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Domani è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, e allora alcune considerazioni – fondate su fatti oggettivi – si rendono necessarie. Se potessi eviterei di farlo, lo dico sinceramente, perché è un tema che mi attira solo odio, insulti e pubblica derisione, però è anche vero che molto tempo fa mi appassionai alla filosofia proprio in quanto ricerca del vero e non del falso. E allora mi tocca questo onere, non solo perché la menzogna non l’ho mai sopportata ma perché penso che sia sempre amica di chi detiene il potere e non di chi lo subisce. Veniamo al tema.
In termini “quantitativi” non c’è alcun dubbio che la violenza più grave e diffusa sia quella subita dagli uomini da parte di altri uomini. In Italia, per ogni donna uccisa ci sono mediamente dai due ai tre uomini uccisi, per il 95% circa da altri uomini (dati del Ministero dell’Interno).
In termini invece “qualitativi” la violenza più grave e anch’essa diffusa è quella subita dai minori e dagli anziani, in larga parte agita dalle donne (madri, maestre, insegnanti, badanti, infermiere ecc.), non perché più “cattive” degli uomini, ovviamente, ma perché più di questi ultimi sono a contatto con minori e anziani. Ho scritto “qualitativi” perché i minori e gli anziani sono i soggetti più fragili e indifesi e quindi è ovvio che sotto questo profilo la violenza agita su di essi sia senz’altro la più grave.
Poi abbiamo la violenza subita dalle donne da parte degli uomini. Sono circa un centinaio le donne uccise ogni anno dagli uomini di cui il 60% circa (numeri e percentuali possono variare di alcuni punti, naturalmente) circa in ambito domestico.
Di seguito – le elenco in ordine sparso – abbiamo la violenza subita dalle donne da parte di altre donne (il 20% circa delle donne uccise ogni anno vengono a loro volta uccise da altre donne), quella subita dagli uomini da parte delle donne (fra il 5 e il 7% circa degli omicidi degli uomini sono commessi da donne), e quella – di certo non meno grave delle altre – fra i minori, meglio conosciuta come “bullismo”.
Naturalmente sono perfettamente consapevole di aver fatto una sintesi brutale. E’ ovvio che per ciascuna di queste diverse (ma in larga parte simili) forme di violenza sarebbe necessaria una indagine approfondita e specifica. Possiamo però affermare che, appunto, in termini di “quantità”, il fenomeno più diffuso e grave (lo dicono i numeri) è senz’altro la violenza subita dagli uomini da parte di altri uomini mentre in termini di “qualità” quella più grave è oggettivamente quella subita dai soggetti più fragili, cioè dai bambini e dagli anziani. Un capitolo a parte meriterebbe la violenza fra i minori e gli adolescenti, anche in questo caso agita indistintamente da maschi e da femmine, che procura dei danni devastanti e spesso irreparabili per chi la subisce.
Eppure di tutte queste forme di violenza la sola ad essere considerata come una emergenza (con relativa sovraesposizione mediatica) è quella subita dalle donne da parte degli uomini.
Il che è clamorosamente e palesemente in contraddizione con i dati di cui sopra che chiunque può verificare documentandosi presso il Ministero degli Interni per ciò che concerne, ad esempio, il numero degli omicidi e/o dei cosiddetti “femminicidi” o anche presso l’ISTAT per ciò che concerne invece la violenza domestica. A tal proposito, nel 2006 l’ISTAT ci informava – anche se “fra le righe”, come si suol dire, e senza dargli la risonanza mediatica che viene data nei casi in cui sono le donne a subire violenza dagli uomini – che la maggior parte degli uomini che agiscono in modo violento fra le mura domestiche hanno a loro volta subito violenza in primis dalle rispettive madri nella misura del 42,4% contro il 34,8% subita dai padri (https://www.uominibeta.org/articoli/autogol/).
