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Questo in fondo al post è il comunicato stampa di un candidato alle prossime elezioni amministrative romane, in seguito all’omicidio di una donna . Non faccio il suo nome per ragioni di privacy e per la stessa ragione ho modificato nomi, luoghi e possibili riferimenti.
Lo conosco personalmente, è un bravissimo ragazzo e sono sicuro che sarebbe un buon amministratore, per cui gli auguro di farcela.
La cosa sulla quale volevo riflettere è la seguente.
Tutti i militanti e i dirigenti di un qualsiasi partito di “sinistra” (quelli di “destra” non lo so, ma credo che siano sulla buona strada anche loro), quando scrivono o intervengono pubblicamente o in una riunione di partito, sono “costretti” a un passaggio obbligato per ricordare quanto sono oppresse e discriminate le donne, vittime di violenza e di sopraffazione, quanto sono privilegiati e violenti gli uomini e quanto la nostra società sia dominata dalla spregevole cultura maschilista e patriarcale.
Come dicevo, è un passaggio obbligato. Anche se si parla di immondizia, di piani urbanistici o di medio oriente. Che uno ci creda o meno, non può esimersi. Figuriamoci poi se è candidato alle elezioni.
Ora, dal momento che, anche statisticamente, non è oggettivamente possibile che tutti i maschi di “sinistra” siano allineati e coperti, diciamo pure schiacciati, sul femminismo, è evidente che ce ne sono molti (e non parlo per sentito dire…) che FINGONO”, che RECITANO, nel senso più stretto del termine, cioè che si ESTRANIANO a loro stessi (concetto che per degli uomini di sinistra dovrebbe essere familiare…).
Francamente, cari compagni, credo che sia una condizione molto avvilente, direi anche penosa, senza timore di esagerare.
E allora, compagni, ribellatevi! Liberatevi! Capisco che rinunciare a una possibile carriera è doloroso (va bè, si fa per dire…), però, e che cazzo, ogni tanto uno scatto di dignità ci fa guadagnare pure in salute.
Abbiate per una volta anche voi questo coraggio, almeno provateci:
[youtube_sc url=”http://youtu.be/0oAzaxWhRp4″ width=”480″ height=”360″]
Vedrete che sballo subito dopo!…
………………………………………………
“FEMMINICIDIO: ANCHE IL MUNICIPIO FACCIA LA SUA PARTE
Una storia sbagliata. Fatta di gelosia, violenza, morte. E quel termine che abbiamo drammaticamente imparato ad inserire, giorno dopo giorno, vittima dopo vittima, nel nostro lessico è arrivato nel nostro quartiere. Daniela, è stata freddata con un colpo alla nuca dal proprio compagno. E’ il 36esimo femminicidio dall’inizio del 2013. Non è una questione topografica, è una questione che esce prepotentemente dalle pagine di cronaca per entrare nel vissuto quotidiano di tante persone che vivono il nostro quartiere.
Non è una questione topografica, è qualcosa di strutturale nel nostro paese. Che parla della disparità di opportunità e di potere, anche economico, tra uomini e donne, di cui il femminicidio è spesso la conseguenza più tragica ed estrema. Non è una questione topografica, nè una questione privata come molti vorrebbero affrontarla. E’ una questione politica, e va affrontata come una priorità nell’agenda nazionale. E locale, perché nessuno può considerarsi estraneo, ed ognuno ha il dovere di offrire il proprio contributo. A partire da un’istituzione di prossimità come il Municipio.
Realizzando come primo impegno una Casa delle donne nel quartiere. Un luogo aperto a quelle realtà associative femminili che operano nel territorio, ma anche un centro antiviolenza che offra consulenza e servizi alle donne che ne sono vittima. Perché la sicurezza non si garantisce con la retorica degli sgomberi e delle ordinanze antibivacco, ma tutelando e assistendo le vittime anche quando la violenza si consuma tra le mura domestiche.
Promuovendo campagne di sensibilizzazione, anzitutto nei confronti degli uomini. A parte il lavoro encomiabile dell’associazione Maschile Plurale e la campagna NoiNo patrocinata dal Comune di Bologna, la gran parte delle iniziative sulla violenza maschile si rivolgono alle donne. C’è qualcosa che non va. Il corpo delle donne, lo splendido docu-film di Lorella Zanardo, sarebbe già un buon punto di partenza se proiettato nelle scuole.
