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Dal blog di Icarus.
http://ilvolodidedalo.blogspot.com/
Ho trovato per caso questo blog facendo una ricerca su google sull’ ingiustizia della celebrazione della festa dell’ 8 marzo.
Per oggi la nostra prof ci aveva assegnato un tema a soli noi maschi in cui dovevamo celebrare la donna, mentre alle ragazze è stato assegnato un tema in cui dovevano esprimere la loro opinione su come devono porsi i maschi con le donne,e non vi dico quanta cattiveria e scherno hanno espresso contro i maschi nei loro temi.
Oggi ci ha fatto leggere i nostri temi, e devo confessare che per me è stata un umiliazione. Sono stato costretto a scrivere cose che non penso perchè ho paura di essere bocciato.
E non posso protestare con nessuno perchè ho paura che la mia prof si può vendicare. E inoltre ho visto che nessuno dei miei compagni ha protestato conto questo fatto.
Un caro saluto a tutti voi. Grazie a voi ora non mi sento più solo.
55 Commenti
Immagino tu sia un ragazzino, e sono contento tu abbia condiviso questa esperienza con noi, non ti preoccupare per queste umiliazioni, non sono niente rispetto a quelle che le donne ti riserveranno in futuro.
L’unica strada possibile è fare a meno di loro, ignorale
bryan(Quota) (Replica)
La freddezza ci salverà.
Domenico Esposito Mito(Quota) (Replica)
Caro giovane Anonimo, io ti consiglio di non lasciar passare questa cosa sotto silenzio. Comincia a parlarne con i tuoi genitori, e soprattutto con i tuoi compagni di classe. Se la tua prof ti boccia perché non sai l’italiano o perché non studi è un conto, ma se ti boccia per quello che pensi (o addirittura si vendica) è una persona scorretta e in malafede. Comincia a dire che è scorretta la scelta dei temi, a senso unico: voi ragazzi dovete celebrare le ragazze, loro invece devono spiegare i motivi per cui voi ragazzi fate schifo. Senz’altro voi avrete scritto cose sentimentali e sostanzialmente rispettose delle vostre compagne; loro invece vi hanno trattati come delle merde. Tu lo senti dentro di te che c’è qualcosa che non va, che hai subito un’ingiustizia. Lo hai capito e quindi devi parlarne. Non stare zitto, perché se stai zitto adesso subirai umiliazioni per il resto della vita.
Usa il cervello. Non devi mica spaccare niente o farti buttare fuori dalla scuola. Di’ semplicemente, con calma, che questa cosa che è successa non ti è piaciuta. Dillo prima ai tuoi compagni e poi a tutti, alle tue compagne, ai tuoi genitori, alla tua prof. E soprattutto non chiedere scusa, non avere paura. Cercheranno di farti paura o di umiliarti, ma tu resisti. Soprattutto non ritirare quello che hai detto e non chiedere scusa. Lo so che non è facile, ma devi farlo. Non sperare che qualcuno venga a risolvere il problema al posto tuo. Solo tu lo puoi fare. E soprattutto ragiona su quello che è successo: le tue compagne si sono prese i vostri complimenti e in cambio vi hanno sputato addosso. Digli che non ti è andata giù. Prova a dirgli che la prossima volta che avranno bisogno di un favore possono attaccarsi al tram. E soprattutto mantieni la promessa, non farti intenerire.
Se resisti ti rispetteranno di più. Fidati. Se tu e i tuoi compagni non protestate subito, adesso, subirete di peggio e per tutto il resto della scuola.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Ho letto il commento postato sul blog di Icarus.10
http://ilvolodidedalo.blogspot.com/2012/03/festa-della-donna-un-falso-storico.html
ed ho letto il commento di Marco Pensante, che quoto integralmente.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
S O N O S E N Z A P A R O L E ….o meglio “maledetta STREGA di prof. che tu possa bruciare nelle fiamme dell’INFERNO” Ai mei tempi (medie ??…superiori poi …figuriamoci) un messaggio del genere NON SOLO non sarebbe stato accettato dai miei compagni NE DA ME’, ma la tizia avrebbe dovuto guardarsi all’uscita della scuola “DAGLI SCHERZI” ….diciamo così… che in alcuni casi volevan dire “rifare la tapezzeria dell’auto !” e francamente nessun abuso …dopo quella roba lì…MA DOVEROSA LEZIONE !!! …….comunque sia RAGAZZI E’ SBAGLIATO STARE IN SILENZIO – RIVOLGETE IL VOSTRO MALESSERE ALL’UFFICIO DEL PRESIDE !!!
Stefano(Quota) (Replica)
FUNESTO 8_Marzo: Anche a lavorare da ME pochi anzi “quasi nessuno” s’è degnato di omaggiare o anche fare un semplice complimento ! …mimose ?? ….solo pochi anni fa “quasi tutti”, oggi NESSUNO, e non solo IO ma TANTI provano un senso di malessere, di repulsione solo a vederle ….in questa “festa” ormai, tra qualche anno gli Uomini si metteranno una fascia nera al braccio !
Stefano(Quota) (Replica)
Strano persino che “certe stragi” avvengano “puntualmente” pochi giorni prima dell’8 marzo o del 25 novembre, regolarmente, esattamente come il meccanismo preciso di un orologio svizzero…. solo a Me pare del tutto privo di casualità ?? ….non sarà che quel “camionista” lo si vedrà tra poco “con uno strano tenore di vita in carcere, per uno stragista” e magari passato velocemente “in un istituto psichiatrico” che pare una casa di villeggiatura e poi se ne perdon le tracce, ma a rivederlo anni dopo, se ne gira in Ferrari ? …. maIl Femminismo ha a cuore la salute delle donne” ….vero ??!! …e Tutte !
Ste(Quota) (Replica)
L’aggressione ideologica che si compie nelle scuole contro i minori maschi è quotidiana ed è un crimine: se girato al femminile, porterebbe immediatamente alla nascita di un caso mediatico e ad una indagine scolastica quando non a una denuncia. Per questi crimini che alcune/i insegnanti compiono contro i loro alunni maschi minorenni, causando danni psicologici ed emotivi nell’età decisiva della formazione dell’identità, esiste invece comprensione e totale impunità. Di questa situazione fui testimone direttamente: la professoressa di italiano di mio figlio distribuì in classe un volantino, firmato da una organizzazione a difesa delle prostitute, in cui si affermava che il genere maschile era “un genere storicamente degenerato”. Mio figlio arrivò stravolto a casa con questo tragico volantino in mano: non esitai un secondo a piombare dalla professoressa che l’aveva distribuito, e a far pervenire ai giornali una lettera che fu poi pubblicata. Consiglio al ragazzo che ha scritto, come a tutti i ragazzi che subiscono queste gravi aggressioni alla loro identità di genere, di coinvolgere i genitori e valutare i provvedimenti da prendere. E’ ora di riconoscere quella che nella scuola italiana è tout court l’aggressione dell’ideologia femminista contro gli studenti maschi minorenni, e negare voce a spazio a chi, da una cattedra, commette questo grave crimine.
cesare(Quota) (Replica)
Scusatemi il cinismo, ma sono contento di leggere questi casi, purtroppo l’italiano in genere si rende conto delle situazioni solo quando gli capitano in prima persona,.. quindi ben vengano questi casi se sono gli unici modi di risvegliare gli uomini e portarli intrincea a combattere questa vera e propria guerra che ci vede coinvolti ovunque a combattere contro l’altra metà del cielo che ci ha dichiarato guerra senza remore.
