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E’ una singolarità del nostro tempo il fatto che un libro scritto contro gli uomini (come vedremo) possa portare il titolo “Contro le donne” (Paolo Ercolani, Marsilio Ed., Venezia 2016, € 17,50).
In esso l’autore ripercorre la storia del pensiero misogino quale si manifestò negli scritti di un buon numero di filosofi, teologi,drammaturghi, letterati, psicologi e poeti dall’età classica sin quasi ai giorni nostri. In questa carrellata – oltre ai misogini DOCG – non mancano piccole o grandi sorprese sparse qua e là lungo i secoli, essendo la malattia rinvenibile, senza difficoltà, anche negli scritti di pensatori per altri versi innovatori, anticonformisti, moderni, persino rivoluzionari. Da Platone ad Agostino, da Marsilio a Lutero, da Mill a Tocqueville, da Darwin a Proudhon e via elencando. Rari nantes? Qualche classico dell’antichità, poi Marx, Engels, Emerson e qualche illuminista.
Una ricognizione di tante voci e delle molteplici forme nelle quali ha trovato espressione lungo i millenni il sentimento di avversione, disprezzo, sconsiderazione della donna e del suo universo. Odio del tutto particolare che porta il nome di misoginia, eruttato senza pudore a infangare, degradare e umiliare praticamente ogni aspetto della femminilità, della quale sono state serenamente e impunemente oltraggiate non solo le virtù, le qualità e i doni, ma persino i limiti e i difetti. Delle prime e dei secondi, non solo quelli inesistenti (immaginari e immaginati) ma persino quelli reali e innegabili (giacché anche le donne hanno qualche difetto). Il tutto in verità senza troppa fantasia, giacché tanto le formule infamanti quanto le loro motivazioni, si ripetono con pesante monotonia (trascurando le sfumature) nel corso dei millenni. Un’infamia, per giunta ripetitiva e stucchevole. Anche questo è un legato lasciatoci da alcuni tra quelli che, per altri versi e sotto altri rispetti, consideriamo grandi e persino eccelsi pensatori.
Dall’alto in basso o viceversa?
E’ doveroso chiedersi se il pensiero di quei filosofi fosse farina del loro sacco o non invece manifestazione apicale di sentimenti e pensieri diffusi nella massa. Sono stati essi cattivi maestri del popolo o semplici megafoni del volgo? Il liquame percolava dall’alto o risaliva dai bassifondi? Ercolani propende per la prima ipotesi, ma al tempo stesso non manca di ventilare la seconda. Si tratta di una questione epistemologicamente intrigante e mai risolta, che qui non si può affrontare. Quel che ricaverei da tanto odiosa insulsaggine dei celebrati grandi è che di essi abbiamo una considerazione eccessiva. Conformismo: peccato imbarazzante per ogni pensatore..
Sin qui abbiamo inseguito l’autore, aderendo alla sua tesi, sulla base però di vari assunti impliciti che è necessario passare al setaccio.
Misoginia parlata
Il primo è che quelle opinioni fossero direttamente correlate al comportamento personale degli interessati, che vi fosse corrispondenza biunivoca tra le parole e i fatti nella vita dei citati misogini. Che il misogino Agostino, quasi idolatra di sua madre Monica (poi santa) viceversa la odiasse. Che Nietzsche, avendoci elargito il consiglio della frusta, ne portasse una con sé, putacaso s’imbattesse in uno di quegli esseri inferiori. Parimenti, passando al popolo minuto (giacché come scriveva il precitato c’è plebe anche in basso) dalle invettive antifemminili eruttate al bar da Ennio Bristot, si debba dedurre che spadroneggi in casa da padre padrone, che usi insultare e bastonare moglie e figlie, scialacquare il reddito in fumo, alcool e prostitute e via dicendo. Mentre invece per le tre insultate ha fatto il fattibile e sacrificato il sacrificabile, sopportando con superiore nonchalance i fulmini della sua Santippe, lasciando che le figlie si vestissero (e svestissero) a piacimento, frequentassero chi pareva loro, mandandole a studiare dove e quel che esse decisero e via elencando. Bella coerenza!
Spiacente, sig. Bristot, la sua istanza di iscrizione al Registro Mondiale dei Misogini è respinta senza appello. Irricevibile. Quattro insulti al bar contro le femmine (per quanto reiterati) dovrebbero bastare per accreditarsi presso il nostro blasonato e nobile sodalizio quando l’intera sua vita è un tradimento della misoginia? Noi vogliamo i fatti: comportamenti conseguenti e coerenti, che diamine! E quel che vale per lei vale per quella sessantina di intellettuali di ogni epoca rievocati dal nostro, cui invece bastano poche sentenze spruzzate sulle loro opere per onorarli di cotanto titolo. Troppo comodo predicar bene razzolando male.
La coerenza del dire con il fare di quei filosofi è dunque tutta da dimostrare. La loro misoginia reale sembrerebbe quasi certa, se non avessimo sotto gli occhi troppi clamorosi esempi di smaccata incoerenza. E’ facile essere misogini a chiacchiere.
I filogini dove sono?
