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Il bello (si fa per dire…) è che questa proposta di legge è stata concepita proprio sul presupposto (cito testualmente) della “diversità biologica, biochimica, fisiologica” fra donne e uomini.
Siamo di fronte all’ennesimo paradosso dell’ideologia femminista.
Infatti quando qualcuno di noi sostiene il principio della diversità biologica fra i sessi (con tutto ciò che inevitabilmente ne consegue in termini psicologici, di attitudini, di diverse modalità di stare al mondo date appunto dalla differenza sessuale), cioè quanto di più naturale possa esserci, viene accusato di sessismo.
E hai voglia a spiegare che la diversità (nell’eguaglianza dei diritti, sociali e individuali, ovviamente) è una ricchezza…
E invece pare proprio che il principio di diversità sia una ricchezza solo quando viene unilateralmente deciso sulla base delle convenienze del momento.
Il femminismo della differenza e quello dell’eguaglianza sono solo due facce della stessa ipocrita medaglia.
16 Commenti
Infatti è un po’ così: uguali quando conviene, diverse quando serve
Giorgio G(Quota) (Replica)
Come vi suona un discorso di questo tipo, pronunciato da un ministro?
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“Un ospedale a misura delle esigenze degli uomini: capace di coprire a 360 gradi l’assistenza ‘al maschile’, dal bambino all’anziano. “Ho sempre avuto il sogno dell’ospedale dell’uomo in ogni territorio, non tanto un luogo fisico quanto una rete che dia la possibilità agli uomini di qualsiasi fascia d’età di avere il massimo delle cure e dell’eccellenza: dalla prevenzione oncologica a tutto il percorso nascita, ai problemi dell’anziano come la prostatite”.
..
Vi suona male, vero?
Come minimo dareste a quell’imbecille del maschilista misogino.
E avreste ragione da vendere.
Un ministro della sanità dovrebbe occuparsi della sanità per tutti: uomini, donne, bambini/e, gay, lesbo, trans, etc….
Ma l’ha fatto.
Solo che non si tratta di un uomo, un ministro, ma di una donna, una ministra.
La, a questo punto, femminista e misandrica ministra della salute: Lorenzin Beatrice.
8 marzo, Lorenzin: “Sogno un ospedale della donna, con assistenza e cure di genere”
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Bravo Luigi.
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Domandina: fin dove si spingeranno?
Al di là di ogni confine pensabile, in una espansione, in un delirio senza fine.
E’ un forza: non si fermerà finché non ne troverà un’altra che le si opporrà. Nient’altro la può fermare.
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Devo questa affermazione, per me amarissima, a coloro che, mio malgrado, con dolore e vergogna, ho dovuto riconoscere come miei maestri. Nicce è tra quelli. Loro avevano ragione, io, ingenuo, avevo torto.
Rino DV(Quota) (Replica)
Fin dove si spingeranno? Sempre un po’ più avanti dell’ultima conquista.
Dell’ultima conquista che viene amorevolmente concessa, beninteso.
Vuoi una mano? Ma certo, capisco, ti spetta. Eccoti la mano. Io me la cavo benissimo senza.
La mano era il minimo e hai bisogno di qualcosa di più? Mah, non ci avevo neanche pensato, era tutto lì per te, prenditi pure il braccio, non è un problema.
Il braccio è un’elemosina che non tiene conto della tua specificità di genere? Va bene, prenditi la gamba, però adesso datti una calmata, ok?
La gamba è pelosa e quindi segno di carità pelosa maschilista? Vuoi tutti e due i piedi? Va bene, prenditeli se ti fa felice, ma adesso possiamo dedicarci alla vita delle persone normali?
Due polmoni sono misogini? Va bene, eccoti il sinistro. Il destro no, ci sono affezionato. Mi lasci in pace?
Come sarebbe che ci sono affezionato perché sono omosessuale latente e non me la danno?
No scusa, il fegato mi serve.
Ma come misogino? Perché non voglio darti il fegato? Il fegato è un organo di importanza vitale.
Ah sì, scusa, la logica patriarcale che non tiene conto degli infiniti generi.
Scusa sai, ma sto morendo. Mi presti per favore uno dei miei organi?
Ah, non puoi perché Istanbul. Scusa.