..non mi verrete a dire che queste sarebbero le future mogli che vi amerebbero e madri dei votri figli! *BRRRRRR* rabbrividisco!
Damien(Quota) (Replica)
Quoto anch’io il commento invito di Marco e Cesare. Devi parlarne, con calma ma con determinazione, ai tuoi genitori, agli altri insegnanti ed anche al preside, magari supportato appunto dai tuoi. E poi soprattutto parlarne coi tuoi compagni. Ascoltare da loro come si sono sentiti, individuare tutti insieme il perchè è successo, trovare un modo perchè la cosa non si ripeta. Fai che anche gli altri tuoi compagni inizino a prendere coscienza e non accettino più passivamente di essere sbeffeggiati come fosse una cosa normale e inevitabile. E da quì individuate insieme il modo di relazionarvi con le compagne che ritenete il più giusto. Senza perdere la testa, senza dare in escandescenze, senza lamentii vittimistici ma con fermezza e intelligenza. Se riuscirete a fare così, tutti vi rispetteranno infinitamente di più di quanto non sia ora.
armando
armando(Quota) (Replica)
credo che questo episodio sia un segno tangibile che ormai il vaso sia colmo. Credo che , ai miei tempi ,questa discussione ,di un ragazzo giovanissimo che prende visione della cosa ,non sarebbe mai successa. Mi ricordo un episodio ,prima gita alle superiori , noi giovani con l’ormone impazzito che adulavamo le ragazze in ogni momento ,loro invece ,per risposta ,facevano le gatte morte (tutte ,nessuna esclusa) alla prima coppia di motociclisti, appena 18 anni, che sono passati di li. Avere la moto (al quel tempo ) più di 20 anni fa era da fighi …eppure nessuno (nemmeno il sottoscritto ,sia chiaro ,le ha mandate a quel paese ) ..per questo credo che sarebbe stato molto improbabile una presa di posizione ,come sopra descritta
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma qui si pone un problema importante: dove sono finiti i professori uomini ? Perchè per un uomo fare il maestro o il professore è passato da essere uno status di prestigio ad una condizione avvilente ? Perchè l’educazione è stata lasciata in mano alle donne?
Se non si ricomincia a conquistare il campo dell’istruzione, non si va da nessuna parte.
Paolo(Quota) (Replica)
Confiteor.
Il caso era contemplato nella visione apocalittica che mi si aprì davanti agli occhi in quel febbraio del 1998. Tuttavia altro è prevedere, altro è vedere. Provo un profondo struggimento per questi ragazzi e mi colpevolizzerei senza rimedio della mia impotenza se in tutti questi anni non avessi dedicato un numero spropositato di ore e una quantità enorme di energie per evitare che questo destino aberrante si avverasse e li colpisse.
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Avrebbero bisogno di adulti che li capiscano e che siano dotati di parole adatte, se non dell’intuizione immediata della gravità di quel che sta accadendo nelle aule.
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Adulti che, trascurando la persona dell’insegnante (pur se qui agente del male in prima linea) pongano il problema complessivo che il fatto solleva di fronte agli organi scolatici, a cominciare dal consiglio di istituto (che è sempre presieduto da un genitore).
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Io stesso tentai “direttamente” (da 1100 km di distanza) di attivare il presidente del CdI (persona che trovai sensibile) di un istituto di Cosenza, quando un ragazzo fu spedito a casa a cambiarsi “per decoro” (portava i bermuda) e per sfida beffarda gli venne detto: “…se vuoi mostrare le gambe mettiti la gonna…” ciò mentre le sue compagne mostravano le mutande (firmate).
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Energie ci vogliono, tante energie.
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Abbiamo bisogno di combattenti:
“America calling: enlist now!” gridavano i manifesti che chiamarono alle armi il soldato Ryan.
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Western civilisation is calling now! Enlist at once!
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RDV
Rino(Quota) (Replica)
Quoto senz’altro l’appello/auspicio di Paolo. I professori maschi risentono del mainstream forse ancor più degli altri uomini. Perchè sono circondati da femmine “emancipate”, perchè percepiscono che la loro professione è svilita. E’ un circolo vizioso. Meno maschi insegnanti, maggior caduta di prestigio dell’insegnamento. Maggior caduta di prestigio, meno maschi insegnanti. La chiave, a mio avviso, è far comprendere che in passato le funzioni educative erano maschili ed erano sommamente importanti, molto di più della disperata corsa a vendere, vendere, vendere qualsiasi merce o servizio che contrassegna la società di oggi, ed anche assai meno alienanti e stressanti, posto che alienazione e stress sono direttamente funzione della concezione secondo cui o guadagni tanto o non sei nessuno.
armando
armando(Quota) (Replica)
Continuo a credere che per affrontare queste cose non serva ontologia. Serve unirsi e lottare, anche fuori dal web.
Dividiamoci per costruire, uniamoci per denunciare.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Worst Case (caso peggiore).
Se quel bambino è il solo della classe ad aver elaborato l’oltraggio psichico subito, allora facciamo un calcolo sommario: supponiamo che nella classe c’erano 15 maschi. Uno su quindici “ha capito”.
Bene.
In Italia ci sono circa 30 milioni di uomini, 2 milioni hanno capito o capiranno.
In una condizione di violazione sistematica di diritti umani, sono tantissimi. E reagiranno.
Del resto di questi oltraggi ne vediamo da oltre dieci anni i segni e via via, con l’evolversi della teoria in pratica, com’era ovvio che sarebbe avvenuto, ne possiamo sempre più documentare la storia.
Sapevamo che sarebbe successo.
Stiamo facendo il nostro dovere, solo quello. Continuiamo così.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Secondo me, certi pensieri e atteggiamenti femminili nei confronti degli uomini sono intrinsechi e derivano realmente da ciò che altri hanno già messo in evidenza prima di me: i loro complessi di inferiorità, che generano risentimento e invidia. Il femminismo e l’odierna società capitalista, hanno semplicemente sdoganato la loro misandria. Scrivo questo anche perché a me (come credo a voi), è sempre capitato, fin da piccino, di ascoltare certe stilettate femminili. Per esempio, anche mia madre (che oggi ha 66 anni) e le mie defunte nonne, ogni tanto “facevano notare” che “le femmine son più sveglie dei maschi”, “son più furbe”, “son più questo, quello o quell’altro”…
Praticamente, a quarant’anni suonati, non mi è mai capitato di sentire una donna che facesse un apprezzamento, che sia uno, nei confronti degli uomini.
Mentre il contrario lo ascolto regolarmente.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Fabio C
Secondo me, certi pensieri e atteggiamenti femminili nei confronti degli uomini sono intrinsechi e derivano realmente da ciò che altri hanno già messo in evidenza prima di me: i loro complessi di inferiorità, che generano risentimento e invidia. Il femminismo e l’odierna società capitalista, hanno semplicemente sdoganato la loro misandria.
