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Sottotitolo: fondazione dell’“Ordine Internazionale del Patriarcato”.
C’aveva provato 522 anni fa Cristoforo Colombo, ma purtroppo ha sbagliato direzione. La costituzione dell’ordine del Patriarcato Internazionale fallita per un banale errore di rotta. Il gemellaggio con il fratello Indiano naufragato per l’approdo al porto sbagliato.
Ma noi imparammo dagli errori dei nostri maestri. E potemmo finalmente celebrare il conseguimento del sogno agognato dal patriarca navigatore del ‘500. Lui sbagliò cercando i fratelli Indiani ad Ovest; noi fummo furbi e li facemmo venire da Est.
14 Maggio 2014, segnate questa data sul calendario.
All’ombra del Colosseo, arena di gloriose sfide tra oppressori, si incontrarono due emissari del Patriarcato Europeo e tre emissari del Patriarcato Indiano. Niente oro in cambio di spezie, né donne in cambio di elefanti. Nulla di tutto ciò. Semplice stretta di mano e cena a base di cibo vagamente somigliante alla pizza. Incontro fruttuoso, conclusosi con fraterni saluti; niente saluto romano, ma conto alla romana.
Due delegazioni a confronto; dal un lato, il patriarcato Europeo rappresentato da due maschi bianchi eterosessuali, di cui uno anche attivo oppressore coniugale; dall’altro lato, il patriarcato Indiano rappresentato da tre maschi eterosessuali, tutti ex oppressori coniugali.
Incontro interessante che ci ha rassicurato; l’immagine che i nostri media proiettano dell’India dentro le nostre case è assolutamente veritiera, quindi il patriarcato non solo è vivo e vegeto, ma impera e si radica.
Bene, temevamo fosse propaganda.
Accordo suggellato. Le Best Practices a confronto.
Insieme a loro vi sveleremo i misteri più profondi, quali
- Come far finire in carcere decine di migliaia di persone ogni anno, per accuse di violenza domestica, senza che queste siano né le supposte vittime né i supposti perpetratori del crimine;
- Perché il Fondo Monetario Internazionale presta 1,2 miliardi di dollari per sovvenzionare USAID in interventi locali senza che nessuno ne abbia mai fatto richiesta;
- Come segregare le oppresse nei mezzi di trasporto;
- Come opprimere pur riservando alle oppresse i fondi per la lotta alla povertà.
Il patriarcato vincerà, hasta la victoria, siempre!
27 Commenti
Segnalo a tutti questo importantissimo incontro avvenuto due giorni fa a Roma tra la nostra associazione rappresentata da Fabrizio Napoleoni e dal sottoscritto e una delegazione di un’associazione del movimento per i diritti degli uomini del Bangalore, una regione dell’India.
Un incontro molto fruttuoso e senza alcuna retorica, all’insegna della solidarietà, dell’amicizia e della condivisione degli stessi valori universali di giustizia, eguaglianza, democrazia e libertà e del comune impegno contro ogni forma di discriminazione,a partire ovviamente da quella sessuale. Abbiamo potuto constatare che l le problematiche degli uomini italiani sono praticamente le stesse degli uomini indiani e abbiamo convenuto che ciò è da attribuire al processo di globalizzazione capitalistica che ha ormai “omogeneizzato il mondo”. Non solo, e questo sarebbe importante segnalarlo ai tanti amici del Momas, a mio parere attardati in analisi e approcci interpretativi a dir poco obsoleti, i nostri amici, durante la conversazione, hanno detto a chiare lettere che la madre del femminismo è l’America, la quale ovviamente ha esportato questa ideologia nel mondo, a partire innanzitutto dai paesi da lei direttamente o indirettamente controllati. Non ho neanche provato a spiegargli che alcuni militanti del movimento maschile italiano pensano che l’origine del femminismo sia in Hegel, in Marx o nel comunismo perchè molto probabilmente non mi avrebbero neanche compreso, non per ragioni di lingua, sia chiaro, ma semplicemente perchè un simile assunto, sarebbe stato oggettivamente non comprensibile, leggendo le cose dal loro punto di vista e nel loro contesto.
E questo dovrebbe dirci molto, non tanto a noi, ovviamente, che siamo arrivati da quel dì a determinate conclusioni, ma a qualcun altro sicuramente…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
comunque in India è da qualche tempo che c’è un’ approccio mediatico (almeno stando ai telegiornali) simile a quello occidentale. Emergenza stupri, cifre snocciolate sul tenore di “una donna viene stuprata ogni 20 secondi ” etc. Cultura dello stupro etc. etc.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/16/la-cultura-dello-stupro-in-india-e-a-bergamo/471689/ tutte cose già viste e sentite in America, in Italia, in Inghilterra e in molti altri posti.
Rita(Quota) (Replica)
Nota di colore …. siete andati nel famoso posto ,dove si mangia e si beve e si tifa Roma? ..sarebbe importate far capire agli amici indiani che Roma è Giallorossa … Seriamente ,invece condivido il tutto ,anche dell’importanza di tale avvenimento
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
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Non solo, e questo sarebbe importante segnalarlo ai tanti amici del Momas, a mio parere attardati in analisi e approcci interpretativi a dir poco obsoleti, i nostri amici, durante la conversazione, hanno detto a chiare lettere che la madre del femminismo è l’America, la quale ovviamente ha esportato questa ideologia nel mondo, a partire innanzitutto dai paesi da lei direttamente o indirettamente controllati.
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Fabrizio, io ero iscritto al forum e alla mailing list di U3000 quasi dieci anni fa (tu all’epoca ancora non c’eri), e non ricordo nessuno che sostenesse il contrario, per cui mi chiedo (e ti chiedo) perché continui a sottolineare ciò, considerando che già allora c’era chi sosteneva chiaramente che la patria del femminismo fosse l’America.