No, non c’è problema, capisco che guadagnate di meno e non siete nei consigli di amministrazione delle società quotate. E poi 40 milioni di anni fa un Neanderthal ti opprimeva.
Sì, muoio, non ti preoccupare. Ne è valsa la pena. Pur di farti felice.
Ah, non sei felice?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Marco Pensante,
Che poi è tutto da stabilire che il Neanderthal la opprimesse perchè secondo me non era affatto così, come ormai noi ben sappiamo…soprattutto in quell’epoca storica, dove c’era ben poco da stare allegri…altro che civiltà matriarcale prima dell’avvento del patriarcato, come millantano presunte ricerche storiche femministe…se non ci fossero stati gli uomini a parare il culo di tutti e tutte non saremmo andati molto lontano…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Praticamente questa proposta fa coppia con quella dei vagoni dei treni con la scritta “Not man allowed” , allora io propongo il mio solito quesito … Se io ho bisogno di cure ospedaliere e in quel posto non ci posso entrare perchè ho il pene , se sono ricco posso andare in un altro posto (che poi bisogna vedere la gravità della cosa) se sono povero ,mi tocca crepare fuori dall’ospedale perchè “ho il pene”, e questa sarebbe la democrazia femminista che si sta facendo avanti ?
mauro recher(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
http://it.avoiceformen.com/suggerito/lisola-delle-donne-e-lisola-degli-uomini/
romano(Quota) (Replica)
La D non deve rispondere mai delle sue scelte. Mai.
Ne devono rispondere altri. Chi?
Sembra quasi che avessero ragione i maschilisti doc del passato: la D non sa ciò che fa e perciò non deve risponderne, come è per i bambini. Tesi oltraggiosissima, ovviamente, le cui implicazioni/conseguenze vengono prontamente rivendicate dal femm.o. E’ il solo caso? Assolutamente no.
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Si notino poi le contraddizioni e la ripetuta contestualizzazione:
“fatti in contesti violenti”.
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http://www.corriere.it/salute/15_marzo_19/gran-bretagna-piercing-intimo-sara-mutilazione-genitale-7f6d7ce4-ce3e-11e4-b573-56a67cdde4d3.shtml
Rino DV(Quota) (Replica)
Nel 68 gridavamo, in modo per certi aspetti sciagurato, “vietato vietare”. Dopo che la rivoluzione sessuale e femminile di quel tempo ha vinto, ecco che ora si vuol vietare tutto e di tutto, anche quello che è consensuale. E meno male che le società anglossassoni sono desacralizzate, decattolicizzate, laiche e tolleranti.Alla faccia!
Rino, chissà che i vecchi maschilisti del passato non avessero un po’ di ragione per davvero! E scandalo dirlo, ma quando si constata che dall’insopportabile oppressione e controllo maschili e paterni si è passati a quelli statali………………….
armando(Quota) (Replica)
Sorvegliare e punire.
Eccone un’altra. E non viene dalla Svezia.
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http://www.lastampa.it/2015/03/20/esteri/cile-giro-di-vite-contro-gli-apprezzamenti-sessuali-vanno-puniti-per-legge-w7fhGSGdgKrJIzBBbUzMKL/pagina.html
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Si notino le solite demenziali “statistiche” criminalizzatrici inventate di sana pianta dall’eroina di turno.
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Quanto alle tesi dei maschilisti doc del passato, confesso che sto procedendo ad una profonda revisione delle mie opinioni su di loro.
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Es.: ci furono tempi e luoghi in cui il marito rispondeva penalmente per gli atti della moglie.
Orrore.
Adesso invece …ogni uomo risponde degli atti di quelle DD con cui è entrato in relazione.
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Si è fatto il periplo del mondo …siamo esattamente dove eravamo , però con approfondimento ed estensione del fenomeno.
Abbiamo raggiunto la …liberazione.
Rino DV(Quota) (Replica)
E’ peggio, Rino. Perchè un tempo, quando il marito rispondeva per gli atti della moglie, aveva qualche corrispondente diritto.
Ora gli uomini rispondono per tutte le donne con cui entrano in relazione, ma hanno solo doveri.
armando(Quota) (Replica)
Arm.
>>>
E’ peggio, Rino. Perché un tempo,…
>>>
Si capisce.