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Secondo pure gente che studia la psiche umana: cosa difficilissima non solo in se stessa come scienza ma difficilissima da accettare e divulgare. Difficile accettare il proprio passato e quindi c’è un rifiuto verso la psicoanalisi che riguarda molto la sessualità come impulso forte che caratterizza l’individuo fin dall’infanzia (tema scottante). Ma se anche accettare che la terra è tonda è stato difficile come qualsiasi verità e ipotesi scientifica, figuriamoci certe caratteristiche femminili, anzi gente come Margherita Hack e Piero Angela che si battono contro la superstizione sono mi sembra ha favore della “superstizione” femminista e femminile.
Leonardo(Quota) (Replica)
Caro giovane amico, grazie per avere scritto. Vedi, non devi avere paura, ma devi ribellarti a questo stato di cose. Ciò che ha fatto la tua insegnante è schifoso, illegale e anticostituzionale. Parlane. Parlane ai tuoi genitori, e dì loro che ti sei sentito umiliato. Perchè quella carogna di femmina che si definisce insegnante, non merita la cattedra. Ti segnalo, come segnalo a tutti un sessismo a priori. “Ai maschi”… per bestializzare, maschio del cavallo del cane… dell’essere umano? “Alle ragazze”… per umanizzare. Già sentire parlare di donne e maschi fa schifo e… è pure un errore blu: se parli di donne, parli di uomini, di ragazze, parlerai di ragazzi, di femmine, allora usa pure il termine maschio. Esiste un ministero pari opportunità, un servizio di tutela dei minori, fai arrivare la tua protesta, esprimi la tua umiliazione, non stare zitto! E alle tue compagne dillo che ti hanno fatto schifo. Non usare mezzi termini, per lo più ti daranno addosso, ma almeno qualcuna rifletterà. Dì loro che si sono comportate come i peggiori maschilisti da osteria, con volgarità e che ti fanno ribrezzo. E’ ciò che meritano di sentirsi dire. Ma soprattutto, segnala, anche in modo anonimo la cosa, però dì scuola classe e sezione. Manda una lettera, non una mail ma mandala al provveditore agli studi, al ministero pubblica istruzione, al ministero pari opportunità. Fatti aiutare da tuo padre, Non agire in modo avventato, fatti aiutare e consigliare da tuo padre, se riesce a capirti anche da tua madre, ma sempre muoviti con un adulto, fatti consigliare ma fallo. E… domanda ai fratelli che intervengono, tra noi non c’è un avvocato che può aiutare il nostro giovane amico?
Gattonero(Quota) (Replica)
Continuo a credere che per affrontare queste cose non serva ontologia. Serve unirsi e lottare, anche fuori dal web. Dividiamoci per costruire, uniamoci per denunciare. (Roberto Micarelli)
Sostanzialmente d’accordo, ma la costruzione è ancora in essere. Ed è chiaro che mi riferisco alla realtà. Il web è bellissimo perché ti dà possibilità altrimenti irraggiungibili, ma si trasforma fatalmente in limite se da mezzo diventa fine.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Caro Anonimo
non penso che nessuno dei tuoi compagni abbia notato la cosa. Secondo me tutti o quasi hanno notato ed abbozzato, per lo stesso motivo tuo. Quindi parlane con loro, magari inizialmente solo con gli amici più stretti e vedi cosa ti dicono. Non isolatevi l’un l’altro. E’ vero state in un’ambiente intossicato da quella demente, unica vera responsabile di questa situazione, ma a maggior ragione dovete fare squadra. Poi ovviamente come molti amici prima di me hanno scritto, coinvolgi, coinvolgete i vostri genitori. Ma la cosa più importante è che ne parliate tra di voi e prendiate consapevolezza di quello che è successo. Anche se doveste decidere di non fare niente.
Ripeto, se prendete consapevolezza, agite come una squadra, qualsiasi cosa decidiate renderete difficile la vita a quella demente e non viceversa.
Certo, vorrei aiutarti praticamente, tutti noi lo vorremmo (per quello che possiamo fare), ma devi aiutarti tu per primo. Coraggio… prendi questa storia come un opportunità di crescita e maturazione, maturità che comunque hai dimostrato di avere in abbondanza.
(da un ex studente particolarmente portato a polemizzare con i professori)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Il web è bellissimo perché ti dà possibilità altrimenti irraggiungibili, ma si trasforma fatalmente in limite se da mezzo diventa fine”. (Luigi)
Completamente d’accordo, ma è un rischio che noi non corriamo dal momento che fin da quando abbiamo messo in campo questo progetto i nostri sforzi sono stati finalizzati ad uscire dal web,che comunque è uno strumento utilissimo che ci sta facendo crescere molto: penso a face book, in particolare, che ci ha dato modo di aumentare sensibilmente sia la nostra visibilità che il numero dei simpatizzanti (e pensare che all’inizio ero scettico, il merito in tal senso è stato proprio di Luigi che ha spinto in quella direzione).
E qualche risultato lo abbiamo avuto, modesto, ma lo abbiamo avuto: interviste al sottoscritto e lanci di agenzie di stampa (AdnKronos), partecipazione a trasmissioni radiofoniche (Rai Radio 1 Maurizio Costanzo), pubblicazione di nostre lettere sul Venerdì di Repubblica, convegni e presentazioni di libri a cui il sottoscritto è stato invitato proprio in quanto fondatore del Movimento. .
Il sito sta crescendo in numero di visite e visitatori e avrete senz’altro tutti/e notato che sono sempre più diversi e numerosi coloro che intervengono.
Mi pare di potere dire, con un moderato ottimismo, che stanno maturando i tempi e le condizioni per una nostra riunione nazionale, che cercheremo di accompagnare con una conferenza stampa.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Carissimo giovane Anonimo, cominciamo col dire che da questo momento in poi non sei più solo. Hai un punto di riferimento, un gruppo di uomini in carne ed ossa che possono supportarti e che sono solidali con te. Mi metto personalmente a disposizione per quelle che sono le mie modeste capacità e possibilità. Se vuoi puoi naturalmente scriverci sulla posta del sito, restando, se vuoi, in anonimato, così potremmo approfondire meglio la questione. Se preferisci possiamo anche parlarne telefonicamente, come è già avvenuto in tante altre occasioni con altri amici che sono intervenuti nel nostro blog oppure ci hanno scritto. Laddove poi ne avvertissi la necessità, non avrei nessun problema nel raggiungerti di persona dovunque tu risieda. Se hai bisogno di un aiuto per parlarne con i tuoi genitori o per prendere dei contatti di qualsiasi genere, fatti vivo, e faremo tutto quello che è possibile fare.
E’ fondamentale che tutti gli uomini che frequentano questo sito sappiano che possono trovarvi una solidarietà concreta e non solo formale.
Dobbiamo cominciare a fare un salto di qualità, anche e soprattutto da questo punto di vista.
Nessuno deve sentirsi più solo. Nessuno deve essere abbandonato.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Studente anonimo, com’è già stato detto da qualcuno, non sei solo!
Sono uno studente anch’io, quindi puoi aggiungermi all’elenco virtuale, tra tutti quei uomini che combattono il femminismo! Scherzo! XD
Non so se qualcuno ti ha già dato un tale consiglio, ma lo faccio lo stesso io.