Poi sì, sul web che anche qualcuno che porta avanti altre tesi, ma si tratta di quattro gatti, di una ristretta minoranza.
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele,
Caro Daniele, francamente io trovo ancora tanta gente, nel web come su facebook che ancora è aggrappata a vecchie convinzioni, e individua nel comunismo e nei suoi derivati, la genesi, la causa prima, la derivazione, i perché e i percome del femminismo e addirittura la suconcreta e reale determinazione storica che potremmo definire come “femminismo reale”. Passi pure in larga parte sul femminimsmo ideologico (lo abbiamo detto tante di quelle volte che il femminismo in tutte le sue correnti e sottocorrenti è un’ideologia che affonda le radici un pò ovunque, quindi certamente anche nela cultuira comunista e socialista), ma continuare a sostenere che un’ideologia che si afferma fino a diventare dominante nel capitalismo assoluto, è figlia tout court del comunismo, amici miei, è come dire che pure i romanisti sono laziali perchè prima della fondazione della a.s. roma, a Roma c’era solo la Lazio. E dai, su…
E questo anche sia per il forum della QM che per il sito Ragioni Maschili dove il gestore arrivò a dire che le nostre teorie sulla stretta correlazione fra femminismo e sistema capitalistico erano da paragonare ai film di fantascienza sulla spectre e ai cartoni animati non mi ricordo quali.
E visto che oggi in ambito Momas, in parecchi cominciano a parlare di questa relazione è ben ribadire che noi siamo stati i primi a individuarla e a metterla sotto le lenti di ingrandimento, e per questo ci siamo presi pure qualche sberleffo, come dicevo prima.
Oggi la cosa non desta più scandalo per ovvie, ragioni, e cioè perché ne abbiamo parlato a lungo e con cognizione di causa, e non mi riferisco solo al sottoscritto. Mi permetto di dire però che se non fosse stato per l’irruzione di Uomini Beta nel Momas, staremmo ancora al caro amico, come si suol dire, da questo punto di vista.
Una sola nota, per concludere, io ho pubblicato il mio pamphlet sul femminismo nel 2006 e lo avevo scritto nel 2004 (le case editrici ti rispondono se va bene dopo un anno). La mia riflessione sulla condizione maschile è iniziata all’incirca dieci anni prima del concepimento del libro, quindi nel ’94. Quando ho pubblicato il libro non sapevo neanche dell’esistenza del Momas ed ero convinto di essere solo. Il che la dice lunga sul livello di comunicazione del Momas a quei tempi, perché se uno mediamente informato come il sottoscritto, che in quei tempi era un giornalista attivo, non ne sapeva nulla, figuriamoci gli altri.
Venni a sapere del Momas, come ho già spiegato altre volte, perché trovai su google una recensione al mio libro scritta da Claudio “Alitaki”, se non erro, e poi lì presi contatto con Rino. Ricordo ancora che gli telefonai e gli lasciai un messaggio sula segreteria telefonica. Lui mi richiamò e parlammo e ricordo perfettamente che io gli dissi:”Fino ad ora la critica antifemminista (quel poco che c’era) è stata egemonizzato dalla destra, ho scritto questo libro proprio perché secondo me è ora di cambiare rotta”. E Rino mi rispose:”Uomini 3000 è nato proprio per questa ragione”.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Fabrizio:
Caro Daniele, francamente io trovo ancora tanta gente, nel web come su facebook che ancora è aggrappata a vecchie convinzioni, e individua nel comunismo e nei suoi derivati, la genesi, la causa prima, la derivazione, i perché e i per come del femminismo…
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Eppure chi legge il fem.o come consustanziale alla sinistra ha le sue ragioni: la sinistra stessa lo conferma se ne fa vanto!
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E non solo la sinistra istituzionale, ivi compresi ovviamente i suoi intellettuali, ma anche le minoranze estreme, le frange marginali.
Non è che spostandoci sempre più “a sinistra della sinistra” si arrivi al punto in cui si trova chi denuncia il femminismo come corpo estraneo e nemico. Mai incontrato nessun attivista estremista, nessun marxista, nessun comunista che sia giunto a tanto.
C’è un’eccezione: il MUB. Che infatti è unico in Italia, quasi certamente in Europa e molto probabilmente in tutto il pianeta (avete notizie di qualcosa di simile altrove?).
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Finché la sinistra rivendicherà e celebrerà le conquiste femministe come sue proprie e il femminismo come sua nuova articolazione non ci sarà da stupirsi se la destra (e la non-destra) denuncerà le conquiste femministe come di sinistra e il femminismo come nuova articolazione ed evoluzione del marx-comunismo.
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Se io stesso mi proclamo reo non posso poi pretendere che i miei accusatori mi assolvano.
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RDV
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
Il tutto conferma, mi sembra, che l’uso dei termini dx e sx, nell’accezione tradizionale e che ancora prevale presso la p.o. è diventato fuorviante perchè a fronte di una percezione ancorata all’ieri, oggi hanno invece contenuti diversi. Il che svia. Giustamente viene detto che il capitalismo si riproduce culturalmente a sinistra. Allora, o si decide di non definirsi più di sinistra (o per altro aspetto di destra) perchè contrari alla riproduzione culturale del capitale, oppure si tenta di cambiare la sinistra reale di oggi. Il che, a mio giudizio, è impresa troppo difficile.
armando
armando(Quota) (Replica)
Se non riesco a farmi capire da Rino allora vuole dire che il mio processo di senescenza è bello che cominciato; ergo mi sto rincoglionendo…
*rofl* Quello che volevo dire è che quegli amici indiani non avrebbero neanche compreso la querelle che in qualche modo ha caratterizzato e/o caratterizza il momas italiano circa l’origine e la natura del femminismo.
