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Percorro in bicicletta una via di Bologna sotto un portico, e scorgo una silhouette femminile strepitosa. Come mi avvicino, realizzo ancor di più la bellezza di quelle forme, una vera grazia. Se ne sta in attesa da sola, avrà una trentina d’anni, io le sfilo di fianco e ammiro. Dentro un maschio sessualmente sano, e sano di mente, in quei momenti accadono due penosissime cose: prima cosa, ti dici “ma perché non posso semplicemente premere un bottone e ritrovarmi abbracciato a quella meraviglia ora, subito, baciarla e fare l’amore, Dio mio!”, e te la prendi un po’ con la crudeltà della natura che ci ha fatti così maledettamente innamorati delle donne, del loro odore, di come sanno toccarti, quando poi quell’oggetto/soggetto di desiderio è così difficile da raggiungere pur essendo così frequente da incontrare. Un po’ come fossimo tutti, noi maschi, appassionati di sonate romantiche, e a ogni angolo di strada udissimo le note di un notturno di Chopin, per poi dover accelerare via e perderci subito nell’ignobile fracasso del traffico. Un tormento. La seconda cosa che capita è ancor peggiore: veniamo assaliti dal dubbio se tornare indietro e ‘provarci’ o meno. Perché in fondo al nostro cervello parte un nastro odioso che recita “ogni lasciata è persa… se non provi non saprai mai… magari nasce una gran storia, e ricorderete quella volta che tu l’hai abbordata e lei sorridendo ammetterà ‘… grazie a Dio tornasti indietro quel giorno, se no non saremmo qui’…”. Il dubbio… quel maledetto dubbio: “Cosa faccio? Proseguo o ci provo? Nooo, dai per favore, non ne ho voglia, poi tanto non funziona, no! zero, basta… Però… e se?”. La posta in palio è alta, credetemi, specialmente se almeno una volta nella vita ti è accaduto esattamente quello che recita il sopraccitato nastro, e a me è accaduto eccome, con conseguenze indimenticabili… e se? Sono minuti spiacevoli, già una certa emozione serpeggia nelle vene, che diventa poi una sfida con se stessi.
Mi fermo e mi giro. E’ sempre là, sempre quelle linee strepitose che sembrano galleggiare, non sostare. Cosa fai Barnard? Risposta: provarci no, ma dirle che mi ha donato minuti di ricchezza estetica sì, è troppo bella, le farò tutti i miei più sinceri complimenti. E poi uno che ha scritto ‘Sono andato a puttane’ deve verificare una certa cosa, ancora una volta, dunque la sfida è doppia. Torno sui miei passi, sono da lei in un battibaleno, mi fermo con un sorriso e mi aggancio ai suoi occhi, lei ai miei, le dico “sono tornato da te per dirti quanto apprezzo la tua bellezza, solo questo”.
Vedete donne, a quel punto il tempo si ferma, lo spazio svanisce, ogni cosa da lì in poi è come se fosse vissuta da noi uomini dilatata di mille unità, e noi registriamo nella coscienza ogni fotogramma a seguire, che va a stamparsi su una pellicola sensibilissima con un’esposizione altissima. Siamo esposti, nudi, vulnerabili e reattivi come le rane di Galvani, siamo senza pelle e coi nervi all’aria. Preghiamo solo che il vostro specillo non ci tocchi là dove il dolore sarebbe fulmineo.
La donna sotto al portico aspetta la fine delle mie parole, si gira sui tacchi e muove un passo via da me, muta, neppure uno sguardo. Penso “non ho scritto ‘Sono andato a puttane’ per nulla, ci risiamo”. C’era il sole, ora grandina, sto per mandarla a cagare, ma in un moto di civismo che non merita le do una seconda chance: “Era solo un complimento, non fa piacere?” le dico. Muove altri due passi dandomi le spalle, guarda laggiù chissà che cosa di più interessante di un uomo che è cortese al punto di omaggiare la sua bellezza. Tutto questo si realizza nella metà di secondo che ci metto ad esprimere la sintesi appropriata, e quando ancora la ‘ere’ di “non ti fa piacere?” è nell’aria le sibilo “Cretina”, e me ne vado. Lei si gira, con la coda dell’occhio colgo i suoi occhi vacui e mi chiedo cosa stia accadendo in quel cervello.
