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Una tragedia di classe e di genere, quella dei morti sul lavoro, di cui si parla ipocritamente e in modo generico,soffermandosi, quando va bene, solo sul primo aspetto, occultando scientemente il secondo. Evitando cioè di specificare che la quasi totalità delle vittime sono uomini, appartenenti al genere maschile, e poveri, appartenenti alla classe lavoratrice. Perché non si ha notizia di un notaio o di un commercialista rimasti uccisi precipitando dalla loro scrivania, né di un parlamentare o di un giudice cadendo dal loro scranno, né tanto meno di un industriale schiacciato sotto una pressa.
Questi sono i dati tratti dal sito dell’Inail per quanto riguarda l’Italia (verificati nel 2008):
Nel 2004 i morti totali furono 1328 di cui 1225 maschi e 103 femmine.
Dei 1225 maschi, 438 morirono a causa di infortuni stradali (di questi 251 erano infortuni in itinere e gli altri inerenti la tipologia di lavoro)
Delle 103 femmine 62 morirono per incidenti stradali (di cui 54 in itinere)
Nel 2005 i morti furono 1280 (di cui 1193 maschi e 87 femmine)
Dei 1193 maschi 612 morirono per incidenti stradali (di cui 235 in itinere); delle 87 femmine 66 morirono in incidenti stradali (di cui 44 in itinere)
Nel 2006 i morti furono 1341 (1242 maschi e 99 femmine)
Dei 1242 maschi 603 morirono in incidenti stradali di cui 214 in itinere); delle 99 femmine 85 morirono in incidenti stradali di cui 52 in itinere.
Quindi gli infortuni in itinere sono circa il 20% per maschi mentre salgono al 50% per le femmine. Se consideriamo che la quasi totalità degli autotrasportatori, degli autisti e in generale di coloro che svolgono una professione che prevede lo stare lunghe ore alla guida di un mezzo, sono uomini, è facile capire come in realtà si arriva alla percentuale del 98% di vittime maschili.
Le percentuali sono pressochè le stesse relativamente all’Unione Europea. Paradossale il fatto che, sullo stesso sito dell’Inail (www.inail.it “banca dati al femminile”), viene citata la percentuale di infortuni mortali femminile e non quella maschile che si evince ovviamente sottraendo la prima al totale…
Pensate cosa succederebbe e sarebbe già successo se questa ecatombe sociale e di genere, con cifre paragonabili a quelle di una guerra civile neanche tanto strisciante, fosse stata e fosse a parti invertite. Se cioè a morire sul posto di lavoro fossero le donne e in quella percentuale.
Campagne mediatiche fino all’inverosimile, tuoni e fulmini scagliati contro una insopportabile e vergognosa discriminazione, leggi speciali per evitare alle donne i lavori più pesanti, faticosi e rischiosi. E sarebbe sacrosanto. Guai se non fosse così.
E invece in questo caso c’è un silenzio assordante, come si suol dire. E’ come se tutto questo fosse dato per scontato. E suonano beffardi i titoli dei giornali che mettono in risalto l’aumento degli infortuni sul lavoro per le donne, in percentuale.
Su questo dramma sociale e umano (e maschile) cala il sipario dell’oblio e dell’ipocrisia. Non una parola in tal senso. Se ne guardano bene tutti: politici, media, sindacati, associazioni degli industriali.
La domanda sorge spontanea? Perché? Forse perché questa verità è insopportabilmente vera al punto di spazzare via una “verità” fasulla, quella del privilegio e dell’oppressione maschile sulle donne, sempre, comunque e dovunque? Forse perché questa verità è talmente vera che metterebbe in crisi la vulgata dominante e “politicamente corretta” che racconta di una oppressione a senso unico dell’intero genere maschile su quello femminile?
Noi non abbiamo paura della verità che qualcuno,una volta, sosteneva essere rivoluzionaria. Noi, la pensiamo come lui. Qualcun altro/a ne ha paura.
825 Commenti
Ok. Entriamo in questa vergognosa diatriba (che tale però non è) e diciamolo finalmente, rinfacciamo lo spreco di energia dovuto alla parametrazione femminile della temperatura invernale: diminuire la temperatura delle case e degli uffici d’inverno (termostati ora regolati sul metabolismo femminile) farebbe risparmiare almeno 10 volte tanto.
