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Gli uomini sono sottoposti 24 ore su 24, per la strada, in televisione, sui giornali, al cinema, nei luoghi di lavoro come in quelli di svago, ad una costante e continua sollecitazione sessuale destinata a rimanere inappagata, e quindi frustrata, con tutte le implicazioni del caso. Un vero e proprio bombardamento che ha l’obiettivo di tenerli costantemente sulla corda.
Questa sorta di “smutandamento” che gli uomini sono costretti a subire quotidianamente non ha nulla a che vedere, neanche lontanamente, con il concetto di libertà sessuale. Anzi, più cresce il primo e meno si afferma la seconda.
Naturalmente questo fenomeno viene interpretato dalla vulgata dominante a senso unico e in due differenti modi, assolutamente in contraddizione l’uno con l’altro. Da una parte si afferma che le donne sarebbero obbligate a porsi in una certa maniera perché costrette dagli uomini e dal potere maschilista che le vuole ridotte ad oggetti sessuali. Dall’altra, le stesse identiche persone che sostengono questa tesi, nel momento in cui gli si fa notare che in realtà determinati atteggiamenti sono assunti in piena consapevolezza, ribattono che le donne hanno il diritto di agire come più gli aggrada e in assoluta libertà.
Delle due l’una. Non si sfugge. Le due ipotesi non possono convivere. Sarebbe una contraddizione in termini. Se ciò che chiamiamo “smutandamento”, cioè l ‘assunzione da parte della grande maggioranza di donne di alcuni comportamenti, modo di vestirsi, di conciarsi, di porsi, di esporre o non esporre (e tutta l’infinita serie di richiami, messaggi, input, tattiche e contro tattiche, giochi e controgiochi…) il proprio corpo e di mettere in atto determinate modalità seduttive, è il risultato del loro libero arbitrio, è logico e conseguente che questi stessi comportamenti e modi di agire non potranno essere il frutto di una volontà coercitiva. L’una esclude l’altra.
In parole ancora più povere, hanno l’ardire e la faccia come il bronzo di spiegarci che una donna che passeggia serenamente per la strada con una minigonna “girofica” oppure con uno “spacco ascellare” e il perizoma infilato tra le chiappe provocando il panico tra i passanti, è costretta a farlo dalla cultura maschilista che glielo impone con le buone o con le cattive, ma che al tempo stesso è una sua libera scelta. E se qualcuno ha qualcosa da obiettare che si facesse una bella doccia fredda oppure si voltasse dall’altra parte…
Naturalmente, ci mancherebbe altro, viene escluso a priori che questi comportamenti siano animati da narcisismo, egocentrismo, volontà di sedurre, di piacere, perché, come ben sanno tutti, le donne non vogliono mai essere apprezzate per il loro aspetto estetico (figuriamoci…) ma per la loro personalità (salvo poi sprofondare nell’oscurità abissale di una crisi depressiva se per una volta gli capita di non piacere a qualcuno, ma questo è un altro discorso…).
D’altro canto si nega anche il fatto che la seduzione possa costituire uno strumento di gestione, controllo e dominio sull’altro e men che meno un comportamento concettualmente (e spesso anche praticamente) strumentale. Figuriamoci…
In tutto ciò, ovviamente, ci si guarda bene dal mettersi, anche solo per un attimo, dalla parte degli uomini, di osservare il fenomeno dal loro punto di vista. Come se non esistessero. Come se essere sollecitati sessualmente dalla mattina alla sera per ogni giorno della propria vita, in un meccanismo di sistematica sollecitazione-frustrazione del desiderio, non fosse una forma di violenza costante, continua, sottile, che scava e scava come una goccia cinese, giorno dopo giorno, fino a penetrare in profondità nella psiche maschile, provocando alla lunga dei danni forse non apparentemente visibili e invece devastanti sotto il profilo psicologico.
Ma dov’è il paradosso di questa situazione, per lo meno per gli osservatori più superficiali?
Ci si aspetterebbe che a tutta questa esposizione di sesso scaraventato in faccia agli uomini, corrispondesse una libertà sessuale in misura quanto meno proporzionale. E invece, come tutti sappiamo e come spiegavamo all’inizio, è esattamente il contrario.
Quindi, “guardare e non toccare”, questa è la condizione maschile, nella speranza che qualcuna, dopo essere stati ammessi a corte (il che non è ovviamente affatto scontato) e dopo opportuna recita da parte maschile, decida che “Sì, forse si può fare”. Ma con chi, come, quando, perché e se? E quali sono i criteri di questa “selezione” a senso unico?
Ora, nessuno mai si interroga sugli effetti che potrebbe produrre e produce tutto ciò.
Io affermo che tutto ciò produce sofferenza, frustrazione profonda, dolore e violenza. Soprattutto in coloro che non hanno i mezzi , la forza interiore e le possibilità umane, sociali, economiche, psicologiche, per potersi relazionare in modo relativamente sereno, equilibrato e consapevole con questa situazione. E sono tanti.
E cosa generano purtroppo la violenza e la frustrazione? Altra violenza e altra frustrazione.
Naturalmente, prima che i soliti avvoltoi (e loro consorelle) si lancino sul loro misero brandello di carne, diciamo subito che da queste parti condanniamo ogni forma di violenza senza se e senza ma, e che nessun atto di violenza può essere in alcun modo giustificato. Ma una cosa è giustificare e un’altra capire.
E allora non si capisce perché il caso di una donna che annega suo figlio in una vasca da bagno e poi lo getta in un cassonetto dell’immondizia debba essere affrontato da un punto di vista prevalentemente psichiatrico mentre quello di un uomo che commette violenza sessuale, solo e solamente come un fenomeno criminale, al punto di arrivare a sospendere qualsiasi garanzia costituzionale e qualsiasi beneficio di legge (credo che neanche i mafiosi sottoposti al famigerato regime di 41 bis “godano” di un simile “privilegio”). Per non parlare del risvolto psicologico e mediatico di massa di tutta la vicenda. La prima viene fondamentalmente compatita e assolta (“è una “poveretta”, questa la vulgata corrente) mentre sul secondo si abbatte la scure dell’ignominia e della vendetta sociale (“è un criminale ancor peggio di un omicida”), considerato peggio di un mafioso assassino mandante di assassinii, di uno stragista, di uno spacciatore di droga, di un trafficante di armi o di organi, di un criminale di guerra oppure di uno che ha deliberatamente gettato sul lastrico migliaia di famiglie per le sue speculazioni finanziarie. Non solo. A nessuno (fortunatamente) è mai passato per la mente di linciare una infanticida, anche colta in flagranza di reato. Al contrario uno stupratore colto sul fatto, se non fosse per l’intervento delle forze di polizia, verrebbe sicuramente linciato dal branco senza tanti complimenti, proprio come nei film western.
Cosa si nasconde dietro a questa evidente asimmetria di giudizi rispetto a due fenomeni che sono entrambi essenzialmente il risultato di una condizione complessiva di profonda sofferenza (psicologica, sociale, ambientale, familiare, fisica ecc.)?
La prima è solo una psicopatica depressa e il secondo solo un criminale? Oppure sia nell’un caso che nell’altro ci sono alle spalle delle problematiche di vario genere, sociali e psicologiche, una sofferenza profonda che affonda le sue radici in tanti aspetti dell’esistenza e che spinge questi individui, uomini e donne, a comportamenti criminali?
Io credo che sia giunto il momento di affrontare anche problematiche assai spinose (è dir poco…) come queste. Mettere la testa sotto la sabbia non serve alla comprensione della realtà ma solo ad alimentare l’ipocrisia e logiche securitarie classiste e sessiste”.
297 Commenti
http://www.lavocedivenezia.it/news.php?extend.3619
mi viene in mente che fino al (boh mi pare XVII secolo o giù di lì) le compagnie teatrali erano soltanto maschili e i ruoli femminili venivano interpretati da uomini
Rita(Quota) (Replica)
“””Si è trattato peraltro di un episodio accaduto durante le prove alla presenza di attori, registi e tecnici” precisa Haber che si dice “illegittimamente estromesso” dalla cooperativa Nuova Scena e parla di affermazioni “infamanti” contro di lui. “La mia – rimarca – era esclusivamente un’interpretazione creativa, non colta dall’attrice Lavia, la quale ha avuto una reazione del tutto ingiustificata ed eccessiva, forse anche per la sua giovane età ed inesperienza, benché figlia di attori importanti e potenti del mondo del teatro italiano”.
“Ritengo a questo punto – rincara Haber – che quanto accaduto sia divenuto oggetto di una strumentalizzazione finalizzata a dare pubblicità allo spettacolo, alla compagnia e alla giovane attrice”.
Ma l’attore se la prende anche con l’Arena del Sole. “Sono molto sorpreso, avvilito e amareggiato – conclude l’artista – per come la cooperativa Nuova Scena, con la quale ho collaborato ad alti livelli per più di 20 anni proprio perché apprezzato interprete creativo dei personaggi, si sia piegata alle richieste della potente famiglia Lavia e Guerritore”. Haber fa, infine, sapere di stare ricevendo in queste ore “attestati di solidarietà da tanti colleghi”.
Pensate.. 20 anni di lavoro, messi in discussione da una pivella semplicemente perchè, donna, inesperta e figlia della famosa “elite”.. classico esempio di come il merito, quando sei una donna e/o figlia di potenti, ti permette l’arroganza di pulirti i piedi su qualsiasi professionista maschile, con lo spettro della denuncia.. che dire.. se Haber si era calato tanto bene nel personaggio da baciarla, di certo lei, la desdemona, riesce a farla benissimo anche fuori da tale contesto..
Damien(Quota) (Replica)
Al pari del filosofo (mi si passi il termine) G. Marramao, del profeta (mah..!) Assange, del poco di buono (sic! …) DSK e di moltissimi altri, ci si aspetterebbe che questo Haber, essendo finito sulla graticola del regime, si ridesti e passi tra i Risvegliati.
Ci si aspetta…
Aspettiamo.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_luglio_13/docente-liceo-beccaria-condanna-due-anni-toccata-studentessa-appello-1901083661616.shtml
Malgrado la richiesta assolutoria avanzata dalla pubblica accusa rappresentata dal procuratore generale Laura Bertolè Viale, la Corte d’Appello di Milano ha condannato a 2 anni di reclusione un insegnante del liceo Beccaria del capoluogo lombardo. Il docente era accusato di violenza sessuale per avere toccato su un fianco una studentessa sedicenne. Solo tre anni dopo la giovane ha sporto denuncia ed è scattata l’accusa che in aula non solo il difensore Luigi Isolabella, ma anche la pubblica accusa, ha definito insussistente. Per loro quel gesto non avrebbe avuto intenti sessuali, ma la Corte ha ritenuto fondata la formulazione del reato e ha emesso la condanna. (fonte: Ansa)
.. la denuncia TRE anni dopo …
Rita(Quota) (Replica)
La cosa sconcertante è che il femminismo sta mettendo in crisi i principi propri degli stati di diritto. Il tutto nel silenzio assordante di dx, centro e sx. Sta facendo terra bruciata non su questioni puramente secondarie ma appunto su questioni che minano la convivenza civile e i fondamenti di uno stato “moderno” come il diritto alla difesa! Ripeto: nell’indifferenza generale.
maub(Quota) (Replica)
Mi dispiace ma noi donne non siamo a vostra disposizione. Siamo persone e non ricambi di carrozzeria, siamo esseri umani e non oggetti. A voi grande fratello e veline in tv hanno fatto il lavaggio del cervello, fino a credere che le donne siano oggetti che nondevono vestirsi come ci pare perchè voi non sapete controllare i vostri impulsi..se siete animali (non mi rivolgo a tutti gli uomini ma chi condivide il post) non è problema nostro. Probabilmente odaite le donne perchè non vi concedono le grazie.ma le donne non sono pezzi di carne o come le descrivete in modo negativo…Siamo nel 2011 e davvero, ancora ogig ci sono uomini così cavernicoli e sessisti…ma avete mai sentito parlare di parità di sessi?
Scusate scappo a mettermi una minigonna ed esco!
Mary
Mary Femminista(Quota) (Replica)
Ma scusate: siet epersone o ragionate con il pene?
Non penso che noi donne ci buttiamo sul primo figo semi nudo che passa.
Il sesso si fa in due e mettersi nude non significa essere disponibili..io metto la minigonna perchè è di moda, perchè io mi vesto come voglio, perchè sono una bella ragazza e perchè mi sento libera.
Mercificare significa quello che la tv e la pubblicità fa alle donne esponendo il proprio corpo come un oggetto..ma mettersi l minigonna fa parte della libertà femminile e voi ragionate come MORALISTI E TALEBANI.
..in preda però ad impulsi irrefrenabili..ma fatevi vedè da un andrologo!!!
Mary Femminista(Quota) (Replica)
Come vedete ci ha appena scritto questa tale Mary Femminista che proviene dal sito “comunicazione di genere” con cui è in contatto Mauro Recher e che mi pare sia lo stesso della nostra ospite, Annamaria Arlotta.
Per la verità, dopo la pubblicazione dei video, era lecito aspettarsi delle reazioni, però, francamente, anche qual cosina di più e di meglio rispetto alla solita pisciatina scontata (non ve la danno e quindi siete rancorosi…)
In ogni caso, ho colto la palla al balzo e mi è balenata l’idea di inviare una lettera a quel blog, raccogliendo l’invito di Alessia Ricci (che mi sembra persona degna…) ad un pubblico confronto.
Di seguito la lettera:
Buongiorno a tutti/e,
mi chiamo Fabrizio Marchi e sono il fondatore del sito https://www.uominibeta.org nonché dell’omonimo movimento.
Abbiamo appena ricevuto questi due commenti da parte di tale Mary Femminista, che scrive con il vostro indirizzo di posta elettronica: comunicazionedigenere@email.it
Il primo:” Mi dispiace ma noi donne non siamo a vostra disposizione. Siamo persone e non ricambi di carrozzeria, siamo esseri umani e non oggetti. A voi grande fratello e veline in tv hanno fatto il lavaggio del cervello, fino a credere che le donne siano oggetti che nondevono vestirsi come ci pare perchè voi non sapete controllare i vostri impulsi..se siete animali (non mi rivolgo a tutti gli uomini ma chi condivide il post) non è problema nostro. Probabilmente odaite le donne perchè non vi concedono le grazie.ma le donne non sono pezzi di carne o come le descrivete in modo negativo…Siamo nel 2011 e davvero, ancora ogig ci sono uomini così cavernicoli e sessisti…ma avete mai sentito parlare di parità di sessi?
Scusate scappo a mettermi una minigonna ed esco!”
Il secondo:” Ma scusate: siet epersone o ragionate con il pene?
Non penso che noi donne ci buttiamo sul primo figo semi nudo che passa.
Il sesso si fa in due e mettersi nude non significa essere disponibili..io metto la minigonna perchè è di moda, perchè io mi vesto come voglio, perchè sono una bella ragazza e perchè mi sento libera.
Mercificare significa quello che la tv e la pubblicità fa alle donne esponendo il proprio corpo come un oggetto..ma mettersi l minigonna fa parte della libertà femminile e voi ragionate come MORALISTI E TALEBANI.
..in preda però ad impulsi irrefrenabili..ma fatevi vedè da un andrologo!!!”
Non replico né tanto meno entro nel merito delle sue “argomentazioni” per ovvie ragioni che credo non sia necessario spiegare. Mi aspetto che lo faccia qualcuna/o di voi, se lo riterrà opportuno.
Ciò detto, mi è stato comunicato da un amico nonché frequentatore del nostro blog, Mauro Recher, che una delle frequentatrici del vostro sito di nome Alessia Ricci ha proposto di incontrarci per un pubblico confronto.
Raccolgo con soddisfazione la sua proposta. Ho letto il suo intervento che mi è sembrato di ben altro livello e apertura mentale rispetto alla maleducata e maldestra provocazione di quella tale Mary Femminista (proviamo a pensare, a parti invertite: se fosse stato il sottoscritto a prodursi in un simile intervento sul vostro blog…Cosa ne avreste dedotto e come avreste reagito?…).
Consapevole quindi che nel vostro spazio ci sono ben altre intelligenze e sensibilità, raccolgo positivamente l’invito di Alessia Ricci e la invito a mettersi in comunicazione con il sottoscritto scrivendo a questo indirizzo di posta elettronica: uominibeta@uominibeta.org
Sarò felice di verificare con lei l’opportunità di un pubblico confronto, pur fra posizioni molto diverse.
Grazie e un caro saluto a tutti/e.
Fabrizio Marchi
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ussignur Mary mettiti pure la minigonna perchè “è di moda” ti puoi vestire come Belen e tutte le modelle che sfilano sulle passerelle e ammiccano dai manifesti pubblicitari e le pubblicità. Però poi almeno evita di dire che questa moda, questi manifesti, queste modelle sono birilli mercificati del sistema maschilista. Quantomeno. Se poi ci sono tutte quelle come te che “seguono la moda”…E’ difficile pensare che libere modelle siano mercificate quando indossano le minigonne, quando poi le donne seguono quella stessa moda e rivendicano con orgoglio il diritto di “copiarle” (che altro non è che la moda.. eh)
Rita(Quota) (Replica)
La mini con tanga? è per commesse di Burghy: keciàp, manzo e patatine, fritte. Mary, dammi retta: sotto il burka niente. Insuperabile erotismo orientale (un giorno, memorabile!, in stazione Centrale a Milano)
Yes, you can!
cesare(Quota) (Replica)
ecco un’altra Borg.. lo dico io che le fanno in serie.. tranquillo Fabrizio.. non scendo al suo discutibile livello intellettivo.. mi batterebbe con l’esperienza..
Damien(Quota) (Replica)
Facendo seguito a Cesare, dico che l’erotismo non è mai ostentazione ed esibizione comunque giustificata. Questo è solo un modo per esercitare un potere stimolando i sensi maschili per negarne la soddisfazione, se ne rendano o meno conto le signore. Erotismo è altro. E’ uno sguardo, è un celare che lascia immaginare, è un linguaggio corporeo che si rivela non a tutti ma solo all’uomo che interessa davvero e che sappia leggerlo.
