fa sempre piacere, specie con tutti gli insulti che ricevo dai nostri avversari e avversarie…
Bè, diciamo che tendenzialmente, da laico quale sono, non chiudo mai la porta alla possibilità, qualsiasi essa sia, anche remota, che qualcuno possa cambiare la propria opinione (anche a me, come a tutti, è accaduto più volte nella vita; non c’è nulla di terribile o di blasfemo in questo…). Ciò detto, non ho mai avuto ne ho l’obiettivo di far cambiare a tutti i costi idea ad Annamaria, anzi. Tuttavia, il fatto che continui ad intervenire sistematicamente sul blog, nonostante le “strapazzate” (sacrosante, da parte nostra, sia chiaro…) a cui la sottoponiamo, potrebbe essere la spia di una non così granitica convinzione nel femdominismo. Questo non significa ovviamente che lei possa modificare le proprie idee o addirittura aderire a Uomini Beta o al movimento maschile in generale, tuttavia è nostro dovere provare ad inserire un cuneo anche nel suo modo di ragionare (lo dobbiamo fare sempre, con tutti/e, non con lei in particolare, deve essere un metodo…). Lei, come tutte le femministe (ma io direi come la gran parte delle donne, per lo meno oggi), rimpalla ogni responsabilità sugli uomini. E’ questo il punto vero della questione. Gli uomini diventano la discarica di tutte le immondizie del mondo, soprattutto di quelle delle donne. Le donne si mercificano? E’ colpa degli uomini che le vogliono mercificate. Le donne girano scosciate e seminude? Sono gli uomini che le vogliono conciate in quel modo, loro MAI sceglierebbero di farlo, per carità, se non fossero obbligate o condizionate dagli uomini. Le donne fanno della loro sessualità il baricentro della loro vita e della loro relazione (strumentale) con gli uomini? Sono gli uomini che le vogliono relegate a quel ruolo perché non vogliono che si evolvano. Le donne non svolgono lavori rischiosi e nocivi (e mortali)? Sono gli uomini che glielo impediscono (per cultura maschilista). Le donne commettono atti di violenza? La colpa è degli uomini che gli hanno inculcato la cultura della violenza, perché la violenza non appartiene al “femminile”. E così via…
Annamaria Arlotta prende spunto dalla pubblicità per affrontare in realtà (anche se lei non lo sa…) il tema più ampio e generale dello “smutandamento” (di cui la pubblicità è solo uno degli aspetti più eclatanti). In qualche modo, in un angolo remoto e dimenticato della sua psiche, credo che anche lei si renda ben conto che il fenomeno è troppo esteso e profondo per poter sollevare le donne, sia individualmente che come genere, da ogni responsabilità. Però l’ideologia femdominista, che fa ormai parte integrante della sua personalità (anche se lei negherà, ovviamente), gli impone di rifiutare e rimuovere del tutto questa “ipotesi” (lo dico fra virgolette, perché ciò che per qualsiasi uomo libero e “risvegliato” è una assoluta certezza, per lei, allo stato, è poco più che una sbiadita e remota possibilità (che però fa fastidiosamente capolino…).
Lei deve rimuoverla (come tutte), perché se solo scegliesse di aprire per un attimo la porta a quella possibilità, dovrebbe necessariamente imboccare la via del non ritorno. In fondo è lo stesso percorso, ma ben più doloroso perché vissuto sulla propria pelle, che hanno compiuto molti di noi. Anche per noi, diciamo la verità, non è stato affatto facile accettare la realtà. Da un certo punto di vista l’abbracciare la QM è un punto di non ritorno. Ma anche l’inizio di un nuovo e straordinario orizzonte.
Fabrizio
P.. sì, trovo anche io, come Mauro, molto valido quell’elenco e l’analisi che lo sottintende…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Molte delle statistiche dell’ISTAT mi sono sempre sembrate taroccate o comunque manovrate ad arte. Oggi poi leggo un articolo che tratta della manifestazione di Siena, in cui si dà sfogo, per la terza volta quest’anno, al vittimismo di genere, eravamo abituati solo all’appuntamento dell’otto marzo, e chi, secondo quanto riportato dall’articolo, prende la parola sul palco? Proprio la direttrice generale dell’ISTAT! Adesso mi è tutto più chiaro. Ovviamente anche lei è una di quelle donne che ha dovuto faticare mille volte più di un uomo per raggiungere quel ruolo dirigenziale. Stesso discorso vale per la Camusso, che partecipa, per la Marcegaglia…ma non doveva essere questo un Paese in mano a biechi maschilisti? Qualcosa non torna…
Alessandro(Quota) (Replica)
Mah ,vuoi che ti dica Alessandro ,non mi torna neppure a me ,resto sempre dell’idea ,che ho fatto con l’esempio dell ‘ospedale (scritto in merito e quote ) ,che se una donna è capace ,per me non c’è nessun problema sessista (tanto per dire il mio medico di famiglia è una donna ,uguale anche la dottoressa che mi controlla i reni ) . Ho fatto presente anch’io ,al solito blog, di questa strana eccezione ,cioè di avere donne al comando in punti importanti del nostro paese (sindacati e confindustria, non all’angolo del cucito )
mi hanno risposto che è ancora troppo poco ,…….
ritornando invece in tema ,mi sono imbattuto in questo blog ,con l’ennesima pubblicità da mostrare ,ve lo linko cosi vi fate un idea ….
http://giovannacosenza.wordpress.com/2011/07/08/gli-uomini-italiani-visti-dallolanda/
mauro recher(Quota) (Replica)
Siamo così sicuri che non esistano pubblicità “al rovescio”?
Sono meno evidenti, ma ci sono eccome.
Naturalmente è indubbio che le attrattività non sono reciproche.
Come operatore del settore, a parti inverse, avrei messo l’uomo che offre un diamante, e lei che lo spinge via per partire in crociera.
Si sa cosa attira.
E’ giusto farlo?
Questo è un discorso etico.
Ma è indubbio che un uomo per natura è più propenso alle attrattive fisiche, mentre una donna a promesse di beneficio sociale/economico.
Purtroppo dietro queste cose che paiono campate per aria ci sono studi raffinatissimi che sanno su cosa puntare. Col linguaggio più semplice e stereotipato possibile.
Forse ci mostrano davvero chi siamo.
A parti inverse, crediamo davvero che una donna offerente un diamante avrebbe per gli uomini rappresentato un messaggio altrettanto profondo (in senso subliminale)?
Era un gioco di scambio “piacere contro piacere”. Vince la Crociera rispetto ad un piacere sessuale.
