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Dunque le ragazze di Arcore sono “vittime”.
Come indennizzo dei “torti” che hanno subìto esigono (altro) denaro.
Si è compiuto il periplo del delirio. La pervesione totale di ogni regola minima del vivere civile, l’azzeramento beffardo di ogni misura di responsabilità con l’affermazione palese e incontrovertibile che le DD non sanno quello che fanno e non rispondono dei loro comportamenti. Come se fossero eterne minori o semplicemente minorate.
Come pensavano i maschilisti.
Non vado oltre.
26 Commenti
Delirio. Puro delirio che però entra nei tribunali e diventa giurisprudenza, diritto, legge delle Stato.
Questa ordinanza del Tribunale di Milano dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che ormai tutto è possibile, tutto può essere plasmabile, modificabile sulla base di presupposti puramente ideologici, anche e soprattutto il diritto. .
Se ci pensiamo bene questa scelta del Tribunale è l’applicazione sul piano giuridico delle posizioni politiche del Comitato “Se non ora quando” che è riuscito (gli è stato consentito) a trasformare le escort e le “olgettine” mantenute del premier in vittime del sistema (maschilista).
Da prostitute di “lusso”, consapevoli e consenzienti, a vittime.
Fantastico! Un capolavoro…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Davvero stupefacente! Ho il sospetto che a Berlusconi le festicciole ad Arcore costeranno assai più di quanto preventivato. Sono curioso anche di verificare quante ragazze si presenteranno parte civile al processo. Si sputa laddove si è ampiamente mangiato: questa sì che è serietà!
Comunque la sessualità è oramai un campo di battaglia: il femminismo ha capito che è strumento di potere come pochi e la vuole controllare pro domo sua. Altro che liberazione sessuale, qui stiamo scivolando lentamente verso un oscurantismo, verso una repressione della sessualità forse senza precedenti.
P.s:: ieri ho seguito il link di Mauro che portava verso quelle fanatiche di “Un altro genere di comunicazione” o come si chiama il loro sito. Ebbene queste hanno aggredito un fotografo colpevole di aver scattato qualche foto a modelle in abiti sexy. Apriti cielo! Egli ha attentato alla dignità di tutte le donne sulla faccia della terra! Si deve pentire di quanto commesso! Tra le pasionarie c’era anche l’onnipresente Annamaria Arlotta.
La risposta di costui è stata improntata al semplice buon senso: ha invitato le sue accusatrici a “sgasarsi” un pò, non essendo rappresentanti di un bel nulla e le ha invitate, e questo è davvero un passaggio divertentissimo nel loro diverbio, visto che hanno così a cuore i diritti “umani”, a recarsi quanto prima in una piazza di Mantova per portare aiuto a un ceco senza casa che spesso non sa dove trascorrere la notte. Eh sì, le nostre sono abilissime e velocissime a spedire e-mail al IAP, istituto per le pubblicità antissesiste, che tra l’altro immediatamente si attiva, ma in quanto a iniziative concrete di solidarietà sociale latitano un pò.
Fanatismo vs Buon senso.
Alessandro(Quota) (Replica)
sottoscrivo. Le opzioni sono due: o le donne sono capaci di intendere e di volere, e quindi responsabili dei loro comportamenti – di fronte a se stesse e alla legge – oppure sono incapaci. Sembra che le donne – anche le femministe – preferiscano la seconda.
dia(Quota) (Replica)
Aless.:
>>
…visto che hanno così a cuore i diritti “umani”, a recarsi quanto prima in una piazza di Mantova per portare aiuto…
>>
Leggevo ieri di quelle israeliane che si sono denudate (o quasi) in solidarietà con l’egiziana che fece altrettanto sul web.
Mai letto di israeliane che si siano denudate per denunciare il denudamento dei palestinesi nudi di terra, di sicurezza, di libertà, e del resto.
Puah…!
RDV
Rino(Quota) (Replica)
In effetti, pensare a quello stormo di vampire come a delle vittime fa scappar da ridere.
Tuttavia, sotto un profilo formale, se gli imputati sono accusati di sfruttamento delle prostituzione, le fanciulle in questione sono sfruttate e la cosa non fa una piega.