Il resto è miseria, falsa coscienza e subordinazione al consumismo mercificante.
armando
armando(Quota) (Replica)
e del resto.. lo dice anche lei
io metto la minigonna perchè è di moda, perchè io mi vesto come voglio, perchè sono una bella ragazza e perchè mi sento libera
ne ha dato quattro motivazioni, in pieno accordo con le analisi di questo sito e di altri, a mio parere.
IO SONO LIBERA E FACCIO CIO’ CHE VOGLIO (e non devo tener conto di eventuali sofferenze/fastidi/problemi che creo agli altri, PERCHE’ IO VALGO)
Io mi metto la minigonna perchè SONO UNA BELLA RAGAZZA (le brutte non se la mettono.. già, non avrebbe lo stesso “effetto” una minigonna indossata da una vecchia o da una brutta… segno che è implicito e ammette che lo fa perchè conscia che il suo abbigliamento ha un effetto sugli uomini.
E infine perchè lo “fanno tutte” (segue la moda), già detto, purtroppo conferma il conformismo femminile (scusate il gioco di parole).
Rita(Quota) (Replica)
comunque ,quel blog (tanto evidenziato nel fianco destro ) è contro tutti gli stereotipi ,ma credo che valga solo se si colorano di rosa (tanto per usare un colore stereotipato ) ,nell’altro post avevo evitato di mettere le offese (come avevo scritto ,sono sempre le solite ,ma credo che valga la pena di evidenziarle ….)
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X (evitiamo i nomi…) scrive:
28 luglio 2011 alle 10:43 am
Hailey io al 3° rigo del post ho rinunciato, perchè devo dare una visita in più a quegli sfigati,repressi,talebani,cavernicoli di UominiBeta =D!? Il mondo è già brutto abbastanza figuriamoci se dobbiamo rovinarci la giornata con quel letame!Loro stessi scrivendo così si definiscono animali senza controllo, e l’unica cosa che ci distingue dagli animali è appunto l’istinto!Mi fanno pena, sono solo dei poveracci che una donna se la sognano, e quindi soli,depressi,repressi e sconsolati trattano male le donne,le usano e descrivono come oggetti (perchè nessuna ci sta,chissà come mai eh =D?) e si dedicano a “Federica la mano amica”, d’altronde chi ci starebbe con uno come quelli?
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quanti stereotipi contate qui? ,io almeno una decina ,comunque quello che va per la maggiore è sicuramente quello che un uomo ,senza una donna ,non vale niente.
Davvero strano per un blog che fa, come sua principale causa, la lotta ai vari stereotipi.
Mi sa che si predica bene e si razzola male …
mauro recher(Quota) (Replica)
Cara Rita, francamente non avevo ritenuto neanche di dover commentare le parole di quella tal Mary…ma se proprio si dovesse fare, troppo ci sarebbe da dire, tali e tante sono le contraddizioni contenute in quelle poche e misere (intellettualmente parlando) righe.
Oltre a quello che tu dici c’è anche un atteggiamento razzistoide nei confronti di quelle donne non belle che, è implicito nelle sue parole, non possono permettersi di indossare la minigonna perché appunto non belle. Non lo dice ma il retro pensiero è questo. In realtà, a mio parere, nel suo modo di esprimersi c’è più un atteggiamento esibizionistico, narcisistico e spocchioso nei nostri confronti, come se volesse comunicarci:”Io sono bella (dice lei…), posso permettermi di tirarmela e voi sfigati e mal riusciti rosicate e zitti”. Lo stesso atteggiamento razzista che traspare nei confronti degli uomini, definiti come cavernicoli, animali in preda ad impulsi irrefrenabili.
La cosa (abbastanza inquietante, per la verità) che fa riflettere è che nelle sue parole, così come in quelle di una sua collega di blog che mi ha risposto e che riporto più sotto, c’è un sostanziale disprezzo della sessualità maschile.
Cito testualmente (non mi va di scrivere il nome del nick perché non voglio alimentare polemiche con questa gente):
o “Fabrizio esistono molti troll che non avendo un cacchio da fare rompono le 00, sapessi a noi quante ne arrivano, si attaccano a qualsiasi frase pur di rompere e non solo, insulti e schifezze varie! Ora i confronti pacifici fanno sempre bene ma già dal titolo di un vostro post “Guardare e non toccare” a me non piace per niente, vi autoclassificate come animali senza controllo e auto-controllo, cosa significa guardare e non toccare?Io non voglio crederci che gli uomini sono tutti così, io non voglio pensare che mentre cammino uno ha l’istinto di volermi toccare ma si mantiene, non voglio pensare che un uomo con la moglie accanto ha l’istinto di voler toccare una donna piacente che passa, non voglio pensare che mentre cammino con il mio ragazzo lui ha l’istinto di palpeggiare un’altra persona, non voglio pensarlo perchè credo che esistano uomini migliori, che non ragiona con quello che hanno in mezzo alle gambe, quindi come si può fare un confronto se già dal titolo a me ad esempio viene il mal di stomaco?Cosa siete dei bambini che vedono una mega torta in vetrina ed escono la lingua alla fantozzi?A me non piace, punto!
Come ad esempio il primo pezzo sempre di quel post:
“Gli uomini sono sottoposti 24 ore su 24, per la strada, in televisione, sui giornali, al cinema, nei luoghi di lavoro come in quelli di svago, ad una costante e continua sollecitazione sessuale destinata a rimanere inappagata, e quindi frustrata, con tutte le implicazioni del caso”
A me viene la nausea a leggere certe cose, scusami ma sono sincera!”
Di seguito la mia risposta che però non è stata pubblicata perché evidentemente avevano chiuso la discussione (gliel’ho comunque inviata per email):
““…non voglio pensare che mentre cammino con il mio ragazzo lui ha l’istinto di palpeggiare un’altra persona…” (mandarinameccanica
Cara ……., credimi, mi dispiace mandare in frantumi il tuo sogno o la tua illusione, ma le cose stanno drammaticamente (ca va sans dire…) proprio come le hai descritte.
E’ così, questa è la “terrificante” condizione in cui versa la brutale, cavernicola (per utilizzare gli stessi termini di Mary e in fondo anche i tuoi…) e bestiale sessualità maschile.
Ebbene sì, quando il tuo ragazzo, credimi (anche se lui lo negherebbe perfino davanti al plotone di esecuzione…) , vede una bella ragazza per la strada, essendo anch’egli un maschio, il suo istinto (che reprime) lo porterebbe non dico a mettergli una mano sul sedere ma certamente a proporsi in modo diretto, spicciolo e senza tanti orpelli o fronzoli (cosa che è invece normalmente costretto a fare violentando la sua natura maschile più profonda e autentica).
Naturalmente non lo può fare quando sta insieme a te per ovvie ragioni, ma neanche quando è da solo, perché sa perfettamente che se si proponesse in modo del tutto naturale, spontaneo e diretto (come ripeto sarebbe nella sua natura maschile), otterrebbe un rifiuto seccato e sprezzante (e se insiste rischia di essere denunciato per molestie…), a meno che non assomigli come una goccia d’acqua a un divo di Hollywood (scegli tu stessa quello che ti piace di più…). E non è affatto scontato neanche in questo caso…
La sessualità maschile, che tu e alcune di voi criminalizzate e riducete a “bestialità” (perdona la presunzione ma dimostrate di conoscere assai poco il maschile…), è questa, in tutta la sua bellezza: quella dell’immediatezza, della spontaneità, della passionalità, del gioco, del dono (che le femmine fanno di tutto per frustrare nella sua autenticità).
Ma il discorso sarebbe troppo lungo e non lo si può certo affrontare ora in poche righe…Ti chiedo scusa, anzi, di aver occupato il tuo/vostro spazio.
Avevo fatto capolino sul vostro blog, per la verità,perché avevo saputo che una vostra utente, Alessia Ricci, aveva espresso la volontà di promuovere un incontro con il sottoscritto, cosa che a me farebbe molto piacere. Era quindi a lei che mi rivolgevo e mi rivolgo, ed eventualmente a tutti/e coloro che fossero interessati/e ad un confronto, magari serrato, ma rispettoso.
E’ implicito che se le tesi che sosteniamo ti fanno venire il voltastomaco, come tu stessa affermi, non sei certo obbligata a dialogare con noi.
Ti chiedo nuovamente scusa, se sei tu che gestisci questo blog (non lo so…), se mi sono permesso di utilizzare questo spazio per rivolgermi ad Alessia, ma era l’unico modo che avevo per farlo, non conoscendola e non avendo altro modo per entrare in comunicazione con lei.
Stai tranquilla che da questo momento alzerò i tacchi e toglierò il disturbo.
Grazie ancora per l’ospitalità e benvenuto/a fin da ora a tutti/e coloro che, con la serietà e il rispetto dovuti, anche e soprattutto nella diversità di opinioni, vorranno partecipare al dibattito sul nostro sito.
Fabrizio Marchi (Uomini Beta)”
Tornando a noi, le parole di questa donna dimostrano due cose: o ignora, nel senso proprio del termine, la sessualità maschile (e quindi la maschilità), o la conosce ma la disprezza profondamente e assume la sua personale concezione della sessualità (o comunque quella femminile o di parte del femminile) come LA SESSUALITA’. Non gli balena neanche per la mente che potrebbero esserci altri modi di viverla e di concepirla. E tutto ciò che si discosta dalla sua concezione diventa “bestialità”, nel senso più spregiativo del termine
In altre parole il suo modo di vivere la sessualità è il metro di misura valido per tutte e per tutti. Altro che ricchezza della diversità con cui questa gente si riempie la bocca…Questa tizia è una razzista e sessista nell’animo, e anche fascista (nel senso culturale, psicologico e “pasoliniano” del termine…), anche se nel suo misero setaccio crede di essere una campionessa di “sinistrismo” e “progressismo”.
Da questo punto di vista è un tipico esempio di femminista a tutto tondo.
In un primo momento, quando leggo queste aberrazioni, la prima reazione che ho (e credo abbiamo tutti/e noi) è quella di alzare le spalle e passare oltre. In realtà è un errore perché, è drammatico dirlo, ma non è certo la sola a pensarla in quel modo.
Si tratta di capire quanto questo disprezzo innato nei confronti della maschilità e di uno dei suoi aspetti più belli , cioè la sessualità,derivi da quarant’anni di femminismo oppure, ahinoi, il femminismo stesso abbia attecchito su un aspetto che attiene alla natura femminile, esaltandone, in senso negativo, la diversità, e facendo di quest’ultima una sorta di legge universale valida per tutte e soprattutto per tutti.
Insomma, per dirla in una parola, la sessualità buona è quella femminile di derivazione femminista. Il resto è aberrazione, come le nostre “amiche” ci spiegano assai chiaramente.
Quella è la loro “filosofia” ed è la stessa di tante altre donne, purtroppo..- Alle loro spalle c’è poco altro. Faremmo quindi un errore a liquidarle o a sottovalutarle.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Per la cronaca, caro Mauro, la stessa persona che ha scritto quelle cose simpatiche su di noi, è la stessa alla quale ho risposto…:-)
Simili affermazioni non possono che essere definite come razziste e naziste, non c’altro modo per definirle, anche sforzandosi di provarci.
Perché il disprezzo e l’odio profondo contenuto in quelle parole è riscontrabile solo in un nazista che disquisisce sugli ebrei, i “negri” e le razze inferiori…
Francamente non riesco a vedere altro. E vorrei tanto vederlo ma non ci riesco.
Questa, in ultima analisi, è la natura profonda, il cuore del Femdominismo, per lo meno nella sua parte più estremista ma molto più diffusa di quanto si pensi.
E’ ovvio che il fenomeno è estremamente più complesso, come sappiamo e come abbiamo già spiegato, nelle sue implicazioni economiche, sociali, culturali e politiche . Ma non c’è dubbio che quella sia una delle componenti, per nulla da sottovalutare. Il braccio armato, diciamo così, utilizzando una metafora ad alcuni di noi senz’altro nota, del Sistema Dominante. I cani da guardia del padrone…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio:
“La cosa (abbastanza inquietante, per la verità) che fa riflettere è che nelle sue parole, così come in quelle di una sua collega di blog che mi ha risposto e che riporto più sotto, c’è un sostanziale disprezzo della sessualità maschile.”
>>
Sì, è così.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=15787080
Sandro2(Quota) (Replica)
“Mi dispiace ma noi donne non siamo a vostra disposizione”
_________________
Se è per questo, manco io sono a disposizione delle donne. Anzi.
_________________
“avete mai sentito parlare di parità di sessi?”
_________________
Più o meno tutti i giorni da quando sono nato.
E’ la foglia di fico politicamente corretta con la quale sono state ammantate di un alone di rispettabilità tutta una lunga serie di porcate sessiste e razziste che vengono, usando un evidente ossimoro, definite “discriminazioni positive”.
sandro(Quota) (Replica)
Fabrizio>>>> Si tratta di capire quanto questo disprezzo innato nei confronti della maschilità e di uno dei suoi aspetti più belli , cioè la sessualità,derivi da quarant’anni di femminismo oppure, ahinoi, il femminismo stesso abbia attecchito su un aspetto che attiene alla natura femminile, esaltandone, in senso negativo, la diversità, e facendo di quest’ultima una sorta di legge universale valida per tutte e soprattutto per tutti.
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Bingo!!! Questo è un aspetto molto interessante a mio parere e che mi piacerebbe approfondire, ma come al solito non trovo le parole…
Ethans(Quota) (Replica)
Mary Femminista ha scritto tutte cose stereotipate sugli uomini che fanno comodo a loro, alle donne, ha portato il discorso sul loro campo; sul campo dove loro dominano. Facendo leva sui desideri sessuali e machisti degli uomini, che ormai sappiamo sono la fortuna delle donne. Non ha risposto agli argomenti dei video e del sito.
Avete poi già spiegato il razzismo becero di queste ragazzine, che si vantano di essere attraenti e di poter mettere la minigonna, è questo il punto: sanno benissimo che gli uomini non le fanno nulla ma sgranano gli occhi e diventano servili
A Mary: ma chittesencu…
Leonardo(Quota) (Replica)
@ Fabrizio – Si tratta di capire quanto questo disprezzo innato nei confronti della maschilità e di uno dei suoi aspetti più belli , cioè la sessualità,derivi da quarant’anni di femminismo oppure, ahinoi, il femminismo stesso abbia attecchito su un aspetto che attiene alla natura femminile, esaltandone, in senso negativo, la diversità, e facendo di quest’ultima una sorta di legge universale valida per tutte e soprattutto per tutti.
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Sarà banale ma credo che in questo caso la verità stia realmente nel mezzo.
Ovvero, che il disprezzo delle femministe militanti – ma anche quello di un numero imprecisato di donne comuni (milioni e milioni…?) – nei confronti della sessualità maschile, derivi da un aspetto che attiene alla natura femminile, sul quale la propaganda misandrica femminista ha potuto facilmente attecchire, accentuandone così la repulsione.
Io stesso, arrivato all’età di 37 anni, se penso a certe mie ex o a tutte le ragazze e donne che mi è capitato di conoscere, oggi come oggi, non posso fare a meno di ricordare e pertanto evidenziare, che da parte loro NON ho mai riscontrato un reale entusiasmo verso la maschilità e la sessualità maschile, tantomeno delle VERE fantasie sessuali verso il corpo maschile (il contrario SEMPRE…).
Solo stronzate del tipo “ma voi pensate solo a quello”, “ma che siete bestie?”, “non mi interessa fare un po’ di ginnastica tanto per farla”, eccetera eccetera.
Personalmente, da quando ho iniziato a prendere coscienza di tutto ciò, pochi anni fa, devo dire che il mio rapporto con l’altro sesso è profondamente mutato. Ormai le osservo con occhio cinico e disincantato e devo dire che quello che vedo non è affatto bello. Anzi, mi fa profondamente schifo.
Tutto il contrario di quello che provavo e pensavo quando avevo vent’anni.
Marco(Quota) (Replica)
X (evitiamo i nomi…) scrive:
28 luglio 2011 alle 10:43 am
Hailey io al 3° rigo del post ho rinunciato, perchè devo dare una visita in più a quegli sfigati,repressi,talebani,cavernicoli di UominiBeta =D!? Il mondo è già brutto abbastanza figuriamoci se dobbiamo rovinarci la giornata con quel letame!Loro stessi scrivendo così si definiscono animali senza controllo, e l’unica cosa che ci distingue dagli animali è appunto l’istinto!Mi fanno pena, sono solo dei poveracci che una donna se la sognano, e quindi soli,depressi,repressi e sconsolati trattano male le donne,le usano e descrivono come oggetti (perchè nessuna ci sta,chissà come mai eh =D?) e si dedicano a “Federica la mano amica”, d’altronde chi ci starebbe con uno come quelli?
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Mi fa veramente ridere questa storia degli uomini “che usano le donne” e “le trattano come oggetti”…
Vere e proprie dementi, incapaci di far funzionare a dovere quei quattro neuroni che hanno nel cervello.
Per il resto vorrei rammentare alle tizie in ascolto, che essere degli “uomini beta”, non equivale ad essere necessariamente dei brutti e inguardabili mostriciattoli a cui nessuna la dà.
Ad esempio, io sono alto e magro e somiglio vagamente a questo attore, scomparso di recente.
http://imagecache6.allposters.com/LRG/12/1260/D7ET000Z.jpg
Perciò proprio schifo non faccio.
Marco(Quota) (Replica)
“Solo stronzate del tipo “ma voi pensate solo a quello”, “ma che siete bestie?” (Marco)
Verissimo, me le sono sentite dire anche io qualche migliaio di volte nella mia vita da moltitudini di donne “normali”. Ma la cosa sorprendente (si fa per dire…), se ci fate caso, è che queste femministe “liberate”, come quella Mary e quell’altra sua compare (che addirittura gestiscono un sito femminista) ripetono pedissequamente lo stesso concetto (se così può essere definita quella colata di disprezzo nazistoide antimaschile), aggiungendovi naturalmente il loro carico di disprezzo e di odio viscerale.