Già, donne, cosa accade nel vostro cervello quando così tipicamente produce resina bi-componente invece che esprimersi? Lasciatemi essere franco, perché la sensazione è proprio che così come le aree cerebrali producono adrenalina, serotonina, o altre sostanze deputate a stimolare l’attività psico-motoria, in quelle particolari situazioni un gran numero di voi produca resina che vi cristallizza le facoltà dell’espressione, per cui volenti o nolenti non sapete fare altro che impalarvi. Ed è un disastro. Un uomo vi si presenta con l’abito della festa, voi sollevate la zampetta posteriore e gli fate una spruzzatina di pipì sulle scarpe. Ma perché? Accade una quantità di volte incalcolabile e ogni volta una vescicola di bile si deposita nel fondo dell’uomo. E siete cretine senza attenuanti, perché non vale qui fare una digressione se mai si trattava di insicurezza, di timore o di semplice idiozia arrogante, come non vale disquisire se quello che è passato col rosso e ti ha falciato correva per necessità o per arrivare in tempo alla partita: semplicemente non si fa. E voi lo fate di regola, spesso sapendo di sbagliare, ma è più forte di voi. Non è una banalità, è un dramma, poiché purtroppo in una società dove la donna siede dalla parte ricevente, quasi ogni singolo approccio maschio femmina deve per forza passare da quelle Forche Caudine, per cui l’ammontare delle smusate finali che un uomo accumula in una vita è intollerabile. Finiamo sovente a odiarvi per questo, anche perché siamo obbligati per necessità a quelle pene. E’ un po’ come se ci capitasse che all’atto di ingerire cibo, spessissimo ci arrivasse una sberla nella nuca, ma non puoi fare a meno di mangiare.
Ripeto, alla fine la pagate cara. Infatti è comprensibile come poi il maschio medio, troppo spesso sprovvisto di un arsenale adeguato di autostima, si ingegni per neutralizzare anticipatamente la smusata, lo specillo proprio su quel nervo vivo. Tipicamente vi si approccerà con arroganza preventiva, con offensività preventiva – e qui il ‘preventiva’ è la chiave di comprensione del fenomeno – come dire: sono rimasto scottato, ma stavolta te lo stampo io il ferro da stiro in faccia prima ancora che tu dica beo, tanto per stare dalla parte dei bottoni. Ed è così che accade, fidatevi. Questo si traduce in una quantità colossale di brutali relazioni all’impronta del cane che si morde la coda. Noi, voi, voi, noi, l’insicurezza mia cozza con la tua, la tua ferisce la mia, la mia ferirà la tua, all’infinito. Idiozia, spreco, tristezza.
Se ieri un ragazzo ti ha abbordata dicendo “ciao, hai nove settimane e mezzo libere?” sghignazzando con gli amici, e se tu hai pensato “ma fottiti idiota”, stai certa che quell’uomo è prima passato per non so quante belle silhouette che a fronte di un complimento cortese hanno sollevato la zampetta e gli hanno fatto pipì sulle scarpe delle festa.
Donne, meglio che a fronte di un tizio in bicicletta che torna indietro perché siete troppo sexy per proseguire, vi scorra un “grazie, sei carino” nelle vene fino alla lingua, piuttosto che resina. Vi conviene, sempre, fidatevi.
410 Commenti
Ho letto solo ora. Non permettevi assolutamente, dato che io ci metto anche la mia faccia, di spacciarmi per chi non sono. Ho abbastanza zebedei, più di tanti e tanta umanità, da poter dire le cose in faccia a chiunque. Ho aperto un altro blog per farlo in libertà. Non ho bisogno di travestirmi per dire quello che penso.