Molto spesso (è inevitabile) non riusciamo (parlo per tutti, compreso il sottoscritto, sia chiaro..) a fuoriuscire dal contesto in cui viviamo, in cui trascorriamo il 99% del nostro tempo e della nostra vita e questo ci porta inevitabilmente a una visione limitata delle cose. Pensiamo alla realtà di paesi come l’India o la Cina, praticamente dei veri e propri continenti, rispettivamente con 1.300.000 e 1.500.000 di abitanti. Veri e propri altri mondi rispetto ai quali l’Italia conta quanto il due di coppe quando regna bastoni, come si suol dire….
Ora, per noi il femminismo per lungo tempo è stato simboleggiato dal ’68 e dalle post sessantottine, dalla Dominjianni, dalla Muraro, da questa o quell’altra “intellettuale” femminista, dai collettivi femministi, dalla “sinistra” liberalo o radical e via discorrendo e solo da una dozzina d’anni abbiamo cominciato ad indagare la natura profonda e complessa del femminismo.
Tutto ciò per quegli altri mondi di cui sopra (rispetto ai quali noi siamo un’inezia anche se come parte dell’Europa ci sentiamo al centro del mondo), non è NULLA, non saprebbero neanche di cosa gli stiamo parlando. Per loro il femminismo è un’ideologia sessista e antimaschile inventata negli USA e nel UK ed esportata nel mondo, in particolare nei paesi che direttamente o indirettamente hanno fatto parte o fanno del loro impero o comunque continuano a restare nella loro sfera d’influenza politica e culturale. Punto e stop.
Tutto ciò dovrebbe farci riflettere a 360°.
Questa premessa per arrivare a dire che non c’è dubbio sul fatto che la “sinistra “ post comunista, post socialista e post movimento operaio in Europa occidentale sia tutt’uno con il femminismo. E’ però altrettanto vero che la storia quarantennale di questa sinistra sessantottina post comunista, post socialista e post movimento operaio europea occidentale è solo una minima parte rispetto alla storia della sinistra mondiale che in larga parte (piaccia o no è così) coincide con il movimento comunista internazionale che in taluni casi si è fatto stato. Anche in questo caso noi siamo abituati a ragionare come se fossimo al centro del mondo (in particolare gli “intellettuali” di sinistra nostrani), ma in realtà la storia della sinistra europea occidentale degli ultimi quarant’anni è un NONNULLA rispetto soltanto all’esperienza sovietica e cinese che ha coinvolto miliardi di persone in territori immensi. E noi sappiamo che il femminismo da quelle parti non era di casa.
Ora, che il femminismo abbia attecchito ideologicamente e politicamente in quella sinistra (europea e post sessantottina) , è fuori discussione, né poteva essere altrimenti. Così come non c’è dubbio che il femminismo, nella sua complessità, abbia avuto origine, concettualmente parlando, ANCHE nel movimento socialista e comunista (senza dimenticare il filone anglosaxon e americano in particolare che è un’altra storia ancora che nulla ha a che vedere con il socialismo e il comunismo che in America sono come visti come le piattole…) , ma non si può parlare di femminismo nel senso proprio e compiuto del termine. La Luxemburg, la Kollontai, la Kuliscioff, la Zetkin, ecc. , lo abbiamo detto mille volte, erano delle comuniste o delle socialiste che mai si sarebbero sognate di dire che in ogni uomo c’è un potenziale stupratore o che la violenza è maschile. Poi se vogliamo dire che comunque anche quelli erano comunque i germi del femminismo lo possiamo anche dire (e da un certo punto di vista è anche giusto), però, se mi passate l’esempio banale e iperbolico, torniamo al famoso errore che io rimprovero ai “decontestualizzatori” di sempre, per i quali la tirannia di Pol Pot è da addebitare tornando indietro nella storia, prima a Marx, poi a Hegel fino ad arrivare a Platone…
Ora, io ho capito benissimo quello che volevi dire, Rino, e lo condivido anche. Però lo sforzo che noi dobbiamo fare è quello di far capire a tutti, e in particolare ai “quemmisti” che ancora si ostinano, dal mio punto di vista, in analisi improponibili, è appunto la natura complessa del femminismo e soprattutto la sua determinazione storica e politica che è quella che lo vede trionfare contestualmente al trionfo del capitalismo assoluto. Più si espande la società capitalistica più si espande il femminismo. E’ un fatto. Ora,obiettivamente, se il femminismo fosse in tutto e per tutto una derivazione del marx-comunismo, come lo hai definito tu stesso (mi riferisco al termine max-comunismo, non al fatto che tu lo individui come padre del femminismo), avrebbe potuto realisticamente affermarsi e diventare ideologia dominante nelle società capitalistiche?
Ma quand’anche fosse, il discorso non cambierebbe di una virgola perché ciò significherebbe che quell’ideologia trova in realtà il suo brodo di coltura e le condizioni ottimali per il suo sviluppo nella società capitalistica (tant’è che nell’URSS o nella Cina non esisteva neanche). Lo dice la storia, la realtà, non lo dico io. Se neghiamo questo e insistiamo a dire che il femminismo è un’ideologia fondamentalmente di derivazione marx-comunista, facciamo un po’ come quelle persone (in buona fede..) che dicono che l’URSS e la Cina non avevano nulla a che fare con il Comunismo…E chi scrive non è tacciabile di anticomunismo e soprattutto gli rode pure un po’ il culo di dover essere costretto a determinate ammissioni, però non sono uno che mette la testa sotto la sabbia o fa finta di nulla. E la realtà va osservata per quello che è.