E dando l’esempio. Dobbiamo cancellare l’immagine patriarcale e maschilista della giunta che amministra il nostro Municipio. Che ha pensato bene di fare a meno della sensibilità e dell’intelligenza delle donne, escluse da ogni assessorato. E’ un piccolo gesto, forse simbolico, ma ci impegneremo affinché la prossima giunta sia per metà composta da donne”.
19 Commenti
Da qualche giorno sto ascoltando brani “comunisti” (mettiamoci le virgolette) tra cui questo ad esempio
http://www.youtube.com/watch?v=BbLW-51Yc9g
Non sotto questo ,ma ad un altro video della stessa band ( o dei modena city ramblers) c’era un commento molto significativo “Mi hanno levato un sogno, io voglio riviverlo” Parlava naturalmente che gli ideali della sinistra sono spariti tutti ,adesso è una accozzaglia di gente e di idee che preferisce ragionare non per classe (ma la sinistra non era nata per quello scopo?) ma per appartenenza ,come abbiamo detto migliaia di volte ,fino a che sono obbligati a pagare pegno e di parlare della violenza sulle donne se si vuole essere ascoltati..incredibile ma è cosi …
P.s da considerare una cosa ,il video che ho postato deve essere misogino perchè parla solo di uomini ,si vede che ,anche nella rivoluzione ci vogliono le “quote rosa”
mauro recher(Quota) (Replica)
Le campagne sul femminicidio e i pompieri di Viggiù.
L’avv. matrimonialista Massimiliano Fiorin, autore di un documentato libro “La fabbrica dei divorzi” ediz.S.Paolo, intervistato da Zenit (http://www.zenit.org/it/articles/un-avvocato-denuncia-la-fabbrica-dei-divorzi) scrive:
“Il divorzio ha portato le società occidentali ad essere inondate da quelli che io chiamo gli “oceani di sofferenza”. Negli ultimi quarant’anni, con un’accelerazione spaventosa a decorrere dall’ultimo decennio, si sono prodotti disagi e lacerazioni sociali assai più profondi di quanto non si sia disposti ad ammettere. Oggi, in Italia, i fatti di sangue con motivazioni connesse alla separazione e al divorzio sono probabilmente più numerosi di quelli dovuti alla criminalità organizzata.”
Fiorin denuncia una cultura che regge un apparato dai fatturati giganteschi che ha come unico prodotto finale il divorzio cui perviene in prevalenza col metodo dell’esasperazione dei conflitti. La cultura che ne è alla base aderisce in prevalenza all’idea secondo cui il divorzio è un valore perchè è sostanzialmente un atto della guerra di liberazione della donna contro il “dominio oppressivo” del maschio in famiglia. Così gestito e inteso il divorzio si traduce quasi sempre e coerentemente nell’ annientamento morale, affettivo, psicologico,sociale ed economico del coniuge di sesso maschile. Come vogliamo chiamare questo esito?
Domando se la cultura su cui si basano le campagne scatenate dalle Istituzioni, e dal sistema mediatico e da politici in cerca di buone cause “riverginanti”, non sia la medesima alla base della fabbrica dei divorzi. Una cultura che rifiuta la composizione del conflitto tra maschio e femmina, e anzi guarda con sospetto, perchè compromissoria, ogni istituzione finalizzata alla mediazione, e nascostamente tresca con la violenza “maieutica” (pur sempre un must,secondo i sacri testi,di ogni rivoluzione) al femminile, tacendola e rimovendola da ogni momento di pubblica consapevolezza, in qualunque forma si concreti. Qualcuno magari se ne è accorto?