La sessualità maschile è considerata bestiale; ergo, i maschi sono delle bestie. Naturalmente cercano di cavarsela in corner sostenendo che non tutti gli uomini sarebbero tali, che è l’escamotage necessario per non essere accusate di sessismo e razzismo.
E allora, questa l’operazione, scindono la sessualità maschile in due tronconi: quella “bestiale”, dei trogloditi come noi e di tutti quei maschi secondo loro non evoluti (i cavernicoli, come dice Mary…), e quella “sana”, intendendo per sana quella simile alla loro. Ma è evidente , e qui il cane già comincia a mordersi la coda, che ciò non è possibile perché la sessualità maschile è ontologicamente e quindi oggettivamente diversa da quella femminile, né potrà mai essere a questa sovrapposta o assimilata.
Tuttavia è vero che ci sono dei maschi che si sono piegati e si piegano, obtorto collo, a concepire e a vivere la sessualità secondo i desiderata femminili e femministi. Esse credono quindi in questo modo, o vogliono credere, che questi ultimi siano i maschi “liberati” ed evoluti”, quando in realtà sono solo dei replicanti del genere maschile la cui unica risorsa è quella di piegare la loro psiche ai desiderata della controparte.
Questa che può sembrarci banale, è in realtà un’ operazione molto astuta del femdominismo, cioè l’assimilazione forzata dei maschi, dal punto di vista sessuale e psicologico, alle femmine, la loro omologazione (che non ha nulla a che vedere con il concetto di eguaglianza) al modus vivendi e “pensandi” femminilfemminista.
La psiche maschile deve essere deformata, tutto ciò che non è considerato buono per le donne deve essere criminalizzato. Da qui l’accusa di “bestialità” alla sessualità maschile: un classico.
Si dimenticano di dire che senza quella “bestialità” il loro potere di condizionamento sugli uomini sarebbe ridotto praticamente allo zero e che se tutti i maschi fossero realmente evoluti (e non nel senso che dicono loro…), la relazione fra i generi andrebbe in una direzione ben diversa…
A mio parere lo sanno perfettamente ma fingono di non saperlo.
Il femdominismo ha la necessità di reinterpretare e di riscrivere la realtà pro domo sua. Viceversa si squaglierebbe come neve al sole.
Questa ridefinizione-criminalizzazione della sessualità maschile è una delle tante menzogne raccontate negli ultimi quarant’anni.
Il maschio buono è il maschio addomesticato, secondo la concezione femdominista.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ad esempio, io sono alto e magro e somiglio vagamente a questo attore, scomparso di recente.
http://imagecache6.allposters.com/LRG/12/1260/D7ET000Z.jpg
Perciò proprio schifo non faccio.
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Certo, anzi volevo dire a Mary Femminista, che io sono uscito in canottiera, tiè! https://www.uominibeta.org/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif
Leonardo(Quota) (Replica)
Che nome dargli se non odio?
Che non può sussistere se non accompagnato dalla convinzione di una inferiorità intrinseca, ontologica nell’odiato e della correlata superiorità dell’odiante, il quale si colloca a parametro di ogni aspetto del mondo: la Liberata è la misura di tutte le cose.
Non rivendica solo il potere di decidere come gli UU debbano comportarsi (che è un fatto esterno, sociale) ma anche come devono essere nell’interiorità, cosa devono provare, in che modo devono sentire e vivere il sesso e tutto il resto. Come piace a Lei.
Grande è il disprezzo perché grande è l’odio. Negato e ridenominato amore.
Se ne potessimo attribuire la causa al solo femminismo, saremmo a posto. Ma giacché ha attecchito così facilmente è giustificato il sospetto peggiore, quello che voi avete avanzato. Dolorosamente.
La sessualità maschile è brutale, cavernicola, bestiale: lo suggerì in modo subdolo, perché antifrastico, la de Beauvoir: “In fondo, il liquido seminale non è un escremento…”.
Cappitto mi hai?!
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
è prassi comune e vecchia di coloro che non hanno idee e argomenti quella di tentare di screditare una tesi indirettamente, andando a screditare e a denigrare colui che propugna tale tesi…quindi non è il caso secondo me di preoccuparsi piu di tanto
enrico657(Quota) (Replica)
per non farci mancare niente ,manca il solito uomini cattivi e donne vittime anche per quanto riguarda i night o locali di lap dance la nostra alessia ricci scrive
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Non ho letto tutti i commenti ma mi permetto di dire una cosa sui night.
Prima di tutto forse bisognerebbe informarsi a riguardo prima di parlare. Consiglio a tutti di leggere “Schiave del potere” di Lydia Cacho, “Sex Traffiking” di Siddharth Kara e “Sole bruciato” di Elvira Dones o di collegarvi a http://consumabili.blogspot.com/.
Cosa c’entra tutto questo coi night? Centra. Prima di tutto perchè i night, volenti o nolenti, sono collegati con lo sfruttamento della prostituzione e con la mafia.
Secondo perchè bisogna vedere come ci arrivano le ragazze a lavorare nei night.
Un’altissima percentuale, molto difficile da definire ahimè, ci arriva con la forza a seguito della tratta. Ragazze letteralmente rapite o comunque disperate in cerca di un futuro migliore in un altro paese condotte con la forza a fare questo lavoro di “ballerine”, che molto spesso nei privè o altrove, con l’aggiunta di un supplemento (pagato dal cliente al pappone di turno) diventa qualcos’altro.
Poi ci sono le ragazze che lo fanno per “scelta”. Magari devono mantenere i figli (ahimè, quante madri che ci sono tra di esse!) o sono ridotte in situazione di povertà, di degrado sociale ed economico, senza sostegni e senza aiuto.
Inoltre tra chi decide di fare questo mestiere purtroppo ci sono tante ragazze che hanno subito violenze per lungo tempo, anche da bambine, arrivando così a non avere più una dignità per se stesse e per il proprio corpo.
Voi dite che c’è anche gente che lo fa davvero per scelta? Può essere, non lo escludo. Ad ogni modo credo che sia davvero una percentuale bassissima, irrisoria! Quali donne, potendo davvero, non sceglierebbero di fare altro? Insomma, decidere per scelta di frequestare determinati luoghi tutti i giorni, di farsi toccare da migliaia di sconosciuti a settimana, di mostrare le proprie parti intime.. Non la reputo propriamente una scelta. E io non me la sentirei di sfruttare la povertà di una donna, le sue sofferenze passate e future, per soddisfare le mie voglie!
Inoltre alla maggior parte delle ragazze che lavorano in questo mondo vengono forniti farmaci e droghe affinchè si disinibiscano, affinchè sorridano! Spesso vengono somministrati anche a forza!
Non a caso esistono centri appositi per ragazze che sono riuscite ad uscire da questi giri di violenza e sopraffazione! Perchè di questo il più delle volte si tratta!
E non parlatemi di soldi facili! Il fatto è che una volta dentro a questi giri è praticamente impossibile uscirne! Andiamo a fondo e indaghiamo cosa si nasconde dietro a questa motivazione! Ingenuità, spesso ignoranza, mancanza di una via “altra”.
E non nascondiamoci dietro ad un dito? Senza la richiesta cesserebbe di esistere l’offerta! Un mercato comincia quando c’è un bisogno! Sono i CLIENTI che mandano avanti questa mafia, sono colpevoli quanto i papponi di turno! E spesso le ragazze sono solo le vittime!
E non dico queste cose perchè me le sono sognata di notte ma perchè mi sono documentata! Perchè questo tema mi interessa! E dovrebbe interessare ad un po’ più di persone! Perchè quando un uomo va con una prostituta o in un night non sa realmente chi si trova di fronte! Proprio perchè in quelo momento la utilizza come un oggetto! Non sa quanta libertà di scelta ci sia in una decisione del genere, non conosce i suoi trascorsi, le sue emozioni. Non la considera come una persona, non sa se in quel momento è sotto effetto di droghe, se quello che fa le piace o meno! Se è stata indotta con la forza oppure no, se voleva lasciare il lavoro ma poi è stata minacciata! E io, cari miei, non me la sentirei di rischiare!
E potrei andare avanti a parlare per ore, ma l’unica cosa che davvero posso dirvi è INFORMATEVI! Sol otrattando le persone come persone e non come oggetti si può davvero andare verso la civiltà!
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questa è la mia risposta
posso solo che dire la mia esperienza personale ,riguardo ai night …..
nel vicentino ,questi locali sono usciti come funghi ,verso la fine degli anni 90 ,avevo 4 locali nel raggio di un paio di chilometri ……
ci sono andato in questi locali ,4-5 volte ,spesso per adii al celibato .e tutte comprese in tre-quattro anni ,diciamo dal 1998-2002 circa ,quindi ,non so se in questo periodo le cose sono cambiate….
i locali ,un pochino si somigliavano tutti ,piccoli con un paio di pali in mezzo ,niente di che senza dimenticare il bar ,i privè che costavano una enormità dove ,per quanto ne so ,non si faceva sesso (duravano una 15 di minuti ) ,.
arriviamo alle ragazze ,drogate ? forzate ? io non ho visto niente di tutto questo ,ripeto che ,forse le cose possono essere cambiate ma,non so quanto sia forzata una che ,senza che io dicessi niente ,ero seduto tranquillamente ,prima mi si butta addosso facendo un gesto esplicito ,poi ,inizia strusciarmi il seno sul viso ,anche qui ,senza un mio gesto di approvazione o di “chiamata” ,era il loro “lavoro” ,e non mi sembravano per nulla sofferenti ,con alcune poi ,ci ho pure parlato e che fossero sotto droghe ,proprio non mi sembrava ….
in un altro night ,sono state più esplicite ,ero girato da una parte e mi sento una mano toccare le parti basse ,tanto che ,credevo che mi volessero fregare il portafoglio…..
per quanto riguarda la prostituzione non saprei ,mai frequentato ,ma potrebbe essere più veritiero ,li si ,la forzatura le droghe e la schiavitù in generale ,senza contare le numerose violenze che ,io stesso ,mentre facevo il turno di notte alle poste ,ho visto ……
tra una ballerina di night e una prostituta è sicuramente messa peggio la seconda
questa è la mia esperienza ,non vuole essere la verità assoluta e ,per quanto me ne importi ,questi locali potrebbero sparire già domani
mauro recher(Quota) (Replica)
Guardate non è proprio il caso di rispondere a tipe alla “Mary femminista”. Loro ragionano solo con la passera.
Penso sia meglio dedicarsi alla ricostruzione, simbolica e non, del maschile.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La solita minestra riscaldata, Mauro, nulla di nuovo sotto il sole, non vale neanche la pena frequentare quei luoghi, a mio parere: donne vessate, obbligate, drogate, ricattate, violentate; uomini violenti, papponi, ricattatori, e via discorrendo. Naturalmente la nostra amica dà per scontato che la delinquenza e la criminalità siano appannaggio esclusivo dei maschi…
“E non nascondiamoci dietro ad un dito? Senza la richiesta cesserebbe di esistere l’offerta! Un mercato comincia quando c’è un bisogno! Sono i CLIENTI che mandano avanti questa mafia, sono colpevoli quanto i papponi di turno! E spesso le ragazze sono solo le vittime”!” (Alessia Ricci)
Il bello è che lei stessa ammette che “un mercato comincia quando c’è un bisogno”, quindi riconosce implicitamente che il tutto, nel caso specifico della prostituzione, parte da un bisogno maschile insoddisfatto, però invece di continuare nel ragionamento, si ferma, per concludere naturalmente che se la prostituzione esiste è perché ci sono gli uomini che ne fanno uso.
Le si potrebbe serenamente rispondere che se il sesso fosse del tutto libero la prostituzione non esisterebbe neanche (solo un totale idiota o un amante di particolari perversioni, quindi una minoranza esigua, pagherebbe per ciò che può avere gratis in qualsiasi momento), ma a quel punto c’è il rischio concreto di sentirsi rispondere che loro non sono “bestie” e che per “fare ginnastica” tanto vale andare in palestra….
Non si chiede neanche per un attimo cosa possa significare per un uomo pagare una prostituta, cosa possa spingerlo ad andarci, quale condizione di frustrazione possa vivere per sottoporsi ad un rapporto che è squallido e umiliante innanzitutto per lui.
Nulla di tutto ciò, il problema non se lo pone neanche, e in questo tradisce il suo retropensiero che è del tutto simile a quello delle altre sue due amiche dello stesso blog:gli uomini sono bestie senza sentimenti, privi di sensibilità, che se ne fottono della persona che hanno davanti pur di infilarglielo dentro. “Non solo – aggiunge” sono colpevoli quanto i papponi”.
E’ la solita storia dello spacciatore e del tossico. Il tossico è colpevole quanto lo spacciatore, secondo queste signore. Come a dire, se non ci fosse la richiesta di droga neanche gli spacciatori esisterebbero. Una considerazione veramente brillante degna di un modo di pensare evoluto e progressista. Aggiungo che se smettessimo di mangiare e di vestirci i supermercati chiuderebbero e le multinazionali del settore entrerebbero in crisi. Quindi se queste ultime fanno il bello e il cattivo tempo e gli speculatori finanziari proliferano la colpa è dei consumatori, colpevoli quanto e più di loro, che alimentano il mercato…
Complimenti ad Alessia Ricci! E sì che avevo anche accolto la sua richiesta per un confronto…
Da tutto ciò si conferma quanto abbiamo detto nel dibattito di oggi. Queste persone vedono il mondo solo e soltanto dal loro punto di osservazione, il resto è come se non esistesse.
E’ giusto contrastare questa gente.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Magari devono mantenere i figli (ahimè, quante madri che ci sono tra di esse!) o sono ridotte in situazione di povertà, di degrado sociale ed economico, senza sostegni e senza aiuto.”
Questa frase presa dal confronto fra Mauro Recher (che spero mi perdonerà dello scippo) ed Alessia Ricci mi rimbomba in testa. E con un pò d’onestà intellettuale dovrebbe dare da pensare anche a lei.
Non tanto per il condensato di assoluzione e giustificazione che contiene, nella loro logica (?) è persino ovvio. Ma per la seguente considerazione.
Perché ritiene ovvia, per una certa percentuale di donne, quella scelta.
Per me, ma anche per tante donne che in quelle condizioni hanno scelto altro, è tutt’altro che scontata.
Ecco, a me questa sembra una zona d’ombra del femminile che meriterebbe da parte loro ben altro impegno d’analisi. Senza raccontarsi le solite favolette (a danno nostro).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://violenza-donne.blogspot.com/2002/10/prostitute-in-italia-solo-il-10-e.html
Per il resto, che le femmine non capiscano un beneamato cazzo degli uomini, è roba vecchia.
Daniele(Quota) (Replica)
Grazie Daniele, un contributo decisamente puntuale il tuo, e soprattutto disvelatorio di una delle tante menzogne femdoministe.
In particolare il dato (da indagini e statistiche dell’ONU, peraltro riportate dal TG1, non da una sperduta emittente di provincia…) che lo sfruttamento della prostituzione sarebbe gestito e controllato per il 60% dei casi da donne. Oltre naturalmente al fatto che lo stesso Ministero delle Pari Opportunità comunica che solo il 15% delle prostitute immigrate sarebbe coinvolto nel trafficking. E in questo caso, ovviamente, si sta parlando di fasce sociali obiettivamente disagiate.
Ciò conferma, al di là delle testimonianze e dell’evidenza, che per la quasi totalità delle prostitute nostrane, quelle che oggi vengono definite escort, la scelta di prostituirsi viene effettuata in piena libertà e consapevolezza.
Questo è uno dei punti più fragili del femdominismo che è ovviamente obbligato a sostenere che la prostituzione sia un fenomeno che le donne subiscono passivamente, sempre e comunque sotto il ricatto e la coercizione. Il che, senza negare che ci siano anche questi casi, è ovviamente ridicolo.
Ma è ancora più ridicolo il fatto che, messe alle strette, la loro risposta sarebbe (ed è) che le donne sono libere di fare quello che meglio credono, quindi anche di prostituirsi.
Non se ne esce. Con questa gente la logica non funziona. Non gli appartiene né potrebbe essere altrimenti. La logica inchioda, e loro devono essere libere di “svolazzare” nei cieli della tautologia dove tutto e il contrario di tutto sono possibili e impossibili nello stesso tempo…
Fabrizio
P.S. una sola cosa, Daniele, non so cosa sia il Parsec, scusate l’ignoranza, non sono riuscito a trovarlo in rete, sapete darmi delle indicazioni?
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Fabrizio – non so cosa sia il Parsec, scusate l’ignoranza, non sono riuscito a trovarlo in rete,
@@@@@@
Non lo so neppure io ma è probabile che si tratti di questo.
http://www.primocontatto.net/parsec.html
Marco(Quota) (Replica)
Fabrizio
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E allora, questa l’operazione, scindono la sessualità maschile in due tronconi: quella “bestiale”, dei trogloditi come noi e di tutti quei maschi secondo loro non evoluti (i cavernicoli, come dice Mary…), e quella “sana”, intendendo per sana quella simile alla loro. Ma è evidente , e qui il cane già comincia a mordersi la coda, che ciò non è possibile perché la sessualità maschile è ontologicamente e quindi oggettivamente diversa da quella femminile, né potrà mai essere a questa sovrapposta o assimilata.
@
Un’altra frase tipica di tante donne è quella secondo cui “il sesso senza affetto è un qualcosa di vuoto”… mentre per me, che sono un uomo, l’affetto è “un qualcosa che inibisce e castra la sessualità”.
Siamo veramente due pianeti diversi, destinati a non incontrarsi mai.