In conclusione, mi pare evidente, e credo che sia evidente a tutti noi che partecipiamo a questo dibattito, quale sia la reale natura del femminismo, e anche quale sia la natura dell’attuale “sinistra”. Non è casuale che abbia voluto scrivere il primo editoriale sull’Interferenza proprio sulla questione “destra/sinistra”, perché ritengo improrogabile e fondamentale chiarire appunto alcune cose, o se preferite, disvelare la menzogna che si cela oggi dietro a questa dicotomia e soprattutto dietro al concetto di “sinistra” che per quanto mi riguarda è di fatto morta quarant’anni fa con il morire del Novecento, che è morto venti o trent’anni prima della sua scadenza naturale. Ora si tratta di capire come costruire un nuovo punto di vista critico nei confronti dell’attuale sistema di dominio e se è ancora possibile rappresentare anche dal punto di vista simbolico e semantico questa critica, con il concetto di Sinistra. Io la vedo dura appunto perché la Sinistra non è più tale ma è diventata “sinistra” e ormai nell’immaginario comune, quella è la sinistra.
Che fare? Non lo so, intanto è già molto cominciare a discutere di questi temi. Sia chiaro, che io non ritengo affatto esaurita la dialettica storica che ha dato vita alle categorie di desta e di sinistra; ciò che contesto e che metto in discussione radicalmente è l’attuale determinazione storico politica di quelle categorie.
Ma su questo rimando al mio editoriale sull’Interferenza: http://www.linterferenza.info/editoriali/destra-e-sinistra/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Nel mio commento mi riferivo solo ed esclusivamente alla parte del tuo intervento che ho citato e sul quale concordiamo.
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Quanto al resto, hai fatto benissimo con gli amici indiani a non entrare nella “querelle che in qualche modo ha caratterizzato e/o caratterizza il momas italiano circa l’origine e la natura del femminismo” di cui non possono cogliere il significato e che cmq interessa solo noi. E’ contingente/locale.
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Sulla questione Dx/Sx concordo con quanto hai scritto su Interferenza: le articolazioni storiche della dicotomia possono evaporare, confondersi, entrare in latenza. Il dato strutturale non cambia mai: è il Titanic.
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RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Fabrizio
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Mi permetto di dire però che se non fosse stato per l’irruzione di Uomini Beta nel Momas, staremmo ancora al caro amico, come si suol dire, da questo punto di vista.
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Sì, Fabrizio, ma il discorso vale anche al contrario: ossia se tu non avessi casualmente incontrato U3000 e Rino Della Vecchia (con il quale ho parlato una volta al telofono, circa otto anni fa), nemmeno tu avresti evoluto il tuo pensiero (perché è attraverso lo scambio con altri che ci si evolve) né fondato UB. Non è un’ “offesa” né una “provocazione” nei tuoi confronti, ma un semplice dato di fatto che vale per chiunque, me compreso.
Per esempio, tu da qualche anno parli sempre di “psicosfera”, ma questo è un termine che hai potuto coniare grazie a Rino, perché in ambito “momas” (entità a tutt’oggi indefinita e fantomatica) il primo a parlare di “etosfera” è stato proprio lui, così come i primi a parlare di “altro” sono stati altri.
>
Fabrizio
>>>>>>
La mia riflessione sulla condizione maschile è iniziata all’incirca dieci anni prima del concepimento del libro, quindi nel ’94. Quando ho pubblicato il libro non sapevo neanche dell’esistenza del Momas ed ero convinto di essere solo.
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Non che sia fondamentale per la discussione, tuttavia conosco personalmente un uomo (che ufficialmente è un signor nessuno), che a livello strettamente personale certe riflessioni le iniziò negli anni Ottanta.
Per quanto mi riguarda, essendo nato nel 1980, ho iniziato a pormi certe domande dopo i vent’anni, quindi dopo il 2000. Ovviamente, aggiungo, perché nel ’94 avevo quattordici anni (tu, se non erro, li avevi nel ’72).
Daniele(Quota) (Replica)
Io ,l’ho scritto tante volte ,la vedo in questo modo.
Una ideologia , come quella femminista , può avere tanti bei poster con la falce e il martello e/o cantare inni comunisti ,ma se giudica l’uomo dal ricco banchiere o imprenditore al barbone nella strada come oppressore sempre e comunque , di comunismo non ha capito nulla (o fa finta di non capire) ….
Tra dire e il fare(cioè essere di sinistra) c’è di mezzo il mare
Io avevo ed HO in mente una sinistra certamente differente ,che non mi giudichi se ho il pene e/o se mi piacciono le donne ,ma che aiuti le persone in base alla classe sociale ,la sinistra dev’essere questa ,per me
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Fabrizio: “Ora,obiettivamente, se il femminismo fosse in tutto e per tutto una derivazione del marx-comunismo, come lo hai definito tu stesso (mi riferisco al termine max-comunismo, non al fatto che tu lo individui come padre del femminismo), avrebbe potuto realisticamente affermarsi e diventare ideologia dominante nelle società capitalistiche?”
Detto così la risposta è un no secco. Ma se il marx-comunismo non fosse stato, dico nei fatti e sicuramente nonostante le intenzioni, un sistema ideologico totalmente antitetico al capitale?