Un secondo assunto che si dà per scontato è l’idea che l’elenco dei misogini fornitoci da Ercolani sia rappresentativo della quasi totalità dei pensatori da Omero in poi. Una generalizzazione che viene spontanea. Certo, ai sessanta citati dal nostro (il cui elenco non sembra avere pretese di completezza ma di sola esemplificazione), se ne potranno aggiungere altre centinaia, forse migliaia. Ma sono esistiti anche i filogini, su questo non ci sono dubbi (qualche nome sparso viene indicato dallo stesso autore). Perché negare che anche di questi se ne possano rinvenire centinaia? E dove sono poi i diecimila che delle donne non hanno parlato né bene né male? Dove sono? Chi ne ha mai stilato l’elenco? Perché ad essi non si fa cenno? Se dimentichiamo quelli e questi, attribuiamo a tutti l’opinione di una minoranza. Una preselezione altamente sospetta.
Non potendo negare che i filogini siano esistiti non resta che liquidarli come tessitori della “mistica del femminile” un racconto ingannevole, mistificatore, creato ad arte per trasfigurare la realtà della loro schiavitù agli occhi delle stesse donne, come indica Ercolani con riferimento al Condorcet. Una bevanda inebriante. Ben peggio di un paternalistico sminuente riconoscimento: una perfida manipolazione.
E i diecimila che nulla dissero delle donne? Restando innominati dobbiamo necessariamente associarli ai misogini, vuoi perché col solo tacere hanno escluso, negato e forcluso l’esistenza del femminile, vuoi perché (lo si sa a priori) dando di gomito, avrebbero semplicemente lasciato parlare altri al posto loro. Chi tace acconsente: misogini silenti. Che pensarne altrimenti?
Dalle parole di una minoranza (quanto grande o piccola non possiamo sapere) di misogini si procede alla misoginizzazione multimillenaria di centomila intellettuali e con essi della cultura dell’intero occidente e infine del mondo intero.
Ciò che vale per le opinioni dei singoli vale per i miti, le epopee, l’epica, i racconti popolari, le fiabe, le opere teatrali, le cosmogonie, le teogonie, le teologie, i sistemi simbolici (atei o religiosi) in generale e nel particolare, gli ordinamenti, le leggi (scritte e non), le consuetudini, i costumi, le istituzioni e le costituzioni, i codici, i riti, il folklore e così via. Se ne coglie una parte (quella misogina, anche solo in apparenza) e si trascura il resto, ovvero lo si ricorda – erraticamente secondo utilità – ma unicamente per rovesciarne il senso. La relativa lista, elaborata dalle femministe di tutti i tempi e decostruita dal movimento maschile, è sterminata, come ben sappiamo. Nel lavoro di Ercolani se ne trovano vari esempi, nessuno dei quali, absit iniuria verbis, è originale, presentati in forma persuasiva e perciò senza necessità di sistematicità e di completezza.
Misoginia fattuale: lo stupro universale.
Sin qui ci siamo occupati della misoginia verbale. Quanto a quella reale, relativa cioè ai fatti, alla condizione oggettiva, visibile, calcolabile, misurabile, socioeconomico-materiale del sesso femminile, il discorso è breve. Ercolani assume integralmente il racconto femminista della storia, senza sbavature: la storia è il racconto di oltraggi, usurpazioni, prevaricazioni, sfruttamento, ladrocinio planetari operati dagli uomini. Storia del crimine maschile. Lo stupro universale.
Perciò, ogni critica che si applichi al suo lavoro coincide con quelle rivolte alla narrazione femminista. Smantellamento che abbiamo operato, in Italia e all’estero, con migliaia di pagine, cartacee e virtuali.
Qui mi limiterò a evidenziare alcune falle grossolane, davvero ormai inconcepibili in un dotto e dunque inammissibili.
Capitomboli
Tra i luoghi canonici della Herstory antimaschile ve ne sono non pochi che sempre ritornano. Da alcuni di questi Ercolani si è tenuto prudentemente lontano (ad es. non ha parlato delle bufale sull’origine dell’8 Marzo e del c.d. “femminicidio” come prima causa di morte. Ma ha poi tralasciato anche le verità del Sati indiano, del Vlad arabo, del Guojiao cinese ecc.) mentre in altri è precipitato con capitomboli imbarazzanti.
Vere ghiottonerie, per gente impietosa come noi.
Bugie confutate
1- Cita i dati secondo cui le donne guadagnerebbero dal 20 al 30% in meno degli uomini, (p. 183). Luogo comune della narrazione femminista. Il divario (a parità di lavoro, condizione che Ercolani non riporta) è del 2% secondo la ricerca di Simona Cuomo, Università Bocconi (Bocconi & Hay-group, maggio 2009 – Corriere del 19/6/09). Non ne avevamo bisogno. Nel settore pubblico non vi è mai stata differenza. Nel privato non vi sarebbe motivo di assumere un uomo ove si potesse, per lo stesso lavoro, pagare di meno una donna. Bugia che sarebbe falsa persino se fosse vera. Per chiarire questo concetto e farla breve, suggerisco la lettura in rete di “Giustizia extraterrestre”.
2- Fino al 1993, anzi fino al 1995 i governi faticarono a riconoscere le donne come esseri umani (p. 245). Se ne ricava che maschi di ogni epoca non hanno considerato umane la madre, la moglie, le figlie. Per la salute e vita delle quali, in ogni tempo, hanno inventato, lavorato, rischiato e subito mutilazioni e morte. A tutela delle quali hanno previsto pene durissime dai tempi di Hammurabi. Alle quali hanno riservato posti in Cielo accanto ai santi (sugli stessi gradoni, a parte una, che sta più in alto di tutti). In onore delle quali hanno poetato, recitato, suonato. E via elencando. Avete mai saputo di un nazista che celebrasse gli ebrei? Cantavano dunque i nostri padri e innalzavano al Paradiso e celebravano delle entità subumane?