Diciamo che non sempre il diritto coincide con un senso comune di giustizia.
Speriamo che i giudici abbiano il buon senso di non liquidare alcun danno alle gentili signorine.
paolo(Quota) (Replica)
Sottoscrivo ovviamente anch’io: oltre al concetto dell’irresponsabilità e incapacità giuridica, viene anche sottolineato un’altro concetto – più volte criticato dal femminismo – quello dell’onorabilità:
“L’avvocato, insieme al collega Stefano Castrale ha sottolineato che obiettivo della costituzione di parte civile non è una questione di soldi, ma attiene alla onorabilità”. così dice l’avvocato delle due ragazze che si sono costituite parte civile.
La loro “onorabilità” di brave ragazze che non scendono a compromessi, l’hanno già ampiamente dimostrata denunciando il fatto.
E nei resoconti delle ragazze mi pare che emerga che le altre non erano altrettanto interessate alla loro onorabilità, visto che non hanno girato i tacchi e se ne sono andate non appena hanno capito la “piega” dell’invito. Ma comunque va salvaguardato il loro onore anche contro la loro volontà o le loro intenzioni.
Abbiamo risolto anche l’annosa questione che divide ancora oggi le femministe (vedasi le contestazioni alla manifestazione dello SNOQ su questo tema).
L’ “onore” è salvo.
Rita(Quota) (Replica)
vampire no, perché non dissanguano sprovveduti. Se dobbiamo considerarle responsabili, lo stesso vale per chi si fa “vampirizzare”.
Professioniste che si fanno i loro conti.
dia(Quota) (Replica)
e poi.. ora che mi sovviene
http://www.byoblu.com/post/2011/11/21/Il-branco-di-iene.aspx
la legge Merlin rendeva legale la prostituzione ma ne vietava lo sfruttamento e vietava pure l’adescamento
è troppo ardito pensare a
“quel branco di iene che si avventava intorno al ragionier Spinelli per strappare una bustarella da diverse migliaia di euro – l’equivalente di diversi mesi di lavoro per un impiegato comune –, dopo avere ingaggiato battaglie all’ultimo sangue per stabilire chi avrebbe avuto il privilegio di passare la notte con il sultano, ottenendo così ingaggi più sostanziosi e magari qualche particina in tv, come a “parti offese, in base alla tutela della libertà della persona umana”, ecco: sarò arcaico, ma confesso che mi rende perplesso”.
come colpevoli del reato di adescamento?
Rita(Quota) (Replica)
classico buonismo di sinistra: sei debole, o percepito come tale, per cui la bilancia della ragione pende dalla tua parte.
fulvioterzapi(Quota) (Replica)
Il buonismo (ipocrita) della sinistra italiana!!!
In questo Al2011 ha ragione al 100% riguardo all’eredità consegnataci da certo cattocomunismo. 😡
E la cosa si riverbera anche sulla QM.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
la nave affonda e i topi scappano e cercano di salvare la faccia ,e se è possibile ,anche i soldi ,che male non fanno ,anzi se fosse possibile guadagnare ancora qualcosa …
mauro recher(Quota) (Replica)
cocnordo pienamente con alessandro…i deliri fanatici estremisti e integralisti di quelle iperfanatiche ipersessiste malate di femminismo di UGDC sono uno peggio dell’altro…valli a leggere, un pò ti verrà da ridere 1 pò da piangere 1 pò da incazzarti 1 pò da indignarti per la cazzate deliranti contorte e malate e folli che scrivono…
giovanni(Quota) (Replica)
Non ci sono parole. Pur di criminalizzare i maschi, si preferisce ammettere, questa volta senza possibilità di arzigogolamenti, che le donne sono minus habens. Due i possibili scenari futuri.