Può sembrare una provocazione, ma non lo è. Vuole essere un invito a riflettere, con piena consapevolezza che di ogni altro sistema ideologico o religioso può essere detta la stessa cosa, o analoga. Ogni sistema di pensiero, come sostiene Fabrizio, ha le sue magagne e contraddizioni, teoriche e storiche.
armando
armando(Quota) (Replica)
Daniele,
Daniele, non stiamo mica facendo una gara a chi è arrivato prima…
Mi viene più volte ripetuto che prima di me ce ne sono stati tanti e ogni volta mi tocca rispiegare la mia storia, e cioè che ero giunto a diverse conclusioni attraverso un percorso individuale e che del tutto casualmente, dopo aver scritto quel libro (pensando di essere solo al mondo…) sono entrato in contatto con Rino. Dopo di ciò non c’è dubbio che il contatto e il confronto con lui e con altri amici mi abbia arricchito come penso che in una qualche misura, magari modesta, anche il sottoscritto abbia prodotto lo stesso effetto su di loro.
Relativamente alla psicosfera, come già evidenziato dallo stesso Rino, lui ha parlato di “etosfera”,sono stato io a parlare di “psicosfera”, ma il discorso non cambia di molto…Nel mio pamphlet, scritto nel 2004 e pubblicato nel 2006 avevo già scoperto la dimensione psichica, cioè appunto la “psicosfera”. Quello che non avevo invece ancora indagato era la GNF, cioè la sostanziale manipolazione femminista della storia. In questo senso il libro di Rino è stato per me fondamentale perché mi ha aiutato a fare chiarezza su alcuni punti che non avevo ancora indagato a sufficienza.
Sono convinto che finchè la GNF non sarà messa radicalmente in discussione non si potranno fare significativi passi in avanti. Il femminismo ha vinto perché la sua narrazione (la GNF) è stata accettata da tutti, nessuno escluso.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Nessuna gara, Fabrizio, si tratta solo di evidenziare anche i meriti altrui: né più né meno. Non credo neppure che qualcuno pensi che tu* non abbia contribuito ad arricchire il pensiero di altri uomini: uno scambio di idee, se costruttivo, arricchisce chiunque, anche un Albert Einstein.
Peraltro a me non ne viene niente nello scrivere certi post, visto e considerato che sono un semplice caporale dei parà (spero sergente, un giorno), che conta quanto il due di coppe, in questa cacchio di società.
—————-
* Ad esempio tu sei uno dei pochissimi uomini che ho (virtualmente) conosciuto, che in materia di femmine e di relazioni con le medesime, la pensa in maniera molto simile al sottoscritto.
Daniele(Quota) (Replica)
armando,
Bè, se la leggiamo da un certo punto di vista, come peraltro ho già avuto modo di spiegare anche in un articolo pubblicato ormai alcuni anni fa, il “socialismo reale” può essere interpretato come una variante del sistema capitalistico, detta appunto “capitalismo di stato”. Tecnicamente è stato questo. Però se io dico è che è stato questo (e quindi che non era “vero” comunismo) mi si rivoltano in tanti (forse anche tu..) a dirmi che è un alibi, un modo per rifugiarmi in corner e non accettare che quello è il comunismo effettivamente realizzatosi e che con quello dobbiamo fare i conti.
Quindi dobbiamo metterci d’accordo, perché se ragioniamo in termini teorici io sono perfettamente in grado di dimostrarti (non lo faccio ora però perché mi ci vorrebbe troppo tempo ed è pure tardi e sono stanco) che la società sovietica non era una società comunista. Però non mi piace rifugiarmi in corner e quindi è un discorso che non faccio, anche perché se lo facessi ci sarebbe qualcuno che mi potrebbe rispondere che neanche quello attuale che governa il mondo è il vero capitalismo, il vero liberalismo. Quindi il discorso è viziato all’origine, anche se da un punto di vista teorico non è affatto peregrino.
In ogni capisco qual è la tua obiezione e fa riferimento in sostanza alla posizione di una certa cosiddetta “nuova destra” e ad alcune correnti filosofiche e culturali (in Italia è quella di Massimo Fini la più autorevole) che sostiene che capitalismo e comunismo siano facce di una stessa medaglia, cioè dell’industrialismo e del positivismo. Discorso complesso che ci porterebbe lontano. Per ora mi limito a dire che quella stessa gente che oggi porta avanti questo discorso apparentemente equidistante (e che sostiene il superamento della dialettica destra/sinistra, ma da un punto di vista completamente diverso dal mio), è la stessa che quando quella dialettica era viva e vegeta era schierata a destra, senza se e senza ma, a difesa dell’occidente capitalista e imperialista contro il comunismo. Ora che il comunismo è morto ci propongono questa lettura . Qualcuno la proponeva anche prima ma poi quando c’era il richiamo alle armi, tutta questa zona grigia diventava improvvisamente nera, perché dall’altra parte c’era il nemico numero uno: i comunisti.
Quindi bisogna andarci cauti con questa storia del superamento della dialettica destra/sinistra perché è la dialettica stessa che impone di schierarsi. E infatti, come ripeto, hai voglia se quelli che oggi parlano di superamento di quella dialettica, non erano schierati. Erano schierati, eccome, con tanto di casco e spranga, e tanti stavano pure a stipendio (dei servizi segreti e dello stato) altro che superamento della dialettica destra/sinistra…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Daniele,
Ma io non ho mai negato i meriti altrui, Daniele, in particolare quelli di Rino e di alcuni amici dei MS, penso a Cesare e Armando che sono qui fra noi o anche di altri movimenti. Però credo che ci siano ancora tanti “quemmisti” che non abbiano affatto compreso quale sia la partita in corso e siano ancora aggrappati a schemi ormai del tutto superati e improponibili. Ti assicuro che ce ne sono ancora molti, e secondo me, anche se in buona fede, non fanno del bene alla QM. Poi è ovvio che ciascuno ha la libertà e il pieno diritto di seguirela propria strada.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Infatti non dico affatto che quello sovietico, come nessun altro comunismo, fosse quello vero. Non ci piove. E neanche quello che Marx pensava potesse essere. Non ci piove neanche su questo. Il punto, e vale ovviamente per ogni sistema ideologico e ogni teoria politica, è che quando si tenta di passare dalla teoria all’applicazione pratica, ossia lla prova della storia, sono dolori.
