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21 Gen 2012  |  135 Commenti

Video: Gli Uomini Beta, la Sinistra e il Femminismo

Pubblichiamo il primo di una serie di video che abbiamo deciso di realizzare per spiegare le ragioni che ci hanno spinto a dare vita al Movimento degli Uomini Beta



135 Commenti

mauro recher 4:40 pm - 26th Luglio:

Fabrizio ,davvero un bel video ,e sopratutto hai usato parole semplici e dirette

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Alessandro 9:47 am - 27th Luglio:

Sottoscrivo. Un messaggio diretto, che raggiunge il destinatario. Un bell’esempio di comunicazione controcorrente, che cerca di riaffermare un pò di verità in una materia oramai appannaggio esclusivo di slogan e luoghi comuni. Molto bello il riferimento in basso all’autoconsapevolezza maschile di sinistra: sì, l’uomo di sinistra, e non solo, soprattutto quello comune, beta, ha bisogno oramai di qualcuno che lo aiuti a comprendere come stanno le cose in questo specifico ambito, quello del rapporto tra i sessi, perchè tanti anni di sbornia femminista lo hanno rintontito, speriamo in maniera non definitiva. Inoltre molto sintetica e precisa la definizione di “femdominismo”, un neologismo a primo impatto un pò oscuro, che andava sicuramente chiarito a scanso di equivoci. Complimenti.

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mauro recher 5:07 pm - 27th Luglio:

Fabrizio ,ho seguito il tuo consiglio ed ho messo il link del video tra facebook (anche se lo uso poco) e un blog che parlava di queste tematiche ,che si dice politicamente corretto tra i generi ed una utente ha messo questo commento…..invita al confronto ed è già un bene ,comunque questo è il commento..

Alessia Ricci scrive:
26 luglio 2011 alle 9:29 pm
Innanzitutto vorrei capire che aria tira qui.
In secondo luogo vorrei darti un consiglio. Vedo nelle tue parole un astio a priori che ostacola il confronto. lo capisco perchè anche io prima ero così, adesso ho imparato a reagire prima di testa che di pancia.
Infine vorrei analizzare le parole di Fabrizio Marchi. Ho acoltato tutta l’intervita e sono giorni che mi informo sul movimento perchè non mi precludo la conoscenza di nuovi punti di vista.
Il femminismo di cui parla (femdominismo?) non mi sembra descrivere ciò che sta avvenendo in rete. Parla di criminalizzazione del genere maschile tout court. Bene, qui abbiamo più volte ripetuto che ci dissociamo da questa visione del mondo.
Inoltre lui descrive un femminismo da salotti mediatici (quali salotti mediatici? La nostra voce adesso nasce dalla rete e c’è chi vuole escluderci dai media di massa).
Inoltre a mio parere non si può più parlare di femminismo, o quanto meno il femminismo di cui parla Fabrizio non appartiene a questo blog! Qua si tratta di comunicazione DI GENERE, di abolizione di stereotipi per entrambi i sessi!
Fabrizio dice anche che non esistono oppressi che non siano gli uomini beta! Non è così!
Le donne oppresse esistono! Dobbiamo chiamarle donne beta? Se ci sono uomini alfa e uomini beta allora esistono anche donne alfa e beta. Le donne beta sono le donne di tutti i giorni, quelle che lavorano, che si fanno un mazzo tanto tra casa, lavoro e famiglia! Quelle che non hanno voce in questa società! Forse anche quelle che non mostrano il culo negli spot! Quelle che vorremmo vedere anche in televisione!
Allora smettiamola di venirci contro! Il problema di questa società non è femmine vs. maschi ma uomini e donne veri vs. uomini e donne standardizzati, atomizzati e lobotomizzati da questa società, dalla quale cercano solo di ottenere senza dare in cambio nulla, avidi di frivolezza ed profondamente egoisti!
Io avrei una proposta: un confronto con Fabrizio Marchi per capire cosa ne può venir fuori.
Perchè per me il maschile è importante, indispensabile per andare avanti in quello in cui credo!

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maub 6:19 pm - 27th Luglio:

Ottimo. Semplice e diretto con affermazioni chiare e al bisogno supportate da dati.

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Fabrizio Marchi 6:42 pm - 27th Luglio:

“Io avrei una proposta: un confronto con Fabrizio Marchi per capire cosa ne può venir fuori.
Perchè per me il maschile è importante, indispensabile per andare avanti in quello in cui credo!” (Alessia Ricci)
Mauro, puoi comunicare ai gestori di quel blog o alla stessa Alessia Ricci che per quanto mi riguarda sono disponibilissimo ad un confronto con lei, con loro e con quanti altri lo vorranno. Non chiediamo di meglio.
Da parte nostra c’è la massima apertura.
Fabrizio

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Rino 7:57 pm - 27th Luglio:

Ci sono in rete diversi video pubblicati da vari attivisti dei padri separati, tuttavia questo è il primo in cui viene posta la QM in quanto tale. Vedere e ascoltare, anziché leggere, produce un effetto di “realtà” ben diverso dalle pur tante pagine messe nel web.
Sarà forse perché dopo decenni di TV siamo portati a considerare più “vero” quel che si vede in video di quel che c’è intorno a noi e di quel che si legge.
Cmq ascoltare e vedere un uomo in carne ed ossa che affronta il nostro tema, fa un ottimo effetto. Vien da dire: finalmente!
E’ sempre web, ma è uno strumento molto diverso.
Il modo con cui si veicolano i msg è molto importante e può persino risultare decisivo.
Non è che l’inizio.
Bene.

Rino DV

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maschile individuale 8:49 pm - 27th Luglio:

ben fatto. bravo smile

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mauro recher 9:26 pm - 27th Luglio:

e pensare che c’è qualcuno che osa usare toni dispregiativi sui padri separati……(fermo restando che è un mondo molto variegato ed ognuno fa storia a se )
ok il blog è “leggermente di parte” (femminismo a sud) ma a scriverlo è un uomo un certo Lorenzo Gasparri

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/07/26/storie-di-un-padre-non-separato-4/#more-11816

non si potrebbe dire le proprie idee senza usare toni cosi sarcastici

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Leonardo 12:45 pm - 28th Luglio:

La scrittura di questo Lorenzo Gasparrini non ha niente di maschile, usa espressioni come: hai capito ciccio? e ha quel tono inviperito ed infantile che hanno spesso le femmine dominanti della specie umana

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mauro recher 5:15 pm - 28th Luglio:

@leonardo quindi ,secondo te potrebbe essere un fake?
bah ,non saprei ,questo ha anche un altro blog dal titolo “questo uomo no ” ed è la gioia di tutte le femministe presenti ….
certo che ,è vero il suo linguaggio è abbastanza “strano”

ritorno al video perchè ,come aveva avvisato Fabrizio ,sono arrivati pure i primi insulti al blog che ,ve li risparmio (tanto sono sempre i soliti ) comunque questà è la mia risposta
—————————————————————————

Fabrizio ,aveva avvisato ,andare oltre gli schemi ,porta ad avere commenti come quelli di mandarinameccanica ,non è la prima e non sarà neppure l’ultima ,bisogna metterlo nel conto ..apprezzo molto il commento di alessio che ,almeno l’articolo ha provato a leggerlo ,non è d’accordo e ci stà ,è un articolo non è ne la bibbia o una setta da seguire ,e stato scritto ,anche per essere criticato ,come dice ancora Fabrizio e come la penso anch’io ,non chiediamo altro di essere messi in discussione ……
l’articolo che è scritto è sbagliato ?,non abbiamo capito niente? ,discutiamone pure…certo che però si parte con le offese ,anche abbastanza gratuite (non ci conosci) diventa difficile , faccio comunque notare che uomini beta e se avete visto il primo video ,mi sembra abbastanza chiaro ,è per quei uomini che fanno parte del nuovo proletariato ,che vanno dai precari ,ai disoccupati ,agli operai e ai muratori ,ecc ecc ,certo se si inizia a dire che ,sono sfigati perchè prendono poco di stipendio allora e difficile essere in sintonia
p.s ALESSIA vedi di cosa parlo dell’aria che tira ??’

l’articolo in questione è quello che si trova nella home page “guardare e non toccare”

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sandro 6:16 pm - 28th Luglio:

La sinistra?
Puah.
L’ unica cosa che sanno fare è pulirsi il culo con l’ articolo tre della costituzione (vedasi recente disegno di legge sull’ omofobia, fortunatamente segato dal parlamento), esattamente come fa la destra, con l’ unica differenza che la destra lo fa per tutelare i cazzi propri, loro per privilegiare quelle che nelle loro testoline bacate sarebbero le categorie sociali da tutelare.
Finiranno nella discarica della storia, come tutti i protagonisti della scena politica degli ultimi decenni.

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Damien 7:37 pm - 29th Luglio:

@Sandro:

..quoto.. te pensa.. anche alle feste del PD si respira la stessa aria fritta e rifritta.. e non solo quella politica..anche quella dell’olio strausato per fare i bomboloni..

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Saturno 7:38 am - 30th Luglio:

Non mi sembra che in questi ultimi anni la Sinistra,
o almeno ciò che così si definisce, abbia tutelato le
fasce sociali deboli, cioè quelle che lavorano senza possedere proprietà rilevanti. Al contrario i politici di sinistra sono stati con i poteri forti. Consiglierei quindi a Sandro e a Damien di non disprezzare le
categorie sociali più deboli, sia perchè queste ultime, visti i tempi che corrono, potrebbero infine decidersi di organizzarsi in proprio e di rivoltarsi,
sia perchè forse anche Sandro e Damien ne fanno parte, dal momento che scrivono su Uomini Beta.

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Fabrizio Marchi 8:44 am - 30th Luglio:

“Consiglierei quindi a Sandro e a Damien di non disprezzare le
categorie sociali più deboli, sia perchè queste ultime, visti i tempi che corrono, potrebbero infine decidersi di organizzarsi in proprio e di rivoltarsi,
sia perchè forse anche Sandro e Damien ne fanno parte, dal momento che scrivono su Uomini Beta”. (Saturno)
Caro Saturno, credo che sei in errore, comunque c’è un equivoco. Sia Damien che Sandro non hanno MAI fatto oggetto del loro presunto disprezzo i ceti sociali più deboli. Al contrario. Credo proprio che ci sia stato un misunderstanding, come si suol dire…
Naturalmente ti risponderanno loro stessi ma mi sentivo in dovere di farlo.
Peraltro non avrebbe senso in un luogo come questo un simile atteggiamento. Non credi?
Fabrizio

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sandro 9:27 am - 30th Luglio:

Gli omosessuali sono forse un “ceto sociale debole”?
Vorrei ricordare che pure Valentino lo è, e ha i miliardi che gli escono dalle orecchie.
Qualcuno vuole essere così gentile da spiegarmi per quale motivo se viene aggredito un gay deve essere considerato un reato più grave che se vengo aggredito io?
Cos’è, lui è un cittadino di serie A e io uno di serie B?
L’ articolo tre della costituzione, COSA CAZZO CI STA A FARE?

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Saturno 11:22 am - 30th Luglio:

Il problema è che un gay viene aggredito perchè è
gay. Ad un etero non può succedere. Ecco perchè è necessaria una legge contro l’ omofobia, come negli altri paesi civili. Poi è chiaro che ci sono gay ricchi e gay poveri, ma la legge è necessaria proprio per tutelare questi ultimi. Un paese dove le persone vengono linciate soltanto perchè si amano
è quanto di più incivile e barbaro si possa immaginare.

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Alessandro 11:28 am - 30th Luglio:

La questione della legge sull’omofobia è embletica di che cosa sia diventata oggi la sinistra. Nel suo video giustamente Fabrizio ha parlato di una sinistra liberal, di una sinistra oramai lontana dalla sua migliore tradizione europea, socialista, marxista, come la vogliamo chiamare. Oggi la sinistra è, in tutto e per tutto, uno schieramento politico che ricalca la proposta politica dei democratici americani( non a caso il suo principale partito così si definisce) o dei laburisti inglesi, cioè una sinistra annacquata, impalpabile, oramai attiva solo sul fronte dei “diritti civili” da imporre persino con i bombardamenti( dov’erano le nostre pacifiste quando si doveva rifinanziare la missione in Afghanistan?). Pensare che il rispetto per gli omosessuali si possa ottenere o comunque accrescere con un inasprimento delle pene è un’assurdità, perchè somiglia alla convinzione che hanno gli statunitensi di ridurre la criminalità comune utilizzando la pena di morte: i dati testimoniano che proprio il giustizialismo americano non porta alcun risultato, ma anzi proprio gli USA sono ai vertici in quanto a delitti commessi dai criminali comuni. La grande tradizione marxista o socialista, che la sinistra attuale ha messo in soffitta, ci dimostra invece che ci sono due strade da percorrere per ottenere risultati in quest’ambito: giustizia sociale prima di tutto e istruzione. Inoltre le varie Concia, Finocchiaro e compagnia cantante, i vari Letta e Marino, quest’ultimo davvero un democratico americano anche di formazione, dovrebbero riprendere a studiare un pò i padri fondatori del loro partito, e imparare che per interpretare la realtà sociale che li circonda c’è un solo criterio ed è quello dell’appartenenza socio-economica: affermare che un gay o una donna sono discriminati perchè tali è un insulto a quella medesima tradizione culturale a cui affermano di appartenere.Nella stragrande maggioranza dei casi è molto più discriminato socialmente un disoccupato di uan donna o di un gay.
P.S.: se proprio la Concia e tutte le sue amiche a amici vogliono occuparsi di diritti civili inizino a preparare una buona legge sull’eutanasia e a non far scivolare ancora di più la loro coalizione nel giustizialismo o nelle discriminazione positive, distribuite, tra l’altro, senza la benchè minima oggettività.

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sandro 12:26 pm - 30th Luglio:

“Ad un etero non può succedere”
________________
:):):)smile
Ma per favore.
Questo forum è frequentato da persone SERIE.