Ipotizzando che la donna sia abbastanza savia da scegliere SEMPRE la Crociera (ovvio), il gioco di contrasto non avrebbe funzionato con l’uomo che si sbottona.
Non è stato fatto non perchè impossibile, ma perchè non è un messaggio ugualmente efficace.
DUNQUE…leggiamo cosa si vuole, ma conoscendo la giusta lingua.
Gas(Quota) (Replica)
Gas: Non è stato fatto non perchè impossibile, ma perchè non è un messaggio ugualmente efficace.
DUNQUE…leggiamo cosa si vuole, ma conoscendo la giusta lingua.
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Considerazione molto interessante. La pubblicità rappresenta il trionfo dell’utilitarismo. Essa è svincolata da qualsiasi ideologia che ne limiti il raggiungimento degli obiettivi. In questo senso, mio parere, essa è al di sopra di qualsiasi maschilismo o femminismo che sia. Ecco perchè trovo infondate certe accuse che le vengono rivolte, quasi sia uno strumento maschile per affermare la propria superiorità o il controllo sull’altro sesso, come alcune affermano solo perchè “gioca” sui processi di seduzione. Il tentativo di imbavagliarla a tutto vantaggio, o presunto tale, di una parte, obiettivo perseguito da una corrente di pensiero a noi ben nota, mi sembra peggio del male che essa rappresenta, e rientra senza dubbio in quel processo di “rieducazione” maschile che è in corso oramai da almeno venti anni.
Alessandro(Quota) (Replica)
Carissimi! Quanto tempo! Faceva troppo caldo per discorrere con voi, siete impegnativi. La buona notizia è che vi trovo impegnativi proprio perché mi fate vedere le cose da un altro punto di vista, al di fuori dagli stereotipi. La cattiva è che nonostante il mio processo mentale di tesi-antitesi-sintesi, sulla pubblicità credo che sia doveroso continuare il lavoro come l’ho impostato, e spiego perché dopo un altro cappello.
A volte mi dite che sono femminista, altre che sono una donna tradizionale. Tra il bianco e il nero ci sono mille sfumature di grigio, e penso che il limite dei vostri discorsi stia nella schematizzazione, che poi porta alla crudezza che a volte, secondo me, sottende a certi giudizi “sulle donne” (quali donne? Quali? Quante?). Sicuramente tra gli alpha e i beta ci sono mille sfumature di alpheti, e tra le donne succede la stessa cosa. Per esempio, oltre al mio gruppo, mi occupo di Rai con un movimento che si chiama MoveOn Italia, del mio quartiere col Circolo Idv, della politica di Palazzo con quello che resta del popolo viola. Sono lo stesso una femminista? Sni. Non mi piacciono le contrapposizioni in stile manifestazione di Siena, non mi piace il continuo riferimento al corpo perché lo trovo di per sé un mettere l’accento sulla fisicità. Ma poiché è quello che fa la pubblicità, mi oppongo in nome della dignità della persona, donna o uomo che sia. Per l’appunto nella maggior parte dei casi si ricorre alla gnocca seducente che per l’appunto è femmina, toh!
Ora vengo al nucleo della questione: dopo i vostri ultimi interventi, e anche guardando le immagini di uomini modello su antifeminist, mi sono resa conto che i modelli di uomo in pubblicità sono fondamentalmente due: strafigo e patetico-inetto. Nel primo caso le donne sono strafighe anche loro, nel secondo pure. Che è come dire che la pubblicità, per essere sessista nei confronti della donna e ridurla a oggetto di sollecitazione erotica, deve essere accompagnata da modelli di uomo vincente, belli e ricchi, o da sciocchi e insulsi. E gli altri? Gli altri niente, proprio come per le donne. Quando ho chiamato il mio gruppo “La pubblicità sessista offende tutti” non avevo ancora fatto questa riflessione, ma ora mi rendo conto che per soddisfare i meccanismi della pubblicità che ha al centro la donna oggetto anche la figura maschile deve essere manipolata. Tu spettatore sei invitato ad immedesimarti col Raoul Bova di turno, e se vuoi essere come lui devi comprare quel dato prodotto. L’immedesimazione con lo sciocco ( come nello spot della Coloreria) non l’ho capita fino in fondo invece, ci penserò.
Rispondo ora a varie persone:
Rita scrive: “Abbi pazienza Annamaria, ma la critica del binomio donna-sesso in pubblicità che sento fare comunemente è questa qua che tu stessa hai messo in evidenza riferendoti all’Inghilterra…cioè l’immagine della donna sessualmente compiacente che diventa un oggetto di compiacimento erotico dell’uomo. Come si fa a vederci questo nella pubblicità in cui una casalinga normalmente vestita si vede uscire dalla lavatrice un uomo seminudo e ammiccante? (e quindi lui funge da oggetto ed è sessualmente compiacente).” Abbi pazienza tu, Rita: è proprio perché abbiamo una casalinga che pensa al bucato che l’apparizione dell’uomo ammiccante è il solito ricorso alla sessualità legata alla donna. Come dire: “tu non stai pensando veramente alla casa, ma sogni il maschione”. I pubblicitari, il giorno in cui si sono messi d’accordo su come fare lo spot, si sono chiesti: “che ci mettiamo”? Risposta: il solito.
Damien scrive: “ovviamente i requisiti si risolvono ad uno solo, basta che ne avete tanti, ma taaanti:
SOLDI, MONEY, PECUNIA, ARGEANT!”. Banalizzazione, generalizzazione, crudezza, e, alla fine, mancanza di stima per le donne.
Alessandro scrive: “La pubblicità rappresenta il trionfo dell’utilitarismo. Essa è svincolata da qualsiasi ideologia che ne limiti il raggiungimento degli obiettivi. In questo senso, mio parere, essa è al di sopra di qualsiasi maschilismo o femminismo che sia. Ecco perchè trovo infondate certe accuse che le vengono rivolte, quasi sia uno strumento maschile per affermare la propria superiorità o il controllo sull’altro sesso, come alcune affermano solo perchè “gioca” sui processi di seduzione.” Come può la pubblicità essere svincolata da qualsiasi ideologia? Non vengono mica da Marte i pubblicitari. Io non la vedo come “strumento maschile per affermare la propria superiorità o il controllo sull’altro sesso”, la vedo come svilente. Me la prendo dunque con imprese e pubblicitari, non con tutti i maschi del mondo. Qui torno al tema che mi è caro: bisogna combattere insieme per i valori giusti individuando il target giusto, non prendendosela uno con l’altro che non serve a niente. Ma non credo che da quest’orecchio ci sentirete mai, sennò questo sito non esisterebbe. Io credo che voi diciate tante cose verissime, e penso che in contronto all’antifeminist, con affermazioni che io traduco in “bau bau bau…le femministe…grr, bau bau”, siete molto più dialettici e soft. Ma credo anche che le vostre affermazioni andrebbero trasferite in un altro ambito. Ho provato a mandare il bell’intervento di Sandro sull’adolescenza dei ragazzi a una donna che ha un sito di attualità e cultura ( ovvio che prima di mandarlo avrei chiesto a Sandro se era d’accordo che fosse pubblicato) ma non mi ha risposto. Eppure sono certa che degli spazi esistano nel vasto web che esulino dal vostro blog.