Ma quale uomo è mai sceso a tali livelli di infamia da rinfacciare alle DD un simile fatto?
Da cosa si deve essere spinti per ideare una simile ricerca? Spiace amici, ma io in questo vedo solo una causa: l’odio. Un odio radicale.
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Una nuova sventagliata di mitra contro gli UU eruttata dal veleno della misandria.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
Non posso che quotare il pensiero di Rino, d è evidente che ,quando si scende a questo livello (dei condizionatori), è palese che ormai si viene attaccati su tutto, si va dallo sguardo di troppo “violento” ,alla pubblicità in rosa e blu, fino ai condizionatori …. tanto per dire , nella ditta dove lavoro , a usufruirne dei condizionatori erano solo le impiegate, gli operai erano a 37-38 gradi ,ma li sembra che il patriarcato e/o il maschilismo non abbia effetto
mauro recher(Quota) (Replica)
Un altro che ha chiuso definitivamente con i problemi termici. E anche con quelli non termici…
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http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/08/05/news/bari_bracciante_tunisino_muore_nei_campi_stroncato_dal_caldo_e_la_terza_vittima-120487654/?ref=HREC1-20
Rino DV(Quota) (Replica)
77 anni. 77 anni. Non ho parole. Trovo questa notizia subito dopo una discussione sulla pagina di “abbatto i muri” sul “privilegio maschile”. Perché è innegabile che le donne non possono “fare carriera” perché discriminate. Con tutto “il privilegio maschile” che la società gli ha messo a disposizione come si è trovato questo povero Cristo a morire a 77 anni. Schiacciato da una lastra.
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/10/08/operaio_77enne_muore_schiacciato_da_una_lastra_di_metallo-68-438689.html
Incidente sul lavoro questa mattina a Marghera (Venezia).
Attorno alle 8,30 un operaio ha perso la vita all’interno dello stabilimento della ditta Costruzioni Navali Venete.
L’uomo, lavoratore di un’azienda esterna dall’età piuttosto avanzata – 77 anni – stava tagliando una grossa lastra di metallo, che l’avrebbe colpito alla schiena schiacciandolo e uccidendolo sul colpo.
Inutili i soccorsi.
Sull’incidente sta indagando l’ispettorato del lavoro.
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Già … magari perchè costretto dalla situazione familiare …
Mi veniva da rispondere ieri sera riguardo al paragone che hai fatto con i vaneggiamenti delle femminestoidi.
Ho preferito aspettare perchè sinceramente mi ribolliva il sangue e non volevo sbracare.
Ma non è servito a niente. Non riesco a formulare qualcosa che le riguardi e che non sia censurabile.
Mi attengo allora solo ad un augurio: che dalla vita ottengano quello che meritano.
Basta e avanza.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ieri il dato ufficiale e certo che la ripresa è arrivata.
Dopo anni di calo, il numero dei morti sul lavoro è in aumento.
Finalmente.
Rino DV(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La mia vicina di casa oggi ha 94 anni ed è ricoverata nello stesso istituto di mia mamma. Mi raccontava anni fa della sua famiglia (lei non ha avuto figli). Di suo fratello, elettricista, e dei suoi nipoti. La ragazza voleva un figlio ma non un marito. Cosa non particolarmente difficile, senonchè … beh,.. senonchè diceva lei “mio fratello anzichè andare in pensione si è arrabattato fino alla fine dei suoi giorni a lavorare per mantenere quella figlia precaria e la nipote. Credo che di quella famiglia tutti si siano sempre fermati a considerare il “coraggio della ragazza madre”. Nessuno, tranne la sorella, ha considerato il coraggio di chi, dopo aver pensato di poter riposare gli ultimi anni della sua vita, si è visto responsabile di un altro pezzo di famiglia, da crescere, da far studiare etc.
Rita(Quota) (Replica)
Tutti uomini
mauro recher(Quota) (Replica)
Nel 2015 i morti sul lavoro sono stati 1.173, quasi 4 al giorno,163 in più rispetto al 2014
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La distinzione per genere conferma l’andamento crescente per maschi (+3,6%) e femmine (+0,4%).