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Ethans 1:50 pm - 30th Luglio:

X Sandro: ad un etero non può succedere che venga aggredito in quanto etero, magari può venire aggredito per altre motivazioni, non certo per la sua sessualità. Al gay può succedere ed è successo parecchie volte in passato. Gay e etero dovrebbero essere considerati cittadini di pari livello e se un gay viene aggredito solo ed esclusivamente in ragione della sua omosessualità allora è giusto che l’aggressore ne subisca le conseguenze legali. Se invece il gay viene aggredito per altri motivi che esulano dal suo orientamento sessuale applicare l’aggravante omofoba all’aggressore mi sa tanto di ipergarantismo teso a proteggere i gay manco fossero dei panda.

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Fabrizio Marchi 2:21 pm - 30th Luglio:

Sandro, ciò che vuole dire Saturno è che un gay può essere aggredito in quanto tale, cioè per il semplice fatto di essere tale. Ciò non significa che un eterosessuale non possa essere aggredito, ma non in quanto eterosessuale. E questo, purtroppo, è un fatto, anche se certamente ormai in misura estremamente minore rispetto a quanto avveniva in passato.
Però non c’è dubbio che gli omosessuali, in tante epoche storiche (anche se non in tutte, nell’antica Grecia e nell’antica Roma non era così), e fino a pochi decenni fa anche nella nostra liberale e cattolica Italia, siano stati senz’altro sottoposti a pesanti discriminazioni.
Io stesso posso confermare, e ne parlo nel mio libro, dedicato alla mia adolescenza, che spesso e volentieri uno dei “passatempi” preferiti di molti “ragazzi di quartiere”, consisteva proprio nel prendersi gioco di questi ragazzi gay, con atteggiamenti e comportamenti spesso assai pesanti se non dichiaratamente violenti, tipici di quel fenomeno che oggi giustamente viene definito con il termine di “bullismo” . E badate che non parlo per sentito dire ma di vita vissuta, anche molto intensamente…
Questo, solo per dirne una. Dobbiamo essere onesti, fino ad una cinquantina di anni fa e forse anche meno, la grande maggioranza degli omosessuali non poteva palesarsi pubblicamente, pena l’emarginazione sociale e umana, la discriminazione sui luoghi di lavoro, il pubblico ludibrio e talvolta anche di peggio.
Ricordo bene (e ne parlo nel mio libro) che, una quarantina di anni fa all’incirca, in una qualsiasi sala cinematografica di un quartiere popolare della capitale era sufficiente gridare al “frocio in sala”, che le luci venivano accese, la proiezione del film veniva interrotta, si “individuava” il malcapitato, che magari aveva tentato un approccio maldestro con qualcuno, il quale veniva prelevato e buttato fuori, e non con le buone maniere…
E’ doloroso ammetterlo ma è così, e non sempre in quei frangenti ho saputo essere all’altezza della situazione. Per viltà, perché recitavo anche io la parte del macho (del coglione?…) della peggior specie, spesso anche per farmi bello davanti a qualche ragazzina…. Certo, avevo quindici o sedici anni, ed ero uno dei tanti che cresceva in quel contesto. Se fossi tornato a casa e avessi raccontato che un “frocio” ci aveva provato con me e che io lo avevo preso a pugni, mio padre stesso, socialista della primissima ora (senza se e senza ma) ed ex partigiano decorato, non credo che mi avrebbe rimproverato, o forse avrebbe solo fatto finta di farlo. Non perché fosse cattivo (era un pezzo di pane, un uomo straordinario, che Dio o Chi per Lui l’abbiano in gloria)ma perché per lui, come per il 99% delle persone (uomini e donne), l’omosessualità era considerata come una devianza, una specie di malattia, e il concetto stesso dell’essere gay era del tutto identificato e sovrapposto con quello di pedofilo e pervertito.
Naturalmente in questi quarant’anni la situazione è cambiata profondamente e siamo arrivati anche a manifestazioni, a mio giudizio fastidiose e di pessimo gusto (e che secondo me danneggiano anche l’immagine degli stessi gay) come l’Europride o il Gaypride. Pasolini era gay ma non aveva certo bisogno di mettersi le piume in testa, il perizoma o girare con il culo di fuori sopra un camion scimmiottando atteggiamenti da pseudo femminuccia da strapazzo… Ma questo è un altro discorso.
Gli omosessuali sono stati perseguitati in quanto tali; purtroppo è così. E’ accaduto in culture e contesti anche molto diversi fra loro. Ma è accaduto. A differenza del falso vittimismo femminista e femdominista sulla condizione femminile, i gay se la sono purtroppo passata spesso molto male nella storia.
Negarlo non serve a nulla. Viceversa è completamente falsa la menzogna femdominista in base alla quale solo i maschi sarebbero responsabili di questa discriminazione. La verità è che le donne sbeffeggiavano e umiliavano spesso e volentieri i gay quanto gli uomini, e solo negli ultimi decenni questo atteggiamento è cambiato profondamente, sia da parte femminile che maschile.
Per cui non ci venissero raccontare palle. Chiunque non abbia trascorso la vita in un collegio per educande e si sia guadagnato la pagnotta per la strada, sa benissimo come stavano le cose. Se un ragazzo qualsiasi, non dico della mia generazione (ho quasi 53 anni) ma appena di quella precedente, si fosse presentato una sera a casa dichiarando di essere gay, la madre lo avrebbe preso a calci nel culo prima del padre…Non parliamo poi dei nostri nonni e delle nostre nonne…
Anche in questo ambito, il femdominismo ha raccontato strumentalmente una moltitudine di bugie, con il solito obiettivo di deresponsabilizzare le donne.
Sarebbero capaci di dire che se un asteroide cade sulla Terra uccidendo un tot numero di persone, la colpa è dei maschi…
Fabrizio

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Fabrizio Marchi 2:53 pm - 30th Luglio:

“Nella stragrande maggioranza dei casi è molto più discriminato socialmente un disoccupato di una donna o di un gay”. (Alessandro)
Non c’è alcun dubbio, Alessandro, perchè la condizione di marginalità sociale discrimina i maschi in modo esponenziale rispetto alle femmine.
Una femmina disoccupata è socialmente accettata e non viene in alcun modo giudicata dalla comunità, men che meno dagli uomini che la accettano e la apprezzano per quello che è, non per quello che fa o non fa.
L’esatto contrario di ciò che accade agli uomini. Un maschio disoccupato che abbia superato i quarant’ anni di età è destinato a diventare un invisibile, un emarginato, condannato alla solitudine e considerato un fallito.
In altre parole un uomo finito, buono per bersi un bicchiere di pessimo vino in una bettola e per addormentarsi su una panchina dei giardinetti pubblici.
Fabrizio

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sandro 4:45 pm - 30th Luglio:

“Se invece il gay viene aggredito per altri motivi che esulano dal suo orientamento sessuale applicare l’aggravante omofoba all’aggressore mi sa tanto di ipergarantismo teso a proteggere i gay manco fossero dei panda”
__________________
Ecco. Appunto.
Voglio conoscerlo, un gay che non sfrutterebbe tale possibilità.
__________________
“Gli omosessuali sono stati perseguitati in quanto tali; purtroppo è così. E’ accaduto in culture e contesti anche molto diversi fra loro. Ma è accaduto. A differenza del falso vittimismo femminista e femdominista sulla condizione femminile, i gay se la sono purtroppo passata spesso molto male nella storia.”
__________________
E allora? Cosa c’ entro io che sono nato nel 1975?
Perché dovrei subire le “discriminazioni positive” a loro favore? Io li discrimino forse? Perché rispetto a loro devo essere considerato un cittadino di serie B?
Non sono io il discriminato in questo caso?

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Fabrizio Marchi 5:25 pm - 30th Luglio:

“E allora? Cosa c’ entro io che sono nato nel 1975?
Perché dovrei subire le “discriminazioni positive” a loro favore? Io li discrimino forse? Perché rispetto a loro devo essere considerato un cittadino di serie B?
Non sono io il discriminato in questo caso?” (Sandro)
Infatti non c’entri nulla e nessuno ti incolpa di chissà cosa ed è giusto da parte tua non sentirti a tua volta discriminato.
Era però necessario chiarire quel punto che era stato affrontato da te, Saturno ed Ethans, e cioè la discriminazione che gli omosessuali hanno in effetti subito per il solo fatto di essere tali. Non sempre, non tutti e non nella stessa misura (l’appartenenza di classe, anche in questo caso, aveva il suo peso, eccome…), ma non c’è dubbio che ci sia stata.
Fabrizio

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Damien 6:24 pm - 30th Luglio:

tutto calcolato.. privilegi a trans, gay, donne e vips..

per gli uomini beta calci in qlo!

e via! con allegria verso la distruzione sociale!

@Saturno: vediamo di riflettere su quanto scriviamo, ti suggerisco di RILEGGERE l’articolo sul sito su cosa si intende per VIOLENZA, ricordo a Saturno che la VIOLENZA non ha genere e anche un etero puo’ essere aggredito.. l’aggressione si puo’ formalizzare in fisica e psichica, io in quanto uomo beta sono COSTANTEMENTE vittima di un sistema che VIOLENTA ed AGGREDISCE il mio essere maschile, cosi come le donne dagli stupratori e via dicendo! abbiamo un articolo della Costituzione, l’art. 3, usiamolo! senza se e senza ma! i favoritismi creano classi e abusi di potere, come le donne ci hanno insegnato! oltre a loro, un domani debbo anche preoccuparmi di un gay che, facendomi avances alle quali rifiuto, potrebbe alla stregua di qualsiasi donna denunciarmi?

avete un cervello come me.. usatelo!

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Saturno 3:22 pm - 31st Luglio:

Secondo me non è possibile difendere i propri
diritti se non si difendono anche quelli degli
altri. Non si tratta di dare privilegi ma diritti.
La nostra Costituzione proibisce la propaganda del fascismo. Allo stesso modo chiunque discrimina gli altri per il loro modo di essere, e si badi bene che il modo di essere non è una scelta ma si nasce così, deve essere punito dalla legge. Non
credo che chi bastona una persona perchè tale persona è gay debba ricevere lo stesso trattamento di chi bastona uno per motivi diversi, perchè in questo caso l’ aggressione è al modo di essere,
all’ essenza dell’ essere umano e quindi a motivi permanenti e non transitori. E poi, siete proprio sicuri che la questione omosessuale sia così lontana da quella maschile? A parte il fatto che i gay sono comunque di sesso maschile (le lesbiche ovviamente no, ma i gay si) lo stesso concetto machista che condanna i gay è il medesimo che impone agli uomini eterosessuali ruoli ben definiti ma che non hanno più riscontro nella realtà di oggi
e che li svantaggiano. Come non vedere che il fatto che deve essere comunque sempre l’ uomo a fare il primo passo è direttamente collegato ad una concezione antiquata, la medesima che considera i gay devianti perchè non corrispondono all’ idea forte, ma in realtà oggi subalterna, di ciò che deve essere un maschio? La liberazione dei gay va di pari passo con quella degli Uomini Beta.

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Fabrizio Marchi 5:42 pm - 31st Luglio:

“Secondo me non è possibile difendere i propri
diritti se non si difendono anche quelli degli
altri”. (Saturno)
Sono assolutamente d’accordo con te, senza se e senza ma, come si usa dire.
Ciò detto, non mi pare che qui ci sia stato qualcuno che abbia sostenuto posizioni discriminatorie nei confronti dei gay (o di chicchessia), anche perché sarebbe contrario ai nostri principi. Sono solo stati avanzati dei dubbi circa l’efficacia di alcune misure legislative che potrebbero sul lungo periodo trasformarsi nel loro contrario, una sorta di boomerang.
A mio parere tu e Sandro non vi siete capiti, o meglio avete utilizzato linguaggi diversi, e quindi in casi come questi diventa impossibile comprendersi. Tu, riferendoti agli omosessuali, hai parlato di fasce sociali deboli (quella dei gay non è una fascia sociale ma un gruppo di genere, diciamo così, a sua volta diviso in fasce sociali, come tutti/e, e stai pur tranquillo che il gay ricco e famoso se ne sbatte altamente le palle del “frocio” di borgata…), e lui ti ha risposto dicendoti che un uomo qualsiasi, che so, un precario o un disoccupato, è molto ma molto più discriminato rispetto ad un Valentino (gay, ma straricco e potente).
Sono due questioni diverse. A mio parere entrambe le vostre posizioni sono giuste e non lo dico per fare da paciere (sapete benissimo che non gioco a fare il moderatore tradizionale…). Se è vero quindi che i gay sono stati discriminati in quanto tali e, in misura molto minore, fortunatamente, rispetto al passato, lo sono ancora oggi (senza dimenticarci, per onestà intellettuale, che oggi esiste anche un potentissima lobby gay, mentre una lobby di precari o disoccupati ancora non si è mai vista…), è altrettanto vero che tanti uomini eterosessuali ma socialmente fragili o disagiati, oggi lo sono altrettanto, e in taluni casi questa discriminazione assume forme e contenuti anche più pesanti.
Quindi si tratta di due questioni differenti; quella di genere e quella di classe, che per quanto riguarda la QM, o meglio, la condizione dei maschi beta, finiscono per sovrapporsi completamente. Per quanto riguarda invece gli omosessuali questa sovrapposizione è solo parziale, come abbiamo appena spiegato.
Non è un caso (ma le ragioni sono tante e prima o poi le dovremo analizzare) che tutti i movimenti gay abbiano da sempre fatto fronte comune con il femminismo, anche quello più estremista e antimaschile; il che per loro, è veramente una contraddizione in termini. Però è anche vero che questa alleanza è stata resa possibile proprio da quella “cultura machista” che, come ho tentato di spiegare non a caso in uno dei miei video, è considerata il nemico pubblico numero 1 del femminismo ma in realtà è il suo primo e migliore alleato. E’ ovvio che in un contesto dominato dal machismo (che è l’altra faccia della medaglia della parte peggiore e meno evoluta del femminile e oggi del femdominismo di cui è inconsapevolmente succube) i gay non potevano che rivolgersi a coloro che combattevano quella cultura, quindi al femminismo prima maniera.
Ecco, questo è un’altro dei tanti danni procurati dal machismo, sul quale non avevamo ancora riflettuto, per lo meno nel nostro dibattito interno. Ora abbiamo un altro esempio di stupidità maschile davanti ai nostri occhi.
Ma anche i gay, dobbiamo dirlo, non sono da meno, perché dovrebbero cominciare ad aprire gli occhi anche loro e invece scelgono di fare il verso alle femministe senza capire o senza voler capire cosa è accaduto e cosa sta accadendo nel mondo maschile eterosessuale, la sofferenza e il profondo disagio che sta vivendo. E invece scelgono di godersi la loro rendita di posizione, da bravi fratelli minori del femdominismo, nei confronti del quale si guardano bene dall’avanzare una sia pur minima critica o perplessità.
E da un certo punto di vista, se me lo consenti, la cosa è anche abbastanza grave, per il semplice fatto che anche loro sono uomini (nel senso di maschi come noi, capaci quindi di comprendere gli altri maschi), e certe cose le dovrebbero capire, avendone gli strumenti .Al contrario scelgono di fare orecchie da mercante senza rendersi conto (o non volendo rendersi conto, il che sarebbe anche peggio…) che la Storia va avanti, procede, che la realtà cambia e che non si può e non si deve rimanere aggrappati ai vecchi schemi, con tutte le ragioni che possono avere e hanno in effetti avuto (e non mi pare che non gliele abbia riconosciute, anzi…).
Per ora, però, silenzio assoluto. E quindi, come noi abbiamo avuto il coraggio di metterci in discussione e di gettare alle ortiche una volta e per sempre quell’idiozia chiamata “machismo”, è giunto il momento anche per loro di cominciare a rileggere la realtà.
Mi auguro che ciò accada il più presto possibile ma non possiamo certo essere noi, in questa fase, a farci carico anche di questo problema. Siamo già abbastanza oberati dai nostri, come credo converrai.
Per parte nostra, braccia aperte al dialogo, ma un passo versus lo devono fare tutti.
Fabrizio