Fabrizio scrive: “Naturalmente, per quanto mi riguarda, non condivido quasi nulla di ciò che hai scritto, ma questo è un altro discorso.” Se permetti è proprio questo il discorso, perché non mi dai una spiegazione sul perché non condividi quanto ho scritto? “Le donne vivono consapevolmente la loro sessualità come strumento di controllo, gestione e dominio sugli uomini”: vedi sopra la risposta che ho dato a Damien.
Da “Antifeminist” “Le femmine che vanno in Tv a mostrare il proprio corpo vengono pagate profumatamente, per un “servizio lavorativo” che costa loro una fatica pari a zero. Nessuno punta loro una pistola alla tempia costringendole ad andare seminude in Tv, al contrario di quanto accadeva con gli schiavi, che invece venivano costretti attraverso la violenza. Una femmina che va in televisione a mostrare cosce e tette rappresenta inoltre il contrario della mercificazione, come spiegato prima: siamo piuttosto nel campo della “venerazione”. Cavolate pure. La venerazione parte dai maschi nei confronti delle femmine. E comunque “femmine” è un brutto termine. Le donne che fanno le femmine e mostrano il corpo in tv io non le giustifico affatto. Ma chiedo per la trilionesima volta: quante sono? Quante sono rispetto a tutte le donne italiane giovani e belle? “Le vallette o le ballerine della Tv italiana, invece che paragonarle offensivamente agli schiavi, come lasciano intendere le femministe, vanno paragonate alle stars del mondo dello sport. La femmina che si presenta mezza-nuda in Tv viene adulata ed esaltata esattamente come vengono idolatrati i grandi campioni dello sport: la prima per la sua avvenenza fisica, i secondi per le loro performance sportive. Entrambe queste categorie hanno poi in comune il fatto di guadagnare esorbitanti somme di denaro. “ Ma che cavolo dice! Nel mondo dello sport per eccellere devi essere bravo, allenarti per anni, mica se uno è bello ma a calcio fa schifo lo si idolatra! La donna che si spoglia è invece una figura tristissima.
“Avete mai sentito qualcuno parlare di “mercificazione del corpo degli sportivi” ? E avete mai sentito qualcuno accusare un tifoso di un campione sportivo di stare “mercificando il corpo di quello sportivo” ? Ovviamente no, perchè non avrebbe senso. ” Infatti.
Alessandro scrive: “In pubblicità le donne sono presentate come provocanti, seducenti, sexy, oppure come autonome, determinate, forti, vincenti, come casalinghe o come donne in carriera…di tutto di più.” Ah sì? Fammi un esempio della seconda categoria se ne trovi uno.
“Sicuramente ci sono Paesi più avanti di noi in termini di politicamente corretto di genere: gli USA, UK e i Paesi scandinavi, la Spagna di Zapatero. Sono Paesi che stanno facendo da apripista per gli altri. Noi li raggiungeremo tra non molto.” Allora riconosci che sono più avanzati. “Saremo tutti più precari, più disoccupati, più soli, più inquinati, più depressi, ma almeno avremo finalmente risolto questi angosciosi problemi radical chic che con grande perseveranza tu ci ricordi.” Eh, certo, chissenefrega, sono solo donne alla fine!
Fabrizio scrive:” Le donne si mercificano? E’ colpa degli uomini che le vogliono mercificate. Le donne girano scosciate e seminude? Sono gli uomini che le vogliono conciate in quel modo, loro MAI sceglierebbero di farlo, per carità, se non fossero obbligate o condizionate dagli uomini.” Sono d’accordo con te, è loro scelta. Ritorno alla domanda del quante e in che proporzione. “Le donne fanno della loro sessualità il baricentro della loro vita e della loro relazione (strumentale) con gli uomini? Sono gli uomini che le vogliono relegate a quel ruolo perché non vogliono che si evolvano. “ ALCUNE donne lo fanno, ALTRE no. “Le donne non svolgono lavori rischiosi e nocivi (e mortali)? Sono gli uomini che glielo impediscono (per cultura maschilista).” Già risposto mesi fa.
Ciao ciao
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Annamaria, ti rispondo solo per ciò che mi compete perché francamente il tempo e lo spazio sono preziosi e devo economizzarli (e la QM me ne sta sottraendo veramente tanto, anche se è un onore e un piacere per me…). Lo faranno gli altri se ne avranno voglia.
“Fabrizio scrive: “Naturalmente, per quanto mi riguarda, non condivido quasi nulla di ciò che hai scritto, ma questo è un altro discorso.” Se permetti è proprio questo il discorso, perché non mi dai una spiegazione sul perché non condividi quanto ho scritto?” (Annamaria Arlotta)
Annamaria, che fai, giochi a fare la furbacchiona con me? Ho tanti difetti ma non sono proprio uno stupido. Ti ho risposto mille volte ma fai finta di non sentire. O forse pensi (o meglio, giochi a far pensare) che abbia timore di confrontarmi con te?
Ma non ti ricordi che ti proposi, alcuni mesi fa, di promuovere un incontro pubblico con il tuo gruppo, quello del documento contro la pubblicità sessista? Io non chiedo di meglio perchè, se non lo hai capito, sto facendo di tutto per cercare di far conoscere le nostre idee. Ma io non sono Stefano Ciccone (meno male) e Uomini Beta non è Maschile Plurale, e le tesi che portiamo avanti sono “leggermente” meno “politicamente corrette” delle sue e delle loro (converrai almeno su questo…). E ciò fa sì che non abbiamo lo stesso spazio sulle pagine di Repubblica che hanno lui e loro (non ne abbiamo per nulla, per la verità…)…
Ti è chiaro questo? Cerchiamo di fare quello che possiamo con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione (il web, i libri che abbiamo scritto e quelle rare occasioni pubbliche che ci si presentano).
