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A Ferguson nel Missouri dopo l’uccisione del giovane afroamericano da parte della polizia, tre giorni di disordini affrontati con mezzi militari identici a quelli usati in Afghanistan. Se ne sono accorti “con sorpresa” i media americani e “Russia oggi” che ha ironizzato sulle lezioni di democrazia che vengono da Occidente.
I proletari come sempre si dividono tra proletari afgani ed americani, palestinesi ed ebrei, ecc., ecc., ma le armi da guerra, i blindati e gli elicotteri d’assalto no. Ed è stato facile rilevare che l’ideologia che vuole i proletari maschi “oppressori di donne” in Afghanistan o altrove è la medesima che sta dietro la guerra ai proletari “oppressori di donne” nel Missouri e in tutto il Mondo: la ideologia di guerra femminista che ha trasformato gli episodi di cronaca nera in episodi della guerra dei maschi contro le donne, ha spostato, nella percezione dell’opinione pubblica, il piano dell’ordine pubblico su quello militare: tra i due piani non c’è più soluzione di continuità e il potere di classe ne ha tratto le conseguenze: la guerra ai proletari, fino a ieri mascherabile dietro l’ordine pubblico, oggi è dichiarabile ed è conducibile nella cornice della ideologia di guerra, per l’occasione “fresca di stampa”, quella femminista. Dalla repressione poliziesca a quella militare il passo è decisivo: un salto di qualità che apre una nuova fase storica a mio avviso. L’impero in crisi deve armare i suoi eserciti antiproletari di una ideologia universalmente condivisa a legittimare un uso della violenza sempre più spietato e dal suo punto di vista assolutamente necessario.
25 Commenti
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
In escursione sui monti dove si svolsero i combattimenti della prima guerra mondiale, la guida di nazionalità austriaca racconta la guerra dal punto di vista degli austriaci:
“i nostri Alpenjager, ovvero i ” cacciatori delle Alpi” per voi Italiani, erano sconvolti nel vedere i soldati italiani morire di freddo per equipaggiamento inadeguato. Semicongelati, le scarpe di cartone, addirittura molti senza armi, strisciavano nella neve, senza copertura dal tiro dei nostri tiratori scelti. Non erano truppe alpine se non per il 10% del totale. La maggioranza erano contadini, spesso meridionali, che non avevano mai visto montagne o la neve e non sapevano dove si trovavano. Morivano a migliaia in attacchi senza alcun senso militare, spinti ad esporsi al tiro micidiale dei nostri tiratori scelti, dai plotoni di esecuzione che avevano alle spalle, pronti a fucilarli per ogni esitazione. Avanzavano, divise scure sulla neve, a tagliare il filo spinato delle nostre difese: per i nostri cecchini un tiro al bersaglio troppo facile. Un massacro quotidiano di giovani ragazzi, durato anni.
Se non vi hanno detto di questo assoluto disprezzo verso il valore della vita dei vostri soldati da parte dei comandi militari, vi hanno raccontato solo menzogne”
Questo il racconto da parte austriaca. E da parte femminista? I seicentomila ragazzi che hanno perso la vita, il milione e duecentomila mutilati e invalidi, sono morti perché travolti dall’istintivo desiderio di violenza intrinseco al loro genere maschile.
Visto fratelli come si fa a far sparire la verità storica, il dominio di una classe sull’altra, i milioni di proletari spinti e costretti al macello della prima guerra mondiale. E per le guerre di oggi? Stessa magia del femminismo: nessun dominio di classe, nessun dominio del dieci per cento che detiene l’ottanta per cento delle risorse mondiali. I poveri, i diseredati del mondo ieri come oggi sono fatti a pezzi. La novità assoluta è che oggi la nuova ideologia femminista, ha convinto tutti che i proletari, i poveri del mondo, mandati a farsi fare a pezzi nelle guerre imperialistiche, ci vanno perché ci vogliono andare, in sintesi è colpa loro.
Il femminismo: formidabile ideologia della classe dominante e le sedicenti filosofie femministe portate a predicare in ogni occasione e luogo le loro menzogne. Aspettiamo Hillary Clinton for President.