Ma il Movimento di Liberazione della Donna qualche risultato lo doveva pur ottenere…
Rino DV(Quota) (Replica)
Caro Rino che poi, quel tipo di legge è molto soggettiva ,dipende sempre chi fa le molestie , perchè non è come se uno ruba ,bello o brutto che sia ,resta un ladro ,come ho scritto https://femdominismo.wordpress.com/2014/11/04/ci-vuole-una-legge/ https://femdominismo.wordpress.com/2014/11/12/martellamento-continuo/
e come spiega questa vignetta
mauro recher(Quota) (Replica)
Medicina di genere. L’Ausl Ferrara lancia progetto pilota
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Il progetto è stato presentato a Berlino, al 7° congresso della Società internazionale della Medicina di Genere. Prevede azioni dirette agli operatori sanitari in servizio e che lavoreranno ancora per lungo tempo per costruire una comunità scientifica e professionale competente sulla Medicina di Genere.
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06 OTT – Parte da Ferrara “il Modello pilota della medicina di genere”. Un progetto “originale e uno dei pochi strategico-organizzativi per la diffusione della Medicina di Genere”, come lo ha definito Marek Glezerman, Presidente dell’IGM Società Internazionale della Medicina di Genere e Direttore del Centro di Ricerca sulla Medicina di Genere del Rabin Medical Center e dell’Università di Tel Aviv in occasione del l 7° Congresso Internazionale (http://igmcongress.com/) tenutosi a Berlino il 20-21 settembre scorso, a illustrare il poster scientifico del Modello “La rivoluzione silenziosa della Medicina di Genere, dove il progetto è stato presentato da Fulvia Signani, dirigente psicologa di Ausl.
“Un’approvazione di assoluto rilievo internazionale confermata anche dalla contestuale proposta di Karolina Kublickiene, Direttrice del Centro per la Medicina di Genere al Karolinska Institut (Stoccolma, Svezia) da sempre attento all’educazione con l’uso delle nuove tecnologie, al gruppo di progetto ferrarese/emiliano-romagnolo, per una prestigiosa collaborazione con il Centro da lei diretto”, spiega la Asul in una nota.
Il team multidisciplinare di Ferrara è impegnato a costruire un modello di lavoro per rendere concreta l’applicazione della medicina di genere nelle aziende sanitarie, sia ospedaliere sia territoriali e trarne una formula attuabile, esportabile, personalizzabile, che possa essere utilizzata anche in altri territori. Nel dettaglio, il “modello” Ferrara prevede azioni dirette agli operatori sanitari ora in servizio e che lavoreranno ancora per lungo tempo, per costruire una comunità scientifica e professionale competente sulla Medicina di Genere con persone che diventano innovatori pronti a promuovere questo nuovo orientamento in medicina e a essere snodo di reti di professionisti da sensibilizzare.
Gli strumenti del modello sono corsi di formazione a distanza, arricchiti da seminari in presenza; workshop per reti cliniche (cardiologia di genere, diabetologia di genere, etc.), utili a favorire la condivisione delle evidenze scientifiche più aggiornate; sperimentazione di un modello di ospedale orientato al genere.
Il gruppo, coordinato da Signani Fulvia, annovera: Walter Malorni dell’ISS Istituto Superiore di Sanità, Roberto Manfredini e Annamaria Ferraresi per Università e Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, Barbara Curcio Rubertini e Corrado Ruozi dell’Azienda Sanitaria Regionale, Roberta Mori consigliere della Regione Emilia Romagna prima firmataria della legge dedicata, Mauro Marabini, direttore sanitario di Ausl Ferrara, cui si aggiungono, Caselli Barbara, Paparella Gianna, Ceci Amelia, Curcio Rubertini Barbara, Poletti Nicola, Beccari Simonetta, Forni Riccardo, Orlandini Milo, Roncarati Elisa; cioè, ricercatore, medico, infermiera, psicologa, sociologa, metodologo della formazione, giornalista, esperto di divulgazione scientifica con l’uso delle nuove tecnologie e dei social network, manager di piattaforme informatiche.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
A proposito di disparità e medicina di “genere”.
Luigi corvaglia(Quota) (Replica)
Diagnosi materna
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Millenni di studi maschili alla ricerca di manifestazioni, cause e rimedi.
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E pensare che era tanto semplice…
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Bastava dedicarsi alla “scienza dell’amore”.
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(Mi si perdoni il cinismo).
Rino DV(Quota) (Replica)