Quando vuoi, il sottoscritto è a disposizione per un pubblico confronto con tutti gli amici e le amiche del tuo gruppo. Stai tranquilla che non farai una brutta figura, dammi retta, perchè come tu stessa hai ammesso siamo sufficientemente dialettici ed impegnativi…E hai ragione a dirlo perché è proprio così, forse anche troppo……
Te la senti? Ritieni che possa essere utile? Ne hai voglia? Io sono PRONTISSIMO. Mi sto allenando da anni, come vedi…
Resto in attesa di una tua risposta.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Rita scrive: “Abbi pazienza Annamaria, ma la critica del binomio donna-sesso in pubblicità che sento fare comunemente è questa qua che tu stessa hai messo in evidenza riferendoti all’Inghilterra…cioè l’immagine della donna sessualmente compiacente che diventa un oggetto di compiacimento erotico dell’uomo. Come si fa a vederci questo nella pubblicità in cui una casalinga normalmente vestita si vede uscire dalla lavatrice un uomo seminudo e ammiccante? (e quindi lui funge da oggetto ed è sessualmente compiacente).” Abbi pazienza tu, Rita: è proprio perché abbiamo una casalinga che pensa al bucato che l’apparizione dell’uomo ammiccante è il solito ricorso alla sessualità legata alla donna. Come dire: “tu non stai pensando veramente alla casa, ma sogni il maschione”. I pubblicitari, il giorno in cui si sono messi d’accordo su come fare lo spot, si sono chiesti: “che ci mettiamo”? Risposta: il solito.
Pazienza.. io continuo a non capire cosa vuoi dire, non è affatto il “solito”. E’ ben diverso essere l’oggetto sognato dal soggetto che sogna. Perchè allora .. nel contestare la pubblicità si considera svilente la sessualità. Allora essendo, nella stragrande maggioranza dei casi, gli uomini nella veste dei “sognatori di gnocca o bella femmina” sono loro ad essere maggiormente sviliti, Ma questo discorso della “parità di svilimento” lo stai tirando fuori solo ora e solo adesso.
“L’immedesimazione con lo sciocco ( come nello spot della Coloreria) non l’ho capita fino in fondo invece, ci penserò.”
guarda per me è abbastanza semplice.. qui non è l’uomo che si immedesima è la donna che si immedesima nella super-intelligente-evoluta-multitasking-eterna riparatrice (ah se solo glielo lasciassero fare…) dei mali casuati da quell’inetto “maschio”. (brutto termine eh…;-) .. è lo speculare del termine “femmina”.
“La venerazione parte dai maschi nei confronti delle femmine. E comunque “femmine” è un brutto termine.”
Rita(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta
Carissimi! Quanto tempo! Faceva troppo caldo per discorrere con voi,
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Pensa agli uomini che lavorano nei cantieri sotto il sole: non è sfruttamento del corpo maschile questo? Certo, sono lavori che vanno fatti e l’uomo superiore nella muscolatura è l’ideale. Purtroppo “oggi” si riconosce solo la superiorità non dico fisica degli uomini, ma muscolare: l’uomo è brutto, sgraziato, però è forte come un animale, quindi da impiegare nei lavori peggiori e di conseguenza campa meno della donna (questo è di sinistra?)
Pensa alle nostre città italiane, come Roma: scolpita pietra su pietra, con affreschi enormi sulle pareti dipinti da grandi artisti, dici vabbé, che ti lamenti, avete fatto tutto voii uomini? e certo, queste sono fatiche che farei volentieri anch’io, ma mi indigna essere sminuito, oggi che ci sono anche donne architette e pittrici.
Leonardo(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio, il mio gruppo è composto da persone di tutta Italia, il 95% delle quali non ho mai conosciuto personalmente. Qui a Roma frequento una sola donna che ne fa parte, insieme siamo in altri gruppi tradizionali e non su facebook. Riusciamo a malapena a barcamenarci tra famiglia-casa-figli,attività politica e nel mio caso curare i contatti del gruppo. Conosco altri iscritti al gruppo per averli visti a presidi e manifestazioni varie. Come ho scritto nell’intervista pubblicata il 12 luglio ( che allego se avete voglia di leggerla) http://softrevolutionzine.blogspot.com/
i gruppi facebook sono un po’ aleatori, e tuttavia hanno una loro funzione. Ma l’incontro che tu proponi, e che sarbbe utilissimo, lo vedo come un’utopia. Al massimo possiamo prenderci un caffè tu ed io!
Pare che invece uno dei miei contatti, persona più importante di me, mi aiuterà ad ottenere un incontro con quelli dello Iap per discutere della pubblicità. Se ciò avviene potrebbe venire anche qualcuno di voi se vi interessa.
Questa è la realtà…Così è, se vi pare, disse Pirandello.
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
Cara Annamaria, allora quello che puoi fare se veramente vuoi alimentare il dibattito, è segnalare questo sito ai tuoi amici e alle tue amiche su face book.
La tua presenza e il tuo contributo su Uomini Beta sono ormai sistematici, e ciò fa supporre che tu ci ritenga degni di stima e attenzione. E’ probabile che anche fra i tuoi amici, amiche e conoscenti, fra i/le tanti/e che forse grideranno allo scandalo, ce ne saranno alcuni, e forse alcune, che potrebbero invece apprezzare le nostre tesi.
Fabrizio
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Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Per chi volesse qualche elemento in più di riflessione sul tema: “La pubblicità antimaschile è l’anima del commercio” propongo due link al sito Maschiselvatici che trattarono a lungo dell’argomento ( e fecero anche azioni di contrasto) fin dalla fine del secolo scorso quando il fenomeno divenne “scuola di pensiero” di tutte le società di pubblicità per tutto il decennio successivo.
In sintesi questa è stata la regola base della comunicazione commerciale: l’immagine del maschio umiliato, imbelle e incapace vende di tutto presso il pubblico femminile. Per anni, per giorni, per ore, davanti agli occhi dei minori sono passati spot dell’ immagine di una maschilità e di una paternità degradata e irrisa. Ritengo che ci sono molti conti ancora aperti con chi ha seminato nel cuore dei nostri figli la disistima di sè e per il padre.
http://www.maschiselvatici.it/archivio/iselvatici/indice.htm
http://www.maschiselvatici.it/index.php?option=com_content&view=category&id=24:pubblicita-regresso&Itemid=37&layout=default
cesare(Quota) (Replica)
@Leonardo; tu lavori nei cantieri? No. E allora sei come me. Roma scolpita? Le donne intanto lavoravano in casa dalla mattina alla sera senza le comodità odierne, e tante morivano di parto. Trovo i tuoi argomenti superficiali.