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Non è pertinente ,ma a questo passaggio
E da parte femminista? I seicentomila ragazzi che hanno perso la vita, il milione e duecentomila mutilati e invalidi, sono morti perché travolti dall’istintivo desiderio di violenza intrinseco al loro genere maschile.
ho trovato questo articolo ,in inglese, l’ho tradotto con google , spero che sia uno scherzo ….
http://www.politicalforum.com/womens-rights/346066-all-men-should-castrated-international-castration-day.html
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Ah, femitheist… La conoscevo, è completamente pazza, o, molto più probabilmente, un troll. Leggetevi anche questa sua intervista.
http://www.vice.com/read/is-reducing-the-male-population-by-90-percent-the-solution-to-all-our-problems
Enrico(Quota) (Replica)
Invidia penis e desiderio di castrazione: due desideri dell’inconscio femminile espressi nei testi di cui sopra a livello parossistici. Queste donne fanno outing espressione inconsapevole della loro tragica condizione di bimbe non cresciute, fissate per sempre in una infanzia femminile: una prigione psicologica, da cui deriva il dolore che le fa urlare queste atrocità disumane.
La novità e lo ripeto, è che l’attuale società e la cultura che esprime, invece di prospettare questa condizione come malattia, la approva e la indica come condizione di liberazione. La realtà esiste ed attenersi ad essa significa attenersi alla verità e la verità è l’unica che Rende liberi. La cultura occidentale contemporanea è nel suo insieme un inganno sistemico prospettato come liberazione.
cesare(Quota) (Replica)
Da Libero on line di oggi 24 agosto 2014
l’intervista all’onorevole De Martino che a suo tempo rifiutò l’incarico di segretario generale della Nato.
Guardate qui nel contesto dell’intervista un passaggio che pare voler dare surrettiziamente la chiave circa l’identificazione del nemico della Nato e dell’Occidente: i maschi.
Se voce dal sen fuggita è gravissimo, se è convinzione subdolamente accennata vuol dire che un personaggio di altissime responsabilità strategiche in Occidente, si sta adoperando per considerare nemico il genere maschile. Il che vuol dire che l’Occidente non ha alcuna speranza: proprio chi deve difenderlo è considerato dalle elites dominanti e dai loro strateghi nientedimeno che il nemico.
Ecco la domanda e la risposta di De Martino:
Onorevole Martino, l’Isis è un pericolo per la nostra civiltà?
«Assolutamente sì. E l’entità del pericolo non mi sembra sia avvertita da nessuno dei leader occidentali. Le do un dato: nel 2020, cioè dopodomani, ci saranno nel mondo un miliardo di maschi tra i 15 e i 29 anni.
Capito fratelli miei? Non solo l’Isis ma il miliardo di maschi in età di combattimento identificati toutcourt con i fondamentalisti dell’Isis sono il prossimo target da distruggere nel pensiero di questo ex segretario generale della Nato in pectore. L’Occidente sposando il femminismo ha firmato la sua sconfitta infilandosi in contraddizioni insolubili, fra cui questa emersa nell’intervista a De Martino: quanti maschi combatteranno davvero nelle armate non contro L’Isis ma contro il proprio genere?
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
la societa’ mainstream e’ matta bisognava frenare prima
giovanni76(Quota) (Replica)
Però, razionalmente, la tesi un senso ce l’ha. Se l’equilibrio demografico fra maschi e femmine salta perché i maschi aumentano più delle femmine accadrà che ci sarà una lottasenza quartiere fra maschi , che ssarà vinta inevitabilmente dai più forti a scapito dei più deboli. Alla lunga un vero e proprio suicidio di genere, e una ancora maggiore opportunità per le femmine di scegliere. Indovinate chi. Io credo, purtroppo, che moltissimi maschi combatteranno contro altri maschi .
Armando
Armando(Quota) (Replica)
Bellissimo intervento.
Donna occidentale: sottomissione prezzolata al potere come forma identitaria
Sullo iato (oramai incolmbile) tra donne e uomini (in Occidente, sia chiaro) aprite il link seguente.