Qui – http://antifeminist2.altervista.org/volantino-antifemminista-t208.html
trovi un manifesto antifemminista, cioè:
http://antifeminist.altervista.org/volantino-jpeg.jpg
http://antifeminist.altervista.org/volantino-gif.gif
http://antifeminist.altervista.org/volantino-bmp.bmp
Quello puoi diffonderlo, in genere dapertutto dove c’è gente che legge, anche nella scuola. Puoi lasciarli anche nelle biblioteche se hai voglia. Insomma, con un po’ di fantasia ci riuscirai. Poi comprenderai la soddisfazione di poter svegliare qualcuno.
E’ ovvio che forse all’inizio ti senrirai solo, senza forse … ma poi, fidati vedrai che ci saranno di più uomini a combattere ciò che consideri ingiusto, ma anche donne! 😉
Jan
Jan(Quota) (Replica)
Mi ero fermata alla lettura del commento di Bryan .Susami non conosco la tua età anagrafica ma le tue parole sono scoraggianti per chi ti legge.Hai già chinato la testa sul ceppo?.Forse sarà questo il tuo percorso,ma per favore trasmetti a questi ragazzi/e e non solo il desiderio di combattere,la voglia di cambiare. Grazie.Per il resto sono d’accordo con tutti gli altri interventi ,e condordo in pieno con Roberto Micarelli.
paola conforti(Quota) (Replica)
Ho notato che di questi tempi, quando si tratta di gestire dinamiche sessuali tra minori, dinamiche che hanno assunto malauguratamente caratteri di estrema gravità e sfociate in soprusi, violenze o stupri, spesso non si trova niente di meglio che ispirarsi alla ideologia di guerra antimaschile che è ormai diventato il femminismo reale detto anche femdomismo: ne nascono bollettini di operazioni di guerra, ma tra generi, e in età minorenne, sparati sui tiggì e nei giornali nazionali, con linguaggio violento, con tanto di esibizione compiaciuta dei numeri di guerra dei nemici, i minori, magari in “branco”, catturati e buttati in carcere. Trofei di guerra degli adulti? Poi, come talvolta succede, si vedrà davvero che cosa è accaduto in realtà. In altre parole la messa in scena di minori rovinati per sempre, naturalmente maschi. E’ il “romanzo di formazione” primitivo, allarmistico, violento e assai poco responsabile, attualmente offerto ai giovanissimi perchè “così imparano”. Ma siamo certi che quando si è giovanissimi, alla soglia delle prime esperienze di sesso, si impara qualcosa così? Quando, per esempio, i medesimi in tenera età vengono fatti volare dalla finestra o ficcati magari in lavatrice o altro, allora per le responsabili il codice usato dai media, è diverso e certamente non di guerra. Il che è sacrosanto: si educa e si a riconscere il male e in particolare il male commesso in ben altro modo. Ma allora, è forse meno grave ammazzare un figlio? o le responsabili dell’omicidio hanno semplicemente la fortuna di non essere considerate parte del “campo nemico”?
cesare(Quota) (Replica)
Quanto accaduto all’anonimo studente succede in quasi tutte le scuole superiori e in tutte le università da almeno 25-30 anni. Oggi la situazione è ancora più grave perchè anche i libri di scuola, soprattutto quelli delle materie umanistiche, sono intrisi di cultura femminista. Basta sfogliarne uno a caso per rendersene conto. Nessuno oramai ci fa più caso perchè questa vulgata è quella dominante, la diamo per scontata e naturale. questa è la situazione attuale. Sinceramente sotto questo profilo non credo sia un grande dramma essere vicino agli -anta. La “rieducazione” inizia da giovani.
Alessandro(Quota) (Replica)
Il principale vantaggio del web sta nella comunicazione in tempo quasi-reale e de-localizzata, la velocità d’interconnessione tra entità altrimenti distanti. I tempi e gli sforzi necessari per operare la comunicazione sono sempre stati fonte di virtù impegno e crescita soggettiva e collettiva. La forma stessa del messaggio è fortemente influenzata da ciò. Nell’antichità, quando si usava la staffetta di messaggeri a cavallo, e per l’andata e ritorno servivano interi giorni, era cruciale un livello di sintesi e completezza non richiesto nell’odierna tecnologia, dove è possibile, a fronte di una variazione o un ripensamento, telefonare di nuovo all’interessato per trasferirgli in pochi istanti l’errata.
Il web è un telefono al cubo, perché coinvolgendo la vista e la scrittura, oltre che l’udito, pone il soggetto in una pseudo realtà multi-sensoriale del tutto simile a quella potentissima introdotta dal cinema nell’ambito dei linguaggi di espressione artistica.
Questo è il suo pregio e il suo limite. L’azione politica è compiuta e si compie con maggiore facilità e incisività se la comunicazione impone l’adozione di comportamenti e prassi di non facile e immediato ottenimento. Ad esempio, la necessaria divisione di un movimento in gruppi geograficamente divisi, ma che sviluppano separatamente e in parallelo le stesse tematiche, e che producono multi-sintesi che una volta messe a confronto, accelerano il processo di apprendimento, analisi, proposta.
Io sono giunto a credere paradossalmente che se non fosse esistito il web, la questione maschile sarebbe socialmente rappresentata più di quanto non lo sia oggi.
Ovvio che sono un eretico e mi remo contro essendo io stesso uno che si procura il pane da informatico.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
L’azione politica compiuta, non limitata all’elaborazione intellettuale ma estesa al confronto tra persone reali, non potrà mai essere totalmente virtualizzata. Tuttavia riferendomi a quanto scritto prima, cioè al processo della localizzazione e dello sviluppo parallelo delle idee, anche il web, nel suo essere virtuale, può offrire una sua soluzione.
Ciò che avviene nei vari spazi, siti, blog, forum, che si occupano di qm, è una simulazione di divisione geografica. Lì la divisione non è imposta da una distanza di posizioni bensì da una distanza spaziale, qui abbiamo il contrario. Non c’è più lontananza nel tempo comunicativo bensì nella visione delle cose.
La matrice è simile. E’ utile a questo punto sottolineare una cosa ovvia: stiamo tutti parlando di questione maschile.
Il circolo virtuoso multi-sintesi/confronto è riproducibile nella modernità sostituendo la necessità di ricongiunzione spaziale, con la necessità di ricongiunzione ideologica.
Per questo considero così utile, chi mi conosce lo sa, la creazione di uno spazio virtuale di confronto tra le varie anime quemmiste, tra i rispettivi portati umani, idealistici e informativi.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Quello che ho appena detto potrebbe essere mal interpretato come sempliciotta pretesa di dismissione delle ontologie, in un collasso tecnocentrico. Ritengo che sia invece il contrario.
Il nucleo della nostra mozione intellettuale è la riflessione sulla condizione maschile nell’oggi e la pretesa che essa sia, comunque integrata e integrabile in ogni realtà partitica, sindacale, istituzionale, culturale, sociale.
Questo avverrà portando specifiche rivendicazioni nel mondo reale, da esse si avrà il ritorno, il feedback, nei diversi schieramenti, nelle diverse partizioni, in termini di necessità di interpretazione e risposta politica. La riflessione interna sarà valorizzata e recuperata.