@Rita: sì, la parità dello svilimento l’ho capita proprio grazie ai vostri discorsi. Alla gnocca deve fare da pendant lo strafigo o lo stupido. Resta il fatto che i non creativi italiani la prima cosa a cui pensano è lo sterotipo sessuale, obbligatorio con la figura femminile, ed è questo che non va bene. La tua spiegazione sul ruolo dell’uomo sciocco non mi convince, anche se non ne ho formata una mia.
@ Fabrizio: il mio gruppo si occupa esclusivamente di pubblicità sessista, non metto link a nessun sito “generalista” se così possiamo dire. Potete iscrivervi e dire la vostra, io non lo impedirò di certo, magari verrebbe fuori una bella discussione. Posso segnalare il vostro sito ad amici selezionati, già l’ho fatto una volta. Voi intanto potete individuare siti in cui mettere lo zampino, ma certo che se vi presentate con lenzuolate infinite dubito che qualcuno le leggerà proprio, sarebbe meglio offrire degli estratti. Ari ciaoooooooo
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
“Voi intanto potete individuare siti in cui mettere lo zampino, ma certo che se vi presentate con lenzuolate infinite dubito che qualcuno le leggerà proprio, sarebbe meglio offrire degli estratti”. (Annamaria Arlotta)
E’ ora che la gente ricominci ad approfondire, a riflettere, a “perdere” un po’ del suo tempo nella lettura e nella riflessione. E tu che dici di essere di “sinistra” dovresti apprezzarlo…
In ogni caso sto preparando una serie di video con dei miei interventi da mandare in rete, su you tube e altro, nella speranza che siano superficiali al punto giusto da poter essere visti anche da chi non ha voglia di approfondire…
Fabrizio
P.S. Annamaria, gli uomini non possono morire di parto così come le donne non possono morire per tumore alla prostata…Te ne sei dimenticata….
E comunque il fatto che Leonardo non lavori nei cantieri non vedo cos c’entri con il concetto che lui stesso voleva esprimere. Neanche io se è per questo lavoro nei cantieri ma ciò non mi impedisce di parlare della tragedia dei morti (maschi) per lavoro. Tu hai mai rischiato di morire di aborto? Non credo, ma questo non significa che tu non possa parlarne…
Annamaria, negli ultimi due precedenti post, avevi raggiunto dei picchi di logos non indifferenti per te. Non mi cadere nuovamente nelle leggiadre spirali degli svolazzamenti…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Annamaria Arlotta: per quanto mi riguarda, Annamaria, quanto dovevo scrivere sul tema è riportato nei tanti post precedenti. Non mi sembra il caso di ripetermi nè di rilanciare un dibattito che ci vede su posizioni diametralmente opposte. Contrariamente a te, trovo l’articolo di Antifemminist degno di grande apprezzamento:qualche parola utilizzata dall’articolista è forse sopra le righe, ma la capacità che dimostra nel cogliere l’essenza della questione denota grande acutezza; un articolo molto più interessante e veritiero di tanti pacchiani articoli politicamente corretti che vengono scritti su un argomento che, in ogni caso, è stato pompato a dismisura dai Media e ha, sinceramente, stancato.
Alessandro(Quota) (Replica)
Preciso che del primo link citato sul tema “Pubblicità antimaschio”, ovvero il link: http://www.maschiselvatici.it/archivio/iselvatici/indice.htm
dei tanti titoli riportati nella colonna a sinistra è pertinente e da cliccare solo il titolo:
“Put the boot in”.
cesare(Quota) (Replica)
intanto in tema di pubblicità , devo segnalare questo post
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/07/19/uomini-ribellatevi/#comment-9820
presente nel gruppo facebook di Annamaria
c’è anche un mio commento
mauro recher(Quota) (Replica)
Sono totalmente contrario a quanto paventato dalla Von Arlotten, trovo le sue vaginate senza senso, prive di logica e di un fattivo contributo alla QM, nonchè povera se non INESISTENTE voglia di un fattivo interesse sulla reale situazione maschile
Nello specifico, descriverò il mio parere avvalendomi di una “lenzulata”, pregna di logica e concetti, certo che la Von Arlotten non leggerà per mancanza di logos e di memoria di sistema
Per prima analisi, la scontata risposta senza motivazione, data a Leonardo, al solito svolazzen rifugiandosi dietro preconcetti triti e ritriti dal femdominismo, se gli uomini morivano per creare e dare tutto il benessere odierno ANCHE ALLE DONNE, esse stavano a casa (costruita dagli uomini!), come se fosse la casa un alveolo dei peggiori pericoli che l’essere umano possa incontrare, e moriva di parto (mica tutte.. ma va bene rimarcarlo.. alla stessa stregua de:”i morti sul lavoro: il 3% sono donne), finendo con definire le argomentazioni di Leonardo come superficiali, ma senza fornire ulteriori termini di disamina meno vulvocentrici.. in quanto a suo dire trovano fondamento solo dalle vaginate e dal fatto che lo asserisca lei..da che pulpito viene da chiedersi.. proprio da chi pone il veto alle “lenzuolate di approfondimento” ma si sà.. svolazzar m’è dolce in questo mar femdominista.. e le lenzuolate danno fastidio.. fanno scattare il ragionamento e questo non è bene.. non si può riflettere quando si fa parte dell’insieme femdominista.. e bisogna rieducare gli uomini di conseguenza!
Ed infatti, dietro questo suo concetto, essa altro non fa che RIEDUCARE gli uomini risvegliati ad esser meno prolissi e piu’ efficaci, alla stregua di qualsiasi spot superficiale ed idiota che, proprio per tali principi, risulta piu’ efficace.. in tal senso non ragionate uomini, ma cercate di sintetizzare visto che dietro la sintesi spesso non si cela nulla di concreto..ma sicuramente efficaci per spiegare il tutto, in seguito, con fenomenali supercazzole femdoministe!
Proseguendo, Con Rita la leggiadra ribadisce il concetto che se opposizione ci deve essere, deve esclusivamente puntare al cessare l’utilizzo del corpo della donna come efficace strumento mediatico, essa si guarda bene dal comprendere la vittima principale di tale nefasta pubblicità, concetto ancora non recepito come essa stessa afferma nella risposta a Rita, e cio’ mi porta a pensare su quanto infine linka, ovvero UOMINI RIBELLATEVI!.. come dire.. armiamoci e PARTITE! nulla essa propone in prima persona per sostenere l’UOMO, la tutela della Maschilità, al contrario essa propone l’epurazione dal video del corpo della donna, non fornisce una fattiva partecipazione all’aiuto della vittima principale..