Contiene un articolo da “Thule di Genere” (che definire “pulp” sarebbe come fare un complimento all’autrice), ottuso e dicotomico. Sterile, e insieme, afflitto dalla sindrome persecutoria femminista della misandria.
Che (per la sfortuna di tutte e tutti) “dai palazzi della psichiatria” è stata sdoganata; per divenire opinione illuminata.
Ultima frontiera della “dialettica negativa” (sì, quella di Adorno).
Se c’è guerra alla diversità (ed il rapporto uomo-donna è l’espressione più profonda, storica, dell’umana diversità; almeno, fino all’esistenza della psicanalisi freudiana, feconda e creativa, sia pur con ambiguità ed arbitrii da ambo le parti), ciò non può costituire che il preludio al rifiuto del confronto; delll’dentificazione con l’Altro; dell’incontro intimo con il diverso da sè.
Meglio tassonomizzare tutto, allora.
E non rischiare nulla!
Se i nostri anni sono stati quelli della “sconfitta degli uomini” stiamo andando, per responsabilità delle inette (classiste e sessiste), alla sconfitta collettiva dei rapporti sociali.
Con la stessa distaccata, patologica insensibilità, che si può vedere nel film “Eriik il Vikiingo” (dei Python). L’isola degli “ultimi sofisti” sprofonda nell’oceano.
Tra mille, alienanti parole, che hanno un solo scopo: “esorcizzare il principio di realtà”.
Tramite “liturgia di classe” (una vale l’altra).
Le parole al posto dei fatti.
Il Gender al posto della crescita piscofisica dell’individuo.
“E io mi sento stuprata” – tipica frase, che può stare su ogni piatto sociale (un pò come il sale) e che, dagli Usa (afflitta da puritanesimo sessita e “vaginismo culturale”) ha saputo espandersi, riuscendo, infine, a degradare ogni tipo di relazione sociale.
Le donne occidentali odiano la diversità; se tale è la premessa, non possono che odiare il sesso, assieme all’uomo ed alla sensualità di cui è il portatore.
Onanismo tra donne, va bene; intimità con i maschi; vale come “stupro consenziente”.
Tale è l’agit-prop attuale.
Assange è finito, in pratica, all’ergastolo, per un reato di questo tipo (anche se dietro c’è be altro, è chiaro).
Di nuovo: donna schiava del potere.
Quella che l’ha denunciato aveva pubblicato un libro su “Come denunciare gli uomini dopo un rapporto sessuale”. Povero Julian, l’avesse letto!
Intanto, confondendo, tragicamente, onanismo con sessualità, virtualmente, si è già passati all’epoca della “deportazione di genere”.
Grazie donne.
Grazie di costituire un plus-valore per le sofferenze che le comunità attualmente devono sopportare.
Qui, in effetti, non c’è contraddizione: http://d.repubblica.it/amore-sesso/2013/12/06/news/come_scegliere_uomo_giusto_coppia-1918342/
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
Certo, può essere uno scherzo, ma sotto sotto…….. Poichè la differenza sessuale viene aborrita come un delitto politicamente scorretto, e poichè non c’è modo di appiccicare il fallo alla femmina, per rendere uomini e donne uguali,……basta castrare il maschio. C’è una logica, perversa quanto si vuole, ma logica. Quella di portare la premessa alle estreme conseguenze, trascurando il piccolo particolare che la premessa (uguaglianza) è falsa.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Da tener d’occhio:
Model National Statute for the Promotion of Tolerance – Wikipedia Inglese
……
Model National Statute for the Promotion of Tolerance is a document prepared by a group of experts of the European Council on Tolerance and Reconciliation (ECTR), which regulates the legal relationship in the sphere of tolerance. It has been unanimously adopted – under the sponsorship of the ECTR – by a group of experts consisting of five scholars from different countries and from diverse backgrounds: Prof. Yoram Dinstein (Professor Emeritus of International Law and Human Rights, Tel Aviv University, Israel) (Chair); Dr. Ugo Genesio (retired Judge, the Italian Supreme Court); Prof. Rein Mullerson (Rector, University Nord, Talinn, Estonia); Prof. Daniel Thürer (Professor Emeritus of International and European Law, University of Zurich, Switzerland); and Prof. Rȕdiger Wolfrum (Director, Max Planck Institute for Comparative Public law and International Law, Heidelberg, Germany).