>
@ Fabrizio
Questo è uno dei punti più fragili del femdominismo che è ovviamente obbligato a sostenere che la prostituzione sia un fenomeno che le donne subiscono passivamente,
@
Basterebbe conoscere personalmente qualche giovane prostituta rumena, proveniente da Bucarest o da Focsani, magari figlie di due genitori diversi e con otto fratelli e sorelle alle spalle, per rendersi conto che all’origine di tale scelta – ovvero quella di prostituirsi a duemila km di distanza da casa propria – c’è solo ed esclusivamente la volontà delle suddette di affrancarsi da una quotidiana povertà, magari su suggerimento di qualche amica precedentemente prostituitasi e sposatasi in Italia…
Simone M.(Quota) (Replica)
“Un’altra frase tipica di tante donne è quella secondo cui “il sesso senza affetto è un qualcosa di vuoto”… mentre per me, che sono un uomo, l’affetto è “un qualcosa che inibisce e castra la sessualità”.
Siamo veramente due pianeti diversi, destinati a non incontrarsi mai”. (Simone M.)
Concordo, purtroppo… vivo la tua stessa dicotomia, credo come moltissimi altri uomini, forse la maggioranza. Il punto di incontro tra maschi e femmine (se così può essere definito) da questo punto di vista, è in realtà una forzatura che agli uomini viene imposta e che si auto impongono, relativamente alla loro sessualità. La coppia (matrimonio, fidanzamento o convivenza che sia) è quello che potremo definire come il compromesso fra le parti, ma in realtà, anche in questo caso, stiamo parlando di una resa del maschile che è costretto ad andare versus il femminile, a modellarsi sulle sue esigenze, a piegarsi e ad adeguarsi ai suoi desiderata.
La sessualità maschile è infatti poligama per sua natura, come spiegava quel giornalista del Corriere della Sera alcuni giorni fa (musica per le mie orecchie) da qualcosa come 200 milioni di anni, eppure anche questa elementare ed evidentissima verità deve essere sottaciuta, quasi come se fosse una vergogna. E infatti non è un caso che la sessualità maschile, che se lasciata galoppare liberamente sarebbe passione pura, spontaneità totale, erotismo, esplosione di natura, venga disprezzata e denigrata, definita normalmente come“bestiale”, “ginnastica” priva di sentimenti ecc. Ipocrisie, naturalmente.
La sessualità maschile veniva compressa e repressa ben prima dell’avvento del femminismo, sia chiaro; le religioni (tutte) e i contesti socioculturali (diciamo pure gabbie) costruiti e modellati su queste ultime hanno giocato la loro parte, anche se mantenevano una serie di sfiatatoi ipocriti e al contempo necessari di cui tutti erano naturalmente consapevoli. Erano le epoche dei bordelli di infimo ordine per i poveracci e dei festini in maschera per i ricchi e gli aristocratici dove, se non stavi attento, rischiavi di scoparti pure tua moglie che partecipava a sua volta al festino, salvo andarsi a confessare il giorno seguente dal cappellano di corte…
Il femdominismo ha fatto di molto peggio. Non solo non ha modificato nulla sotto questo profilo, ma ha sostanzialmente criminalizzato la sessualità maschile che prima veniva, per così dire, tollerata e coperta, nelle forme comunque inevitabilmente distorte e clandestine in cui si manifestava e di cui abbiamo detto.
Il femdominismo ha avuto e ha la pretesa di dettare le leggi anche e soprattutto da questo punto di vista. La sessualità “buona” è quella femminil-femminista, tutto il resto è “animalità”, “bestialità”, roba da trogloditi, da cavernicoli, come ci è stato ricordato…
E questa sarebbe la loro “teologia della liberazione”…Il mondo costruito in tutto e per tutto a loro immagine e somiglianza e in base ai loro desiderata. Insomma un mondo concepito e costruito appositamente per assolvere ai cazzi loro. Piacerebbe anche a me, devo essere onesto, un mondo fatto su misura dei cazzi miei, perché no, mica male…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Un’altra frase tipica di tante donne è quella secondo cui “il sesso senza affetto è un qualcosa di vuoto”… mentre per me, che sono un uomo, l’affetto è “un qualcosa che inibisce e castra la sessualità”.(simone )
devo concordare anch’io ,il bello che ,questa frase ,non l’avrei mai pensata una ventina di anni fa .., poi ,l’esperienza mi ha fatto cambiare idea ,l’innamoramento ,per un uomo è qualcosa di deleterio..visto che ,quasi mai ,viene corrisposto , ,ho notato almeno questo ,sono i cosiddetti sfigati a innamorarsi di più che ,grazie ai filmetti romantici di serie b, sembra che renda tutto facile ,la verità è veramente un altra cosa
mauro recher(Quota) (Replica)
F. Marchi: Concordo, purtroppo… vivo la tua stessa dicotomia, credo come moltissimi altri uomini, forse la maggioranza. Il punto di incontro tra maschi e femmine (se così può essere definito) da questo punto di vista, è in realtà una forzatura che agli uomini viene imposta e che si auto impongono, relativamente alla loro sessualità. La coppia (matrimonio, fidanzamento o convivenza che sia) è quello che potremo definire come il compromesso fra le parti, ma in realtà, anche in questo caso, stiamo parlando di una resa del maschile che è costretto ad andare versus il femminile, a modellarsi sulle sue esigenze, a piegarsi e ad adeguarsi ai suoi desiderata.
La sessualità maschile è infatti poligama per sua natura, come spiegava quel giornalista del Corriere della Sera alcuni giorni fa (musica per le mie orecchie) da qualcosa come 200 milioni di anni, eppure anche questa elementare ed evidentissima verità deve essere sottaciuta, quasi come se fosse una vergogna.
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Credo che sia questo ciò che distingue nettamente gli uomini dalle donne, soprattutto in quella fase adulta che va, grossomodo, dai 35 ai 60 anni d’età. Il matrimonio non è, a parer mio, confacente alla natura maschile, che per sua natura è spinta a sperimentare, a provare nuove sensazioni, ad arricchirsi di nuove esperienze anche in quest’ambito della vita umana, ma diventa quasi una necessità, perchè l’aut aut femminile s’impone e non lascia grandi margini di alternative. Una differenza, quella tra uomo”poligamo” e donna “monogama”, assai più forte di quella relativa alla concezione della sessualità, in quanto una donna non influenzata dalla predicazione femminista non dimostrerà alcun problema a relazionarsi con la sessualità maschile, ma anzi la pretenderà nella maniera più compiuta possibile.
Alessandro(Quota) (Replica)
scusa Fabrizio …lo so che passiamo per piagnoni ,ma che schifo
sul blog un altro genere di comunicazione ,mi hanno cancellato i miei post ,e credo che mi conosci che non uso termini volgari e tanto meno sono intesi ad offendere nessuno ,ho solo dato delle risposte a femminismo e machismo ,per noi cosa significa …
purtroppo non li ho salvati ,ma credimi ,che non ho usato termini violenti …..
per fortuna il femminismo è per la parità dei generi ,come dicono loro ………
ma lasciamelo dire
vaffanculo va………..
mauro recher(Quota) (Replica)
Mauro, come sai, apprezzo moltissimo il lavoro che fai per diffondere le nostre idee. Tuttavia credo che incaponirsi nel tentare di costruire un dialogo costruttivo con quella gente sia davvero un dispendio inutile di energie. Anche perché sono nostri avversari dichiarati, non possiamo certo avere la presunzione di fargli cambiare idea. Fai benissimo ad “insinuarti” in quei siti e a promuovere il nostro blog, anche perché fra tanta gente che naviga per la rete ci sarà sicuramente qualcuno che svilupperà un interesse per quello che diciamo.
Però questo e solo questo deve essere lo scopo, e non altri. Non hanno pubblicato neanche la mia risposta (garbatissima) a quella tal mandarinameccanica (ormai si può anche dire il nick) dicendomi che avevano chiuso la discussione altrimenti si andava off topic… Del resto hai letto tu stesso cosa dicono di noi e soprattutto con quali toni e atteggiamenti. Ripeto, per trovare qualcosa di simile (e non sto esagerando) bisognerebbe andare a riascoltarsi i discorsi dei gerarchi nazisti ai congressi di partito, quando parlavano degli ebrei e delle razze “inferiori”…
Per cui, è inutile anche prendersela, anche perché il nostro messaggio è destinato ad altri, cioè alla moltitudine dei maschi beta, e non a quel manipolo di nazifemministe.
Ho appena pubblicato un breve ma spero efficace video dal titolo “Dipendenza sessuale e psicologica maschile”. Diffondiamolo sulla rete, inviamolo agli amici, ai conoscenti, ai vari siti (non quelli femministi doc) condividiamolo su face book. Investiamo in modo razionale le nostre energie e il nostro tempo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
hai ragione Fabrizio ,mi ero illuso di scalfire un muro e di farlo crollare , questo muro è molto più resistente di quello di Berlino ….
rompe comunque che usino questa censura …..(d’altronde ,hai azzeccato il paragone con il nazismo e poi si lamentano se le chiamiamo nazi-femministe)
mauro recher(Quota) (Replica)
Fabrizio >> Ho appena pubblicato un breve ma spero efficace video dal titolo “Dipendenza sessuale e psicologica maschile”.
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In che sezione l’avete pubblicato? non lo trovo…
Ethans(Quota) (Replica)
Sempre sulla homepage, Ethans, al centro della pagina…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Da tempo ho preso atto della situazione, del parco femminile a disposizione in italia non me ne frega una cippalippa, grazie al femdominismo, alle leggi infauste contro gli uomini e a molte di loro traditrici e fedigrafe, ho potuto, strano ma vero, ritrovare me stesso e scoprire il mondo.
Si perchè vedete, sbattersi per avere qualcosa che hanno a caro prezzo è da pazzi, quando si puo’ raggiungere lo stesso obiettivo in altro modo, inoltre l’effimera speranza di trovarne una immune al nazifemdominismo risulta impresa ardua, se a ciò gradite che sia anche accettabile per un futuro matrimonio, pargoli e relativo invecchiamento, è meglio che vi svegliate da subito dal torpore zerbinaceo che vi assale nella certezza che, dopo di lei, non avrete speranze, perchè a come stanno le cose, statistiche alla mano, le speranze le perdete dopo la firma nella maggioranza dei casi..
Perchè vedete, oggi grazie ai voli low cost, internet ed una sana voglia di vivere la propria esistenza scevra da imposizioni vaginocentriche/mediatiche si puo’… ed aggiungo.. si deve!
Chiarito il punto di come sia attualmente la situazione del guardare e non toccare, capirete che se fate parte della fascia medio bassa, con emolumenti non da grido, siete destinati all’onanismo, alla derisione e quant’altro mi sia dimenticato di citare, per ovviare, basta mettersi dinanzi allo specchio e fare delle ovvie considerazioni, una delle quali potrebbe essere: ma quanto me ne pole fregà se ste 4 cesse femministe me rovinano l’esistenza sessuale e sentimentale?
Superato tali momenti catartici, munitevi di passaporto e/o carta di identità valida per l’espatrio, prendete i 500 euro che in italia vi bastano si e no per 4 uscite con una cozza “figawannabe” con scarso successo emozionale/godereccio e pianificate le vostre vacanze fuori dai circuiti femdoministimediatici, se la patonza, di riffa o di raffa, la vogliono sempre far pagare, tanto vale che andiate altrove, dove non sarete visti come oppressi ma come benefattori, dove le donne lo sono per davvero e quelle che vi chiedono soldi almeno non vi romperanno i gemelli di famiglia con le vaginate italiche.
Restare in italia a combattere questa guerra tra poveracci e illuminate vulvacentriche non giova al vostro ego, ed al vostro pipistrello. datevi da fare, ne avete una sola di vita, e se vi sentite inadeguati per il vostro aspetto fisico, sappiate che solo le italiane, cellulitiche,femministe, arroganti, esigenti, costose, ci fanno caso, altrove basta che siate voi stessi, e dove non arriva il fascino e la risata, puo’ sicuramente il vostro danaro, su donne che sono certo avete solo sognato nella vostra vita, e che in italia vi bastano si e no per 4 /5 uscite con la cozza “figawannabefemdoministaioioioetenunseiuncazzo”
Al tramonto dei tempi, le cellulitiche e solitarie nazivaginocentriche avranno molto su cui riflettere, e voi un consistente numero di foto sulle quali ridere e ricordare di come avete vissuto la vostra esistenza da uomini LIBERI e non schiavi zerbini, e magari se avete QLO con qualche bella SGNACCHERA priva di tare femdoministe che vi prepara il caffè..
Damien(Quota) (Replica)
“Personalmente, da quando ho iniziato a prendere coscienza di tutto ciò, pochi anni fa, devo dire che il mio rapporto con l’altro sesso è profondamente mutato. Ormai le osservo con occhio cinico e disincantato e devo dire che quello che vedo non è affatto bello. Anzi, mi fa profondamente schifo.
Tutto il contrario di quello che provavo e pensavo quando avevo vent’anni.”
Marco5:17 pm – 30th luglio
Ti quoto, quanto ti quoto!!!! E il problema è che, quando provi con una di loro a intavolare un discorso di questo tipo, volendo lanciare una “fune comunicazionale”, un vero segnale di allarme (S.O.S) che possa farci superare il burrone di incomprensioni tra “noi” e “loro”, se ti va bene e incontri una donna che ragioni un po’ più della media ti rispondono che hai problemi e ti consigliano di parlarne con uno specialista, se invece incontri la classica ochetta rabbiosa (la controparte del bulletto della scuola media per intenderci…) sono offese pesanti.
Insomma ha proprio ragione chi, come Fabrizio, dice che queste hanno un atteggiamento nazistoide, e proprio come Goebbels – il famigerato ministro della propaganda nazista – credono che – a forza di ripetere una menzogna cento, mille, un milione di volte – questa diventi verità
Triste mondo
Andrea F(Quota) (Replica)
@ Andrea F –
Insomma ha proprio ragione chi, come Fabrizio, dice che queste hanno un atteggiamento nazistoide
@@@@@@
Personalmente non credo che l’atteggiamento delle donne abbia qualcosa a che spartire col nazismo.
Credo, semmai, che per loro gli uomini siano un qualcosa di veramente secondario, verso i quali non provano gli stessi desideri e le stesse pulsioni che invece gli uomini provano verso di loro.
Ti porto un banale esempio. Sono stato una settimana al mare a Nettuno, dove ho un vecchio amico che mi ha pure ospitato a casa sua, e se c’è una cosa che in spiaggia (ma non solo) ho potuto notare una volta di più, è la “distanza” delle donne locali nei confronti degli uomini.
Per certi versi sono realmente “inavvicinabili”.
Le puoi conoscere (che è diverso dal parlarci…) solo tramite “quell’amico”, magari “amico del tuo amico”… E calcola che siamo nel 2011, non nel 1911, perciò chi impedirebbe a quelle ragazze e donne di prendere delle iniziative o, perlomeno, di mostrarsi più sorridenti e disponibili? Ovviamente nessuno. Nonostante ciò è impossibile non avvertire il loro “distacco”. Al contrario degli uomini, le donne vanno in spiaggia quasi esclusivamente per fare il bagno e prendere il sole…
Marco(Quota) (Replica)
“Insomma ha proprio ragione chi, come Fabrizio, dice che queste hanno un atteggiamento nazistoide…” (Andrea F.)
Chiarisco che quando parlavo di atteggiamenti nazistoidi mi riferivo agli interventi, su questo blog e altrove, di alcune femministe che ci apostrofavano con degli insulti e con un linguaggio che a mio parere è paragonabile solo a quello utilizzato dai gerarchi nazisti nei loro comizi.
Non mi riferivo quindi alla grande maggioranza del genere femminile. La mia analisi è – credo – ormai chiara a tutti/e, da questo punto di vista. Se c’è un’ideologia sulla quale il genere femminile, nella sua gran parte, più o meno consapevolmente, ha scelto di attestarsi, è quella della ragione strumentale dominante. (nel video “Reciprocità e spontaneità” nello spazio degli “articoli” affronto in poche battute questo tema).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Marco e Fabrizio,
sicuramente mi sono espresso in maniera troppo concisa e frettolosa, non volevo intendere che tutte le donne abbiano un atteggiamento nazistoide verso noi uomini nè che Fabrizio volesse riferirsi a tutto il genere femminile.
Quando parlavo di atteggiamento nazistoide del genere femminile pensavo (oltre ovviamente ai casi di interventi sul blog – et similia – a cui fa rifermimento Fabrizio) all’atteggiamento di negazione a oltranza (anche di fronte a realtà evidenziate dalla vita di tutti i giorni, e questo mi faceva venire in mente Goebbels…) che moltissime donne con cui mi capita di entrare in argomento hanno nel momento in cui faccio delle osservazioni su aspetti non edificanti della loro natura (che magari è sconveniente per loro portare alla luce…).
Per fare solo un esempio è quanto capita quando io dico loro che – per lo meno qui in Italia – mi sembra proprio che i tipi che facciano colpo su di loro abbiano sempre le stesse caratteristiche (avvenenza fisica, ricchezza, modo di fare da consumati venditori di fumo, o da violenti,o – a volte – uomini che perdono appresso a loro mesi in corteggiamenti sfiancanti fino al punto quasi da umiliarsi e che alla fine riescono a “prenderle per stanchezza”), mentre sembra che altre caratteristiche (come la tranquillità nei rapporti col prossimo, la lealtà, l’intelligenza, la cultura) siano loro indifferenti quando addirittura non le disprezzino.
Poichè – parlandone con vari amici e conoscenti sin dai tempi del liceo – mi sono reso conto che in tanti sono giunti alle mie stesse conclusioni – e d’altronde la vita di tutti i giorni ci offre spesso una conferma di queste conclusioni, confesso alle mie interlocutrici di trovare quasi matematico che se non sarai fatto di una certa pasta loro non ti considereranno affatto e che per come sono fatto io questo, oltre che allontanare loro da me, allontana me da loro perchè mi fa perdere stima riguardo al loro contenuto umano.
Sono discorsi che ultimamente stanno venendo fuori spesso con ragazze e donne varie, e spesso in risposta a loro domande , infatti, avendo il sottoscritto 38 anni sembra che recentemente più di una persona si chieda – e di conseguenza MI chieda – per quale motivo sono ancora single (dopo più di una esperienza sentimentale finita male), e questa è probabilmente la risposta.