Una cultura seria, una politica seria,un politico serio, studia le cause dei fenomeni sociali e non se le inventa imboccando strade semplicistiche e tautologiche: non portano naturalmente a nulla. E non inganna la gente già colpita da una straordinaria fatica di vivere e non campa da saprofita sui cadaveri del prossimo. Soprattutto, si mette in discussione nelle sue certezze, e coltiva il dubbio che le sue campagne siano di fatto plausibilmente sospette di rovesciare i termini di causa effetto. Dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e domandarsi se, continuando su una strada sbagliata, non faccia parte dei pompieri di Viggiù che senz’altro “i cuori infiammano” ma non avendo l’acqua, per spegnere gli incendi usano il gasolio. Certo: per risolvere l’incendio risolvono visto che brucia rapidamente tutto.
cesare(Quota) (Replica)
Domanda sulla querelle sul corpo delle donne che tanto scalda mente e cuore del nostro amico: è il corpo delle donne o il corpo delle donne belle? Perchè la cosa fa la differenza e fa pensare anche tanto.
Domanda sul nesso posto tra morte di una donna e richiesta di assegnare metà consiglio comunale al genere femminile: ad ogni poveretta morta ammazzata lui prevede come compensazione di genere un moltiplicatore di prebende e posti pubblici assegnati? Con i maschi morti ammazzati sul lavoro dovremmo già essere al comunismo.
cesare(Quota) (Replica)
alcune copertine di Panorama del 1996 quando la direttora marketing di Mondadori era Lorella Zanardo
romano(Quota) (Replica)
…..
Riallacciandomi alla domanda rivolta a Mauro R. in altro thread: l’affermazione è comprovabile?
Ci terrei a ricostruire il percorso rimosso.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
http://it.wikipedia.org/wiki/Lorella_Zanardo
“Nata a Milano, nel 1984 si laurea in letterature straniere all’Università cattolica di Milano e specializza poi in amministrazione aziendale presso l’Università Bocconi l’anno successivo.[1] Tra il 1985 e il 1990 è brand manager per Unilever. Cinque anni dopo, dal 1995 al 1997, è direttrice marketing per il Gruppo Mondadori.”
romano(Quota) (Replica)
romano,
….
Non ho consultato la fonte più ovvia ….
Grazie. *thank_you*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
non c’è di che
romano(Quota) (Replica)
Una volta si diceva Francia e Spagna basta che se magna (forse si dice ancora ?) Chiaro che, finita un era, ha tentato di avere visibilità usando il metodo opposto (un vecchio trucco) ….andando ,inoltre, fuori tempo massimo visto che trasmissioni con donne poco svestite sono praticamente scomparse , adesso usa la violenza e l’oppressione maschile come la storiella del supermercato (mi sa che esce poco per fare la spesa se no se ne sarebbe accorta eccome che è più frequente vedere il contrario ) detto questo vive il momento tra alti e bassi ,inviti alle televisioni e trombate al parlamento europeo , ma questo è quello che offre il panorama italiano ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Quelle copertine mi fanno riflettere su come siano cambiati i tempi da allora a oggi. Una pubblicazione simile oggi costerebbe forse le dimissioni del direttore del settimanale. Continuo a pensare che il grande salto di qualità per il femminismo sia stato l’avvento di internet che ha consentito alle sue sparpagliate voci di compattarsi in una lobby in grado di esprimere una pressione notevolissima nei confronti di tutti i governi occidentali, pure già non ostili nei confronti di un movimento in cerca di potere e revanscismo anti-maschile ma del tutto integrabile nel sistema socio-economico, se non addirittura strumentalizzabile a fini imperialistici, vedasi “missioni di pace” made in USA. La Zanardo rappresenta al meglio questo femminismo, lo incarna nel suo moralismo a senso unico, nella sua sessuofobia, nel suo arrivismo, nella sua sottile misandria, nella sua “grandeur”, vista l’ambizione, non ancora per fortuna andata pienamente a compimento, di diffonderne i valori, non solo attraverso i media, come accade tuttora, ma anche attraverso l’istituzione per eccellenza deputata all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni, la scuola.
Alessandro(Quota) (Replica)
Dal compattarsi in internet al riempire le piazze il passo poi è stato breve, vedasi “Se non ora quando”, che abilmente fondeva misandria, moralismo, sessuofobia, il repertorio femminista quindi, a un anti-berlusconismo fondato quasi esclusivamente sull’indignazione per gli scandali sessuali del presidente del milan, ma comunque in grado di garantirgli un appoggio incondizionato a sinistra.