a) La cosa procede sempre più velocemente verso la colpevolizzazione dei maschi qualunque cosa facciano o dicano, o non facciano o non dicano, quindi verso il loro (nostro) annichilimento. Ma non ne godranno affatto la grande maggioranza delle donne, quelle che dall’ammettere di essere minus habens credono di trarre vantaggi. Perchè minus habens saranno sempre considerate da chi tira i fili di queste cose, quelli e quelle che detengono il potere di decidere cosa e chi è morale, giusto o ingiusto. Conseguenza: saranno comunque messe sotto tutela. Viva la libertà!
b) I maschi riusciranno finalmente a scorgere la loro realtà, rovesceranno il tavolo e diranno stop piuttosto incazzati. Ma anche in questo caso coloro che accettano, pur di guadagnare qualcosa, di essere considerate minus habens, continueranno ad essere trattate da tali. E d’altronde, se sono loro stesse ad ammetterlo!
Viva la parità!
C’è da meditare su ciò che ci attende nel futuro prossimo venturo.
armando
armando(Quota) (Replica)
a loro dire la sessualità femminile verrebbe controllata…
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/11/19/il-controllo-della-sessualita-femminile/
giovanni(Quota) (Replica)
Sul sito de “il Fatto quotidiano” campeggiava oggi in bell’evidenza un articolo a firma Lidia Ravera, che annuncia il ritorno nelle piazze per l’11 dicembre del comitato “Se non ora quando”. L’articolo è al limite del demenziale, chi vuole leggerlo può ancora trovarlo disponibile nel sito. Addirittura la giornalista arriva a sostenere che le donne italiane non avrebbero alcuna responsabilità, nè come autrici nè come complici, dello stato di disagio che il Paese attraversa, quasi avessero vissuto gli ultimi 20-30 anni sulla luna. E’ incredibile come certe giornaliste riescano, nonostante tutte le castronerie che scrivono, a godere ancora di considerazione e spazio. Questa è forse l’ennesima dimostrazione di come la discriminazione di genere in Italia non esista.
Comunque queste signore si ritroveranno in Piazza del Popolo a Roma. Dopo il fiasco di Siena, evidentemente cercano di non correre rischi. Meglio riunirsi nella Capitale, almeno le femministe locali e i gonzi potranno accorrere numerosi.
Alessandro(Quota) (Replica)
Ho letto l’articolo della Ravera, Alessandro: siamo veramente alla farsa, come recita il titolo del nostro articolo. Siamo al sessismo puro, ed è evidente come ormai queste signore si muovano su un binario esclusivamente di genere. Cito testualmente:”E a Roma, a Piazza del Popolo, è stata una festa da tutto esaurito. Sul palco c’erano monache e prostitute, poete e femministe, ragazze e donne e nonne. Storie politiche diverse e storie mai state politiche”. E ancora:”…schierando donne eccellenti, mescolando madri e figlie e destra e sinistra (perché sulle differenze si media e sulle somiglianze si cresce), le donne parleranno al Paese.
Praticamente un’apoteosi di qualunquismo politico, di interclassismo sociale e di culto del genere. Cosa ci sia di “sinistra” (e di “politico” nel senso più alto del termine) in tutto ciò, qualcuno/a ce lo dovrebbe spiegare…Proviamo ad immaginare una manifestazione di uomini, promossa da uomini, sulla stessa traccia di questa: sarebbe semplicemente e giustamente bollata come ridicola…
Ho notato però, con sommo piacere, come tutti i commenti, nessuno escluso, fossero totalmente critici rispetto alle sue posizioni. Non uno che è uno che non sottolineasse l’assurdità e l’insensatezza di una simile posizione.
Bene, molto bene, per lo meno sul web e sui vari blog (vedi anche 27 ora) si nota un certo “risveglio” da parte di molti uomini che, a quanto sembra, comincia anche a preoccupare i gestori di quei siti che hanno cominciato a lanciare allarmi contro questa forma di presunto “trollismo” maschilista.
Diamogli sotto…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ho letto l’articolo (…!!!!). Anch’io ho registrato il coro di critiche e obiezioni, bene. Anche su La 27a ora sempre più uomini e donne obiettano. E in modo pacato e argomentativo. Benissimo.