Bugie inconfutabili
1- Gli uomini pensano al sesso ogni 52 secondi (dai 20 ai 30 anni) (p. 241). Questo “dato” non può essere emerso da alcuna ricerca né scientifica, né parascientifica. Dalle facoltà paranormali del rancore femminista, questo sì. Una bella palata di letame sugli uomini. Provate a smentirla.
2- Fin da bambine hanno imparato che i maschi potevano abusare di loro come facevano con gli animali (p. 257). Il solo significato possibile di tale affermazione è che la zoofilia e lo stupro delle figlie fossero la regola. Pratica quotidiana della grande maggioranza dei padri. Dei nostri ascendenti maschi. Provate a smentire questa infamante, oltraggiosa affermazione..
Verità parziali
1-Cita il ritardo femminile nel diritto di voto (p. 133 e altrove). Inoppugnabile verità. Dimentica di ricordare che esso, per gli uomini, era fondato sui doveri, primo dei quali fare il soldato. Obbligo che le donne non hanno mai avuto ma che hanno rivendicato ed ottenuto come un diritto. Gli uomini invece prima si riservarono il “diritto” di morire, poi – millenni dopo – il voto. Le donne rivendicarono ed ottennero il diritto di votare, prima …il dovere di morire in divisa, mai.
2- L’adultera rischiava il carcere … l’adultero sanzioni economiche (p. 232). Ricorda il Codice utile (napoleonico) e ignora quello dannoso (il nostro Rocco, ancorché fascista…). Del quale si usa da 50 anni il comma utile e si dimentica quello dannoso. In Italia l’adultera rischiava il carcere, è vero (comma 1) e chi ci andava insieme …pure (comma 2, che nessuno conosce) ed anzi lo rischiava anche se era celibe. La nubile con un maritato non rischiava nulla: non era punita. Il single con una sposata, sì.
3- Fino al 1996 lo stupro era un reato contro la morale non contro la persona (p.182 ). Vero. Così si lascia credere che fosse punito blandamente (mentre si andava dai 3 ai 10 anni). Dimentica poi che non erano reati “contro la persona” nemmeno l’aborto, l’evirazione, il contagio sessuale, la sottrazione di minori (anche se maschi…). Non lo era l’adulterio, né l’incesto, né i maltrattamenti in famiglia o a danno di qualsiasi minore, il che non impediva che le pene andassero (in quest’ultimo caso, mutilazioni permanenti) dai 4 ai 15 anni . (ex. C.P. Titoli IX, X, XI). Dimentica di segnalare come mai tutti questi reati non fossero qualificati “contro la persona” ma contro la “morale”, la “stirpe”, la “famiglia”. Si chiamava Fascismo. .
4- La condizione dell’uomo è infinitamente preferibile … in quanto può proiettarsi nel mondo incamerando successi e realizzazioni. (p. 205 citando la de Beauvoir). E’ vero. L’uomo può ottenere grandi successi. E i fallimenti dove sono? Si vede chi raggiunge il porto, gli affondati non si vedono. Si vedono i pochi vincitori, la moltitudine dei perdenti è invisibile. Si vede la carriera del manager, del divo, del premio Nobel. Quella dei manovali, dei camionisti, dei pescatori, dei muratori, minatori, dei facchini, dei contadini, dei disoccupati, dei mutilati e morti sul lavoro è meglio non vederla..
5- Streghe. Questo tema non poteva mancare (p. 116). Il range del numero delle bruciate non viene precisato (eccolo: si va da 60.000 a 3.000.0000) ma afferma che erano femmine. Falso. Erano femmine in grande maggioranza ma il 20-25% erano maschi. Non cambia molto, ma fa sorgere dei dubbi, perché la completezza dell’informazione metterebbe in crisi l’assunto implicito. Perciò meglio glissare.
Altre amnesie
1- [Solo] a partire dagli ultimi 25 anni del ‘900 …vennero considerate pari agli uomini… detentrici del diritto esclusivo sul proprio corpo e sulla propria vita (pp. 233 e 245). Dove sono i simmetrici diritti maschili? Un uomo associato ad una donna ha l’obbligo di mantenerla sine die, lavorando con la mente …e con il corpo, anche se vi fu solo convivenza (gli uomini questo diabolico particolare nemmeno lo sospettano). La paternità può essere estorta con l’inganno e la frode e imposta in ogni modo ed in ogni tempo. Di quali diritti maschili parliamo? Ercolani cita Condorcet per indicare la condizione delle donne. “L’abitudine può familiarizzare le persone con la violazione dei loro diritti al punto che, tra quelli che li hanno perduti, nessuno si sogna di reclamarli, né ritiene di aver subito un’ingiustizia” (p. 201). Grazie. Gli uomini infatti non sanno nemmeno di poter avere quei diritti. I diritti riproduttivi, gli uomini non li hanno persi, semplicemente non li hanno mai avuti né hanno mai pensato di poterli avere. Si sono limitati a riconoscerli alle donne ed a subirne le scelte irreversibili. Bravi….
2- …quel maschio che inevitabilmente deluderà il suo amore tradendola con altre donne (p. 173). Altre donne, si capisce, le quali a loro volta, nello stesso momento, staranno tradendo qualcun altro. O no?
C’è dell’altro, ovviamente, ma mi fermo qui, perché la demolizione contrappuntistica delle affermazioni dell’autore esigerebbe decine di pagine, ed è un lavoro da noi Risvegliati già svolto altrove in quanto non sono che la riproposizione di quelle della narrazione femminista. E non è neanche vero che le controdeduzioni sopraesposte su ciascuno dei punti elencati siano esaustive. Ma qui bastano e avanzano.