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luigi corvaglia 6:14 pm - 31st Luglio:

No, mi dispiace non sono d’accordo. Creare dei recinti in cui alcune categorie di persone sono “più uguali” di altre di fronte alla legge non ci porterà a niente di buono. Semmai il problema, nel nostro paese, è il funzionamento della giustizia con la sua mancanza o “malleabilità” della certezza della pena.
Secondo me non è nemmeno compito della giustizia occuparsi di tali temi, quest’ultima deve solo comminare quanto è giusto a prescindere se si tratti di gay, donne o uomini.
Dovrebbe essere compito di tutti noi, della società nel suo complesso quindi, se sana, esercitare una potente riprovazione sociale. La sola che può indurre tali soggetti a più miti consigli.
In definitiva ritengo che la giustizia non possa surrogare compiti che spettano ad altri attori sociali.
Nemmeno, è il caso italiano, se tali attori latitano.
D’altronde, quando questo è successo, femminismo docet, non mi pare che sia stato un successone. Altrimenti non staremmo manco a discuterne su questo sito.
Cordialmente

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Leonardo 6:19 pm - 31st Luglio:

Bisogna anche cominciare ad apprezzare il nostro corpo maschile senza il rischio di essere chiamati froci, cosa che le donne fanno da sempre, considerarsi più belle degli uomini e disprezzare il fisico del maschio: chissà perché?
Quello dei gay è un argomento delicato, ognuno è libero di fare sesso con chi più ritiene di suo gusto (purtroppo a me sono capitate le donne) e poi, infatti, non sono tutti uguali i gay, oltre che per ceto sociale, anche per gusti sessuali, come neanche gli etero sono tutti uguali per gusti sessuali. Forse la minigonna di Mary femminista vuole omologarci?

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sandro 11:31 pm - 31st Luglio:

“avete un cervello come me.. usatelo!”
________________
Bravo.
Mi hai tolto le parole di bocca.

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Damien 10:46 am - 1st Agosto:

@Saturno: fare leggi ad hoc significa creare privilegi (..e più di qualcuno puo’ capire dove vado a parare..) al massimo potrebbe essere integrato come un aggravante, cosi come già riconosciuto per i futili motivi o per motivi di razzismo, ma creare leggi ad hoc è una tavanata galattica!

Le indagini della Magistratura sono le uniche che hanno liceità a determinare l’illecito e le modalità di tale aggravante, solo dopo indagini adeguate!

Pertanto, a mio modesto parere, fare una legge che, a priori, determina la gravità dell’atto, potrebbe dare adito ad abusi! cosi come stà succedendo in italia ed in altre parti del mondo per le false accuse di stupro!

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Saturno 10:56 am - 1st Agosto:

Bè, in effetti è vero che il disagio degli uomini
eteresessuali è più invisibile di quello di altre caegorie, anche di quello dei gay. Non c’è infatti nessuno che ne parla. In quello che dice Fabrizio c’è del vero. Tuttavia sulla questione specifica,
sulla normativa bocciata dal Parlamento, mi restano dei dubbi, anche perchè all’ estero viene
considerata una norma di civiltà.

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sandro 3:11 pm - 1st Agosto:

“sulla normativa bocciata dal Parlamento, mi restano dei dubbi, anche perchè all’ estero viene
considerata una norma di civiltà”
__________________
Ah beh allora cambia tutto…
Se una porcata la fanno pure all’ estero diventa una cosa giusta…

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Saturno 4:24 pm - 2nd Agosto:

Il fatto è che secondo me il razzismo non può avere
legittimità di esistere. Per esempio, trovo allucinante che l’ europarlamentare Borghezio abbia
potuto esprimere solidarietà allo stragista Breivik, autore del massacro di Utoya, e non sia finito in galera. L’ apologia di strage è, o almeno dovrebbe essere, un reato. Ed anche il razzismo dovrebbe esserlo. Non si può negare che negli ultimi anni ci sia stata in Italia un’ ondata di aggressioni omofobe.
Si devono condannare le aggressioni, ma con l’ aggiunta dell’ aggravante dell’ omofobia. Le aggressioni omofobe sono facilmente riconoscibili da quelle di altro tipo.
Non mi convince il paragone con le false accuse di stupro; non mi pare che si sia mai verificato il caso di una falsa aggressione omofoba. Al contrario, mi colpì il caso due anni fa di quella ragazza napoletana che rischiò di perdere un’ occhio perchè aveva difeso il suo amico omosessuale. E in questi ultimi anni ci sono stati tanti casi di gay pestati a sangue a Roma, a Milano, in tanti posti. Uno anche in Toscana, e fu uno choc per una città come Firenze non abituata a tali atti di intolleranza.
Insomma, per me questi sono crimini particolarmente odiosi, anche se è chiaro che qualsiasi tipo di aggressione lo è sempre. Non credo che una legge contro l’ omofobia danneggi gli eterosessuali, non vedo dove sarebbe il contrasto. A parer mio, quando un gay ha provato a farmi delle avances (è successo a tutti, penso) ho semplicemente risposto: “no, grazie, io sono etero” ed è tutto finito lì. E non posso fare a meno di pensare: magari lo facessero anche le donne!

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Fabrizio Marchi 5:45 pm - 2nd Agosto:

Saturno, qui siamo tutti convinti che il razzismo non debba avere alcuno spazio e legittimità. Non credo sia neanche il caso di insistere su questo. La questione fra te e Sandro e Damien è relativa alla giustezza o meno delle leggi specifiche contro l’omofobia. Questo è il punto e, non certo per voler chiudere la discussione, però non credo che potrete mai addivenire ad una sintesi.
Fino ad ora, questo va ricordato, le cosiddette “discriminazioni positive” hanno di fatto creato altrettante e nuove discriminazioni, come purtroppo ben sappiamo.
Potrebbe verificarsi lo stesso tipo di situazione per quanto riguarda i gay? Non lo so, non ho una posizione certa sul tema. Di certo, a differenza del vittimismo femminista, è doveroso sottolineare che gli omosessuali, come ho già spiegato più volte, sono effettivamente stati vittime di discriminazioni e spesso, nei tempi andati, anche di vere e proprie persecuzioni. Questo potrebbe giustificare dei provvedimenti ad hoc. Però è anche vero che il reato di omofobia potrebbe essere compreso in quello di apologia di razzismo.
Allo stesso tempo, se due persone (di cui una omosessuale) venissero aggredite per la strada da un gruppo di energumeni, l’eterosessuale per rubargli il portafogli e il gay per il puro gusto di aggredirlo, il reato è di fatto il medesimo. Entrambi sono stati aggrediti e malmenati. Non credo che il gay abbia diritto ad un risarcimento maggiore in quanto gay… Nello stesso tempo se il reo di aggressione al gay venisse condannato ad una pena maggiore rispetto a quella comminata a colui che ha aggredito la persona eterosessuale, saremmo di fronte ad un’ingiustizia, a mio parere.
Però è anche vero, e questo lo riconosco, che essere insultati o aggrediti per la propria appartenenza di genere, è un fatto sicuramente grave e odioso, né più e né meno che essere insultati o aggrediti per il coloro della propria pelle o per la propria fede religiosa.
Una posizione equilibrata mi pare sia stata espressa da Luigi Corvaglia, il quale diceva che il compito di combattere i fenomeni dell’ omofobia e del razzismo spetta alla cultura, alla società più che alla giustizia, che naturalmente deve entrare ovviamente in campo quando quegli stessi fenomeni si traducono in atteggiamenti e comportamenti violenti o lesivi della persona.
Come ripeto, la questione, dal mio punto di vista, è contraddittoria e di non facilissima soluzione.Si rischia in entrambi i casi di sconfinare nei due pesi e due misure.
Ci rifletterò.
Fabrizio

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Rino 8:16 pm - 2nd Agosto:

Sulla questione gay – in generale – quoto quanto scritto il 31 Lug da Fabrizio.
Quanto alla normativa bocciata dal Parlamento rifletto su questo: si intendeva introdurre un sistema di aggravanti connesse al tipo di vittima e perciò alle motivazioni dell’aggressione.
Non ci sono precedenti in tal senso, riferiti ad alcun altro gruppo sociale o ceto o altro segmento di appartenenza.
Picchiare un gay sarebbe più grave che dar fuoco ad un barbone, o spezzare le gambe ad un rifugiato che non capisce il dialetto veneto?
Non è neanche mai passato per il cervello di esigere pene superiori per il pestaggio di un barbone, benché la motivazione di classe sia smaccata, etc.
L’idea di ri-rubricare i reati (per aggravare le pene) in relazione alla categoria delle vittime è di pura fonte femminista. Applicarlo ai gay è solo propedeutico per applicarlo alle violenze subite dalle FF. Il risultato è quello zapateriano: pena maggiore ai maschi per il medesimo reato. La giustificazione del peggiore trattamento giudiziale è che quella violenza non è esercitata dall’individuo in sé e per sè, ma come sicario.
E’ per questo che in Spagna non si parla più di violenza antifemminile ma di violenza di Genere, beninteso quella di M contro F. L’altra, simmetrica, o viene negata o rimane intesa come violenza individuale, senza legami con la società.
Posto che il movimento gay (come sappiamo) è una creatura culturale del femminismo, senza alcuna autonomia, è chiaro che quella proposta era solo un viatico alla ideologizzazione femminista del codice penale. Che cmq molto probabilmente verrà in ogni caso.

Rino DV

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Alessandro 10:01 pm - 2nd Agosto:

R.DV.: è chiaro che quella proposta era solo un viatico alla ideologizzazione femminista del codice penale.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Senza dubbio. E’ un modo per confondere le acque, per darsi una vesta “progressista” più credibile, per farsi riconoscere come “umaniste” e non esclusivamente come femministe, cioè esclusivamente interessate al proprio tornaconto, come in realtà è. Se fossero oneste dovrebbero proporre delle quote gay per accedere alle alte cariche, ma non lo faranno mai, perchè in fondo, pur essendo alleati, rimangono uomini anche loro. Sono le stesse che si dichiarano pacifiste, ma che poi votano in massa per finanziare i bombardamenti dei civili in Afghanistan ( qui casca l’asino), perchè bisogna menare i talebani: e c’è anche chi scrive che le donne di sinistra sarebbero tenere nei confronti dei musulmani: mi vien da ridere.

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Fabrizio Marchi 12:07 pm - 20th Ottobre:

Guardate un po’ che chicca ho casualmente scovato sulla rete…La rubrica del cuore di tale Rosalba Carbutti su Blog Quotidiano.net (raccoglie il gruppo di quotidiani Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno ecc.)
Scusate ma non sono riuscito a fare il copia-incolla dal blog, comunque lo potete trovare su Google alla voce Blog Quotidiano.net
Oltre ai soliti insulti (frustrati ecc.) la solita operazione di copia incolla di alcuni commenti presi qua e la’ nel blog. Roba da veri professionisti della comunicazione…Che stile ragazzi! Di meglio la nostra Rosalba non poteva fare!…Complimenti a lei…
Di seguito all’articolo ci sono anche dei commenti ma ve li potete andare a leggere da soli (il post e’ gia’ troppo lungo…)

“La (ridicola) rivolta degli uomini beta”
Pubblicato da Rosalba Carbutti Mer, 19/10/2011 – 01:12
Voi, donne agguerrite, è ora che cambiate musica. Il ‘Se non ora quando’ e movimenti simili sono niente in confronto alle nuove rivolte portate avanti dagli uomini ‘beta’. Gruppo sociale o di genere, a quanto dice il fondatore del neo-movimento, Fabrizio Marchi, in contrapposizione con lo strapotere femminile. Sì, riporto la frase usata da Marchi: ‘strapotere femminile’. Non so dove lo veda questo strapotere (almeno in Italia), dove le donne che contano qualcosa restano sempre una minoranza (a proposito, a parte Emma Marcegaglia chi vi viene in mente?)… ma tant’è che per Marchi esiste e, a quanto dice, fa anche non pochi danni.