Ebbene in situazioni del genere le risposte femminili (quando sono bonarie) sembrano fotocopiate: “non siamo tutte uguali” ; “ma che razza di donne hai conosciuto” ; “io non sono così” ; “stai generalizzando” ; “forse hai problemi tu” ecc ecc. Quando invece ti vogliono colpire psicologicamente: “bisogna saperci fare” ; “sei uno sfigato” ; “se ragioni così ti credo che una donna non la trovi e non la troverai mai” ; “la volpe che non arriva all’uva dice che è acerba”…insomma a me questa cosa fa venire in mente i regimi totalitari dove chi comanda non può mai essere messo in discussione e se le cose non vanno le colpe sono sempre all’esterno e per questo parlavo di atteggiamento nazistoide.
Spero di non esser stato troppo pesante per la lunghezza del post e di non essere stato inopportuno citando anche la mia situazione personale ma lo ritengo funzionale per spiegare meglio quello che intendevo
Andrea F(Quota) (Replica)
@Andrea F.:
Hai perfettamente ragione e rilancio sul punto dove sei stato messo in discussione, ovvero che non tutte le donne sono cosi..
Personalmente credo che l’attuale situazione sia omogenea per tutte le donne, a loro viene data una “arma”, il fatto che la usino o meno non fa differenza.. la hanno e basta..e tale arma noi non l’abbiamo quindi si puo’ eticamente dire che sono tutte cosi! siamo noi che non abbiamo “armi”.
Al potere ci sarà sempre qualcuno bonario rispetto ad altri.. ma il risultato non cambia..loro hanno il potere e possono usarlo quando vogliono… non a caso lo si evince dalle separazioni nella quasi totalità dei casi..
Damien(Quota) (Replica)
“Spero di non esser stato troppo pesante per la lunghezza del post e di non essere stato inopportuno citando anche la mia situazione personale ma lo ritengo funzionale per spiegare meglio quello che intendevo” (Andrea F.)
Non sei stato affatto pesante (io sono normalmente molto più prolisso di te, … )né tanto meno inopportuno parlandoci della tua situazione personale. Al contrario.- Magari ce ne fossero a migliaia di uomini capaci di portare alla luce la loro sofferenza, il loro disagio, le loro problematiche personali, anche le più intime e riservate. E’ proprio da lì che dobbiamo partire, cominciando a gettare al macero quei residui di “machismo” che ci impediscono di affrontare di petto la nostra condizione complessiva di uomini in questo mondo e, nella fattispecie, in questo specifico contesto storico-culturale.
Le considerazioni che fai sono senz’altro condivisibili ed è certo che la gran parte degli uomini è in grado di comprendere perfettamente il tuo disagio perché lo ha vissuto o lo vive in prima persona, anche se il più delle volte non lo ammette neanche a se stesso. E proprio questo è il primo fondamentale compito che abbiamo: lavorare per far sì che i maschi escano dal solipsismo, superando i loro timori e quella sorta di pudore (falso, perché scientemente instillato da chi ha interesse che si trovino in quella condizione di paralisi emotivo-psicologica) che gli impedisce di assumere una piena consapevolezza di sé, passaggio fondamentale per poter trasformare la loro condizione, sia individuale che collettiva.
“Ebbene in situazioni del genere le risposte femminili (quando sono bonarie) sembrano fotocopiate: “non siamo tutte uguali” ; “ma che razza di donne hai conosciuto” ; “io non sono così” ; “stai generalizzando” ; “forse hai problemi tu” ecc ecc. Quando invece ti vogliono colpire psicologicamente: “bisogna saperci fare” ; “sei uno sfigato” ; “se ragioni così ti credo che una donna non la trovi e non la troverai mai” ; “la volpe che non arriva all’uva dice che è acerba”…insomma a me questa cosa fa venire in mente i regimi totalitari dove chi comanda non può mai essere messo in discussione e se le cose non vanno le colpe sono sempre all’esterno e per questo parlavo di atteggiamento nazistoide”. (Andrea F.)
Condivido in toto (al di là del “nazistoide, ho compreso perfettamente cosa intendi dire…). E mi limito a dirti che non mi curerei affatto di questi desolanti e scontati luoghi comuni che ci vengono ripetuti da sempre. Questa paccottiglia deve scivolarci addosso, non ci dobbiamo neanche stare a pensare un secondo più…
“…mi sembra proprio che i tipi che facciano colpo su di loro abbiano sempre le stesse caratteristiche (avvenenza fisica, ricchezza, modo di fare da consumati venditori di fumo, o da violenti,o – a volte – uomini che perdono appresso a loro mesi in corteggiamenti sfiancanti fino al punto quasi da umiliarsi e che alla fine riescono a “prenderle per stanchezza”), mentre sembra che altre caratteristiche (come la tranquillità nei rapporti col prossimo, la lealtà, l’intelligenza, la cultura) siano loro indifferenti quando addirittura non le disprezzino”. (Andrea F.)
Del tutto condivisibile anche questa seconda considerazione che peraltro porta alla luce alcune delle più clamorose contraddizioni del “femminile femministizzato”. Da una parte è stato criminalizzato il genere maschile accusato di avere oppresso da sempre quello femminile. Dall’altra sono proprio quegli uomini che si trovano, per diverse ragioni, in una posizione dominante all’interno del contesto sociale, i primi ad essere oggetto (anche in modo spesso sfacciato) delle attenzioni femminili. Una contraddizione in termini di proporzioni colossali. “Ma come? Proprio i nostri “oppressori” di sempre (i maschi dominanti) sono quelli da cui siamo attratte?”
Un bel paradosso, non ci piove; se avessero un briciolo di coerenza, soprattutto le femministe, ci dovrebbero riflettere…
Fabrizio
P.S. è evidente che a volte, per ovvie ragioni, il sottoscritto deve andarci cauto nell’esprimere le proprie opinioni.
Ciò detto, non riesco a trovare nessun altro parallelismo (quando parlo di atteggiamenti nazistoidi) per descrivere le teorie e soprattutto i comportamenti pratici, di alcune correnti ideologiche, le più estremiste, del femminismo.
La violenza, il disprezzo e il livore (nonchè il sessismo e il razzismo) contenuti in alcuni interventi nei nostri confronti e non solo, non hanno altri termini di paragone se non quelli sopra citati.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Personalmente credo che l’attuale situazione sia omogenea per tutte le donne, a loro viene data una “arma”, il fatto che la usino o meno non fa differenza.. la hanno e basta..e tale arma noi non l’abbiamo quindi si puo’ eticamente dire che sono tutte cosi! siamo noi che non abbiamo “armi”
Al potere ci sarà sempre qualcuno bonario rispetto ad altri.. ma il risultato non cambia..loro hanno il potere e possono usarlo quando vogliono… non a caso lo si evince dalle separazioni nella quasi totalità dei casi.”
Damien6:55 am – 17th agosto
Sono completamente d’accordo con te
Andrea F(Quota) (Replica)
io comunque (per via della definizione nazistoide ) farei sempre la distinzione tra donne e femministe(almeno quelle del “ceppo duro” ,le fem-doministe) ,stesso genere ,ma sicuramente dalle idee molto diverse(almeno si spera),altrimenti si rischia di cadere nella stessa loro arma cioè come dire che gli uomini sono violenti ………
ma queste fem-doministe .a proposito di sfigati ,hanno una loro idea chiara ,e c’è lo spiegano in questo loro bell’articoletto
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LO SFIGATO DEGLI ANNI 80 NON FA RIDERE
Ricordate il classico personaggio da film anni ’80-’90 che di nascosto sogna acrobazie erotiche con donne favolose e, a lui, irraggiungibili?
Quelle donne favolose erano dipinte come streghe bellissime senza anima, cretine perlopiù e, spesso, mangiasoldi. Per giustificare un eventuale rifiuto.
E l’ossessione maniacale e un po’ perversa per la biancheria intima? Il feticcio onnipresente, lo stalking goffo.
Questa tipologia d’uomo è cresciuta ed è diventata adulta.
Una generazione di uomini italiani convinta di non riuscire a farcela con le donne perchè bruttini, perchè non abbastanza fighi, non abbastanza ricchi.
Immedesimandosi con le canzonette da quattro soldi degli 883, immedesimandosi nello scenario paninaro e nullafacente di una vasta gamma di giovani uomini ( e donne), privi di qualunque interesse verso il Mondo, la Cultura e la Politica.
Adesso sono arrivati agli over 30 e vorrebbero poter tornare indietro.
Continuano la loro strada adolescenziale nel corpo di un adulto, quindi…liberi di fare danni.
Quando la frustrazione dello sfigato però si tramuta in odio, allora la cosa si complica.
Trasformati in macchine da consumo facile ( porno, cibo ecc.), gli uomini italiani sono cresciuti frustrati, bamboccioni e poco inclini ad una reale evoluzione. A furia di inculcare questo modello agli uomini, dalla virilità alla sfigaggine, ecco che le menti meno brillanti e dal background sociale e culturale più degradato, si trasformano in violenti.
Allora compare la morbosità verso la donna bellissima, l’ invidia verso il Premier, l’odio verso quelle donne bellissime, rifattissime che incarnano alla perfezione l’ideale di attrice porno.
Tutto quel sesso ovunque che pian piano rende frustrati, deboli.
L’idea di dover fare sesso almeno tutti i giorni con la partner altrimenti…non è amore.
Il dover per forza eiaculare, sfogare, vincere. L’ orgasmo è diventato asettico, plastificato. Il sesso? Non è più una semplice connessione fatta di corpi, menti e desiderio. E’ un atto dovuto, da compiere meccanicamente. Una megasega.
Sono gli uomini-masturbo a vincere qui in Italia, a dettare legge, a compiere azioni fasciste e violente.
E sono ovunque. Non voglio fare la qulunquista per carità. Ma sono davvero O-V-U-N-Q-U-E!
Che abbiano valori elevati e democratici o bassi e conservatori, questa repressione da (ex?) sfigato persiste nella mente e nel corpo di tantissimi italiani
FONTE http://ladyradio.noblogs.org/post/2011/03/14/lo-sfigato-da-film-anni-80-non-mi-fa-ridere/#comments
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ma queste femministe ,lo sanno sono che ,a decidere se uno è sfigato o meno ,sono proprio loro ,con i loro atteggiamenti??
e quindi ,con tutto quello che descrivono .fino alla immancabile violenza ,che sembra che l’uomo proprio non ne possa fare a meno ??
senza contare la “chicca” finale
“Sono gli uomini-masturbo a vincere qui in Italia”
certo ,come no ,,,questi uomini sono pieni di “trofei”
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ma non poteva di certo mancare il finale vittimistico dal lato femminista
Intanto noi ridacchiamo, ci immedesimiamo anche noi nella sfigataggine, ma lo facciamo in maniera autoironica e, forse, un po’ masochista-vittimista.
Se non siamo bonazze e se non riusciamo ad avere tanti partner, se non facciamo tanto sesso, sempre e comunque, anche noi donne ci releghiamo nella sezione “sfigate”, per poi trasformarci in perfette geishe o mammine quando capitiamo con l’italiota di turno.
Quante giovani donne rinunciano a se stesse per un briciolo di fidanzamento, per un uomo accanto. E non per amore ma, sempre, per questo epitaffio crudele ” SFIGA”.
L’ Italia va così avanti con questo scempio che sono stati gli anni ’80-’90 italiani. Una melassa, un blob informe di stupidi stereotipi che ancora ci portiamo addosso.
Pieni di cicatrici andiamo avanti iperdeboli, insicuri. Siamo una generazione adulta ma a 30′anni, siamo davvero cresciuti?
Ci riteniamo davvero capaci di cambiare le cose?
Non basta manifestare o agire con qualche azione sociale. La vera rivoluzione dovrebbe partire da noi.
Dalle nostre vite, dalle nostre scelte.
La vera rivoluzione sarebbe quella di crescere una buona volta, mostrarsi al Mondo per quello che si è e non per quello che vorremmo essere.
Accettare gli altri per i loro difetti e i loro pregi, senza pretendere cambiamenti radicali.
La staticità italiana della nostra generazione mi fa capire che in questo Paese per quanto si faccia e si dica, si rimarrà sempre indietro.
Pronti a colpire il nemico e a dire la nostra, a gridarla anche ma dentro c’è sempre quel velo di insicurezza, quell’ ansia da prestazione sociale che affligge tanti di noi.
Non c’è reale comprensione per i problemi altrui, si dialoga giudicando l’altro, si invadono gli spazi altrui senza chiedere mai il permesso, senza bussare mai.
Una crociffisione di chi invece vuole evolversi.
In questo frangente le donne sono le più colpite e non perchè sono Femminista ( e felice di esserlo). No.
Perchè le donne sono portate fin da piccole a dover dare e fare sempre di più, aspettandosi però sempre meno.
Siamo in continua competizione con noi stesse e le altre. Anche questo fa male, anche il non capire quanto valiamo davvero è deleterio.
Noi quando facciamo, veniamo vessate, calpestate, sottomesse.
Dobbiamo sempre difenderci con i denti e con le unghie e non tutte sopravvivono. Tante si lasciano andare, sconfitte, esauste.
La prima cosa da fare è saper dire di no. Sapersi difendere DAVVERO e riunciare ad una persona se questa si comporta male con noi.
Non è normale tutta questa ossessione morbosa verso il proprio Ego, non trovo normale gli italiani, sempre in prima linea per i PROPRI principi, spacciati per comuni, oggettivi, Universali.
Le donne italiane si stanno svegliando? Vi state svegliando amiche? Sorelle?
Siete capaci di dire ” Io mi amo”? Siete capaci di essere critiche con voi senza flaggellarvi in continuazione?
Io mi sto ponendo queste domande, sto facendo la mia rivoluzione. E voi?
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credo che ,queste frasi ,ormai escono dalle orecchie ,le donne devono faticare sempre di più per avere sempre di meno ecc ecc
ma ,vorrei basare un punto su una frase “io mi amo” ,sempre di più in maniera individuale ,prima donna ,dopo persona ,quindi ,prima viene il genere di appartenenza ,poi la classe …quindi per il femminismo ,una Marcegaglia e una operaia ,in quanto donne ,sono sulla stessa barca ,credo che le cose siano un pochino differenti
mauro recher(Quota) (Replica)
ma ,vorrei basare un punto su una frase “io mi amo” ,sempre di più in maniera individuale ,prima donna
(mauro9
>>>>
Secondo me le parole di queste donne vanno prese per quello che sono: parole di donne, sole e disperate.
Per quanto riguarda quest’altra tua frase, caro Mauro,
“altrimenti si rischia di cadere nella stessa loro arma cioè come dire che gli uomini sono violenti ………”,
vorrei chiederti: perché hai così timore di quello che possono dire o scrivere un gruppo di gatte frustrate, in cerca di fidanzati e mariti (la realtà occultata è solo questa…), sui loro blog?
Ed inoltre, perché ci tieni tanto a sottolineare che “gli uomini non sono violenti” ?
Falso, caro Mauro, perché gli uomini sono ANCHE violenti.
Basta leggere le cronache quotidiane, per rendersene conto. Fra donne non accade altrettanto. Le loro stilettate velenose sono nulla in confronto alle sprangate, coltellate e pistolettate che gli uomini si “scambiano” fra di loro.
Un esempio: il molestatore (o stalker) ucciso un paio di giorni fa a Roma.
Andrea(Quota) (Replica)
..ah Mauro.. nun te devi da preoccupà.. la solitudine appare l’inevitabile destino delle nazivaginofemdoministe, semprechè, superata la soglia degli anta, non trovino no zerbino o diventano lesbiche! (che in molti forum auspicano ad una vita mediocre con un uomo che reputano mediocre..)
Queste se reputano immortali, unte d’immenso, sempre CIOFANI, non capiscono che dopo n’età certa, c’è la certa età.. e li avoja de fa le plastiche.. nun se le inqla nessuno.. non so bbone per farci na famiglia, piene di veleno come sono, al massimo te le vedi nei vari forumme a sputà veleno, qualcuna cià na figlia/o che è il vero disgraziato/a della situescion cresciuti a odio e risentimento verso quello che l’ha infornata bene bene la nazi e l’ha mollata! e sperano de trovà un pollo al quale affibbià la situescion! seee come no! stai fresca!
alle nazi dije..: did you want the bike? now you pedal!
Damien(Quota) (Replica)
“Basta leggere le cronache quotidiane, per rendersene conto. Fra donne non accade altrettanto. Le loro stilettate velenose sono nulla in confronto alle sprangate, coltellate e pistolettate che gli uomini si “scambiano” fra di loro.
Un esempio: il molestatore (o stalker) ucciso un paio di giorni fa a Roma”. (Andrea)
In tutta sincerità, Andrea,e senza nessun intento polemico, mi sembra una considerazione un po’ superficiale. Sappiamo perfettamente quali complesse implicazioni ci siano dietro al concetto di violenza (e per la verità, ce ne siamo occupati anche molto spesso…) e a come viene messa in atto e praticata, spesso ovviamente con modalità diverse, come è inevitabile, sia da parte degli uomini che delle donne. Violenza fisica, psicologica, sessuale, sui minori, sugli anziani, di uomini su altri uomini, sulle donne e sui minori, di donne su altre donne, sugli uomini e sui minori. Per non parlare della violenza “per conto di” o “per conto terzi”, e proprio l’omicidio di quell’uomo, cosiddetto “stalker”, avvenuto a Roma nell’indifferenza generale e in un clima di quasi tacita compiacenza, ne è una testimonianza…Sono in realtà segnali molto gravi (come l’omicidio da parte della polizia di quell’uomo, avvenuto sempre a Roma, poche settimane fa) che non vanno affatto presi sotto gamba e sui quali è bene invece cominciare una seria ed attenta riflessione…
Abbiamo dedicato a questo tema diversi articoli, quelli che mi saltano alla mente sono “Un brusco risveglio” (che poi è un video con un servizio sulle violenze da parte delle donne sui minori in USA), “La grande menzogna”, “Ho subito violenza ma l’Istat non lo sa”, “Stalking e sondaggi”, “La vera storia del femminismo” (video anche questo).