Contro gli uomini
“Contro le donne” è dunque un libro contro gli uomini.
Un lavoro che emerge e si colloca pienamente nell’alveo del femminismo, un altro contributo a quella Herstory che è la storia del male millenario che in infiniti modi i maschi hanno inflitto alle femmine. E’ la storia di un crimine planetario, dunque di una colpa universale, dunque di un debito infinito che deve essere saldato. Chi controlla il passato controlla il futuro, di qui la storia raccontata dalla Vittima salita con questo titolo sul tribunale del bene e del male ad inchiodare il Carnefice.
E’ la grande manipolazione fondata sulla dannazione degli uomini attraverso la male-dizione (locuzione di Cesare Brivio) di tutto ciò che mente maschile abbia ideato, mano maschile toccato, cuore maschile patito e amato.
Dall’ortodossia all’eresia: un cattivista antigender
Sin qui dunque il lavoro di Ercolani non si distingue per nulla dalle migliaia di titoli prodotti dal femminismo, rimane nel mainstream e rema a favor di corrente. Perciò si doveva andar giù pesanti senza concessioni. Dura lex.
Ma quando ormai tutto sembra perduto, il sin qui maltrattato autore ci sorprende e ci spiazza con due impreevdibili colpi d’ala. La sorpresa è grande e benvenuta.
Deragliando senza preavviso e senza scusarsene, assume, ex abrupto, una posizione del tutto estranea alla tradizione del mondo progressista (democratico, socialista, comunista, anarchico, rivoluzionario) dall’Illuminismo ad oggi, quella secondo cui gli esseri umani sono buoni mentre (riandando al paladino di questa menzogna, lo sciagurato Rousseau) sarebbe la società a renderli cattivi. L’autore disconosce quel principio tanto suggestivo quanto falso, quell’ipotesi tanto seduttiva quanto deleteria, eruttata secoli prima da un diabolico adulatore (Pelagio) di coloro che non vogliono distinguere ciò che sarebbe bello fosse da ciò che invece è: gli umani – scimmie nude vestite – non sono buoni.
Ercolani dunque si schiera nettamente contro il pelagianesimus vulgaris, idolatrato totem dell’universo progressista.
C’è da restarne basiti. Perché questa, per un uomo di sinistra è davvero una giocata filosoficamente pesante. Qui, non riuscendo a trattenere un moto di ammirazione, mi lascio andare: chapeau!
Come se ciò non bastasse, nel considerare le posizioni di quelle femministe che, portando a compimento coerente il progetto genderista, ipotizzano e propongono la “scomparsa della donna” (benché l’obiettivo della scomparsa sia ovviamente il nemico: la maschilità ) Ercolani afferma che chi vuole contribuire alla realizzazione delle peculiarità e capacità delle donne: “… non può negare le differenze sessuali, neurologiche, caratteriali e comportamentali che mediamente sussistono tra i due sessi in seguito alla dotazione biologica” (p. 242). Biologia, avete letto bene: natura!
Aperto proclama dell’esistenza di differenze naturali, di vocazioni originariamente diverse, di qualità e potenzialità specifiche (come pure di limiti e difetti, ça va), di due diverse polarità darwinianamente fondate. Questa è musica!
Ercolani dunque ci spiazza, compromettendosi proditoriamente con un’affermazione impegnativa e border line con la quale viene a schierarsi con il fronte minoritario e perdente dell’antigenderismo. Fronte che vede al suo interno forze, movimenti e personalità riconducibili sostanzialmente a posizioni del mondo cattolico e moderato, della destra tradizionalista e di quella estrema.
Ma non trova solo quelli, perché sulla linea antigenderista si collocano pure tutte le articolazioni del movimento maschile, esistite ed esistenti, compreso ovviamente il MUB (Movimento degli Uomini Beta) di Fabrizio Marchi, singoli esponenti e attivisti del Momas (anche quelli, appunto, né cattolici né moderati) e persino alcuni nomi noti dell’intellettualità della sinistra variamente marxista. Da Barcellona a Tronti, da Preve a Fusaro. Ercolani dunque si trova qui in pessima compagnia: la nostra. Frequentazione davvero imbarazzante e tanto a noi gradita quanto per lui pericolosa. Perché il genderismo è la colonna portante del femminismo e non si può andare sino in fondo contro il primo se non si accetta di combattere e liquidare il secondo, passo temerario che neppure i preallegati filosofi marxisti antigenderisti hanno compiuto. Comprensibile, perché qui si periclita davvero.
Infatti, proseguendo su questo binario, rispondendo alla chiamata del Dio dei Reprobi, si troverà la carriera bruciata, patirà l’isolamento intellettuale, vedrà sfilarsi amici e interlocutori, assisterà incredulo e sconsolato allo scrollar di testa dei suoi perduti estimatori.
Ma riemergerà in un altro universo.
Facciamo voti.