Ti pregherei di pubblicare ciò che ho scritto. Non fosse altro per una linea di principio che a parte le nostre divergenze spero ti appartenga.
Nicole(Quota) (Replica)
Perfetto Nicole, o chiunque tu sia. D’ora in poi però ciascuno per la sua strada. Patti chiari e amicizia (si fa per dire…) lunga. Ok?
Io non sono mai venuto sul tuo blog e continuerò a non farlo, quindi evita di farlo anche tu. Inviterò tutti gli utenti di Uomini Beta a non esprimere nessuna opinione su di te nel nostro blog.
Cerchiamo di comportarci tutti da persone adulte. Va bene? Ignoriamoci e pensiamo al nostro rispettivo percorso che evidentemente non è lo stesso.
Chi vorrà dialogare con te potrà farlo sul tuo blog. Ammesso che qualcuno abbia voglia di scrivere in un luogo dove si scrive quello che tu hai scritto su di noi…(e non c’è bisogno che lo ripeta…)
Buona fortuna. Spero veramente che il tutto termini qui.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Icarus: Rita dice che il tradimento non è oggettivamente riscontrabile e che comunque fare adulterio non è tradimento.
non ho detto esattamente questo eh..giusto per precisare.
Più che altro, secondo me, non sono riscontrabili oggettivamente le ragioni del perchè si tradisce e del come si pretenderebbe di condannare determinati adulteri e/o al limite comprendere altri adulteri. Il fatto che si tenda a comprendere o quantomeno a mitigare il giudizio in presenza di adulterio dovuto a carenze del coniuge, secondo me, è il punto mancante di oggettività.
Idem per altri tipi di “tradimento”: vedi il caso che hai citato tu, per non tradire lo stato si è tradito un individuo, in sostanza. Si è scelto (e non entro nel merito del giusto o sbagliato) una strada.
Rita(Quota) (Replica)
@Nicole:
Come tu non hai bisogno di travestirti per dire quello che pensi,noi non abbiamo bisogno di inventarci un personaggio di fantasia (Maria) che confermi le nostre tesi.
Con questo non intendo riaprire polemiche,si tratta solo di una doverosa precisazione.
Buona fortuna , che ognuno possa proseguire serenamente per la propria strada.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Rita, ti comunico che Nicole ti chiede pubblicamente scusa, senza specificare di cosa in particolare. Presumo forse per aver dubitato della tua esistenza (come per Maria, alla quale però non chiede scusa), o perché sul suo blog qualcuna o forse lei stessa (francamente non ricordo bene e non voglio neanche farlo) aveva sostenuto che tu avessi i baffi…
Lo ha fatto in un post che ha appena inviato e che non ho pubblicato perché contiene anche altre cose indirizzate al sottoscritto. Se lo avessi pubblicato avrei dovuto per forza di cose risponderle. E siccome la voglio chiudere una volta per tutte, ho scelto di non pubblicarla
Se vuoi saperne di più puoi andare sul suo blog e parlarne direttamente con lei.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Fabrizio..penso che quel tipo di coppie, evolute e consapevoli, cui ti riferisci parlando di relazioni che prescindono dalla fedelta’ e che roteano su altri aspetti dell’umano sentire siano molto piu’ frequenti di quello che crediamo. Il problema e’ che il nostro contesto sociale non e’ pronto per fare da cornice a una relazione che fa dellla inconfutabile sincerita’ la sua struttura portante. La religione si basa sul peccato, la societa’ sul matrimonio…andare a minare queste realta’ colla forza della ragione..significa adoperarsi per una.. strage di stato. E così, nel privato delle proprie cocienze, ognuno prova a fare della sua vita cio’ che crede, senza per questo sperare di poterlo partecipare o peggio ancora condividere. I n fondo nel nostro paese, siamo abituati a indignarci se l’onorevole di turno va a prostiute o a trans ma nessuno scenderebbe in piazza per la corruzione dilagante o per l’ ipoteca messa sull’avvenire dei nostri figli quali futuri operai, ricercatori, insegnanti… Che io sappia, durante la confessione, il sacerdote si concentra molto sulla modalita’ e frequenza degli atti impuri e non fa accenno a tangenti o evasione fiscale. Sono sicura