The Model Statute is designed for adoption by the respective national legislatures of European States. Its purpose is to fill a vacuum: although all European States are committed to the principle of tolerance, nowhere is this principle defined in binding legal terms. The principal challenge in preparing the Model Statute was to go beyond rhetoric and generalities, spelling out concrete and enforceable obligations that ensure tolerance and stamp out intolerance. The ECTR has presented this document in a series of meetings and seminars with international organizations, including the Council of Europe and the OSCE. As a result there is currently a joint ECTR-European Council task force which is working on its implementation.
The document has been officially presented to public by ECTR Chairman Alexander Kwasniewski and ECTR Co-Chairman Viatcheslav Kantor on October 16, 2012 in Brussels and later has been passed to Martin Schulz, President of the European Parliament.[1] Talking of the need for “rules, proposals, laws” to make tolerance mandatory across the EU, Kantor introduced ECTR’s proposals for a general law of tolerance.[2]
Expanding on the Model Law for Promotion of Tolerance, a version of which it seeks to make mandatory across all 27 member states, Chair of the Task Force in charge of its inception Yoram Dinstein said that “tolerance is the glue that cements together the bond between distinct groups in a single society”. “The definition of tolerance itself needs to be established”, asserted Dinstein. “Whilst current definitions of tolerance would preclude racism and religious-based bigotry, anti-Semitism must be individually stated as a separate definition”.
“Holocaust denial should be a crime,” he continued, as should “denial of any genocide which has been ruled on by an international court”.
A common point of reference was needed by member states, in order to establish the distinction between tolerance and its limitations, he added. The exceptions to tolerant thought and speech ranges from female circumcision to Burka wearing, according to the draft, which it argued provided an obstacle to crime prevention.
Another potential tolerance minefield arises from the issue of migration, he suggested. “Migrants are entitled to tolerance by society as much as anyone else, but they have a duty to integrate into their adopted society – if they’re not prepared to do so, they should be forced to leave, subject to a legal process,” he continued, adding that “integration does not mean assimilation”.
“The future of the EU is very much interconnected to migration,” interjected Kwasniewski. “We cannot support an ageing demography without migration. Tolerance would help us in coping with inevitable migration, which is the future of a multi-cultural EU.”
“A dedicated centre must be established to provide migrants with a transitional period to integrate into their adopted country,” added Kantor.[3]
“The EU and European governments need to stem the growing violent extremism and narrow what is acceptable on the political spectrum to strengthen the mainstream,” he said. “With this in mind the ECTR has empowered a group of eminent international jurists to create a Model European Statute for the Promotion of Tolerance.”
The Model Statute[4] consists of a legislative text with accompanying explanatory notes. The text consists of a Preamble and nine substantive Sections.
The Preamble gives full expression to the duality of diversity and solidarity in society, emphasizing that the overriding consideration is coexistence.
Section 1 deals with four definitions: (a) “Tolerance”; (b) “Group”; (c) “Group libel”; and (d) “Hate crimes”.
Section 2 states the Purpose of the Model Statute. A list of examples of intolerance is enumerated, including “xenophobia, anti-Semitism, anti-feminism and homophobia”.
Section 3 lists the main human rights the enjoyment of which is covered by the obligation of tolerance.
Section 4 is the limitations clause, and in many respects it is the key provision. The explanatory notes mention many contemporary issues from terrorism to female circumcision.
Section 5 deals with migrants, one of the issues that currently are uppermost in the public mind in Europe.
Section 6 relates to implementation. The Draft Model Statute sets up a National Tolerance Monitoring Commission – an independent body composed of eminent persons from outside the civil service – vested with the authority to serve as a watchdog.
Section 7 covers penal sanctions.