24 Commenti
Premetto che non ho letto il libro, quindi le mie considerazioni sono tutte fondate su ciò che scrive Rino, peraltro con la consueta, implacabile, lucidità che fa di lui un profeta del “disincanto”, ma non della “disperazione”. Non si concede alcuna “oasi”, alcun rilassamento psichico o intellettuale. Ma il suo disincanto, ,a sua lucida presa d’atto della realtà non lo porta alla disperazione nichilista. E’ la condizione necessaria, quantunque non anche sufficiente, per futuri cambiamenti, come testimoniano i suoi scritti e, per chi come me lo conosce personalmente, la sua vita
concreta. Ma veniamo al dunque: Rino chiude la sua recensione con una notazione positiva sull’autore del libro in quanto si schiera dalla parte dell’antigenderismo. Benissimo, si tratta di una notizia in sè positiva perchè implica lo smantellamento di tutto un apparato concettuale, antropologico e filosofico, secondo il quale la natura sessuata non esiste oppure è solo un “accidente” anatomico (sul quale però si sarebbe costruita una millenaria oppressione). Mi permetto però un dubbio. Mi pare che l’antigenderismo ercolanico, nel contesto del suo assunto di base, sia un particolare rivelatore del suo vero pensiero , del resto non solo suo ma di tutto il femminismo della differenza.
“Maschi e femmine sono diversi.
I maschi hanno oppresso e dominato ingiustamente le femmine per millenni.
Ergo, i maschi sono ontologicamente ‘cattivi'””
Il sillogismo regge, mi pare. E’ vero che la conclusione potrebbe anche essere rovesciata come un guanto in
“Ergo, le femmine sono ‘inferiori’. Reggerebbe lo stesso, ma naturalmente è impensabile, per noi maschilisti/sessisti, gerarchizzare in tal modo i due (due?) sessi. Ercolani e il femminismo della differenza, invece, proprio questo fanno, anche se fanno finta del contrario. E, attenzione, fa lo stesso anche il femminismo dell’uguaglianza, che per spiegare l’oppressione maschile sulle donne ragiona in termini di differenziale di forza fisica. Ora, io posso mettere la mia forza al servizio di buone o cattive cause. Se la uso per opprimere è evidente che sono “cattivo”, e quindi alla fine tutto torna. Ma torniamo all’Ercolani. Dal ragionamento fatto sopra, se ne deduce che forse l’amico Rino legge con ottimismo l’inaudito rifiuto a considerare gli umani in sè buoni. La domanda sorge infatti spontanea: sono gli umani o gli uomini, a non essere in sè buoni? alle volte, come nella settimana enigmistica, un cambio di vocale fa la differenza sostanziale. Non so. Ripeto che non ho letto il libro e il mio è solo un dubbio, che peraltro, se fosse risolto come dubito debba essere, re-inserirebbe automaticamente l’autore del libro nel suo naturale contesto Manifestante, lo riporterebbe immediatamente nell’alveo del pensiero progressista e di “sinistra” (lascio da parte Marx perchè è autore serio, quantunque non infallibile) evitandogli al contempo inquietanti compagnie e quei guai che Rino preconizza. Quasi quasi lo spero per lui. Sarebbe molto più “rassicurante”. Detto questo, massimo elogio, come premesso, alla spietata lucidità di Rino; nel confutare il confutabile coi dati e non con le chiacchere, nel contestare le affermazioni inconfutabili non perchè vere ma perchè fondare sul nulla, nell’aggredire senza mezzi termini l’assunto del pensiero antimaschile, secondo cui qualsiasi azione degli uomini, per uccidere o per salvare le donne, per sacrificarsi al loro posto o per non farlo, è intrinsecamente antifemminile, fatta solo per fregarle, materialmente o psicologicamente. E lo stesso vale per il pensiero pro-female, somma astuzia maschile per sottrarre alle donne ogni velleità rivendicativa autonoma. Non si scappa. E quì, Ercolani a parte, Rino lambisce o tocca un vero mistero, anzi il vero mistero. Io capisco che quel metodo, diciamo così non troppo logico e intellettualmente onesto di leggere le azioni maschli secondo convenienza, ossia sempre in senso antifemminile, sia usato dalle donne (non tutte, ovviamente). A torto o ragione si sentono in lotta, e la guerra è guerra, non si guarda tanto per il sottile. Ma che quello stesso metodo sia usato dagli uomini (Ercolani non è il primo nè l’ultimo), è davvero difficile da afferrare. Un vero mistero, grande. Spiegabile, forse, solo con l’abitudine ad assumere su di sè ogni responsabilità, e proteggere in tutti i modi la donna, facendone l’icona del bene e del bello. Cosa diffusa anche in pensatori per altro verso rigorosi, puntuali, profondi. Del resto, chi si è da sempre confrontato col male, con la violenza, con la morta data e ricevuta, (e non solo a proprio vantaggio ma a vantaggio di tutta la comunità di cui era difensore) ha bisogno interiore irrefrenabile di pensare ad un’oasi di pace, di bellezza, di tranquilla benevolenza in cui rifugiarsi per non morire dentro. E chi, meglio della donna, poteva servire all’uopo? Ed ecco la sua angelicazione, ecco l’esentarla dal confronto col male, ecco pensarla “innocente”.Ecco l’esenzione dalla guerra, dal male, assunti su di sè come il padre assume su di sè il male contenluto nell’ambiguo rapporto madrei/neonato, per bonificarlo e permettere la continuazione della vita. sochismo maschile. Questa mi appare, allla fine la spiegazione possibile del masochismo psichico maschile. Questi uomini sembra che si sentano in lotta con se stessi, ma quì sta forse un’altra chiave di lettura. Rino parla di incoerenza fra misoginia proclamata e filoginia praticata. Osservazione interessante, senza dubbio. Non conosco Bistrot,ma il raporto di Agostino con la madre è noto. Ed allora, non è che la misoginia parlata all’eccesso nasca dall’aver subito l’invadenza di una figura materno/femminile troppo forte, e dal non essere riusciti a staccarsi dal suo fantasma neanche in età avanzata, e quindi essersi inonsciamente voluti vendicare con le parole? E’ un’ipotesi, ma forse……Certo, a prima vista sembrerebbe che in tal caso la donna/madre non faccia una gran bella figura, ma è facile, ancora una volta, rigettare la responsabiltà sul padre assente. Il che, spesso, è vero, ma in ultima analisi è anche la confessione che senza il maschio/padre, tutto diventa molto, molto, problematico.Ma vai a farlo capire all’Ercolani di turno!