(x Fabrizio: ma perché, la questione maschile/femminile deve avere un’impronta ideologica – destra/sinistra? Ho riguardato altre volte il video dove spieghi che cosa intendi per interclassista e borghese, ma ancora non l’ho capito. Chi è – oggi – un borghese? Interclassista – nel senso di non fare discriminazioni di classe – è male?)
dia(Quota) (Replica)
Se la manifestazione è unica si tratta già di un’ammissione di debolezza.
Un movimento forte e strutturato non avrebbe problemi a manifestare in tutta l’Italia (ovviamente senza l’aiutino dei partiti).
Comunque aspetto con curiosità l’undici dicembre. Davvero. 8)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Chi è – oggi – un borghese? Interclassista – nel senso di non fare discriminazioni di classe – è male?)” (Dia)
E’ esattamente il contrario, Dia. Avere una concezione “di classe”, nell’accezione marxista classica del termine ma non solo (anche tutte le altre correnti politiche e culturali del Movimento Operaio partivano da questo concetto) significa assumere una posizione di parte all’interno del conflitto di classe (che da sempre esiste), al fine di superare quelle condizioni (sociali, economiche, ambientali, culturali e, oggi, dal nostro punto di vista, anche di genere) che rendono inevitabile, endemico e strutturale tale conflitto. L’obiettivo strategico di questa concezione è ovviamente la costruzione di una società senza classi.
L’interclassismo, come appunto dicevo prima, è l’esatto contrario del concetto “di classe”. L’interclassismo, lo dice l’etimologia della parola stessa (inter, dal latino, “fra”, quindi “fra le classi”) è quella concezione politica che nega il conflitto e propone invece la conciliazione e la collaborazione fra le classi (negando, è superfluo sottolinearlo, la possibilità anche solo teorica della costruzione di una società senza classi). Il Fascismo (ma non solo, sia chiaro) è un tipico esempio di questa concezione.
Il femminismo è strutturalmente un’ideologia interclassista dal momento che assume formalmente e di fatto un punto di vista esclusivamente “di genere”, rivolgendosi indistintamente a tutte le donne, indipendentemente dalla loro condizione sociale (di classe), ritenendole tutte comunque vittime del sistema maschilista.
Ciò rende il femminismo quanto di più lontano possa esserci da una qualsiasi concezione che faccia riferimento a qualcosa che, sia pur lontanamente, odori di “sinistra”.
Ti mi dirai:”Ma come? Il femminismo è nato a sinistra e si è collocato a sinistra? Come si spiega tutto ciò?”. E avresti ragione a muovere questa obiezione. Infatti siamo di fronte ad una delle più clamorose contraddizioni che la Storia abbia mai conosciuto.
E’ bene però fare chiarezza. Il femminismo NON nasce a “sinistra” (questo lo spiego nel video), o comunque non nella Sinistra Storica e certamente NON nel Movimento Operaio. Il femminismo, storicamente parlando, nasce e cresce in America (nei salotti-bene della borghesia americana) in quanto ideologia e movimento dichiaratamente di genere. Solo in un secondo momento, entrando in contatto con la cultura e la tradizione politica della sinistra europea, assume (strumentalmente , è ovvio, dal mio punto di vista) una posizione anche “di classe”, sovrapponendo il conflitto di genere con quello di classe. Ma questa è una contraddizione in termini, come dicevo prima, che non è mai è stata risolta né è possibile risolvere per il semplice fatto che è impossibile conciliare queste due concezioni oggettivamente e strutturalmente antitetiche. E infatti oggi il femminismo si sta riproponendo per quella che è la sua più intima natura, e proprio il movimento “Se non ora quando” con le sue parole d’ordine, i suoi proclami e il suo programma sta lì a dimostrarlo”, cioè una ideologia di genere, necessariamente e oggettivamente interclassista).
Non è un caso che le stesse dirigenti di quel movimento (ma è sufficiente leggere l’articolo della Ravera sul Fatto quotidiano) facciano esplicitamente riferimento alla trasversalità politica del femminismo. Donne di “destra” e di “sinistra”, suore e puttane, ricche e povere, allegramente insieme e unite nella lotta.