Section 8 addresses the issue of education. The basic idea is to promote the culture of tolerance from a very early age and to go on into adult education.
Section 9, the last one, goes into the issue of the media, empowering a Press Complaints Commission – set up by the media themselves – to supervise implementation of the law.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi, grazie.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Per cortesia, amici; Luigi, Fabrizio, Cesare.
Qualcuno mi sorregga, mentre leggo queste follie.
Quello che sorprende è il tono, impositivo, dottrinario, terribile, nella sua pedagogia assolutistica e dogmatica.
Sì, siamo al Quarto Reich!
http://27esimaora.corriere.it/articolo/professora-e-sindacala-grammatica-della-parita/
Aiutatemi a capirci qualcosa.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Non c’è più niente da dire. Posso solo fare questa riflessione: si preoccupano degli asterischi al posto delle desinenze x compiacere tardone femministe, trans furbacchione e omosessuali d’ordine e repressione, mentre siamo una società di vecchi e di vecchie, sotto i livelli di natalità che garantiscono di evitare l’estinzione, e che ha eliminato, grassa e ricca com’è, seimilioni di figli nel breve tempo di qualche anno. Già il grande Musatti sottolineò in una intervista: “Quando al posto degli asili si costruiscono case di riposo i guai sono davvero grossi”.
Per esempio le Università si impegnano in queste follie.
cesare(Quota) (Replica)
Un pò di speranza:
http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/
cesare(Quota) (Replica)
Si, peccato però, caro Cesare, che lo stesso Adinolfi non abbia capito (si fa per dire…) un bel nulla di cosa stia accadendo realmente in Siria dove a massacrare i civili e in particolare i cristiani (che hanno goduto di totale libertà di religione durante il regime di Assad padre e figlio) sono le bande terroriste qaediste e jihadiste sostenute e finanziate dagli USA (e quindi anche dall’UE), dall’Arabia Saudita e dai satelliti vari dell’Impero.
Adinolfi opta invece per la linea atlantista dimostrando o di essere in malafede o di non avere capito nulla di quanto sta avvenendo.
Aggiungo, sia chiaro, che non ho mai avuto simpatia per il regime degli Assad, responsabile, fra le altre cose, del massacro dei palestinesi a Tall Al Zataar, quando proprio questi ultimi stavano avendo la meglio in Libano sui fascisti cristiano maroniti e falangisti. E se avessero avuto la meglio, si sarebbe costituita una sorta di entità statuale o semistatuale, come è peraltro stato a Beirut per un periodo sia pur limitato dove l’OLP controllava Beirut ovest e una parte del Libano meridionale. E infatti Israele invase il Libano nel 1982 proprio per distruggere quell’enclave palestinese che era scomodo per tutti, non solo per Israele ma anche per tutti gli altri stati arabi che solo a chiacchiere hanno sostenuto la causa palestinese ma in realtà l’hanno sempre osteggiata. E questo per varie ragioni di ordine geopolitico ma soprattutto perché allora l’OLP era una forza autenticamente socialista e laica (Al Fatah), con una forte componente comunista al proprio interno (addirittura due fazioni dichiaratamente comuniste, il FPLP e il FDPLP, che rappresentavano una buona fetta del “parlamento” palestinese).
La creazione di uno stato palestinese sarebbe stata una mina vagante per tutte le “petrolmonarchie” e le borghesie arabe dei cosiddetti stati arabi moderati.
Anche la Siria non è stata da meno nel contrastare l’OLP che in quella fase storica era una forza oggettivamente rivoluzionaria.
Mi rendo conto che è giusto e doveroso da parte nostra cogliere ogni crepa nel Matrix e mettere il piede in ogni possibile spiraglio, tuttavia sono giunto da tempo alla conclusione che non è più possibile separare la QM da tutto il resto , dalla realtà sociale, economica, politica e quant’altro e quindi anche dalla politica internazionale, anche se questo per molti militanti del Momas è ancora incomprensibile (perché sono ideologicamente accecati).