Alessandro(Quota) (Replica)
Pensate alle decine di milioni di povere casalinghe o donne in carriera casualmente al super che hanno dovuto di nascosto mettere nel carrello ” Cinquanta sfumature di grigio”, libro, anzi, manuale di sottomissione erotico/sessuale ad un uomo, scritto proprio da una casalinga, successo editoriale travolgente tra le lettrici in tutto il mondo, perfino esposto primo in classifica per mesi fra i libri offerti in tutti i supermercati italiani nonché all’estero.
E poi pensate allo stress di mettere nel carrello anche “cinquanta sfumature di rosso” e siccome le sfumature erano davvero abbondanti persino “cinquanta di nero”.
E adesso mettetevi nei loro panni a pensare se in quel mentre fosse capitata una Zanardo qualsiasi, o le severe controller della sessualità nazionale della associazione “Se non ora quando”: sai fulmini e le saette a vedere che queste si mettevano in carrello sta roba e se la godevano pure…
E il marito? Chi, il feroce controllore della spesa? Di sicuro era alle prese con provole, robiole e yogurt.
cesare(Quota) (Replica)
Poi uscite dal super finiscono sulla sedia della Presidenza della Camera dove si conferma la legge fisica che il vuoto in natura non regge.
http://www.liberoquotidiano.it/video/11659172/Laura-Boldrini-festeggia-Giancarlo-Galan-in.html
cesare(Quota) (Replica)
Meriam Isha, simbolo della “resistenza cristiana”, strappata al “fanatismo islamico”, sbarca in occidente vestendo i colori dell’orgoglio gay.
Così si accontenta sia il progressista che l’oscurantista, contro il “nemico comune”.
Due piccioni con una “fava”.
http://anticristo.org/2014/07/24/meriam-ishaicona-della-cristianita-con-la-bandiera-dellomosessualita/
Animus(Quota) (Replica)
Come se il governo cinese offrisse un volo di Stato alla figlia del povero Tortora, o ai familiari dei ragazzi uccisi “per incidente” nelle questure italiane o bruciati vivi nelle acciaierie, o ai suicidi da crisi economica, o ai maschi rovinati per sempre dalle false denunce femminili, e quant’altri.
Fratelli miei preparatevi che nuove guerre “giuste” si avvicinano per questo nostro popolo che nella sua Costituzione ha scritto che ripudia la guerra.
Queste donne povere, trasformate in “povere donne”, ne sono, inconsapevolmente, i nunzi luttuosi. Le loro lacrime sono strumentalizzate e diventano l’atto d’accusa a popoli, stati, culture, civiltà libere ed antichissime. La versione per l’estero delle lacrime italiane versate nei talkshow per l’interno. Diventano la legittimazione delle prossime avventure militari dell’Occidente e annunciano i fiumi di lacrime che maschi poveri e donne povere, i loro fratelli e sorelle, verseranno sotto le nuove bombe, quelle buone, le bombe “liberatrici delle donne”. La colonna sonora di queste operazioni di “soccorso femminista”, è il rombo dei cacciabombardieri e il sibilo dei missili cruise.
Poi con le Onlus andremo ad aggiustare le membra dei mutilati e a spiegare alle vedove, ai vedovi, alle madri e ai padri cui sono stati uccisi i figli, i vantaggi della rieducazione civile e morale loro impartita.
Non è così, strumetalizzandole, che si onorano testimonianze di dignità, libertà e coraggio e il dolore umano che ne consegue, qualunque esse siano.
Intanto i massacri di maschi da parte della giunta golpista Egiziana, e tutti gli altri vittime di dittature islamiche o laiche che siano, testimonianze altrettanto eroiche, siccome di maschi si tratta, non hanno nemmeno un rigo sui giornali. Alto si alza invece il “democratico” grido: e chissenefrega! visto che non ci si guadagna nulla.
Alla maniera imperiale di sempre, i detentori di risorse primarie e i creditori di un impero in crisi di tutto, si sa che non si rimborsano, si ammazzano, e la protesta interna deve essere tacitata visto che “soldi e soldati” si sa chi paga.