Il motivo è semplice: se sei un uomo qualunque, hai una vita da mediano, lavori, ad esempio, come impiegato alle Poste, non hai appeal nei confronti dell’universo femminile che, in pratica, non solo ti snobba, ma si accoppia con gli uomini ‘alfa’, cioè i maschi dominanti. ‘Al contrario, sostiene Marchi, non succede alle donne di pari grado’. Per intenderci: se siete donne beta (un po’ sfigatelle, impiegate alle Poste e magari con qualche chilo in più) niente paura perché, ciò nonostante, ‘potrete scoccare dal vostro arco la freccia della vostra femminilità verso l’altro sesso’. Avete capito? E’ tutta una questione di genere: se siete donne, anche se insicure e senza un euro in tasca, basta buttarvi e il primo George Clooney che passa sarà vostro, secondo l’interpretazione di Marchi. Al contrario, se avete la sfortuna di nascere uomini beta, pagherete due volte: per non appartenere alle élite di potere e per non appartenere al genere femminile.

Pensate, dice Marchi, quanta ingiustizia c’è nel mondo: “Chi non ha una posizione sociale da spendere per potere o ricchezza, non conta assolutamente nulla, non solo all’interno del sistema sociale, ma anche nella relazione con l’altro genere’.

Mentre leggevo questa ridicola ‘carta dei diritti’ della questione maschile (con copia & incolla anche di alcuni temi prettamente femminili, vedi le quote rosa, trasfigurate in richieste di quote celesti dedicate agli insegnanti) sono andata a leggere di cosa parlano gli uomini beta nella loro community. Insomma, ho cercato di capire chi sono, al di là del loro leader (?) che, a leggere l’identikit, ha 53 anni, non è sposato, ha un passato in Lotta Continua e si dichiara di sinistra, ma anti-femminista.

Ebbene, vi posto alcuni commenti tratti dal sito, giusto per farvi capire che sono animata dalle migliori intenzioni:

Sergio Taranto: La parità dei sessi è fondamentale in una società civile ma…..le femministe stanno uccidendo gli uomini,la famiglia,la società…

Mauro Recher: Si lamentano che il gender gap in italia è al 74 posto, ma di questo gender gap mostruoso di chi è la colpa: del muratore, del precario, dell’operaio, del disoccupato, del padre separato che va alla caritas? Oppure è colpa di quegli uomini alfa che loro cercano in continuazione?

Alessandro: La parità tra i due sessi in Italia è stata raggiunta già negli anni Novanta, ma sostenere questa verità vorrebbe dire (alle donne) privarsi di quella potentissima arma che è il vittimismo, serbatotio di privilegi e prebende.

Fabrizio Marchi: Gli uomini sono sottoposti 24 ore su 24, per la strada, in televisione, sui giornali, al cinema, nei luoghi di lavoro come in quelli di svago, ad una costante e continua sollecitazione sessuale destinata a rimanere inappagata… Essere sollecitati sessualmente dalla mattina alla sera per ogni giorno della propria vita, in un meccanismo di sistematica sollecitazione-frustrazione del desiderio, non è che una forma di violenza costante, continua, sottile, che scava e scava come una goccia cinese, giorno dopo giorno, fino a penetrare in profondità nella psiche maschile, provocando alla lunga dei danni forse non apparentemente visibili e invece devastanti sotto il profilo psicologico.

Rino (in risposta a quanto scritto da Marchi): Il peso di questo stimolo/ricatto secondo me è grandissimo ed è uno dei fattori della subordinazione maschile. E’ difficile esagerarne il ruolo. Esso mantiene le masse maschili permanentemente in stato di innamoramento, ossia nella posizione di colui che sente di dover dare, regalare, accondiscendere, corteggiare. Una condizione collettiva di subordinazione.

Pupistar_Bianco: Io sono dell’idea che esibizione coincida con disponibilità. Ben venga quindi il fatto che ragazze e donne tendano a scoprirsi. Poi, l’uomo è diverso dalla donna. Nell’uomo, l’area della sessualità e della violenza sono gestite dalla stessa zona del cervello (l’ipotalamo).

Mizio: C’è una sostanziale differenza tra una bella auto e una donna sexy… L’auto la devi comprare mentre una donna non si compra, per cui se non hai i soldi te ne fai una ragione e l’ auto non la compri. Se proprio ci tieni ad averla lavori sodo, cerchi di guadagnarti quei soldi che ti servono e la prendi. Per la donna invece il discorso è completamente diverso, non vale la legge del: ‘più divento fico, “più ci so fare” con le donne più le conquisto per cui come si è già discusso in altri articoli forme di corteggiamento e seduzioni estenuanti non valgono i risultati ottenuti e spesso e volentieri si rimane a bocca asciutta. Per l’automobile sai che se hai il denaro sufficiente te la compri ed è un fatto matematico…

Ebbene, dopo il paragone donna-automobile credo che gli ‘uomini beta’ si siano dati una risposta sul perché le donne beta (alfa, gamma, delta) abbiano deciso di virare altrove. Sarà questo a farli scaldare tanto? Il fatto di essere talmente gretti dal preferire attaccare l’altro genere, piuttosto che dialogarci (o tentare di conquistarlo con le proprie qualità)? Leggendo questi (e altri) commenti di tale tribù di maschi insoddisfatti ho finalmente capito perché stiamo precipitando. Come Paese, intendo. Non c’è più nessuno che si prenda la responsabilità dei propri insuccessi, tutti presi a incolpare amici/nemici della propria condizione di disagio. Ma un esame di coscienza (maschile e femminile) non varrebbe la pena farselo, evitando posizioni manichee che non portano a niente, se non al conflitto? Meditate (uomini e donne).  

AVVISO ALLE LETTRICI DEL BLOG: Una piccola richiesta: se c’è qualche donna beta che – come sostiene Marchi – ha conquistato il Clooney di turno scoccando la propria freccia della femminilità scriva un post. Grazie.

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mauro recher 4:34 pm - 20th Ottobre:

sono stato nominato ,sono quasi commosso 😉 ,non succede pure a voi ?
cosa si dice Fabrizio ,bene o male ,l’importante e che se ne parli ..
Per carità .parliamo anche della posta del cuore ,ragazze alla ricerca del principe azzurro (di solito è cosi ) ,gli sembra quasi impossibile che gli uomini abbiano delle difficoltà ,quello spetta solo alle donne …
proprio ieri ,mi sembra, ho visto l’anteprima di verissimo e c’erano due letterine ,beh una conduce e l’altra era Ilary Blasi ,certamente tutte due si sono accasate con il primo muratore di passaggio …

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cesare 11:13 am - 7th Dicembre:

A Ballarò, e ovunque, interviene il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a spiegare, con l’ausilio marketing di qualche lacrima, la “manovra Monti”. In questo terrificante collasso del mondo del lavoro, che sta travolgendo i lavoratori maschi italiani e milioni di padri di famiglia, annienta fabbriche, professioni, centri di eccellenza produttiva e scientifica, il ministro, di dichiarata fede femminista, cita misure e ha lacrime solo per i giovani,le donne e i vecchi (quelli sopra i 50 anni). Spariti i maschi adulti che lavorano. Quelli che tengono su la baracca da sempre. Segno dei tempi. Abracadabra e puff! non ci sono più Fincantieri, Finmeccanica, Fiat, e innumerevoli altre realtà del lavoro italiano! Fantastica questa ministra femminista: si pensava che il femminismo avesse a far sparire i lavoratori come classe sostituendola con il sesso femminile, e invece la Fornero si è dimostrata ben più performante e progressista: ha fatto sparire anche i lavoratori maschi. Delle lacrime e sangue promesse, per loro solo il sangue: morti sono, persino illacrimati dal ministero del Welfare. Il governo mondiale dei banchieri e degli speculatori, o meglio dei maghi cui bastano le parole dall’effetto speciale per far sparire i termini della realtà e imbambolare tutti.

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Daniele 1:45 pm - 7th Dicembre:

Cesare
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A Ballarò, e ovunque, interviene il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a spiegare, con l’ausilio marketing di qualche lacrima, la “manovra Monti”. In questo terrificante collasso del mondo del lavoro, che sta travolgendo i lavoratori maschi italiani e milioni di padri di famiglia, annienta fabbriche, professioni, centri di eccellenza produttiva e scientifica, il ministro, di dichiarata fede femminista, cita misure e ha lacrime solo per i giovani,le donne e i vecchi (quelli sopra i 50 anni).
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D’accordo Cesare, ma resta sempre da chiedersi: e gli uomini dove sono? Cos’hanno da dire? Niente?
Voglio dire, ma è possibile che NESSUN politico né intellettuale maschio abbia qualcosa da obiettare a questa rugosa e ipocrita femminista?
E possibile che i giovani maschi, capaci di spaccarsi la faccia – e pure di ammazzarsi – per una partita di pallone, non siano capaci di organizzarsi e di spaccare tutto in perfetto stile black bloc?
Se queste stronze avanzano sempre più, è perché da parte maschile non si muove neppure una foglia, altro che cazzi! E non mi si venga a dire che è tutta colpa del femminismo e del lavaggio del cervello operato dai mass media e dalla scuola, perché la scusa non regge.
La verità vera è che i maschi odierni sono solo una massa di pecoroni.

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cesare 6:01 pm - 7th Dicembre:

Che dimostra la Storia? Che quando è l’Autorità e la Legge che impone i comportamenti, ci si imbarca come capri da macello per le trincee della 15/18, oppure sulle tradotte che ti portano sul Don, o su navi che si è consapevoli che hanno il 70% di probabilità di essere silurate in navigazione nel Mediterraneo (II guerra mondiale), o si seguono le disposizioni folli delle leggi razziali che ti impongono la delazione contro il tuo stesso sangue o amico. Si spiega così perchè tutti, matti e criminali compresi (vedi la banda di matti criminali al potere nella Germania nazista o in Cambogia quelli di Pol Pot, ecc. ecc.), cercano di entrare nella stanza da cui si parla e si agisce a nome dell’Autorità costituita e si è obbediti dalla gente come obbediscono le pecore. Il partito Femdominista e le sue militanti, l’hanno capito ed è tutto un unico continuo pressing a qualunque costo con qualunque mezzo, per proposte di Legge, Sentenze ad hoc, pronunciamenti di Autorità e di Istituzioni a irregimentare i maschi secondo i propri desiderata. Prima che “i pecoroni se ne accorgano” ci vuole molto tempo; davvero molto tempo; ma abbiamo la pazienza dei forti e la forza necessaria. E prima o poi dalla Russia o dalla Germania si torna con le idee più chiare.

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giovanni 8:27 pm - 7th Dicembre:

che articolo…no comment…e che dire dell’istat??? cosa blatera???
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/07/news/separazioni-26238532/?ref=HREC2-6

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Lillian Harnonku 7:33 pm - 15th Dicembre:

Questi due fattori sono uniti da secoli da un logorante gioco di forza, strumentalizzato dai soliti noti che hanno cambiato negli anni volto e partito, ma che sono sempre i soliti noti.

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Fabrizio Marchi 12:27 pm - 30th Dicembre:

Giorni fa un mio caro amico, da sempre un militante di sinistra politicamente attivo, si è messo in contatto su face book con un gruppo che si chiama “Gramscian-net” chiedendo di aderire e di partecipare alla vita del gruppo. Hanno respinto seccamente e senza mezzi termini la sua richiesta dicendogli che lui sulla sua bacheca di fb ospita articoli degli Uomini Beta.
A parte l’ottusità, il dogmatismo e l’intolleranza ideologica, grottesca per quanto anacronistica (che fa peraltro a cazzotti con il pensiero di Gramsci e con la sua stessa persona, certamente uno degli intellettuali meno dogmatici e più aperti, specie se pensiamo all’epoca e al contesto in cui è vissuto e ha operato), ciò dimostra che i nostri avversari, o coloro che si presumono tali (naturalmente io me ne guardo bene dall’avere nulla contro Gramsci o i gramsciani…) cominciano a conoscerci e non ci considerano affatto innocui.
La censura è una dimostrazione di arroganza e di intolleranza ma anche di grande debolezza, seppur mascherata dietro al disprezzo.
Da una parte, è un buon segno.
Fabrizio

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Leonardo 12:59 pm - 30th Dicembre:

Fabrizio Marchi
Hanno respinto seccamente e senza mezzi termini la sua richiesta dicendogli che lui sulla sua bacheca di fb ospita articoli degli Uomini Beta.
—————————————
Io ho sempre paragonato donne e religione, che si nutrono di fede, e per la fede si censurano le verità scomode e si diventa violenti.

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Rino 1:47 pm - 30th Dicembre:

OK. Buon segno.

RDV

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Luigi Corvaglia 4:02 pm - 30th Dicembre:

Ho dato un’occhiata alla bacheca di questo “Gramscian-net”.
A dispetto dell’assonanza con Gramsci nel nome, mi sembrano i soliti fricchettoni di sinistra …
Ho notato anche il libero accesso di post di Femminismo a Sud … 😳
Quel luogo è tossico…. Alla larga. 😡

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cesare 5:23 pm - 30th Dicembre:

Mi permettete di essere inquietante e formulare un’ipotesi ardita su questi giovani ( e anche meno giovani) così disperatamente difesi da cacciare via con spavento ogni pensiero che metta in discussione la loro fede che la donna sia il Bene e la Verità? Ecco allora la mia tesi in merito a queste potentissime censure che non sono solo censure ma auto-censure ovvero vere e proprie rimozioni, ovvero eliminazioni automatiche di un disagio inconscio profondissimo. Avete presente la sindrome di Stoccolma per cui chi si impone da onnipotente con minaccia della vita (per sequestro armato per esempio) finisce per essere vissuto dal minacciato come figura assolutamente indiscutibile e positiva con cui allearsi? ebbene io formulo l’ipotesi che molti maschi oggi vivano una sindrome simile verso la figura femminile in quanto sanno inconsciamente (e non solo) di essere dei sopravvissuti alla volontà onnipotente della madre che poteva anche abortirli. La sindrome da “scampato all’aborto”, sindrome il cui studio è agli inizi. Del resto a ben pensarci: a chi eventualmente avesse avuto in mano il diritto di vita e di morte su di me, come potrei non prestare inconsciamente il culto che si presta verso un Dio onnipotente e terribile? come potrei permettermi nel profondo di metterlo in discussione? e se ci ripensa?