Ma noi sappiamo che è così. E oggi, per quanto mi riguarda, non è possibile essere coerentemente critici nei confronti del femminismo senza esserlo contestualmente nei confronti del capitalismo e dell’imperialismo. Anche se, come ripeto, per molti ancora questa equazione è scarsamente comprensibile (se non del tutto…).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vogliamo dirlo che il titolo dell’articolo di Adinolfi “vogliolamamma” è molto ambiguo? Poi, magari, nel contenuto dice qualcosa anche sul padre, ma quell’ambiguità del titolo è di per sè indicativa se non di una concezione, almeno di uno stato d’animo tutto centrato sul materno e sul femminile. Altrimenti l’avrebbe fatto diverso.
Sulla Siria Adinolfi è meno ambiguo, sposando in pieno le tesi “atlantiche”. Ora, certamente la questione è complessa e intricata, tuttavia come rispetto alla Russia ed anche all’Islam fondamentalista, le coordinate strategiche USA appaiono chiare. Creare caos per destabilizzare intere zone del globo con lo scopo, di lungo periodo, di accerchiare le potenze veramente in grado di contrastarli (Russia e Cina). Per questo non si esita a fomentare anche il fondamentalismo islamico per poi prenderlo a pretesto per interventi militari e per installare governi amici. Di questa strategia fanno parte i cosìdetti diritti umani (cosìdetti non perchè non esistano, ma per la loro interpretazione data in Occidente) , e la propaganda femminista. C’è da dire che nel tranello cadono anche molti cattolici tradizionalisti (di quelli “adulti” evitiamo di parlare perchè non vale la pena), i quali , chiedendo a gran voce interventi militari, stanno eleggendo Obama a campione della Cristianità contro la ferocia islamista. Illusione terribile, perchè se certi islamici sono effettivamente e ferocemente brutali verso i cristiani, le democrazie occidentali lo sono in maniera molto più raffinata e profonda, anche se certo non violenta e brutale. Ma il risultato è, se possibile, ancora peggiore per il cristianesimo che sarà eliminato non in via formale ma dalla mente delle persone. Voglio dire, per fare solo un esempio, che settant’anni di comunismo e di ateismo di stato con tanto di insegnamenti in quel senso, non hanno minimamente intaccato il credo religioso del popolo russo, che infatti si è immediatamente ri-mostrato non appena possibile.
Ma decenni di propaganda capillare femminista e genderista , ora presa anche a modello per l’educazione scolastica, gabellate per tolleranza, libertà e democrazia, stanno producendo, almeno per ora, sfaceli psichici e culturali ben maggiori, aprendo la strada all’accettazione incondizionata della concezione del mondo del capitale.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
E certo non poteva mancare “lei”: la filosofia di genere….
Io sputo ancora su Hegel. Di una cattiva inclinazione, un piacere.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ma che sputino, che sputino, assolutamente coerenti con la incapacità storica di dire alcunchè per cui il loro vuoto camuffato da pensiero è utilizzato dal potere per le imprese più violente. E per questo hanno le luci della ribalta e sono ficcate a forza in mansioni e missioni di cui non conoscono nemmeno il senso.
Quanto al mondo cattolico ufficiale sono d’accordo: o si smarca dallo scandalo che l’Occidente dà ai “piccoli” del Mondo, ovvero i poveri che hanno solo se stessi come ricchezza sia antropologica sia economica, o i “piccoli” del Mondo se lo strapperanno di dosso.
Il buon Mario è una tale rarità……..
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Ragazzi, vi assicuro che non vuole essere una boutade..Parlo seriamente…
Per quanto mi riguarda articoli come quello in oggetto e in generale tutta la letteratura e la “filosofia” femminista sono soltanto un chiacchiericcio privo di alcun fondamento reale. Con tutta la buona volontà non riesco a riconoscergli uno statuto filosofico degno di questo nome. Per me è solo fuffa e nulla più.
Questo ciarlare senza alcun fondamento è tanto più stucchevole e grottesco quanto più è violento il loro attacco.