Insomma, ciò che voglio dire è che se ci mettiamo anche noi a sostenere la tesi che gli uomini sarebbero i depositari esclusivi della violenza, allora lasciamo perdere la QM. Il che non significa affatto occultare le responsabilità maschili, che esistono come è vero che è la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa, e che comunque nessuno di noi nega.
Come dovresti sapere, siamo in prima linea nella lotta al “machismo”, e l’uso cieco e irresponsabile della forza fisica (non solo e non tanto contro le donne quanto soprattutto contro altri uomini…) che si traduce inevitabilmente in una violenta aggressività, è una delle sue componenti più becere e dannose, oltre che psicologicamente malata.
Ma è ovvio che nessuno se la può cavare a buon mercato criminalizzando questo o quell’altro genere, scaricando la patata bollente sugli altri o sulle altre, chiamandosi fuori e sollevandosi da ogni responsabilità, magari trovando dei facili capri espiatori.
Il tema della violenza è assai delicato ed è uno dei punti di maggior attacco nei confronti del maschile nel suo complesso. Facciamo tutti attenzione perché non possiamo permetterci di scivolare su di una buccia di banana…Anche perché dovremmo avere ormai una certa esperienza…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
infatti Andrea ,purtroppo non ho riletto, la frase giusta è la seguente
altrimenti si rischia di cadere nella stessa loro arma cioè come dire che gli uomini sono TUTTI violenti ..(solo per appartenere al genere maschile)
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comunque trovo davvero ineccepibile questo commento
“Solo a me sembra un atteggiamento irriduciblimente sessista e razzista il suggerire, in maniera più o meno esplicita, che ogni uomo dovrebbe sentirsi, pur infinitesimamente, corresponsabile di crimini commessi da altri uomini, semplicemente perché il genere di appartenenza è il medesimo?”
mauro recher(Quota) (Replica)
Insomma, ciò che voglio dire è che se ci mettiamo anche noi a sostenere la tesi che gli uomini sarebbero i depositari esclusivi della violenza, (Fabrizio)
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Non ho scritto questo, bensì, che a prescindere da tutte le varie e giuste considerazioni che si possono fare – e che in questo blog sono state fatte – quando si tratta di violenza fisica gli uomini sono soliti scannarsi fra di loro molto di più di quanto facciano le donne fra di loro. E ‘ un dato di fatto, non un’opinione. Tutto qua.
Andrea(Quota) (Replica)
“Non ho scritto questo, bensì, che a prescindere da tutte le varie e giuste considerazioni che si possono fare – e che in questo blog sono state fatte – quando si tratta di violenza fisica gli uomini sono soliti scannarsi fra di loro molto di più di quanto facciano le donne fra di loro”. (Andrea)
Questo è un altro discorso rispetto al primo, quanto meno il concetto è chiaro e per quanto mi riguarda anche condivisibile. Ma più che di violenza nel caso specifico stiamo parlando della conflittualità fra maschi e della totale assenza da parte loro, a differenza delle donne, di una consapevolezza di genere (questa è la vera tragedia della attuale condizione maschile). La violenza, in questo caso, è solo un epifenomeno, una conseguenza di questa condizione di assoluta non consapevolezza. Il gruppo di uomini (la logica del branco) che ha massacrato di botte quello stalker (o quanto meno presunto tale) fino ad ucciderlo ne è la prova.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La violenza, in questo caso, è solo un epifenomeno, una conseguenza di questa condizione di assoluta non consapevolezza. (Fabrizio)
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Non sono un esperto in materia, ma so per certo che in tutte le culture gli uomini uccidono altri uomini da venti a quaranta volte di più di quanto le donne uccidano altre donne. Perciò credo che il discorso non possa essere ricondotto solo a una questione di consapevolezza di genere, ma anche a una naturale maggior competitività fra uomini. Le differenze di genere vanno ricercate pure qui (sempre a mio parere).
Andrea(Quota) (Replica)
Andrea, quando parlavo di violenza come epifenomeno di non consapevolezza mi riferivo al caso specifico del mortale pestaggio dello stalker romano e a episodi simili …
E’ ovvio che se decidessimo di affrontare il tema della violenza nel suo complesso dovremmo sederci intorno ad un tavolino e non alzarci per qualche anno… Ammesso e niente affatto concesso di riuscire a sbrogliare il bandolo della matassa, data appunto l’estrema complessità della materia…
Ciò che volevo dire è che spesso la violenza maschile (come nel caso da te citato dello stalker assassinato) è agita “per conto terzi” e che il femminile, molto spesso, anche se indirettamente, ha la sua voce in capitolo e la sua dose di responsabilità per quella stessa violenza commessa da uomini ai danni di altri uomini (o di donne).
Con questo,come ho già ribadito più volte, non voglio in nessun modo sollevare il genere maschile dalle sue responsabilità; al contrario. Io non rovescio il femminismo come un guanto, non avrebbe senso e non è certo quello che stiamo facendo qui.
Il discorso sulla violenza maschile (e femminile) sarebbe non lungo; di più, e non posso certo affrontarlo ora in un post (sarebbe complesso e non si riuscirebbe ad esaurire la questione neanche scrivendoci un libro).
Voglio solo dirti, in tutta sincerità, che affrontando il tema come lo affronti tu, si scopre il fianco, anche molto ingenuamente, alle offensive dell’avversario che, come sappiamo, gioca proprio sui numeri e sulle percentuali (spessissimo false, gonfiate ed artefatte, proprio grazie ad un’abile operazione di occultamento, manipolazione e rimozione delle cause prime) grossolanamente ma efficacemente “sparate” a livello mediatico e non solo.
Se ci lasciassimo pervadere anche noi da questa logica (che è quella con cui vengono svolti i vari sondaggi sulla violenza maschile che ci spiegano che la metà della popolazione maschile italiana è composta da stupratori e molestatori) faremmo prima a chiudere i battenti.
Gi uomini, come dici tu, si ammazzano fra loro molto di più di quanto non facciano le donne? E grazie al cavolo…Scusa, ma lo sapevamo già, non mi sembra una grande scoperta, si tratta di capire perché, cosa c’è dietro, quali sono le cause, cosa determina il tutto. Le donne non hanno le stesse modalità maschili nel praticare violenza? Sono meno evidenti, meno cruente, meno brutali, agiscono in modo più subdolo rispetto agli uomini (relativamente, come sappiamo…)? E grazie al cavolo anche in questo caso. Sapevamo già anche tutto questo.
Ma se ci fermassimo al dato, così come lo riporti tu, che gli uomini commettono violenza dieci, venti o quaranta volte più delle donne (per lo meno nei termini più tradizionali), non solo non avremmo scoperto nulla di nuovo ma, come ripeto, faremmo un bel regalo ai nostri avversari che dalla mattina alla sera ci spiegano che “la violenza è sempre e solo maschile”…
Questo, scusa la sincerità, è lo stesso atteggiamento delle femministe. Ricordi come rispose Natalia Aspesi sulla sua rubrica del Venerdì di repubblica in risposta alla mia lettera “Ho subito violenza ma l’Istat non lo sa?”? “Sì, lei può parlare quanto vuole della violenza che ha subito dalle donne, ma alla fine a finire con la gola tagliata da un amante geloso siamo sempre noi …”.
Chiusi i giochi (falsamente, e lo sa bene anche lei…). E’ questo il metodo che utilizzano per mettere a tacere ogni critica. Non può essere questo (o comunque non solo questo) il parametro (meramente quantitativo) per affrontare il tema della violenza, è evidente. Il 99% dei detenuti nelle carceri italiane (e mondiali) è composto da sottoproletari e marginali (ormai in gran parte extracomunitari) che hanno commesso, o sono stati accusati di aver commesso atti violenti (contro le persone fisiche o contro il patrimonio) . Da ciò cosa ne deduciamo? Che le classi sociali più disagiate sono le uniche responsabili della violenza in quanto tenutarie della stessa? Oppure che gli immigrati sono più violenti per natura? Ma che discorso è?…
E’ evidente che dobbiamo andare a comprendere le ragioni di questo disagio che sfocia anche in atti di violenza. Perché, licenziare o mettere in cassa integrazione migliaia di lavoratori non è forse indirettamente un atto di violenza? Lo è ma non lo è in modo palese. Quando Marchionne ha minacciato di chiudere lo stabilimento di Mirafiori se non avessero prevalso i sì al referendum, non stava forse commettendo un atto di violenza (oltre che un ricatto, e anche un ricatto è violenza)?
La risposta è sì. Però nessuno lo avrebbe accusato di violenza se avesse chiuso Mirafiori gettando sul lastrico migliaia di persone. Se invece qualcuno gli avesse tirato un sasso sul vetro della macchina spaccandoglielo, oppure gli avesse tirato un bullone sulla fronte durante una conferenza stampa o una manifestazione, quel qualcuno sarebbe stato immediatamente arrestato e accusato di avere commesso un gravissimo ed ingiustificabile atto di violenza (e giù tutta la solita grancassa mediatica sulla violenza ecc ….).
Forse il termine di paragone che ho portato può essere banale (sono specialista, come risaputo, per portare esempi banali) ma spero sia efficace.
E’ necessario indagare, e in profondità, quando si affrontano determinati argomenti, non fermarsi in superficie, e soprattutto scrutare dentro e dietro ogni piega. Ed è proprio lì che si fanno delle grandi scoperte…Si arriva addirittura a rovesciare le cose…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
senza contare che in molti siti femministi, la “violenza di genere” è un loro cavallo di battaglia. Viene messo in risalto, sopratutto ,il genere di appartenenza ,come ad esempio quando succede una tragedia della strada (non ultima quella dei 4 francesi uccisi ) viene messa in risalto la nazionalità. C’è da domandarsi: ma è davvero cosi importante la nazionalità di un ubriaco ? è fondamentale conoscere il genere ,in sostanza
è fondamentale sapere che è un uomo ? E sopratutto, serve allora a qualcosa mettere tutto il genere in croce per colpa di uno che ha commesso un atto violento, come puo essere un omicidio ?
La Zanardo in un post aveva scritto che, qualche domanda ,se fosse uomo ,se la sarebbe fatta… ,come dire ,io sono donna e queste cose non mi toccano…Abbiamo visto con i vari articoli che purtroppo la violenza è davvero universale e riguarda tutti ,chi più e chi meno …..
Un ultima considerazione. Fabrizio ,Andrea ed io siamo tre uomini, sicuramente siamo molto diversi tra di noi ,eppure per certi siti femministi ,in quanto uomini, siamo dei potenziali assassini , ti sembra una osservazione giusta ?
mauro recher(Quota) (Replica)
Andrea, questo è quanto scrivevo alcuni anni fa.
>
http://ultimefile.forumfree.it/?t=2007445&st=165
Finché la Storia viene letta in apparenza, finché si pensa che il vero potere stia nella spada, nella borsa, nel libro e nella poltrona, risulta impossibile contrastare l’evidenza, perché non si può negare che quegli strumenti sono stati quasi totalmente in mani maschili.
Finché la violenza si intende (solo) quella visibile, quella punita dal codice penale e non (anche) quella invisibile (di cui la prima è – in sostanza – pura manifestazione), non si può cacciar via le femmine dal trono morale sul quale stanno sedute perché la violenza maschile è visibile e non può essere negata.
L’autorità morale femminile è una autorità usurpata perché fondata su una impotenza femminile che non è mai esistita e su una innocenza che parimenti non può esistere.
Nondimeno oggi le femmine occidentali hanno questa autorità.
Da qui si vede che l’interpretazione materialistica della Storia deve essere superata altrimenti non si viene a capo di nulla.
Non si vedono né il potere occulto né le malefatte femminili e nemmeno tutto il resto.
Sandro2(Quota) (Replica)
Andrea, questo è un brano tratto da IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.
__________________
La pena capitale: una pena tutta maschile
[Il carnefice] trovò difficile accettare il compito di distruggere la vita di un membro del sesso che, secondo quanto gli avevano insegnato fin dall’infanzia, meritava rispetto e tenerezza perché dava la vita.[15]
«Ventitré americani sono stati giustiziati e poi scoperti innocenti. Tutti e ventitré erano uomini.»[16]
«Negli Stati Uniti, ogni anno[17] circa 1900 donne commettono omicidi.»
«Quando le donne commettono un omicìdio, circa il 90 per cento delle vittime è costituito da uomini.»[18]
Dunque, a partire dal 1954 all’incirca 70.000 donne hanno ucciso; le loro vittime comprendono all’incirca 60.000 uomini ma, come vedremo tra poco, nessuna donna è stata giustiziata dopo aver ucciso soltanto un uomo.[19]
Ormai da una quarantina d’anni siamo sempre più protettivi nei confronti delle donne e sempre meno nei confronti degli uomini – anche se l’uomo è un ragazzo e dunque un minore, come era Heath Wilkins. Ecco come vanno le cose.
«Marjorie Filipiak e il sedicenne Heath Wilkins furono ritenuti colpevoli, compiici di un omicidio. Non erano certo criminali incalliti. Heath Wilkins fu condannato a morte; Marjorie Filipiak rimase in libertà.»[20]
«Si scoprì che Heath Wilkins era stato vittima di abusi sessuali da piccolo, ma ciò non impedì al giudice di condannarlo alla pena capitale.[21] Quando si scoprì che Josephine Mesa era stata vittima di abusi sessuali da piccola, la giuria decise di lasciarla libera.[22] Josephine Mesa aveva uccìso il figlioletto di 23 mesi.»
Sandro2(Quota) (Replica)
Che io sappia non esiste pagina nel web o sulla carta in cui qualcuno del Momas abbia sostenuto che la violenza maschile non esiste o dove si neghi la sproporzione tra le assassinate dai maschi contro gli assassinati dalle femmine, che stanno nella proporzione di 20 a 1.
Da dove viene dunque la ricorrente necessità di “smentire” ciò che nessuno ha mai detto, di mettere sotto i nostri occhi la verità innegabile della violenza maschile che noi invece tenteremmo – goffamente e puerilmente – di negare?
Disvelamento.
Si denuncia l’immaginato tentativo dei Risvegliati di nascondere, mascherare, negare i crimini maschili, come se, con questo escamotage, tentassero di ridurre la colpa di Genere e quindi il debito e quindi l’ammontare del risarcimento che tutti debbono alle femmine in mille forme e in misura illimitata. Come se quella rimemorazione, l’eterno ricordo di quella innegabile verità, avesse per scopo la criminalizzazione dei MM e fosse il fondamento della cambiale che le FF possono riscuotere sine die. E infatti è così. Quello è lo scopo/effetto (voluto consciamente o meno) del richiamo a quella verità. Una verità utile al disarmo morale maschile. “Non bisogna dimenticare…” i crimini maschili. Se li dimenticassimo, cosa accadrebbe? Si oscurerebbe il Sole? Andrebbe a pezzi la Terra? No. Andrebbe a pezzi la colpa e quindi il debito.
Solo il male.
Si guardi da una finestra verso le città o le campagne. L’opera ciclopica degli uomini, la creazione, la costruzione della quasi totalità di ciò che esiste: il bene mai ricordato. Si guardi dentro casa. Si guardi dove si vuole, sempre apparirà il bene operato dagli UU. Primariamente per le DD. Si guardino i morti e gli invalidi del lavoro, gli operatori del rischio e dei pericoli. Uomini e sempre uomini. Di questo bene mai una parola. Degli UU si vede solo il male, perché il cuore è malato e la rimemorazione del male è la verità utile alla loro subordinazione psicologica.
La verità mistificatrice.
Anche qui mi ripeto: si può mentire sia con la verità che con le bugie. Un grande racconto mistificatorio e manipolatorio non è la somma di mille falsità. É un complesso di verità vere, di verità verosimili, di mezze verità, di omissioni, stravolgimenti, occultamenti, contraddizioni, assurdità e di falsità faraoniche. Sì, ci possono essere persino delle bugie! Anche con le falsità si può mentire… L’innegabilità della violenza maschile è verità tanto mistificatrice quanto la più smaccata menzogna. Ciò che conta è se sia o meno manipolatrice, non se sia vera o falsa.
Quale violenza?
La violenza è maschile perché è definita tale solo quella maschile. Ma su questo abbiamo già scritto insieme, qui e altrove, quanto basta (per il momento).
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
RDV: Come se quella rimemorazione, l’eterno ricordo di quella innegabile verità, avesse per scopo la criminalizzazione dei MM e fosse il fondamento della cambiale che le FF possono riscuotere sine die. E infatti è così. Quello è lo scopo/effetto (voluto consciamente o meno) del richiamo a quella verità. Una verità utile al disarmo morale maschile. “Non bisogna dimenticare…” i crimini maschili. Se li dimenticassimo, cosa accadrebbe? Si oscurerebbe il Sole? Andrebbe a pezzi la Terra? No. Andrebbe a pezzi la colpa e quindi il debito
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Mi sembra non ci sia niente da aggiungere. Verità assoluta.
Alessandro(Quota) (Replica)
si è vero le donne sono consapevoli che non possiamo toccarle e, forti di questo, si divertono a scoprirsi, esporsi, provocarci, stuzzicarci, detto in termini un pò brutali, farci eccitare ed arrapare il più possibile, e poi farci restare con la voglia, anche semplicemente di toccare per due secondi, inappagata!!!!non è che sono contrario alle minigonne ed alle scollature, ma a volte è palese l’intento di provocare prioprio il più possibile!!!!!!hanno il coltello dalla parte del manico, sanno di averlo e se ne approfittano!!!poi se uno le guarda x 3 secondi loro ti guardano male, come se avessi fatto chissà che affronto!!!insomma vogliono proprio la sottomissione e la repressione totale di noi maschi, vogliono proprio avere il potere ed il dominio!!!