E allora, forse, ed è quì la mia provocazione intellettuale, l’idea che “Capitalismo e comunismo siano facce di una stessa medaglia, cioè dell’industrialismo e del positivismo”, non mi sembra così peregrina. Non lo è sul piano storico, ma neanche, ed è questo l’aspetto per me più “intrigante”, sul piano teorico e filosofico. Intrigante perchè è la ricerca delle origini delle torsioni della storia rispetto alle aspettative di salvezza, sia pure terrena, o comunque di trasformazione profonda della società. Lo so che ci porta lontano e che il tema è complesso, ma sono convinto che se non lo si affronta, o si tenta di farlo con le conoscenze in possesso di ognuno (e le mie sono abbastanza scarne), resteremo tutti, per così dire, al palo. Per il resto per me non è di così grande interesse conoscere i trascorsi altrui. Perchè nella vita si cambia in modo alle volte “sorprendente” e perchè non sono mai stato dalla parte della difesa a spada tratta dell’occidente contro il pericolo comunista. Detto questo, è anche vero che le situazioni storiche costringono alle volte a schierarsi, anche controvoglia, magari. E ammetterai che non era semplice, anche per i beneintenzionati ma senza paraocchi, scegliere l’Urss di Stalin o Breznev piuttosto che gli Usa di Kennedy, sia pure ammettendo che l’urss non era l’impero del male e gli usa non sono affatto, anzi, quello del bene. Non a caso sono il paese da cui il capitale si è espanso a livello planetario.
Per finire, non dico affatto che ogni dialettica deve essere superata, ma ridefinita su discrimini in parte inediti in parte da riconsiderare rispetto a quello classici che hanno storicamente definito ciò che era di dx e ciò che era di sx.
A me queste discussioni interessano assai, lo sai bene, ed è per questo che cerco di stimolarle e intervengo, anche quando sono apparentemente OT rispetto alla QM. Però, sia chiaro, non voglio “far perdere tempo” a nessuno. Se credi sia il caso di cessarla basta fare un fischio.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
ARMANDO,
Non è assolutamente una perdita di tempo, Armando, anzi…Solo che converrebbe spostare il dibattito sull’Interferenza visto che lo abbiamo creato appositamente,magari anche con degli articoli ad hoc…anche lì abbiamo predisposto uno spazio per i contributi, quindi ben vengano…
Comunque ora siamo qui e va bene lo stesso.
Bè, intanto c’è da dire che mentre da una parte c’era l’URSS di Stalin, qui c’era la Germania di Hitler, l’Italia di Mussolini e la Spagna di Franco, quindi, all’epoca il confronto era fra queste forze. Diciamo pure che la nascita dell’URSS ha fatto si che il sistema capitalista optasse in quella fase storica per i cosiddetti “regimi reazionari di massa” (definizione di Togliatti del fascismo), cioè per le dittature nazifasciste che servivano da “argine” alla potenziale espansione della rivoluzione comunista.
Dopo di che quando parlavo dello schierarsi non mi riferivo tanto agli USA o all’URSS quanto all’allora posizionamento politico complessivo di quei gruppi politici che oggi parlano del superamento delle categorie di destra e di sinistra ma allora, quando quelle categorie erano oggettivamente in essere, erano schierati eccome. E non erano schierati dalla mia stessa parte. Oggi possono parlare di superamento delle suddette categorie proprio perché nell’attuale fase contingente abbiamo già spiegato cosa siano diventate in realtà, ma all’epoca, quando invece rappresentavano due opzioni opposte e alternative, erano schierati, eccome se erano schierati. Ciò significa che la dialettica politica, per quanto non si debba semplificare o ridurre, comporta alla fine sempre una scelta. Per questo, oltre alla distanza sul merito delle cose, non mi fido di quella gente. Oggi può accadere che una persona non particolarmente avveduta politicamente, potrebbe confondersi leggendo un documento politico di estrema destra e scambiarlo per un documento di estrema sinistra. Al di là del tatticismo, anche linguistico, la cosa non è casuale, perché è una precisa scelta da parte di quelle forze politiche che sono consapevoli che alla fine della fiera il loro ruolo nella storia, al di là delle chiacchiere ideologiche, è sempre stato quello di bracci armati dei gruppi dominanti, e allora tentano di ricostruirsi un’altra immagine. Lo sanno anche loro, non sono mica idioti, che alla fin fine, in qualsiasi contesto la loro funzione è sempre stata la stessa, quella cioè di essere cani da guardia a cui si scioglie la catena. E non è belo sentirsi così, neanche per dei fascisti. Questo problema lo hanno sempre avuto solo che adesso, avendo anch’essi perso in gran parte il loro ruolo (dal momento che non ci sono più comunismi e comunisti da combattere), cercando di costruirsene un altro.
Ma questo non cambia la sostanza di ciò che sono, ideologicamente e politicamente. Poi, ovviamente, questa è la mia opinione, ciascuno ha la sua ed è giusto che la porti avanti al meglio.
Io coi fascisti post, ex o ante non ci vado. Ho mollato la “sinistra” politicamente corretta senza se e senza ma, figuriamoci se mi metto con i fascisti, sia pur riveduti, corretti, rivisitati, camuffati ecc. …
Ciò detto sono invece d’accordo quando dici:” Per finire, non dico affatto che ogni dialettica deve essere superata, ma ridefinita su discrimini in parte inediti in parte da riconsiderare rispetto a quello classici che hanno storicamente definito ciò che era di dx e ciò che era di sx. “.