Temo che Vendola, e vorrei essere smentito, non integrerà la denuncia quemmista nel partito, fino a quando questa non gli sarà socialmente posta.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
“Temo che Vendola, e vorrei essere smentito, non integrerà la denuncia quemmista nel partito, fino a quando questa non gli sarà socialmente posta”. (Roberto Micarelli)
Sono ovviamente d’accordo. Vendola (come qualsiasi altro leader politico) non farà mai propria la QM (a parte il fatto che non è nelle sue corde sotto tutti i punti di vista…) se non ci sarà un movimento reale talmente potente da imporgliela. Ma a quel punto, molto probabilmente se non certamente, non sarebbe neanche più lui il leader del suo partito, così come quest’ultimo sarebbe un’altra cosa rispetto a quello che è oggi (per me ben poca cosa…).
Per quanto riguarda la questione dell’uscita dal web da parte del movimento maschile, che è quella che sostanzialmente e giustamente poni, sai benissimo che da sempre sono impegnato in tal senso e fin da subito ho scelto di espormi in prima persona, mettendoci nome, cognome, faccia e reputazione personale. Aggiungo che sono assolutamente convinto della necessità della costruzione di un movimento reale in grado di agire concretamente nella realtà, ma sono anche consapevole delle difficoltà che ci sono in tal senso. Basti pensare che a tutt’oggi, a distanza di molti anni, ci sono tanti uomini, militanti o simpatizzanti del Momas, che ancora non sono usciti allo scoperto e continuano a firmarsi con uno pseudonimo quando pubblicano un commento su questo o quel blog. Alcuni fra loro hanno impiegato altrettanto tempo per arrivare a prendere la decisione di palesarsi.
Anche e soprattutto coloro che condividono la nostra battaglia, nel momento in cui vengono sollecitati ad uscire allo scoperto e ad assumere un impegno concreto, fanno non uno ma cento passi indietro. Anzi, bisogna stare attenti a forzare troppo la mano, perché a quel punto c’è anche il rischio concreto di perderli. E potrei portarti numerosi esempi, purtroppo (non ultima una nostra recentissima e molto significativa in tal senso, esperienza su face book), ma preferisco non farlo perché non voglio sparare sulla croce rossa (cioè in questo caso su di noi…).
Ciò che voglio dire è che dobbiamo fare attenzione nel calibrare la nostra iniziativa (e chi parla è uno esposto al 100%) perché le fughe in avanti non servono a niente e a nessuno e in questi casi i generali rischiano di rimanere senza esercito. Figuriamoci noi che l’esercito neanche lo abbiamo…
La realtà ci dice quindi che dovremo lavorare sul lungo e lunghissimo periodo ancora molto, nel profondo e tra le pieghe del tessuto maschile, cercando di fare di tutto per uscire allo scoperto quando ci è possibile e quando se ne presentano le occasioni.
Questo è il compito che siamo chiamati ad assolvere. State pur tranquilli che, per parte mia, farò quanto è nelle mie possibilità per accelerare questo processo e possibilmente farlo esplodere. Però, proprio perché questo è l’obiettivo, dobbiamo agire con intelligenza, cautela e razionalità.
Fabrizio.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
comunque ,per quanto riguarda la nascita di movimenti maschili ,al di fuori del web , ho letto che lunedì 19 marzo ,dovrebbe nascere il momas ,l’ho letto sul forum di uomini3000
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/movimento-maschile-italiano/
se vengono fuori movimenti maschili ,anche allo scoperto ,forse vuol dire che la sitazione era davvero critica
mauro recher(Quota) (Replica)
No, Mauro, facciamo attenzione.
Il 19 marzo non nasce il Momas, che già esiste ed è quello che conosciamo in tutte le sue diverse articolazioni passate e presenti, cioè U3000, Maschi Selvatici, Uomini Beta e altri. Nasce un nuovo movimento maschile, su iniziativa di due esponenti del Momas, cioè Carlo Zijno e soprattutto Vincenzo Spavone, Presidente della Gesef , nonché uno dei leader, forse il più autorevole, per quanto mi riguarda (ma non voglio far torto a nessuno) del Movimento dei Padri Separati.
Faccio naturalmente i migliori auguri al nascente Movimento di cui personalmente non condivido (o solo in parte) la strategia, la filosofia e gli orizzonti culturali, per lo meno stando alla prima bozza del Manifesto fondativo e alla conoscenza personale delle posizioni dei due fondatori (soprattutto Carlo Zijno).
E condivido ancor meno sia il metodo che le modalità della sua nascita. E’ infatti decisamente scorretto affermare che “nasce il Movimento Maschile”, quando in realtà si tratta di una iniziativa del tutto unilaterale da parte di due persone. E’ancora più scorretto arrogarsi il diritto di autodefinirsi “Movimento Maschile”, come se gli altri fino ad oggi avessero scherzato, e appropriarsi a mio parere indebitamente di un nome che è anche un simbolo. Non parlo naturalmente solo per me o per gli aderenti a Uomini Beta, ma per tutti gli altri militanti e simpatizzanti del Momas, indipendentemente da come si posizioneranno nei confronti di questo nuovo nascente movimento.
Si tratta di una evidente iniziativa personale e unilaterale tesa a forzare la mano alle cose, ad arrivare ad una sorta di dato di fatto. Tutto ciò è anche scorretto da un punto di vista politico. Se avessero deciso di dar vita ad un movimento con una propria linea politica e un proprio orizzonte valoriale specifico, non avrei avuto nulla da dire, sia chiaro. Anzi, avrei accolto con entusiasmo la cosa.
Ma in questo modo i promotori di questa iniziativa si autoproclamano formalmente e di fatto come il “Movimento Maschile Italiano”. Il che, come sappiamo, non è oggettivamente vero. So per certo, ad esempio, che con Carlo Zijno siamo su posizioni completamente diverse, direi inconciliabili. Non si vede allora come sia possibile che il sottoscritto possa essere o sentirsi rappresentato da qualcuno che una bella mattina si alza e decide di dar vita al Movimento Maschile…
Non scherziamo e continuiamo a lavorare…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Io sono meno drastico di Fabrizio e personalmente mi riservo di esprime un giudizio solo dopo che avrò visto e toccato con mano la natura del MMI di Zijno e Spavone. Parteciperò anche lì perché se si rivelerà un contenitore di attivismi, cosa che dovrebbe essere nelle corde di Spavone, è ciò che mi auspico da tempo. Se invece si rivelerà una lettura di parte della questione, allora sì, converrò col giudizio di Fabrizio. Sono romano ed è un’occasione per uscire dal web, incontrarci, organizzare. Una pratica e un allenamento per quello che verrà.
Concordo con ciò che dice Fabrizio a proposito dei rischi che comporta il calcare la mano precocemente, che potrebbe rivelarsi controproducente, ma ritengo che la situazione sia grave abbastanza, basta leggere la testimonianza all’origine di questo topic, da giustificare almeno un tentativo di questo tipo.
Io mi sto sforzando di mantenere una linea molto pragmatica, e lo faccio in buona fede perché credo che questo possa giovare alla causa.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Del resto quando provammo ad andare in piazza in quattro gatti, nel novembre 2007, insieme a Spavone e Tomaselli, per me fu un’esperienza forte, un banco di prova delle proprie idee che si deve fare, totalmente diverso dall’opinionismo e controinformazione via web.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ho sottoposto il caso di questo ragazzo ad Adiantum, mi rispondono che il fatto descritto non è legale e che andrebbe segnalato con un esposto al Ministero dell’Istruzione.