Giovanni(Quota) (Replica)
poi nn è solo che nn si può toccare e nn si fanno toccare, fosse così sarebbe anche accettabile, il fatto è che siamo all’integralismo al fondamentalismo talebano più estremo e assoluto!!!!!non solo molte ti darebbero uno schiaffo se le tocchi solo un attimo, non dico il seno, ma addirittura il sedere, non solo ti darebbero molti schiaffi, ma certe (chissà quante?non ho idea) addirittura vanno su tutte le furie, impazziscono letteralmente, si imbestialiscono, ti aggrediscono, e si salvi chi può!!!diventano delle vere bestie scatenate, delle belve feroci, capaci di fare chissà cosa, qualsiasi cosa, e tutto x una toccata di un attimo!!!!se non arrivano a ucciderti, poco ci manca, di sicuro sn capacissime di mandarti all’ospedale, di farti parecchio male!!!e già se fossero uno o due schiaffi dati forte sarebbe doloroso e cmq violenza!!!ma x certe integraliste se uno osa toccare un attimo è subito un mostro privo di ogni diritto verso il quale ogni reazione è lecita e legittima, ogni violenza è praticabile, se non l’omocidio poco ci manca!!!!
e poi le denunce!!!quelle che nn sn violente e non reagiscono in modo violento possono benissimo arrivare fino al punto, comunque estremo, di denunciare uno x una semplice toccatina di un attimo, magari data x la prima volta in tutta la sua vita, dopo che altre centomila volte aveva visto donne bellissime e provocantissime e nn aveva mosso un dito!!!denuncia!!!trattare uno come un criminale, uno da mettere alla gogna, un delinquente!!!metterlo nei guai!!!farlo processare, costringerlo a difendersi, farlo finire sui giornali, falo etichettare addirittura come maniaco, porco, pericoloso molestatore di povere fanciulle indifese ecc!!!secondo me arrivare a denunciare uno è veramente una cosa estremista e integralista e fanatica ed è un comportamento proprio stronzo, ma tanto stronzo!!!!!se proprio vuoi reagire male puoi dargli uno, due schiaffi…puoi al limite dire che la prossima volta lo denunci o che potresti denunciarlo…ma arrivare, SUBITO, alla denuncia, veramente, si commenta da sè!!!
Giovanni(Quota) (Replica)
leggo ora nel commento di rino del 18 agosto:
… come se l’eterno ricordo di quella innegabile verità, avesse per scopo la criminalizzazione dei MM e fosse il fondamento della cambiale che le FF possono riscuotere sine die.
Qualcosa di simile a quello che Norman G. Finkelstein denuncia nel suo “L’industria dell’olocausto”. Siccome ho appena visto il bel documentario “American radical: the trials of Norman G. Finkelstein” (sottotitolato in italiano, per chi volesse cercarlo in rete e vederlo, anche su youtube), mi è venuto in mente. E’ l’uso improprio che a volte viene fatto di immani tragedie. (Sono ebrea, come Finkelstein, e spero di non suscitare un vespaio citando il suo libro, qui.)
dia(Quota) (Replica)
Non susciti alcun vespaio, Dia, perché più volte e in più occasioni abbiamo utilizzato proprio l’Olocausto come termine di paragone (azzeccatissimo) per significare il concetto di colpa inemendabile e inestinguibile su cui si fonda il processo di criminalizzazione dell’intero genere maschile, a prescindere dalle responsabilità personali e dalle condizioni sociali, economiche, culturali, ambientali e quant’altro.
Nel momento in cui l’intera Storia dell’Umanità viene reinterpretata e ridotta ad oppressione del genere femminile da parte di quello maschile , appare evidente l’operazione culturale-psicologica che viene messa in campo che si fonda sulla colpevolizzazione a tempo indeterminato del genere maschile. Formalmente e di fatto una condanna: fine pena: mai!
La domanda che mi pongo da tempo è come sia stato possibile che una ideologia così rozza, semplicistica (direi addirittura “sempliciotta”…) e banale, paragonabile senza esagerazioni poco più o poco meno ad una fiaba per bambini (il lupo cattivo e cappuccetto rosso oppure L’Orco mangiabambini) abbia potuto affermarsi fino a stravincere e a diventare uno dei due mattoni fondamentali dell’ideologia attualmente dominante (l’altro è la ragione strumentale capitalistica) .
Questo è per me tuttora un mistero, anche se da un punto di vista razionale abbiamo sviluppato tante e tante analisi (anche corrette, sia chiaro). Resta qualcosa che sfugge alla logica, ed è qualcosa che sta nel profondo della psiche degli uomini. E’ lì che bisogna indagare.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Dia.
>>
Qualcosa di simile a quello che Norman G. Finkelstein denuncia nel suo “L’industria dell’olocausto”
>>
Precisamente, tant’è vero che nella letteratura fem.sta si può trovare il termine “olocausto” riferito alla storia femminile. Stesso termine per lo stesso scopo: il disarmo morale degli avversari, la costituzione di un credito illimitato.
Eppure l’Olocausto c’è stato, non è forse una verità incontrovertibile? Certo, il che prova in modo solare che si può mentire, ossia MANIPOLARE anche con la verità, non solo con le bugie.
E qui sta tutto il busillis, qui sta l’arcano.
Altro che determinare se e in che misura ci siano delle verità nel racconto fem.sta.
Verità o bugie sempre e cmq manipolazione è!
Mi ripeto: con la verità si può mentire.
Sembra impossibile ma è così, giacché quando si dice menzogna si dice MANIPOLAZIONE degli altri a proprio vantaggio.
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
per me, che mi occupo di infanzie, è ancora più un mistero che per te. Tutti abbiamo avuto una madre, e avremmo per lo meno dovuto fare la “tara” tra la narrazione esterna, cuturale, e la realtà che vivevamo dentro la famiglia. Parlo per il nostro mondo – Italia, Europa, a cavallo tra novecento e duemila.
E’ commovente, il controverso Finkelstein, quando combatte la sua battaglia così autodistruttiva, anche. E quando parla di sua madre, sopravvissuta a un campo di sterminio, e piange. Sembra avere preso su di sé un immenso fardello, non suo.
dia(Quota) (Replica)
un film onesto al riguardo, che parla di questo, è Munich, di Spielberg. Lop stesso regista di Schindelr’s List. Tanto di cappello.
dia(Quota) (Replica)
rino: il disarmo morale degli avversari, la costituzione di un credito illimitato.
Finkelstein sintetizza così:
“If people have uniquely suffered, then they can’t be held to conventional moral and legal standars”.
dia(Quota) (Replica)
leggete qua che delirio, non ci sono parole…
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/10/20/19-10-2011/
Giovanni(Quota) (Replica)
e questo???
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/10/09/gli-schiaffi-di-forum/
oltre all’articolo, leggete il commento delirante e alucinante scritto da una tale mary…in pratica sostiene che un uomo che ha osato guardare il seno di una è colpevole, è una specie di criminale, e va processato e condannato!!!e si indigna addirittura perchè altre persone hanno detto che lei, avendo il seno più in fuori che in dentro, se l’è cercti gli sguardi di lui!!!!come dire è vietato anche guardare agli uomini, gli sguardi possono dare fastidio alle povere donne, mahgari offendere la dignità femminile, magari gli sguardi sono “molestie”!!!
Giovanni(Quota) (Replica)
riporto qui quanto letto in un forum “generalista”
http://forum.amando.it/gestire-approccio-molesto-mi-successo-ieri-89414/
ci sono parecchie pagine da leggere ,ma un riassunto lo si può fare in poche righe , in definitiva ,questi approcci molesti vanno combattuti con tanto di spray al peperoncino e magari con teaser ,anche per chiedere una sigaretta … Veramente un uomo (ovviamente non facente parte dell “elitè” ) non sa più come si deve comportare
mauro recher(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/01/06/sulle-molestie/
video che deve far riflettere
mauro recher(Quota) (Replica)
Bè, Mauro, non è che la nostra situazione attuale sia molto diversa da quella descritta in quel cartone animato che, se non erro, è ambientato in Iran. Anzi, in quel caso per lo meno la nonna redarguisce severamente la nipote (siamo pur sempre in Iran) per ciò che ha fatto, dalle nostre parti gli darebbero la medaglia…
Da notare, tornando all’esempio sul mondo islamico che facevo in un precedente post, come anche in quel cartone animato sia evidente come il sistema di precetti e divieti vigente in una società a base confessionale come quella iraniana, riguardi (o colpisca) indifferentemente sia donne che uomini. Infatti se a quella ragazza è impedito di vestirsi o conciarsi come meglio crede, quell’uomo seduto sulla panchina viene arrestato, anche in malo modo, dalla polizia, solo perché quella donna ha dichiarato di essere stata “molestata”.
Il femminismo individua da sempre nelle nel mondo islamico il top dell’oppressione femminile nel mondo. E’ falso, o meglio, è una ricostruzione parziale e deformata della realtà che è appunto quella di contesti molto rigidi dove sia le donne che gli uomini devono attenersi a determinate regole.
Naturalmente parlare in modo generico di mondo islamico è anche improprio. Ci sono grandi differenze fra un paese e l’altro e fra una società e l’altra e anche all’interno di uno stesso paese e di uno stesso contesto sociale. Mettere tutto e tutti nello stesso indistinto calderone è ridicolo. Equivale a mettere nello stesso minestrone l’Albania e la Norvegia, il Montenegro e la Danimarca, cioè realtà completamente diverse l’una dall’altra …Ma, come sappiamo, le semplificazioni vanno di moda…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Ma, come sappiamo, le semplificazioni vanno di moda…”…caro Fabri, vanno di moda, si, ma per GLI IDIOTI. Purtroppo, pero`, e il femminismo imperante ne e`la dimostrazione, la idiozia e`il pane della maggioranza, al punto che oramai mi domando quanto siano da sostenere le ideologie che propongono le “maggioranze” e “le masse” come soggetti politici. Oramai personalmente considero la democrazia come bieca a totalitaria ne`piu`ne`meno, o forse di piu`, che altri regimi “del passato”. Il Mainstream e`idiota, ma in fin dei conti e`terribilmente democratico, come idiote e democratiche sono le “masse”. Il discorso porta lontano, ma comincio a pensare che senza femminismo la “democrazia” in senso stretto e lato sia impossibile. Al punto che dubito di poter paventare l`avvento di un “femminismo totalitario”. ESSO GIA E`
Manolius(Quota) (Replica)
“…la idiozia e`il pane della maggioranza, al punto che oramai mi domando quanto siano da sostenere le ideologie che propongono le “maggioranze” e “le masse” come soggetti politici. Oramai personalmente considero la democrazia come bieca a totalitaria ne`piu`ne`meno, o forse di piu`, che altri regimi “del passato”. Il Mainstream e`idiota, ma in fin dei conti e`terribilmente democratico, come idiote e democratiche sono le “masse”.(Manolius)
Caro Manolius, non sei solo e non devi sentirti in colpa perchè le tue considerazioni sono più o meno le stesse del filosofo della politica, Mario Tronti, già padre dell’”operaismo” italiano (uno dei “cattivi maestri”, per capirci…), che da tempo si interroga proprio sulla natura “totalitaria” e massificante delle attuali democrazie. Lo fa in diversi libri, ma in particolare, fra quelli che ho letto personalmente “La politica al tramonto” (veramente molto bello, devo dire), e “Dall’ estremo possibile”, pubblicato di recente.
E proprio perché ritiene che le dinamiche di questi sistemi democratici massificanti siano penetrate in profondità fino al punto di creare una sorta di individuo nuovo, l’”homo democraticus”, come lui stesso lo definisce (quello che fa la fila ai gazebo per votare alle primarie, per utilizzare uno dei suoi esempi, che poi è più o meno lo stesso che fa la fila ai centri commerciali) Tronti sostiene che è illusorio pensare che “dal basso” possa esserci una risposta. Piuttosto questa può e deve venire da nuove elite intellettuali che naturalmente devono essere formate ex novo. E questo è oggi il compito della Politica e del Politico, concettualmente intesi, secondo Tronti.
Nel secondo libro, peraltro, c’è anche un capitolo dal titolo “La Politica al femminile, il Politico al maschile” dove Tronti muove una critica, anche radicale, al femminismo dell’”eguaglianza”, rimproverandogli di non aver trasformato la realtà, di essersi limitato ad un mero discorso emancipativo e quindi in ultima analisi di essersi integrato nel sistema. Purtroppo, in quello stesso capitolo Tronti rivendica anche un ruolo positivo al femminismo della differenza…
In realtà Tronti non è mai stato e continua a non essere interessato alla tematica MM/FF, e a mio parere la sua simpatia per il femminismo differenzialista (che invece è individuato da Preve come uno strumento del capitalismo) è di ordine puramente politico, in senso concettuale, nel senso che lui ha sempre visto benevolmente tutti quei movimenti che rompono un determinato schema, che operano una cesura netta con l’esistente. E in effetti il femminismo della differenza lo ha fatto.
Oppure semplicemente, come credo in parte, non se la sente di mettere mano ad una tematica che un po’ non gli interessa, un po’ la ritiene succedanea e che gli creerebbe solo dei casini. Fra le altre cose è molto amico di Ida Dominijanni e di Luisa Boccia, due “femministone” della prima ora che qualche volta lo hanno anche bacchettato proprio per la sua posizione molto tiepida nei confronti del femminismo….
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sapete cosa manca, a mio parere in questo sito/blog? Manca un “Che Fare”, scusa Fabrizio, ma la mia formazione è questa.
Una volta detto che il problema è la sperequezione di potere a favore del femminile, lo smutandamento, la subalternità psico/fisica del maschile, non vedo come potrebbe (potremmo) un maschio (sia esso omo, trans che eterosessuale, mi pare di aver capito che tutti sono sottoposti alle stesse leggi del mercato) può relazionarsi con l’universo mondo.
Io ovviamente ho una mia idea, ma la pongo qui come domanda, perchè non so se e dove in questo sito se ne parla. Confesso di non essere riuscito a leggere tutto ancora, avete qui una mole di materiali impressionante rispetto ad altri siti…
Insomma, che facciamo con ste bene…., ops! volevo dire cosiddette donne? Io ci proverei anche a diventare gay, ma sembra che i preti che fanno i corsi per far rinsavire i gay non riescano, o non vogliono, fare l’operazione contraria… 😎
Pandoro(Quota) (Replica)
La proposta di Pandoro stuzzica. Gia` da tempo ho in mente di scrivere qualcosa di molto pratico, tipo “manuale di autodifesa antifemminista” e diverse opere simili. Inutile dire che gia`mi aspetto, oltre a non vendere una copia che sia una (ma ovviamente materiale del genere non si scrive per denaro), di trovarmi alle calcagna, anche scrivendo con psudonimi, Digos e femministe come cani appresso la preda. Non ci sarebbe certo bisogno di proporre atti e pratiche illegali, sarebbe sufficiente una sana proposta di boicottaggio contro certe losche figure per scatenare il putiferio. Ma quando ci vuole ci vuole.
Manolius(Quota) (Replica)
“Sapete cosa manca, a mio parere in questo sito/blog? Manca un “Che Fare”, scusa Fabrizio, ma la mia formazione è questa”. (Pandoro)
Quesito più che legittimo. Intanto la prima cosa da fare è avere le idee ben chiare con noi stessi rispetto alla situazione, il che non è affatto scontato perché non è certo facile liberarsi di tutte le ruggini e di tutte le incrostazioni ideologiche e culturali radicate nella nostra psiche che inevitabilmente ci portiamo dietro. Personalmente ci sono voluti anni ed anni di incubazione prima di passare alle fasi successive, cioè quella della lacerazione interiore e infine della piena e totale presa di coscienza.
Dopo di ciò si è pronti al passaggio ulteriore, fondamentale, quello cioè di espandere il messaggio, far capire anche agli altri le conclusioni a cui si è giunti (in questa fase storica, per lo meno, è così, quello che accadrà un domani ipotetico e futuro non lo sappiamo), aprire gli occhi e la testa (la psiche) a tutti quegli uomini a cui è stato fatto il lavaggio del cervello in questi quarant’anni cercando di tirarli fuori dal guscio di paura, vergogna e senso di colpa in cui sono stati cacciati e che li paralizza.
Insomma in questa fase è necessario fare quel famoso “lavoro della talpa” che tu dovresti conoscere bene, data la tua formazione ed esperienza.
Stai pur tranquillo che “solo” questo lavoro ti terrà impegnato per tanto, tanto tempo, da qui a non so quando. L’imperativo categorico per ora (e lo sarà per molto tempo) è questo. Conquistare alla causa quanti più uomini, uno per uno, faticosamente , far circolare quanto più possibile le nostre idee, e pian piano cercare di costruire per quanto è possibile una massa critica. E poi si vedrà. La realtà si va facendo nel suo farsi e non a priori. Fondamentale è innanzitutto avere le idee chiare su quanto è accaduto e sta accadendo. La stragrande maggioranza degli uomini ancora non lo ha capito, anzi non ne ha proprio coscienza, anche se in tanti hanno il “mal di pancia” ma non sanno a quale “santo” rivolgersi. Capisco che l’immagine può sembrare retorica, ma dobbiamo essere un po’ come quelli che nella notte accendono una lanterna e fanno in modo che i tanti dispersi nelle tenebre possano ritrovarsi.
Si tratta di un lavoro che definire difficile è un eufemismo. E ho detto poco. Considera che c’è da scardinare un intero sistema di convinzioni fondato su una doppia menzogna(falsa coscienza) che affonda le sue radici, o meglio è stata scientemente instillata, negli angoli più profondi e remoti della psiche degli individui.
Abbiamo davanti a noi un lavoro enorme, drammatico ma straordinario di cui non siamo ancora in grado di prevedere gli esiti.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sapete cosa manca, a mio parere in questo sito/blog? Manca un “Che Fare”, scusa Fabrizio, ma la mia formazione è questa. (Pandoro)
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Osservazione legittima ed interessante.
Che inerisce al sito, ma visto che esso, almeno secondo la mia prospettiva, altro non è che il terminale sul web di un lavoro fatto anche (e soprattutto) altrove inerisce anche alla nostra strutturazione nel mondo reale. Nella società.
Per me sono due discorsi separati ma interconnessi. Da sviluppare tenendo conto di questo.