Quantomeno, hanno avuto il buon gusto di non urlare al “femminicidio sul lavoro” e, se pure, in maniera molto asettica e stringata hanno riconosciuto il divario anche nell’aumento di morti sul lavoro…ovvero, per dirla alla Gipo la differenza di ricordi tra i miei (fonderie di stagno e ferriere e scorie e trucioli..) e i tuoi (un giardino e vacanze al mare) https://www.youtube.com/watch?v=0Uv3jBFHllM
Rita(Quota) (Replica)
Lo metto qui ,non mi lascia scrivere sull’articolo adatto ,cioè sui morti sul lavoro
https://femdominismo.wordpress.com/2016/08/31/numeri-che-non-interessano/
mauro recher(Quota) (Replica)
—- Amore e rispetto per queste donne —-
Solo disprezzo per chi – oggi – rilegge queste storie in chiave di divisione e oprressione tra i sessi e non, correttamente, come storie di divisione e oppressione di classe.
Le Storie dimenticate delle donne in miniera
Nello stesso articolo ad es.:
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«Le donne lavoravano le stesse ore degli uomini, ma producevano il doppio e venivano pagate esattamente la metà», racconta Iride Peis Concas richiamando documenti che in modo glaciale riportano i fatti a cui il suo libro ha ridato umanità.
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Ma anche in quest’altro: LE DONNE IN MINIERA…
“Infatti nella logica della divisione del lavoro, le donne erano subordinate all’uomo; il loro ruolo era quello di cernitrici del minerale, quelle che spaccavano, sceglievano, insaccavano il minerale estratto, lavoravano nei piazzali che stavano davanti ai pozzi e alle gallerie.”
…..
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sempre più colpite da “malattie maschili”
Non è solo una questione di salute. “Le donne italiane hanno anche peggiori condizioni lavorative rispetto agli uomini – ammette Francesca Merzagora, presidente di Onda, che attribuisce anche i Bollini Rosa agli ospedali a misura di donna.
Rino DV(Quota) (Replica)
Vedo ora che ho sbagliato collocazione: Andava su “Femminismo ideologia sessista” !!!!!!!!!!
Femminismo di Destra.
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Come si sa sulla Qm e sul femminismo è possibile trovare qualche “distinguo” solamente sui giornali di Destra e, sottovoce, in quelli di orientamento Cattolico.
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Il dominio culturale di quella ideoutopia è però tale che anche la Destra, sotto la vernice e contro le opinioni che gli interessati (UU e DD di Destra) credono di avere, affiora sistematicamente, oltre a farsi valere nei momenti decisivi, quando cioè si tratta di votare leggi antimaschili. Qui e altrove. (La Ley Integral spagnola che punisce + gli UU delle DD a parità di reato, è stata approvata all’unanimità, come quelle sulle quote qui e in Francia e altrove).
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Ecco un caso interessante (e repellente) di “affioramento”.
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Sul Gazzettino di 4 giorni fa si può leggere un intervento di Marina Valensise* dal titolo:
“Gli uomini in corteo con le donne, ma non serve umiliarli in ultima fila” (al corteo di Roma).
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Guarda un po’, la Valensise percepisce il fatto che tale collocazione risulta umiliante. Complimenti.
E scrive così:
“…benvengano gli uomini sensibili alla denuncia di uno stato di cose inaccettabile. Ma senza umiliarli, senza costringerli a sfilare nell’ultima fila, come se fossero scolari asini… A che serve penalizzare gli uomini che vorrebbero solidarizzare con le donne vittime di violenza? A colpevolizzarli in quanto Genere? A farli sentire moralmente responsabili di una colpa senza remissione?”
Cribbio! Mi sembra di leggere pagine nostre. Questa sta copiando!
Ma subito dopo, rientriamo nella realtà:
“Meglio aprirsi al loro sostegno, magari anche al loro ravvedimento, all’espiazione in pubblico e farli sfilare senza discriminazioni…”.
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Poi procede invocando quote rosa nelle università tecnico-scientifiche a danno dei maschi ed altre amenità.
Perché la Valensise (in quanto di Destra) e quindi antigenderista, è sostenitrice delle differenze naturali.
Però quando queste si manifestano (come nella scelta degli studi) allora… chiede le quote, le compensazioni, le corsie preferenziali.
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Perché non ci sono differenze naturali, ma solo discriminazioni.
