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21 Set 2021  |  0 Commenti

Fabrizio Marchi è l’Interferenza nel sistema. Ecco perchè, da donna e da socialista, lo voterei

Per molto tempo ho nutrito una fortissima ritrosia di natura ideologica nei confronti delle forme partitiche e, conseguentemente, anche rispetto al meccanismo della delega. Ad oggi molti aspetti nel mio sentire politico sono cambiati, tuttavia non posso ancora dire di riconoscere pienamente il voto come uno strumento concretamente utile al popolo per il raggiungimento di una società davvero “giusta” (qualunque sia il significato che ognuno attribuisce a questo concetto).

Ma a dispetto di queste posizioni mi rammarico di non essere una cittadina romana, perché in questo caso avrei speso senza indugi il mio voto per Fabrizio Marchi, sostenendolo nella sua candidatura alle prossime amministrative di Roma come consigliere indipendente nella lista del Partito Comunista di Rizzo.

Nutro grande stima nei confronti di Fabrizio, per il suo portato politico ed intellettuale, e devo dire che è in parte suo il merito di avere dato impulso a quel processo di mutamento che mi ha condotta a mettere in discussione alcuni dei parametri di giudizio nella lettura della realtà politica e sociale.

Leggere certe analisi – che bene interpretano le ragioni del distacco che in molti avevamo da tempo cominciato a provare verso i movimenti della sedicente sinistra “progressista e radicale” – e sapere che queste provenissero da un Compagno, è stata una “scoperta” impagabile. Una conferma che questa disaffezione non era in contraddizione con il nostro sentire politico e che non aveva senso solo per noi ma poteva, anzi doveva, essere condivisa.

Ci si chiederà perché mai una donna, che oggi trova la sua massima beatificazione nell’alveo delle sinistre arcobaleno proprio in virtù dell’appartenenza ad un genere considerato illuminato, dovrebbe invece supportare chi ha fatto dei “diritti maschili” la sua battaglia prediletta.

Semplice. Perché mi pare importante riconoscere, proprio “in quanto donna”, che quegli uomini per i quali Marchi si batte da sempre sono spesso i nostri padri, fratelli, amici, mariti e compagni, in poche parole la stragrande maggioranza dei vessati, sfruttati ed ignorati dal sistema economico e politico in cui siamo, nostro malgrado, costretti a vivere, e sarebbe finalmente il caso di dire che riconoscerlo non toglie nulla ai diritti delle donne, al contrario contribuirebbe a svelare il marcio di una narrazione divisiva e fuorviante – quella femminista – che ci contrappone in una dicotomia vittima-carnefice invece di vederci tutti e tutte protagonisti e alleati sullo stesso campo di battaglia.

 

La cosiddetta “questione maschile” può e deve essere affrontata necessariamente dal punto di vista di classe ed invece è stata consegnata, colpevolmente, nelle mani delle destre da quelle sinistre che hanno fatto del femminismo la loro bandiera, ignorando (volutamente?) la natura intrinsecamente interclassista e sessista di questo movimento.

Fabrizio Marchi scardina senza mezzi termini i pilastri del politicamente corretto e li piccona dalle basi con ragionamenti lucidi, centrando in pieno le ragioni scatenanti di molte delle storture che avvelenano le dinamiche sociali di questo tempo e mettendo sul tavolo colpe e responsabilità per l’appiattimento conformista dei movimenti di sinistra, ormai del tutto funzionali al sistema al quale dicono di contrapporsi, ma solo a parole e mai nei fatti.

Aver affrontato apertamente certi temi intoccabili è stato un atto di coraggio e di grande onestà intellettuale, al quale Fabrizio non si è mai sottratto nonostante le innumerevoli, continue e costanti accuse di “rossobrunismo” subìte negli anni.

Adesso l’aver trovato spazio all’interno del PC di Rizzo, unico ed ultimo baluardo di coerenza ideale nello scenario politico odierno, diventa un’occasione importante.

Si potranno finalmente portare alla ribalta – provando ad agire sul territorio con proposte pratiche – quei problemi che coinvolgono in percentuali altissime la sfera maschile e che vengono incredibilmente ignorati dalla narrazione dominante (la condizione dei padri separati, l’altissima percentuale di popolazione maschile in soglia di povertà, la difficoltà per gli uomini di denunciare una violenza subìta a causa della mancanza di centri antiviolenza dedicati, il numero impressionante di morti sul lavoro, l’imponente tasso di suicidi tra i maschi, ecc.); ma sarà anche l’input per innescare un dibattito proficuo che provi a riportare il focus sul conflitto di classe, oggi di fatto sostituito a sinistra da quello tra i generi.

 

In tempi in cui le antenne del sistema sono tutte sintonizzate sul canale del politicamente corretto, le “interferenze” come Fabrizio Marchi sono fondamentali affinché si propaghi finalmente un segnale di cambiamento. Avanti tutta allora, il voto a Marchi è quanto mai necessario.

(Rossella Tranchida)

 

Ringrazio la compagna e amica Rossella Tranchida, che ormai da tempo si è avvicinata alle nostre posizioni e ha iniziato a collaborare con L’Interferenza, per questo suo brillante (come sempre) articolo in appoggio alla mia candidatura.

In realtà, così come molte altre persone che orbitano a sinistra (è successo anche al sottoscritto), era da molto tempo che nutriva dubbi e perplessità sempre più profonde nei confronti della narrazione ideologica neoliberale e politically correct di cui quella stessa sinistra è intrisa (compresa e ancor più quella cosiddetta radicale…). Succede però che quando si è soli, circondati da un mare di cieco e plumbeo conformismo, si finisce per chiudere gli occhi, per lasciar cadere, e spesso anche per pensare di essere noi stessi la rotella sbagliata. Finchè non scopri che esistono anche altri che condividono le tue stesse perplessità, i tuoi stessi dubbi e che in alcuni casi li hanno già superati ed elaborati. Ed è così che, coniugando teoria e prassi, esperienza empirica e analisi, si giunge ad elaborate una vera e propria teorica critica. Un lavoro che alcuni di noi, e da tempo anche Rossella, stanno portando avanti da decenni.

La sua penna puntuale, lucida e pungente è un prezioso contributo per tutti noi.

(Fabrizio Marchi)

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