Questo è un lavoro inevitabile da fare vista la fine che hanno fatto sia la destra che la sinistra.
Sono però altrettanto convinto che nel momento in cui quella dialettica si chiarificasse, mi troverei comunque dalla parte opposta sicuramente della stragrande maggioranza di quegli uomini di destra che oggi sostengono di essere andati oltre la destra e la sinistra. Sono forse andati oltre la sinistra, anche perchè non allo stato non c’è più, ma dubito che siano andati oltre la destra. Perché per andare oltre la destra dovrebbero rinunciare ai capisaldi del loro pensiero: concezione verticale, verticistica e ultra gerarchica delle relazioni umane e sociali, rifiuto sostanziale dei concetti di democrazia e di eguaglianza, “identitarismo” esclusivista se non sulla base del sangue comunque sulla base dell’appartenenza etnica-culturale (che se siamo intellettualmente onesti, è una forma di razzismo sia pur camuffato…), rifiuto di ogni forma di universalismo, comunitarismo non democratico e gerarchico, disconoscenza della dialettica sociale in favore di una miscela di collaborazionismo sociale, statalismo (da non confondere affatto con la nazionalizzazione dei mezzi di produzione), individualismo (non liberale ma appunto “fascista”).
In conclusione, caro Armando, io resto antifascista. E non penso (e su questo punto anche Preve sbagliava e scriverò presto un articolo sul tema) che il fascismo sia morto e sepolto. Lo dimostrano peraltro gli eventi ucraini e greci (e anche francesi). Naturalmente quando parlo di fascismo non mi riferisco a quello del ventennio mussoliniano, quello è certamente morto e sepolto. Ma sarebbe un grave errore pensare che il fascismo, se vuoi anche metastoricamente e meta politicamente, sia morto. Il fatto che oggi il sistema capitalistico abbia ben altri e ben più sofisticati strumenti di dominio, non comporta che il ricorso a forze fasciste non possa rendersi necessario. E infatti, come già ricordavo, proprio le vicende del’Ucraina stanno lì a dimostrare che la mia analisi è corretta. Ancora una volta i fascisti recitano il copione di sempre, quello che da sempre sono chiamati a recitare. Ed è quello che sanno fare meglio…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Rita,
Si, affronteremo anche il team dell’emergenza stupri di gruppo in India.
fabriziaccio(Quota) (Replica)
Non ragionerei in termini di emergenza circa gli stupri di gruppo in India (preciso che non ho seguito lo scambio di post in merito e mi riferisco solo alle due righe di fabriziaccio) perché è il modo in cui il mainstream del pestaggio morale antimaschile prende forma. E la forma si sa è sostanza ovvero il contenuto è automaticamente assegnato al senso che la forma assume.
Inoltre di crimini sotto il cielo ce n’è di tutti i tipi e quantità e il termine emergenza attribuisce ad essi una gerarchia che non hanno, a parte quelli che sono volutamente taciuti. I crimini taciuti sono infatti davvero un emergenza perché sono quelli che ai potenti non interessano e interessa invece che siano taciuti perché sono davvero “utilissimi” crimini di massa,
E allora pur ritenendo dovere e dovere ineludibile, anzi tratto essenziale della maschilità, l’aiuto e il sostegno a femmine e bambini, e pertanto giusto parlare anche di questi crimini che si compiono in India, credo che il parlarne comunque doveroso non abbia in primis ad assumere come si è detto la forma del pestaggio morale antimaschile, in secondo luogo sia da valutare bene il rapporto che hanno con i crimini taciuti, le vere emergenze: in India il fenomeno delle donne utero in affitto, una condizione di schiavizzazione totale da parte delle “liberate” occidentali con altissimi decessi, il “diritto” tutto e solo femminile ad abortire che ha introdotto la pratica dell’aborto delle femmine, la malnutrizione in India per milioni di esseri umani, e la discriminazione dovute alle caste., tanto per tirar fuori alcuni fra gli innumerevoli crimini taciuti. Da noi la denuncia di crimini taciuti si può solo dire che è il nostro quotidiano solitario sforzo che tra l’altro dimentica ( ahinoi!) lo stupro psicologico di migliaia di minori maschi che finiscono nel letto con la madre a costruire una relazione impropria in cui l’adulto femmina promuove nel ruolo di maschio consolatore di rapporti di coppia finiti male il figlio minore con conseguenze per lui devastanti. Naturalmente tacere su questo “amore” fa comodo a tutti ed è un tabù parlarne.
Un ultima nota, buttare fra le gambe agli unici maschi indiani che hanno raggiunto la consapevolezza del colossale inganno che la cultura occidentale sta operando contro maschi e femmine, pratiche tribali e selvagge di non so quale etnia o tribù o setta emersa dalle profondità del tempo alla luce di interessati riflettori a casa mia si chiama ” scherzo da preti” .
cesare(Quota) (Replica)
Aggiungo che a ben vedere le migliaia di donne indiane e non solo costrette dalla fame a farsi inseminare o ingravidare con ovuli altrui, in cliniche a costi e garanzie sanitarie bassissime, con terapie ormonali violente al fine che la gravidanza conto terzi abbia inizio per poi essere obbligate a tenersi in pancia un figlio che sarà loro sottratto perché di altri, e sovente incorrere nell’ ” incidente” handicappante e spesso mortale, sono o no donne che subiscono pratiche che per invasività e violenza di ogni tipo e danni recati e rischi corsi, vanno perfino oltre lo stupro? Qualcuno dice qualcosa? Le ” Se non ora, quando mi viene da ridere?” et similia hanno mai alzato un ditino ammonitore degli innumerevoli che hanno alzato a protestare su tutto? Si è forse scatenata una campagna contro il genere femminile che riduce in schiavitù e stupra migliaia e migliaia di donne povere? Una colossale violenza di massa trasformata in normalissima pratica esemplarmente praticata e promossa dalle star miliardarie del jetset internazionale o delle elites di ogni tipo e colore, a tempo perso frignone impannucciate nei panni delle ” povere donne”.