armando(Quota) (Replica)
1- Ho concluso la recensione con un’apertura di credito, una amichevole sfida, attribuendo a Ercolani forse qualcosa di più di quel che è il suo pensiero, andando un po’ oltre, indicando cioè quale è il punto d’arrivo se si è coerenti nel negare la bontà umana(*) e soprattutto (qui è il vero probl) nel combattere il genderismo.
(* questo non significa che gli umani siano solo cattivi, come capziosamente qualcuno potrebbe intendere).
.
2-Misoginia vera, apparente, falsa, parziale, parlata, praticata, individuale, collettiva…etc.
Armando ha visto giusto.
Ecco qui un passaggio che ho tolto dalla versione finale della mia rece.
***************
Non c’è donna al mondo che non abbia confidato ad altre, in famiglia e fuori, le sue lamentele, che non si sia querelata degli uomini, che non abbia canzonato, deriso ed anche dannato tanti aspetti del comportamento maschile e non poche hanno maledetto il giorno in cui si sono associate ad un uomo. Ma questa non è misandria. E’ psicoterapia. Lo stesso vale per le invettive maschili. Perché la convivenza di due specie diverse (sto citando la Lonzi) non può non essere problematica, dolorosa e produrre psicotossine che devono essere liberate. Lo straparlare degli uomini sulle donne non è misoginia. E’ psicoterapia.
**************
MI riferisco qui ovviamente allo straparlare della massa degli uomini sulle donne, non alle affermazioni programmatiche dei veri misogini o ai programmi politici di questo o quel regime o stato…
Rino DV(Quota) (Replica)
Armando, forse la risposta alla domanda sul perché dello “strano” atteggiamento autolesionistico degli uomini “beta” (della chiara maggioranza di loro) è molto più semplice rispetto a quella del rapporto con i genitori nell’infanzia e va ricercata nella potenza mediatica. come diceva Goebbels (che era quello che era, ma di propaganda ne capiva): “ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. semplicemente molti, moltissimi uomini non sono pronti per osservare, per ragionare, per analizzare e quindi, per loro, la verità e quella che viene loro raccontata.
Marco(Quota) (Replica)
Marco,
eh si, forse hai proprio ragione tu-.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Dedicato agli Ercolani e alle ercolane. Oggi è il sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle, quando nella miniera di carbone morirono 262 MASCHI PRIVILEGIATI (di cui 135 italiani), che dell’oppressione delle donne e della misoginia avevano fatto una ragione di vita. Sono abbastanza anziano per ricordarmi l’enorme impressione che mi fece quella tragedia.
Oggi non posso non sottolineare una cosa. Mentre la giornata della donne, il famoso 8 marzo, è stata costruita su un falso storico, in nessuna commemorazione di quell’avvenimento, in nessunn tg o articolo di stampa è stato detto con semplicità e chiarezza la verità: quelle vittime erano tutte e solo maschi. E a nessuno è mai venuto in mente di istituire una “festa dell’uomo”. Non voglio alimentare un’assurda guerra fra i sessi, ma proprio per scongiurarla è obbligatorio partire dalle verità incontrovertibili. Come sul Titanic, come in ogni miniera vecchia o nuova o in ogni fabbriza o cantiere moderno, a morire in stragrandissima maggioranza sono i “privilegiati”. Solo a partire dal dirla, questa verità, e quindi dal riconoscimento del sacrificio maschile a cui anche le donne hanno il DOVERE di rendere omaggio (mi accontento di questo, anche senza ringraziamenti), sarà possibile svelenire il rapporto fra i sessi.
ARMANDO(Quota) (Replica)
L’interpretazione della storia per le femministe ed i femministi è un’arma ormai conosciuta. E’ come l’arma delle sette religiose che interpretano la bibbia a loro piacimento ma non guardano mai il quadro completo. E’ ovvio che il libro del signore in questione avrà successo, e giustamente non gli mancheranno gli applausi, le urla e le strette di mano per l’ “onesto” lavoro svolto e per la sua ricerca “approfondita”.
Il fatto che siamo in minoranza non mi spaventa affatto, anzi.. e nemmeno il tempo. Sono sempre stati i pochi a cambiare il mondo.
Jan Quarius(Quota) (Replica)
Dalle cicciolttelle alle cosce della Boschi.
.
Staino Donna sotto attacco
….
Dal femminicidio alla visione islamica della donna fino agli attacchi sessisti come quelli della destra alla presidente della Camera: tutto questo si trasmette a livello popolare. La figura della donna è senza dubbio sotto attacco.
…
Rino DV(Quota) (Replica)
Non sapevo che la figura degli uomini vivesse un momento florido ….
mauro recher(Quota) (Replica)
Ecco un esempio di essere contro gli uomini
http://www.termolionline.it/217894/contrasto-alla-violenza-di-genere-protocollo-dintesa-siglato-dalla-cisl-poste/
mauro recher(Quota) (Replica)
Rino DV,
***
Non farmi parlare di questi biechi figuri Rino. Di lui e dei suoi degni compari. Novelli Giuda che ci hanno venduti tutti per 30 denari.