Ma non abbiamo alcun indizio sull’origine e veridicità della cosa, o sbaglio? Qualcuno può interessarsi di chiedere a Icarus?
Rob
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
infatti ,Fabrizio ,ho voluto segnalarlo ,perchè ne volevo sapere di più ..sul forum di uomini3000 erano abbastanza vaghi … comunque aspettiamo ,non si sa mai che si riveli una lieta sorpresa ,vedremo …
mauro recher(Quota) (Replica)
Sulla “nascita del Momas”
Mia email inviata in listina “newmomas”
****
L’uscita dal mondo virtuale e l’ingresso in quello reale è
benvenuta.
Il primo sta evidentemente mostrando i suoi limiti, almeno per quanto attiene alla QM. Dopo ben oltre 10 anni di virtualità sterile (almeno apparentemente) diventa ragionevole pensare che forse valgono di più 100 manifesti nel reale che 10000 post nel virtuale.
Dunque l’avvio di un iniziativa che prescinda dal web è
benvenuta: facciamo voti che abbia successo.
Tuttavia ho una osservazione da fare, la stessa esposta da F. Marchi sul sito del MUB.
La formula “Movimento maschile” ha sin qui indicato tutte le esperienze passate e presenti dei gruppi e dei “cani sciolti” scesi in campo sulla QM (in senso largo). Nessuno ne ha mai definito i confini, ma io – forse diversamente da altri, non lo so – vi includevo anche le associazioni dei separati o collaterali (come Falsi Abusi ad es.) Una galassia diversificata composta da entità non necessariamente in contatto, ma cmq esistenti.
La nuova iniziativa dovrebbe dunque arricchirne le componenti, essere un nuovo soggetto del movimento. Trovo perciò spiazzante il fatto che in quanto parte
assuma il nome del tutto.
Le istanze e i singoli attivisti che non aderiscono al nascente “Momas” continuano cmq a far parte di quella galassia: come li denomineremo nel
loro insieme?
Questo è il solo appunto che mi sento di fare.
Per il resto plaudo all’iniziativa augurandomi che riesca davvero e finalmente a bucare quel diaframma che sin qui ha relegato la QM nel mondo virtuale.
(Ed è cmq vero che l’azione nel reale, tra il pubblico, produce sensazioni ben diverse da quelle che si provano alla tastiera).
L’esperienza e l’energia di uno come Vincenzo possono risultare decisivi.
Sarebbe un fatto storico.
A tal fine invio “pensieri positivi” dai miei 600 km di
distanza.
Rn
***
RDV
Rino(Quota) (Replica)
@ Roberto Micarelli
Ho postato il mio intervento anche sul blog di Icarus
http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2012/03/festa-della-donna-un-falso-storico.html
Icarus cosi mi ha risposto: “Ciao Luigi, pubblico volentieri il tuo appello. Spero che si faccia vivo di nuovo questo ragazzo, siccome il sistema blogger non prevede l’ utilizzo della email per postare i commenti, non posso contattarlo. Al di là di tutto, comunque, è già qualcosa che abbia trovato un punto di riferimento al di fuori del coro della massa per informarsi a riguardo di questione di “genere”.
Speriamo comunque che si rifaccia vivo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Questo è il solo appunto che mi sento di fare”. (Rino)
Bè, non è un punto da niente, però, caro Rino…Poi è ovvio che nessuno vuole né tanto meno ha interesse a calcare la mano, sia chiaro, però, insomma, né, ci siamo capiti….
Una sola cosa voglio però ribadire, onde evitare fraintendimenti. Sembra quasi, da come è stata posta la cosa dai fondatori del “nuovo momas”, o dell’MMI, che ci sia una parte del Movimento Maschile che vuole rimanere nel web e un’ altra che invece ha deciso di uscirne per operare nella realtà.
Le cose non stanno così, evidentemente, e se qualcuno, in linea del tutto ipotetica, le volesse mettere così, non sarebbe in buona fede. Personalmente ho sempre fatto e faccio di tutto, come ben sapete, per uscire dalla rete, non è certo una novità. Ma questo non riguarda solo il sottoscritto, sia chiaro. Tutti i militanti del Momas sono da sempre impegnati (mi riferisco naturalmente a coloro che si sono da tempo esposti pubblicamente) per cercare di dare il massimo di visibilità alla QM e al Momas, SOPRATTUTTO FUORI dalla rete. Purtroppo non siamo noi a dettare l’agenda della comunicazione, altrimenti, se fosse per noi, saremmo un giorno sì e l’altro pure in televisione, in radio e sui giornali. Peraltro, dobbiamo essere onesti, non si vede per quale ragione i media dovrebbero dare spazio a un movimento che, come il nostro nel caso specifico, si pone in una posizione radicalmente critica nei confronti del sistema di cui essi stessi sono portavoce e altoparlanti al contempo. Io, al loro posto, farei esattamente lo stesso. Ma questo è un altro discorso.
Evitiamo dunque di cadere in un qui pro quo del tutto fasullo che non ha ragione di essere. Piuttosto, si presuppone che un movimento nascente abbia una sua peculiarità e specificità, altrimenti non avrebbe neanche senso fondarlo. Su questo ci confronteremo e ci misureremo, se ce ne sarà l’occasione e l’opportunità, come è giusto che sia. Resta il fatto che personalmente, sono venuto a sapere di questa iniziativa del tutto casualmente, e credo che sia così anche per molti altri militanti e attivisti “quemmisti”.
Ciò detto, una volta esplicitate le mie perplessità sia sul metodo che sulla forma, e chiarita la inesistente questione web/realtà esterna (che non sussiste, come ho appunto spiegato), faccio i miei migliori e non formali auguri all’MMI (che non è il Momas) e ai suoi fondatori di riuscire negli obiettivi che si sono prefissi.
Verificheremo inoltre nel tempo se si creeranno le condizioni per una collaborazione fattiva, come quella che d’altronde già abbiamo, credo anche reciprocamente proficua, con i MS.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Fabrizio
La mia interpretazione, personale, non essendo tra i fondatori del MMI, è che lo vedo come un centro di coordinamento di azioni congiunte in cui ognuno possa partecipare sotto l’egida della propria bandiera. E’ proprio perché so che anche tu e altri sentono l’esigenza di agire nel mondo reale, che ritengo importante la proposta di Zijno e Spavone. Quando ci saranno i numeri per andare da soli, si andrà da soli, ma oggi questi numeri ci sono solo unendo le forze, e considero di primaria importanza iniziare subito perché gli eventi lo impongono. Sono assolutamente pragmatico; capisco, condivido in larga parte, le tue obiezioni, ma sento un dovere impellente che mi spinge. Sia chiaro: se e solo se sarà quello che ho qui descritto. Io chiederò che ognuno possa partecipare palesando il proprio credo, se e quando vorrà partecipare a specifiche iniziative.
@ Luigi
Grazie.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Caro Roberto, per quanto tu possa sforzarti in tal senso, questo nuovo movimento non nasce con una vocazione unitaria, sono i fatti che lo dicono, non è un’opinione personale.