Negli anni ’70 il femminismo, che aveva attecchito a “sinistra” (nella sinistra post-sessantottina) si guardava bene dal propugnare simili tesi; non sarebbe stato credibile. Per sbarcare in Europa doveva adattarsi al contesto storico-culturale-politico dell’epoca. Oggi, guarda caso, torna a farlo, e proprio questa è la prova del nove della sua intima natura “borghese” (nell’accezione classica del termine) e interclassista. Si tratta di un’ideologia ambigua, camaleontica e per questa ragione abilissima nel camuffarsi e nell’assumere diverse sembianze, dotata di un’infinità di correnti e sottocorrenti spesso in totale contraddizione fra loro (vedi la più clamorosa ma anche la più funzionale, cioè quella tra femminismo dell’eguaglianza e femminismo della differenza).
Il quesito è: come è potuto accadere che questa ideologia abbia potuto attecchire prima a “sinistra” e successivamente anche a “destra” e al “centro” senza incontrare nessun ostacolo? Tutte le ideologie hanno incontrato resistenze nella Storia, molte sono state anche sconfitte e superate.
Il femminismo è la sola ideologia che non abbia mai incontrato sulla sua strada ostacoli di nessun genere. Nessuno, e quando dico nessuno intendo dire nessuno (non sto parlando di qualche estemporaneo mugugno sparso qua e là ma di istanze politiche, culturali, sociali o anche religiose, pubblicamente e in forma organizzata) ha osato fino ad ora non dico sfidarlo ma semplicemente avanzare delle critiche o perplessità.
Siamo di fronte a qualcosa di stupefacente. Un precedente storico assoluto. L’interpretazione e la rivisitazione femminista della Storia e della realtà sono a tutt’oggi considerate Verità Assolute, incontestabili e infallibili. Non è MAI accaduto prima d’ora, anche quando contestare la “Verità” ufficiale comportava la morte, la tortura, il rogo, la deportazione, il lager, il gulag. MAI. In questo c’è qualcosa di straordinario che, onestamente, per quanti sforzi faccia, sfugge alla mia comprensione.
La riflessione è naturalmente aperta…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Proviamo a vedere che è successo tra il 1971 e il 2010 dal punto di vista demografico (dal libro: “Il cambiamento demografico” ediz. Laterza, Settembre 2011): l’andamento demografico a mio avviso come risultante di tutte le variabili della vita dell’individuo e della vita sociale, aiuta ad avere una visione più articolata e obiettiva di quanto è successo nella vita dei maschi e delle femmine italiane. Tra il 1971 e il 2010, si è verificata in Italia la rarefazione dei giovani (ovvero il crollo della disponibilità ad assumersi la responsabilità della paternità e della maternità) per cui oggi ci sono quasi sei milioni di giovani in meno rispetto ai primi anni Settanta, nonostante la presenza di circa lo stesso numero di abitanti in più. Gli Italiani sotto i 25 anni sono diventati pari agli Italiani sopra i 65 anni: si sono raddoppiati gli anziani e quadruplicati gli ultraottantacinquenni. Demograficamente parlando un rapido, radicale e forse anche definitivo invecchiamento della popolazione. Con impatti devastanti anche sul piano economico.
Quello che è evidente è che 1) si è aperta la più grave crisi demografica ed economica dell’Italia, dell’Europa, e del Mondo Occidentale nel suo insieme, fino a prospettarne la crisi definitiva, 2) il femminismo è stata l’ideologia che ha dominato questi decenni. Una contemporaneità che non può essere priva di significato e che suggerisce di studiare anche i rapporti tra femminismo e questa crisi.
Oggi, di fronte a questa crisi demografica ed economica, la Ravera chiama fuori della Storia di questi decenni proprio l’ideologia e il movimento che ha svolto un ruolo da protagonista nell’orientare le scelte politiche di lungo periodo: il femminismo e il suo braccio operativo, il partito femdominista. Per l’ennesima volta, viene affermata con forza come pilastro di ogni analisi e programma politico la tesi riassumibile in una sola affermazione: “Noi donne siamo innocenti perchè non responsabili”.
