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04 Ott 2013  |  0 Commenti

Il “buonismo” ipocrita del “politicamente corretto”

Il buonismo caritatevole e ipocrita dei nostri rappresentanti politici e istituzionali di fronte alla ennesima tragedia (e non sarà certo l’ultima…) in cui hanno trovato la morte decine e forse centinaia di immigrati, è stomachevole.

Essi fanno finta di non sapere che la responsabilità di quanto sta accadendo è di un sistema (capitalistico) che produce diseguaglianze ormai insopportabili fra classi sociali, fra popoli, fra “nord” e “sud” del mondo, che spinge intere masse umane a rischiare la vita (e spesso a perderla) per la speranza di un’esistenza più dignitosa.

Succhiamo le risorse di quei popoli, occupiamo le loro terre, direttamente (con gli eserciti) o indirettamente (con la colonizzazione economica e culturale), buttiamo sulla testa di chi si ribella a questo “ordine democratico” qualche tonnellata di bombe “intelligenti” e “umanitarie, quando va bene, oppure di napalm e fosforo bianco quando va male (nel senso che la resistenza all’ ordine democratico” di cui sopra è più ostinata del previsto…).

Poi quando tanta di quella gente, che l’unica cosa che possiede sono i pantaloni e la maglietta che indossa,  si riversa sulle nostre coste, la nostra pubblica opinione si divide in due schieramenti. Uno dei due se potesse gli sparerebbe a vista, anche se ovviamente non può ammetterlo pubblicamente perché il “politicamente corretto” glielo impedisce. L’altro, appunto il “politicamente corretto,  è quello che, come dicevamo in apertura, fa mostra di solidarietà (finta)  ma poi vota compatto le missioni di pace” in quegli stessi paesi da cui proviene questa massa di poveri che, quando non crepa in mare, viene utilizzata come arma di ricatto sui lavoratori nostrani.

E’ una vecchia storia, anzi, una sporca faccenda…


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