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“A che serve quel coso moscio, quel pezzetto di carne che pesa meno di un etto, quella protuberanza fastidiosa che a volte si mette a destra e a volte a sinistra, quel naso brutto senza narici, quella piccola sporgenza imbarazzante, quell’illusione di centro del bacino, centro del maschio, centro del mondo, quel palloncino che si gonfia con la pompetta della libido e diventa arma tagliente, pugnale penetrante, esaltazione dell’io, pene immondo che insozza la poesia di corpi sublimi fatti di vallate e promontori? Perché non asportarlo subito quel pungiglione velenoso? Sarebbe un grande rimedio, finalmente, evirare il maschio portatore di fallo fallace a scopo sanitario e ascetico. Allora, questo genere di maschi, ripuliti da superflui pezzi di carne, canterebbero al cielo melodie soavi con le loro voci bianche…”.
A parlare non è una kapò nazista ma tale Emma Dante, regista, attrice e drammaturga. Ho appena letto il suo delirio in seguito allo stupro subito da una ragazza a Roma alcuni giorni fa.
La mia opinione è che covasse quanto ha detto da chissà quanto tempo e ha soltanto trovato l’occasione giusta per esternarlo.
Mi domando cosa accadrebbe, giustamente, a parti invertite, se un uomo, un personaggio pubblico e ancor più del mondo della cultura e dello spettacolo come lo è la Dante, dichiarasse pubblicamente che sarebbe opportuno nonché giusto asportare l’apparato genitale ad una donna o ad una madre violenta e assassina, magari del proprio stesso proprio figlio. La sua carriera sarebbe finita, verrebbe immediatamente espulso col marchio dell’infamia dal suo mondo, sottoposto alla gogna mediatica, emarginato da ogni consesso sociale e anche denunciato per apologia di violenza, sessismo e razzismo. Farebbe meglio a scomparire, emigrare, cambiare generalità e rifarsi una vita in un lontano paese dove nessuno lo conosce.
Ecco, la cosa grave non è tanto la dichiarazione scellerata, odiosa e criminale della Dante, ma il fatto che non abbia avuto e non avrà per lei nessuna conseguenza, di nessun genere. Continuerà a fare tranquillamente il suo lavoro e anzi, a mio parere, avrà anche l’occhiolino strizzato da parte di molte e molti del suo ambiente. Al massimo si farà finta di nulla, come già è accaduto e sta accadendo, tanto dopo un po’ di tempo la cosa andrà in cavalleria, nessuno ricorderà più niente e la tizia continuerà la sua vita come e meglio di prima.
Insomma, a dir poco, due pesi e due misure.
Ancora una volta, a chi ci domanda cosa è l’ideologia politicamente corretta e quali sono i suoi effetti e le sue determinazioni, rispondiamo con un esempio concreto.
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