In conclusione: davvero è questo che sanno dirci le Signore che seguono la Ravera? e le Signore di “Se non ora quando”? Se è davvero solo questo, allora d’accordo: se è in vigore “prima le donne e i bambini”, ne consegue anche:”a letto, subito dopo Carosello”.
cesare(Quota) (Replica)
La domanda di Dia ha occasionato una risposta di FB delucidante per tutti. Dia (che è simpatica per la sua ingenuità) pare essere una ragazza dei tempi nuovi, ignara di un sacco di cose del passato anche recente. Ciò conferma che purtroppo il passato non viene conosciuto e recuperato (nel bene e nel male) dalla nuove generazioni come fonte di conoscenza.
Ciò è grave: se non conserviamo le esperienze, da dove potrà venire la crescita in saggezza?
Cesare ha toccato un punto molto importante.
La connessione tra espansione del femminismo e il calo demografico, ossia la perdita di vitalità dell’intera comunità italiana e non solo.
La crisi che stiamo vivendo ha tante radici. E quella indicata da Cesare è una.
Tema interessantissimo, ma lungo da trattare.
Dico solo che mi piace stare lontano dai facilismi, dalle visioni monocasuali.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
E se il mistero dell’affermarsi senza resistenza del femminismo, questa straordinaria regressione di una intera civiltà, fosse spiegato dal semplicissimo fatto che quando si è nella situazione per cui si dice ” per cortesia l’ ultimo spenga la luce”, le schiere di sciocchi e sciocche, l’esercito di opportunisti e opportuniste, non trovano ostacoli nel proporsi come protagonisti proprio del vuoto che si apre? tanto ormai che importa?
Si spiega forse con questo precedente e prerequisito svuotamento e annientamento del cuore il diffuso allochirsi di uomini di Dio, in compunto ascolto di banalità di spirito da MacDonaldell’anima, il loro essere pronti a buttar via, come fossero giochi di parole da settimana enigmistica, le parole che loro stessi dichiarano essere rivelate da Dio? si spiega così il crollo nella mente di giuristi e magistrati dei principi costitutivi del diritto stesso, vinti da quattro slogan più stolidi di qualunque spot pubblicitario? si spiega così negli storici e nei politici di oggi la distruzione della memoria delle lacrime e del sangue che il dono della Storia ha richiesto, vinti dalle lacrime finte e abbondanti come sudore di cavallo portate per rancore ad accusa del sacrificio maschile? si spiega così l’orrore della dichiarazione che il concepito da uomo e da donna non ha nè anima nè umana dignità e può essere distrutto come cosa senza valore e senza significato, e che la sua distruzione è un diritto? si spiega così l’arrendersi di interi parlamenti ai ricatti di quattro donne immature? e si spiega così la resa degli uomini di cultura al criterio di verità su base genitale? E si potrebbe continuare a lungo. E’ dunque il vuoto che ha trasformato l’anima e il cuore e la mente maschili in abitazioni abbandonate e pronte ad essere occupate da vaiasse e demoni di ogni tipo?
cesare(Quota) (Replica)
x fabrizio. Grazie della spiegazione, che spero sarà utile anche ad altri. Io credo di avere un’impostazione mentale più libertaria e individualista che non di sinistra e movimentista. Anche se confesso di non avere alcuna dimestichezza col linguaggio della politica e della filosofia politica in genere (ma non per ragioni anagrafiche, rino: qua potrei esservi nonna!). Quindi faccio meglio a non intervenire nel merito, per evitare di impiccarmi.
dia(Quota) (Replica)
dia:
“(ma non per ragioni anagrafiche, rino: qua potrei esservi nonna!).”
__________
dia, leggo che tu avevi due anni quando Fabrizio nasceva,
>>
dia 8:59 pm – 30th ottobre:
tecnicamente, avevo due anni quando non eri nato. Ma è assolutamente vero che già la denunciavo. Comunque ho frainteso il tono. Nessun problema,
>>
ragion per cui dovresti essere del ’56.
Il che, tradotto, sta a significare che hai nove anni più del sottoscritto e uno meno di Rino.