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Lo dice una “antigenderista”
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*Questa Valensise, dovrebbe essere figlia del ben noto Raffaele che fu tra i fondatori del MSI. Questo mi dice la memoria (nel web però non trovo conferma).
Rino DV(Quota) (Replica)
Dunque a) le donne producono il doppio ma vengono pagate la metà. Quindi in termini reali vengono pagate un quarto degli uomini. b) lavorano in condizioni peggiori: quindi immagino che un muratore maschio abbia impalcature termoprotette, riscaldate d’inverno e refrigerate d’estate e che ci salga in ascensore, mentre la muratora donna non abbia questi privilegi. Ma, si dirà, muratore donne non ce ne sono, E’ vero, dimenticavo che anche in questo settore ci sono discriminazioni di genere. Accontentiamoci allora, chessò, di un altoforno in cui le donne vengono lasciate esposte esposte a pericoli di ogni genere come essere colpite da acciao fuso mentre gli uomini lavorano ben lontano dal pericolo, oppure prendiamo un’azienda chimica in cui ai maschi vengono fornite tute di protezione anticontaminazioni e alle femmine no. Ma, anche in questi settori donne ce ne sono poche, sempre per le discriminazioni di genere. Accidenti, è vero anche questa volta. Allora dobbiamo ripiegare sui campi. Nella raccolta di pomodori, ad esempio, gli uomini suppongo vengano fatti lavorare solo quando non piove e quando il sole non picchia troppo, mentre le donne quando non lavorano gli uomini e cioè nei momenti peggiori della giornata. Inverosimile? mannò!!! Prendiamo allora i lavori impiegatizi, dove è risaputo che le donne sono ormai in maggioranza e quibndi non si sono discriminazioni sessiste. Già, ma le faranno sicuramente lavorare su banchetti all’aria aperta, mentre i maschi comodamente seduti alle scrivanie, al calduccio e con l’aria condizionata d’estate. Basta guardarsi intorno per constatarlo, e nonostante che ormai i segretati generali dei due maggiori sindacati (CGIL e CISL) siano donne (anzi, ” le segretarie generali”, scusate il lapsus sessista).. Questo è ciò che si deduce dagli articoli citati. Ci può essere qualcuno o qualcuna in buona fede che ci crede? Impossibile, a meno che non sia accecato da odio antimaschile e vittimismo femminile cosparsi a piene mani. Questo è ciò a cui mirano quegli “articoli”.
armando(Quota) (Replica)
armando,
Niente di particolarmente grave, ma oggi è stata una giornata “particolare” in fabbrica, si stavano tornendo dei rotori,e questi rotori facevano un fumo terribile e anche abbastanza nocivo ,abbiamo dovuto aprire le porte della fabbrica ed oggi non era proprio la giornata ideale , come ripeto ,niente di particolare ,ma nessuna donna ha preso il nostro posto come compete in un regime maschilista e misogino .. strano davvero!! P:S Mi sto scaldando ora
mauro recher(Quota) (Replica)
Ahh .. brutto maschilista incallito …. ti sei tradito.
Nella tua fabbrica non viene applicata la “parità di genere”.
Invierò una segnalazione a GiULiA (il sindacato della vagina)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.vicenzatoday.it/cronaca/arcugnano-morta-roberta-olivieri-51enne-precipita-lucernario-ditta-fiorentini.html Questa tragedia che va tutto il cordoglio possibile alla sua famiglia, fa da spunto su una cosa che ho letto oggi sul televideo, cioè dell ‘incremento femminile sulle cosiddette morti bianche, visto che siamo passate da 15 del 2016 a 30 del 2017 (sono aumentati anche i decessi da 130 a 147) quindi viene da se che 117 siano uomini,eppure si da molto risalto alla componente femminile (almeno televideo dava questa impressione) comunque sia ,da una cosa non si scappa, la donna faceva le pulizie quindi a morire sono sempre chi ha un salario basso
mauro recher(Quota) (Replica)
Ieri sul TG1 hanno fatto, per me la prima volta che lo sento, la distinzione dei morti sul lavoro tra uomini e donne, ovviamente si sono fermate alle cifre e non ai risvolti sociali che questo comporta, ma è comunque mettere un tarlo
mauro recher(Quota) (Replica)
condivido sui social.. il vostro sito mi piace molto.. bravi
Corriere Libero(Quota) (Replica)