che chiarire ogni cosa “a monte” come modus vivendi richiede grande capacita’, elasticita’ e orizzonti infiniti tutti molto invitanti..pero’ credo che molte coppie, pur rifuggendo tale chiarezza, spesso vivono e si adeguano ad una tacita comprensione reciproca. Io non amo giudicare, preferisco provare a comprendere. Certo e’ che quella spontaneita’ e reciprocita’ che fa bella mostra di se’ sulla home del vostro sito..basterebbe da sola a movimentare l’intero blog. Non c’e’ e non ci si anela. Il problema e’ che se io a livello personale posso fare quello che voglio, in una relazione non posso prescindere dall’altro e da cio’ che gli altri si aspettano da me. Cosa temiamo, perche’ tanta ritrosia nei confronti di un diverso e piu’ autentico approccio? Durante la battaglia referendaria sul divorzio Fanfani andava nei piu’ sperduti paesini a tuonare verso gli uomini che ascoltavano dicendo che se fosse passata la legge su divorzio..”le vostre mogli vi abbandoneranno e resterete soli..” Era sicuramente un modo quasi infantile di spaventare le persone per l’imminente responsabilita’ che si stava profilando: se vuoi, col divorzio, puoi mettere fine a un’unione infelice..dipende da te; non avrai piu’ l’alibi del matrimonio indissolubile e a vita: la tua felicita’ e’ anche nelle tue mani. Forse la nostra precarieta’ ci rende fragili e bisognosi di rassicurazioni, anche se ipocrite; forse vogliamo sperare che qualcuno nel mondo e’ nato per noi e che di lassu’ e’ stato scelto per la nostra vita.. Eppure e’ tale l’ebbrezza che si prova quando decidiamo di considerare la nostra vita frutto delle nostre scelte e consapevolezze che qualsiasi crisi, delusione, amarezza viene inesorabilamente nobilitata al ruolo di .grande e imperdibile occasione. Tutto acquista sapore e significato e la vita diventa un tavola imbandita e generosa dove il dolce ha un suo spazio ma neanche grande, magari di qualita’, perche” altrimenti ti nausea… Col tempo le cose cambieranno. Sicuramente. Intanto, persino un amante “fisso” tende a chiederti rassicurazioni..e promesse..e io che da quando frequento questo blog ho la tendenza a vedere le cose con altri punti di vista, mi sorprendo a sorridere e a pensare che in fondo non si puo’ essere sinceri neanche col proprio compagno di merende, pena l’offesa o l’equivoco o il malinteso o peggio ancora il disincanto..e allora? Promettimi che…sì, sì, sì….eh, che ne sai..
maria(Quota) (Replica)
ok grazie delle scuse se mi leggerà, non so per cosa, non so nemmeno qual è il suo blog ma sopravviverò come sono sopravvissuta fino ad ora…;-)
Rita(Quota) (Replica)
@Rita: vero, e già lo ho detto molte volte anche io, che non sempre è facile riscontrare oggettivamente se le motivazioni alla base di un adulterio siano giustificate o meno. Ma vi sono anche casi, e l’esempio che ti ho citato io prima è tra questi, in cui invece è possibile valutare oggettivamente. E la maggioranza dei casi di adulterio femminile avviene secondo quelle modalità attuate e descritte da Maria. E non mi sembra che quest’ ultima ci abbia parlato di problemi con il marito per spiegare i suoi adulteri, ci ha parlato invece della necessità sua di “nuove emozioni”. Del resto, basta dare un’occhiata alla rubrica della Aspesi per rendersi conto di come avvengano in questo modo la maggior parte degli adulteri femminili: “amo mio marito, però mi piace sperimentare nuove avventure”, ” io quarantenne amo mio marito, ma non posso trattenermi dal cercare sesso con giovanotti ventenni muscolosi e prestanti”, “amo mio marito..bla..bla..”. Ora a te non ti piacciono i termini “tradimento” e “violenza” per descrivere queste azioni. Ok, però non puoi negare che queste siano azioni sbagliate e sleali che possono causare forte sofferenza a chi le subisce alle spalle queste cose.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Maria, condivido la tua analisi, tuttavia noi siamo qui proprio per “forzare la mano”, per accelerare i processi di cambiamento, per far esplodere le contraddizioni. Altrimenti non avremmo neanche dato vita a questo Movimento.