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Fabrizio Marchi 6:09 pm - 30th Dicembre:

Sì, sono d’accordo, Luigi, anche io ho dato un’occhiata ed è molto “leggerino”…nulla a che vedere col Gramsci-pensiero…è il solito gruppazzo scontatissimo di giovinastri e giovinastre sinistroidi e femministe. Peraltro un post su due sulla loro bacheca è di Femminismo a sud o del “corpo delle donne”…
Va bè…avevo pensato di commentare la cosa (cioè l’esclusione del mio amico) su facebook, postando un articolo, ma non credo ne valga la pena dato il livello e lo spessore di questa gente…
Fabrizio

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Rino DV 6:11 pm - 30th Dicembre:

Credo che per la psicologia del profondo l’ipotesi di Cesare non vada scartata a priori.

Buon anno.

RDV

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Fabrizio Marchi 6:45 pm - 30th Dicembre:

L’ipotesi non è certo peregrina, però credo che le cause della paralisi maschile risiedano altrove, anche dal punto di vista psicologico. Gli uomini, a mio parere, non hanno ancora interiorizzato l’aborto, che vivono come una questione tutta al femminile che non li riguarda.
Fabrizio

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armando 10:35 pm - 30th Dicembre:

credo che l’ipotesi di Cesare sia molto plausibile. Che molti uomini non abbiano ancora interiorizzato l’aborto è vero, ma è proprio perchè a livello conscio i maschi si sforzano di vivere l’aborto come questione esclusivamente femminile, che l’inconscio può agire potente e indisturbato, e il fantasma della madre onnipotente a cui non si può non rendere omaggio puà cresce dentro.
armando

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Fabio 8:47 am - 31st Dicembre:

A mio parere la maggior parte degli uomini non si pone nemmeno la questione dell’aborto, perciò, al pari di Fabrizio, sono dell’opinione che le cause dell’inerzia maschile siano altrove. Forse gli uomini comuni (non quelli che si “elevano” dalla massa e che pertanto fanno storia a sé), per esprimersi e agire, hanno bisogno di un contesto sociale diverso che li compatti, tipo quello esistente ancora oggi nelle società islamiche. Infatti, a mio avviso, senza il “collante” religioso il potere sessuale femminile sfalda letteralmente gli uomini. Basta vedere quello che è successo in società secolarizzate come la nostra.

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Rino DV 12:49 pm - 31st Dicembre:

Fabio.
>>
A mio parere la maggior parte degli uomini non si pone nemmeno la questione dell’aborto
>>

Ma bada bene che qui stiamo parlando dell’inconscio, non di ciò che è percepito e vissuto coscientemente.
Siamo sullo stesso piano del senso di colpa collettivo.
Quando lo evoco, l’interlocutore mi risponde sempre: “Ma io non mi sento in colpa!” risposta del tutto fuori bersaglio. Si parla dell’inconscio.

E giustamente anche tu lo richiami quando dici:
>>
senza il “collante” religioso il potere sessuale femminile sfalda letteralmente gli uomini.
>>
Vuol dire che il “collante” religioso ha effetti nelle dinamiche psicologiche profonde. Inconsce.
Da alcuni anni mi sto orientando a pensarla proprio in questo modo. Contro le mie stesse antiche opinioni, ovviamente. E infatti parlo da ateo.
Fossi credente, non oserei mai pensare che la religione abbia effetti strutturanti sulla psiche e quindi sulle relazioni profonde interindividuali e sociali. Non penserei mai che la religione possa essere curativa nell’immanenza, giacché ben altro è il suo fine.

RDV

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Fabio 12:24 am - 3rd Gennaio:

Vuol dire che il “collante” religioso ha effetti nelle dinamiche psicologiche profonde. Inconsce.
Da alcuni anni mi sto orientando a pensarla proprio in questo modo. Contro le mie stesse antiche opinioni, ovviamente. E infatti parlo da ateo. [Rino]
°°°°°°°°°°°°°°°

Anch’io parlo da ateo, ma proprio per questo sono portato a pensare che l’uomo, il maschio, sia storicamente “più costruito” della donna, della femmina, se no come si spiegherebbero certe cose?
Forse chi ideò le religioni era consapevole di questi limiti maschili nei confronti del femminile?
Personalmente non ho una risposta, ma seguito a chiedermelo, perché questa debolezza maschile nei confronti delle donne mi sconcerta veramente da almeno una decina d’anni, ovvero da quando presi coscienza di certe questioni.

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cesare 11:22 am - 3rd Gennaio:

Rino@”Fossi credente, non oserei mai pensare che la religione abbia effetti strutturanti sulla psiche e quindi sulle relazioni profonde interindividuali e sociali. Non penserei mai che la religione possa essere curativa nell’immanenza, giacché ben altro è il suo fine”.

Amico mio Rino, nella mia esperienza del mio profondo e nella mia esperienza del mio credo religioso cristiano-cattolico sono giunto, con mia sopresa, alla seguente conclusione: la narrazione psicoanalitica freudiana è il discorso biblico e il discorso biblico è la narrazione psicoanalitica freudiana. Con tutto quello che da ciò consegue.

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Luigi Corvaglia 8:30 pm - 4th Gennaio:

http://www.libreidee.org/2010/10/anche-umiliato-mio-padre-operaio-odorava-di-dignita/

Anche umiliato, mio padre operaio odorava di dignità
Ero tornato da poche ore, l’ho visto, per la prima volta, era alto, bello, forte e odorava di olio e lamiera. Per anni l’ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica. L’ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo. L’ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie. L’ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli permetteva di farmi frequentare l’università. L’ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro. L’ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.

Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l’età lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma dimenticare la globalizzazione dei diritti, ho visto direttori di giornali affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire che la modernità richiede di tornare indietro. Ma mi è mancata l’aria, quando lunedì 26 luglio 2010, su “La Stampa” di Torino, ho letto l’editoriale del professor Mario Deaglio.

Nell’esposizione del professore, i “diritti dei lavoratori” diventano “componenti non monetarie della retribuzione”, la “difesa del posto di lavoro” doveva essere sostituita da una volatile “garanzia della continuità delle occasioni da lavoro”, ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al minimo, non necessitava più del “tempo libero in cui spendere quei salari”, ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte (teoria ripetuta dal professor Deaglio a “Radio 24” tra le 17,30 e la 18,00 di martedì 27 luglio 2010).

Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l’aria. Sono salito sull’auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino. Sono corso a casa dei miei genitori, l’ho visto per l’ennesima volta. Era curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva barcollare, era debole a causa della cardiopatia. Era mio padre, operaio al reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo libero con la sua famiglia, quello era gratis. Odorava di dignità.

(Luca Mazzucco, “Lettera del figlio di un operaio”, dal sito del Movimento per la Decrescita Felice, http://www.decrescitafelice.it)
…………………………………………………………………….
Non so se quest’articolo è stato postato da qualcun altro prima di me.
Non so nemmeno se è vero.
So però che di quel tipo di padri era ed è piena tutt’ora l’Italia.
E l’hanno fatta grande.
Per chi poi…
Era meglio se andavano al cinema ….
Scusatemi, stasera sono particolarmente malinconico.

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cesare 9:43 am - 5th Gennaio:

Adesso, quelli come lui, le signore (Camusso e Cancellieri) hanno avuto l’incarico di giocarseli a chiacchiere, al tè delle cinque. La classe operaia è andata nel boudoir e ascolta incantata le signore che fanno “orgoglio di liberazione femminile” sulla sua pelle. Il punto, amico Luigi, è la domanda: su quale base ritrovare dignità e forze quando si è arrivati a questi livelli di alienazione ed espropriazione?

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Saturno 11:01 am - 5th Gennaio:

Luigi Corvaglia:

“Scusatemi, stasera sono particolarmente malinconico”.

Se ti può consolare, lo sono anch’ io.
La malinconia è giustificata dalla
situazione odierna, che è particolarmente
disperata……Ho l’ impressione che la
situazione di oggi, dopo la vittoria del
neoliberismo negli anni Ottanta, sia
simile al periodo successivo alla fine
della guerra del Peloponneso: la fine
di ogni forma di democrazia, che durò
per 2500 anni……Ma forse oggi è anche
peggio. Eppure credo che si debba reagire,
che non ci si debba abbandonare alla tristezza,
come diceva Ende nella Storia Infinita. Lo dico
perchè io stesso, negli ultimi tempi, a causa
della tristezza non ho saputo regire bene in
alcune occasioni, e a causa di ciò mi sento
ancor peggio. Forse riscoprire le cose
semplici, la solidarietà, fare amicizie,
sarebbe già qualcosa. Il potere è riuscito
a dividerci ognuno dall’ altro, a cominciare
proprio dal rapporto uomo-donna. Credo
giusto, nella situazione odierna, che siano
gli uomini a rivendicare il miglioramento della propria situazione. Per questo ho cominciato
a frequentare questo sito. Può essere una
comunità in cui ritrovarsi?

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Fabrizio Marchi 11:35 am - 5th Gennaio:

“Credo
giusto, nella situazione odierna, che siano
gli uomini a rivendicare il miglioramento della propria situazione. Per questo ho cominciato
a frequentare questo sito. Può essere una
comunità in cui ritrovarsi?” (Saturno)
Assolutamente SI’, caro Saturno, ricostruire una comunità è il primo passo fondamentale, specie in questa fase storica e all’interno di questo sistema che ha scientificamente lavorato per distruggere ogni comunità, ogni senso di appartenenza, nel nome dell’egoismo sociale e di un individualismo ultracapitalistico che nulla ha a che vedere con una vera e autentica libertà.
Costruire una comunità significa costruire senso, significa costruire un orizzonte comune e condiviso. La comunità (sempre nel rispetto assoluto dell’autonomia e dell’autodeterminazione del singolo individuo, sia chiaro) è alla base anche e soprattutto della dimensione politica.
Mi fa piacere che tu abbia colto questo aspetto determinante.
Fabrizio

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mauro recher 11:59 am - 5th Gennaio:

Bella domanda Luigi , per chi?
ho letto l’articolo e mi ritrovo, visto che mio padre ,e poi io ,facciamo quel mestiere, per questo l’ho trovato commovente e veritiero anche se , come dici te, magari è inventato ,ma rispecchia la vita di tanti uomini ,se pensiamo che adesso valiamo meno di zero ,perchè prima c’è da pensare alla liberazione della donna da un mondo maschilista che fa morire gli uomini su una pressa o su un forno o su una ciminiera. C’è poco da stare allegri …Per chi ? Per la Camusso o la Fornero o chi per loro ,mettiamo le donne al potere ,ma vedo che per la classe non abbiente (uomini e donne che siano) non cambia niente ,era veramente meglio andare al cinema ,eppure ci sono alcune femministelle che si lamentano di questa vignetta ..
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/01/04/quando-il-maschio-sculaccia-la-fornero/
l’uomo non si deve lamentare

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claudio 12:08 pm - 5th Gennaio:

Politicamente sono un uomo di centro, e come tale mi chiedo: ma tutti quegli uomini di sinistra, in special modo gli operai, come fanno ad accettare il fatto che a a comandare il più potente sindacato italiano, sia una donna femminista, con evidenti tendenze alla misandria?
Una donna che antepone gli interessi femminili a quelli maschili? Possibile che non se ne rendano conto?
E gli altri sindacalisti della CGIL? Perché non aprono bocca?

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Fabrizio Marchi 12:19 pm - 5th Gennaio:

Claudio, leggi l’articolo a mia firma dal titolo “Uomini imbavagliati”, nello spazio degli editoriali. Può essere, sia pur parzialmente, una risposta al tuo quesito.
Fabrizio
P.S. l’ho appena spostato nello spazio degli articoli, proprio sotto a quello della Fornero e della Camusso. Mi sembra ovvio che debbano stare vicini…

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Saturno 12:24 pm - 5th Gennaio:

Fabrizio:
“La comunità (sempre nel rispetto assoluto dell’autonomia e dell’autodeterminazione del singolo individuo, sia chiaro) è alla base anche e soprattutto della dimensione politica.”

Si. è un concetto giustissimo.
L’ ultracapitalismo ha distrutto la
libertà individuale. E’ quello che
sosteneva il filosofo americano
John Dewej, che, proprio in
nome del liberalismo (da lui inteso
nel senso democratico) rivendicava
la socializzazione dell’ economia,
per evitare che i potentati economici
schiacciassero i diritti dei singoli
individui. Dewej, liberale di sinistra,
era più a sinistra dei comunisti di destra….
L’ ultimo intervento del signor Claudio mi
sembra invece di una grande rozzezza e
finalizzato unicamente a dividere.
In questo sito la Camusso è già stata
criticata. Ma un conto è criticare, un
conto è distruggere. La CGIL è la sola
grande organizzazione rimasta, ha tantissimi
difetti, ma è l’ unica cosa rimasta ai lavoratori……
E’ chiaro che i centristi vogliano distruggere anche
quella; anche se in realtà questo non è un proposito
centrista, ma piuttosto estremista di destra.