Ma ci vuole nobiltà di cuore per questo: i nuovi eserciti e le “guardie nazionali” a presidio dai nemici interni, oggi hanno sugli stendardi le donne povere trasformate in “povere donne”.
cesare(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
per essere sicuro sono andato a chiedere direttamente sul suo blog … mi ha risposto che è stata direttrice marketing per Elemond (acquistata dalla Mondadori nel ’94).
romano(Quota) (Replica)
In merito al caso di Miriam Isha la donna condannata a morte in Sudan per apostasia, mi rendo conto, approfondendo la notizia, che il suo caso non rientra, se non parzialmente, nello schema tipico (a rischio di un uso ideologico) di cui ho tratteggiato i termini nel post precedente, della donna povera strumentalizzata come bandiera per legittimare posizioni politiche di tipo imperiale declinate secondo l’ideologia femminista.
Mariam Isha è una donna povera ed è una donna povera perché condannata a morte per la sua professione di fede da un regime intollerante. Una accusa e una condanna inaccettabile da chiunque sotto tutti i cieli. La sua difesa è difesa del principio del fondamentale diritto umano a professare il proprio credo, qualunque sia.
Non si tratta dunque di un caso di cronaca nera trasformato in un casus belli ad ideologia antimaschio, o in un caso di costume appartenente ad una cultura e civiltà diversa dalla nostra strumentalizzato ai medesimi fini. Restano valide le perplessità circa le modalità, (non il salvataggio in sè e il suo valore politico), a mio avviso strumentali, della gestione ufficiale del salvataggio, e la declinazione “di genere”, di fatto secondo presupposti femministi, dell’intervento: ancora sottolineo che delle migliaia di condanne a morte per la professione di fede religiosa o laica o politica comminate ed eseguite a danno di persone di sesso maschile nessuno si è mosso affinché fossero annullate e ai maschi condannati fosse offerto asilo politico.
cesare(Quota) (Replica)
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Ci rientra eccome, è tutto collegato..
Quello che vorrei che qualcuno mi spiegasse, è chi le ha messo quella maglietta arcobaleno e perchè.
Per richiamare che “i cattivoni” anticristiani sono anche anti-gay e anti-female?
Avete notato che “Mariam” (Meriam , Miriam, non si capisce come si chiama) ha sempre in braccio ‘sto bambino?
Meglio ribattezzarla Mariam.
Questi sono dei geni a conciliare gli opposti sotto un’ “unica bandiera”, è il loro pensiero fisso
E intanto, i marò, sono sempre lì…
Del resto, per loro, a cosa serve riportarli indietro?
Animus(Quota) (Replica)
Certo Animus: sono straordinari nel costruire mezze verità che servono a diffondere menzogne intere. E’ un fiorire di spot di potenti che utilizzano come brand vincente la miseria con foto di donne e bambini poveri. Maschi neppure l’ombra: tutti ricchi, pasciuti, violenti e oppressori, oppure con naturalezza attaccati via alle forche. E tutti fuori delle nostre frontiere naturalmente.
A proposito di Meriam e la libertà di coscienza e di espressione, qui all’Ovest si sta già iniziando a limitare, per poi punire, l’obiezione di coscienza espressa dal medico che considera l’aborto un assassinio. Come a punire penalmente chi dichiara violazione grave dei diritti del minore negare ad esso (per compiacere la lobby omosessuale) la indispensabile doppia esperienza affettiva di padre e madre.
Alla luce di queste considerazioni, ovvero a ben vedere, e Animus ha visto giusto, Meriam o Mariam si fa involontaria promotrice con la maglietta arcobaleno della medesima politica violenta di cui lei è stata vittima.
Veramente intelligenza demoniaca quella di chi ha intenzionalmente costruito sul corpo di Meriam questa pubblicità di violenza. Se posso formulare un modestissimo consiglio: stiano attenti a non esagerare in questo tipo di intelligenza/furbizia perchè può anche rinviare all’ipotesi non del tutto preregrina di ispirazioni demoniache
Colgo comunque l’occasione di questo scambio di post per sottolineare la difficoltà in cui ci si può imbattere quando si intende disvelare, togliere il velo di menzogna costruito ad arte da chi ha le leve della comunicazione per confermare dominio e sfruttamento. E avvertire prima di tutto me stesso del rischio sempre presente della interpretazione tutta ideologica: non ho residenza nella “second life” di una realtà inesistente e non voglio nemmeno farci una visitina.
cesare(Quota) (Replica)