Questo, a mio avviso, è una posizione femdominista che non condivido, la Von Arlotten stà semplicemente attuando quello che il femdominismo vuole nel futuro, ovvero l’epurazione della donna sessualmente desiderabile dal video, in modo tale che dopo la chiusura delle case chiuse, dopo la penalizzazione morale e legislativa dell’usufrutto della prostituzione, dopo la latitanza dei calendari del nudo integrale, non si possa piu’ neanche vedere youporn et similia! neanche alcun ammiccamento sessuale da nessuna parte!, quando tutto cio’ sarà attuato, la castrazione sessuale, sia psicologica che fisica maschile, raggiungerà il culmine, l’estinzione della sessualità maschile possibile!
Se cosi non fosse, la Arlotten, al pari di Rita e di altre che magari leggono e non intervengono, saprebbe come schierarsi, come agire, attuerebbe un vero:”uomini svegliatevi! siamo con voi! se non ora.. quando?” ma cosi non è.. programmata con il logos femminile, la BORG ARLOTTEN stà semplicemente attuando quanto impostole dal sistema di potere e dal verbo femdominista.
Annamaria Von Arlotten: HEIL VAGINA!
Damien(Quota) (Replica)
Caro Damien, oggi ti trovo amaro, non è giornata da senso dell’umorismo eh? Rispondo intanto a te. Lo sai come funziona un gruppo facebook? Io non ho linkato un bel niente, una delle iscritte ha postato sulla pagina del gruppo il link e io ce l’ho lasciato perché parla di pubblicità sessista. Stamattina ho scritto un post su quel sito, che si chiama Un altro genere di comunicazione, dopo aver tra l’altro letto quanto dice Mauro R. Prego guardare: http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/07/19/uomini-ribellatevi/
Se leggi il mio post vedrai che ho segnalato il sito degli UU.
Leonardo può benissimo rispondermi da solo. La mia risposta significa che il gioco di chi soffre di più, chi muore di più, se il cancro alla prostata sia più doloroso di quello al seno di cui è morta mia nonna, se i lavori domestici del passato equivalevano come fatica agli sforzi degli uomini ecc. ecc. a me sembra che non porti da nessuna parte se non a sfogarsi con delle rivendicazioni alle quali si può ribattere. Sulla risposta a Rita mi sembra di aver detto che sto ancora rimuginando sulla questione dello svilimento della figura maschile, che prima non vedevo nella sua reale dimensione. Invece di congratularti con me mi dai ancora della nazifeminista, e che cribbio! Sul fatto di essere sintetici, mentre non c’è bisogno di esserlo in questo ambito, nella maggior parte dei casi la gente vuole che uno GETS TO THE POINT. Avete un point? Sì, anche due o tre: bene, esprimeteli, se sono reali le argomentazioni possono essere spiegate in poche parole.
Annamaria Arlotta(Quota) (Replica)
“Caro Damien, oggi ti trovo amaro, non è giornata da senso dell’umorismo eh?”
..giornate di pagamenti vari, sei cascata male.. te coi provini a zelig? tutto bene?
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” Io non ho linkato un bel niente, una delle iscritte ha postato sulla pagina del gruppo il link e io ce l’ho lasciato perché parla di pubblicità sessista.”
Annamaria Arlotta 1:36 pm – 19th luglio:
“..Come ho scritto nell’intervista pubblicata il 12 luglio ( che allego se avete voglia di leggerla) http://softrevolutionzine.blogspot.com/”
..io leggo solo questo tuo link (ed il successivo), nessuna menzione ad un link su facebook..cosa hai da dire adesso? che magari ti manca il pesce nella dieta e la mancanza di fosforo pregiudica la memoria??? oppure hai ancora i guanti per scalare il Monte Vetro?..in guerra, la cosa piu’ brutta che puo’ capitarti è essere costretto a chiamare rinforzi.. e quando arrivano, vedere che anzichè unirsi e combattere il nemico comune, si fanno gli augelli propri pensando solo a difendersi! questo esempio è evidenziato nel tuo stesso commento postato nel link agevolato.. non UNA (1) e sottoscrivo UNA parola di conforto/sensibilizzazione/comprensione verso l’UOMO, solo verso la donna, e del cattivo esempio che si da di questa verso i ragazzi!
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“Stamattina ho scritto un post su quel sito, che si chiama Un altro genere di comunicazione, dopo aver tra l’altro letto quanto dice Mauro R. Prego guardare: http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/07/19/uomini-ribellatevi/
Se leggi il mio post vedrai che ho segnalato il sito degli UU.”
Personalmente, questo tuo velato interesse, scivola sul muro della mia indifferenza, quando capirai, infine, che ometti e femminuccie che si prostituiscono al sistema mediatico, hanno il fine comune di fare GRANA a scapito degli uomini beta, forse mi troverai ad aspettarti al varco, ti ricordo che tutto l’attuale sistema sociale gravita intorno alla grave assimetria sessuale uomo-donna, di cui l’uomo beta è l’unica vittima! le donne beta anzichè camminare e combattere a fianco dell’uomo beta, paventano le stesse richieste/privilegi delle alpha e sfruttano ampiamente tutti i privilegi di riflesso! che tu quindi voglia portare una campagna contro una pubblicità sessista contro l’uso mediatico distorto della donna, a me vien solo voglia di ridere e di lasciarti cuocere nel tuo broden nazifemdoministen! ti suggerisco di rileggerti alcuni articoli qui illustrati se quanto ti ho scritto non dovesse bastare, e se anche dopo cio’ stai ancora rimuginando, comprati un flacone di multicentrum, sia mai che qualche vitamina in piu’ alla tua dieta ipocalorica priva di pesce possa servire!
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“Sulla risposta a Rita mi sembra di aver detto che sto ancora rimuginando sulla questione dello svilimento della figura maschile, che prima non vedevo nella sua reale dimensione. Invece di congratularti con me mi dai ancora della nazifeminista, e che cribbio!”
Lo ripeto.. te sei na nazifemdominista! per due motivi semplici: per come affronti la problematica e per il fatto che sei di famiglia italo-franco-tedesca.. e prendila come una battuta eeeh?