Mi querelebbero subito.
Comunque spero sempre che la Storia, prima o poi, assegni loro il posto che gli spetta: le fogne.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Rino DV,
dopo decenni di calunnie contro gli uomini (violenti, vigliacchi, infingardi, bambinoni, scarsamente intelligenti, assetati di potere, erotomani e chi più ne ha più ne metta. Si potrebbe fare una raccolta infinita di articoli che descrivono in modo dispregiativo tutto il mondo maschile), basta una vignetta più o meno felice a far scoppiare un caso. Le donne sotto attacco!!! Diciamo più sinceramente che è vietato culturalmente muovere loro qualsiasi critica, come persone e ancor più come sesso.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Da, Nudi alla meta 1985 Forattini
Nessuno si lamentò per il consueto e dissacrante stile di Forattini, nemmeno Spadolini, notoriamente tratteggiato con un membro microscopico. L’unico che alzò la cornetta per questa vignetta fu Pertini: telefonò a Forattini e lo ringraziò per averlo messo in testa al gruppo.
La classe non è acqua . . .
mauro recher(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2016/08/23/la-teoria-dei-gatti-bianchi/
mauro recher(Quota) (Replica)
Segnalo questo nuovo saggio controcorrente del coraggioso Aldo Cazzullo.
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A chi la Terra? A lei…!
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Le donne erediteranno la terra e finalmente il Bene trionferà.
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Ma io non ci sarò, purtroppo.
Rino DV(Quota) (Replica)
Vedremo Cazzullo prossimo direttore di un’importante rete RAI o di un importante quotidiano nazionale? Certamente dopo questo volume avrà l’endorsement giusto
Cazzullo è un ottimo giornalista ed è interessante ascoltarlo o leggerlo quando tratta alcuni temi, ma si conferma uno dei tanti “infanti” maschi quando affronta tematiche di genere. O forse è sempre e solo opportunismo?
Alessandro(Quota) (Replica)
…
Ci credo poco. Nel senso che in massima parte, secondo me, ci credono davvero.
D’altra parte se questi/queste hanno ucciso il padre chi altro dovrebbero idolatrare?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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Non ci sarò nemmeno io, Rino.
Per fortuna, aggiungo.
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http://www.uomini3000.it/03_caronte.html
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Bastonare il cane che annega
Oggi, in Italia come in tutto l’Occidente, sono proprio gli uomini i più entusiasti sostenitori dell’ascesa delle donne. Basta vedere come moltissimi di loro si entusiasmino di fronte a ogni nuovo record femminile quasi augurandosi un’ipotesi di “sorpasso” da parte delle femmine nei confronti degli uomini per superiorità cerebrale o muscolare.
E’ significativo notare come costoro non facciano il minimo tentativo per affermare in modo positivo l’identità virile, rinunciando a qualsiasi forma di orgoglio di Genere. Addirittura, alcuni di loro hanno sostenuto che l’ingresso nell’esercito delle spocchiose femminucce, capaci, in questa epoca, soltanto di scimmiottare (male) gli uomini, in tutto e per tutto, ha portato …”tenerezza e sentimenti” (sic!) fra i soldati, come se gli uomini ne fossero del tutto privi.
Un atteggiamento non solo irritante e ridicolo, ma anche e soprattutto falso. Perché non vi è alcun dubbio che nel tono trionfale con cui viene commentata l’ascesa femminile ci sia un chiaro accento di falsità. Un atteggiamento che di maschile e di “Verticale” non ha nulla e che ricorda quello che succedeva nei cortei femministi quando gli uomini (?) facevano timidi girotondi plaudenti attorno alle donne che li insultavano, sperando, dopo, di combinarci qualcosa. E le femmine, ovviamente e astutamente, raddoppiavano gli insulti verso questi sostenitori non richiesti della loro causa.
Il motivo per cui il “nuovo sesso forte” si incazzava ancor di più? Semplice. Perché questi “senza palle” puzzavano di menzogna lontano un miglio.
Lo stesso succede oggi nelle “entusiastiche” cronache maschili della disfatta dell’uomo, una maniera “opportunista” per ingraziarsi le femmine. Viene anche il “sospetto”che questi pseudo uomini seguano una realistica raccomandazione di Mao: “Bastonare il cane che annega”.
Ovvero, accelerare una fine guadagnandosi qualche prebenda presso quello che loro immaginano essere il Genere Vincitore. Un genere, quello femminile, che ormai per (quasi…) tutti è il “vero sesso forte” non solo per le ultra presuntuose femminucce, ma anche e soprattutto per la massa di castrati mentali che si “aggira” in Occidente.
Ma su quali dati si basa questa convinzione? Forse perché vivono mediamente 6/7 anni di più? Oppure perché a scuola ottengono risultati (mediamente) migliori? Oh sì, certo, ma è anche vero (visto e considerato che “loro” si “aggrappano” da tutte le parti…) che in alcuni paesi poveri come lo Yemen vivono mediamente 41 anni contro i 45 dei maschi; è sicuro che gli uomini sono fisicamente più forti e che la stragrande maggioranza delle persone “super intelligenti” appartengano al genere maschile…(rapporto di 4 a 1- Studi pubblicati in un recente passato su “Science”).