Una cosa è certa. Hegel può essere radicalmente criticato o criticabile, considerato superato o superabile, capovolto e capovolgibile, interpretato, tirato per la giacca da una parte e dall’altra, da destra e da sinistra e addirittura essere respinto in toto. Resta il fatto che comunque la si pensi non si può non essere riconoscenti ad Hegel per la grandezza e la profondità della sua filosofia. Grandezza che ovviamente gli è stata riconosciuta in primis dal suo principale critico (e al contempo allievo) cioè Marx. Il pensiero dei due giganti, checché se ne dica in relazione simbiotica e speculare , in parte ovviamente superato e in parte altrettanto ovviamente da attualizzare , resta un mattone fondamentale dell’intera storia del pensiero umano.
Sono convinto che questa gente, che ovviamente non è in grado neanche di arrivargli alle ginocchia, è in qualche modo costretta dalla propria miseria intellettuale, culturale e umana ad assumere determinati atteggiamenti irriverenti, insolenti e volgarmente canzonatori.
Se fossi un altro uomo mi verrebbe da dire:”Signore, perdona loro perché non sanno quel che dicono”. Siccome però non sono quell’uomo lì, non ho quella fede e neanche quella forza di perdonare, resto in silenzio. Anzi, per la verità mi incazzo e pure parecchio, soprattutto quando si straparla a vanvera di Hegel…
Va bè…tiremm innanz…Com’è che diceva Dante? “Non ti curar di lor ma guarda e passa”…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Pensieri in libertà, quasi uno sfogo.
Certo è che una azione che si inserisca nel contesto socioeconomico al fine di trasformarlo in senso anticapitalistico richiede un soggetto che abbia consistenza come soggetto: Marx diceva che erano le condizioni stesse socioe conomiche a costruire il soggetto rivoluzionario, dotato di una sua moralità ed eticità antagonista che ne facevano non solo il propulsore del cambiamento ma addirittura la anticipazione stessa del nuovo mondo, l’uomo nuovo portatore di una soggettività che aveva già, in parte in atto, ma in potenza tutte, le valenze della soggettività liberata a seguito del processo di trasformazione rivoluzionaria delle condizioni socioeconomiche.
Sto parlando dell’operaio di fabbrica che faceva esperienza della solidarietà, della comunità, “obbligatoria” nell’ambiente di lavoro e della conseguente moralità ed eticità rivoluzionaria: un soggetto fortissimo sia nella inalterata identità antropologica e di genere sia nella acquisita nuova moralità nella vita di fabbrica.
Non per niente Marx guardava a chi era fuori di questa “didattica/disciplina” di fabbrica come a una soggettività priva di qualunque struttura e consistenza da cui potesse nascere un qualunque progetto di rinascita/ trasformazione: il famoso Lumpenproletariat, il sottoproletariato dai mille vizi, dalle infinite fragilità, superricattabile e comunque viziosamente destrutturato, mantenuto e passivizzato dal potere. L’antichissimo ceto del ” panem et circenses” che ritroviamo oggi in tutte le piazze e in tutti i weekend e che ogni forza politica si industria di in-trattenere e “far giocare” e culturalmente blandire in tutti i suoi vizi.
Scusatemi ma oggi non è forse questo il modello dell'”uomo nuovo” di ogni sinistra? Non si fanno battaglie solo ed esclusivamente perché tutti si diventi soggetti destrutturati come a suo tempo diceva Marx del sottoproletariato? E che cos’è la teoria Gender se non la teorizzazione di questo tipo di soggettività senza volto, senza identità, senza radici, “coriandolizzata” in soggetti inconsistenti l’uno all’altro estraniati da una uguaglianza astratta, e a cosa mira ed ha ottenuto la male-dizione del maschile e la liquidazione del merito da parte dell’ugualitarismo femminista, a che cosa la sovversione antropologica dell’omosessualismo?
Assistiamo all’attacco mirato scientemente alla destrutturazione della soggettività antagonista o no che sia. Mai nella Storia si è visto il potere scatenarsi a dispiegare tutto il suo potere nnell’appoggio sistematico, pervasivo, violento di teorie cosi assurde, cosi contraddittorie e manifestamente dis-umane. Tutte però unite nella negazione delle strutture della soggettività, di una qualunque densità e consistenza storica del soggetto o se preferiamo delle strutture ” eterne”, ” ontologiche”, direi “metafisiche” della soggettività.