“Sul fatto di essere sintetici, mentre non c’è bisogno di esserlo in questo ambito, nella maggior parte dei casi LA GENTE VUOLE CHE UNO GETS TO THE POINT. ”
Siamo quasi 60,6 milioni di abitanti in Italia, TU affermi che LA GENTE VUOLE? e chi saresti per considerarti la vestale portatrice della verità degli italiani? magari delle ITALIANE!! eccoci col famoso senso collettivo BORG!.. vedi come sei vaginocentrica? a chi devo credere? alle tue vaginate? come fai ad arrogarti questo diritto? poi ti incavoli se ti chiamo nazi! e per GETS TO THE POINT, may i remind you to read (once again) our belowed site?? we ALREADY have GOALS! aaaah Arlò! allora ce fai? leggite er sito! e te ricordo che il blog non fa parte di quanto si propone UOMINIBETA.ORG, i punti espressi sono sempre quelli piu’ volte ribaditi dal buon Fabrizio! e nun svolazzare sempre!
Te lo ripeto! apri il sito donnebeta.org, prova a sensibilizzare le donne beta a non seguire i dettami dei media, del SISTEMA, di usufruire dei privilegi, di PAGARE per entrare in discoteca, di fare alla romana anche con gli uomini etc etc.. te faccio un pronostico.. si e no avrai 15 ospiti sul sito..altro suggerimento.. prova ad entrare con un nickname maschile in qualsiasi sito nazifemdominista ed argomenta con FATTI la questione maschile, vedrai che ti succede!
Damien(Quota) (Replica)
Non c’è niente da rispondere: ho preso spunto da una frase sul caldo e ho parlato di argomenti reali e della fatica degli uomini e mi pare anche di fatiche che sono state un privilegio per l’uomo (anche la fatica del parto per la donna diventa un privilegio, oggi poi) Quindi un argomento per tutto il sito. Fabrizio e Damien hanno chiarito e argomentato…
Hai dato una risposta infantile Annamaria (le donne lo siete sul serio), come per dire tiè!
Nel mondo fuori avresti una flotta di difensori, cavalieri e play boy; qui vi sentite spaesate: gli uomini beta, soli, poveri e brutti, non sbavano per la prima donna che gli da importanza?
Leonardo(Quota) (Replica)
a proposito di uomini ribellatevi ,mi è venuta in mente questa considerazione ….
manifestazione “se non ora quando” non volano manganelli
manifestazione “gay prade” non volano manganelli
giustamente perchè ,si può essere d’accordo o meno ,ma non erano violente
manifestazione degli operai ,volano manganelli (operai maschili ovviamente)
trovate che sia facile per gli uomini ribellarsi ??
l’ho scritto anche in un altro genere di comunicazione dove ,certe mie affermazioni non sono state viste bene ,ma questo è da mettere in preventivo
@leonardo Nel mondo fuori avresti una flotta di difensori, cavalieri e play boy; qui vi sentite spaesate: gli uomini beta, soli, poveri e brutti, non sbavano per la prima donna che gli da importanza?
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questo ,non so il perchè ,ma mi fa venire in mente una scena di sherk (il primo) che ,dopo aver liberato la principessa ,mostra il suo aspetto e dice “cosa ti aspettavi il principe azzurro ??
sarebbe carino fare un articolo sul principe azzurro
mauro recher(Quota) (Replica)
A proposito di pubblicità, gira da alcuni giorni questo spot
…
…
provate solo ad immaginare le parti invertite
mauro recher(Quota) (Replica)
L’offesa c’è nel momento in cui qualcuno si sente offeso. Molti uomini hanno a nausea questo modo di fare delle pubblicità, basta leggere in giro sui siti QM per capire che tutti ne sono infastiditi e turbati. Gli offesi ci stanno, quindi c’è pure l’offesa. Punto. Non mi piace contrattare su queste cose, chiedere l’autorizzazione per indignarmi, lo trovo svilente. Quando qualcuno ti dice che sbagli a sentirti così o quando tentano di farti credere che hai frainteso o peggio ancora, che ti manca l’ironia, come fa puntualmente lo IAP in risposta alle segnalazioni, ti offende per la seconda volta.
Ora c’è solo da capire se lo fanno apposta o no. Io dico che lo fanno apposta. C’è in quelle pubblicità una volontà oltraggiante che va oltre la ridicolizzazione del desiderio sessuale, che mira a colpire l’auto-stima dell’individuo nella sua interezza, partendo dal sesso. Il messaggio è che quando hai il pene sei stupido, incapace e naturalmente incline alla sottomissione, un soggetto di cui è divertente abusare; a cui puoi provocare dolore, tanto la percezione del dolore in un maschio dev’essere diversa, anzi, magari gli piace pure se a fargli male è una donna. L’uomo è quindi uno zerbino psicopatico, un individuo che accetta di calpestare la propria dignità, ossessionato com’è dal proprio masochismo in una specie di sindrome compulsiva da sottomissione. Un uomo piccolo piccolo, un disprezzabile inutile perdente. Le pubblicità usano ciò che esiste e in questo caso usano un lato oscuro, dandocene peraltro piena evidenza, che è desiderio femminile di prevaricazione, contribuendo a sdoganarlo come folclore. Un atto premeditato contro uno specifico gruppo sociale, che ci conferma quanto la donna al pari dell’uomo sappia essere crudele e criminale, per chi avesse ancora dei dubbi. Altro che ironia.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ovviamente, una società che si dà missione di educare i giovani uomini sulla base di questa rappresentazione di sé stessi, dev’essere mossa da strane pulsioni. Quelle pubblicità sono una delle manifestazioni del piano di “eradicazione del maschile”, caro al femminismo, che considera maschio sinonimo di male, quindi un piano di eradicazione del male. Uccidere l’autostima nei giovani maschi è impedire che possano da adulti contaminare la società coi loro costumi. Uno schema simile al nazismo, che considera come “infestante” il gruppo sociale degli ebrei.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli
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Molti uomini hanno a nausea questo modo di fare delle pubblicità, basta leggere in giro sui siti QM per capire che tutti ne sono infastiditi e turbati. Gli offesi ci stanno, quindi c’è pure l’offesa.
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Secondo me non bisogna confondere la realtà sentita e vissuta da un groppuscolo di uomini che si occupa della qm, con la realtà della massa maschile, alla quale non importa proprio niente di certe pubblicità.