Sarà perché in mezzo alle gambe hanno un “qualcosa” di straordinariamente potente? Sul fatto che sia potente, non vi è alcun dubbio, ma se non erro, quel “potere” lo avevano anche 2000 anni fa, ai tempi degli antichi (e grandi) Romani.
…e poi,dove sta scritto che quello che abbiamo in mezzo alle gambe noi uomini vale meno della loro fica?
Sarà perché partoriscono? Sì, ma se non ricordo male, senza la collaborazione maschile, ciò non potrebbe mai accadere.
Sarà perché in futuro l’ingegneria genetica e le biotecnologie permetteranno loro di fecondarsi da sole? Ma anche in questo caso dovranno ringraziare gli uomini perché sono loro i Padri dell’ingegneria genetica e delle biotecnologie…
…e dopo cosa faranno? Lesbicheranno fra di loro? Elimineranno definitivamente il contatto con quel “coso brutto sporco cattivo e puzzolente”? Rimarranno da sole sul pianeta?
Insomma, queste presuntuose, cosa cazzo faranno? E già che ci siamo, come mai i due terzi delle persone depresse, i tre quarti di quelle esposte agli attacchi di panico e il 90% di quelli che soffrono di anoressia e di bulimia sono donne? Come mai i centri di cura, malgrado si moltiplichino, hanno enormi liste d’attesa (femminile)?
Non sarà che la loro è semplicemente una “maschera sociale”?
…non sarà che questi dati stanno a significare che tra le appartenenti al genere femminile il disagio mentale è una realtà più che diffusa? E che la “debolezza”, la crisi di “ruolo” non è un fenomeno che tocca solo gli uomini?
Non sarà che prima o poi sentiremo una … Grande Esplosione?
Febbraio 2003
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Sandro Desantis(Quota) (Replica)
E si, concordo con quest’ultimo commento.
Il nuovo sesso forte nelle società occidentali è più forte di come era quello vecchio ai suoi tempi.
Non faccio altro che averne continue conferme.
Anche nei casi migliori, anche con le donne più gentili e disponibili, noto sempre che il rapporto è sempre un rapporto di sudditanza. Questo senza colpa della diretta interessata; è la dinamica del sistema.
Aliquis(Quota) (Replica)
E’ così. D’altronde nella vita non ti regala niente nessuno e quando non fai niente, per ignoranza o viltà od opportunismo poco cambia, per far sentire le tue ragioni e difenderle inevitabilmente precipiti nella scala sociale.
I Cazzullo sono milioni, i Fabrizio Marchi o Rino Della Vecchia si contano sulla punta delle dita. Dall’altra parte le Zanardo o le Boldrini sono milioni, le “critiche” una manciata. Domanda retorica, conoscendo la psicologia umana: chi parla e decide, chi ascolta e annuisce?
Alessandro(Quota) (Replica)
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In Occidente, quello femminile non è il “nuovo sesso forte”, bensì “il nuovo sesso ultra-complessato e ultra-problematico”, il che è ben diverso.
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Questo senza colpa della diretta interessata; è la dinamica del sistema.
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Dissento radicalmente.
Basta con questa storia secondo cui sarebbe solo “colpa del sistema” e le femmine sarebbero solo “delle povere vittime” del suddetto sistema.
No, non è così.
Le femmine alimentano a più non posso tale sistema e sono le principali responsabili di tutto ciò, altro che chiacchiere giustificazioniste.
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PS: Aliquis, il commento al quale fai riferimento era ironico…
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele, bisogna intendersi sul significato di forte. Io l’ho inteso dal punto di vista sociale. Il sesso forte sotto il profilo sociale. Ti faccio un esempio: se io vado in una conferenza e mi metto a criticare l’altro sesso e a celebrare il mio, posso star certo che ne pagherò le conseguenze, se invece mi metto a criticare il mio sesso di appartenenza e a celebrare l’altro posso star certo che non avrò conseguenze negative, ma anzi raccoglierò apprezzamenti e, forse, benefici.
Sulla homepage dell’Interferenza Fabrizio Marchi ha trascritto la frase di Voltaire: per capire chi detiene il potere basta individuare chi non puoi criticare. Ecco io l’ho inteso in questo senso.
Se invece l’essere forte lo intendiamo come qualità interiore, come mi sembra tu l’abbia inteso,allora certamente tutto cambia.
Il sistema poi ti può attribuire più potere per il fatto stesso che tu sia bianco o nero o donna o uomo, a prescindere da quello che tu decidi. Anche se una donna può non esserne consapevole, oggi in Occidente ha mediamente più potere sociale di un uomo, in un certo qual modo lo eredita. Che poi le femministe et similia siano un pilastro dell’odierna società occidentale è indiscutibile.
Tutto questo va contro il mantra che ci viene propinato a tutte le ore del giorno e della notte, e per questo alla maggior parte degli individui appare folle, assurdo, ma la verità spesso non coincide con ciò che i media diffondono, come ben sappiamo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Io sono molto invidioso delle donne.
Una donna anche se meno bella o addirittura priva di personalità può sempre esercitare una libertà sessuale.
Per l’uomo non è lo stesso.
Specie se si tratta di uomini un poco più riservati di carattere e/o meno belli.
Arturo(Quota) (Replica)
che schifo http://lurtodelpensiero.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/12/comunque-puttane/
romano(Quota) (Replica)
romano,
Qui l’articolo-recensione di Fabrizio sul suo libro (richiamato nel post): L’insostenibile strabismo dell’ “intellettuale di sinistra”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)