Io non condivido pressoché nulla di “Ragioni Maschili”, ma non ho avuto nulla da dire quando il suo fondatore ha deciso di dargli vita. Anzi, ricordo che espressi un parere favorevole perché in questo modo molti simpatizzanti del Momas collocati, diciamo così, su posizioni cattolico-liberali di destra (sottolineo di destra, perché ci sono anche i cattolici e i liberali di sinistra, come sappiamo) e con una interpretazione ipertradizionalista della QM (cultura in opposizione alla natura, ben separate e distinte, mondo occidentale libero e liberale minacciato dall’ingegneria socio-culturale femminista egualitaria di derivazione comunista), avrebbero avuto una sponda, un approdo vicino se non del tutto in linea con le loro posizioni. Che io considero a dir poco anticaglie da mercatino dell’usato (dove spesso si trovano anche pezzi pregiati, sia chiaro), ma questo è un altro discorso…
Il suo fondatore non ha avuto la pretesa e la presunzione di fondare il Momas, con il metodo e l’atteggiamento di chi dice “Fino ad ora abbiamo scherzato, ora nasce il Movimento Maschile che siamo noi, chi vuole starci ci stia altrimenti arrivederci e grazie, noi andiamo per la nostra strada”. Si è limitato a fondare un nuovo movimento, con la sua specificità e il suo orizzonte valoriale, e molto spesso, quando su questi lidi approdano uomini con quel tipo di impostazione culturale politica, sono io stesso a segnalargli quel blog.
Carlo e Vincenzo non hanno fatto questo tipo di operazione che, ripeto, in tal caso, sarebbe stata del tutto legittima e anche auspicabile. Hanno fatto una cosa completamente diversa sulla quale non ritorno perché l’ho già spiegata più volte e non voglio tornarci sopra.
Ciò detto, cosa fatta capo a, come si suol dire. Non è che ora possiamo stare a discutere per l’eternità di questa vicenda.
Può darsi che le capacità, il valore e l’esperienza indiscusse di Carlo e soprattutto di Vincenzo si rivelino tali da far fare al loro (sottolineo, il loro) Movimento quel salto che fino ad ora non è riuscito di fare agli altri. E in quel caso saremo tutti felici perché, forse, questo sarà di aiuto per tutto il Movimento maschile.
Per cui, come ho già detto tante volte, chi avrà più filo da tessere, lo tesserà, e va benissimo così. A patto però di non avere la pretesa di parlare (anche) in mio nome, semplicemente perché così non è. Punto.
Credo che la questione possa tranquillamente chiudersi qui.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sul Momas stiamo a vedere. Concordo sul fatto che chiamarsi Mo. Maschile italiano suona male rispetto ai movimenti già da anni esistenti. Nondimeno il manifesto fondativo mi piace per quello che esprime. La mia riserva sul nome verte sulla somiglianza, diciamo così, con quello che è accaduto fra le associazioni dei padri separati che si sono combattute per tanto tempo, esplicitamente o peggio in modo trasversale, alla ricerca ognuna della primazia. Vincenzo, certamente, non mi sembra si sia reso responsabile di quanto sopra, ma insomma poteva essere scelto un nome meno “compromettente”. In ogni casi vedremo come CArlo e Voncenzo si muoveranno e lo spirito con cui lo faranno.
armando
armando(Quota) (Replica)
Anche e soprattutto coloro che condividono la nostra battaglia, nel momento in cui vengono sollecitati ad uscire allo scoperto e ad assumere un impegno concreto, fanno non uno ma cento passi indietro.
(Fabrizio Marchi)
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Io credo che alla base ci sia la vergogna, nonché la consapevolezza che non troveranno alcuna solidarietà dall’uomo medio, tantomeno dalle donne.
Anche per me, che non faccio parte dei “pionieri”, è così. Voglio dire: il problema è che non esiste una solidarietà maschile; fra uomini non c’è una condivisione reale di tali problematiche ed esperienze, perciò diventa difficilissimo far comprendere loro certe problematiche, senza essere derisi, sbeffeggiati, presi per il culo. Perciò, uno pensa:”Ma chi me lo fa fare?”.
Inoltre, di norma, i problemi dell’uomo comune sono altri: il lavoro, la precarietà, la disoccupazione, la cassa integrazione, i soldi che non bastano mai, ecc, ma non la “guerra dei sessi” e il femminismo, di cui non sanno praticamente nulla.
Con questo non sto asserendo che non sia giusta tale battaglia; sto solo evidenziando che si tratta di una missione quasi impossibile. Tutto qua.
claudio(Quota) (Replica)
@ Claudio. Non sono d’accordo e quelle che sto per scrivere sono considerazioni che prescindono totalmente dal MMI di Zijno-Spavone. Il mal di pancia aumenta e si sposta sempre di più nell’area sociale moderata. In piazza non va portato l’antifemminismo astratto, la misoginia (che poi mi sembra che in fin fine da queste parti di misogini non ce ne siano), ma la battaglia, per fare un esempio, contro l’aggiunta del cognome del nuovo marito di lei a quello paterno originario. Se chiedi in giro, senza nemmeno considerare i cattolici, sono quasi tutti molto ma molto scettici. Saper catturare quel dissenso già da oggi, iniziare a farlo, è un nostro dovere; pensiamo che allo stato attuale tutta quest’area di opinione non è laicamente rappresentata, e ci troviamo in un deficit rappresentativo-democratico grave, inaccettabile e soprattutto, indifendibile. Simile a quel deficit evidenziato quando durante la campagna sul referendum fivet, la polemica si trasformò in una contrapposizione Stato/Chiesa, perché nello Stato stesso non esisteva alcun contraddittorio di ordine laico, su quelle specifiche tematiche: mancava infatti totalmente la nostra voce e quella dei padri, nell’ambito di un dibattito pre-tecnocratico (anzi tecno-lesbico) dove la riproduzione umana era già un fatto inerente la categoria madre-figlio-stato (stato-padre in eclissi del padre).
Anche noi pochi che inziammo, io credo di fare parte dei primi dieci o venti, quasi quindici anni fa a scrivere nel web, eravamo sistematicamente derisi e diffamati. Io scelsi una linea, quella in cui credevo e mi pareva giusta, e iniziai a difenderla con tutte le forze. Oggi possiamo ricevere critiche anche aspre, ma nessuno ci dice più che siamo portatori di istanze insignificanti.
Qualcuno deve iniziare, anche prendendosi dei fischi. Se non lo facciamo noi chi mai dovrebbe farlo?
Farlo in associazione con gli altri,soprattutto in questa fase, serve proprio a prenderci meno fischi.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto: concordo sull’analisi. Il fatto è che su certi importantissimi argomenti come la fivet, opinioni non cattoliche e non allineate al mainstream sono rare come mosche bianche. Il che indica:
1) Sottovalutazione estrema della portata dei problemi. All’epoca del referendum assistetti a più di un dibattito nelle Case del Popolo. Ebbene, mentre le donne erano ovviamente pro fivet e proreferendum abrogativo per specifiche ragioni di genere (soliti argomenti quali controllo del corpo femminile, libertà etc), gli uomini (di sx) erano anch’essi sulle stesse posizioni ma non s’interessavano al contenuto della legge. Importava solo che poteva essere uno strumento contro il governo Berlusconi. Una visione penosa e davvero scoraggiante.