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Saturno 12:43 pm - 5th Gennaio:

Vorrei precisare meglio: forse sono stato troppo
duro. Sono solo preocupato perchè non vorrei
che la CGIL, nel momento in cui deve fronteggiare
il violentissimo attacco di questo governo, venisse
trascinata in uno sterile conflitto tra uomini e donne,
in questo momento di secondaria importanza. Poi,
è chiaro che, vista l’ ultima uscita della Camusso,
esista anche lì un problema di genere; ma a mio
avviso adesso è più importante sapere se la CGIL
saprà davvero opporsi alle manovre di Monti.

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Fabrizio Marchi 1:33 pm - 5th Gennaio:

Non mi pare, Saturno, che Claudio sia stato poi così rozzo…E’ ovvio che la sua non è una domanda nel vero senso della parola ma un’affermazione con la quale vuole manifestare incredulità, augurandosi e auspicando in fondo una reazione, anche se lui non ha le nostre stesse posizioni politiche (senza sovrapporre queste all’attuale “sinistra”, di cui conoscete la mia opinione).
Ciò detto, sono d’accordo con te che specialmente in questa fase storico- politica (per la verità sempre) sarebbe molto meglio non scatenare una guerra fra uomini e donne. Il problema, caro Saturno, è che questa è stata già scatenata da parecchio tempo, e non da noi. Il fatto che donne come la Camusso e la Cancellieri, autorevolissime donne di potere, se ne escano con quelle maldestre battute, lo conferma.
Ciò detto, sono convinto che la CGIL sia ancora il punto di riferimento (assolutamente immeritato) per tantissimi quadri e militanti sindacali e per milioni di iscritti, lavoratori, lavoratrici e pensionati. E solo per questa ragione, penso che in questa fase non ci si debba augurare il suo indebolimento.In qualche modo, malgrado il suo gruppo dirigente, è comunque un’ organizzazione che potrebbe (ci metto un grosso condizionale) cercare di costituire un argine all’attacco ad alzo zero che è stato sferrato al mondo del lavoro dal capitale finanziario e dai suoi funzionari.
Proprio per questo sono del tutto persuaso che un personaggio come la Camusso sia del tutto inadeguato a ricoprire quel ruolo in questa delicatissima fase, e la (infelicissima) uscita che ha avuto e che abbiamo stigmatizzato, sta lì a dimostrarlo.
Fabrizio

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claudio 2:50 pm - 5th Gennaio:

Saturno, evito di risponderti perché non mi sembra che tu abbia capito granché del mio intervento, al contrario di Fabrizio…
Del resto questo è anche uno dei motivi per cui intervengo pochissimo in questo (interessante) blog e praticamente mai altrove, proprio perché conosco la permalosità dell’uomo medio, soprattutto quando ci sono di mezzo questioni politiche (e le donne).
Buona giornata.

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Luigi Corvaglia 3:22 pm - 5th Gennaio:

@ Mauro
Condividendo il tuo ultimo intervento non posso non ridirti che sei un evidente provocatore con i tuoi link 😉
Ogni volta mi fai venir voglia di andare a replicare!!
Non l’ho fatto tanto l’avrebbero tagliato.
In particolare volevo ringraziare la Morris. Fa più lei per la nostra causa che tutto il MoMas. 8)

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cesare 3:32 pm - 5th Gennaio:

Chissà perchè in previsione di questi “questi chiari di luna” delle magnifiche annate dell’economia a capo dei posti simbolicamente più critici i padroni del vapore ci hanno messo le donne: Confindustria, CGIL; Giustizia, Welfare, Interni. Notate bene tutte funzioni storicamente sinergiche tra loro e storicamente critiche per la gestione del rapporto con i lavoratori. Forse perchè ormai le decisioni sono prese da altri e altrove e queste signore son “messe lì a far da palo nella vigna” (da sant’Ambrogio” Giuseppe Giusti).

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Saturno 3:42 pm - 5th Gennaio:

Si, non dovevo dire “rozzo”, come ho
detto è stata un’ affermazione impulsiva.
Speriamo davvero che la reazione ci
sia.

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Fabrizio Marchi 4:03 pm - 5th Gennaio:

Claudio, Saturno ti ha di fatto presentato le sue scuse, nel frattempo è arrivata la tua replica poco prima che lui intervenisse per correggersi.
Mi pare che questo piccolissimo incidente possa serenamente ricomporsi. Se ci dividiamo o discutiamo per queste sciocchezze staremmo freschi…
D’altro canto, solo chi non fa nulla non incappa in questi sia pur lievi incidenti. E noi, per fortuna, facciamo, eccome.
Datevi metaforicamente la mano e chiudiamo la cosa con una risata e una altrettanto metaforica bevuta di birra…(molto maschile, peraltro…:-)) )
Fabrizio

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Rino 6:40 pm - 5th Gennaio:

Non trovo il 3D adatto, quindi la metto qui:
mai responsabili.
Riprendono a fumare? Colpa di chi sta attorno.

http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/12_gennaio_05/fumo-gravidanza-peccarisi_bbb40080-21a6-11e1-97f3-fb4c853f7d5d.shtml

RDV

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Saturno 7:31 pm - 5th Gennaio:

Si, confermo le mie scuse a Claudio.

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Fabrizio Marchi 8:03 pm - 5th Gennaio:

Grande Saturno! Non era neanche così necessario, secondo me, era nelle cose e nelle parole che già avevi espresso, comunque va benissimo così.
Caro Claudio, adesso tocca a te se e quando leggerai questo post.
Fabrizio

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mauro recher 12:33 pm - 7th Gennaio:

a proposito di sinistra anti-femminista ho trovato questo gruppo su facebook ,
http://www.facebook.com/pages/Sinistra-anti-femminista/281737175208429?sk=wall
per me è una novità ,e mi sembra dalla cronologia dei suoi post ,nato anche di recente

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Fabrizio Marchi 3:04 pm - 22nd Gennaio:

L’ho trovata casualmente girovando su facebook e mi è sembrato che calzasse a pennello…
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=283438355042680&set=a.283438318376017.71907.199683023418214&type=1&ref=nf
Fabrizio

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Enfiteuta 12:14 pm - 6th Febbraio:

“In una società che si dice essere dominata dall’oppressione maschilista, è quantomeno singolare che a morire siano gli oppressori, al posto delle oppresse” [verso il minuto 4.30]

Frase pronunciata dopo aver ricordato che le morti sul lavoro riguardano quasi totalmente uomini.

Ok. Sganciandoci per un attimo dal discorso di genere, mettiamola così: quanti ragionieri troviamo, tra le vittime del lavoro? Oppure, quanti chitarristi, quanti cuochi, quanti geriatri, quanti parrucchieri, etc etc etc

Se i settori che mietono vittime sono quelli edile e dell’industria pesante (siderurgica,petrolchimica), cercherei di capire la ripartizione percentuale degli operai tra uomini e donne (più del 90% uomini) per inquadrare meglio quella quasi totalità di vittime di sesso maschile.

Altrimenti è come dire che nel campionato di calcio di SerieA, i giocatori che si spaccano le gambe sono sempre uomini.

Detto questo, trovo che la questione di fondo sia sensata, ma l’idea di trovare una soluzione “a sinistra” sia un atteggiamento suicida.

Quale sarebbe una soluzione “di sinistra”? Una soluzione improntata ai princìpi di uguaglianza, attraverso lo strumento legislativo, giusto?

Molto bene.

Aiutatemi a capire: come si è arrivati alla situazione attuale, quella del sistematico pestaggio morale del maschio?

Applicando una soluzione di sinistra al problema dell’emancipazione della donna: ispirandosi a princìpi di uguaglianza, hanno scritto un bel po’ di leggi che come effetto hanno portato “centinaia di migliaia di uomini” (riprendo i numeri di Fabrizio Marchi) in situazioni estreme, dopo essere stati espropriati dei propri beni e dei propri figli da un tribunale.

Una preghiera: via dalla legalità, lontani dai princìpi di uguaglianza. Sono rimedi innaturali, che producono storture su storture. Non è un’opinione personale e come prova porto tutti quegli uomini divorziati, messi sul lastrico.

Farei un pensierino un po’ meno prevenuto e un po’ più sereno, sui vantaggi che deriverebbero dal togliere le tutele esistenti, anziché aggiungerne altre, aumentando questa folle corsa a mettere pezze su pezze.

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Fabrizio Marchi 12:55 pm - 6th Febbraio:

Caro Enfiteuta, ho risposto migliaia di volte a obiezioni come la tua, quelle di un uomo di “destra” che cerca di disarticolare il nostro approccio interpretativo. E’ legittimo da parte tua, fermo restando, come ribadisco, che il sottoscritto non va mai sui siti di “destra” della QM per cercare di rompere le uova nel paniere (e sì che sarebbe facilissimo, ma va bene così, è ragione di orgoglio da parte mia l’insistenza con cui uomini di destra continuano ad intervenire su questo sito …) ma richiede un dispendio di energie e di tempo che personalmente non ho più intenzione di sprecare; gli impegni, di vario genere, sono già tanti, la QM è uno di questi e già occupa molto spazio della mia vita. Ci sono decine e decine di video e di articoli (non solo a mia firma), circa 180 ormai, dove puoi trovare tutte le risposte che desideri.
Non avrebbe neanche senso produrmi in una ulteriore risposta. Non potrei aggiungere altro a quanto già scritto e detto in abbondanza.
Naturalmente se qualcun altro vuole cimentarsi è liberissimo di farlo. Io mi trovo nella condizione di dover gestire e razionalizzare il mio tempo.
Scusami.
Fabrizio

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Enfiteuta 1:49 pm - 6th Febbraio:

Ci mancherebbe, scusami tu

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BlaBla 2:32 pm - 6th Febbraio:

Enfiteuta: “Detto questo, trovo che la questione di fondo sia sensata, ma l’idea di trovare una soluzione “a sinistra” sia un atteggiamento suicida.”

Puo darsi.
Però purtroppo, caro Enfiteuta, tocca constatare che le soluzioni a dx, sono state sempre l’omicidio.

Chapeau

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Enfiteuta 4:30 pm - 6th Febbraio:

BlaBla.

Io non sono di destra. Mi è stato attribuito, ma non lo sono.

Togliere tutele, come auspico, significa (tra le altre cose) sottrarre potere allo Stato, qualunque esso sia.

I regimi di dx, specie quelli a cui fai riferimento quando parli di “omicidio”, hanno invece la fissa dello “stato forte”, dello stato che impone un’etica o una morale. Come del resto, con altre peculiarità, pure quelli di sx.

Se, invece, preferisci chiamare “di destra” chi lascia che siano gli individui a concordare i termini del loro rapporto e, solo una volta trovato l’accordo, siglare il loro personalissimo contratto di fronte a un arbitro che dovrà solo sorvegliare che le due parti osservino gli impegni presi spontaneamente, allora va bene, bollami un po’ come ti fa piacere.

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Rino 5:12 pm - 6th Febbraio:

Qualche commento sulle parole di Enfiteuta.
>>
Applicando una soluzione di sinistra al problema dell’emancipazione della donna: ispirandosi a princìpi di uguaglianza, hanno scritto un bel po’ di leggi che come effetto hanno portato “centinaia di migliaia di uomini” …in situazioni estreme, dopo essere stati espropriati dei propri beni e dei propri figli da un tribunale.
>>

E’ vero. Le “conquiste” femministe sono state ottenute sotto la bandiera dell’equità e di esse la sinistra si è fatta paladina. Solo che non si è trattato di equità (o giustizia o uguaglianza etc.) ma della costituzione di un sistema che giustamente è stato battezzato femdominista. Tu stesso dici proprio questo. Ed è verissimo.
.
Cosa diremmo di quel Partito Liberale che abolisce le libertà di stampa, di associazione, lo stato di diritto, le elezioni?
Cosa si sarebbe detto di quella destra agraria che avesse azzerato i canoni dell’enfiteusi (sic!) le quote della mezzadria, portato a livello ridicoli gli affitti agricoli etc.?
O che diremmo di quelle forze cattoliche che finanziassero l’UAAR, bruciassero le chiese, sbeffeggiassero la fede etc?
Ecco questa è stata la sinistra dal momento in cui ha sostituito alla classe operaia il genere femminile.
Non si vuole chiamarlo tradimento? Chiamiamolo come vogliamo ma è quel che è.
.
Ora, c’è una contraddizione nell’accusare (da destra) la sinistra di essere egualitaria a chiacchiere e antiegualitaria nei fatti. Andrebbe lodata: promuove e fa una politica discriminatoria sotto la copertura delle sue storiche (e ormai retoriche) parole d’ordine. Vista da destra, si dovrebbe dire: “La sx parla male (…giustizia, eguaglianza), ma per fortuna razzola bene: toglie a chi ha di meno per dare a chi ha di più!” Infatti nel conflitto F/M sta facendo proprio questo.
O sbaglio?
.
Cmq, paradossi a parte, resta la domanda: se non definiamo ingiusta la condizione odierna dei separati e degli uomini nel loro complesso, a che titolo ci muoviamo? Perché agire? Perché cercare di modificare le cose? Per quale ragione non lasciare le cose come sono e anche peggio di così? Non si può dare una risposta se non definendo ingiusta la condizione attuale. Ma “ingiusto” non è un termine di destra.
Resta però una ragione tendenzialmente di dx, è quella della conservazione della società, della durata della civiltà occidentale. Preoccupazione non priva di fondamento, a mio parere. Tuttavia, per trovare in questo pericolo la motivazione all’azione, bisognerebbe provare che la società crollerebbe se ci fosse una massa di maschi schiavizzati tout court.
E qui è il busillis: perché mai una società con masse schiavizzate non dovrebbe poter durare?
Non ci sono forse degli esempi storici di durata secolare di società iperpiramidali, e/o con rigidissime caste e/o fondate sulla struttura aristocrazia/plebe, padroni/schiavi?
Perché mai la società femdoninista non dovrebbe poter durare in saecula saeculorum?
.
Solo perché è …ingiusta?
.
E’ però una verità che la QM mette in discussione e svela alcune contraddizioni della sinistra non solo di quella reale (con la minuscola) ma anche di quella ideale. Cose di cui certo io volentieri parlerò a suo tempo e luogo, se qualcuno starà ad ascoltarmi.
.
RDV

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Enfiteuta 8:45 pm - 6th Febbraio:

Rino, non mi interessa affatto rilevare eventuali incoerenze o tradimenti di questa sinistra.