Anzi, capita soventemente che molti trovino divertente una pubblicità in cui una donna dà un calcio nelle palle ad un uomo (uomo che in quel caso si presta a tutto ciò per denaro…). Il disprezzo fra uomini è un sentimento diffusissimo, che prescinde ed è antecendente al femminismo, il quale agisce su un “qualcosa” di preesistente nella mente maschile. Viceversa sarebbe impossibile, per tale ideologia, attecchire così facilmente.
Tiziano(Quota) (Replica)
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Personalmente ho evidenza di tanti amici che al massimo fingono di fregarsene ma che dentro la ferita la sentono. Ho molti amici che pur non partecipando fanno il tifo per noi. Secondo me, almeno una metà abbondante degli uomini sono offesi. Ma questo significa relativamente poco, perché allora, se si tratta di numeri, dovrebbe essere ammesso offendere qualsiasi minoranza etnica. Gli uomini offesi sono più degli immigrati cinesi, perché allora non prendono in giro pure i cinesi?
Del resto ci sono, o meglio c’erano prima della ipersensibilizzazione, tantissime che restavano indifferenti di fronte alla questione “corpo delle donne”, e oggi apriti cielo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2014/12/15/rimozione-senza-paura/
mauro recher(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/02/19/rivoluzione-femminista-brignano-lava-i-piatti/
mauro recher(Quota) (Replica)
http://blog.adci.it/adci/senza-chiedere-il-permesso/
Gli ho lasciato questo commento
Eppure da OLTRE vent’anni le donne si laureano più, prima e meglio degli uomini (Fonte Miur)
Oltre alla solita stucchevole romanzata che si fa alle donne, senza tener conto delle proprie attitudini personali ,siete come i leghisti che dicono che senza gli extracomunitari saremo in un
posto fantastico (voi lo fare dicendo senza gli uomini) ,quindi questo dimostra che la pubblicità , la pubblicità satanica (peggio dell heavy metal ) non ha poi cosi tanto peso ,visto che le donne si laureano ugualmente e non stanno con un mestolo in mano , ma ovviamente poi si vuol passare il messaggio che un seno nudo o meglio una posa stereotipata porti alla violenza (semplicemente demenziale) … questo porta alla censura che c’era in periodo fascista ,c’è voluta una rivoluzione ,spero che non ne serva un altra …Non poteva mancare anche Berlusconi ,tenuto in vita da voi che più dagli stessi elettori (per la cronaca, mai votato per il suo partito e tanto meno a destra) ..
mauro recher(Quota) (Replica)
Marco,
Ma come caspita vi saltano in mente certe considerazioni? questa pubblicità è sessista, ma non solo per un uomo che viene preso a calci, ma anche per una donna!!!! donne che vengono mostrate come seduttrici, alimentando l’immaginario comune ignorante (come di molti che ho appena letto) che pensano e credono che le donne che arrivano ad occupare posti di tutto rispetto l’abbiano fatto soltando mettendo in mostra il proprio corpo o “portando a letto il capo” (perchè ovviamente il capo in questione deve essere sempre un uomo). Inoltre, ho letto addirittura di qualcuno che scriveva “io in quanto uomo non farei mai una pubblicità del genere.” Certo, questo mina la tua enorme virilità mio caro? non mi sembra che tu e nessun altro abbia te detto niente riguardo a milioni e milioni di pubblicità che da secoli mostrano la donna come schiava, e oggetto di piacere nelle pubblicità di qualunque tipo. A questo aggiungo, non permettetevi di definirvi minoranza!!!!!!minoranza de che? minoranza di un uomo bianco che si è sempre sentito in diritto di poter stabilire cosa era giusto e cosa no e di governare, occupare, invadere, coloniare, e possedere donne, terre, schiavi, minoranze etniche, semplicemente perchè non maschi bianchi alpha?
e non permettetevi di dire che per una donna basta essere donna per essere assunta, dal momento che forse vi è sfuggita la percentuale nazionale (in Italia, ma purtroppo non solo) delle donne che vengono assunte nelle aziende. Sappiate che è NETTAMENTE inferiore a quella degli uomini, e se una donna volesse avere dei figli? ovviamente verrebbe assunta con una percentuale ancora minore, ma se non volesse averne’ bè che donna è allora, la donna esiste solo per partorire, non è così? basta sentirvi in diritto di dire cosa le donne possono o non possono fare o che stanno esagerando o che si comportano da super donna, perchè sappiate che siete ridicoli. un ultima cosa, non permettetevi di definire una donna in gamba “con le palle”, perchè le palle ce le avrete voi, ma per quanto mi riguarda, non è un complimento.
jajajajja(Quota) (Replica)
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non mi sembra che tu e nessun altro abbia te detto niente riguardo a milioni e milioni di pubblicità che da secoli mostrano la donna come schiava, e oggetto di piacere nelle pubblicità di qualunque tipo.
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Ma cosa vai cianciando? “Milioni di pubblicità?” “Da secoli?” Ma sei fuori di testa?
Forse secoli fa esistevano la televisione o il cinema? Magari internet?
E cosa starebbe a significare quest’altra affermazione?
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la donna esiste solo per partorire, non è così?
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Ehi, mezza suonata, ti ricordo che non è obbligatorio partorire e che non sono stati gli uomini a decidere che le donne dovessero mettere al mondo dei figli, perciò se tutto ciò disturba enormemente le astiose come te, semplicemente evita(te) di partorire.
Punto.
Tra l’altro ti ricordo che in Italia (come in altri paesi) di figli se ne fanno più ben pochi, almeno la metà rispetto a 50 anni fa, perciò tranqullizzati ché in prospettiva futura la drastica riduzione della popolazione autoctona è sicura.
Per concludere:
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minoranza di un uomo bianco che si è sempre sentito in diritto di poter stabilire cosa era giusto e cosa no e di governare, occupare, invadere, coloniare, e possedere donne, terre, schiavi, minoranze etniche, semplicemente perchè non maschi bianchi alpha?
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Senti, capiamoci bene: a livello strettamente personale non me ne frega assolutamente niente del passato, visto e considerato che sono nato in Italia 35 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Francamente di questo uso del passato ne ho le palle piene, così come mi sono stufato di tutte quelle persone (uomini o donne che siano) secondo le quali io non potrei parlare perché sono nato maschio e bianco, ragion per cui dovrei piegare sempre la testa di fronte alle donne, gli africani e a tutte le minoranze etniche, a causa “del passato che non passa”.
No, non ci siamo proprio.
Io parlo quanto mi pare, anche se sono maschio e bianco, non fosse altro per il fatto che non conto praticamente nulla su questo cacchio di assurdo mondo.
Vedi un po’ te, “mia cara”.
Daniele(Quota) (Replica)