Se ci guardiamo intorno non possiamo non contemplare altro che la mancanza, la scomparsa del soggetto stesso e paradosso dei paradossi proprio nel momento in cui i diritti della soggettività sono diventati il nuovo orizzonte sedicente rivoluzionario ed il soggetto esaltato ad onnipotente signore e costruttore di se stesso.
Datemi una leva e vi solleverò il mondo diceva un tale, cosi senza un soggetto che poggi sulla roccia come si può pensare di trasformare la realtà? Chi si dovrebbe muovere e perché? Forse perché a fame? E chi da noi ha fame? Forse perché ha sete di verità e giustizia? E chi da noi ha sete di verità e giustizia se persino si fanno fare formidabili giravolte alle parole di Cristo, pur di adeguarlo alla morale da lumpenproletariat? Forse perché si ha paura della morte? Ma se come mai nella Storia siamo al tempo stesso negatori per rimozione ma cultori per disperazione, della Morte?
Strategica è la possente inarrestabile spinta del potere persino ad impossessarsi della soggettività fin dalle profondità delle radici genetiche passando prima per la sua liquidazione teorico/culturale: plasmare ad libitum il soggetto significa farlo sparire per sempre e far sparire per sempre il soggetto significa dominarlo per sempre. Altro che i mille anni di dominio dell’era nazista sognati dalla banda di assassini alla sequela di Hitler.
Si cominciò all’epoca con qualche scritta contro i “giudei” e si è finiti dove si è finiti; oggi si comincia con qualche scritta sui documenti di un Comune contro nientedimeno che il padre e la madre, si passa per la compravendita di figli, gravidanze, ovuli e sperma come già dagli anni trenta nella zootenia, per arrivare alla normalità della clonazione e alla produzione dell’uomo artificiale. Non noi ci arriveremo ma quel venti per cento che ha già oggi l’ottanta per cento delle risorse del pianeta: nemmeno i nostri mugugni ci saranno più.
cesare(Quota) (Replica)
Lasciami notare che sono a corto di “argomenti salivari” perché di solito sputano su tutto.
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Eccellenti e, insieme, drammatiche considerazioni.
La fabbrica, intesa come simbolo del capitalismo industriale, non c’è più, e con essa s’appanna anche il soggetto antagonista che creava. (Che poi fosse la classe universale destinata a liberare l’umanità, come pensava Marx, è altro discorso).
Ma allora chi è il “soggetto” antagonista? Non le indistinte moltitudini negriane, tanto meno le donne (ridicolo solo pensarlo alla semplice osservazione delle cose). Quì è, secondo me, il punto. Ma ciò implica anche una rivisitazione non del concetto di “rapporti di produzione” (esistono e sono importantissimi, ovviamente) ma del loro essere matrice ultima da cui scaturisce, sebbene non in modo meccanicistico e semplicistico, ogni altro fenomeno sociale e culturale.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
L’ultimo commento di Cesare è stato pubblicato come editoriale dal titolo: la distruzione del soggetto: la nuova strategia del capitale
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Commento solo adesso: hai ragione Fabrizio; non ha senso separare la QM dal dibattito anti-espansionista euro-americano (in particolare, anglo-americano). Sto passando in rassegna le principali comunicazioni “pro guerra” (o anti-) del NOW, degli ultimi 7 anni, emesse dall’organizzazione ultra-nazionalista, ogniqualvolta i maschietti “stupratori” del loro paese (che, a seconda dei casi, diventano accettabili nel ruolo di assassini) abbiano bombardato sub-culture, comunità, gruppi etnici posti fuori dal concetto statunitense “genderista”, di: individuo; dignità culturale e cittadinanza legittima. Appena finita l’analisi vi darò qualche commento.
Intanto, la fonte russa sulla Siria: http://italian.ruvr.ru/2014_09_26/Obama-che-confusione-ma-chi-bombardiamo-9574/
Roman Csendes(Quota) (Replica)