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Questo articolo, pubblicato sul Sole 24 Ore, di cui riporto uno stralcio, è stato scritto da Costantino Ferrara, vice presidente di sezione della Commissione tributaria di Frosinone, già giudice onorario del Tribunale di Latina, presidente Associazione magistrati tributari della Provincia di Frosinone.
Saluto, ovviamente, con grande favore il fatto che sempre più persone comincino a rendersi conto che la realtà muta e che non si può restare aggrappati agli “idoli della tribù” (ogni epoca e ogni contesto storico e culturale ha i suoi). Questi servono a costruire una realtà immaginaria – elevata a Verità Assoluta – che serve ad occultare la realtà vera e a creare una “falsa coscienza” collettiva. E’ accaduto – come ripeto – in tutte le epoche e in tutti i contesti e accade anche oggi in forme ancora più sofisticate rispetto al passato.
L’attuale sistema dominante è infatti abilissimo a sussumere e (in tal modo) disinnescare le contraddizioni che esso stesso produce. Lo dimostra il fatto che questo articolo sia stato pubblicato proprio sul suo principale giornale di riferimento (prima ancora del Corriere della Sera e di Repubblica).
Ma proprio questa “sensibilità” conferma quanto la contraddizione rappresentata nell’articolo (la tragedia sociale e di genere degli uomini e dei padri separati) sia ormai esplosiva al punto tale da non poter essere ignorata, nonostante i media ufficiali (e non solo quelli ufficiali) siano, ovviamente, totalmente allineati alla narrazione ideologica femminista e neofemminista, che è parte della narrazione ideologica neo liberale attualmente dominante.
Fabrizio Marchi
Di seguito lo stralcio dell’articolo:
“Un ultimo pensiero, ma non per importanza va ai nuovi poveri, all’interno dei quali vorrei porre il focus sulla categoria dei mariti separati. Su 4 milioni di separati, 800 mila uomini sono sulla soglia della povertà. In molti fanno la fila per un pasto alla Caritas e dormono in macchina. Devono lavorare per mantenere due famiglie. Basti pensare che dopo aver acceso un mutuo per la casa dove vivevano con la famiglia, costretti ad abbandonarla da una sentenza che la assegna alla mogie, continuano a pagare il mutuo, oltre all’affitto di una camera dove vivono. Senza considerare la cosa più grave, ovvero le ripercussioni che queste crisi familiari hanno sul rapporto con i figli, non sapendo come gestirli e non avendo peraltro le possibilità economiche per inventarsi qualcosa.
Nella mia esperienza lavorativa, ho fatto per otto anni il giudice tutelare e in questa veste ho potuto vedere e analizzare il rapporto conflittuale tra ex coniugi che, magari si presentavano da noi con i nuovi compagni, al contempo utilizzando i minori per rivendicazioni, vendette e rimostranze ataviche.
Ritengo che la figura del padre separato debba essere rivalutata sotto diversi aspetti, economici ed umani, spendendo un pensiero, forse controcorrente, per questa categoria che passa nella gran parte dell’immaginario come carnefice, ma in molti (troppi) casi è vittima.
Molto spesso anche i giudizi su queste questioni si ancorano a retaggi del passato e non considerano minimamente i cambiamenti. Oggi, a differenza di 30 anni fa, la parte debole non è automaticamente la donna, ma in molti casi è l’uomo. È errato, peraltro come in ogni cosa, passare da un estremo all’altro, dove il discriminato diventa l’uomo e non la donna”.
Questo il link con l’intero articolo: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/01/15/auspici-bari-padri/?utm_medium=FBSole24Ore&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR3gXJmCwzL4kKoYUAdfn5XD_EdTY805QxWBRpWxkRhboWsB4033oz2-T74#Echobox=1579049636
Fonte foto: Dagospia (da Google)
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