2) Subordinazione culturale al mainstream. Qualunque cosa odori di laicità va bene, purchè sia contraria alla Chiesa vista come la fucina di ogni oscurantismo.
Credo che la conquista di maschi non credenti a certe battaglie, fatta non con argomenti religiosi o peggio confessionali, ma laicamente razionali e fondati su alcune evidenze che pure esistono e sono chiare (ad esempio, la sete di conoscere le proprie origini e quindi il proprio padre biologico da parte dei figli in provetta, oppure il sottile squilibrio psicologico che nel tempo si produce in una coppia che ha scelto l’eterologa), è di cruciale importanza: Credo sia cruciale il saldarsi su questi argomenti di una opinione pubblica trasversale fra credenti e non, che rompa quella contrapposizione sviante e falsa.
armando
armando(Quota) (Replica)
class action ecco cos’è. ci sono i margini per poter agire contro sta psicopatica docente. quanto a voi, per poter far cambiare modo di pensare delle vostre amichette, dovete dare rispetto ed esigere rispetto, ASSOLUTAMENTE non fatevi mettere le mani addosso, sia fisicamente che verbalmente. se lo fa qualcuna digli ABBASSA LA MANI BESTIA vdrai che si vergogna e non lo farà piu’, senza rispetto non si va avanti e non si è considerati,
mauro(Quota) (Replica)
Mentre stavo sull’autobus poco fa è entrata una scolaresca: bambini che avranno avuto sui 10 anni, c’erano dei posti a sedere ed alcuni di loro esclamano: mettiamoci seduti, un ragazzino di sesso maschile dice: prima le femminucce, una bambina sua compagna di scuola, seduta gli risponde (col sorriso): femmine, prego, non femminucce
Leonardo(Quota) (Replica)
Se il ragazzino le avesse risposto “allora non avete diritto di precedenza”, avrebbe dimostrato di aver capito il nocciolo del problema.
armando
armando(Quota) (Replica)
mettiamoci seduti, un ragazzino di sesso maschile dice: prima le femminucce, [Leonardo]
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Il fatto è che ancora oggi, esattamente come trenta o quarant’anni fa, e contrariamente a quanto si vorrebbe far credere, i maschi vengono “addestrati” a fare i “cavalieri” dagli adulti e in primis dalle madri.
Sostanzialmente vengono rimbecilliti già da piccoli, nonostante a scuola, in famiglia, nella società, non si faccia altro che parlare di “parità”.
L’amara realtà è quella che già in passato, e in numerose occasioni, è stata evidenziata da molti: ovvero che i maschi (in genere) sono psicologicamente, emotivamente e sessualmente subordinati alle femmine.
Io stesso, da ragazzo, l’ho sperimentata quella subordinazione e mi ci sono voluti anni per liberarmene; perlomeno in larghissima parte.
Scrivo in “larghissima parte” perché dal punto di visto sessuale non ci sono mai riuscito, né mai ci riuscirò, benché all’alba dei quaranta la mia “fame sessuale” non sia più quella dei venti o dei trent’anni.
Questo per motivi soprattutto psicologici, piuttosto che ormonali, perché, per quanto mi riguarda, ormai la donna media mi annoia profondamente.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Altro racconto quotidiano: sono andato in uno dei rivenditori di dvd in cui vado spesso, e dove c’è il reparto porno (al quale non incremento le vendite) . Chiacchierando il rivenditore mi ha detto che vendere quel genere di “film” aiuta molto nei guadagni e durante la discussione ha concluso dicendo: siamo tutti “pipparoli” ( testuale e che significa che tutti si masturbano), a tutte le età. Lo stesso che una volta mi disse: le donne sono come noi (?)
Ecco: viviamo in un mondo di masturbatori professionisti e non so fin quanto convinti, visto che come maschi sono pentiti. malgrado ciò in giro non si fa altro che celebrare le donne e raccontare fesserie sessuali.
Chi si sposa lo fa solo per mettere su famiglia, il resto è noia (per parafrasare un celebre cantante-play boy romano) ossia: daje de manovelle!
Questo è anche femminismo: essere prepotente nel raccontare conquiste sessuali femminili a discapito di chi è più timido ed incrementare il potere femminile.
Leonardo(Quota) (Replica)
@ Lo stesso che una volta mi disse: le donne sono come noi (?)
@@@@
Beh, è uno degli innumerevoli fessi che popolano l’Italia (e non solo).
“Le donne sono come noi”…??!!??
La stupidità maschile fa veramente “paura”.
Marco(Quota) (Replica)
Ok non saprei con quale tema ha più attinenza, per cui spostatelo dove volete.. ho cercato “celebrazione della donna” e mi è uscito questo contributo per cui lo scrivo qui.
Oggi aprendo gugol, nel suo consueto doodle si celebra Maria Gaetana Agnesi nel “296 anniversario della nascita”. Allora a parte la stranezza di festeggiare il 296 anniversario per una persona celebre (di solito si festeggiano gli anniversari tondi, ma vabbè, soprassediamo sulla stranezza), leggo nel rimando a Wikipedia che Maria Gaetana Agnesi è stata una matematica importante (la conoscevo di fama). Sapevo anche che il padre l’aveva fatta studiare nonostante fosse donna perché aveva manifestato un’intelligenza brillante (alla faccia di chi rimpiange i talenti sprecati di milioni e milioni di donne-genio sacrificate sull’altare dell’istruzione esclusivamente maschile). Tra l’altro Wiki parla di 21 figli e sembrerebbe che solo il primogenito fosse destinato all’istruzione. Apprendo anche che aveva una sorella compositrice (sicuramente non primogenita e sicuramente non maschio che, per deduzione logica, da qualche parte avrà imparato a comporre…). Quel che non sapevo è che giunta all’età di 21 anni chiese al padre di entrare in convento e che chiese di rimanere in casa a prendersi cura del padre. Dopo la morte del padre continuò a prendersi cura di infermi e malati, tanto che è ricordata come “matematica e benefattrice”. Dunque, sicuramente era versata in matematica, sicuramente il padre la incoraggiava negli studi, sicuramente però a un certo punto lei pone la condizione di non fare vita mondana e di occuparsi di cura ed accoglienza e forse anche di spiritualità visto che una delle sue condizioni è quella di “recarsi in Chiesa quando più le aggradasse”
A me più che il ritratto della donna eccellente che è riuscita ad imporsi in un campo maschile nonostante le opposizioni e gli ostacoli sembra il ritratto di una donna eccellente che aveva un’intelligenza non certo mortificata ma che aveva altre inclinazioni che l’hanno portata verso scelte diverse
Rita(Quota) (Replica)
Mi sono dimenticata di aggiungere che, di norma, gli viene attribuita la scoperta della curva versiera mentre lei ne ha solo fatto un’analisi in un trattato del 1748 “Istituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana” mentre la relativa equazione si trova già in un precedente scritto di Fermat. Quindi anche lo stereotipo della genialità femminile misconosciuta e dell’uomo che si attribuisce i meriti delle scoperte femminili qui sarebbe rovesciato..
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Cara Rita ,vallo a dirlo alla Zanardo che ,proprio oggi ,si è lamentata in un post nel suo gruppo, che le donne si sacrificano per aiutare i bisognosi ed non è giusto ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)