Ed ancora. La QM, per quanto ci siano sul campo pionieri che ne parlavano già negli anni ’90 (e anzi, approfitto di questo intervento per ringraziarli. Grazie. Grazie a voi tutti.) forse solo ora inizia, dico inizia, ad essere percepita da un numero sempre più crescente di uomini. E, non a caso, dove prima c’era l’oblio assoluto, adesso ci stanno gli attacchi e le mistificazioni. Indice indiretto ma efficace di una maggiore visibilità. Ma, altrettanto indubbiamente (per quel che mi riguarda), si è ancora in una fase di definizione, concettuale ed organizzativa. Se a questo si aggiunge il fatto che ad occuparsene non sono i cosiddetti “intellettuali”, ma uomini normali che di QM sicuramente non vivono (e quindi necessariamente devono addivenire a compromessi, se non altro temporali) il quadro è completo.
Detto questo e fermo restando che sono d’accordo con quanto espresso da Fabrizio ritengo che comunque bisogna muoversi. A piccoli, anche piccolissimi passi, ma bisogna muoversi. Ed una diversa strutturazione del sito è uno di questi (con quest’ultima affermazione in pratica mi sono pestato i piedi da solo …. 🙄 ).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sai Fabrizio, non sono d’accordo, anche se capisco e ti spiego perchè: la teoria della conoscenza (marxiana) che sommariamente e banalmente ho descritto in altro commento mi impone il metodo prassi-teoria-prassi. Non è per essere ortodosso (chissenefrega) è solo che mi pare il più corretto per cercare di interpretare la realtà.
Altrimenti facciamo un discorso esclusivamente intellettuale (e io non lo sono) che mi interessa poco. Voglio capire come agire nella realtà, ecco.
Per quelli come me che si avvicinano ora a certe posizioni, non è sufficiente l’indottrinamento, ma un percorso reale che ci porti, sulla base dell’esperienza sul campo anche a modificare certe teorie, che altrimenti corrono il rischio di essere valide solo per sè stesse.
Certo il rischio di sbagliare e di essere sconfitti c’è, ma sai com’è: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
Pandoro(Quota) (Replica)
Caro Pandoro, se fossimo ad un esame e tu fossi il professore che interroga ed io lo studente interrogato, qualcuno potrebbe legittimamente pensare che ci siamo messi d’accordo perché le domande che mi stai ponendo sono dei veri e propri assist …
Ma è proprio attraverso il metodo marxiano (e non solo, ora dovrei parlare di Adorno, Horkeimer, della Scuola di Francoforte e di tanti altri, non escludendo incredibilmente lo stesso Hegel, ma veramente potrei citarne tanti altri) della “prassi-teoria-prassi” che sono approdato alla QM, o meglio, ho preso consapevolezza della mia condizione di uomo beta. Mi rendo conto che per tanti, sia avversari che amici, questa può essere una bestemmia o un’affermazione peregrina, ma tant’è, è la pura verità. E’ ciò che è accaduto. E tuttora, paradossalmente, uno degli interrogativi sui quali mi arrovello e non riesco a trovare una risposta, è come sia possibile che tanti altri che hanno avuto più o meno il mio stesso percorso formativo (e quindi dovrebbero avere degli strumenti che li pongono nella condizione di poter comprendere e analizzare lucidamente la realtà), non solo non abbiano coscienza di ciò che è accaduto e sta accadendo, ma addirittura si ostinino nel sostenere l’interpretazione femminista dei fatti e della realtà.
Io non ho fatto altro (si fa per dire, in realtà è stato un lavoro notevole dal punto di vista psicologico) che partire dalla mia condizione, cioè dalla mia esperienza empirica e dalla mia realtà personale (quella cioè di un uomo “normale” che vive la sua relazione con il “femminile” nell’attuale contesto storico-sociale-culturale), e applicare a questa quelle stesse categorie interpretative che avevo avuto la fortuna e il privilegio di studiare e di apprendere (troppo ancora ne ho, quasi tutto direi, ma ci capiamo…).
Però, e questo è FONDAMENTALE sottolinearlo, per prendere consapevolezza della realtà e della propria condizione, proprio come ci insegnano i “maestri” (ciascuno ha i suoi) , non è mica necessario aver fatto studi filosofici o essere dei letterati (io non lo sono), sia chiaro.
Ciò che conta è appunto la prassi, la vita reale, la carne e il sangue. Quello che noi dobbiamo fare è mettere gli uomini beta (concetto ormai estremamente ampio perché anche un prof. di liceo, un ricercatore universitario o un ingegnere informatico, ormai sono degli “uomini beta”) di fronte alla realtà, quella cioè della loro condizione oggettiva, nella fattispecie nella loro relazione con il “femminile”. E a quel punto mettergli davanti l’interpretazione femminista del mondo e della relazione MM/FF. Se vuoi il metodo può anche essere quello “maieutico-socratico”, partendo cioè da una autoaffermazione di non conoscenza delle cose. Un esempio può essere quello che ho fatto io stesso nel mio video indirizzato a Vendola in cui fingo di rivolgermi ad un ipotetico impiegato (operaio, insegnante, artigiano, precario, ecc.), magari anche separato, buttato fuori di casa, ridotto sul lastrico o quasi, residente in un qualsiasi quartiere periferico di una qualsiasi città, con i genitori che gli pagano le bollette perché lui da solo non ce la fa, che non lo caga nessuna neanche di striscio perché non ha neanche i soldi per pagarle una cena, e dirgli:”Sai che secondo il femminismo, cioè l’ideologia (e la morale) dominante, tu sei il maschio dominante, privilegiato, compratore-venditore del corpo delle donne?”. E poi vediamo la reazione e in base a queta proseguiamo.
Ecco, questa è la prassi e questo è il lavoro che dobbiamo fare. In questo lavoro, di “intellettuale”, inteso nel senso canonico del termine (e anche un po’ dispregiativo, per quanto mi riguarda), c’è ben poco.
Il paradosso (questo è il nodo della questione) è che, nonostante la situazione sia dal mio punto di vista di una totale evidenza e chiarezza, c’è un gap enorme tra questa e la capacità da parte degli uomini di portarla alla luce e di prenderne coscienza. Le ragioni di ciò le abbiamo spiegate tante e tante volte e anche in diversi articoli e video sul sito.
“Certo il rischio di sbagliare e di essere sconfitti c’è, ma sai com’è: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. (Pandoro)
Non c’è dubbio. Sono assolutamente d’accordo. Una sola nota. Il rischio di essere sconfitti l’ho già messo nel conto. In ogni caso, male che vada, stiamo gettando dei semi, e questo ha un suo VALORE indipendentemente da quello che potremmo raccogliere nel medio o nel lungo periodo.
Sono meno d’accordo sul fatto che potremmo essere in errore. No, da questo punto di vista credo proprio che siamo dalla parte della ragione. A meno che tu non ti riferisca alla possibilità di sbagliare in senso stretto, nel senso cioè di commettere degli errori nella nostra azione. Questo è possibilissimo e anche inevitabile (e umano). Ma non è certo questo che può scoraggiarci.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Diceva un tale in tempi non sospetti: “Dove c’è una bella donna, troverai anche un uomo stufo delle sue pretese”.
Il problema vero del sesso è che anche quando con l’amore non c’entra proprio niente, per essere un’esperienza che lascia soddisfatti dovrebbe assomigliare a un regalo. E’ una cosa che sanno le prostitute che sanno far bene il loro mestiere, una delle quali disse l’aurea frase: “Com’è gradevole l’amore ben imitato…”
Purtroppo, la “estensione del dominio della lotta”, l’ingresso delle relazioni di mercato nella sfera della vita intima, non aiuta, decisamente non aiuta.
Il sogno di ogni uomo è una donna che gli si regala.
Ogni tanto, quando la congiunzione astrale è favorevole, succede, e a volte all’uomo viene voglia di ricambiarla regalandosi anche lui.
Quelle che si vendono, io le dividerei, come i ristoranti, in due categorie: quelle che mettono fuori il cartellino del prezzo, e quelle che no. Quelle che sì, bè, uno vede, ci pensa su, verifica appetito e portafoglio, e decide. Quelle che no, la soluzione sarebbe facile: mettere in chiaro subito che non si compra. Non è facile, ma sul lungo periodo è la soluzione migliore. Aiuta tanto anche farsi passare i sensi di colpa e le idealizzazioni: ma per questo, purtroppo, ci voglionoi l’età e l’esperienza…
Roberto Buffagni(Quota) (Replica)
Sì Fabrizio, capisco quello che vuoi dire, tu dici che per la maggioranza dei maschi siamo forse ancora (sempre per parlare di teoria della conoscenza) al livello di percezione fenomenica, e pertanto non sono ancora chiare molte delle implicazioni di questa percezione.
Ciò è sacrosanto.
Ma tu e altri (io forse un pochino per esperienza mia personale, empirica, non certo per avvedutezza) siete/siamo in questo campo più avanti, in termini di coscienza. Avete cioè superato la fase delle percezione e vi state incamminando verso quella che viene definita conoscenza razionale.
Ecco da qui comincia la pratica della teoria, devi cominciare a verificarla, vedere se funziona.
Io penso che molti uomini, forse più di quello che crediamo, sono nella fase percettiva, capiscono che c’è qualcosa che non va, ma se non sapremo già da ora indicare un altro mondo possibile, far vedere che esse è praticabile, contraddittorio magari, ma praticabile, non riusciremo a far fare loro il salto verso la conoscenza razionale.
Di questo penso che abbiamo bisogno.
Io qualche ideuzza ce l’ho….
Pandoro(Quota) (Replica)
Video girato in India ,per fermare la violenza sulle donne
http://video.repubblica.it/mondo/india-violenza-sulle-donne-lo-sguardo-degli-uomini-e-un-arma/151945/150450?ref=fbpr
Praticamente si dice che ,anche lo sguardo maschile è una minaccia ,in definitiva ,allora non si può uscire di casa ,oppure fanno una distinzione secca con tanto muro tipo “muro di Berlino ” ,a me sembra uno spot abbastanza stupido
Mauro Recher(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2014/04/18/le-molestie/
Mauro recher(Quota) (Replica)
1.. anche le vetrine le guardiamo e non possiamo toccare/assaggiare
2. Italia è piena di statue e dipinti che rappresentano donne nude. Mica sono fatte per essere palpate. E non sono state fatte da donne. Agli uomini sempre è piaciuto vedere donne nude anche senza toccarle. Ragazzini che guardano una donna che si sveste e che non sa di essere guardata. Uomini che tappezzavano le pareti con donne nude (mica le scopavano)
Allora qual’è il vostro problema? Che la regina è nuda? Che non la potete svestire voi ma si svestono da sole?
ermengarda(Quota) (Replica)
Erme, il nostro problema è che tu non sai cucinare neanche un piatto di pasta.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Roberto Buffagni,
Roberto, sono completamente d’accordo con te: l’unica soluzione sarebbe che tutti gli uomini insegnassero alle donne con una sana prassi di rinuncia che non siamo dei lecchini zerbini che si lasciano tenere al loro guinzaglio, e questo indurrebbe probabilmente anche le più belle a svalutare molto sul mercato le loro grazie, rendendo più facile così il sesso gratuito. Ma purtroppo noi uomini siamo troppo divisi, probabilmente c’è una classe di maschi privilegiati che non vuole che cambi alcunchè, in fin dei conti le donne sono come i soldi…
Nicola(Quota) (Replica)
Nicola
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Ma purtroppo noi uomini siamo troppo divisi, probabilmente c’è una classe di maschi privilegiati che non vuole che cambi alcunchè, in fin dei conti le donne sono come i soldi…
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Sono d’accordo con te quando scrivi che gli uomini sono divisi (ma non da oggi, in passato non era affatto diverso), ma resto sempre perplesso quando si tende ad attribuire ai soli uomini o, comunque, principalmente a loro un certo stato di cose. Mi riferisco a queste parole.
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c’è una classe di maschi privilegiati che non vuole che cambi alcunchè,
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Ok, è vero che si sono delle élites maschili privilegiate, ma non credi che la subordinazione sessuale maschile dipenda in primis da madre natura e in secundis dalla volontà femminile? Non pensi che in un contesto sociale come il nostro, cosiddetto democratico, siano proprio le donne ad influire fortissimamente sugli uomini (non viceversa) e quindi sulla loro (nostra) sessualità?
Pensaci un attimo: chi impedirebbe oggi alle donne di “rovesciare” realmente i ruoli in ambito sessuale? (Perlomeno nel mondo industrializzato).
Chi potrebbe negare loro di prendere realmente l’iniziativa, proporsi agli uomini, “scarrozzarli” in auto, pagargli le cene, etc? Io dico nessuno, considerando poi le leggi, che oramai le proteggono come e più dei panda in via di estinzione.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Fabio C.,
Fabio,
io non credo che “madre natura” abbia creato qualcuno subordinato, è la società che strutturandosi attraverso la gerarchia del potere stabilisce convenzioni che cambiano a seconda di chi domina in un particolare momento storico. Quando dici “Chi potrebbe negare alle donne di prendere l’iniziativa ecc…” pensa che negli Stati Uniti è così, le donne prendono eccome l’iniziativa se a loro piace un uomo. (non è un film, ho passato un anno della mia vita a negli usa e ho visto con i miei occhi cosa succede in alcuni locali di una grande città come Chicago).
Ma probabilmente anche in Europa, appena metti il naso fuori dall’Italia, che ne so, in Inghilterra, Germania, Olanda, Svezia, forse le donne sono più disinibite delle nostrane e se a loro piace un uomo si fanno avanti per prime. Quello che purtroppo decide madre natura è prima di tutto il nostro aspetto, che ahimè non ci possiamo scegliere. Quindi, a prescindere dalle convenzioni di questo o quel posto o del momento, il problema è che non si può negare che a parità di intelligenza e qualità morali gli uomini belli sono avvantaggiati su quelli brutti. Quello che il mercato ha aggiunto di suo è che se un uomo è brutto ma ricco è comunque avvantaggiato perchè soldi = potere e successo e questo piace molto alle donne. Sicuramente un uomo mediocre/bruttino come me che ha anche la colpa di essere povero non ha speranze probabilmente in nessun luogo del mondo di avere il cosiddetto sesso facile o svincolato da un legame, legame che ben inteso io devo guadagnarmi con enorme dispendio di energie, perchè devo convincere la donna che mi piacesse che anche se “colpevole” ne valgo comunque la pena. Per questo provo un forte disprezzo per le donne ma me la prendo anche con gli uomini perchè invidio quelli che non devono far fatica a far dire di sì alle donne, specialmente a quelle molto belle, e perchè ricordo molto bene che quando ero giovane (20-25 anni, ora ne ho 48) i miei amici se ne sono sempre strafottuti del fatto che io non combinavo niente con le donne, non ho mai ricevuto aiuto da loro, anzi loro si facevano i beati cazzi loro con altre compagnie dove trovavano da rimorchiare, io ero solo quello con cui si poteva giocare una partita a calcetto o a carte bevendo qualcosa insieme e facendosi quattro risate sul mondo intero. Stranamente invece più avanti grazie a una collega di lavoro che per “istinto materno” o per pietà non lo so, ha preso sul serio il mio problema, quando ormai avevo 32 anni ed ero morto di seghe, ho incontrato delle persone grazie alle quali ho conosciuto quella che poi è stata per 8 anni della mia vita mia moglie, ora sono divorziato, ok, è andata male, ma se fosse dipeso dai miei amici non avrei avuto neanche quella parentesi, anche se fallimentare.
Nicola(Quota) (Replica)
Ah, scusa, per finire, lasciami la soddisfazione di una citazione dotta: noi maschi siamo i perdenti in questa guerra dei sessi perchè tra maschi, specialmente quando si tratta di soldi e di donne “Homo homini lupus”….
Nicola(Quota) (Replica)
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Ma probabilmente anche in Europa, appena metti il naso fuori dall’Italia, che ne so, in Inghilterra, Germania, Olanda, Svezia, forse le donne sono più disinibite delle nostrane e se a loro piace un uomo si fanno avanti per prime.
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Scusa ma questa è una favola tipicamente italiana (ed anche spagnola), tipo quella secondo la quale “gli italiani sono ricercati dalle straniere”, etc etc, che tanto andava di moda anni fa.
E’ tipico di tantissimi italiani credere che fuori dall’Italia le donne “te la sbattono in faccia”.
Peccato, poi, che la realtà sia diversa.
Per quanto riguarda gli USA, io non ci sono mai stato, ma conosco qualche uomo che ci ha vissuto e lavorato (parlo di uomini normali, né bellissimi né brutti), e tutte le iniziative di cui parli tu non le hanno mai viste.
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o non credo che “madre natura” abbia creato qualcuno subordinato,
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Io sì, invece, credo nella maniera più assoluta che madre natura abbia creato qualcuno subordinato.
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Quindi, a prescindere dalle convenzioni di questo o quel posto o del momento, il problema è che non si può negare che a parità di intelligenza e qualità morali gli uomini belli sono avvantaggiati su quelli brutti.
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Qui condivido: infatti, contrariamente a quanto raccontano gli stessi uomini (non solo in Italia ma pure altrove), l’aspetto, la prestanza fisica, incide molto nel successo o meno che un uomo può avere con le donne.
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noi maschi siamo i perdenti in questa guerra dei sessi perchè tra maschi, specialmente quando si tratta di soldi e di donne “Homo homini lupus”….
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Ma il detto “Homo homini lupus” è vecchio di millenni.
Il che dimostra che gli uomini si sono sempre scannati, sia per i soldi che per le donne.
Perciò è un problema di vecchissima data.
Fabio C.(Quota) (Replica)
>io non credo che “madre natura” abbia creato qualcuno subordinato, è la società che strutturandosi attraverso la gerarchia del potere (bla bla bla)
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Nicola, alcune cose le condivido, altre, decisamente .no.
Per ma vale quanto scrisse Eraclito (2500 anni fa?)
“Per il dio tutto è bello, buono e giusto, gli uomini invece ritengono giusta una cosa e ingiusta l’altra.”
(discorso che si riallaccia con “Il lupo e l’agnello”, “Una volta il lupo mangiava l’agnello è questa era indubbiamente un’ingiustizia.”(???))
La società, non c’entra nulla.
Animus(Quota) (Replica)