Noto solo l’impossibilità di disciplinare col codice civile alcuni tipi di rapporti.

Per far fronte alle iniquità di certe sentenze ai danni di uomini divorziati, proponevo di levare ogni tutela di genere (donna/uomo), lasciando che siano i due elementi della coppia a stabilire i termini del loro contratto matrimoniale.

Dall’inizio, con una bella scrittura privata, fissano diritti e doveri e in caso di controversie lasceranno decidere a un arbitro chi ha torto o ragione, in base alle regole che essi stessi hanno vergato.

Vien da sé che se un solo elemento della coppia non condividesse l’accordo, l’unione non avverrebbe; al contrario, se entrambi firmano, quando le cose si metteranno al peggio, chi soccombe non avrà altro che da prendersela con se stessa/o.

Quale legge potrebbe assicurare maggiore equità e una così totale aderenza alle esigenze individuali?

Con la legge hai già visto dove si arriva.

I princìpi di uguaglianza, poi, sono ancora più labili: sia tu, sia le femdoministe siete convinti di possederli, eppure se li confrontate non corrispondono.

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Rino 8:37 am - 7th Febbraio:

Enfiteuta:
>>
I princìpi di uguaglianza, poi, sono ancora più labili: sia tu, sia le femdoministe siete convinti di possederli, eppure se li confrontate non corrispondono.
>>

Già, l’una vale l’altra. Quindi non c’è modo di scegliere, perciò possiamo lasciare le cose come stanno.

D’altra parte tu stesso dici:
>>
Per far fronte alle iniquità di certe sentenze ai danni di uomini divorziati…
>>
Squilibri dell’equità, dunque. Ma la tua idea di equità è diversa da quella delle femdoministe. L’una vale l’altra. Quindi di nuovo non c’è modo di scegliere. Non essendoci una equità oggettiva possiamo di nuovo lasciare le cose come stanno.
Perché no?
.
Evidentemente c’è qualcosa che non torna…
.
>>
…lasciando che siano i due elementi della coppia a stabilire i termini del loro contratto matrimoniale.
>>
Dove hai trovato qui la negazione aprioristica di questa ipotesi, di questa eventualità-possibilità come possibile soluzione (almeno parziale) allo squilibrio? Devi aver equivocato.
Forse hai pensato che questo sia un covo di bolscevichi che mirano a statalizzare il prezzemolo.
.
Ma se entriamo nel merito, siamo sicuri che l’innamorato che sogna anni di favola sia capace di intendere e di volere quando stila generosamente l’accordo? No, non se siamo sicuri.
Allora tu dici: se l’è voluta, cavoli suoi.
Ma si può dire lo stesso ora dei separati (e di tutti gli sposati): sapevano cosa li aspettava, sapevano che sposandosi avrebbero fatto voto di povertà, castità e obbedienza*, sapevano che separandosi sarebbero andati in rovina e avrebbero mendicato per vedere i figli. Lo sapevano, se la sono voluta, cavoli loro!
.
In ogni caso lo squilibrio attuale non deriva dalla legge, deriva dalle sentenze le quali a loro volta derivano dai valori sociali. La legge sul condiviso c’è dal 2006, ma solo di recente ha incominciato ad essere applicata in modo significativo. Dagli stessi giudici che prima sentenziavano in senso inverso. Non è cambiata la legge, non sono cambiati i giudici. Sta cambiando qualcos’altro.

Ma mi pare che non ci capiamo.

Vabbeh…

RDV

* ovviamente in ordine inverso: obbedienza subito, castità poco dopo, povertà col divorzio.

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dia 9:21 am - 7th Febbraio:

Ma se entriamo nel merito, siamo sicuri che l’innamorato che sogna anni di favola sia capace di intendere e di volere quando stila generosamente l’accordo?

Lo stesso varrebbe per l’innamorata. E’ un rischio che ci si assumerebbe alla pari, quando non esistessero tutele imposte dall’alto: sarebbe un accordo privato sottoscritto da adulti e consenzienti che dobbiamo ritenere competenti e responsabili, se non vogliamo – davvero – finire per considerare tutti – uomini e donne – come bambini incapaci di intendere e di volere (con le consguenze che vediamo oggi).

Le “quote azzurre” sembrano andare in questa direzione. Il sistema (tutele dall’alto, posti di lavoro imposti, annullamento del merito) resta, cambiano solo i beneficiari del contratto sociale.

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Fabrizio Marchi 11:02 am - 7th Febbraio:

“Forse hai pensato che questo sia un covo di bolscevichi che mirano a statalizzare il prezzemolo”.(Rino)
Ottima metafora. No, ovviamente non siamo un gruppo di nostalgici bolscevichi; non avrebbe neanche senso, allo stato, ritenersi o dichiararsi tali (sarebbe anche da ottusi, diciamoci la verità…).
Fatta questa premessa, è altamente probabile che nelle circostanze date e nel contesto storico e politico in cui il “bolscevismo” è nato e si è sviluppato, il sottoscritto ne sarebbe stato un convinto sostenitore. Ma questo è un altro discorso…
Aggiungo solo una brevissima nota (apro e chiudo la parentesi) e mi scuso fin d’ora con tutti per la digressione in parte off topic rispetto alla QM, ma credo che alcune informazioni sui fatti storici si rendano a volte necessarie.
La grandissima maggioranza delle persone non lo sa, ma il primo vero grande atto politico del leader dei bolscevichi subito dopo il consolidamento del potere sovietico, oltre alla statalizzazione delle grandi strutture industriali, fu proprio la NEP (Nuova Politica Economica) che garantiva ai piccoli e medi contadini produttori (il cuore pulsante dell’economia russa, allora ancora a trazione rurale) il diritto di essere proprietari della loro terra (mantenendo quindi una parte considerevole della popolazione rurale nell’ambito di rapporti di lavoro salariato) e di vendere i loro prodotti sul libero mercato, con l’accordo di vendere allo stato a prezzi concordati una parte del raccolto. Dopo la fase (inevitabile) del cosiddetto “comunismo di guerra” (leggi guerra civile interna e contro gli eserciti delle potenze occidentali che volevano rovesciare il nuovo potere rivoluzionario), dove i prodotti della terra venivano requisiti senza troppi complimenti ai contadini proprietari che non volevano venderli allo stato a prezzi politici, la NEP, oltre a determinare un immediato aumento della produttività, a contribuire in modo determinante a creare un nuovo equilibrio fra città e campagna e a gettare le basi per un’alleanza strategica fra classe operaia e contadini, diventa oggettivamente (oltre che nella testa di Lenin) la chiave di volta per la costruzione non traumatica, non coercitiva e relativamente equilibrata di una società socialista. Di fatto Lenin applica una politica socialdemocratica, certamente non concepita come fine ma come fase di transizione verso una società comunista. Non mi sembra “roba” da poco…
Dopo di che Lenin muore subito dopo e le cose vanno come vanno e come sappiamo. Naturalmente mi fermo e chiudo immediatamente la parentesi perché sono già andato off topic di “brutto” (ma fino ad un certo punto, specie alla luce di quanto sto per dire).
Ho voluto fare questo brevissimo cenno storico perché credo che sia fondamentale leggere la Storia, i suoi eventi e anche i personaggi che ne sono stati protagonisti con lo sguardo lucido e libero dalle vulgate ideologiche di qualsiasi genere e derivazione. Sono le ideologie, anzi forse è proprio il concetto stesso di ideologia che tende inesorabilmente a fermare le cose nel tempo e nello spazio e a sistematizzarle in una sorta di Iperuranio immutabile, inamovibile ed eterno. E’ valso per tutte le ideologie fino ad ora, ma veramente per tutte. Vale oggi per il Capitalismo e il “Libero Mercato”, considerati non più come “forme dell’agire umano” ma elevati al rango di “Verità Assolute”, di “Fine della Storia”. E’ l’ideologia che produce questo risultato. Oggi il Capitalismo senza più antagonisti, per lo meno al momento, con l’eccezione dei pastori-guerriglieri sulle montagne afghane e di alcuni gruppi etnici e sociali e movimenti sparsi per il mondo, non solo arabi e mussulmani (comunque non in grado di costituire una vera e propria istanza alternativa di “sistema”), è forse l’Ideologia-Sistema più pervasiva e sofisticata che abbia mai fatto la comparsa sulla Terra e nella Storia . Il Femminismo, che è uno dei suoi sottoprodotti, senza con questo diminuirne la portata e il peso (sappiamo, ovviamente, che la relazione MM/FF è certo più antica del Capitalismo e affonda le sue radici in aspetti anche di ordine antropologico e ontologico), è anch’esso (più di altre) un’Ideologia e non è un caso che abbia prodotto una sua Narrazione che allo stato delle cose nessuno, con l’eccezione di una frazione infinitesimale di uomini nel mondo occidentale e di una parte dell’Islam nel resto del pianeta (è una mera constatazione, non certo un’adesione), ha osato mettere in discussione.
Fabrizio

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Rino 12:34 pm - 7th Febbraio:

Io:
>>
Ma se entriamo nel merito, siamo sicuri che l’innamorato …sia capace di intendere e di volere …
>>>

Dia
>>
Lo stesso varrebbe per l’innamorata.
>>

E’ quello che avrei detto io stesso a suo tempo. Sbagliando. Ora non più. Qui si dovrebbe riaprire il capitolo “Diverse motivazioni dell’innamoramento in F e in M” che qua e là abbiamo già trattato.
Mi limito a dire questo (dopo tanti dubbi e riflessioni): sulle ragioni che le inducono ad innamorarsi, le FF ingannano se stesse. Non si innamorano per i motivi che credono e che noi stessi vorremmo credere, ma per altri.
.
RDV
.
Ho visto che Dia – ma anche Luigi – usano il corsivo e persino il grassetto.

Anch’io voglio questi superpoteri!
Anch’io! :-@
Anch’io! >:-@

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Luigi Corvaglia 3:00 pm - 7th Febbraio:

@ Rino
guarda questa pagina. In particolare dove parla del testo.
http://www.gdesign.it/pages/howto/articoli/htmtag/htmtag.php
Devi inserire, all’inizio ed alla fine della parola, frase o periodo quei simboli. Non posso trascriverli nel commento in quanto non visibili.
E’ fastidioso le prime volte, poi ci si abitua.
Sperando di esserti stato utile.
Luigi

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Fabrizio Marchi 10:00 am - 11th Giugno:

Vincendo la repulsione, raccogliendo le mie forze interiori e turandomi il naso, come ricordava un vecchio maestro del giornalismo italiano, sono riuscito a leggere questo capitolo dell’ultimo libro di Stefano Ciccone, il “leaderino” dell’associazione Maschile Plurale, dedicato al movimento maschile. Di seguito il link, pubblicato, fra gli altri, anche sul blog di Femminismo a Sud: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/10/da-silenzi-il-rancore-degli-uomini-di-antifemministi-padri-separati-e-dintorni/
Ce n’è per tutti, per UB, U3000, Gesef, MS.
Non entro nel merito, anche perché chi ha voglia, fegato e pelo sullo stomaco può leggerlo senza bisogno di commenti da parte del sottoscritto. Del resto il titolo del capitolo è più che sufficiente per capirne la sostanza. L’autore, anche se in modo un po’ più analitico e con quel linguaggio di maniera che caratterizza un certo “sociologismo di sinistra”, non fa che riproporre lo schema di sempre: coloro che criticano il “femminile” e il femminismo sono fondamentalmente degli uomini in profonda crisi di identità, spogliati del loro ruolo, vittime inconsapevoli della cultura maschilista e patriarcale, incapaci di relazionarsi con le vette di evoluzione e consapevolezza raggiunte dall’universo femminile e con le opportunità di crescita e di libertà che il femminismo offre a tutte/i, quindi anche a loro. Da questa incapacità nasce il rancore, l’impotenza, il livore, la rabbia, l’odio nei confronti del genere femminile che si materializza in improbabili teorie sulla presunta condizione di dipendenza, subordinazione e discriminazione che vivrebbero gli uomini (o una gran parte di essi). Non poteva mancare, naturalmente, la ciliegina sulla torta, ed ecco apparire come d’incanto il sondaggio Istat che ci spiega che la questione dei padri separati è in realtà anche e soprattutto quella delle madri separate che in misura ancora maggiore rispetto agli uomini si trovano a pagare le conseguenze della separazione…
In breve, ci viene riproposto per l’ennesima volta l’eterno ritorno della famosa “etica del risentimento” che non smette mai di mietere vittime un po’ ovunque e in ogni ambito e contesto. Ora è il nostro momento…
Come dicevo, non voglio spendere un secondo di più del mio tempo per commentare le fatiche letterarie-sociologiche del personaggio in questione, anche perché,è doveroso sottolinearlo, l’analisi in cui si produce è a dir poco anacronistica (anche perché in malafede) e offre un’immagine assolutamente datata e distorta (né poteva essere altrimenti) di un movimento maschile che ormai da tempo si sta oggettivamente trasformando, e sappiamo bene che non si tratta solamente di un mero cambio di pelle . Credo che sia proprio questa considerazione che abbia spinto il piccolo “guru” del “maschiopentitismo” nazionale, che è di fatto un (a) femminista anche se incarnato in un corpo maschile (?), ad affrontare la questione e a dedicare un capitolo del suo libro al movimento maschile.
Credo proprio che al “nostro” (e non solo a lui), devono aver cominciato a fischiare le orecchie. “Cosa sta accadendo – si sarà domandato – dal momento che il movimento maschile è addirittura sbarcato a “sinistra”?
Dobbiamo distinguere tre fasi. In una prima, durata per molto tempo, il Momas e la QM erano semplicemente ignorati, disconosciuti, e quindi non esistevano.
Poi quella degli insulti e del pubblico ludibrio che ben conosciamo.
Ora siamo di fronte ad un passaggio ulteriore e l’”interesse” dimostrato nei nostri confronti dal Ciccone (ma anche da altre/i) lo conferma.
Poco tempo fa ho letto un lunghissimo articolo proprio su Femminismo a Sud dove si interrogavano sul fenomeno del movimento maschile, più o meno con lo stesso approccio. Ci osservano, sia chiaro, con la stessa modalità con cui un entomologo osserverebbe una specie rara di insetto. Ma questo era ed è scontato. Resta il fatto che si è aperta una nuova fase e sembra proprio che non si possa più fare a meno di ignorare il fenomeno né tanto meno risolverlo limitandosi a rovesciargli addosso la solita valanga di beceri insulti.
Anzi, hanno capito che proseguire su quella strada potrebbe diventare addirittura controproducente e quindi, obtorto collo, sono costretti a misurarsi con “qualcosa” che gli sfugge, di cui non avevano previsto la nascita e la crescita e che li costringe a riposizionarsi e ad assumere un diverso atteggiamento.
Non è un caso che lo stesso capetto di Maschile Plurale, chiudendo il capitolo, scrive:” Ma per opporre alla rivalsa frustrata l’interlocuzione libera con le donne e la costruzione libera di sé c’è bisogno anche di una dimensione collettiva – oggi occupata quasi solo dal revanscismo- capace di dare visibilità e di sostanziare una diversa domanda di libertà maschile. Una domanda a cui va data forma, espressione, memoria. Su cui è necessario costruire immaginario, capacità di comunicazione. Bisogna essere capaci di svelare i luoghi comuni in cui ci si rifugia, anteporre ironia al livore, desiderio di libertà alla pulsione rancorosa, offrire riferimenti per contrastare la paura del ridicolo, e per dare risposte diverse alle angosce che attraversano ognuno. Il rancore maschile è una trappola pericolosa, un frutto avvelenato di un cambiamento confuso, ma è anche una risorsa se sapremo ascoltarlo, attraversarlo, senza rimuovere frettolosamente le sue espressioni più aspre e contraddittorie ma cercando di interrogarne le radici profonde”.
In poche parole,è vero che siamo degli individui frustrati e rancorosi che si rifugiano nel maschilismo revanscista nella speranza di trovare delle risposte al nostro disagio, ma questo rancore di cui siamo pervasi, frutto avvelenato di un sia pur inconsapevole esigenza di cambiamento (qui c’è anche una sorta di parallelismo biblico, quale onore…) potrebbe rappresentare una risorsa che deve essere ascoltata e compresa nelle sue radici profonde.
Insomma, forse abbiamo ancora qualche speranza di salvarci…
In realtà l’autore non lo pensa per nulla e se potesse ci cancellerebbe come si fa con un vecchio file. Ma non può. Anzi, è costretto, suo malgrado (come altre/i), a scrivere quelle cose e a misurarsi con una novità che non aveva previsto.
Sia chiaro, la denigrazione e il tentativo di demolizione delle nostre idee e soprattutto delle nostre persone continua, ma in altre forme, certamente più subdole.
E’ un segnale positivo. Il termometro di una situazione che è oggettivamente mutata.
Il movimento maschile e la QM esistono. Certo, non hanno ancora dignità politica, non si può discutere con loro da pari a pari (significherebbe riconoscerli a pieno titolo), sono degli animali strani che devono essere sottoposti ad un’attenta osservazione come si fa con delle cavie da laboratorio, ma esistono. Prima non esistevano.
Può sembrare un passaggio da nulla ma non è così.
Fabrizio

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raffaele 12:56 pm - 11th Giugno:

” la questione dei padri separati è in realtà anche e soprattutto quella delle madri separate che in misura ancora maggiore rispetto agli uomini si trovano a pagare le conseguenze della separazione…”

Impossibile in quanto nella stragrande maggioranza dei casi sono le mogli a chiedere la separazione. Quindi il divorzio è da loro voluto, mentre i mariti il divorzio lo subiscono loro malgrado. E comunque a lasciare la casa e dare il mantenimento è quasi sempre lui. Quando vedremo donne lasciare la casa, dare mantenimenti agli ex mariti e magari suciidarsi(come accade tra i padri separati), allore il Cicco Cicconis Cicconi Cicconem Cicco Ciccone(declinazione) potrà parlare, ma fino a prova contraria deve tacere. Io ho due parenti(cugini di mia madre) padri separati suicidatisi.

Va precisato poi che il termine “madri separate” viene usato in modo errato pertanto si deve parlare di “donne separate” in quanto quasi mai in caso di separazione o divorzio i figli vengono affidati ai padri,quindi le madri raramente vengono separate dai figli(per padri o madri separati/e s’ intende la loro condizione di separazione dai figli, non dal coniuge), quindi la contrapposizione è tra padri separati e donne separate, non quindi tra padri separate e madri separate. I casi di madri separate sono rari e guarda caso quest’ ultime sono alleate con i padri separati. Purtroppo questo errore nel considerare equivalenti i concetti e i termini “madri separate” e “donne separate” è presente anche in quasi tutto l’ambito QM, e quindi non solo in ambito QM. Spero che si sia recepito questo errore.

Venendo all’ ISTAT, precisamo che questo istituto è gestito e presediuto da una Separatista delle SNOQ(se non ora quando) e che partecipa agli incontri di SNOQ, cioè Linda Laura Sabbatini,quindi le sue “ricerche” in temi di violenza “di genere” e di padri separati e donne separate, lasciano il tempo che trovano in quanto sono viziate da un evidente conflitto di interessi. Cosa direbbero le femministe se ricerca sugli effetti della contraccezione venisse affidata ad un ente presediuto da un membro dell’ “Associazione Lepanto” o “Comunione e Liberazione” e finanziato con i soldi della CEI???
Su la direttorA dell’ Istat, Laura Sabbadini, ecco qui un suo intervento dalle Femministe Separatiste di SNOQ:

http://anonym.to/? http://www.noidonne.org/blog.php?ID=02017

Qui si va ancora oltre, ammettendo che le “ricerche” dell’ Istat avvengono sotto un’ ottica femminista. Eloquente il titolo di questo loro articolo:

Linda Laura Sabbadini, ovvero l’ISTAT con occhi di donna

http://anonym.to/? http://www.noidonne.org/blog.php?ID=02146

No comment.

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Leonardo 1:43 pm - 11th Giugno:

Ma chi sono queste donne a cui non si può andare contro?
Poverine loro, sono inferiori, questo pensano i femministi e per questo che le adulano e chiedono vendetta.

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Rino 1:48 pm - 11th Giugno:

A mia volta ho letto l’intera pare riportata su F a Sud, ben più lunga di quella postata settimane fa su 27ora.
Concordo con l’analisi di Fabrizio.
Lo stadio zero (ignorare) è superato e si sta abbandonando anche la prima fase dello stadio uno: non più beceri insulti diretti, ma più leggere canzonature inquadrate però in una prospettiva medicale: siamo gente malata, quindi da curare. Con condiscendente comprensione.
.
Un tarlo lavora. Bene.
.
RDV

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cesare 2:43 pm - 11th Giugno:

Uno dei termometri importanti di “fase” sono le agenzie pubblicitarie e i loro racconti. Date un’occhiata….a mio parere qualcosa di decisivo si è smosso. E sempre meno marche si affidano all’immagine del maschiopentito o del softmale.

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cesare 3:24 pm - 11th Giugno:

Quanto all’ISTAT, come già è stato storicamente confermato, gli enti di statistica un solo dato certo sono in grado di dare: ovvero da che parte i padroni del vapore vogliono che soffi il vento. Se l’ ISTAT ha “occhi femminili” è una conferma che l’ideologia e il movimento femminista sono totalmente coerenti con le esigenze di stabilizzazione repressiva interna ed esterna che il sistema di potere attuale ha: quella femminista una rivoluzione mai nata, anzi una controrivoluzione e, quel che è peggio, una sistematica mistificazione di ogni categoria del pensiero e del linguaggio.

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Rita 7:55 pm - 11th Giugno:

Linda Laura Sabbadini “ieri” (sette anni fa)

tp://d.repubblica.it/dmemory/2005/11/05/attualita/attualita/061don47461.html

Citazione
L’anno prossimo, l’Istat riuscirà a fare una prima indagine statistica sulle violenze domestiche nei confronti delle donne. “Siamo uno dei primi istituti nazionali al mondo a farla”, spiega Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat, “e certo poter contemplare anche le vittime di sesso maschile sarebbe stato importante, ma purtroppo non ci sono i fondi”.

Linda Sabbadini oggi: 7 anni dopo

Io credo di si, più i dati ufficiali riescono a far conoscere la realtà, più è possibile intervenire per modificarla. Ciò è prezioso per i decisori che possono individuare le politiche adeguate, così come per la società civile e l’associazionismo, che può utilizzare i dati per spingere perché le politiche se ne occupino. Prendiamo ad esempio l’indagine sulla violenza contro le donne, condotta per la prima volta dall’Istat nel 2006: ha prodotto una sorta di shock nel paese. Le donne sanno cosa vuol dire subire violenza e gli “addetti ai lavori”, soprattutto i centri antiviolenza, già dicevano dal canto loro che questa viene esercitata principalmente in famiglia, da parte del partner.

……

Citazione
L’approccio di genere è fondamentale. Non è sufficiente disaggregare per sesso i dati, bisogna avere la capacità di costruire indicatori che siano sensibili al genere. Prendiamo ad esempio il tasso di occupazione del paese: da sempre il dato viene disaggregato tra uomini e donne ed emergono delle differenze. Ma se ci fermiamo a questo si capisce poco. Quello che invece bisogna trovare è la chiave fondamentale che spiega questa differenza, che nel nostro paese risiede nel ruolo familiare delle donne. I tassi di occupazione femminili delle single sono simili a quelli degli uomini, quelli delle madri sono molto diversi da quelli dei padri, soprattutto al crescere del numero di figli

Ecco, quei fondi per fare un’indagine statistica anche per la violenza “subita” e non soltanto agita dagli uomini magari sono stati impiegati qui

http://www3.istat.it/dati/catalogo/20080904_00/arg_08_33_conciliare_lavoro_e_famiglia.pdf

perchè le statistiche sull’occupazione avevano necessità “urgente” del dato correlato sulle ore impiegate a lavare i piatti di ciascun genere.

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Luigi Corvaglia 8:19 pm - 12th Agosto:

Questa mi piace … smile

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mauro recher 7:52 pm - 9th Settembre:

proprio oggi ho rivisto un personaggio ,abbastanza in voga nei primi anni70 ,un certo signor Rossi mi sembra che l’autore sia Bruno Bozzetto ,ma potrei sbagliarmi …ecco un video ,a mio parere ,abbastanza calzante …

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Luigi Corvaglia 12:54 pm - 15th Settembre:

Quel che è stato veramente tragico a Utoya, è più semplice e quasi indicibile. Perché i ragazzi presenti nella riunione socialdemocratica non hanno organizzato una difesa, a Utoya? Perché non hanno escogitato espedienti, gettando sassi o tendendo tranelli, per limitare la furia di Breivik? Come mai sono andati come agnelli al macello? Alcuni di loro hanno reagito: tre adolescenti ceceni, abituati a una vita di guerriglia, hanno salvato ventitré ragazzi, prima gettando pietre poi nascondendoli in una grotta, e in Norvegia sono ricordati come eroi. Anche le vittime hanno responsabilità: questo è quasi indicibile. Il tremendo è che a volte, perché imprigionati o minacciati, hanno solo quella. Ecco un’altra questione nostra. Ma è diversa da quella di Millet o dei video anti-musulmani. (Barbara Spinelli)
http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/14/news/libia_11_settembre-42510132/?ref=HRER3-1

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Giorgio 3:17 pm - 15th Settembre:

Vorrei far notare un particolare: e cioè il tono rispettoso che la Spinelli usa nel parlare dei musulmani e della loro reazione al film anti-Maometto…
Ebbene, questa signora si guarda bene dal deridere e ridicolizzare gli islamici, e sapete perché? Perché ne percepisce la FORZA e conseguenzialmente li teme.
Ennesima dimostrazione del fatto che le donne rispettano solo quegli uomini che si fanno rispettare, altrimenti li reputano degli emeriti coglioni e li prendono per il culo dalla mattina alla sera, sia mediaticamente che nella vita di tutti i giorni.
Prendiamo anche le sue “osservazioni” in merito alla strage di Utoya: in questo caso attribuisce delle responsabilità anche alle vittime, ma alle vittime di sesso MASCHILE, mica a quelle appartenenti al sesso femminile… Questo nonostante lor signore – al pari dei loro leccaculo – ci “ricordino” ogni giorno che loro, le donne, sono “il vero sesso forte”, che però deve essere salvato dal “vero sesso debole” in tali drammatiche circostanze. Non notate delle contraddizioni mostruose che, tra l’altro, la dicono lunga sia sulla loro vera natura sia sul loro bassissimo livello morale? (gli Antichi non erano scemi come si crede oggigiorno…)
Altro particolare: la signora evidenzia che gli unici adolescenti MASCHI in grado di salvare se stessi ed altre ventitré vite, provenivano dalla Cecenia, ovvero da un paese dell’est, ossia da luoghi dove gli uomini non sono ancora completamente rimbecilliti e castrati…
Indirettamente ci sta dicendo che “è così che gli uomini dovrebbero comportarsi”, ma NON le donne, perché parità o no, loro vogliono essere SEMPRE salvate.
Alla faccia dello slogan “le donne il vero sesso forte” (a chiacchiere”).

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