Relativamente al tema che hai sollevato, mi rendo conto che la soluzione da me prospettata è senza alcun dubbio estremamente più in avanti con i tempi rispetto alla situazione che ci troviamo a vivere.
Ribadisco però quello che spesso mi trovo a dover ricordare. Anche l’abolizione della schiavitù, la democrazia, i diritti, sono stati considerati alla stregua di un’ utopia, se non di una follia, per interi millenni… Qualcuno deve pur gettare il sasso oltre la siepe e assumersene la responsabilità altrimenti non si progredirà neanche di un centimetro. E questo qualcuno c’è stato (direi molti) e il prezzo che ha dovuto pagare è stato ALTISSIMO.
Noi cosa rischiamo rispetto a quelli? Il pubblico giudizio? L’isolamento? L’emarginazione dalla vita sociale? La rinuncia a soluzioni individuali “comode” con tutto ciò che ne consegue? La fine della menzogna e delle “coperture” che questa, insieme alle convenzioni sociali, garantisce? Carriere bloccate? Percorsi professionali interrotti?
E’ possibile, anzi, direi che è quasi certo. Questo è quello a cui va incontro una donna e in misura ancora maggiore, un uomo, che scelga di portare avanti questa grande battaglia di dignità, libertà e liberazione.
Io penso che ne valga la pena, paradossalmente forse proprio per quelle persone, uomini o donne che siano, in qualche modo “risolte” dal punto di vista complessivo. Insomma non solo per quelli che non hanno da perdere che le catene. Forse per questi ultimi, che sono quelli a cui innanzi tutto ci rivolgiamo, è paradossalmente più difficile. Proprio perché sono troppo schiacciati dal peso di una realtà incombente e soffocante che fa di tutto per impedirgli una scelta di libertà.
Da un certo punto di vista sono proprio le persone come te che potrebbero essere nella migliore condizione per una scelta di vita che potrebbe trasformare la loro esistenza, farlgli scoprire nuovi territori umani ed esistenziali. Per me è stato così e posso assicurarti che da quando ho scelto di iniziare questo viaggio e di “varcare il Rubicone” la mia vita è cambiata. Non potrei (e non vorrei) più tornare indietro. Non sono scelte facili, so benissimo cosa sto chiedendo a tutti/e coloro ai/alle quali mi rivolgo. Per quanto mi riguarda è stato un percorso personale di una decina d’anni, fatto di riflessioni, dubbi, lacerazioni interiori, confronto con altri/e.
Ma non c’è alcun dubbio che ne valesse e ne valga la pena. E forse solo da quando ho fatto quella scelta ho cominciato ad osservare veramente il mondo con occhi diversi: i miei.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
ESILARANTE ! ….un’ HURRA’ per Paolo Barnard che sa dire “stronza” alla stronza quindi non è decisamente nella merceologia dei tappeti… Comunque vada, comunque sia, qualunque legge varino: misandrica, ingiusta, discriminatrice, che incarcera l’Uomo per una occhiata di troppo o di traverso….. l’Uomo che cogliendo “l’attimo” con il coraggio del leone mentre avanza e sta’ per spiccare il balzo, dice “pane” pensando che si tratti di pane (o marzapane) e “stronza” quando il triste verdetto rivela una ben più putrida essenza….. MAI AVRA’ NULLA DA TEMERE …E LA FARA’ SEMPRE FRANCA ! …La fortuna aiuta gli audaci…e con un serbatoio pieno di buona fortuna, le frecce non ci uccidono, ma corrono a lato….
Ste(Quota) (Replica)