Ciò detto, in virtù dei summenzionati dati, numeri e percentuali, e in considerazione della loro relativa esposizione mediatica, possiamo trarre alcune conclusioni. Vado a logica:
- La vita degli uomini è evidentemente considerata meno importante di quella donne. Se così non fosse, il fenomeno, largamente preponderante, della violenza fra maschi, oltre ad essere oggetto di attenzione, studio ed analisi, dovrebbe essere considerato come la prima delle emergenze, quanto meno in termini “quantitativi”. Al contrario, è un fenomeno del tutto ignorato (ad esempio nessuno è al corrente che la maggior parte delle persone “acidificate”, in Italia, sono di sesso maschile, fra cui un uomo, Rosario Amiento, deceduto in seguito all’aggressione da parte della moglie), probabilmente dato per scontato, che non solleva alcuna riflessione né tanto meno attenzione mediatica. In virtù di ciò se ne potrebbe dedurre che la vita dei maschi è considerata sacrificabile a differenza di quella delle femmine. Anche i dati sulla mortalità sul lavoro (95% circa maschili) potrebbero confermare questa ipotesi;
- Anche la vita dei minori e degli anziani è altrettanto evidentemente considerata meno importante di quella delle donne. Se così non fosse, il fenomeno della violenza subita dai bambini, dagli adolescenti e dalle persone anziane, ben più grave sul piano “qualitativo” rispetto a quella subita sia dalle donne che dagli uomini, sarebbe oggetto di una attenzione mediatica superiore a quella che ha la violenza subita dalle donne e dagli uomini. Sappiamo tutti che così non è;
- Le ragioni della sovraesposizione mediatica della violenza subita dalle donne da parte degli uomini (anche la violenza subita dalle donne da parte di altre donne non è oggetto di attenzione mediatica) sono, a questo punto, di natura ideologica. E’ lecito a questo punto avanzare l’ipotesi che anche a fronte di migliaia di uomini uccisi ogni anno, l’uccisione, in proporzione, di tre o quattro donne godrebbe forse di un’attenzione mediatica comunque superiore.
- Siamo di fronte ad una manipolazione ideologico-mediatica della realtà finalizzata alla colpevolizzazione del genere maschile, alla de-responsabilizzazione di quello femminile e alla costruzione di un immaginario dove la violenza è agita a senso unico.
Cui prodest? Chi ha interesse a manipolare la realtà e perchè?
Invito a leggere questo articoli e a vedere il video contenuto: https://www.lafionda.com/omicidi-e-femminicidi-facciamo-il-punto/
E questo: http://www.linterferenza.info/?s=Chi+%C3%A8+sordo%2C+orbo+e+tace%2C+campa+cent%27anni+in+pace
Da leggere con attenzione questa indagine svolta da un equipe di esperti sulla violenza subita dagli uomini condotta con gli stessi criteri utilizzati dall’ISTAT per monitorare la violenza sulle donne:https://www.uominibeta.org/articoli/prima-indagine-sulla-violenza-delle-donne-sugli-uomini-in-italia/
1 Commento
Sul tema violenze sulle donne e femminicidi, anni fa lessi un post del blogger Uriel Fanelli, che evidenziava un dato basato sulla sua esperienza di vita e che non ho potuto che far mio, in quanto alimentato anche da quella che è stata la mia di esperienza: sintetizzando, l’uomo violento alle donne piace. “Mi fa sentire sicura”, oppure “quando sto con lui mi sento protetta” ed è da quando sono piccolo che noto anche io come i bulli, i prepotenti ignoranti, i coatti o comunque i più riottosi siano stati sin dalle scuole i ragazzi più gettonati, quelli davanti i quali le ragazze divenivano veri e propri rubinetti.
E se volessimo mettere in altre parole la frase “Mi fa sentire protetta”, potremmo articolarla più o meno dicendo “mi piace che il mio ragazzo sia violento con tutti tranne che con me”, perché il punto è quello: prendete ad esempio quei trogloditi fascisti che hanno massacrato quel povero ragazzetto a Colleferro, quel “buono”: non solo erano tutti fidanzati, ma avevano appena avuto dei rapporti sessuali con delle ragazze in un cimitero. E con tutto il rispetto per le piccole realtà, parliamo di Colleferro, un paese dove poi si è scoperto che TUTTI conoscevano l’inclinazione violenta e criminale di questi tizi.
E non temo smentite se dico che erano a tutti gli effetti pieni di donne, quelle stesse donne che non potevano certo non sapere che tipi fossero. Plateale è l’esempio della ragazza di uno di loro, tra l’altro nelle fila di Forza Italia (non me ne vorranno gli autori di questo blog, se dico che la m***a sta sempre a destra), che ha prontamente eliminato le prove della sua relazione con questo tizio per non rischiare un danno di immagine.
Tutte le donne amano l’uomo violento? Assolutamente no, ci mancherebbe. Tuttavia la mia esperienza di vita ha fatto in modo che vedessi con i miei stessi occhi ragazze “per bene” sbavare dietro a tizi notoriamente violenti, prepotenti, rudi e bifolchi.
E per la legge dei grandi numeri, se questo criterio di scelta davvero esiste, è così strano che questa violenza dopo un tot di anni di convivenza, con tutti i problemi della vita, venga sfogata contro la moglie?
E così difficile intuire che se ci si accasa con uno abituato a risolvere le cose con le mani, presto o tardi finiranno anche le loro compagne per essere viste come un sacco da boxe?
N.B.: qualora non fosse ritenuto consono citare altri siti nei commenti, mi scuso preventivamente con gli autori di questo sito.
Uno qualunque(Quota) (Replica)