Ergo, tanto nonna non sei…
Sandro2(Quota) (Replica)
… invece sì! Sono prozia, l’equivalente di nonna. Il maggiore dei miei nipoti (figli di mia sorella) ha avuto un bambino sei mesi fa! Comunque sì, era per dire.
dia(Quota) (Replica)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/22/a-letto-con-la-carta-d’identita-non-mi/87708/
Non mi convince per nulla la parte dell’inchiesta della Procura di Milano che riguarda i risvolti sessuali della vicenda Berlusconi. La prostituzione è reato in Italia? No. Se quindi uno si porta in casa ragazze attratte dal “denaro facile” e dopo cena lui e i suoi ospiti ci vanno a letto a pagamento, sono fatti loro. C’è il caso di Ruby, minorenne, diciassettenne. E la prostituzione minorile è reato (del cliente, non del minore). Ma a parte che oggi una ragazza di diciassette anni è minorenne per l’anagrafe, ma non di fatto (e sarebbe bene, per i reati sessuali, abbassare la soglia della minore età, perché in giro circolano delle vere “mine vaganti“), in questo caso Berlusconi più che carnefice potrebbe essere stato vittima, oltre che della sua imprudenza, della ragazza. È plausibile che nei primi incontri il premier ignorasse la vera età di Ruby e che in seguito costei l’abbia ricattato come risulterebbe dalle carte della Procura. D’altronde non è che uno prima di andare a letto con una ragazza – sempre ammesso che Berlusconi ci sia andato – le può chiedere la carta d’identità. Non è reato nemmeno fare in casa propria festini dove le ragazze siedono a cena, orrore, con i seni al vento.
Mi pare che qui venga fuori tutto l’ipocrita moralismo cattolico. E infatti per queste cose si sono mossi Vaticano, cardinali, vescovi e preti che non avevano alzato ciglio per fatti ben peggiori commessi da Berlusconi (corruzione di testimone in giudizio per esempio, caso Mills). Dico questo perché mi sembra che tutta questa focalizzazione sugli aspetti sessuali della vicenda distolga l’attenzione da un fatto ben più grave che non è avvenuto nelle privatissime e sacrali stanze della propria casa (che è la difesa del Cavaliere), ma è pubblico e certo, che lo stesso Berlusconi ha ammesso. Mi riferisco alle due telefonate fatte alla Questura di Milano per influenzare le decisioni della polizia sul destino di Ruby. Questo è un reato gravissimo, si chiama concussione e prevede una pena da 4 a 12 anni ed è la ragione per cui la competenza su tutta la vicenda non è della Procura di Monza ma di quella di Milano (il reato maggiore assorbe il minore). Recita l’articolo 317 c.p.: “Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, costringe o influenza taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito…”.
Le telefonate del premier sono “in re ipsa” concussione, anche se la Questura non si fosse fatta influenzare dai “desiderata” di Berlusconi come poi invece ha fatto. Berlusconi inoltre ha ingannato la polizia quando ha indicato la Minetti come affidataria. Si è infatti trattato di un affido “pro forma”, allo scopo di sottrarre Ruby agli interrogatori e impedirle di rivelare particolari scottanti sui festini di Arcore. Tant’è che la Minetti non l’ha tenuta presso di sé nemmeno quella notte, ma l’ha sbolognata a una prostituta brasiliana, che era l’ultimo posto dove la ragazza doveva finire. E infatti Ruby poco dopo si è messa di nuovo nei guai. E se proprio vogliamo parlare di morale è qui che viene fuori tutta la spietatezza e il ributtante cinismo dell’uomo (altro che la generosità di cui va cianciando) perché dopo aver abusato del proprio ruolo per sottrarla a interrogatori per lui imbarazzanti si è completamente disinteressato del suo destino facendola finire da un casino a un altro. Anch’io, come tutti, non vedo l’ora che questo energumeno si tolga dai piedi, ma vorrei che fosse costretto a farlo perché ha commesso dei reati certi e gravi e non per delle dubbie infrazioni alla morale sessuale.
Da Il Fatto quotidiano del 22 gennaio 2011
Rita(Quota) (Replica)