La categoria delle “povere donne” fratelli miei non guarda in faccia nessuno men che meno guarda in viso le donne povere che pro domo loro di fatto stuprano. Sai la sorellanza dove va a finire quando non conviene! Per non parlare della coerenza altrimenti si può morire dal ridere.
Vedete come siamo in Occidente? Quale la cifra della nostra civiltà? Se ci conviene diventa legale persino lo stupro non di gruppo ma di massa purchè sia a pagamento (di chi lo organizza naturalmente che alle stuorate vengono le briciole) e di donne di paesi poverissimi. costrette a questo tipo di pratiche schiavistiche violente. E chi commissiona questo orrore? Chi lo ha fatto diventare normalissima pratica a supporto della liberazione della donna, naturalmente quella occidentale, da casini biologici o di carriera o estetici? Domanda retorica naturalmente.
Questa è la emergenza, il crimine di massa taciuto perché interessa le donne potenti, questa è la vera emergenza. E non parlo per carità di genere della eliminazione dei concepiti femmina eliminate in primis dalle madri.
cesare(Quota) (Replica)
India, violenza dei mariti per dote matrimoniale. La Corte suprema boccia l’arresto
Secondo le statistiche ufficiali, nel 2013 in India le denunce di maltrattamenti per la dote sono stati più di 170mila, ma con un tasso di colpevolezza intorno al 15 per cento: significa che in quasi nove casi su dieci l’accusato, secondo il sistema legale indiano, non aveva commesso il crimine.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.youtube.com/watch?v=LNUVTh05SbI
http://it.avoiceformen.com/diritti-umani/discriminazioni-contro-gli-uomini-in-india/
romano(Quota) (Replica)
Circola questo video su facebook.. Luigi aiuto! spero di riuscire a farlo visualizzare perché non so trovarlo su youtube , questo è il link per l’ “incorporazione” spero si veda. “Tutte le religioni proteggono le donne, proteggere le donne è una religione”
Rita(Quota) (Replica)
http://indiatoday.intoday.in/story/delhi-commission-for-women-concerned-with-rise-of-false-rape-charges/1/394316.html
Frivolous rape cases are on the rise in the Capital, if the Rape Crisis Cell of the Delhi Commission for Women (DCW) is to be believed. According the data, 1,466 of the 2,753 rape cases registered with the women’s panel between April 2013 and July 2014 were found to be false. Chairperson of the Delhi Commission for Women Barkha Singh said such “frivolous” complaints were worrisome. “We examine these cases very carefully.
Some women are using this as a tool to extort vulnerable men,” she said, adding that some women were taking it as ‘business’. Of the total cases registered, only 1,287 cases have been proven to be correct. As per the data, there has been a considerable rise in the registration of rape cases in the last seven months.
According to the data retrieved during the period June 2013-December 2013, as many as 525 false rape cases were registered with the women’s panel. The number went up to 900 between January and July this year. The kind of cases that generally turn out to be false are mostly filed by live-in partners, people who want to settle personal scores matters, those who want to implicate their in-laws in cases.
“In many cases, the complainant turns hostile, and revenge or extortion of money emerges to be the most common reason for filing a false complaint,” Sudha Tokas, DCW member and member in-charge Rape Crisis Cell told MAIL TODAY.
“A few months ago, a woman tenant had come to file a case of sexual assault against her landlord. While we recorded her statement and asked her about the expectation out of the case, she demanded Rs.32 lakh. She also refused to get her medical examination done and was reluctant to go to court when offered legal help. Over a period of cross questioning, it turned out to be a false case,” said Tokas.
Another case of false rape charges were pressed against a top hospital official by one of the women staffers. During the course of investigation, it has been revealed that she wanted to get her duty shift changed to to day time. She, according to women’s panel sources, admitted that she implicated the hospital official in the case.
To find out the probity of such cases, the rape crisis cell along the counsellors carried out a thorough investigation into the allegation. “These cases are extremely sensitive, so we work hard to ensure that acquittal does not happen easily. Speedy justice is given to the victim. We also help the victim collect evidence and give financial assistance for medical checkup,” Tokas said.
She said the complainant’s cross-examination often reveals the probity of such cases. The commission has the powers to penalise anyone or reprimand the person who registers false cases. The complainants are warned against pressing false charges.
Rita(Quota) (Replica)
Da qualche giorno sta girando la notizia delle 2 sorelle indiane condannate ad essere stuprate in quanto un loro fratello è fuggito con una donna sposata di una casta superiore: http://www.lastampa.it/2015/08/29/esteri/il-fratello-scappa-con-una-donna-sposata-due-sorelle-indiane-condannate-a-essere-violentate-GajmiN7eVt822tfRk9qpwK/pagina.html
Ebbene, si tratta dell’ennesima bufala femminista/neocolonialista/razzista/antimaschile: http://www.breitbart.com/national-security/2015/09/01/bbc-india-rape-sentence-story-championed-by-amnesty-international-false/
romano(Quota) (Replica)
romano,
.
Grazie della segnalazione. La faccio girare su FB.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)